Tarquinia Project

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Tarquinia Project

A cura di:
Giovanna Bagnasco Gianni
Matilde Marzullo
Ornella Prato

Editoriale

Prof. Alberto Bentoglio

Direttore

Dipartimento dei Beni Culturali e Ambientali

Questo numero di Notootto è interamente dedicato a Tarquinia Project, progetto di eccellenza ospitato dal Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali e coordinato con sapienza e impegno dalla collega Giovanna Bagnasco, titolare dell'insegnamento di Etruscologia. Basterà scorrere le prime pagine per rendersi conto della eccezionalità di questa iniziativa scientifica che coniuga, a livello internazionale, una ricerca ai più alti livelli, una didattica qualificata e un impegno rivolto al public engagement.

Lascio dunque al lettore il piacere di scoprire tutti i segreti di Tarquinia Project (che sono tanti!) attraverso le belle pagine scritte da studiose e studiosi di valore e attraverso le preziose immagini fotografiche artisticamente assemblate, come sempre, dal nostro Valentino Albini.

A me il compito gradevolissimo di complimentarmi ancora una volta con coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo Nototto, per la prima volta pubblicato anche in lingua inglese, e l’invito a non perdere il prossimo numero che ci riserverà sorprese bellissime.

ThisissueofNotoottoisentirelydedicatedtothe“TarquiniaProject”aprojectofdistinction,hostedby theDepartmentofCulturalandEnvironmentalHeritage,andcoordinatedwithwisdomandcommitmentbymycolleagueGiovannaBagnasco,holderofthechairofEtruscology.Thefirstpagesalready showtheexceptionalnatureofthisscientificinitiativewhichcombinesresearchofthehighestdegree, firstrateteachingandacommitmenttopublicengagement.

Ithereforeleavethereaderwiththepleasureofdiscoveringallthesecretsofthe“TarquiniaProject”(ofwhichtherearemany!)throughthebeautifulpageswrittenbytrustedscholarsandthrough theoutstandingphotographicimagesartisticallyassembled,asalways,byourValentinoAlbini. Ihavetheverypleasanttaskofcongratulatingonceagainthosewhohavecontributedtothecreation ofthisissueofNotootto,forthefirsttimeadditionallypublishedinEnglish,andtheinvitationnotto missthenextnumberwhichwillsecurewonderfulsurprisesforus.

Notootto - Una iniziativa del Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali - Università degli Studi di Milano

Ideazione e impaginazione grafica: Valentino Albini

Immagini fotografiche: Valentino Albini, G. Bagnasco Gianni , Federico Curto, O.Prato, Valeria Ricciardi, Jacopo F.Tulipano, Soprintendenza archeologia del Lazio e dell’Etruria Meridionale elaborazioni di Andrea Garzulino , Archivi Etruscologia

Contenuti

Introduzione

Aree di Scavo e Ricerca

Topografia

Tombe dipinte

Rilievo e documentazione

Informatica

Scienze Della Terra: Tarquinia sotto la lente

Analisi archeometriche per le ceramiche di Tarquinia

Antropologia

Archeozoologia

Science@Tarquinia

Archeobotanica e paleoambiente

Lo studio del DNA antico

Geomorfologia

Studenti del liceo classico

sugli scavi: esperienza archeologica interdisciplinare

Prefazione al volume di NOTOOTTO dedicato a Tarquinia

Professoressa ordinaria di farmacologia

Prorettrice vicaria e con delega a Ricerca e Innovazione

Università degli Studi di Milano

Nel corso del mio mandato come Prorettrice a Ricerca e Innovazione dell’Università degli studi di Milano, sono stata a Tarquinia due volte.

La prima volta in forma ufficiosa, accompagnata, nella visita al sito e al laboratorio di restauro, da una nostra giovane dottoranda entusiasta, che ho avuto la fortuna – passando da quelle parti – di riuscire a contattare all’ultimo momento grazie all’intervento della professoressa Giovanna Bagnasco che ancora non conoscevo di persona. Realizzavo così uno dei sogni della mia vita da accademica: visitare finalmente il luogo mitico (e mistico) che avevo “difeso” anni prima, quando, giovane membro eletto della Commissione di Ateneo per la Ricerca Scientifica e Tecnologica (CARSTT), mi ero opposta vivacemente alla sospensione di una borsa di dottorato finanziata dall’ateneo proprio per il Progetto Tarquinia. Da scienziata (non archeologa), ero affascinata dal fatto che Tarquinia fosse già da allora un luogo straordinario di formazione per i nostri giovani dottorandi, che lavorando sul campo aiutavano, con le loro mani e la loro passione per la ricerca, ad estrarla dalla terra e a renderne eterna la memoria.

Ed ero, d’altro canto, preoccupata che un luogo così importante per le nostre radici nel passato e per la nostra Storia potesse essere privato del sostegno necessario a renderlo accessibile non solo agli studiosi, ma all’intera cittadinanza e al Paese, affinché tutti potessero essere partecipi di tanta bellezza.

La seconda volta che ho visitato gli scavi è stata in un’occasione ufficiale, nel settembre del 2022, quando il nostro ateneo e l’intera città di Tarquinia hanno organizzato la grande festa dei 40 anni dagli inizi degli scavi. In quell’occasione era già iniziato il sodalizio culturale con la professoressa Bagnasco e con le istituzioni locali e nazionali, che hanno permesso di rendere noti a tutti i risultati del progetto, e rinnovare l’interesse e l’entusiasmo per lo scavo.

In occasione di questa breve introduzione al volume di Notootto interamente dedicato al “Progetto Tarquinia”, ci tengo a sottolineare che, al di là del valore culturale e storico inestimabili, quello che affascina di più di questo scavo è la sua capacità di coinvolgere il visitatore, e la sua straordinaria potenza immaginativa. Forse perché, fin dagli inizi – anticipando di decenni le richieste dei Ministeri e della Commissione Europea sulle caratteristiche interdisciplinari che ogni ricerca archeologica deve avere – Maria Bonghi Jovino, la professoressa emerita del nostro ateneo che nel 1982 iniziò questa grande impresa, volle a fianco a sé, oltre agli archeologi, anche altri esperti che potessero aiutare a ricostruire non solo la struttura architettonica e urbanistica del sito, ma anche la vita di chi allora lo abitava, e quello che lì succedeva. Un approccio modernissimo e olistico, raccolto e sviluppato nella sua interezza con grande intelligenza e dedizione dall’attuale direttrice dello scavo, la professoressa Giovanna Bagnasco, che ha coinvolto nei lavori non solo studiosi delle scienze affini all’archeologia, ma anche geologi, botanici, zoologi, chimici, fisici, agronomi e – come dimostrato dall’ultima pubblicazione su SREP-Nature Bioarchaeology aids the cultural understanding of Six Characters in Search of their Agency (Tarquinia, ninth – seventh century BC, central Italy) –medici e genetisti. Un approccio che ha consentito di ricostruire con grandissimo dettaglio la provenienza delle genti che abitavano Tarquinia, le loro abitudini, gli scambi commerciali, il rapporto con gli animali, le tecniche agricole, la loro alimentazione e le malattie di cui soffrivano. Un esempio eccezionale di sinergia interdisciplinare, che ha permesso al Progetto Tarquinia di diventare un caso di riferimento a livello mondiale, e di ottenere la qualifica di Exemplary Interdisciplinary Research Project da parte di LERU, la League of European Research intensive Universities di cui la nostra università fa parte. Un esempio di come la ricostruzione di un luogo del passato possa ancora generare in noi grandi emozioni, ed empatia per i nostri Padri di allora.

Ecco perché, dopo averla finalmente conosciuta, Tarquinia rimane per me soprattutto un luogo di straordinaria magia evocativa, che avvicina l’Uomo di oggi alle sue radici, consentendogli di imparare dal passato e di capire meglio dove andare nel futuro.

Foreword to the NOTOOTTO volume dedicated to Tarquinia

University of Milan, Italy

DuringmyserviceasViceRectorofResearchandInnovationattheUniversityofMilan,IvisitedTarquiniatwice.

Thefirsttimeinunofficialform,Ivisitedthesiteandtherestorationlaboratory,accompaniedbyoneofouryoungenthusiasticPhDstudents,whomIwasabletocontactlastminutethankstotheinterventionofProfessorGiovannaBagnasco (whomIstilldidnotknowinperson).ThisishowIaccomplishedoneofthedreamsofmyacademiclife:tofinallyvisitthe mythical(andmystical)placethatIhad“defended”yearsbefore,when,asayoungelectedmemberoftheUniversityCommissionforScientificandTechnologicalResearch(CARSTT),Istronglyopposedthesuspensionofadoctoralscholarship fundedbyourUniversityforthe“TarquiniaProject”.Asascientist(notanarchaeologist),Iwasfascinatedbythefactthat Tarquiniahadalreadybeenanextraordinarytraininggroundforouryoungdoctoralcandidates,whohelpedextractitsmemoryfromthegroundandimmortalizeitwiththeirhandsandpassionforresearch.Ontheotherhand,Iwasconcerned thatsuchanimportantplaceforourpastandourhistorycouldbedeprivedofthenecessarysupporttomakeitaccessible notonlytoscholarsbuttotheentirecommunityandcountrysothateveryonecouldpartakeinsuchbeauty.

ThesecondtimeIvisitedtheexcavationswasonanofficialoccasion,inSeptember2022,whenourUniversityandtheentirecityofTarquiniaorganizedagreatfeastforthe40yearssincethebeginningoftheexcavations.Onthatoccasion,the culturalcollaborationofProfessorBagnascowithlocalandnationalinstitutionshadalreadybegun,whichallowedthedisseminationoftheresultsoftheprojectandrenewedtheinterestandenthusiasmfortheexcavation.

Fromthebeginningoftheexcavationsin1982 - anticipatingbydecadestherequestsoftheMinistriesandtheEuropean Commissionontheinterdisciplinarycharacteristicsthateveryarchaeologicalresearchmusthave - MariaBonghiJovino, theprofessoremeritaofourUniversity,wantedinadditiontoarchaeologists,otherexpertswhocouldhelptorebuildnot onlythearchitecturalandurbanstructureofthesitebutalsothelifeofthosewholivedthereatthetime.Amodernand holisticapproach,collectedanddevelopedinitsentiretywithgreatintelligenceanddedicationbythecurrentDirectorof theexcavation,ProfessorGiovannaBagnasco,whoincludedintheworknotonlyscholarsofthesciencescloselyrelated toarchaeology,butalsogeologists,botanists,zoologists,chemists,physicists,agronomistsand -asdemonstratedbythe latestpublicationonSREP-Nature“BioarchaeologyaidstheculturalunderstandingofSixCharactersinSearchoftheir Agency(Tarquinia,Ninth-seventhcenturyBC,centralItaly)”–forensicscientistsandgeneticists.

ThisapproachallowedustoreconstructingreatdetailtheoriginofthepeoplewholivedinTarquinia,theirhabits,trade, theirrelationshipwithanimals,agriculturaltechniques,nutritionandthediseasestheysufferedfrom.Anexceptionalexampleofinterdisciplinarysynergy,whichhasallowedProjectTarquiniatobecomeaglobalreferencecase,andtoobtainthe qualificationofExemplaryInterdisciplinaryResearchProjectbyLERU,theLeagueofEuropeanResearchIntensiveUniversitiesofwhichouruniversityispart.Anexampleofhowthereconstructionofaplaceofthepastcanstillgenerateinus greatemotionsandempathyforourFathersofthattime.

ThatiswhyTarquiniaremainsformeaboveallaplaceofextraordinaryevocativemagic,whichbringstoday’speoplecloser to our roots, allowing us to learn from the past and to better understand where to go in the future.

