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PROFESSIONALIZZARE LE COMPETENZE PER UN VENDING DI QUALITÀ

La società di gestione Ristovending srl, che ha sede a Vicenza, fa parte del Gruppo Serenissima Ristorazione, una delle realtà italiane più importanti nel campo della ristorazione collettiva. Il focus delle attività di Ristovending è il servizio di distribuzione automatica, che porta avanti in maniera indipendente rispetto alla capogruppo, pur condividendo con essa alcuni valori fondanti dell’attività. Nata nel 2006, grazie alla passione per questo comparto e alla capacità di mettersi in gioco di fronte alle sfide del mercato, oggi Ristovending è una realtà imprenditoriale consolidata con 80 dipendenti e un campo di azione che, oltre al Veneto, abbraccia l’area geografica lungo l’asse dell’autostrada A4, fino ad arrivare alla città di Torino. Ci racconta di più Stefano Vedelago, direttore generale dell’azienda.

In quale contesto si colloca la nascita della Ristovending e come sono stati i primi anni di attività?

Ristovending è nata dall’esigenza e dalla volontà di Serenissima Ristorazione di offrire, nei luoghi in cui esercita la propria attività, un servizio di ristoro completo, che comprendesse anche il caffè, ma in maniera automatica Nata in un piccolo laboratorio, dopo alcuni anni che potrei definire di rodaggio, la proprietà ha deciso di staccare l’attività di distribuzione automatica, rendendola autonoma attraverso la creazione di una società dedicata, la Ristovending appunto, che fa comunque riferimento alla capogruppo, affidandone a me la direzione. Posso dire che a partire dal 2013, a piccoli passi e con grandi sacrifici, l’azienda si è strutturata, ampliando il numero degli addetti, dei clienti e naturalmente dei distributori automatici.

L’azienda è cresciuta fino a registrare oggi numeri importanti. Ce ne dà qualcuno?

La nostra struttura si colloca in Veneto, ma ha sempre avuto l’ambizione di coprire il Nord, arrivando in certi periodi ad essere presente anche nel Centro Italia, e ci siamo riusciti anche grazie ad importanti appalti, che ci hanno permesso di crescere. Oggi siamo presenti soprattutto a Nord attraverso i nostri magazzini di Torino, Milano, Brescia, Verona, Belluno, Monfalcone e naturalmente Vicenza, che è la sede centrale e si occupa della gestione di tutti gli altri magazzini, pur lasciando loro autonomia nell’organizzazione locale.

La forza lavoro è costituita da circa 80 persone, di cui 45 addetti al rifornimento, circa 20 tra tecnici interni ed esterni. Il resto del personale è impiegato in amministrazione.

Questa struttura è inserita in una logica di gruppo, dove tutte le decisioni e le strategie più importanti vengono condivise con la proprietà, in modo da allinearsi nel percorso con tutte le società che fanno capo a Serenissima Ristorazione. E questo è sicuramente un punto di forza, che crea sinergie positive per la crescita ed armonizza il Gruppo.

Quali sono i valori che hanno guidato e guidano ancora oggi il vostro percorso?

Il valore principe è il concetto di qualità a 360 gradi, che non è solo qualità del prodotto o del distributore, ma è qualità di ogni singolo comparto dell’attività secondo un principio, che a me piace molto e che è proprio della Formula1, che dice “non vince il migliore, ma chi ha la squadra migliore”. Questo principio è ampiamente dimostrato nell’automobilismo dove la Red Bull, che non fa né macchine, né motori, è avanti a tutti perché ha creato una squadra di qualità. Ed è quello che vogliamo fare noi in Ristovending: creare una squadra vincente, basandoci sulla qualità di ogni singolo comparto e sulle sinergie che da questo modus operandi si sviluppano.

Per arrivare a questi risultati su quali basi si deve puntare?

Credo che il primo step fondamentale sia la formazione e questo è un punto che nel Vending rappresenta una lacuna. A mio avviso, chi rifornisce un distributore o lo ripara dovrebbe avere il cosiddetto ”libretto”, ovvero un documento che ne attesti la professionalità, a riprova di un percorso formativo seguito e certificato. Una utopistica scuola del Vending metterebbe a disposizione del nostro Settore delle vere figure professionali, che migliorerebbero la sua reputazione, la qualificherebbero e in un certo senso contribuirebbero a giustificare anche un eventuale aumento dei prezzi del venduto. Allo stesso modo, anche la figura del caricatore o del tecnico acquisterebbe valore, anche dal punto di vista economico, richiedendo un giusto compenso, adeguato alla preparazione e quindi alla sua professionalità.

