Rassegna Stampa 24.10.13

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VILLAFRANCA TIRRENA Giovedì, 24 ottobre 2013


Giovedì, 24 ottobre 2013

Prime Pagine La Repubblica (ed. Palermo) Prima Pagina del 24/10/2013

La Sicilia (ed. Messina) Prima Pagina del 24/10/2013

Giornale di Sicilia (ed. Messina) Prima Pagina del 24/10/2013

Gazzetta del Sud Prima Pagina del 24/10/2013

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Sindaco Bilancio non approvato e l' Amministrazione rimane "paralizzata" Da Gazzetta del Sud del 2013­10­24T07:31:00

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Villafranca Tirrena Un invito a pregare per Cuffaro? È bufera sul parroco di Rometta Da Giornale di Sicilia (ed. Messina) del 2013­10­24T04:09:00

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Comuni Tirrenici Foto di Cuffaro nell' oratorio. Il parroco: «non dimentichiamo che... Da Gazzetta del Sud del 2013­10­24T07:30:00

«Pregate per Cuffaro». I fedeli protestano Da La Sicilia del 2013­10­24T05:34:00

Il prete: pregate per Cuffaro I fedeli rifiutano Da La Repubblica (ed. Palermo) del 2013­10­24T04:38:00

MESSINA PRETE DI ROMETTA: "PREGATE PER CUFFARO" Da Il Fatto Quotidiano del 2013­10­24T05:03:00

Punto nascite chiuso a Barcellona Stop ai ricoveri, si andrà a... Da Giornale di Sicilia (ed. Messina) del 2013­10­24T04:09:00

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Enti Locali «Non ci sono tagli ai Comuni» Da Il Sole 24 Ore del 2013­10­24T06:59:00

I sindaci: rischio stangata Serve un altro miliardo Da Il Sole 24 Ore del 2013­10­24T06:59:00

Sul Trise agevolazioni à gogo Da Italia Oggi del 2013­10­24T05:30:00

Alta tensione al Sud Da Italia Oggi del 2013­10­24T05:30:00

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Politica / Economia Regionale Crocetta, martedì in Aula la mozione di sfiducia Da La Sicilia del 2013­10­24T05:34:00

Regione, niente austerity salve le pensioni d' oro Da La Repubblica (ed. Palermo) del 2013­10­24T04:38:00

Regione, la cassa che tiene Da MF (Sicilia) del 2013­10­24T07:01:00

Sovrintendenze, musei e siti la "rivoluzione" dei dirigenti Da La Sicilia del 2013­10­24T05:34:00

«Finanziati oltre 4.000 progetti ­giovani» Da La Sicilia del 2013­10­24T05:34:00

A Messina esercenti vogliono il bollino Da MF (Sicilia) del 2013­10­24T07:01:00

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24 ottobre 2013

La Repubblica (ed. Palermo) Prima Pagina

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La Sicilia (ed. Messina) Prima Pagina

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Giornale di Sicilia (ed. Messina) Prima Pagina

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24 ottobre 2013

Gazzetta del Sud Prima Pagina

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24 ottobre 2013 Pagina 34

Gazzetta del Sud Sindaco

VILLAFRANCA C' è un mese di tempo.

Bilancio non approvato e l' Amministrazione rimane "paralizzata" Siamo quasi a fine ottobre ed il Comune, pur avendo tempo fino al prossimo 30 novembre, non ha ancora proceduto alla predisposizione e all' approvazione del bilancio di previsione per l' esercizio finanziario in corso. La conseguenza è che l' attività amministrativa è paralizzata, poiché agli uffici mancano risorse, obiettivi ed indirizzi, che possono esservi solo con l' approvazione dello strumento economico ­finanziario, e si naviga "a vista" con l' ormai automaticamente entrato in funzione "esercizio provvisorio". Questo prevede che l' ente comunale non possa impegnare, ogni mese, spese in misura superiore ad un dodicesimo delle somme previste nell' ultimo bilancio approvato (anno 2012), ad esclusione delle spese tassativamente regolate dalle legge e non suscettibili di pagamento frazionato in dodicesimi. Così, il primo cittadino Matteo De Marco non ha potuto fare altro che adottare, con validità a partire dall' inizio del 2013, il "Piano esecutivo di gestione" assestato all' anno 2012, il quale fa riferimento agli stanziamenti finali ricevuti l' anno scorso e sarà operativo finché al momento dell' entrata in vigore dello strumento di programmazione economico ­finanziaria. «Dei trasferimenti statali ­ dichiara il sindaco ­ non è arrivato ancora nulla, mentre di quelli regionali non si sa nemmeno se siano confermati quelli del 2012 oppure arriveranno soltanto nella misura del 60%. È questa una percentuale che è importante conoscere per predisporre il previsionale, su cui tuttavia il responsabile del settore Economico ­ finanziario, dott. Lucia Restuccia, sta lavorando intensamente perché venga esitato dalla Giunta il prima possibile e presentato in consiglio comunale». Confermati, comunque, sono gli ultimi tagli, mentre sul personale dipendente la revisione dell' orario di lavoro e dei termini di erogazione dei buoni ­pasto è slittata al 1. Gennaio 2014, così come gli impegni di spesa che attualmente è impossibile garantire e il pagamento dei debiti verso le imprese, coperti dal recente decreto del governo Monti.3.

Antonino Stramandino

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24 ottobre 2013 Pagina 7

Giornale di Sicilia (ed. Messina) Villafranca Tirrena

LA POLEMICA. Proteste fra i fedeli, anche per una foto dell' ex presidente affissa in chiesa. Sull' omelia la smentita del prete.

Un invito a pregare per Cuffaro? È bufera sul parroco di Rometta ...Avrebbe invitato i fedeli a pregare per Totò Cuffaro durante qualcuna delle sue omelie. Anzi, a tutti i visitatori della chiesa, la chiesa di Sant' Antonio di Padova, di Rometta Marea, mostrerebbe da anni la foto gigante di Cuffaro, che chiamerebbe scherzosamente (ma questa è voce di popolo) San Cuffaro, che è appesa accanto a quella di eminenti esponenti della chiesa: dal Papa al vescovo. La notizia fa il giro della Sicilia ma lui annuncia smentite rispetto all'omelia di domenica, pur ammettendo di essere un simpatizzante dell' ex presidente della Regione. E diversamente non potrebbe essere visto che un quadro dell' ex presidente Udc è appeso in grande evidenza nell'oratorio completato grazie ad un finanziamento ottenuto durante il suo governo. Una foto che lo scorso anno, durante una manifestazione antimafia che si è tenuta proprio in quell'oratorio e che ricordava tutte le vittime della mafia, anche l' uccisione di Graziella Campagna, la stiratrice di Villafranca Tirrena uccisa da un boss mafioso, avrebbe fatto indignare più di uno dei partecipanti. È polemica a Rometta sulle presunte dichiarazioni preannunciate durante l' omelia da Nino Scibilia, parroco di Rometta, comune tirrenico del Messinese. Secondo un' agenzia di stampa, domenica scorsa, durante l' omelia, il prete, ultrasessantenne e da trent' anni parroco di quella comunità, ha chiesto ai fedeli di pregare per l' ex presidente della Regione Salvatore Cuffaro, che sta scontando in carcere una condanna a sette anni per aver favorito la mafia. Molti i fedeli indignati che da tempo gli hanno consigliato di togliere la foto dell' ex presidente dall' oratorio. Ad ammettere di essere a conoscenza della passione del prete è Nicola Merlino, avvocato ed ex consigliere provinciale: «Che chiami santo Cuffaro è cosa che si dice. Ma è certo che quel quadro lo tenga bene in vista come se fosse quello di un santo appeso alla parete. Come è certo che la comunità romettese, che a maggio sarà chiamata alle urne per il rinnovo dell' amministrazione, non abbia visto di buon occhio le uscite cuffariane del parroco». Pippo Messina, ex assessore della giunta comunale, preferisce non fare dichiarazioni dirette, ma ammette che la comunità cattolica non vede di buon occhio quel quadro. «Come è possibile ­ spiega ­ quando ci sono magistrati che hanno dato la vita contro la mafia?». In Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016

