Rassegna Stampa 22.10.13

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VILLAFRANCA TIRRENA Martedì, 22 ottobre 2013


Martedì, 22 ottobre 2013

Prime Pagine La Repubblica (ed. Palermo) Prima Pagina del 22/10/2013

La Sicilia (ed. Messina) Prima Pagina del 22/10/2013

Giornale di Sicilia (ed. Messina) Prima Pagina del 22/10/2013

Gazzetta del Sud Prima Pagina del 22/10/2013

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Enti Locali Le Regioni non hanno più alibi Da Italia Oggi del 2013­10­22T05:32:00

Comuni, manovra a saldo zero Da Italia Oggi del 2013­10­22T05:33:00

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Politica Regionale Crocetta striglia il presidente dell' Ars "Lavori alla paralisi, Ardizzone... Da La Repubblica (ed. Palermo) del 2013­10­22T04:12:00

Un manager per due ruoli Da MF (Sicilia) del 2013­10­22T07:01:00

In Sicilia ancora imprenditori sotto tiro Da Il Sole 24 Ore del 2013­10­22T07:01:00

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Comuni Tirrenici Il centrodestra si dà prospettive Coordinamento di Fratelli d'... Da Gazzetta del Sud del 2013­10­22T07:30:00

Cantieri di servizio, troppe restrizioni si rischia la beffa Da Gazzetta del Sud del 2013­10­22T07:30:00

Contributi del Comune per le opere antisismiche Da Giornale di Sicilia (ed. Messina) del 2013­10­22T04:08:00

L' accordo saltato con Bonina L' amarezza degli ex Carrefour Da Gazzetta del Sud del 2013­10­22T07:30:00

Un «ticket» per raggiungere le Eolie Sarà versato al... Da Giornale di Sicilia (ed. Messina) del 2013­10­22T04:08:00

Arredo urbano, premio nazionale Da Gazzetta del Sud del 2013­10­22T07:30:00

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Sport Milazzo centra il tris e continua la gran rimonta Ciappazzi furiosa,... Da Gazzetta del Sud del 2013­10­22T07:30:00

Under 21, il Citta' di Villafranca (Me)... Da Stretto Web del 2013­10­21T23:15:00

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La Repubblica (ed. Palermo) Prima Pagina

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Sono diventate dei centri di potere, dice il sindaco pd di Catania, Enzo Bianco.

Le Regioni non hanno più alibi Esse si oppongono alla nascita delle aree metropolitane Le Regioni nel mirino. Non sono più un tabù. Costano tanto e a volte sono un muro di burocrazia. «Una vergogna», dice Enzo Bianco, sindaco pidiessino di Catania, «dovevano essere una struttura di programmazione invece sono diventate centri di potere amministrativo, spesso in concorrenza coi Comuni». Il sindaco ha partecipato a Bologna a un summit dei Comuni sul futuro delle città metropolitane e sintetizza così le conclusioni: «Se ancora siamo nel limbo sul futuro delle città metropolitane la colpa è delle Regioni, che hanno paura dei supersindaci, i presidenti delle Regioni sono in trincea ma non capiscono che la storia avanza e i territori hanno bisogno di nuove dimensioni, non ha senso difendere il proprio orticello, meglio incominciare a impostare un lavoro di equipe tra Regioni, città metropolitane e gli altri Comuni. Solo chi riuscirà a superare i municipalismi registrerà la crescita dei propri territori, gli altri contabilizzeranno la decadenza. La globalizzazione impone dimensioni diverse per competere, le città metropolitane sono un aiuto alle Regioni non una concorrenza da combattere. C' è addirittura chi vorrebbe prorogare le Province pur di non far nascere le città metropolitane, una follia». Intanto però governo e parlamento non si decidono («tra Camera e Senato», dice Bianco, «ci sono un' ottantina di parlamentari provenienti da esperienze politiche nelle Province, una lobby formidabile») e ancora non si conosce il destino delle Province, per le quali si dovrebbe votare il prossimo anno in mancanza di un provvedimento legislativo. Il j' accuse di Bianco è condiviso dagli altri rappresentanti delle future città metropolitane (presenti al summit: Napoli, Torino, Milano). Un' offensiva che ha coinvolto anche Ernesto Galli Della Loggia che sul Corriere della sera (20 ottobre) ha scritto di «un regionalismo suicida che ha mancato tutte le promesse e accresciuto tutte le spese». Del resto la Corte dei conti indica che le Regioni spendono il 22% della spesa delle pa, nonostante i tagli del patto di stabilità, a cui si è fatto parzialmente fronte aumentando la pressione fiscale. Scrive la Corte: «il volume dei trasferimenti statali si è ridimensionato, nel corso del quadriennio 2009­2012, di 21.894 milioni, passando da 108.466 mln nel 2009 a 86.572 mln nel 2012 (­ 20,2%). La riduzione risulta, tuttavia, parzialmente bilanciata dall' incremento degli incassi tributari, che, Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016