Oggi si vedono troppi improvvisati del mestiere, nati per affiancamento dopo un breve periodo sul campo, con una preparazione spesso lacunosa, che si riflette sulla qualità del servizio offerto al cliente, spesso scarsa. La formazione di cui ho parlato è quello che facciamo noi nella nostra azienda, ma vorrei che lo facessero tutti i player del Settore, che sicuramente ne trarrebbe beneficio.

Torniamo al concetto di qualità, di cui abbiamo già accennato prima. Come la interpretate?

Come dicevo prima, la qualità va interpretata a 360 gradi e va intesa come qualità di tutto il team aziendale che porta avanti le attività. Accanto a questo concetto base, vi è la qualità dei prodotti che proponiamo e dei distributori che installiamo. Per quanto riguarda i prodotti confezionati, selezioniamo quelli che a nostro parere presentano le migliori caratteristiche nutri zionali, di packaging o di mar ca, mentre per il caffè e i solubili, tariamo le bevande affinché siano semplicemente “buone”, che piac ciano al consumatore e lo in0voglino a tornare al distributore. Credo che il piacere di un buon caffè, faccia superare anche la barriera di un prezzo un po’ più alto. Per quanto riguarda i distributori, cerchiamo di rinnovare il nostro parco macchine con una certa cadenza, scegliendole di tipologia sempre più performante e rispettosa dell’ambiente. C’è poi la qualità, per esempio, degli automezzi che sono fondamentali per arrivare ai nostri clienti e che devono essere sempre performanti. Per questo motivo, ad esempio, abbiamo scelto la formula del noleggio, in modo da avere automezzi che siano sempre adeguati alle normative ambientali e che siano congrui al trasporto. Questo è solo un piccolo esempio per far capire quanta attenzione poniamo alla qualità delle singole parti che, messe insieme, fanno la qualità del nostro servizio e della nostra azienda.

Cos’è l’innovazione in Ristovending e come si estrinseca?

L’innovazione in Ristovending è perseguita seguendo l’evolversi della tecnologia, credendo nel concetto di Industria 4.0 e applicandola in azienda, non solo per avere contributi dallo Stato, ma per la volontà di andare verso un mercato tecnologico, in cui la macchina non è più solo un’erogatrice di caffè e merendine, ma è anche un mezzo di comunicazione con il cliente, che permette di interagire, di stabilire un rapporto più personale con chi si rivolge al distributore automatico per un caffè. Il Vending si sta preparando ad un futuro in cui vedremo comunicare il consumatore con l’operatore in maniera diretta, attraverso telecamera e altoparlanti già a bordo del distributore, cosa che alcune case produttrici stanno già implementando su determinati modelli. Il touch screen, ormai presente su tutte le macchine di nuova generazione, è già un importante passo avanti nella comunicazione con il cliente, perché ci permette di dargli informazioni, di trasmettergli comunicazioni e pubblicità e così via, ma nel futuro vedo il distributore come mezzo di comuni- cazione più diretto col consumatore. Sono investimenti in tecnologia che le aziende sono chiamate a fare, uno sforzo di rinnovamento importante e necessario, perché è il mercato che lo chiede e perché ne guadagna la reputazione dell’azienda e nel complesso dell’intero Settore.