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Giornale di Sicilia (ed. Messina) Villafranca Tirrena

Curia sarebbe arrivato persino un esposto nei mesi scorsi in cui si chiederebbe al vescovo di intervenire affinché quel quadro venga rimosso e affinché si ponga fine alle dichiarazioni in favore dell' ex presidente della Regione. I telefoni di Don Scibilia, tanto il cellulare quanto il fisso della parrocchia, ieri hanno suonato a vuoto dal tardo pomeriggio. Qualcuno forse dalla Curia gli avrebbe suggerito il silenzio. O comunque di abbassare i toni per evitare ulteriori polemiche. Scibilia sarebbe grato a Cuffaro perché il suo governo concesse alla sua chiesa un finanziamento regionale di novecentomila euro, servito a completare l' oratorio: tre piani, una grande sala centrale, alloggi, bagni spaziosi, refettorio e cucine. Alla posa della prima pietra, nel 2003, presenziò lo stesso Cuffaro. Scibilia, prima di chiudere il telefono, alle agenzie dice di essere amareggiato per l' indignazione dei fedeli, spiega che avrebbe voluto scrivere a Cuffaro, spedirgli dei cd con le registrazioni del coro. «Mi hanno consigliato di non farlo. Chissà come sarebbe stata giudicata la cosa». (*ep*)

Emilio Pintaldi

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24 ottobre 2013 Pagina 21

Gazzetta del Sud Comuni Tirrenici

ROMETTA M. Smentitele polemiche trai fedeli sull' opportunità di quel ritratto alla parete e su un presunto invito a pregare per l' ex governatore in cella.

Foto di Cuffaro nell' oratorio. Il parroco: «non dimentichiamo che ci aiutò a realizzarlo» È giusto entrare nell' auditorium di un oratorio e ritrovarsi, su una parete, la foto di un condannato a sette anni per favoreggiamento alla mafia? Si tratta dell' ex presidente della Regione Salvatore Cuffaro, che in atto sta scontando la sua pena nel carcere romano di Rebibbia ma presto dovrebbe essere affidato ai servizi sociali, cioè alla missione di Biagio Conte a Palermo. L' oratorio è quello che si trova alle spalle della chiesa S. Antonio di Rometta Marea, il "Beata Vergine di Guadalupe", che oggi esiste proprio perché, l' allora governatore concesse un finanziamento di 900mila euro per la realizzazione. Il parroco Antonino Scibilia la fece appendere in occasione dell' inaugurazione della struttura, nel maggio 2010, benedetta dall' arcivescovo di Messina Calogero La Piana alla presenza di diverse personalità politiche e militari del comprensorio. Da allora non è mai stata rimossa, neanche dopo la sentenza della Cassazione che nel 2011 dichiarò Cuffaro colpevole di favoreggiamento alla mafia. «All' epoca Cuffaro non era stato condannato ­ spiega mons. Antonino Scibilia­ e per me era semplicemente un segno di gratitudi ne per un uomo che aveva reso possibile un miracolo nel nostro territorio». A chi gli domanda perché non l' ha rimossa dopo la condanna, risponde: «E perché avrei dovuto? Dovrei forse rinnegare che è stato grazie a lui che a Rometta Marea abbiamo un oratorio che riunisce tanti giovani e adulti attraverso varie attività, grest, catechismo, coro parrocchiale, teatro, mentre prima non avevamo nulla? » Sulle pareti campeggiano altre foto, di vescovi e anche il Papa emerito Benedetto. E quanto al messaggio inopportuno che potrebbe rappresentare per i giovani questa coesistenza, padre Sci bilia afferma: «Io dico che quest' opera è fondamentale nel nostro paese per togliere dalla strada e quindi da possibili cadute nella droga e nella delinquenza tanti giovani. Secondo voi non è uno dei modi migliori per combattere la mafia? » La foto di Cuffaro rimarrà ancora lì appesa, e con essa anche le polemiche che si porta dietro, come il presunto appello domenicale ai fedeli, rimbalzato ieri in alcune agenzie, di pregare per l' ex presidente, Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016

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Gazzetta del Sud Comuni Tirrenici

che avrebbe provocato una scissione nella comunità parrocchiale. Siamo andati in parrocchia ma nessuno dei fedeli incontrati ha confermato di aver udito un invito a pregare per "Totò" domenica scorsa. Così come don Antonino: «Fermo restandodice il parroco riprendendo una frase di Papa Francesco ­ che non c' è cella in cui Dio non può entrare, non ho mai pronunciato queste parole durante un' omelia, né domenica scorsa, né precedentemente. L' unica volta che ho chiesto una preghiera è stato circa dieci anni fa, al termine di una celebrazione, ma perla figlia di Salvatore Cuffaro, perché avevo saputo che stava male. Era un gesto di carità cristiana per un uomo che avevo conosciuto durante l' iter per la realizzazione dell' oratorio Beata Vergine di Guadalupe».

Tonino Battaglia

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24 ottobre 2013 Pagina 9

La Sicilia Comuni Tirrenici

A ROMETTA MAREA.

«Pregate per Cuffaro». I fedeli protestano ROMETTA. Una predica ed una foto dell' ex governatore della Sicilia, Salvatore Cuffaro ­ condannato per mafia ­ nell' oratorio creano un putiferio mediatico a Rometta Marea. Ma sono in molti a chiedersi il perché di tanto chiasso. E c' è chi ipotizza che possa avere a che fare anche con le elezioni amministrative previste in primavera. Forse il tutto è studiato ad arte nei confronti di padre Nino Scibilia, parroco di Rometta, da sempre impegnato in prima persona in politica e in prima linea a difesa della parrocchia di S. Antonio di Padova. Il parroco nell' omelia di domenica avrebbe chiesto ai fedeli di pregare per l' ex governatore. E in molti si sarebbero indignati. Scibilia è grato a Cuffaro perché da governatore concesse alla sua chiesa un finanziamento regionale di 900 mila euro servito a completare l' oratorio "Beata Vergine di Guadalupe", inaugurato nel 2010 dopo tante vicissitudini. Per la posa della prima pietra, nel 2003, presenziò lo stesso Cuffaro. E in tante occasioni padre Scibilia non ha nascosto la sua gratitudine all' ex presidente della Regione Siciliana che in prima persona si è impegnato a favore della comunità romettese per la realizzazione dell' opera. Oggi l' ex governatore si trova in carcere dove sconta una condanna a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Nonostante quello che potrebbe sembrare un polverone, padre Nino Scibilia, incontrato nella chiesa di Fondaco Nuovo, ha voluto precisare che a lui non è arrivata nessuna protesta diretta dei parrocchiani: «Non ho mai chiesto ai fedeli di rivolgere una preghiera al nostro ex presidente della Regione Toto Cuffaro. Non ho mai pronunciato queste parole durante un' omelia, né domenica scorsa, né precedentemente ­ ha detto padre Nino ­. L' unica volta che ho chiesto una preghiera è stato circa dieci anni fa, al termine di una celebrazione eucaristica, ma per la figlia di Salvatore Cuffaro, perché avevo saputo che stava male. Era un gesto di carità cristiana per un uomo che avevo conosciuto durante l' iter per la realizzazione dell' oratorio». E il parroco smentisce che ci sia una divisione tra fedeli «indignati e indulgenti».