Maria

Tarquinia Project

Introduzione - Giovanna

Bagnasco Gianni

Nel 1982, con il "Progetto Tarquinia" dell’Università degli Studi di Milano, Maria Bonghi Jovino ha dato inizio a ricerche innovative che portarono nuova luce sulla storia della città e sull’intera civiltà degli Etruschi. La nostra gratitudine va al Comune e ai Cittadini di Tarquinia e alle autorità preposte ai suoi Beni culturali che si sono succedute nel tempo e ci hanno sempre sostenuto, alle Soprintendenti Archeologhe, alle Direttrici del Museo Archeologico Nazionale Tarquiniense, ai Presidenti dell’Università Agraria di Tarquinia e ora al Direttore del Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia, nonché alle Associazioni che hanno partecipato nel tempo alle varie nostre attività con partecipazione e entusiasmo. Il progetto, coordinato da chi scrive per l'insegnamento di Etruscologia dell'Ateneo (dal 2004), è noto a livello internazionale per il contributo apportato

alla conoscenza della civiltà etrusca su un arco temporale di oltre dieci secoli. Inserito nel 2014 fra i due "exemplary interdisciplinary research projects" dell'Università degli Studi di Milano (League of European Research Universities), costituisce esempio da seguire di sinergia fra scienze "soft" e "hard" e ha favorito accordi nazionali e internazionali nel campo dell'archeologia e della ricerca scientifica, ponendo Tarquinia al centro di un contesto internazionale.

Dalla natura interdisciplinare del progetto gemma il Centro di Ricerca Coordinata "Progetto Tarquinia", cui afferiscono sei Dipartimenti dell'Ateneo, il Politecnico di Milano e Università straniere. Si cimentano in un caso studio di particolare interesse per superare il passaggio dalla visibilità del dato materiale archeologico all'invisibilità della dimensione vitale, culturale e storica di una città antica.

I campi di indagine vanno dall’archeologia e la topografia storica all’antropologia fisica, alla chimica, alle scienze della terra, all’archeozoologia. Obiettivo comune è elaborare nuove strategie e mettere a punto siste-

mi innovativi per la ricerca, la didattica la diffusione dei risultati acquisiti, secondo la tradizione già consolidata dai componenti del Centro in direzione dell’edutainment.

Questi risultati sono particolarmente rilevanti nel quadro del masterplan del sito UNESCO (dal 2004) della necropoli delle tombe dipinte, “la città dei morti”, nel suo rapporto con la buffer zone rappresentata dalla “città dei vivi” sul Pianoro della Civita. Al fine di garantire la durata nel tempo del sito UNESCO nel suo insieme è in corso un accordo con il Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia per la riunificazione delle due zone. Con Science@Tarquinia, in collaborazione con l’Università di Cambridge, il Progetto comprende lo studio a ampio raggio sull'ecosistema dell'antica Tarquinia e ha già attratto studiosi a livello internazionale che applicanoanalisi isotopiche e del aDNA ai resti naturalistici, metodi di datazioni assolute e della geoarchaeologia. Tutto questo per incrementare le conoscenze su processi di formazione del sito, risorse ambientali, tecniche agricole, provenienza e dieta di uomini e animali, nonché cambiamenti climatici.

Uno degli obiettivi della ricerca informatica è la messa a punto di un sistema, ArchMatrix, per gestire la complessità di dati e risultati raccolti alla piccola, media e grande scala della ricerca, secondo la classica matrice logica della successione stratigrafica utilizzata dagli archeologi (Harris Matrix).

Il progetto include anche attività di valorizzazione e disseminazione dei risultati della ricerca a tutti i livelli, sia attraverso l'utilizzo di tecnologie multimediali, gemmate dal progetto europeo T.Arc.H.N.A. (2004-2007), sia attraverso attività di divulgazione e collaborazione con la comunità locale.

Gli studenti universitari, oltre che nella didattica scientifica e sul campo, sono coinvolti anche in attività conScavoal‘complessomonumentale’

UniversityofMilan,MariaBonghistartedinnovativeresearch,whichshednewlightonthehistoryofthe cityandontheentireEtruscancivilisation.WearegratefultotheMunicipality,theCitizensofTarquiniaand theauthoritiesinchargeofthecity’sculturalheritage fortheircontinuoussupport.Wearealsogratefultothe ArchaeologySuperintendents,theDirectorsoftheNationalArchaeologicalMuseumofTarquinia,thePresidentsoftheUniversitàAgrariadiTarquiniaandtheDirector of the Cerveteri and Tarquinia Archaeological Park,aswellastheculturalAssociationsthathavecontributedtoouractivitiesovertimewithpassionandenthusiasm.

The“TarquiniaProject”,coordinatedbytheauthor,is internationallyrenownedforitscontributiontotheknowledgeofEtruscancivilisation.Includedin2014among thetwo‘exemplaryinterdisciplinaryresearchprojects’ of the University of Milan (League of European ResearchUniversities),itisamodelofsynergybetween ‘soft’and‘hard’sciencesandhasfosterednationaland internationalcollaborations,focusingonTarquiniaas thecentreofaninternationalcontext.Theinterdisciplinarynatureoftheprojectencouragedthecreationof the Coordinated Research Centre (CRC) “Tarquinia Project”,inwhichsixDepartmentsoftheUniversityof Milan,thePolytechnicofMilan andforeignuniversities participate.

TheCRCinvestigationencompassesarchaeologyand historical topography, physical anthropology, chemistry,earthsciencesandzooarchaeologywiththeaim tostudythevitalculturalandhistoricaldimensionsof theancientcity.Thecommonobjectiveistocreatenew strategiesanddevelopinnovativesystemsforresear-

prende infine una summer school per la formazione sul campo di studenti provenienti da altre università, che

IllogodelProgettoTarquiniasullemagliette

dance with the tradition already established by “edutainment”.Theseresultsareparticularlyrelevant intheframeworkoftheUNESCOsite(listedsince2004) oftheNecropolisofthePaintedTombs,‘thecityofthe dead’,initsrelationshiptothebufferzonerepresented bythe‘cityoftheliving’ontheCivitaPlateau.Toensure thedurability ofthe UNESCOsiteasa whole,an agreementisunderwaywiththeParcoArcheologicoof CerveteriandTarquiniaforthereunificationofthetwo zones.

WithScience@Tarquinia,incollaborationwiththeUniversityofCambridge,theProjectfocusesontheecosystemoftheancientTarquinia,applyinggeoarchaeology,absolutedating,isotopicandaDNAanalysestoinvestigatesiteformationprocesses,environmentalresources,agriculturaltechniques,theoriginanddietof humansandanimals,andclimatechange.Oneofthe aimsofthe“TarquiniaProject”ITresearchisthedevelopmentofArchMatrix,asystemthatmanagescomplex dataandorganisessmall,mediumandlarge-scaleresearch results, following the logical matrix of stratigraphicsuccessionusedbyarchaeologists(HarrisMatrix).Theprojectalsopromotesthediffusionanddisseminationofresearchresults,throughtheuseofmultimedia technologies, including the European project T.Arc.H.N.A.(2004-2007),andlocalactivitiessuchas collaboration with thelocal community.Studentsare involvedinlessonsandfieldwork.Theyalsomediatein culturalactivities,whichhavetheirpeakduring“Civita Aperta”.Finally,theprojectincludesasummerschool forfieldtrainingdedicatedtostudents. TheprojecthaswelcomedstudentsfromforeignuniversitiesincludingtheUniversityofOxford.

Aree di Scavo e Ricerca

Le aree di scavo e ricerca che l’Ateneo svolge da quaranta anni sul Pianoro della Civita di Tarquinia, corrispondono al sito dell’antica città etrusca.

Gli scavi si sono concentrati in due siti principali: il ‘complesso monumentale’ e il santuario dell'Ara della Regina. I risultati delle ricerche sono stati pubblicati in volumi, supplementi, articoli, mostre e convegni. Obiettivo del progetto è contestualizzare le emergenze antiche nel quadro della città antica, talché dal 2012 la ricerca si è estesa all’intero pianoro della Civita per cogliere tutta la potenzialità scientifica derivante dalla contestualizzazione dei siti archeologici oggetto delle ricerche in corso e degli scavi del secolo scorso. Il lavoro ha portato nel 2018 alla realizzazione della Carta Archeologica della Civita di Tarquinia.

Gli scavi hanno rivelato l'antichità del ‘complesso monumentale’, all’origine della fondazione della città all’inizio del periodo Villanoviano (fine X secolo a.C.), e messo in luce pratiche di culto e memoriali della comunità antica.

La più remota fase di vita attinta risale alle origini dell’aggregazione del nucleo urbano (X sec. a.C.). In quest’epoca, una cavità naturale costituisce il fulcro di attività a carattere sacro-istituzionale, proprio perché manifeste nella città ricordata nelle fonti come centrale per la religione degli Etruschi.

Le scoperte indicano l’emergere, da una forza primigenia, il volto della più importante divinità femminile etrusca, Uni. Con l’età orientalizzante si assiste a una straordinaria fase struttiva, con la costruzione, accanto alla cavità, di un tempio altare dotato di murature “a pilastri” e di una pianta che mostrano evidenti influenze di orizzonte mediterraneo e in particolare vicino-orientale, dedicato alla divinità da un personaggio descrivibile come re-sacerdote a capo della comunità.

Dopo questa fase il ‘complesso monumentale’ assume connotazioni sempre più imponenti nel corso del VI sec. a.C., serbando comunque nel tempo la sua funzione di luogo di aggregazione e di memoria. Le ultime scoperte hanno rivelato un vero e proprio spaccato di storia al momento dell’incontro con l’espansione di Roma alla metà del II secolo a.C. Il santuario dell’Ara della Regina, per la sua imponenza poteva essere visto di lontano fin dal periodo arcaico, così come appare dalle ricostruzioni degli alzati e delle forme monumentali (2012).

Gli interventi sul campo hanno individuato da tempo quattro fasi principali di vita, ciascuna con caratteri propri.

La scelta architettonica nelle due fasi arcaiche (Tempio I e II) , risalenti al VI secolo a.C., coniuga la pianta dei contemporanei templi magnogreci e sicelioti con l’alto podio etrusco, disponendola su un alto basamento costruito per allargare il rilievo di terreno al quale il santuario si appoggia.

Al Tempio III, databile agli inizi del IV secolo, viene aggiunta una terrazza dalle proporzioni monumentali oggi visibile, che mantenne nel tempo la memoria di alcune strutture arcaiche diversamente orientate e una decorazione frontonale che comprende i famosi “Cavalli Alati".

Il Tempio IV corrisponde alla fase del III secolo a.C.quando l’edificio venne nuovamente ristrutturato.

4. Ara della Regina

Theareasexcavatedbythe“TarquiniaProject”foroverfortyyearsontheCivitaplateauxarelocatedon thesiteoftheancientEtruscancityofTarquinia.

Excavationsarefocussedontwomainsites:the‘monumentalcomplex’andtheAradellaReginasanctuary.The resultsoftheresearchhavebeenpublishedinvolumes,supplements,articles,exhibitionsandconferences. Theprojectaimstocontextualisearchaeologicalremainswithintheframeworkoftheancientcity.Forthisreason,since2012,theresearchhaswidenedtotheentireplateautoinvestigatetheterritorywherethearchaeologicalsitesareembedded,includingintheresearchallsitesexcavatedoverthelastcentury.Thisworkculminated in2018withtheproductionoftheArchaeologicalMapoftheCivitaofTarquinia.

Excavationsrevealedtheantiquityofthe‘monumentalcomplex’,unveilingtheoriginofthecity’sfoundationatthe beginningoftheVillanovanperiod(9th-8thcenturyB.C.),andshedlightoncultpracticesandmemorialsofthe ancientcommunity.Theearliestknownphasedatesbacktotheoriginsofthenucleationofthecommunity(10th centuryB.C.).Inthisperiod,anaturalcavitybecomesthefulcrumofsacred-institutionalactivitiesclaimedbythe writtensourcesthatrevealTarquiniaascentraltothereligionoftheEtruscans.Investigationsshedlightonthe evolutionofthemostimportantEtruscanfemaledivinity,Uni,fromaprimordialforcetoagoddess.Duringthe Orientalisingperiodanaltar-temple,dedicatedittothedeity,wasbuiltnexttothecavitybyapriest-king.Itspilasterwalls,influencedbyNearEasternfeatures,tookplaceintheOrientalisingperiod.Afterthisphase,the ‘monumentalcomplex’tookonamoreimposingappearanceduringthe6thcenturyB.C.,whilestillretainingits functionasaplaceofgatheringandremembrance.

ThelatestdiscoverieshaverevealedaglimpseofhistoryatthetimeofRome’sexpansioninthemid-2ndcentury B.C.

