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CONFIDA: ASSEMBLEA GENERALE ANNUALE 2023 ACCELERIAMO VERSO IL FUTURO

Grande partecipazione all’Assemblea Generale Annuale di CONFIDA che si è svolta sabato 20 maggio a Milano presso lo splendido Museo Storico Alfa Romeo di Arese che, a fine assemblea, gli associati hanno potuto visitare grazie a tour guidati, organizzati da CONFIDA. Come sempre, gli incontri associativi hanno l’obiettivo di riunire il Settore per analizzarne l’andamento, riflettere sulle problematiche che lo riguardano e creare un momento di incontro e confronto tra i player dell’intera filiera del comparto.

Come di consueto, ad aprire i lavori dell’Assemblea Generale Annuale di CONFIDA, è stato il presidente Massimo Trapletti che, nella sua relazione, ha fatto il punto sull’andamento del Settore nel 2022, sulle battaglie che si sono e si stanno affrontando relativamente a temi sensibili, che rischiano di impattare fortemente sulla Distribuzione Automatica. Per finire, uno sguardo al futuro, che sarà caratterizzato da grandi cambiamenti, che impongono all’intero Settore di spingere il motore, di ACCELERARE. Da qui la scelta del titolo dell’Assemblea Generale di quest’annoACCELERIAMO VERSO IL FUTURO - e da qui la scelta della location in cui l’evento si è svolto: il bellissimo Museo storico Alfa Romeo di Arese, alle porte di Milano, prestigioso marchio italiano dell’automotive, simbolo di velocità ed innovazione.

Uno Sguardo Al 2022

Il 2022 è stato un anno positivo per la Distribuzione Automatica, che ha fatto un ulteriore passo avanti nella ripresa post-pandemia, chiudendo con fatturato e battute in crescita rispettivamente del 10% e del 5%.

Per quanto confortanti, i numeri restano inferiori rispetto a quelli registrati nel 2019, anno pre-Covid di riferimento, poiché il Settore registra ancora -16% per quanto riguarda il fatturato e -19,2% per quanto riguarda le consumazioni. Si stima che tale divario difficilmente verrà colmato nel futuro prossimo.

Il 2022 è stato un anno di grandi battaglie per CONFIDA, che ha dovuto prendere posizione rispetto a decisioni normative e legislative nazionali ed europee, fortemente impattanti sulle attività delle aziende lungo tutta la filiera.

Il primo riferimento è ai CAM (Criteri Ambientali Minimi), ovvero le linee guida ambientali che nelle gare pubbliche impongono “regole” inapplicabili al servizio di Distribuzione Automatica. Il presidente Trapletti sottolinea che “Il lavoro fatto dall’associazione è stato molto importante e di questo ringrazio in particolare il Presidente dei Gestori Pio Lunel che insieme al Direttore Michele Adt, si sono confrontati e spesso scontrati nel Gruppo di Lavoro del Ministero dell’Ambiente e il loro lavoro ha permesso di cambiare molte parti del documento che, se pubblicato com’era nelle versioni precedenti, avrebbe impedito di svolgere il nostro servizio all’interno della Pubblica Amministrazione. Questo non vuol dire che il documento sarà indolore ma sicuramente il testo è molto migliorato rispetto alle prime versioni.”

RISTORAZIONE

Altro tema caldo è il nuovo regolamento sugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggio, il cosiddetto PPWR, sul quale il presidente Trapletti è molto critico: “l’Europa, a novembre dello scorso anno, ha presentato una proposta di regolamento che rischia di creare gravi problemi al nostro Paese e anche al nostro settore.

Sto parlando del nuovo regolamento sugli imballaggi o PPWR. Il nuovo regolamento imballaggi rivela un atteggiamento miope e ideologico della Commissione Europea, che rischia di vanificare gli sforzi e gli investimenti che l’Italia ha fatto negli anni sull’economia circolare. L’Italia, infatti, è tra i Paesi che ricicla di più in assoluto: nel 2021 il riciclo degli imballaggi ha raggiunto il 73%.

È un vero modello di successo. Purtroppo, non è così negli altri Paesi, molti dei quali sono ben lontani dai target europei. E allora l’Europa cosa sta facendo? Invece di studiare un caso di successo come l’Italia, cambia completamente modello, abbandonando il riciclo e puntando sul riuso senza una valutazione credibile, né economica né ambientale. Non solo. Trasforma la Direttiva in un Regolamento che è uno strumento normativo che si applica allo stesso modo in tutti i Paesi Europei vanificando così le peculiarità dei singoli Stati e in particolare la leadership italiana nel riciclo. Ovviamente, la nostra associazione sta lavorando su questo dossier per cercare di modificarne i contenuti insieme alla nostra associazione europea EVA e a Confcommercio.”

Altro tema affrontato lo scorso anno è la riforma del Codice degli Appalti e, a questo proposito, il presidente spiega “già dalla fine del 2021 abbiamo lavorato sulla riforma del Codice degli Appalti. Come sapete, infatti, il tema delle concessioni rappresenta una delle principali preoccupazioni per i gestori, in quanto negli anni il costo del canone concessorio è lievitato, di fatto rendendo molte concessioni antieconomiche. Il Covid peraltro ha peggiorato la situazione in quanto alla diminuzione delle consumazioni è corrisposto l’invariabilità dei costi fissi e dei canoni". In questo caso, CONFIDA “è riuscita a far approvare una norma (l’art. 28 bis del Decreto “Rilancio”) che prevedeva la possibilità di rideterminare il canone concessorio per le imprese di gestione che avessero mostrato un calo del fatturato superiore al 33%. Questa misura ha avuto effetti positivi. Tuttavia, oggi, con il termine del periodo di emergenza sanitaria, è venuto meno l’effetto della norma e pertanto i canoni concessori sono tornati al valore del periodo pre-Covid senza però un corrispondente aumento delle consumazioni al livello prepandemia. Per questi motivi, abbiamo colto l’occasione per inserire nel nuovo Codice dei Contratti delle modifiche importanti. ”

Ultimo tema caldo della relazione presidenziale è quello dell’obbligo dei pagamenti elettronici

A tal proposito, Massimo Trapletti spiega: “nell’aprile dello scorso anno è entrato pienamente in vigore un decreto del 2012 che obbliga i soggetti che effettuano l'attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi di accettare anche pagamenti effettuati attraverso carte di debito, di credito e/o prepagate.

Sebbene nel nostro settore i pagamenti elettronici si stiano diffondendo rapidamente, il vending si trova nell’impossibilità tecnica (espressamente prevista dalla normativa) di adempiere pienamente al Decreto. L’ultima Legge di Bilancio sembrava risolvere il problema, mettendo una soglia di 60 euro al di sotto della quale l’obbligo non si applicava. Ma purtroppo tale previsione è stata bloccata dall’Unione Europea. Pertanto, siamo ripartiti con una serie di incontri istituzionali per spiegare l’impossibilità tecnica che il settore ha nell’adempiere pienamente all’obbligo. Devo però sottolineare che ormai clienti, consumatori ed enti regolatori richiedono la possibilità di pagare anche attraverso pagamenti elettronici. Quindi, anche al fine di non perdere consumazioni, il settore deve fare uno sforzo per offrire questa possibilità, in particolare in tutte le location pubbliche.”