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La Repubblica (ed. Palermo) Comuni Tirrenici

Rometta.

Il prete: pregate per Cuffaro I fedeli rifiutano IL PRETE invita i fedeli durante la messa a pregare per Cuffaro. E tra i banchi è si scatena l' indignazione. È accaduto a Rometta, in provincia di Messina. Nino Scibilia, durante l' omelia di domenica, ha chiesto di ricordare nelle preghiere l' ex presidente della Regione Salvatore Cuffaro, che sta scontando in carcere una condanna a 7 anni per aver favorito la mafia. L' effetto del suo invito è stato dirompente: i fedeli si sono arrabbiati e gli hanno consigliato semmai di togliere la foto dell' ex governatore, che da tempo campeggia all' ingresso dell' oratorio. Scibilia avrebbe voluto anche scrivere a Cuffaro e spedirgli dei cd con le registrazioni del coro. «Però mi hanno consigliato di non farlo». Il parroco spiega di aver agito così in segno di gratitudine: Cuffaro da governatore concesse alla chiesa un finanziamento di 900 mila euro per completare l' oratorio. Per la posa della prima pietra, nel 2003, presenziò lo stesso Cuffaro. Oggi la chiesa, di tre piani, ha una grande sala, alloggi, bagni spaziosi, refettorio e cucine. Scibilia si è detto «amareggiato» per la reazione dei fedeli.

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24 ottobre 2013 Pagina 8

Il Fatto Quotidiano Comuni Tirrenici

Brevi

MESSINA PRETE DI ROMETTA: "PREGATE PER CUFFARO" Nino Scibilia, parroco di Rometta, comune del Messinese, durante l' omelia ha chiesto ai fedeli di pregare per l' ex presidente della Regione Salvatore Cuffaro, che sta scontando in carcere una condanna a 7 anni per aver favorito la mafia. Molti fedeli si sono indignati.

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24 ottobre 2013 Pagina 22

Giornale di Sicilia (ed. Messina) Comuni Tirrenici

OSPEDALE NELLA BUFERA. La soppressione del reparto di Ostetricia sarà operativa da lunedì.

Punto nascite chiuso a Barcellona Stop ai ricoveri, si andrà a Milazzo ...Le parole e le promesse di battaglia si sono rivelate inutili ed inascoltate, da lunedì il punto nascite dell' ospedale Cutroni Zodda verrà soppresso definitivamente, con un' accelerazione impressa dal commissario straordinario dell' Asp di Messina, Manlio Magistri. Ieri è stata recapitata la nota del 22 ottobre con cui viene disposta la chiusura del reparto di Ostetricia di Barcellona, nonostante le richieste avanzate dai sindaci del Distretto D28 del comprensorio barcellonese che avevano sostenuto la necessità di avere garanzie sulla piena efficienza dell' omologo reparto di Milazzo, dove saranno trasferite le puerpere barcellonesi da lunedì prossimo. L' Asp, attraverso una nota del commissario straordinario e della responsabile del nosocomio mamertino Felicia Emanuele, ha chiarito come la decisione di accelerare i tempi sia stata conseguenza dei problemi di sicurezza clinica della partoriente e del nascituro, riscontrati presso la struttura di Barcellona.Il provvedimento, che prevede il blocco totale dei ricoveri in ginecologia con decorrenza immediata e l' annuncio che dal 28 ottobre il reparto rimarrà chiuso con conseguente trasferimento del personale a Milazzo, è stato disposto in attuazione del Decreto Assessoriale 1868 del 30 settembre 2011 e della delibera di giunta regionale 128 del 29 marzo 2013, una delle prime del Governo Crocetta. Cadono quindi nel vuoto i tentativi portati avanti dall' amministrazione comunale di Barcellona, che ieri pomeriggio ha inviato un esposto alla Procura per contestare i tempi ed i modi con cui si è proceduto alla soppressione del reparto dalla struttura di Barcellona. Stamattina nel corso della visita programmata del Prefetto Stefano Trotta a Palazzo Longano sarà certamente affrontata anche questa vicenda sia dal sindaco, sia dai consiglieri comunali.Il presidente Angelo Pino non nasconde la sua preoccupazione per l' epilogo sul punto nascite: "Quanto accaduto è umiliante per tutta la nostra comunità e perle istituzione locali. L' arroganza con cui va avanti il progetto non conosce vergogna e per chiesto ci associamo al sindaco nel chiedere l' intervento della Procura, perché ci risulta che tutte le caratteristiche strutturali e collaterali previste dal protocollo regionale circa il punto nascite con 1000 parti annuali non sono presenti al nosocomio milazzese e che non si sta garantendone anche il percorso da seguire per i casi urgenti". Il gruppo Udc di Palazzo Longano ha convocato una conferenza stampa per sabato pomeriggio alle 17 presso l'antisala del consiglio comunale, proprio per affrontare la questione dell' Ospedale di Barcellona. (*gpu*)

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24 ottobre 2013 Pagina 11

Il Sole 24 Ore Enti Locali

L' assemblea dell' Anci IL GOVERNO E GLI ENTI LOCALI.

«Non ci sono tagli ai Comuni» Letta: nella Legge di stabilità il cambio di direzione che era stato promesso «Noi sappiamo e dobbiamo sapere che non ci vuole nulla per ritornare nella difficoltà in cui il nostro Paese era fino a qualche mese o qualche anno fa, non ci vuole nulla». È l' avvertimento che il presidente del Consiglio, Enrico Letta, lancia ad amici e nemici del governo delle larghe intese durante il suo intervento all' assemblea nazionale dell' Anci a Firenze. Un intervento che non era in agenda (avrebbe dovuto chiudere i lavori Giorgio Napolitano), ma che il premier ha voluto tenere proprio per sottolineare il passaggio cruciale di queste settimane tra modifica e approvazione della Legge di stabilità in Parlamento e decadenza di Silvio Berlusconi da senatore. «I problemi non si risolvono in un solo giorno. Si devono tenere i conti in ordine e uscire dalla crisi passo passo ­ dice Letta riferendosi evidentemente anche alla Legge di stabilità e alle critiche che ha suscitato in quest' ultima settimana ­ e questo vuol dire essere fiduciosi» e nello stesso tempo «avere la giusta prudenza». Letta rivendica davanti alla platea dei sindaci d' Italia che «con fatica» la Legge di stabilità appena varata mantiene le promesse nei confronti dei Comuni e più in generale «inverte la rotta» e si impegna al «cambio di direzione». Per la prima volta ­ dice il premier tra gli applausi dei sindaci ­ il patto di stabilità interno per la prima volta dopo 12 anni «ricomincia ad aprirsi» e permette in questo modo investimenti e di conseguenza nuovi posti di lavoro. E soprattutto «per la prima volta dopo molti anni la Legge di stabilità non ha previsto tagli e riduzioni di trasferimenti ai Comuni, e ciò rappresenta un cambio di direzione che significa che il Governo mantiene gli impegni presi». Certo, «si poteva fare di più in questi sei mesi», ma meglio annunciare «poche cose» che poi «si fanno» invece di «roboanti annunci» cui non seguono fatti concreti. «La Legge di stabilità ­ ribadisce dunque il premier ­ in Parlamento potrà essere migliorata, ma conta la direzione di marcia, quella di persone che si assumono le responsabilità, che non dicono sempre che è colpa di qualcun altro, che di fronte ai problemi si rimboccano le maniche». Quanto al ruolo e all' importanza dei Comuni, Letta ricorda che nelle ore concitate e tempestose della formazione del governo su una cosa ha tenuto la barra dritta: che il ministro delle Autonomie dovesse essere il presidente dell' Anci, ossia Graziano Delrio che ha ricoperto appunto quella carica prima di Piero Fassino: «È l' idea che non c' è un "noi" e un "noi", ma un "noi collettivo. Ossia noi rappresentanti Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016