Research on the sanctuary of the Ara della Regina (2012)displayedthatthetemplewasvisiblefromafar sincetheArchaicperiod,becauseofitsheightandmonumentaloverfourmainphases.Thearchitecturalfeaturesinthetwoarchaicphases(TempleIandII),datingbacktothe6thcenturyB.C.,combinetheplanof thecontemporaryMagnaGraeciaandSiciliantemples withtheEtruscanhighpodium,placingitonatallbasementbuilttowidentheterrainonwhichthesanctuary rests.Amonumentallyproportionedterracewasadded toTempleIII,databletothebeginningofthe4thcenturyB.C.,andthisretainedsomedifferentlyorientatedarchaicstructuresand apedimentdecorationthatincludesthefamous‘WingedHorses’. TempleIVcorrespondstothephaseofthe3rdcenturyB.C.,whenthe buildingwasagainrenovated.

Topografia

Cartafinalemura,accessi,stradeedifici

Nei primi del Novecento il grande archeologo romano P. Romanelli apriva la grande stagione di ricerche che avrebbero portato in via definitiva a riconoscere nella collina della Civita l’eccezionale sede dell’antica metropoli di Tarquinia.

A distanza di più di settant’anni, le indagini dell’Università degli Studi di Milano mettevano in luce il fulcro attorno al quale si era aggregata la primigenia comunità tarquiniese al ‘complesso monumentale’ e iniziavano le operazioni di scavo che avrebbero permesso di rileggere le fasi arcaiche del maestoso tempio poliadico dell’Ara della Regina.

I risultati di questi quarantennali scavi, raccolti all’interno dei volumi della Collana Tarchna, permettono oggi di seguire i cambiamenti della cultura tarquiniese in rapporto a due contesti chiave che si sviluppano dal Bronzo Finale alla piena età Imperiale. Tuttavia, dal punto di vista urbanistico risultava oramai indispensabile programmare un’indagine che permettesse di studiare il pianoro in diacronia, tenendo conto di tutte le emergenze archeologiche che lo caratterizzano. In tal senso la comprensione delle fortificazioni etrusche, costantemente sospese tra simbolo e necessità pragmatica, è uno dei temi di grande complessità storica e archeologica che riguardano la città nel suo complesso e nel rapporto con il territorio. All’interno del CRC ‘Progetto Tarquinia’ è stato per questo avviato un piano di documentazione a tutto campo che ha portato alla realizzazione del primo rilievo LiDAR di una metropoli etrusca, attraverso il quale istituire una base dati il

In the early 20th century, the archaeologist Pietro Romanelli opened the great season of research that wouldleadtothedefinitiverecognitionoftheplateauofthe CivitaastheexceptionalsiteoftheancientmetropolisofTarquinia.Morethanseventyyearslater,theinvestigationsofthe UniversityofMilanbroughttolighttheveryfirstlocalearound whichtheearliestTarquiniancommunityhadgatheredatthe ‘monumentalcomplex’andbegantheexcavationthatwould allowthearchaicphasesofthemajesticpolyadictempleofthe AradellaReginatobereinterpreted.

Theresultsofthesefortyyearsofexcavations,published withintheCollanaTarchna,allowustofollowthechangesin Tarquinia’scultureinrelationtotwokeycontextsthatdevelopedfromtheFinalBronzeAgetotheheightoftheImperial Age.However,fromanurbanplanningpointofview,itwas crucialtoplanasurveythatwouldinvestigateallthearchaeologicalremainsfoundontheplateau.Inthissense,thestudyof theEtruscanfortifications,constantlycyclingbetweensymbol andnecessity,isoneofthemostcomplexhistoricalandarchaeologicalissuesaboutthecityasawholeanditsrelationship with the territory. For this reason, the CRC “Tarquinia Project” launched a comprehensive documentation project thatledtotheimplementationofthefirstLiDARsurveyofan Etruscan metropolis. The project included the creation of a database that enabled the effective investigation of every topographical feature, including research into the circuit of thewallsandthediscoveryofthefunerarymonumentofLe Morre(Tarchnasuppl.4).Atthesametime,thehistoryofre-

più possibile esaustiva, che permettesse di indagare efficacemente ogni aspetto topografico. In questo quadro rientra la ricerca sul circuito delle mura e la scoperta il monumento funerario delle Morre (Tarchna suppl. 4). È stata parallelamente affrontata la storia delle ricerche e degli interventi dal Rinascimento e tutte le informazioni che tali imprese ci hanno lasciato sono state commentate integralmente, arrivando ad approfondire gli argomenti legati all’ubicazione, al percorso e alle caratteristiche delle mura, recensite attraverso una specifica ricognizione (Marzullo 2018). L’insieme dei dati ha portato alla redazione di una nuova “Carta tematica delle mura, degli accessi e delle strade dell’antica Tarquinia”, attraverso la quale affrontare le questioni legate all’urbanistica della città. Si è arrivati così a trattare le fortificazioni in relazione alle fasi storiche dell’abitato, nel tentativo di riguadagnare la materialità dei rapporti che legavano gli edifici alla più grande scala. In questo modo si sono potuti seguire i passi della collettività nello stabilire i modi e i tempi di concretizzazione, definizione e sfruttamento della zona da destinare all’insediamento e dei suoi confini, profilando con maggiore distinzione la fisionomia della comunità che contribuì attivamente a configurare l’aspetto peculiare della città. Il lavoro ha posto le basi per la creazione della prima Carta Archeologica della Civita di Tarquinia che conta al momento più di 220 siti e permette di indagare scientificamente la stratificazione di segni e attività che oggi compone il palinsesto dell’antica metropoli.

searchandrenovation,includingtopicsrelatedtothelocation, routeandcharacteristicsofthewallssincetheRenaissance, wasaddressed,discussedandreviewedinfull(Tarchnasuppl. 8). Thedatasetallowedthedraftingofanew‘Thematicmapof thewalls,accesspointsandroadsofancientTarquinia’,which inturncouldaddressissuesrelatedtothecity’surbanplanning.Thefortificationswerereadinrelationtothehistorical phases ofthe settlement,contextualising the buildings ona largerscale.Inthisway,itwaspossibletoestablishthekey momentsofdefinitionandexploitationofthesettlementarea anditsboundaries,outlyingthephysiognomyofthecommunitythatactivelyshapedthecity’sappearance.Theworklaid thefoundationsforthefirstArchaeologicalMapoftheCivitadi Tarquinia, which currently shows more than 220 sites. This makesitpossibletoinvestigatethestratificationofactivities thattodaymakeupthelandscapeoftheancientmetropolis.

Tombe Dipinte

Il Progetto Tombe Dipinte da più di dieci anni si occupa di indagare questi straordinari monumenti all’interno nel connaturato clima interdisciplinare del CRC ‘Progetto Tarquinia’.

Nel corso del tempo ha portato all’edizione del volume Grotte Cornetane (2016), che raccoglie informazioni archeologiche, bibliografiche, storico-archivistiche, grafiche e fotografiche per i circa 500 ipogei identificati dalla ricerca.

Sono state sviluppate specifiche applicazioni multimediali e in realtà aumentata per fruire al meglio degli ipogei attualmente conservati e di quelli non più accessibili.

Dal punto di vista dell’architettura vengono elaborate categorie specifiche che tengono conto di ciascuna peculiarità, gemmando in maniera diretta dai dati raccolti sistematicamente.

Mentre infatti le camere di altre metropoli fin dal principio riproducono con dovizia di particolari gli elaborati interni di abitazioni e dimore aristocratiche, a Tarquinia questo rapporto non risulterà mai così esplicito. Per quanto riguarda la pittura, le tombe sono state analizzate anche se presentavano solamente una semplicissima decorazione lineare o geometrica, giungendo a riconsiderare il delicato rapporto tra pittura e partizioni architettoniche che la contengono.

Tomba della Fustigazione
Tomba degli Scudi
Tombs at Etruscans at EXPO

La ricerca, con il volume Spazi Sepolti e Dimensioni Dipinte (2017), si è potuta così concentrare sulla città di Tarquinia, indagando le ragioni, gli scopi, la valenza sociale e il ruolo dei monumenti nel centro che più di ogni altro si distinse per il fenomeno della pittura parietale.Tali istanze portano inevitabilmente a interrogarsi sulle ragioni da cui ebbero origine il concetto di ipogeo dipinto, la sua forma e le sue caratteristiche, fattori che vengono individuati tra elementi di tradizione locale e contatti mediterranei. Segue il tentativo di tematizzare contenuti ed effetti del messaggio visivo trasmesso mediante gli elementi che costituiscono le tombe tarquiniesi. Gli aspetti architettonici sembrano suggerire una precisa volontà di organizzarle secondo specifici e duraturi principi riconoscibili sin dagli albori. Il primo è la traiettoria orizzontale secondo cui si immaginava pro-

cedesse il defunto, passando dalla vita, al definitivo raggiungimento dell’Aldilà identificato dalla parete di fondo, dove trovano posto temi come la porta dell’Ade o l’eterno banchetto.Il secondo principio è la traiettoria verticale che permette di considerare il monumento come tramite per raggiungere il superno. Anche in questo caso le pitture mostrano in basso sempre temi del mondo ctonio-infero, come le onde del mare; al centro scene di vita sensibile e in alto i confini del mondo conosciuto, come pantere e leoni, o il banchetto dell’Aldilà. Queste attestazioni esprimono i principi costitutivi del sacro secondo la religione etrusca. Le tombe appaiono dunque come un luogo consacrato dove il mondo sotterraneo, terreste e celeste entravano in comunicazione, per offrire alle anime dei defunti un sereno passaggio verso l’Aldilà.

Tombs&GoogleGlass

ingtheseextraordinarymonumentsformorethan tenyearswithintheCRC“TarquiniaProject”.Thevolume Grotte Cornetane (2016) collects archaeological, bibliographic, historical-archival, graphic and photographicinformationabouttheapproximately500paintedtombsidentifiedbytheresearch.Specificmultimedia and augmented reality applications have been developedtovirtuallyaccessthecurrentlypreservedhypogeaandthosethatarenolongeraccessible.Froman architecturalperspective,specificcategoriesthattake into account all elements, derived from the collected data,wereprocessed.Indeed,whereasthetombchambers of other metropolises reproduce the interiors of aristocraticdwellingsandresidencesingreatdetail,in Tarquiniathis relationship isnever explicit.As far as paintingisconcerned,allthetombswereanalysed,includingthosewithsimplelinearorgeometricdecorations, leading to a reconsideration of the relationship betweenpaintingsandtheirarchitecturalcontext.Inthe bookSpaziSepoltieDimensioniDipinte(2017),theresearchfocusedonthecityofTarquinia,investigating thereasons,purposes,socialsignificanceandroleof monumentsinthecentrethat,morethananyother,is renownedforitsdepictedtombs.

Theprojectinvestigatedtheoriginofthepaintedhypogeumconcept,itsformsandcharacteristics,exploring theevolutionoflocaltraditionandMediterraneaninfluences.Inaddition,theprojectexploredthecontentsand effectsofthevisualmessageconveyedthroughtheelementsthatconstitutethetombs.Thearchitecturalfeaturessuggestaspecificdesignoftombsincetheearliesttimesfollowingtwoprinciples:thefirstisthehorizontaltrajectorytowardswhichthedeceasedwasimaginedtoproceed,passingfromlifetotheafterlife,identifiedbythebackwall,characterizedbythemessuchas thegateofHadesortheeternalbanquet.Thesecond principleistheverticaltrajectorythatmarksthetomb asameanstoreachtheafterlife.Indeed,thepaintings showtherepresentationsofthechthonicinfernalworld atthebottom;scenesoflifeinthecentre;andfinallythe boundariesoftheknownworldwererepresentedatthe top, embodiedby panthers and lions or afterlifebanquets.

ThesedataexpresstheessentialprinciplesofthesacredaccordingtotheEtruscanreligion.Thetombsthus appearasasacredspacewheretheunderground,terrestrialandheavenlyworldsenteredintocommunication,offeringaserenepassagetotheafterlifeforthe soulofthedeceased.

Tomba dei Giocolieri sferica
TombadelLettoFunebresferica

Rilievo e documentazione

Nell’ambito del CRC “Progetto Tarquinia”, la collaborazione tra il Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano e il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano è iniziata nel 2009 con il comune obbiettivo di approfondire le analisi e gli studi sull’antica Tarquinia da un punto di vista interdisciplinare grazie al lavoro congiunto di archeologi e architetti.