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per le imposte dirette, crescono a ritmi ampiamente superiori al 10% annuo. Inoltre a copertura delle ulteriori esigenze di cassa le Regioni hanno fatto largo impiego delle anticipazioni di tesoreria». Le Regioni ingoiano 129,6 miliardi di spese correnti (di cui 105 per la sanità), hanno organi istituzionali (giunte e consigli) che costano 141,6 miliardi, il personale incide per 6 miliardi, accusano un debito diretto di 88.8 miliardi (di cui 48,5 per la sanità) a cui va aggiunto quello indiretto delle partecipate di 92 miliardi. Un fiume di soldi che grava sulle spalle del cittadino e a cui non sempre corrisponde un servizio efficace. Tra l' altro la riduzione degli investimenti sta contribuendo alla depressione economica: dal 7.9 % di spesa per investimenti nel 2011 si è passati al 6,3 % del 2012. Quanto alla sanità, la palla al piede è il costo del debito: lo scorso anno sono stati pagati per interessi sul debito 86,7 mld, il 78 % della spesa sanitaria, che quindi va a pagare la finanza anziché i macchinari e gli ospedali. La Corte dei conti rileva che: «l' incidenza della spesa sanitaria pubblica sul pil, in Italia è pari (nel 2011) al 7 %, inferiore a quella di importanti Paesi europei, tra cui la Germania (8,4%), la Francia (8,7%), l' Olanda (9,5%)». Il problema è il moloch del debito, per pagare il quale si ricorre agli introiti fiscali. «La pressione fiscale nelle Regioni del Nord», annota la Corte dei conti, «è in crescita e registra nel 2012 una media pro­ capite di 2.055 euro (a fronte dei 2.033 del 2011 e dei 2.001 del 2010), in quelle del Centro la media pro­capite raggiunge 2.098 euro (a fronte dei 2.012 del 2011 e dei 2.000 euro del 2010) e nelle Regioni del Sud, il livello medio pro­capite della pressione fiscale è di 1.624 euro (a fronte dei 1.531 del 2011 e dei 1.461 del 2010)». Nelle Regioni a statuto speciale (Sicilia, Sardegna, Valle d' Aosta, Friuli­Venezia Giulia) la pressione fiscale è più bassa. Perché? «Perché le Regioni a statuto speciale», dice il senatore Pdl, Pierantonio Zanettin, «ricevono dallo Stato finanziamenti di gran lunga maggiori rispetto a quelle a statuto ordinario: si tratta di un' evidente sperequazione che oggi appare per molti versi incomprensibile, tanto da alimentare il convincimento che esistano, purtroppo, cittadini di serie A e cittadini di serie B, un principio francamente inaccettabile in uno Stato moderno e rispettoso del principio di eguaglianza». Zanettin ha presentato una proposta di legge per abolire questi statuti speciali e rendere uguali tutte le Regioni: uno di quei provvedimenti che però nessun governo finora si è azzardato a proporre, al pari delle città metropolitane. «Facciamo le città metropolitane», dice Bianco, «una riforma che non costa nulla, anzi farebbe risparmiare e sarebbe volano per il territorio. Il presidente del consiglio non ha alibi: resista al fuoco incrociato delle Regioni e faccia approvare questa legge».

Giorgio Ponziano

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Italia Oggi Enti Locali

LEGGE DI STABILITÀ/ La deducibilità dell' Imu delle imprese vale 475 milioni nel 2014.