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24 ottobre 2013 Pagina 11 <­­ Segue

Il Sole 24 Ore Enti Locali

delle istituzioni che dobbiamo affrontare insieme i problemi». Probabile che il premier pensasse anche a Matteo Renzi mentre pronunciava queste parole, così come all' inizio del suo intervento, quando ha promesso che sarebbe stato breve perché «un presidente del Consiglio deve parlare con i fatti e non con le parole». Il sindaco di Firenze, incontrato poi per un saluto di pochi minuti al termine dell' assemblea dell' Anci, aveva parlato prima di lui contrapponendo i sindaci alle presunta casta: «I sindaci cercano di dimostrare che la politica è bella e nobile, anche quando da Roma arrivano segnali diversi». E ancora: «Il Paese siete voi sindaci che lottate, voi sindaci che vi sentite accusare di essere casta. Il Paese siamo noi, benvenuti a Firenze». Certo i segnali arrivati ieri da Roma non sono certo stati belli per il premier, piuttosto irritato per il blitz dei "falchi" Pdl al Senato che ha rischiato di far naufragare per pochissimi voti il percorso delle riforme: l' istituzione del Comitato dei 42 che avrà il compito di cambiare la Costituzione è passata sì con i 2/3 che evitano il referendum confermativo, ma solo per 4 voti. Tuttavia a Palazzo Chigi si tende a vedere il bicchiere mezzo pieno, facendo del caso riforme di ieri un avvertimento nei confronti dei "falchi" che volessero giocare alla crisi: il Ddl costituzionale è comunque passato con una maggioranza qualificata di due terzi, ben superiore alla maggioranza semplice che occorre per ottenere la fiducia. E se le fibrillazioni dovessero continuare anche sulla legge elettorale, il governo è pronto a usare la moral suasion annunciata fino al punto di presentare un suo Ddl pur di prevenire la pronuncia della Consulta del 3 dicembre. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Emilia Patta

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Il Sole 24 Ore Enti Locali

I conti dei municipi. Fassino: facciamo la spending review ogni mattina.

I sindaci: rischio stangata Serve un altro miliardo FIRENZE. Dal nostro inviato I conti della Tasi, il nuovo tributo sui "servizi indivisibili" dei Comuni, non tornano: serve almeno un miliardo in più di assegno statale per evitare troppe manovre sulle aliquote, e due miliardi se si vuole alleggerire un po' la pressione fiscale. Ne sono convinti i sindaci, che ieri a Firenze hanno inaugurato la XXX assemblea nazionale dell' Anci e hanno esaminato a fondo i meccanismi del nuovo tributo. Prima nella commissione finanza locale e poi nell' ufficio di presidenza sono emerse le preoccupazioni crescenti degli amministratori locali che, con in mano le tabelle sulle proiezioni finanziarie dei loro Comuni, hanno lanciato l' allarme. Allarme subito rilanciato dal presidente dell' Anci Piero Fassino nella sua relazione: «Il miliardo garantito dalla legge di stabilità ­ ha detto il sindaco di Torino davanti al premier Enrico Letta e al Capo dello Stato Giorgio Napolitano ­ non basta, per partire ne servono almeno due». Anche perché il miliardo della legge non è aggiuntivo, ma si limita in pratica a pareggiare il dare­avere con la maggiorazione Tares, la cui "statalizzazione" operata nel Dl 35/2013 era stata accompagnata da una compensazione equivalente ai sindaci. Il rischio, insomma, è che le previsioni della legge di stabilità si traducano in un' impennata del Fisco locale, che in molti Comuni non riuscirebbe a pareggiare i conti. «Con tutte le aliquote al massimo ci mancherebbe qualche decina di milioni», calcola l' assessore al Bilancio di Genova, Francesco Miceli, e in grandi città come Milano e Roma il "buco" sarebbe ancora più largo (fino a toccare il centinaio di milioni nei casi peggiori, secondo le prime stime). Simile la prospettiva secondo l' assessore al Bilancio di Bologna, Silvia Giannini: «Noi ­ spiega ­ saremmo costretti a portare tutte le aliquote al massimo, e senza detrazioni, ma questo avrebbe effetti pesantissimi». «Il problema ­ riflette Alessandro Petretto ­ assessore al Bilancio a Firenze e ordinario di Economia pubblica ­ è maggiore nelle tante città che hanno le aliquote Imu già vicine al massimo, e che quindi non hanno spazi fiscali compensativi». Anche nei casi più fortunati, però, i problemi sono gravi: «È impensabile aggiungere pressione fiscale sulle imprese ­ riflette Luigi Marattin, assessore al Bilancio a Ferrara ­ ma per evitarlo dovremmo portare al massimo l' aliquota sulla prima casa». Il «massimo» evocato da tutti gli amministratori è il 2,5 per mille, senza detrazioni, che farebbe pagare 200 euro di Tasi a un' abitazione da 80mila euro di valore catastale, contro i 120 (o 70 se c' è un figlio convivente) chiesti dall' Imu standard nel 2012; con un meccanismo, inoltre, che colpirebbe anche i 5 milioni di case mai toccate dall' imposta sul mattone a Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016

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24 ottobre 2013 Pagina 11 <­­ Segue

Il Sole 24 Ore Enti Locali

causa del loro valore catastale medio­basso. Il problema è evidente, rischia di avere un impatto anche politico deflagrante ma nasce da una ragione matematica. Il gettito dell' Imu sull' abitazione principale (effettivo o coperto da compensazioni statali, in un quadro ancora tutto da definire) con le aliquote reali 2013 si avvicina ai 5 miliardi (e arriva a 6 se tutti spingessero l' aliquota al 6 per mille), e ai conti vanno aggiunti i 6­700 milioni di Imu sui rurali, che seguono la stessa sorte dell' abitazione principale. Totale: 5,7 miliardi (6,7 con l' aliquota massima). La Tasi, però, ad aliquota standard dell' 1 per mille porta 3,7 miliardi, arriva a 4,7 con il miliardo "compensativo" previsto dalla legge di stabilita, e rischia di scaricare sulle scelte fiscali dei sindaci il compito di trovare quel che manca. Il problema, del resto, emergeva anche dal dossier preparato in estate dal Governo per illustrare le varie opzioni sull' Imu: la proposta numero 8, la più vicina a quella prefigurata dalla legge di stabilità, era infatti accompagnata dallo stanziamento di due miliardi aggiuntivi, proprio quelli che sembrano mancare oggi ai calcoli dei sindaci. I bilanci, è naturale, si fanno anche agendo sul lato della spesa, e su questo versante i sindaci rilanciano la sfida: «Noi facciamo la spending review ogni mattina», sostiene il presidente dell' Anci Fassino, che però non si tira indietro sulle sfide ancora da affrontare: «Le società partecipate ­ riconosce ­ sono caratterizzate da un' enorme e antieconomica frammentazione che spesso si traduce in deficit, organici eccessivi e servizi inefficienti, e bisogna intervenire con coraggio». La strada è l' aggregazione ma, rivendica il presidente Anci in uno dei passaggi più applauditi dai sindaci, «senza diktat da un' amministrazione statale invasiva che emana prescrizioni, impone vincoli e mortifica continuamente l' autonomia»; anche perché proprio l' esperienza delle partecipate insegna che questa strategia si traduce in regole dall' applicazione incerta e in termini «puntualmente disattesi». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Gianni Trovati

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24 ottobre 2013 Pagina 30

Italia Oggi Enti Locali

LEGGE DI STABILITÀ/ L'Isee costituirà il punto di riferimento per la service tax.