Elaborazione del rilievo LiDAR del Pianoro della Civita, visualizzazione senza vegetazione

I campi di applicazione e ricerca sono stati molteplici, tuttavia l’ambito territoriale ha sin da subito mostrato forti potenzialità consentendo di indagare il Pianoro della Civita a tutto tondo. Risale infatti al 2010 il volo con tecnologia LiDAR che ha portato Tarquinia fra le prime metropoli antiche ad essere rilevata con questa metodologia restituendo una mappatura complessiva delle emergenze archeologiche e delle componenti paesaggistiche che caratterizzano l’intera area della città. Tale sperimentazione ha consentito di superare i limiti oggettivi costituiti dalla presenza di vegetazione permettendo la creazione di una base conoscitiva importante, utilizzata per lo studio urbanistico e per la redazione della Carta Archeologica della Civita di Tarquinia.

Vista prospettica della nuvola di punti fotogrammetrica di uno dei settori di scavo al ‘complesso monumentale’

Dal punto di vista architettonico e ad integrazione della versione digitale della Carta Archeologica in ambiente GIS, sono state avviate tesi e studi specifici sugli aspetti paesistici e normativi attraverso l’analisi di dati e materiali moderni utili alla gestione, tutela e valorizzazione del territorio. Tali approfondimenti hanno permesso di estendere le prospettive della ricerca integrando le informazioni storico-archeologiche con quanto emerge dalla riconsiderazione delle prospezioni geofisiche, dall’analisi territoriale delle cartografie moderne e dei piani vincolistici presenti e passati.

Vista frontale del modello tridimensionale della struttura ipogea del ‘complesso monumentale’

Dettaglio del rilievo LiDAR, in evidenza il santuario dell’Ara della Regina

Immagine panoramica delle struttura ipogea del ‘complesso monumentale’

Parallelamente alle indagini territoriali, le attività indirizzate alla definizione di un protocollo di documentazione, studio e conservazione delle emergenze archeologiche ha trovato nel ‘complesso monumentale’ un terreno particolarmente fertile per la ricerca scientifica in quanto caratterizzato da geometrie, materiali e tecniche costruttive eterogenee e non comuni. La combinazione di rilievi topografici tradizionali e tridimensionali attraverso l’utilizzo di laser scanner e sistemi di image based modelling da terra o da UAV, ha permesso di ottenere una notevole mole di informazioni da interpreta-

re in base alle necessità. Questi metodi di indagine si inseriscono all’interno delle azioni conoscitive per la comprensione del comportamento e dell’evoluzione delle strutture archeologiche, risultando di fondamentale importanza anche per la stesura delle procedure di intervento. Negli anni è stato infatti possibile sperimentare differenti tecniche di restauro e manutenzione dando vita a delle vere e proprie linee guida con il fine di preservare e, allo stesso tempo, valorizzare le caratteristiche peculiari delle strutture e delle aree archeologiche.

nicodiMilano,beganin2009withthecommonobjectiveofdeepeningtheanalysisandstudiesonancient Tarquinia from an interdisciplinary point of view throughtothejointworkofarchaeologistsandarchitects. There were many fields of application and research:theterritoryimmediatelyshowedstrongpotential,allowingforanall-aroundinvestigationofthePianorodellaCivita.Tarquiniawasoneofthefirstancient metropolisessurveyedwiththeLiDAR(2010),achieving an over-all mapping of the archaeological structuresandlandscapeoftheentirecityarea.Thisexperimentationhasmadeitpossibletoovercomethedifficultiesoflandcover,allowingthecreationofasignificant knowledgebaseusedforthestudyoftheurbansettlementandthepreparationoftheCivitadiTarquiniaArchaeologicalMap.

ToaidarchitecturalunderstandingandtocreateaGIS environment, specific theses and studies have been launchedonlandscapeandheritagethroughtheanalysisofmoderndataandmaterialshelpfulinmanaging, protectingandenhancingtheterritory.Theseinsights havemadeitpossibletoextendtheperspectivesofthe

archaeological

tionofthegeophysicalsurveysandfromtheterritorial analysisofthemoderncartography.Thisintheservice of the present and past legal protection controls. In parallelwiththeterritorialinvestigations,theactivities aimedatdefiningaprotocolofdocumentation,study and conservation of the archaeological structures of the‘complessomonumentale’.Thiswasaparticularly fertilegroundforscientificresearchsinceitcontained adiversityofshapes,materialsandconstructiontechniques.

The combination of traditional and three-dimensional topographicsurveysthroughlaserscannersandimage -based modelling systems from the ground or UAVs permittedthegatheringofconsiderableinformationfor interpretation.

These investigation methods are of fundamental importancefordraftinginterventionproceduresandfor understandingthebehaviourandevolutionofthearchaeological structures. Over the years, it has been possible to experiment with different restoration and maintenance techniques, giving life to proper guidelinestopreserveand,atthesametime,enhancethe peculiarcharacteristicsofthestructuresandarchaeologicalareas.

La ricerca informatica rappresenta un sostegno indispensabile per gestire l’articolazione del “Progetto Tarquinia” nella tipica complessità della mappa mentale dell’archeologo, dalle sottili e infinite implicazioni della documentazione che raccoglie, e nelle esigenze della trasmissione della conoscenza a vari livelli.

Il sistema di gestione dei dati archeologici ArchMatrix. Dal 1998 la collaborazione con il Dipartimento di Informatica ha visto realizzato un primo database volto a mettere in relazione fra loro i dati relativi a unità stratigrafiche e reperti mobili secondo la prassi corrente in Archeologia.

Grazie al lavoro interdisciplinare che qui si presenta, è in divenire un nuovo e più articolato sistema di gestione dei dati (ArchMatrix figura 1, 2 e 3) per integrare i risultati dei diversi studi nella classica matrice logica della successione stratigrafica correntemente utilizzata dagli archeologi (Harris Matrix).

Il sistema di gestione dei dati epigrafici IESP (International Etruscan Sigla Project) per i sigla etruschi

mente rappresentati nella città antica (circa 400 esemplari), tema questo all’attenzione della critica a partire dagli scavi di Marzabotto.

Il progetto congiunto fra l’Ateneo e Florida State University (Aristonothos 16, 2020) costituisce il primo tentativo di studiare sistematicamente e su tutta la Penisola il fenomeno dei sigla etruschi e della loro contestualizzazione nell’ambito dei siti archeologici, particolar-

3: Studio multidimensionale e multimediale della stratigrafia

Divulgazione della conoscenza

A partire dal 2004, nell’ambito del programma europeo Cultura 2000, è stato sviluppato il progetto T.Arc.H.N.A. (Towards Archaeological Heritage New Accessibility), finalizzato alla realizzazione di un prototipo di un museo virtuale bilingue capace di integrare il patrimonio etrusco diffuso in diverse strutture museali europee (Figura 4).

Mediante un’innovativa strategia di integrazione semantica (Figura 5), il sistema è in grado di offrire uno strumento finalizzato alla diffusione dei risultati della ricerca scientifica presso il grande pubblico. Il prototipo realizzato è stato poi ingegnerizzato grazie a un finanziamento della Fondazione Cariciv e reso disponibile online

Da giugno a ottobre 2015, parallelamente all’Esposizione Universale (EXPO 2015) è stata realizzata una “camera delle meraviglie” ipertecnologica, situata nella sede della Statale e incentrata sulla ricerca svolta a Tarquinia: Etruscans@EXPO (Figure 6 e 7). Riprodotta a grandezza naturale, la Tomba del Letto Funebre di Tarquinia ha permesso al visitatore di vestire i panni di un esploratore di altri tempi e ha fatto da portale per un viaggio concettuale tra storia e attualità attraverso l'affascinante mondo degli Etruschi, con l'ausilio di installazioni multimediali, realtà aumentata e sistemi olografici tridimensionali.

Da qui è gemmata una vetrina tutt’ora disponibile online che offre i contenuti della ricerca in campo etruscologico a cura di studiosi italiani e stranieri, mettendo in comunicazione generazioni, persone e popoli differenti.

4:PatrimoniomusealeintegratonelsistemaTarchna

HomepagedelsistemadinavigazionemultimedialiEtruscans@EXPO2015

IT research is an essential support to the “Tarquinia Project” that requires complex and flexible management of the various types of remains anddocumentationproducedbyarchaeologists.

The ArchMatrix archaeological data management system

Since1998,thejointeffortsofthe“TarquiniaProject” andtheDepartmentofInformaticsresultedinthecreationofadatabasecapableofcorrelatingstratigraphic unitdataandarchaeologicalremains.Thelong-lasting collaboration and the interdisciplinary nature of the “TarquiniaProject”requiredanewandmorestructureddatamanagementsystem(ArchMatrix)thatisnow underdevelopment.Thenewsystemwillintegratethe resultsofthevariousstudies into the classic logical matrix of stratigraphic succession currently used by archaeologists(HarrisMatrix).

The IESP (International Etruscan Sigla Project) EpigraphicDataManagementSystemforEtruscanSigla Thecollaborationbetweenthe“TarquiniaProject”and theFloridaStateUniversity(Aristonothos16,2020)is thefirstattempttostudyandEtruscansigla,whichare particularlyabundantintheancientcity(around400 examples).

DisseminationofKnowledge

5:StrategiadiintegrazionesemanticaallabasedelsistemaTarchna

RicostruzionerealedellaTombadelLettoFunebrediTarquiniainseritanell’installazionemultimedialesituatapressoLa StatalediMilanodurantel’Expo2015efruibilemediantestrumentidirealtàaumentataesistemiolograficitridimensionali

The T.Arc.H.N.A. project (Towards Archaeological Heritage New Accessibility) was developed (since 2004)intheframeworkoftheEuropeanCulture2000 programme.ItisaprototypeofabilingualvirtualmuseumintegratingEtruscanheritagespreadoverseveralEuropeanmuseums.

Usinganinnovativesemanticintegrationstrategy,the systemisatoolforthedisseminationofscientificresearchresultstothegeneralpublic.Theprototypewas then engineered with funding from the Fondazione Caricivandmadeavailableonline.

FromJunetoOctober2015,intandemwiththeUniversal Exhibition (EXPO 2015), a hypertechnological “wonder-room”wasinstalledintheUniversityofMilan’s mainbuilding.Itfocusedontheresearchcarriedoutat Tarquinia:Etruscans@EXPO.

Alife-sizedreplicaoftheTomboftheFuneralBedof Tarquinia,allowedvisitorstoexperiencetheastonishmentofanexplorerfromanothereraconnectinghistoryandtoday’slife.ThishappensthroughthefascinatingworldoftheEtruscans,withtheaidofmultimedia installations,augmentedrealityandthree-dimensional holographicsystems.Thisinstallationisstillavailable online:contentsaboutEtruscologycreatedbyItalian and foreign scholars offer the possibility to connect differentgenerations,peopleandpopulations.

Scienze della Terra: Tarquinia sotto la lente

Nella prospettiva del “progetto Tarquinia”, i protocolli di indagine tipici delle Scienze della Terra (dalla mesoscala alla microscala) possono dare un grande contributo, perché costituiscono l’ossatura metodologica portante di due discipline, un tempo sussidiarie all’Archeologia, ma ora riconosciute ed affermate come indipendenti: la Geoarcheologia e l’Archeometria. La prima si occupa dello studio dei contesti archeologici, dalla scala di paesaggio fino al singolo livello di sedimenti che costituiscono la stratigrafia archeologica, e permette di ricostruire il clima e l’ambiente di quando un sito era abitato, identificando i processi che hanno permesso la sua conservazione fino ad oggi. La seconda, invece, studia i materiali archeologici applicando molteplici tecniche diagnostiche, che permettono di capire la provenienza di un manufatto, la sua composizione chimico-mineralogica, il suo processo produttivo e, in ultima analisi, fornisce informazioni sullo stato di conservazione dei beni archeologici.

Sotto la “lente di ingrandimento” immaginaria dell’Archeometria e della Geoarcheologia, combinate, è stato posto il sito di Tarquinia, oggetto di indagini mediante osservazione da remoto del territorio e di studio dei materiali antichi mediante approccio strumentale multimetodologico (basato sull’utilizzo della microscopia ottica ed elettronica, delle spettroscopie vibrazionale e delle tecniche di indagine chimico-mineralogiche mediante l’utilizzo di raggi X).