Comuni, manovra a saldo zero La riforma della fiscalità locale parte a saldo zero per i comuni. Ma se i sindaci decideranno di spingere sulla leva fiscale, il conto positivo per i municipi sarà destinato a crescere. Le tabelle contenute nella relazione tecnica della legge di stabilità alzano il velo sulla sostenibilità finanziaria della mini­rivoluzione fiscale che in un colpo solo ha abolito definitivamente l' Imu sulla prima casa, pensionato la Tares e istituito la service tax (Trise) nella duplice veste di Tasi (servizi) e Tari (rifiuti). La cancellazione dell' Imu prima casa (escluse le abitazioni di lusso) vale 3,3 miliardi se calcolata sulle aliquote 2012. A questa cifra, poi, bisogna aggiungere il tesoretto derivante dall' abolizione delle detrazioni per i figli a carico (che con l' Imu prima casa ancora in vigore avrebbe generato un extra gettito di 400 milioni) più una serie di ulteriori perdite di gettito conseguenti all' esenzione Imu degli immobili delle cooperative a proprietà indivisa (4 milioni), degli alloggi sociali (10 milioni), delle abitazioni di dipendenti del comparto sicurezza (5 milioni) e dell' abitazione assegnata al coniuge in caso di divorzio (14 milioni). Totale: 3,764 miliardi di gettito mancante, esattamente quanto i comuni incamererebbero dalla nuova Tasi applicando l' aliquota base dell' 1 per mille. I calcoli della Ragioneria dello stato non prendono però in considerazione due variabili in grado di influire pesantemente sui saldi finali. La perdita di gettito conseguente all' abolizione dell' Imu prima casa è infatti calcolata sui versamenti 2012 e non, come chiedono i sindaci, sulle maggiori aliquote 2013 che i comuni stanno deliberando in questi ultimi giorni. Qualora il governo Letta dovesse anche solo parzialmente accogliere le istanze degli enti, il conto per l' erario potrebbe farsi più salato. Al tempo stesso, il gettito della Tasi potrebbe essere ben maggiore di 3,764 miliardi se, com' è probabile, i municipi, opteranno per un' aliquota superiore a quella base dell' 1 per mille (fino a un massimo del 2,5 per mille). A saldo zero per i comuni sarà anche la soppressione della maggiorazione Tares sui servizi indivisibili (0,30 euro a metro quadro) stimata in circa 1 miliardo di euro e passata più volte di mano nel corso degli ultimi due anni. Nata come maggiorazione a beneficio dei comuni, il governo Monti decise di riservarla direttamente allo stato, con la conseguenza che i sindaci si videro prima decurtato e poi reintegrato il Fondo di solidarietà di 943 milioni di euro. Le conseguenze negative saranno invece sul bilancio statale per un ammontare di 1 miliardo di euro che rappresenta proprio l' impegno preso dal Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016

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Italia Oggi Enti Locali

governo Letta per finanziare l' operazione service tax. Le tabelle della Ragioneria svelano anche come la deducibilità al 20% dell' Imu sui capannoni e il dietrofront sull' esenzione Irpef degli immobili non locati soggetti a Imu siano due voci della stessa partita di giro. Le due new entry hanno trovato posto all' ultimo momento nel testo della legge di stabilità e sono tra loro in stretto rapporto contabile nel senso che la seconda finanzierà la prima. Nella versione definitiva della manovra si prevede che il reddito degli immobili a uso abitativo non locati, situati nello stesso comune nel quale si trova l' immobile adibito ad abitazione principale e assoggettati a Imu, concorre alla formazione della base imponibile Irpef e delle relative addizionali nella misura del 50%. E in più si stabilisce la retroattività della misura che avrà effetto a decorrere dal periodo d' imposta in corso al 31 dicembre 2013. La relazione tecnica prevede che l' erario incassi 508 milioni in più nel 2014 (+489 milioni a titolo di extra gettito Irpef, +14 milioni dall' addizionale regionale e +5,3 milioni dall' addizionale comunale) e 297,4 milioni nel 2015 e 2016. Questo tesoretto servirà a coprire invece il buco generato dalla possibilità di dedurre da Irpef e Ires il 20% dell' Imu sugli immobili strumentali delle imprese. La deducibilità dell' Imu costerà 475 milioni nel 2014 e 274 nel 2015 e nel 2016. Nel 2014 la perdita per l' erario sarà così ripartita: ­136 milioni di Irpef statale, ­4,9 milioni a titolo di addizionale regionale, ­2,1 di addizionale comunale e ­332,7 milioni di minor gettito Ires.