Sul Trise agevolazioni à gogo Ampi poteri ai comuni sulle agevolazioni fiscali per i nuovi tributi sui rifiuti e i servizi indivisibili (Trise). Potranno infatti concedere riduzioni tariffare e esenzioni anche legate al reddito familiare. Le agevolazioni potranno essere collegate alla capacità contributiva dei contribuenti, desunta gli indicatori della situazione economica (Isee). Lo prevede la bozza della legge di Stabilità nel testo aggiornato che è stato presentato ieri al Senato. Il testo del disegno di legge, dunque, concede agli enti la facoltà di stabilire riduzioni e esenzioni senza limiti. Novità importante è senz' altro quella che consente di tener conto della situazione familiare dei contribuenti soggetti al prelievo. I benefici fiscali si applicano ai due nuovi tributi, sebbene con regole diverse. Tari. Le amministrazioni locali dal prossimo anno avranno la facoltà di stabilire, con regolamento, riduzioni tariffarie o esenzioni Tari per particolari situazioni espressamente individuate dalla legge. Potranno essere deliberate riduzioni della tassa per il servizio di smaltimento rifiuti in presenza di determinate situazioni in cui si presume che vi sia una minore capacità di produzione. A queste riduzioni, tra l' altro, a differenza della Tares, non viene più fissato un tetto massimo. La riduzione della tariffa potrà superare il limite del 30%, che è imposto per il regime di prelievo attualmente vigente. Inoltre, nei casi previsti dalla legge in cui il comune ha il potere di deliberare le riduzioni tariffarie, potrà anche andare oltre fino ad arrivare al riconoscimento delle esenzioni. In particolare, questi benefici possono essere concessi per: abitazioni con unico occupante; abitazioni tenute a disposizione per uso stagionale o altro uso limitato e discontinuo; locali e aree scoperte adibiti a uso stagionale; abitazioni occupate da soggetti che risiedono o hanno la dimora, per più di 6 mesi all' anno, all' estero; fabbricati rurali a uso abitativo. A questi si aggiunge, poi, l' agevolazione mirata ai soggetti meno abbienti, che hanno una ridotta capacità contributiva, misurata anche attraverso l' Isee. Tasi. Quest' ultima agevolazione per le famiglie bisognose potrà essere estesa alla Tasi, anche se limitato alle sole riduzioni tariffarie. Dunque, i contribuenti meno abbienti tenuti al pagamento del tributo sui servizi indivisibili, e tra questi non solo i proprietari ma anche gli inquilini, potranno fruire di uno sconto sul quantum dovuto. La Tasi serve a coprire i costi per i servizi indivisibili sostenuti dai comuni (trasporto locale, illuminazione pubblica e così via). Anche i titolari di immobili adibiti ad abitazione Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016

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principale, esonerati dall' Imu, dovranno versare l' imposta con un' aliquota massima del 2,5 per mille. Del resto, il tributo è dovuto da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo fabbricati, aree scoperte e edificabili. Qualora vi siano più possessori o detentori, tutti sono tenuti in solido all' adempimento dell' obbligazione. A differenza dell' Imu, però, la tassa sui servizi la paga anche l' inquilino nella misura che varia dal 10 al 30%. La parte restante è a carico del titolare dell' immobile. La scelta della percentuale di tassazione è demandata ai comuni e va fissata con regolamento. Il tributo dovrà essere calcolato sul valore dell' immobile preso a base per la determinazione dell' Imu. Pertanto, occorre fare riferimento alla rendita catastale rivalutata per i fabbricati e al valore di mercato per le aree edificabili. © Riproduzione riservata.

Sergio Trovato

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24 ottobre 2013 Pagina 30

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Il Caso/ tassa rifiuti e violenze.

Alta tensione al Sud La telenovela «tassa sui rifiuti» sta vivendo il suo momento più delicato. E a pagarne i costi ci sono proprio gli enti locali, che in alcuni casi hanno dovuto fronteggiare una vera e propria rivolta dei cittadini­contribuenti. Il legislatore, nel corso del 2013, ha dettato molteplici e contrastanti criteri e direttive per il calcolo della nuova tassa sui rifiuti e servizi, denominata Tares: un cammino da gambero per passare dai vecchi prelievi Tarsu/Tia al nuovo tributo che ha gettato in piena confusione gli enti locali, i quali hanno agito in maniera diversa, inviando in molti casi ai propri cittadini, un acconto calcolato sulla base del 2012, in altri casi emettendo direttamente i modelli di pagamento Tares, risparmiando così un po' di costi relativi alla riscossione (costi da coprire con la tariffa stessa). Ovviamente, col finire del 2013, i nodi stanno venendo al pettine: i comuni che hanno utilizzato la tecnica dell' acconto stanno inviando un nuovo plico contenente la Tares 2013, al netto di quanto già ricevuto dai contribuenti; i comuni che non avevano ancora inviato nulla, finanziando il servizio della raccolta dei rifiuti con le risorse esistenti in bilancio, stanno emettendo la Tares 2013 per garantire la continuità del servizio, oltre che a garantire l' entrata statale dei 30 cent/mq. In entrambe le circostanze gli aumenti sono evidenti e pesanti per tutti i cittadini, già vessati da imposte sui redditi, Imu, Iva ecc. Tristi conseguenze registrate soprattutto in molte realtà locali del Centrosud (ma siamo solo all' inizio), sono le proteste, le rivolte contro i governi locali ma soprattutto contro gli uffici tributi, divenuti oggetto di atteggiamenti violenti al limite della sicurezza personale. Proprio tali uffici si trovano sempre più spesso a dover fronteggiare contribuenti infuriati contro tutto e tutti, compresi gli incolpevoli operatori di sportello. Ultimo caso del genere, in ordine cronologico, riguarda il Comune di Mugnano di Napoli, cittadina di 35 mila abitanti a Nord di Napoli, dove, venerdì scorso, si è avuta una forte protesta, nella piazza antistante il municipio e all' interno della casa comunale, presso l' ufficio Tares, a sedare la quale è stato necessario un intervento dei carabinieri. La tensione attualmente è molto alta, anche perché il governo centrale continua la produzione di norme (anche bizzarre come, ad esempio, l' applicazione di 30 centesimi a mq che vanno direttamente nelle casse erariali), ed a cascata, le amministrazioni locali che non si assumono la responsabilità di quello Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016

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che è sotto gli occhi di tutti, la scarsa attenzione verso un settore strategico quale quello delle entrate, che vede spesse volte il personale fortemente demotivato. A ciò si aggiungono gli appalti esosi, le basse o limitate percentuali di raccolta differenziata, ancor più ridicoli introiti di ristoro da raccolta differenziata, ampliamento dei costi della riscossione attraverso il sistema delle esternalizzazioni delle funzioni pubbliche con percentuali elevate, assunzioni fuori dagli schemi e in generale un incremento dei costi di ogni genere prodotti dalle filiere delle società pubbliche ambientali che incidono sulla formazione e determinazione delle tariffe e, quindi, a scapito della collettività. A complicare ancor di più questa drammatica situazione si è messo d' impegno anche il governo che sta di nuovo cambiando tutto prevedendo nel 2014 la Trise la quale, dalle prime stime, comporterà un ulteriore aggravio della fiscalità immobiliare, a dispetto di una esenzione Imu per l' abitazione principale che sta creando imbarazzo europeo e nessun beneficio ai cittadini.