Con la “lente” del geoarcheologo si è iniziato a capire come il paesaggio sia stato sfruttato dagli Etruschi al meglio, per evitare pericolosità e metterne a frutto le risorse. A diversa scala di osservazione, si sono studiati i sedimenti che ne costituiscono la stratigrafia archeologica, come nel caso degli altari di cenere, una delle meglio conservate evidenze di ritualità delle aree sacre della Civita. In questo caso, è possibile descrivere come pratiche reiterate di combustione nella medesima posizione abbiano costruito un caratteristico succedersi di livelli neri, rossi e bianchi. Questi ultimi corrispondono a fasi di accensione di fuochi probabilmente alimentati da ramaglie sottili (livelli scuri), che hanno arrossato il terreno argilloso sottostante a causa del calore (livelli rossi), e sono poi stati coperti da battuti di terreno (bianco) per ripristinare la superficie e ripetere, nell’occasione stabilita, la combustione.

L’abbondanza di reperti ceramici del sito di Tarquinia ha aperto un ampio campo di indagini archeometriche, fornendo preziose informazioni sulla natura mineralogica delle materie prime e dei processi di cottura.

Alla luce delle nuove disponibilità strumentali, restituisce scenari sempre più dettagliati sulle nozioni tecniche e sugli scambi con altre civiltà del tempo nel Mediterraneo antico.

Theperspectiveofthe“TarquiniaProject”makes itpossibletobroadenresearchperspectivesby includinganapproachbasedonsciences,whosemethodsinotherarchaeologicalprojectsarehardlyconsidered.OnthisveinthemethodologicalprotocolstypicaloftheEarthSciences(fromthemidtothemicroscale)guaranteeaneffectivecontribution,becausethey constitutethemethodologicalbackboneoftwodisciplines,onceconsideredassubsidiarytoArchaeology,but nowrecognizedandaffirmedasindependent:GeoarchaeologyandArchaeometry.Thefirstonedealswith thestudyofarchaeologicalcontexts,fromthelandscapescaledowntothesinglelayerofsedimentsthatconstitutethearchaeologicalstratigraphyandcontribute to the reconstruction of the climate and the environmentatthetimewhenasitewasinhabited.Moreover, Geoarchaeology also allow to identify the processes controllingtheformationandpreservationofarchaeologicalsites.

The second discipline (Archaeometry), on the other hand,studiesarchaeologicalmaterialsbyapplyingmul-

tiplediagnostictechniques,whichallowustounderstand the origin of an artefact, its chemicalmineralogicalcomposition,itsproductionprocessand, ultimately,providesinformationonthestateofconservation of archaeological heritage.Archaeometry and Geoarchaeologyhaveincommonthefactthattheyprovideanimaginary“magnifyingglass”withwhichtolook inextremedetailatanarchaeologicalcontextandthe materialsthatitcontains.Tarquiniahasbeenthesubjectofinvestigationsinthisdirection,madeupofapplicationsofremoteobservationoftheterritory,andof the study of ancient materials using a multimethodological instrumental approach (based on the use of optical and electron microscopy, vibrational spectroscopies and chemical-mineralogical investigationtechniquesthroughtheuseofX-rays).

Withthe“lens”ofthegeoarchaeologist,itispossibleto tracethecharacteristicsoftheterritoryoftheCivitadi Tarquinia,tounderstandhowthelandscapewasexploitedtothefullbyEtruscans,toavoidnaturalhazards anduseasmuchaspossiblenaturalresources.Atdif-

UnodeglialtaridicenerepressolaCivita diTarquiniadalqualeèstataricavatauna sezionesottileosservabilealmicroscopio e che mostra la presenza di numerosi frammenti di carbone all’interno di un suoloarrossatopercombustione

ferent observation scales, the geoarchaeologist can study the sediments constituting the archaeological stratigraphy,asinthecaseoftheashaltars,oneofthe best-preservedevidenceofritualityinthesacredareas oftheCivita.Inthiscase,itispossibletodescribehow repeatedpracticesofburninginthesamepositionhave builtupacharacteristicsuccessionofblack,red,and whitelevelsoftheycorrespondtophasesofignitionof firesprobablyfedbythintwigs(darklevels),whichreddened the underlying clayey ground due to the heat (red levels) and were then covered by beaten soil (white)torestorethesurfaceandrepeattheoperation ofcombustion.Thisprobablyhappenedduringestablishedoccasions.

TheabundanceofceramicfindsattheTarquiniasite has opened a wide field of archaeometric investigations,providingvaluableinformationonthemineralogicalnatureofrawmaterialsandpreparationprocesses. Inthelightofthenewinstruments,itwillbepossibleto assessthetechniquesadoptedinmoredetailandhighlightexchangeswithothercivilizationsofthetime.

Analisi archeometriche per le ceramiche di Tarquinia

LepercentualideglielementichimiciprincipalinelleceramichedepuratediproduzionetarquiniesesinoalVIsecolo:le ceramichepiùrecentiedalladecorazionepiùraffinate,come leetrusco-corinzieoquelleaverniceneraarcaica,hannouna composizionebendefinita,racchiusaentroellissidipiccole dimensioni,dimostrandoilgradodiperiziatecnicaraggiunto

Risale al 1998 l’inizio della collaborazione tra la Cattedra di Etruscologia e l’allora Dipartimento di Chimica Inorganica, Metallorganica e Analitica del nostro Ateneo, ispirata dall’approccio illuminato e multidisciplinare alle indagini scientifiche condiviso dai due protagonisti di questa collaborazione, la prof.ssa Maria Bonghi Jovino e il prof. Franco Cariati. A distanza di un quarto di secolo, il coinvolgimento del mio laboratorio nel CRC Progetto Tarquinia, voluto dalla prof.ssa Giovanna Bagnasco Gianni, prosegue ancora tale scambio, nella linea dell’acquisizione di dati e di spunti di ricerca sempre nuovi, intesi ad accrescere la conoscenza dei materiali ceramici dallo scavo dell’abitato di Tarquinia. Delineando un caso emblematico di studio archeometrico, di tale classe di materiali si sono indagati i molteplici aspetti sui quali l’analisi chimica può gettare luce, a cominciare dalla provenienza di essi e dunque dalla possibilità di definire una produzione ceramica sicuramente locale e rilevante in ambito etrusco. L’analisi composizionale di centinaia di frammenti appartenenti a sottoclassi ceramiche differenti, ma in particolare a quelle delle ceramiche cosiddette fini o “depurate”, ha infatti permesso di individuare le caratteristiche della produzione tarquiniese.

La definizione della tecnologia di cottura dei materiali ceramici è altrettanto significativa per il significato che essa riveste dal punto di vista delle competenze possedute da artigiani ed artisti. Accanto all’analisi mineralogica tradizionalmente utilizzata per definire la temperatura di cottura delle ceramiche, nell’ambito del nostro studio è stato anche sviluppato un metodo innovativo basato sulla spettroscopia nel vicino infrarosso. Si è inoltre esaminata la decorazione superficiale delle ceramiche al fine di riconoscere le fasi responsabili del colore, incontrando le diverse declinazioni della tipica

cromia basata sul nero oltre che sul rosso, che in ambito tarquiniese spazia dalla realizzazione dei rivestimenti cosiddetti “a vernice nera”, a base di ossido di ferro ridotto, per il vasellame più fine, sino all’utilizzo del nero di manganese per le terrecotte architettoniche. D’obbligo in ambito etrusco è stato poi lo studio del bucchero, in gran parte prodotto localmente, a dimostrare la pari rilevanza di Tarquinia anche dal punto di vista di tale produzione rispetto ad altre città etrusche. Per classi diverse di recipienti ceramici, dalle anfore ai vasi in ceramica depurata di possibile uso votivo, si sta inoltre conducendo l’analisi delle sostanze organiche in tracce, possibili “marker” del loro contenuto originale. Infine, la prossima frontiera a cui vorremmo portare il prosieguo di questi due decenni di studi è l’acquisizione non invasiva dei dati di composizione sui corpi ceramici, mediante moderna strumentazione portatile che impiega radiazione elettromagnetica, così da poter indagare esempi di vasellame integro negli ambiti museali in cui esso viene conservato.

pioelettronicoascansionediunasezionetrasversaleottenuta

Unesempiodianalisichimicanoninvasiva:lostudiomediantespettroscopiaRamandeipigmentinelladecorazionedipintadi uncinerariofittilediprovenienzachiusina

A total of 19 inhumations were found in the “sacredarea”oftheTarquiniasite.Sixwerethe subjectofaspecificpathologicalandtraumaticanalysis at the Laboratory of Forensic Anthropology and OdontologyoftheUniversityofMilan.Thisanthropological analysis allows us to reconstruct their general identityandlifehistory,inordertowhothesepeople wereandhowtheylivedinTarquiniaatthattime.Violence,inparticular,isasubjectofconsiderableinterest asitcaninformoncausesofdeathandsocialdynamics inpastpopulations.Itmayappearinitsdirectform,as physicalcorporealinjuries,orindirectly,intheinjustice and exploitation perpetrated when providing unequal opportunitiesforeducationandresourcesanddisparitiesinpowerleadingtounequallifechances.Bothof thesemanifestationsofviolencecanbeseenonskeletalremainsandhelpusreconstructpastwaysoflife andlivingconditions.

Inthecurrentsample,twoweremalesandfourwere femaleswithages-at-deathrangingfromyoungadultto elderly.

Notably,halfoftheindividualsshowedsignsofphysiologicalstressduringgrowthand83%presentedsigns ofmechanicalstressontheirskeletons.Theseosseous markersareindicatorsthattheseindividualssuffered fromdifficultlivingconditionsduringgrowth,ranging

frommalnutritiontochildhoodinfections,andpractised prolongedandstrenuousphysicalactivities,potentially related to daily occupations. Another interesting findingisthatallofthewomenatthesiteofTarquiniapresentedsignsofmechanicalstress.

Thisisasurprisingresult,especiallygiventhatthewomenwererelativelyyoung(75%under55years),and dissimilarfromothersitesinantiquity,whichmayindicatethatthefemalesofTarquiniaweremorephysically involvedineverydaylifethantheircontemporaries.Moreover, all six individuals showed traumatic injuries. Again,thisresultisunexpectedwhencomparedwith othersitesfromAntiquity.Halfhadtraumaticlesions compatiblewithanaccidentalevent(e.g.,fallorfrom occupationalactivities);whereastheotherhalfshowed traumaticpatternsindicativeofinterpersonalviolence: twofromdefensiveactions(“parry”lesions)andone withmultipleinjuriesandrecidivismonareasofthefaceandneckconsistentwithforensicliteraturecasesof victimsofassault.

Theseresultsdemonstratethestrengthsofmultidisciplinarystudiesforreconstructingthepast.Moreover, theapplicationoftheFAITH(FightingAgainstInjustice ThroughHumanities)frameworktothe“Tarquiniaproject”willallowtheopeningofnewdialoguesbetween thevarioustypesofmaterialcultureavailable.

Antropologia

Nell'"area sacra" del sito di Tarquinia sono state rinvenute in totale 19 inumazioni.

Sei di queste sono state oggetto di una dettagliata analisi patologica e traumatica presso il Laboratorio di Antropologia Forense e Odontologia dell'Università di Milano. L’indagine consente di ricostruire l’identità generale e i trascorsi di questi individui, permettendoci di comprenderne il ruolo e la quotidianità nella Tarquinia dell’epoca.

stati riscontrati segni di stress fisiologico risalenti alla crescita e sull'83% marcatori scheletrici ascrivibili a stress meccanico. Queste tracce osteologiche attestano la crescita in condizioni ambientali avverse, comprendenti malnutrizione, infezioni infantili e mansioni corporali prolungate e faticose, potenzialmente legate alle occupazioni quotidiane. Un altro dato degno di nota del sito è la presenza di segni riconducibili a stress

Rappresentazioneschematicaefotograficadelcraniodell'individuon°10,che mostralefrattureantemortemeperimortem,indicantiunamorteviolenta,e ricostruzionefacciale

Fra le tematiche esplorate, la violenza ricopre un ruolo di notevole rilevanza, consentendo di comprendere meglio le cause di morte e le dinamiche sociali delle popolazioni del passato. Essa può presentarsi in forma diretta, per presenza di lesioni corporee, o indiretta, attraverso l’ingiustizia e lo sfruttamento perpetrati a seguito di differenziali condizioni di istruzione e disponibilità di risorse, nonché disparità di potere che portano a diseguali opportunità di vita. Entrambe le forme possono essere rilevate sui resti scheletrici e la loro presenza ci è d’aiuto nella ricostruzione delle abitudini e delle condizioni di vita del passato. A seguito delle analisi sono stati identificati due individui di sesso maschile e quattro di sesso femminile, con stime di età alla morte spazianti dal giovane adulto all'anziano. Nel dettaglio, su metà degli individui sono

Il risultato si discosta dai corrispettivi di altri siti antichi ed è sorprendente, soprattutto se si considera la giovane età di queste donne (75% sotto i 55 anni), e potrebbe indicare una quotidianità a maggiore impatto fisico per le donne di Tarquinia rispetto ad altri contesti coevi.