Francesco Cerisano

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22 ottobre 2013 Pagina 4

La Repubblica (ed. Palermo) Politica Regionale

Crocetta striglia il presidente dell' Ars "Lavori alla paralisi, Ardizzone si muova" ROSARIO CROCETTA partecipa per la prima volta alla riunione di gruppo del Pd all' Ars, dopo la sua adesione per mettere fine a mesi di roventi polemiche, e il suo primo atto è una strigliata nei confronti del presidente dell' Ars Giovanni Ardizzone. «L' attività parlamentare non è paralizzata per colpa del governo, ma per via della situazione che c' è in prima commissione che non si è ancora sbloccata. Ardizzone sa bene cosa deve fare, è importante, però,che lo faccia subito», è l' invito del governatore, che con il Pd ha discusso delle riforme da portare avanti. Le prove di pace avvengono mentre da Roma la commissione nazionale di garanzia dà il via libera ai congressi del Pd, bloccati a Palermo, Siracusa ed Enna per via dei ricorsi, tutti respinti. Una maratona che si dovrà chiudere il 27, con le assemblee provinciale. La riunione è stata organizzata nel tentativo di scongiurare la crisi nei rapporti col Pd, che nellesettimane scorse era uscito di fatto dalla maggioranza, togliendo l' appoggio all' esecutivo. «È l' inizio di una nuova stagione nella quale dovrà prevalere il buonsenso », ha detto Crocetta, che al Pd ha chiesto una convergenza sulleriforme, a partire dai ddl su Province e semplificazione amministrativa. «Confronto sereno e pacato. Penso che esistano i presupposti per un lavoro comune», dice il capogruppo Baldo Gucciardi, fiducioso nella possibilità di ritrovare il dialogo perduto. L' intervento in aula di Crocetta sulla crisi nel rapporto col Pd, potrebbe ora essere giudicato "superfluo". Il Pd ha deciso di non scaricare le tensioni congressuali nel rapporto col governatore: sabato a Palazzo d' Orleans Crocetta ha incontrato il segretario Giuseppe Lupo e il coordinatore Enzo Napoli, e la tregua firmata prevede un rinvio per il "rimpasto" a dopo il bilancio. Intanto il clima dei congressi si arroventa. A Palermo bocciato il ricorso contro il renziano Carmelo Miceli presentato dal suo sfidante, il cuperliano Antonio Rubino. Con le sue dimissione dalla commissione di garanzia, rassegnate prima della candidatura, Miceli è eleggibile. «Si è chiusa la fase degli azzeccagarbugli, da domani apriamo il Pd per cambiare davvero», commenta Miceli. A Enna la commissione conferma che Vladimiro Crisafulli è candidabile. E a Siracusa il renziano Lindo Lo Schiavo è stato riammesso. A Messina invece la commissione provinciale di garanzia ha respinto il ricorso di Mario Franchina, sostenuto da Giuseppe Lauricella (area Cuperlo). In corsa resta solo Basilio Ridolfo, il candidato di Genovese. «È inaccettabile, si perpetua un abuso», dice Lauricella. Intanto i civatiani hanno inviato a Roma i ricorsi Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016

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La Repubblica (ed. Palermo) Politica Regionale

sulle tessere "fantasma": aCatania sarebbero 4 mila. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

ANTONELLA ROMANO

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MF (Sicilia) Politica Regionale

Parla Le Donne, city manager e segretario generale di Messina.