Francesco Tuccio (presidente Anutel)

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24 ottobre 2013 Pagina 7

La Sicilia Politica / Economia Regionale

I NODI della Regione.

Crocetta, martedì in Aula la mozione di sfiducia Firmata da M5S, Gruppo Musumeci e Marco Falcone del Pdl. PALERMO. Sarà discussa martedì prossimo la mozione di sfiducia nei confronti del presidente del presidente della Regione, Rosario Crocetta, presentata da Movimento 5 Stelle e Gruppo Musumeci, con il soccorso del vice capogruppo del Pdl all' Ars, Marco Falcone, che ha così consentito di raggiungere il numero minimo di firme, 18, necessario per potere iscrivere la sfiducia all' ordine del giorno. Si annuncia un dibattito piuttosto serrato, tant' è che l' Aula è stata convocata per le ore 11, invece che alle 16 come avviene solitamente. La decisione è stata adottata dalla conferenza dei capigruppo dopo la richiesta del presidente del Pd, Baldo Gucciardi, di non calendarizzare per la seduta di domani le comunicazioni che Crocetta avrebbe dovuto fare sullo stato della sua maggioranza. «Abbiamo superato le difficoltà ­ ha detto Gucciardi ­ a questo punto il dibattito previsto per venerdì appare superfluo, anche perché chi vorrà dire la sua sul governo potrà farlo martedì, nella seduta d' Aula per la mozione di sfiducia». Il presidente dell' Ars, Giovanni Ardizzone, dopo avere comunicato all' Aula la decisione della conferenza dei capigruppo, ha rinviato la seduta perché, secondo il regolamento non possono essere trattati argomenti, prima della mozione di sfiducia. Anche se così non fosse, l' altro ieri, Sala d' Ercole ha chiuso i battenti dopo appena venti minuti per mancanza di argomenti da dibattere. La mozione di sfiducia, dunque, potrà essere dibattuta grazie alla sottoscrizione dell' atto da parte di Marco Falcone, nonostante il gruppo parlamentare del Pdl, del quale è vice capogruppo, nel corso di un' apposita riunione avesse chiesto a M5S e Gruppo Musumeci di soprassedere e presentare la mozione dopo la conclusione della sessione di bilancio. Proposta respinta al mittente dal capogruppo del M5S, Giancarlo Cancelleri, che, oltre le 14 firme dei componenti del suo gruppo parlamentare, contava anche sulle 4 del Gruppo Musumeci. Ma Pippo Currenti ha dichiarato di non essere d' accordo, facendo così venire meno la diciottesima firma utile per iscrivere la «sfiducia» all' ordine del giorno dell' Aula. Marco Falcone (nomen omen), ha subito messo a disposizione la propria firma, per consentire il dibattito sulla mozione di grillini e Gruppo Musumeci. Anche se non l' hanno sottoscritta, anche gli altri deputati del Pdl voteranno la sfiducia. «Non avremmo voluto togliere prezioso tempo all' Ars ­ ha sottolineato il capogruppo del Pdl, Nino D' Asero ­ in un periodo delicato come l' attuale che ci richiama Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016

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La Sicilia Politica / Economia Regionale

tutti al senso di responsabilità. Ma al momento del voto, non potremo che dire sì alla sfiducia». Una mozione che difficilmente raggiungerà i 46 voti necessari per essere approvata. Sulla carta, le opposizioni possono contare su 37­38 voti. Che dalle fila della maggioranza possano manifestarsi franchi tiratori è da escludere, casomai potrebbe accadere il contrario. Perché nel caso la sfiducia fosse approvata, con Crocetta andrebbero a casa anche gli altri 89 deputati dell' Ars.

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24 ottobre 2013 Pagina 2

La Repubblica (ed. Palermo) Politica / Economia Regionale

Il caso.

Regione, niente austerity salve le pensioni d' oro All'Ars le rivalutazioni non saranno bloccate. I DIPENDENTI di Regione e Ars possono tirare un sospiro di sollievo. Le loro buonuscite sono salve: «Non saranno rateizzate », dicono dal Fondo pensioni di Palazzo d' Orleans e da Palazzo dei Normanni, che in più assicura che per i pensionati d' oro dell' Assemblea regionale «non ci sarà nemmeno il blocco della rivalutazione degli assegni superiori ai 3 mila euro al mese». Buone notizie dall' Isola del tesoro, che in barba al clima di austerity che si respira a livello nazionale continua a far andare in quiescenza alti dirigenti ad appena 57 anni, vedi il segretario dell' Ars Giovanni Tomasello, e a mantenere ai futuri pensionati un assegno mensile più alto rispetto agli statali. Trattamenti privilegiati. A tempo di record il Fondo pensioni della Regione ha rimborsato la quota del 5 per cento e del 10 per cento prelevata dagli assegni superiori ai 100 mila e ai 200 mila euro l' anno tra il 2011 e il 2012 in virtù di vecchie norme Finanziarie. Dopo aver vinto il ricorso alla Corte costituzionale contro queste norme, nella prossima busta pensionistica si vedranno restituiti i soldi. E si tratta di un bel gruzzoletto, per alcuni. Le cifre restituite variano da un minimo di 100 euro a 31 mila euro. Il rimborso più elevato andrà ad ex superburocrati come Orazio Aleo, mentre intorno ai20 mila euro otterranno ex dirigenti generali come Luigi Castellucci, Alfredo Liotta, Felice Crosta. In tutto i rimborsi andranno a 210 pensionati d' oro della Regione e peseranno sulle casse del fondo per 1 milione di euro. Risolta questa pratica, il futuro per i pensionati regionali e dell' Ars è comunque assai più roseo rispetto a quello degli statali. A Roma il governo Letta nella legge di stabilità ha previsto il blocco della rivalutazione degli assegni superiori ai 3 mila euro e la rateizzazione del Tfr. E in Sicilia? «La buonuscita non sarà rateizzata, mentre sarà applicato il blocco della rivalutazione annuale delle pensioni superiori ai 3 mila euro », dice il responsabile del Fondo, Rosolino Greco. Il blocco riguarderà 4.846 pensionati regionali. «Ma non applicheremo la rateizzazionedelle buonuscite», aggiunge Greco. I futuri pensionati della Regione avranno quindi per intero il Tfr. All' Ars invece non sarà applicata alcuna norma varata nella legge di stabilità a Roma. «Abbiamo un nostro regolamento », dicono da Palazzo dei Normanni, dove l' ultimo caso di pensione d' oro con buonuscita milionaria è quello dell' ex segretario Tomasello. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016

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La Repubblica (ed. Palermo) Politica / Economia Regionale

Una cosa è certa: la Sicilia garantisce ai dipendenti regionali pensioni migliori rispetto agli statali. L' assegno medio è di 39 mila euro, contro i 23 mila degli statali. Imparagonabile con il comparto dei lavoratori privati, dove la pensione media si ferma a 15 mila euro all' anno. Il trattamento medio per un ex dirigente generale è passato da 5.347 euro nel 2008 ai 6.420 del 2012, segnando un più 18 per cento, mentre gli statali sono fermi con la rivalutazione al 2010. Un dirigente si è visto aumentare la pensione dai 3.542 euro del 2008 ai 3.988 euro, più 11 per cento in cinque anni. Ex funzionari e impiegati regionali hanno oggi una pensione media di 2.448 euro al mese, contro i 2.210 del 2008. Sul calcolo delle pensioni regionali rispetto a quelle statali la Corte dei conti ha lanciato l' allarme nell' ultimo giudizio di parifica sul bilancio: «Anche nel 2012 ­ si legge nella relazione ­ è stato registrato un ulteriore incremento dei costi sopportati per il pagamento degli emolumenti previdenziali, specie in favore degli assunti prima del 1986. Ai fini del calcolo delle prestazioni previdenziali si fa riferimento all' ultima retribuzione in godimento alla data di cancellazione del ruolo, prevedendo quindi un meccanismo particolarmente vantaggioso». Gli statali hanno calcolata la buonuscita sulla media degli ultimi dieci anni della retribuzione, solo per fare un altro raffronto. Ma al momento nessuna riforma è in vista. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

ANTONIO FRASCHILLA

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24 ottobre 2013 Pagina 2

MF (Sicilia) Politica / Economia Regionale

Positivo per 310 milioni il rapporto tra entrate e uscite.