Tutti e sei gli individui sono interessati da lesioni di origine traumatica. Come il caso precedente, anche questo risultato è inaspettato se confrontato con altri siti dell'antichità: metà degli individui presentano lesioni traumatiche compatibili con eventi accidentali (ad esempio, una caduta o un'attività lavorativa); l'altra metà riportano invece una distribuzione dei traumi indicativa di violenza interpersonale: due casi di tentativi di difesa (lesioni da "parata") e uno di lesioni multiple e recidive su aree del viso e del collo, coerenti

con i casi di letteratura forense di vittime di aggressioni. Questi risultati dimostrano le potenzialità dell’approccio multidisciplinare per la ricostruzione del passato. Perdipiù, l’applicazione del modello di lavoro

FAITH (Fighting Against Injustice Through Humanities) al progetto Tarquinia permetterà di aprire la strada a nuovi dialoghi tra le diverse testimonianze della cultura materiale.

Sepoltura

A total of 19 inhumations were found in the “sacredarea”oftheTarquiniasite.Sixwerethe subjectofaspecificpathologicalandtraumaticanalysis at the Laboratory of Forensic Anthropology and OdontologyoftheUniversityofMilan.

Thisanthropologicalanalysisallowsustoreconstruct theirgeneralidentityandlifehistory,inordertounderstandbetterwhothesepeoplewereand howtheylived inTarquiniaatthattime.

Violence, in particular, is a subject of considerable interestasitcaninformoncausesofdeathandsocial dynamicsinpastpopulations.Itmayappearinitsdirect form,asphysicalcorporealinjuries,orindirectly,inthe injusticeandexploitationperpetratedwhenproviding unequalopportunitiesforeducationandresourcesand disparities in power leading to unequal life chances. Bothofthesemanifestationsofviolencecanbeseenon skeletalremainsandhelpusreconstructpastwaysof lifeandlivingconditions.

Inthecurrentsample,twoweremalesandfourwere femaleswithages-at-deathrangingfromyoungadultto elderly.Notably,halfoftheindividualsshowedsignsof physiologicalstressduringgrowthand83%presented signsofmechanicalstressontheirskeletons. Theseosseousmarkersareindicatorsthattheseindividuals suffered from difficult living conditions during growth,rangingfrommalnutritiontochildhoodinfec-

tions,andpractisedprolongedandstrenuousphysical activities, potentially related to daily occupations. Anotherinterestingfindingisthatallofthewomenat the site of Tarquinia presented signs of mechanical stress.

This is a surprising result, especially given that the women were relatively young (75% under 55 years), anddissimilarfromothersitesinantiquity,whichmay indicatethatthefemalesofTarquiniaweremorephysicallyinvolvedineverydaylifethantheircontemporaries.

Moreover,allsixindividualsshowedtraumaticinjuries. Again,thisresultisunexpectedwhencomparedwith othersitesfromAntiquity.

Halfhadtraumaticlesionscompatiblewithanaccidental event (e.g., fall or from occupational activities); whereastheotherhalfshowedtraumaticpatternsindicative of interpersonal violence: two from defensive actions(“parry”lesions)andonewithmultipleinjuries andrecidivismonareasofthefaceandneckconsistent with forensic literature cases of victims of assault. Theseresultsdemonstratethestrengthsofmultidisciplinarystudiesforreconstructingthepast.Moreover, theapplicationoftheFAITH(FightingAgainstInjustice ThroughHumanities)frameworktotheTarquiniaprojectwillallowtheopeningofnewdialoguesbetween thevarioustypesofmaterialcultureavailable.

Archeozoologia

O. Prato

Nell’ambito dello studio dei materiali provenienti dal ‘complesso monumentale’ all’interno del Progetto Tarquinia, l’Archeozoologia, cioè lo studio dei reperti osteologici animali, ha permesso di mettere in luce il rapporto dell’uomo etrusco con i suoi animali e attraverso questa lente, si sono potuti analizzare i cambiamenti dell’uso e dello sfruttamento degli animali e dell’ambiente in una delle maggiori città etrusche nel corso di dieci secoli.

Lo studio del rapporto uomo-animale, infatti, offre la possibilità di analizzare gli aspetti economici, sociali, culturali e religiosi di una comunità, indagando aspetti come la dieta e quindi la produzione di carne, latte, uova e lana, l’uso degli animali come forza lavoro e coinvolgono la sfera rituale e religiosa. Lo studio dei reperti faunistici dal ‘complesso monumentale’ ha rivelato come nel corso dei secoli lo sfruttamento degli animali si sia fatto sempre più intensivo, probabilmente per rispondere alle esigenze di una comunità in crescita per cui era necessaria la produzione di una sempre più grande quantità di carne e cereali.

Anche la produzione di latte, alquanto limitata nelle prime fasi di vita del sito, crebbe nel corso dei secoli, così come la produzione della lana.

Numerose fosse votive e contesti rituali, inoltre, hanno permesso di gettare luce su aspetti immateriali degli antichi riti,

Repertizooarcheologicirinvenutinelloscavodel‘complesso monumentale’

rivelando aspetti sull’uso di animali come il cane, che veniva a volte sacrificato per importanti cerimonie, così come l’uso antichissimo di incorporare frammenti di palchi di cervo in altari di cenere sin dalle primissime fasi di vita del sito.

bovine o alla qualità della lana prodotta. Gli studi archeozoologici uniti alle ricerche antropologiche, archeometriche, geoarcheologiche, palinologiche e topografiche del Progetto Tarquinia, sono fondamentali per ricostruire la ogni aspetto della vita degli Etruschi di Tarquinia nella sua complessità.

Palcodicervodal‘complessomonumentale’

Metatarsodibovino.Lepatologieeleasimmetrie nelleossapermettonodicapirecomevenivanoutilizzatiglianimali

Mandiboladicaneconsegniditagliodal‘complessomonumentale’

Aspartofthestudyofthematerialculturefrom the‘monumentalcomplex’withinthe“Tarquinia Project”, Archaeozoology, i.e. the study of animal osteological finds, shed light on the relationship betweentheEtruscansandtheiranimals.Thisperspectiveallowedtheinvestigationofthechangesintheuse andexploitationofanimalsandtheenvironmentinone ofthemajorEtruscancitiesoverthecourseoftencenturies.Thestudyofhuman-animalrelationshipsencompasseseconomic,social,culturalandreligiousaspects ofacommunity,investigatingaspectssuchasdietand thustheproductionofmeat,milk,eggsandwool,the useofanimalsaslabourpowerandtheiruseinthe rituals.

Thestudyoffaunalremainsfromthe‘monumentalcomplex’revealedthattheexploitationofanimalsintensified,probablytomeettheneedsofagrowingcommunity.Milkproduction,somewhatlimitedintheearlysta-

gesofthesite,alsointensifiedoverthecenturies,as didwoolproduction.Numerousvotivepitsandritual contextshavealsoshedlightonintangibleaspectsof ancient rituals, revealing features of animal use: the dog,forexample,wassometimessacrificedforimportantceremonies.Fragmentsofdeerantlerswereembeddedintoashaltarsfromtheearlieststagesofthe site’slife.ArchaeozoologicalresearchinTarquiniaisin continuousdevelopment:isotopicandgeneticanalyses arenowbeingcarriedouttoclarifyhowanimalswere raisedandselectedinTarquiniaandwhichtypeswere present,e.g.cattlebreedsorqualityofwoolproduced. Thearchaeozoologicalstudiescombinedwiththeanthropological, archaeometrical, geoarchaeological, palynological and topographical research of the “Tarquinia Project” are fundamental to reconstruct everyfeatureofEtruscanlifeinTarquiniainitscomplexity.

Science@Tarquinia

Tarquinia è una delle più celebri città etrusche, conosciuta principalmente per le sue conquiste a livello culturale, note a noi grazie alle quarantennali indagini dell'Università di Milano e per le profonde tradizioni che risalgono oltre Massimo Pallottino fino ai tempi di George Dennis e dei suoi contemporanei. Il primato raggiunto dalla città in Etruria dipendeva dalle infrastrutture, dalle persone e dal loro sostentamento. Il progetto Science@Tarquinia, una collaborazione coordinata dalle Università di Milano e Cambridge, sta contribuendo a aggiungere informazioni sulla vita e sull’uso del territorio alle conoscenze precedenti. Il lavoro in corso sui resti umani e animali è stato quindi integrato da nuove indagini sulle informazioni racchiuse nei sedimenti dei depositi archeologici e nella chimica di uomini, animali e piante. Un elemento chiave del progetto è stata l'applicazione di metodologie complementari e aggiuntive rispetto a quelle intraprese in passato. L'elemento centrale è stato il campionamento intensivo e sistematico dei sedimenti in tutta l'area di scavo. Questo lavoro è stato supportato dall'impiego di una semplice ma efficace macchina di flottazione e setacciatura, progettata da Rachel Ballantyne, ottimamente realizzata dall'équipe di Giorgio Orfini a Tarquinia e messa in funzione da Frijda Schmidt. Le dimensioni dei campioni di contesto sono ora standardizzate a 20 litri e il volume totale dei campioni studiati passerà presto da centinaia a migliaia di litri. I risultati sono così statisticamente validi, in particolare per i livelli più bassi del sito, collocando Tarquinia come luogo chiave per la comprensione dell'agricoltura in Etruria.

Un'attenzione analoga è stata riservata al contesto dei reperti archeologici. Campioni micromorfologici dei sedimenti sono stati estratti da punti chiave della stratigrafia per comprendere i processi di formazione del sito. I risultati rileveranno le fasi di intensa azione, stabilità e abbandono, nonché altri dettagli relativi all'attività del sito. Parallelamente, il contesto cronologico è stato rafforzato affiancando alla datazione al radiocarbonio le date ricavate dai materiali archeologici come ceramiche e fibule. L’applicazione di statistiche bayesiane, derivanti dall'applicazione delle conoscenze preesistenti della sequenza stratigrafica, ha lo scopo di minimizzare l'effetto ‘Hallstatt plateau’ nella curva di calibrazione. Questi due aspetti della geoarcheologia e della fisica hanno contribuito a una maggiore precisione nello studio del contesto spaziale e temporale dello scavo.

Un'ulteriore dimensione è stata l'analisi isotopica e dell'aDNA di animali, piante ed esseri umani per studiare il regime alimentare, la mobilità e la diversità tra queste comunità che, a vario titolo, formavano la vita del centro urbano. Uno studio approfondito è stato effet-

tuato su sei inumazioni integrate nella stratigrafia della Civita, con lo scopo di ricostruire le loro biografie. Inoltre, sono state intraprese analisi di animali e piante per apprezzare l'ecologia delle forze produttive che sostenevano l’avanzato livello culturale della città. Per questi studi, un ampio gruppo di lavoro – proveniente da Belfast, Cardiff, Dublino, Kiel, Maynooth e Michigan –ha riunito le forze con Milano e Cambridge per fornire la sinergia necessaria a una comprensione più approfondita degli individui chiave e delle comunità animali e vegetali con cui si sostentavano nella prima Etruria.

TarquiniaisoneofthemostcelebratedEtruscan cities, known principally through her cultural achievements,thankstothelongstandinginvestigation bytheUniversityofMilan,aswellasdeeptraditions thatgobackbeyondMassimoPallottinotothetimesof GeorgeDennisandhiscontemporaries.Suchamazing achievementswere,though,dependentoninfrastructure,thepeopleandtheirfood.TheScience@Tarquinia project,acollaborationcoordinatedbytheUniversities ofMilanandCambridge,hassoughttoaddinformation onlifeandearthsciencestowardsearlierunderstandings.Concurrentworkonhumanandanimalremains hasnowbeencomplementedbynewinvestigationsof thehiddeninformationinthesedimentsofthearchaeologicaldepositsandinthechemistryofhumans,animalsandplants.