Un manager per due ruoli Cinquantadue anni e una fama da primo della classe che lo precede, Antonio Le Donne è il Giano bifronte del Comune di Messina: non solo Segretario generale ma anche City manager. Un doppio ruolo che il sindaco Renato Accorinti ha fortemente voluto proprio per lui strappandolo all' amministrazione di Macerata. Le Donne, che torna a Messina dopo 21 anni di assenza, sarà quindi non solo il garante della legalità degli atti del palazzo, ma anche colui al quale i dirigenti dovranno rendere conto del proprio operato. Domanda. Il suo non è un compito semplicissimo. È arrivato in un Comune sull' orlo del collasso dal punto di vista organizzativo e in fase di pre­dissesto. Quale sarà il suo primo atto? Risposta. In realtà si tratterà di una serie di atti, perché sono molti gli elementi che compongono una struttura complessa come il Comune di Messina. Partirò sicuramente dalle risorse umane, ma sia chiaro che il mio non è populismo burocratico. Con i tagli della spesa pubblica non si può pensare di tornare all' ipertrofia degli apparati di una volta. Bisogna allora lavorare per mettere le persone giuste al posto giusto, valutando quali sono le funzioni che richiedono il rafforzamento del personale e quali quelle che invece ne hanno meno bisogno rispetto a prima. D. Non è una novità che il personale della pubblica amministrazione sia poco entusiasta. R. Ci sono persone che sono state svuotate di contenuti e su questo si dovrà lavorare parecchio. Tra l' altro, bisogna tenere presente che del personale che andrà in pensione potrà essere sostituito solo il 40%. In pratica, ogni 10 dipendenti che se ne andranno, se ne potranno assumere solo 4. D. È solo un problema di suddivisione dei compiti? Bisogna stabilire quali funzioni far svolgere al personale interno e quali affidare all' esterno, capire se il mercato offre tutte le prestazioni necessarie alla pubblica amministrazione e scegliere di conseguenza. Anche perché non è detto che all' esterno ci sia in automatico tutto ciò di cui abbiamo bisogno. D. Come intende muoversi? La disastrosa organizzazione di Palazzo Zanca è cosa nota, così come la discutibile suddivisione del Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016

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MF (Sicilia) Politica Regionale

personale, carente in alcuni settori nevralgici e in soprannumero in altri. R. Si deve partire da un' accurata analisi delle funzioni svolte dall' ente e contemporaneamente garantire la continuità dei servizi. Lavoreremo su due fronti, continuando a erogare le prestazioni che ci competono e contestualmente operando sulla riorganizzazione. Si dovrà sviluppare un ragionamento diverso e guardare in prospettiva con una visione strategica. Insomma, è necessario decodificare con attenzione il fenomeno dell' evoluzione organizzativa, che in parte è anche indipendente dalla volontà degli attori interni. D. Si spieghi. R. Faccio l' esempio più banale. Il Comune deve prendere atto della tecnologia che non è più quella di una volta. La richiesta di cambiamento viene dall' esterno e non possiamo che recepirla, altrimenti l' ente non riuscirà a stare al passo con i tempi. Negli ultimi 20 anni gli utenti­cittadini si sono evoluti e chiedono qualcosa di diverso all' ente pubblico. C' è una nuova consapevolezza del cittadino ed è un' evoluzione che proviene dall' esterno. D. Lo slogan del sindaco Accorinti è stato Cambiamo Messina dal basso, il suo? R. Beh, non può che essere Cambiamo il Comune dal basso. Ci sono delle cose da modificare e migliorare, però non farò una rivoluzione dall' alto, ma insieme a chi c' è. Sono tornato per lavorare e anche tanto e qui motivi per lavorare ce ne sono. Rientro a Messina dopo 21 anni e farò di tutto per dare una mano non solo all' amministrazione, ma anche al Consiglio comunale e alla città. (riproduzione riservata)

Elisabetta Raffa

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22 ottobre 2013 Pagina 22

Il Sole 24 Ore Politica Regionale

Criminalità organizzata. Riunione straordinaria del Comitato nazionale per l' ordine pubblico per fronteggiare il rischio di nuovi attentati.