La sostenibilità è oggi un tema prioritario: per lei è più un insieme di azioni concrete o un fatto culturale? Sono azioni concrete che dovrebbero nascere dalla cultura. Mi spiego meglio: se dico che dobbiamo usare i bicchieri di carta e non quelli di plastica, sto chiedendo di compiere un’azione concreta, ma devo anche spiegare perché e questo è un fatto culturale. Quello dei bicchieri è un tema molto sentito nel nostro Settore. Io sono a favore della plastica riciclata correttamente, piuttosto che dell’uso di altri materiali come la carta, che nei bicchieri ha anche una parte di plastica e quindi dovrebbe andare nell’indifferenziata, senza possibilità di riciclo. Preferirei avere un ciclo virtuoso della plastica, ma per arrivarci occorre creare una cultura che poi si traduca in azioni concrete. Ristovending ha aderito a RiVending di CONFIDA credendo nel fine ultimo del progetto, ossia di riciclare la plastica, risparmiare CO2, dare nuova vita a un materiale prezioso per arrivare al fine ultimo che è il cup-tocup, ossia creare nuovi bicchieri da quelli utilizzati per i consumi al distributore. Devo dire che i clienti a cui tutto questo è stato spiegato, hanno accettato volentieri di affiancare ai loro distributori i cestini dedicati alla raccolta di bicchieri, palette e delle bottiglie in PET. Credo che sia importante che tutti i gestori aderiscano al progetto, perché tutti insieme possiamo far capire che la plastica è un materiale che ha valore e che, se gestita bene, può migliorare il nostro servizio e aiutare l’ambiente. Per quanto riguarda l’azienda, anche noi all’interno abbiamo un nostro sistema di gestione dei rifiuti, per cui siamo certificati con la 14001, abbiamo i nostri compattatori della carta, della plastica, ecc. e cerchiamo di mantenere comportamenti responsabili e rispettosi dell’ambiente.

DA a garanzia della qualità del caffè usato dai gestori, che ci è utile per partecipare a gare in cui sono richieste determinate certificazioni. Questo è per esempio uno dei vantaggi di far parte dell’associazione di categoria.

A suo parere quanto conta la comunicazione nel nostro Settore?

Conterebbe moltissimo, ma non ne facciamo a sufficienza, o meglio ognuno fa comunicazione nel suo piccolo, come azienda, ma non ne facciamo abbastanza per l’intero Settore, per dargli dignità. Da parte dei consumatori c’è poca conoscenza della complessità del nostro Settore, di quanto know-how ci sia dietro a una macchina del caffè, di quante risorse vengano impiegate lungo la filiera: dal reperimento della materia prima alla formazione, alla logistica ecc. Il nostro Settore ha la stessa complessità di settori più grandi, segue le stesse logiche ma in piccolo e con poche risorse. Tutto questo sforzo e tutta questa complessità vengono vanificate laddove il cliente dice “tanto è solo una macchinetta…”. Credo che lo sforzo che tutti noi dovremmo fare dovrebbe essere finalizzato a far comprendere quanto lavoro e quanta complessità ci sono dietro a un semplice caffè alla macchinetta.

Come farlo?

È chiaro che per fare delle azioni, occorrono delle risorse. Se ci fossero o se si riuscisse a raccoglierne abbastanza da destinare proprio alla comunicazione sul valore del Settore, secondo me bisognerebbe prima di tutto puntare sulla comunicazione della professionalità di chi ci lavora, sul famoso libretto che certifica la preparazione di quanti contribuiscono lungo la filiera alla preparazione del servizio finale al cliente.

Siete associati a CONFIDA. Quanto conta essere parte di un gruppo?

Conta moltissimo far parte di un gruppo di Settore, perché l’associazione di categoria conosce le problematiche, può essere il tuo portavoce presso il legislatore e quindi aiutarti a risolverle. Quello che ritengo sia importante è che un’associazione rappresenti gli interessi di tutte le aziende di quel Settore al di là delle loro dimensioni: dalla più piccola fino alla multinazionale. Non bisogna lasciare indietro nessuno, perché quello che oggi è un piccolino - e tutti siamo nati piccolini - potrebbe crescere proprio grazie al supporto dell’associazione. Questo è un discorso generale. Per quanto riguarda CONFIDA, credo sia importante il lavoro che svolge e gli strumenti che offre agli associati. Ad esempio, il caffè che noi utilizziamo è certificato CSQA, una certificazione rilasciata da CONFI- salsa l eggera

Come vede il mercato del Vending e come vorrebbe che fosse?

Il mercato del Vending avrà sempre la sua funzione di distribuire bevande e alimenti, ma non deve fermarsi solo a questo, allargando l’offerta anche a prodotti che non siano solo quelli tradizionali, ma che siano una concreta risposta ai bisogni del consumatore nei vari contesti in cui i distributori sono collocati. Attraverso la tecnologia e la comunicazione il Settore deve evolvere, essere sempre più presente, un po’ come avviene in Giappone dove le macchine sono sui marciapiedi e rappresentano dei veri e propri negozi. Se arrivassimo a questo, il Settore si rivitalizzerebbe, si diversificherebbe e, attraverso la comunicazione, arriverebbe a un maggior numero di consumatori.

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