Regione, la cassa che tiene Chiude in positivo per 310 milioni di euro la gestione di cassa del bilancio regionale, questo grazie a uscite per 6,8 miliardi di euro ed entrate per 7,1. Questo quanto contenuto nel documento che è stato consegnato dagli uffici dell' assessorato al Bilancio in seconda commissione all' Ars. Un miglioramento rispetto alla fine di giugno dello scorso anno quando il fabbisogno era negativo per 1,7 miliardi di euro. Un dato che consegue a un aumento delle entrate (50,29%) che ha fatto fronte a un più modesto aumento delle spese (4,5%). Il risultato, però fanno notare i tecnici, è dovuto a un aumento delle altre entrate e cioè al trasferimento contabilizzato già nel primo semestre dell' anno del fondo per le spese sanitarie (1,6 miliardi) mentre nel 2012 il trasferimento la contabilizzazione avvenne alla fine dell' anno. Flettono invece le imposte dirette (­59 milioni incassati pari a ­2,9%) mentre aumentano di 327 milioni le altre entrate tributarie (+14%) come Irap e Irpef. Analizzando le voci di spesa, invece, queste ammontano a 6,8 miliardi (6,5 lo scorso anno) di cui 6 miliardi di spese correnti e 800 milioni circa in conto capitale mentre 87 milioni sono stati necessari per rimborso dei prestiti. La spesa in conto capitale diminuisce per il pagamento degli stipendi e delle pensioni (meno 50 milioni e meno 9, rispettivamente) mentre aumenta di 89 milioni la spesa per acquisti di beni e servizi. Tagli ai trasferimenti correnti per 256 milioni, inoltre si registrano per le aziende sanitarie (­170) per comuni e province (­32) ad altri soggetti (­17) e alle imprese (­32). Con questi numeri, comunque dai margini strettissimi, è partita ieri la discussione sulle variazioni di bilancio che serviranno a coprire alcune spese da qui a fine anno, quando sarà redatta la nuova finanziaria. Nel frattempo, il Pdl dice che per mettere in sicurezza i conti servirebbe una manovra da 70 milioni di euro. Lo sostengono i deputati regionali del Pdl, Marco Falcone e Vincenzo Vinciullo, che hanno presentato una «manovra alternativa» alle variazioni di Bilancio del governo regionale. «Prevediamo circa 47 milioni e 300 mila euro di riduzione della spesa», ha detto Falcone, «di cui 31 milioni e 730 mila di spese correnti e 15 milioni di spese in conto capitale. A questa somma, aggiungiamo circa 23 milioni e 134 mila di contributo dello Stato. La manovra arriverà in commissione come misura alternativa a quella del governo, che oltretutto secondo noi per certe parti rischia l' impugnativa dal Commissario dello Stato». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016

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MF (Sicilia) Politica / Economia Regionale

A farne le spese, nel frattempo, sono alcune categorie che si trovano senza il pagamento degli stipendi. È il caso dei 2.500 lavoratori dei consorzi di bonifica, alcuni dei quali ieri hanno protestato sotto Palazzo dei Normanni, ma anche i dipendenti delle province che temono per il loro futuro dopo la riforma che abolisce gli enti intermedi. La questione dei lavoratori dei consorzi, infatti, non sembra di facile soluzione per via dei vincoli del patto di stabilità. Ma anche altri rami dell' amministrazione sembrano trovarsi nelle stesse condizioni. La questione dovrebbe essere affrontata e inserita nelle variazioni di bilancio la cui trattazione è partita ieri in seconda commissione. Ma, sembra difficile trovare risorse. Servirebbero, infatti, 18 milioni di euro. Ma come ha spiegato ieri Marco Falcone, componente della commissione Bilancio «l' impegno di queste somme fa sforare il tetto della spesa previsto dal Patto di stabilità». Della questione si era occupata la stessa commissione un paio di giorni fa con una audizione dei responsabili dell' assessorato all' Agricoltura. I rappresentanti dei consorzi hanno spiegato che i fondi per il funzionamento degli stessi erano stati inseriti all' interno della Tabella H impugnata dal commissario dello Stato per cui si è creata adesso questa condizione di stallo. (riproduzione riservata)

Antonio Giordano

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24 ottobre 2013 Pagina 6

La Sicilia Politica / Economia Regionale

BENI CULTURALI in Sicilia.

Sovrintendenze, musei e siti la "rivoluzione" dei dirigenti L' assessore Sgarlata: «Nomine basate sul merito, scelti i migliori» CATANIA. Nelle ultime tre settimane c' è stato il coprifuoco. Inaccessibili le stanze dei bottoni, cancellati tutti gli appuntamenti, telefoni fissi fuori posto, cellulari che squillavano a vuoto. E alla fine, in un assessorato regionale ai Beni culturali "militarizzato", le attesissime nomine: sovrintendenti e dirigenti di musei, parchi archeologici e biblioteche. La lista di chi custodirà i tesori di Sicilia. Riservata (le nomine saranno notificate oggi), ma non segreta. E infatti vi proponiamo in anteprima il nuovo who' s who della cultura siciliana. Fra conferme, rotazioni più o meno annunciate, promozioni inaspettate e sonore bocciature. Anche perché la cura dimagrante imposta ai Servizi del Dipartimento (scesi da 71 a 56) hanno ridotto i posti in palio, che sono diventati 10 "interni" al palazzo palermitano e 46 distribuiti fra Sovrintendenze e siti culturali. Meno sedie quindi più "appetiti". Con un potente pressing della politica. Che l' assessore Mariarita Sgarlata ritiene di aver respinto: «Sono felice soprattutto perché ho riportato, compatibilmente con le qualifiche di dirigenti di seconda e di terza fascia e con le competenze, alcuni archeologi a capo delle Soprintendenze. Credo che finalmente si sia guardato ai curricula e che il merito sia stato garantito. Sono stata libera di scegliere i migliori, e di questo devo ringraziare anche il presidente Rosario Crocetta». Ai vertici delle Sovrintendenze new entry ad Agrigento, Caltanissetta, Messina e Siracusa; turn over a Catania, conferme a Palermo, Ragusa e Trapani. Restano tre caselle da riempire, la più importante alla Sovrintendenza di Enna, dove potebbe andare uno dei "big" rimasti fuori. I nominati avranno tempo fino a venerdì per rispondere alla proposta del dirigente generale Sergio Gelardi. E dopo il mosaico di accettazioni e rifiuti (qualcuno previsto) arriveranno gli incarichi mancanti. Parco archeologico: Giuseppe Parrello (confermato). Museo: Gabriella Costantino (confermata). Biblioteca: Vincenzo Caruso (confermato). Guzzardi. Museo di Gela: Emanuele Turco (confermato). seo archeologico: Maria Grazia Branciforti (confermata). Biblioteca: Maria Patanè (confermata). Casa Verga: Francesca Migneco (confermata). (architetto). Oliva (architetto). Museo archeologico: Francesco Santalucia (confermato). Museo Aidone e Parco Morgantina: Laura Maniscalco (archeologa). Museo archeologico: Caterina Di Giacomo (storico dell' arte). Parco Naxos: Maria Costanza Lentini Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016