Akeyelementoftheprojecthasbeentheapplication of methodologies complementary and additional to thoseundertakeninthepast.

Centraltothishasbeentheintensiveandsystematic samplingofsedimentsacrosstheexcavationarea.This workhasbeensupportedbythedeploymentofasimple,buteffective,floatationandwetsievingmachine (Image),designedbyRachelBallantyne,elegantlyconstructedbyGiorgioOrfini’steamonlocationinTarquinia,andputintoactionbyFrijdaSchmidt.Contextsamplesizesarenowstandardizedat20litres,andthetotal volume of samples will soon transition from hundredstothousandsoflitres.Theresultshavebeenstatisticallyvalidsamplesizes,particularlyforlowerlevelsofthesite,placingTarquiniaasthekeyplacefor theunderstandingofplantagricultureinEtruria. Asimilarattentionhasbeenplacedonthecontextof archaeological finds. Micromorphological samples of thesedimentshavebeenextractedfromkeypointsin thestratigraphytounderstandthesiteformationprocesses.Theresultswilldetectphasesofintenseaction,stability,andabandonment,aswellasothersubtlerdetailsrelatingtotheactivityofthesite.

Intandem,thechronologicalcontexthasbeenstrengthenedbyrunningradiocarbondatingalongsidedates takenfromculturalsourcessuchaspotteryandfibulae,andthenapplyingBayesianstatisticsfromtheap-

plicationofpreexistingknowledgeofthestratigraphic sequence,tominimizetheeffectoftheHallstattplateau in the calibration curve. These two facets of geoarchaeologyandphysicshavecontributedtogreaterprecisionofboththespatialandtemporalcontextofthe excavation.AfurtherdimensionhasbeentheimplementationofisotopicandaDNAanalysisofanimals,plants andhumanstoappreciatedimensionsofdiet,mobility anddiversityamongstthesecommunitiesthatintheir variouswayssupportedurbanlife.Themostintensive studyhasbeenmadeofsixinhumationsdiscoveredin

theCivitastratigraphy,asamajoraidtowardsunderstandingtheagencythatwasembeddedintheirlives. Broaderanalyseshavebeenundertakenofanimalsand plantstoappreciatetheecologyoftheunderlyingproductiveforceswhichsustainedtheculturalbrillianceof thecity.ForthisworkawiderteamfromBelfast,Cardiff,Dublin,Kiel,MaynoothandMichiganhasgathered forceswithMilanandCambridgetoprovidethenecessarysynergyforadeeperunderstandingofkeyindividualsandtheirsupportinganimalandplantcommunitiesinearlyEtruria.

Archeobotanica e paleoambiente

A Tarquinia, la ricerca sui resti vegetali si basa sui cosiddetti macro-resti archeobotanici, ovvero le parti visibili della pianta, come semi e frammenti di legno. Tali reperti sono conservati principalmente grazie alla carbonizzazione che ne impedisce la decomposizione sebbene non tutte le piante abbiano avuto la stessa possibilità di finire in un incendio e di arrivare fino a noi. Il campione archeobotanico carbonizzato, quindi, è solo una selezione della varietà di piante che venivano utilizzate dagli abitanti di Tarquinia.

Di solito è composto da carbone di legno, colture principali (cereali e legumi) e sottoprodotti della lavorazione delle colture (erbacce e pula), semi di alcuni frutti e gusci di noci.

I campioni carbonizzati sono quindi i più adatti a rispondere a domande relative all'ambiente, alle pratiche agricole e all'economia agricola dell'antico insediamento.

Attraverso la flottazione dei campioni di sedimento, è possibile raccogliere in modo sistematico e relativamente veloce una grande quantità di resti vegetali, anche molto piccoli. Il materiale archeobotanico viene poi studiato in laboratorio, dove viene identificato e quantificato al microscopio.

Le metodologie usate per studiare il carbone di legna e i resti di semi sono diverse. Dal carbone di legna è possibile identificare gli alberi che venivano sfruttati dagli antichi abitanti di Tarquinia e comprendere l'approvvigionamento del legno e la gestione forestale. È anche possibile esplorare i cambiamenti nel tempo della vegetazione che circondava l'insediamento.

ExamplesofthemostcommoncropsfoundatTarquinia: A-C:Emmer,D-F:Barley,G-H:Broadbean

Infatti, le piante crescono in condizioni specifiche di temperatura, disponibilità di acqua, permettendo di formulare ipotesi sull'ambiente antico.

I resti delle principali colture di base sono una fonte

Sortingtheresidueofthefloatedsamples

AtTarquinia,theresearchonplantremainsis basedontheso-calledarchaeobotanicalmacroremains,whicharetheplant’svisibleparts,suchas seedsandwoodfragments.Theyaremainlypreserved bycarbonization,asthispreventsthemfromdecomposing.Notallplantshadthesamechancetoendupina fireandsurvive.

Thecharredassemblage,therefore,isjustaselection ofthevarietyofplantsthatwereutilisedbytheinhabitantsofTarquiniaandusuallyconsistsofwoodcharcoal, major crops (cereals and pulses) and the byproducts of crop processing (weeds and chaff), the seedsofcertainfruits,andnutshells.Charredassemblagesarethusbestsuitedtoanswerquestionsrelated to the past environment, farming practices and the agriculturaleconomyoftheancientsettlement.

Through the flotation of sediment samples, a large amount of even very small plant remains can be collected systematically and relatively quickly. The archaeobotanical material is then studied in the laboratory,whereitisidentifiedandquantifiedundera microscope. Different methods are used for wood charcoalandfortheremainsofseeds.

Fromwoodcharcoal,itispossibletoidentifythetrees that were exploited by the ancient inhabitants of

preziosa di informazioni sull’alimentazione, sulle diete e le tradizioni.

Inoltre, le piante coltivate e le loro erbe infestanti ci permettono di studiare i sistemi di coltivazione e l'ecologia del settore agricolo.

Le piante infestanti sono piante selvatiche che crescono insieme alle colture e, come gli alberi, si adattano meglio a habitat selezionati e hanno comportamenti specifici. Possono pertanto essere utilizzate come indicatori delle condizioni in cui si sono sviluppate le colture.

Questo aspetto può essere ulteriormente esplorato attraverso l'analisi isotopica delle colture carbonizzate, poiché, in particolare, gli isotopi del carbonio e dell'azoto ci informano sulla disponibilità di acqua e sulle pratiche di concimazione.

Osservando i cambiamenti nei modelli spaziali all'interno del sito e la variazione della proporzione di piante diverse nel tempo, è possibile ricostruire le pratiche di sussistenza e la gestione dell’ambiente della Civita.

Examplesofwildseedsfound atTarquinia: (A)Loliumtemulentum, (B)Euphorbiacfhelioscorpia, (C)Medicago, (D)Alismacfplantagoaquatica, (E)Silenegallica, (F)Valerianelladentata, (G)Carex, (H)Eleocharispalustris, (I)Rumexcrispus

Tarquinia and to understand the economy of wood supplyandforestmanagement.Itisalsopossibleto explorechangesthroughtime inthepastvegetation aroundthesettlement.Plantsgrowinspecificconditionsoftemperature,water-availabilityandsoilwhich allowustomakehypothesesaboutthepastenvironment.

Theremainsofthemainstaplecropsareaprecious sourceofinformationondietandfoodways.

Moreover, the cultivated plants together with their weedsallowustoinvestigatefarmingsystemsandthe ecologyoftheagriculturalfields.Sincetheweedsare wildplantsthatgrowtogetherwiththecrops,and,like trees,theypreferselectedhabitatsandhavespecific behaviours, they can be used as indicators of the conditionsinwhichthecropsdeveloped.

This aspect can be further explored through the isotopic analysis of the charred crops, since, in particular,carbonandnitrogenisotopestellusabout wateravailabilityandmanuringpractices. Lookingatchangesinspatialpatternsacrossthesite and variation in the proportion of different plants throughtimeitispossibletoreconstructthesubsistence practices and the managed environment at the Civita.

Lo studio del DNA antico

Lo studio del DNA estratto da resti archeologici, chiamato DNA antico o aDNA, aggiunge informazioni che possono essere usate per ricostruire le vite di coloro che vissero nella Civita di Tarquinia. Nell’ambito del progetto Science@Tarquinia l’aDNA e’ stato estratto da ossa umane e di animali in un laboratorio munito di “clean room” al Trinity College di Dublino. Il DNA antico ci puo’ dire molto di un individuo: negli esseri umani puo’ identificarne il sesso, il probabile colore degli occhi e dei capelli e perfino se esistono gradi di parentela. Confrontando le sequenze di DNA di questi individui con quelle di altri individui antichi di zone geografiche diverse (vicine o lontane) si puo’ capire se un individuo era geneticamente simile a popolazioni locali vissute nello stesso periodo o se questo individuo (o i suoi genitori) erano emigrati da altre regioni. Il DNA antico sara’ particolarmente utile, insieme a tutte le altre analisi archeologiche, per capire l’origine degli individui con caratteristiche anomale, seppelliti nel complesso monumentale dell’Area Sacra.

ThestudyofDNAextractedfromarchaeologicalremains,knownas‘ancientDNA’or‘aDNA’,isanother pieceofevidencewecanusetoreconstructthelivesofthosewholivedattheCivitadiTarquinia. AspartoftheScience@TarquiniaprojectaDNAwasextractedfrombonesofhumansandanimalsinaspecialisedancientDNA‘cleanroom’laboratoryinTrinityCollegeDublin,Ireland. AncientDNAcantellusalotaboutanindividual;fromtheirgeneticsextotheprobablecolouroftheirhairand eyesforhumans,andeveniftheywererelatedtoeachother.BycomparingtheDNAsequencesoftheseindividualstootherancientindividualswecanalsodeterminewhetheranindividualwassimilartolocalpopulationsof thesametime,orwhetherthey(ortheirparents)weremigrantsfromanotherregion.AncientDNAwillbeparticularlyuseful,alongwithalloftheotherarchaeologicalanalyses,indeterminingtheoriginoftheunusualindividualsburiedinthe‘monumentalecomplex’sacredarea.

Analisi multi-isotopica

Science@Tarquinia utilizza l'analisi multi-isotopica di ossa e denti per ricostruire la dieta e la mobilità territo-

to dei denti, offrono segnali sull'origine degli individui, mentre gli isotopi del carbonio (δ13C) e dell'azoto

(A)Mappadell'Italiaconvaloridello87Sr/86Sr daLuglietal.2022(StrontiumisoscapeofItaly – LaboratoriodiGeochimica (unimore.it));(B)Mappacheriportalavariabilitàcomplessivadellacomposizioneisotopicamediadell'ossigenonelleprecipitazioniinItaliadaLonginellieSelmo2003

Individuo10dallaCivita

le (Fig. 2A) ed entra nella catena alimentare attraverso l'acqua, le piante e gli animali e viene assimilato nel corpo degli individui.

Il δ18O nei denti riflette la composizione dell'ossigeno dell'acqua ingerita, che a sua volta dipende dalle precipitazioni.

Temperatura, altitudine, latitudine e distanza dal mare producono quindi segnali δ18O diversi (Fig. 2B). Confrontando i valori dello 87Sr/86Sr misurati nello smalto di molari permanenti che si formano in età diverse (Fig. 3) con quelli di piante, acqua e fauna locale e misurando il δ18O dello smalto dei denti, abbiamo potuto stabilire che alcuni degli individui della Civita erano nati altrove. I campioni sono stati analizzati presso i laboratori FIERCE (Francoforte, Germania), CUBA e CELTIC (Cardiff, Regno Unito; Fig. 4) e a Kiel (Germania). Il δ13C stima il consumo di organismi marini e terrestri nella dieta degli individui analizzati e può anche rilevare alcuni gruppi diversi di cibi di origine vegetale. Il δ15N distingue i carnivori dagli erbivori, poiché il colla-

Formazionedelprimomolarepermanente(M1)edelsecondo molarepermanente(M2)modificatodaAlQahtanietal.2010. Losmaltodeidentisiformadurantel'infanziaenonsirimodellainseguito,creandoun'istantaneaisotopicadelluogoin cuiunindividuohavissutoduranteiprimiannidivita

An innovative multi-isotopeapproachhasbeen usedfortheanalysisofhumanbonesandteeth toreconstructbothdietandterritorialmobilityofthe sixindividualsfromtheCivitaofTarquinia(Fig.1).