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(confermata). Biblioteca: Sergio Todesco (assessore alla Cultura). Museo Lipari: Maria Amalia Mastelloni (assessore alla Cultura). Parco Mistretta: Carmela Bonanno (archeologa). Palermo Sovrintendente: Marilena Volpes. fermato). Centro restauro: Enza Cilia (ex capo di gabinetto di Crocetta). Centro Catalogo: Marco Salerno. Museo Salinas: Francesca Spatafora (ar cheologa). Biblioteca: Francesco Vergara (confermato). Palazzo Arbatellis: Gioacchino Barbera (storico dell' arte). Palazzo Mirto: Giovanna Cassata (storico dell' arte). Palazzo Riso: Valeria Li Vigni (architetto). Parco Himera: Agata Villa (ex direttore Museo Salinas). Museo Terrasini: Maria Emanuela Palmisano (confermata). seo Kamarina: Giovanni Di Stefano (confermato). Gioconda Lamagna (archeologa). Museo Bellomo: Giovanna Susan (storico dell' arte). Museo Palazzolo: Calogero Rizzuto (architetto). Trapani Sovrintendente: Paola Misuraca. Museo Pepoli: Luigi Biondo (architetto). Parco Segesta: Sergio Aguglia (confermato). Parco Selinunte: Giovanni Leto Barone (agronomo). Baglio Anselmi: Maria Luisa Famà (confermata).

MARIO BARRESI

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24 ottobre 2013 Pagina 12

La Sicilia Politica / Economia Regionale

L' ASSESSORE CARTABELLOTTA E I FONDI DEL PSR: «GIÀ ATTIVATE TUTTE LE MISURE ED EMESSI 65 BANDI»

«Finanziati oltre 4.000 progetti ­giovani» CATANIA. Allarme su disimpegno fondi per l' agricoltura? Trend negativo per le imprese giovani? L' assessore regionale all' Agricoltura, Dario Cartebellotta, rassicura, garantisce e, prima di tutto, spiega. «Anche quest' anno il Programma di Sviluppo Rurale Sicilia mantiene la performance di spesa media degli altri programmi nazionali. Le somme prefissate per il raggiungimento dell' obiettivo di spesa per l' anno 2013 saranno sicuramente erogate sul territorio e l' obiettivo comunitario di spesa superato con successo, evitando il disimpegno delle somme entro l' anno». E per essere più preciso l' assessore fornisce alcune cifre per chiarire lo stato di attuazione finanziaria del Programma di Sviluppo Rurale Sicilia. La dotazione complessiva del Programma di Sviluppo Rurale Sicilia, da utilizzare dal 2007 al 2015, è di 2.172.958.855 euro di cui FEASR (fondo Comunitario per lo Sviluppo Rurale) 1.271.842.000 euro. «Ad oggi sono state attivate ­ dice Cartabellotta ­ tutte le misure previste dal Psr destinato alla Sicilia e sono stati emessi circa 65 bandi con un impegno delle somme pari a 1.955.427.934,29 euro ovvero il 89,99% dell' intero programma. Sono stati erogati, quindi già pagati ai beneficiari, 1.206.296.249,66 di euro (56% della dotazione del programma) di cui spesa comunitaria 731.992.406,49 (58% della dotazione). Solo nell' anno 2013 sono stati erogati sul territorio regionale 133.015.688 di euro di spesa pubblica di cui 72.768.333 di spesa Comunitaria». L' assessore charisce anche la questione della misura 112 ­ Insediamento di giovani agricoltori ­ spiegando che la misura opera esclusivamente in aggregazione ad altre misure che, nel loro insieme, costituiscono il "Pacchetto giovani". «L' obiettivo del "Pacchetto" è quello di sviluppare una maggiore professionalità degli imprenditori, assicurando, al contempo, che gli interventi finanziati favoriscano la costituzione di nuove imprese competitive, nonché di consentire all' impresa la possibilità di pianificare una pluralità di interventi tra loro complementari. Nel pacchetto viene previsto, oltre alla specifica misura di sostegno all' insediamento, anche il ricorso obbligatorio ad almeno un' altra misura del programma concernente investimenti. Quindi non si tratta solamente di un premio all' insediamento, ma è rivolto alla creazione di un impresa Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016

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24 ottobre 2013 Pagina 12 <­­ Segue

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agricola moderna, al fine di consentire alla nuova imprenditoria, generatasi con l' attuazione della misura, di disporre, sin dalle prime fasi di avvio, di adeguate risorse finanziarie per un' attività imprenditoriale orientata nella direzione di una maggiore competitività». La dotazione complessiva che originariamente era stata destinata al pacchetto è stata notevolmente elevata, considerato che la tipologia di intervento rivolto ai giovani ha riscosso un notevolissimo successo. Le istanze ricevute sono state 5.307 per un contributo totale richiesto pari a 849.832.223 euro. Dei progetti presentati, quelli che secondo i criteri di selezione sono risultati idonei, e quindi in grado di contribuire alla realizzazione della strategia del programma, sono in tutto 4.271, per un ammontare complessivo di aiuto richiesto di circa 768 milioni. «Con la dotazione finanziaria a disposizione delle misure del pacchetto giovani, si è proceduto al finanziamento delle istanze selezionate fino alla posizione 1.630 della graduatoria definitiva, per un totale di 1.760 nuovi giovani già insediati. In particolare sono già stati erogati ai nuovi giovani imprenditori siciliani circa 110 milioni di euro di cui 69.120 per il premio previsto per l' insediamento dei giovani (Misura 112) per affrontare lo start­up. Si tratta, quindi, di un intervento per il concreto rinnovamento delle imprese agricole siciliane e per la creazione di nuove possibilità occupazionali e soprattutto per accelerare il ricambio generazionale».

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24 ottobre 2013 Pagina 2

MF (Sicilia) Politica / Economia Regionale

A Messina esercenti vogliono il bollino Un certificato di correttezza tributaria comunale. A chiederlo è la Confesercenti di Messina all' amministrazione Accorinti. «Così come il Comitato Addiopizzo ha già pubblicato un primo elenco di imprenditori che si rifiutano di sottostare al ricatto degli estortori», spiega Benny Bonaffini, componente la Giunta di Confesercenti Messina, «noi proponiamo di pubblicizzare i nomi di tutti gli esercenti e piccoli imprenditori che sono in regola con i tributi e con i pagamenti, anche contributivi, nei confronti dei propri dipendenti». In un periodo di crisi economica come quello attuale, ad avere la peggio sono gli esercenti in regola con tasse e contributi. «Di fatto», aggiunge Bonaffini, «i comportamenti scorretti vanno a discapito di chi si comporta lealmente. Dal Comune vorremmo una certificazione ufficiale per chi è in regola con il pagamento dei tributi locali, magari con una vetrofania da attaccare all' entrata dell' esercizio commerciale. Così i clienti sapranno subito chi è in regola e chi no». (riproduzione riservata)

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