Strontium(87Sr/86Sr)andoxygen(δ18O)isotopeanalysis from dental enamel have provided geological/ geographicalandclimaticsignalsontheirorigin,carbon(δ13C)andnitrogen(δ15N)isotopesfrombonecollagenhaveinformedusontheirdiets.The87Sr/86Sr ‘fingerprint’dependsonthelocalgeology(Fig.2A)and entersthefoodchainthroughwater,plantsandanimalsandisincorporatedintotheindividual’sbody.

The δ18Ointeethreflectstheoxygencompositionof the water ingested, which depends on precipitation. Temperature,altitude,latitudeanddistancefromthe sea, therefore, produce different δ18O signals (Fig. 2B).Bycomparingthe87Sr/86Srvaluesmeasuredin toothenamelfrompermanentmolarsdevelopedatdif-

gene delle ossa si arricchisce di 15N quanto più in alto si va nella catena alimentare. Gli abitanti della Civita si nutrivano di cereali e carne, ma anche di pesce (Fig. 5).

Riassuntosemplificatodeivaloridicarbonioeazotoperl'ecosistematerrestreemarinodiRowanMcLaughlin.Iquadratiin nerorappresentanogliindividuidallaCivita

Processodicampionamentoecampionianalizzatipressoi laboratoriFIERCEdiFrancoforte(Germania),CUBAeCELTIC diCardiff(RegnoUnito)

ferent ages (Fig. 3) with those from the regional landscape,andbymeasuringenamel δ18O,wewere able to establish that some of the Civita individuals werebornelsewhere.Sampleswereanalysedatthe FIERCE (Frankfurt, Germany), CUBA and CELTIC (Cardiff,UK;Fig.4)andKiel(Germany)laboratories. δ13Cestimatestherelativeamountofmarineandterrestrialorganismsinadietandcanalsodetectcertain plantfoodgroups. δ15Ndistinguishescarnivoresfrom herbivores as bone collagen becomes 15N enriched higherinthefoodchain.Civita’sindividualswerereliantoncerealsandmeatbutalsoatesomefish(Fig.5).

Stratigrafia al microscopio

Al McBurney Laboratory of Geoarchaeology dell’Università di Cambridge si studiano le sezioni sottili campionate nel sito ai fini dell’analisi micromorfologica tramite il prelievo di blocchi di sedimento indisturbato. Lo studio micromorfologico, condotto con il microscopio

Fotografia e sketch stratigrafico dei depositi costituenti una dellesequenzedelsitodiTarquinia

petrografico, unitamente alle osservazioni sedimentologiche fatte sul campo, vanno ad integrare le conoscenze geoarcheologiche sui contesti di formazione e provenienza della cultura materiale e dei processi sedimentari, in modo da arricchire a livello microscopico

l’osservazione dei sedimenti volta alla comprensione di processi naturali e attività e comportamenti umani altrimenti completamente invisibili.

L’indagine a livello microscopico porta ad una più robusta interpretazione dei dati ricavati da altre tecniche di indagine.

Fotografiadiunasequenzadidepositisedimentaricampionatiperprodurrelasezionesottileadestraalfinedell’analisimi-

The analysis of micromorphological samples is conducted at the McBurney Laboratory of Geoarchaeology, University of Cambridge, where the undisturbed blocks of sediment collected on site are transformedintothinsectionstobeobservedunderthe microscope,torevealdetailsundetectedbythehuman eye.

Throughtheinvestigationofpedological,physical,and chemicalpropertiesofthethinsectionsitispossibleto detectenvironmentaldetails and ephemeral tracesof humanbehavioursandactivitiesacrossthesettlement otherwiseinvisibletothehumaneye.

Theinformationobtainedatthismicroscaleisintegrated with the geoarchaeological field observations on depositionalandpost-depositionalformationprocesses ofthearchaeologicaldepositstodefinethecontextand provenanceofculturalmaterialsandtoidentifynatural processes,allowingforamorerobustinterpretationof thedataobtainedbyothertypesofanalysis.

Studenti del liceo classico sugli scavi dell’Università di Milano: esperienza archeologica interdisciplinare E.

Riva

Tarquinia è una città con un piccolo territorio ma una storia antica. Gli studenti delle scuole superiori ne colgono l’importanza per il turismo e l’economia locale, ma non hanno opportunità di toccare con mano l’esperienza dello scavo archeologico. Questo progetto ha la finalità di far avere loro una diretta conoscenza dell’e-

sperienza archeologica, e di supportare l’attaccamento affettivo verso la città in cui vivono. Si lavora sul tema della ritualità a Tarquinia tra passato e presente, mettendo in luce in maniera particolare l'uso che è stato ed è fatto del territorio come fonte di identità. Gli studenti elaborano un profilo delle relazioni

che hanno instaurato con l’ambiente della città di Tarquinia e elaborano anche una visita guidata del centro città centrato sugli interessi e sulle abitudini degli adolescenti.

MODELLI TEORICI DI RIFERIMENTO

PLACE IDENTITY (Proshansky 1978): L'identità di luogo riguarda il significato e l'importanza dei luoghi per i loro abitanti, e come questi significati contribuiscono alle concettualizzazioni di Sé.

PLACE ATTACHMENT (Bowlby 1969/1982): il legame emotivo tra persona e luogo dipende da un rapporto di reciprocità tra comportamenti ed esperienze. Nel descrivere l'attaccamento al luogo, si distingue tra "radicamento" e "senso del luogo". Quando le esperienze emotive legate all'attaccamento del luogo vengono esplorate ed elaborate collettivamente, questa porta alla costruzione di senso di solidarietà e ingaggio nella comunità.

ENVIRONMENTAL PREFERENCE (Kaplan e Kaplan 1982): la preferenza ambientale si basa sull’equilibrio tra: la nostra capacità di dare un senso all'ambiente, la nostra capacità di muoverci agevolmente al suo interno e il grado di coinvolgimento che lo stesso ambiente ci

stimola.

DSSVF – LIFE SPACE (Cigoli e Gozzoli 2003, 2018): è uno strumento finalizzato ad indagare le relazioni tra diverse persone che condividono lo stesso spazio reale o simbolico. Mette in relazione le persone tra loro ma anche con oggetti, attività e luoghi.

ELABORATI DEGLI STUDENTI

1.Ciascuno studente ha dovuto individuare i luoghi che sentiva come propri secondo 4 categorie: Uno spazio della casa, Un luogo preferito, Il luogo più rappresentativo di Tarquinia, Un luogo amato lontano

2.Ciascuno studente ha disegnato il proprio Spazio di vita settimanale inserendo luoghi, cose, persone e attività che caratterizzano la sua esperienza

3.Insieme hanno dovuto organizzare una visita guidata alla città di Tarquinia, inserendo i luoghi per loro più significativi, quelli preferiti e quelli che potrebbero essere di interesse per dei loro coetanei

4.Utilizzando il DSSVF gli studenti hanno dovuto collaborare per descrivere sia la città di Tarquinia, con luoghi, persone e attività, sia l’attività di scavo archeologico di UNIMI sul pianoro della Civita.

Lanostracittà.LavisitaguidataallacittàdiTarquiniacomprende9siti,sceltiinbaseapreferenzaambientale,placeidentitye placeattachment.Ilpercorsoèvisibilesullamappadelcentrostoricoquisopra.Vengonopoidescrittiisingoliluoghipercome vistiepercepitidairagazzistessi

LoscavoarcheologicodelpianorodellaCivita

Tarquiniaisatownwithasmallterritory,buta long history. High school students can easily graspitsimportanceinlocaltourismandeconomybut they rarely have the opportunity to dig it and experiencethearchaeologicalexcavation.Thisproject aimstoallowthemtoexperiencethearchaeologyof thesiteandtodevelopanemotionalconnectionwith theirownterritory.Theprojectwillfocusonthetheme ofritualitybetweenpastandpresent,withafocuson theroleofitindefininganddevelopingidentity.The studentswillelaborateaprofileofrelationshipsthat theydevelopedwiththesiteofTarquinia.Theywillalso produce a guided tour on the specific interests and habitsofteenagers.

TheoreticalmodelsofReference

Place Identity (Proshansky 1978): place identity concerns the meaning and importance of places for theirinhabitants,andhowthesemeaningscontribute to conceptualizations of the self. Place Attachment (Bowlby 1969/1982): the emotional bond between person and place depends on a mutual relationship between behaviour and experience. In describing place attachment, a distinction is made between ‘rootedness’and‘senseofplace’.Whentheemotional experiences of place attachment are explored and processedcollectively,thisleadstotheconstructionof a sense of solidarity and engagement in the

community. EnvironmentalPreference(Kaplan-Kaplan 1982): environmental preference is based on the balance between our ability to make sense of the environment,ourabilitytomoveeasilywithinitandthe degree of involvement that the environment itself stimulatesinus. DDSSVF - LifeSpace(Cigoli-Gozzoli 2003, 2018): it is a tool aimed at investigating the relationships between different people sharing the samerealorsymbolicspace.Itrelatespeopletoeach otherbutalsoobjects,activitiesandplaces.

Students’outputs

1.Studentshadtoidentifytheplacestheyfeltwere theirownaccordingtofourcategories:Aspaceinthe house, A favourite place, The most representative placeinTarquinia,Abelovedplacefaraway.

2. Students drew their own weekly living space, including places, things, people and activities that characterisetheirexperience.

3.Studentshadtoorganiseaguidedtourofthecityof Tarquinia together, listing the places that are most significant to them, their favourite places and those thatcouldbeofinteresttotheirpeers.

4.UsingtheDSSVF,studentshadtoworktogetherto describeboththecityofTarquinia,withplaces,people andactivities,andtheactivityofthearchaeologistsof theUniversityofMilanduringexcavation.

Notooto Tarquinia Project

Gli Autori

Giovanna Bagnasco Gianni Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali, CRC “Progetto Tarquinia”

Lucie Biehler-Gomez Università degli Studi di Milano, LABANOF (Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense)

Emily Breslin Huerta-Sánchez Lab, Smurfit Institute of Genetics, Trinity College Dublin, Ireland

Silvia Bruni Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Chimica

Cristina Cattaneo Università degli Studi di Milano, LABANOF (Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense)

Deborah Diquelou Smurfit Institute of Genetics, Department of Genetics, Trinity College, Dublin

Carmen Esposito Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, Dipartimento di Beni Culturali

Andrea Garzulino Politecnico di Milano, Dipartimento di Architettura e Studi Urbani

Diego Gatta Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Scienze della Terra “Ardito Desio”

Fanny Gaveriaux Gabii Project, Environmental archaeology Lab

Richard Madgwick Cardiff University, Cardiff School of History, Archaeology and Religion

Cheryl Makarewicz Christian-Albrechts-Universität zu Kiel, Institute of Prehistoric and Protohistoric Archaeology

Matilde Marzullo Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali, CRC “Progetto Tarquinia”

Giambattista Marras Magdalene College, Cambridge

Valeria Mattiangeli Smurfit Institute of Genetics, Department of Genetics, Trinity College, Dublin

Debora Mazzarelli Università degli Studi di Milano, LABANOF (Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense)

Rowan McLaughlin Hamilton Institute, Maynooth University

Claudia Moro Università degli Studi di Milano, LABANOF (Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense)

Laura Motta University of Michigan, Department of Classical Studies and Program in the Environment, Bioarchaeology Lab

Victoria Mullin Smurfit Institute of Genetics, Department of Genetics, Trinity College, Dublin

Wolfgang Müller Goethe-Universität Frankfurt am Main, Institut für Geowissenschaften

Ornella Prato Institute of Archaeology, UCL University College London

Eleonora Riva Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Lingue, Letterature, Culture e Mediazioni

Lucrezia Rodella Università degli Studi di Milano, LABANOF (Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense)

Ann Frijda Schmidt Magdalene College, Cambridge

Simon Stoddart Magdalene College, Cambridge

Stefano Valtolina Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Informatica "Giovanni Degli Antoni”

Andrea Zerboni Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Scienze della Terra “Ardito Desio”

Paula Reimer School of Natural and Built Environment, Queen’s University Belfast

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