In Sicilia ancora imprenditori sotto tiro Campagna di delegittimazione contro chi combatte per la legalità ­ Alfano: vicini a chi si è ribellato Sembra passata una vita ma non per Cosa nostra. Per le cosche siciliane, la cui memoria è molto più lunga di una sola esistenza, la svolta del 2007 degli industriali, uniti sotto il codice etico nel nome della legalità e del mercato libero da ingerenze mafiose, è infatti una partita ancora aperta che va chiusa ora. Costi quel che costi: anche un omicidio eccellente che accenderebbe sì i riflettori dello Stato sull' isola ma spezzerebbe per sempre il sogno di ribellione che in questi sette lunghi anni ha vissuto di tanti visi sconosciuti di imprenditori coraggiosi e dei volti, diventati familiari, di Ivan Lo Bello, Antonello Montante, Federico Landi Rosario Amarù, Marco Venturi e Giuseppe Catanzaro. Sono stati soprattutto loro a metterci la faccia per tutti, insieme a volti noti e meno noti delle istituzioni, come prefetti, sindacalisti, sindaci e magistrati. Mai come in questi mesi, quelle speranze di cambiamento, descritte sui media di tutto il mondo dopo la decisione ­ di Confindustria Sicilia prima e Confindustria nazionale poi ­ di mettere all' angolo gli imprenditori che non denunciavano pizzo e mafie, appaiono lontane, sotto assedio e a rischio. Il tessuto socioeconomico, lacerato dalla crisi, rende possibile a Cosa nostra regolare i conti con quegli industriali "visionari e folli" e con chi, nello Stato e nelle istituzioni, è dalla loro parte. Al prefetto di Caltanissetta Carmine Valente, ad esempio, è giunto un bigliettino contornato di fiori, con parole forti e minacce. E poi, banalmente, da ultimo è saltato il matrimonio cosche­politica­imprenditoria collusa, con la creazione dell' Irsap (l' Istituto regionale siciliano per le attività produttive) istituito nel 2012: 800 amministratori a casa senza essere rimpiazzati e con loro le ex aree di sviluppo industriale che per 30 anni hanno vissuto di collusioni e hanno chiuso la loro storia con un debito di circa 400 milioni, spremendo ogni tipo di intervento finanziario, costruendo cimiteri di cemento per la realizzazione di infrastrutture ed opifici spesso finalizzati per il mero raggiungimento degli affari illegali. Oggi l' Irsap è guidato da Alfonso Cicero, funzionario regionale nei confronti dei quali le minacce di morte sono continue, fortemente apprezzato da Confindustria Sicilia perché ha ripristinato la legalità all' interno delle ex Asi puntando il dito contro mafiosi e amministratori collusi. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016

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22 ottobre 2013 Pagina 22 <­­ Segue

Il Sole 24 Ore Politica Regionale

Eccoli alcuni motivi per cui la rivoluzione culturale di Confindustria e chi l' appoggia sono sotto assedio in Sicilia: Cosa nostra deve dimostrare che l' unica forza che conta per gestire l' economia, appianare i conflitti, creare equilibri e spostare poteri, è la sua. Il resto è sogno. O follia. E allora l' attacco contro i vertici imprenditoriali siciliani diventa diretto, sfrontato. Dopo una lunga pausa di richieste estorsive, ad esempio, Salvatore Navarra, nel consiglio direttivo di Confindustria Sicilia, nel corso del 2013 è stato sottoposto a richieste di pizzo nei territori di Caltanissetta, Palermo e Termini Imerese. Navarra ha collaborato con la magistratura e le forze dell' ordine facendo arrestare gli estortori varie volte e in diversi territori. Altra richiesta estorsiva è stata avanzata nei confronti di Gregory Bongiorno, presidente di Confindustria Trapani, a cui non giungevano più richieste di pizzo da anni. Il tentativo estortivo prevedeva in questo caso anche il pagamento degli "arretrati" a partire dal 2007, anno in cui furono interrotte le richieste di estorsione (casualmente, anno di istituzione del codice etico di Confindustria). Anche Bongiorno ha collaborato con l' autorità giudiziaria facendo arrestare i "taglieggiatori" della cosca di Castellammare del Golfo. È per questo che ieri lo Stato ha deciso di riunire il comitato per l' ordine pubblico e la sicurezza nazionale a Caltanissetta. «A Caltanissetta è scesa in campo la squadra­Stato al massimo livello, dal Procuratore nazionale antimafia ai vertici delle Forze dell' ordine, dai prefetti alle Dda, al Governo», ha detto il ministro dell' Interno Angelino Alfano, rispondendo a chi gli chiedeva se c' è il rischio che Cosa nostra alzi il tiro. «Non possiamo escludere ­ ha detto ­ che questo sia l' intendimento della mafia». Poi il ministro ha ribadito sostegno e vicinanza agli imprenditori, «a cominciare da Montante e Lo Bello che si sono ribellati al racket». E mentre si vocifera che un ingente quantitativo di tritolo gira nell' isola in attesa di fermare la ruota della legalità, l' esplosivo che sta intanto esplodendo in questi mesi e incendiando gli animi è la delegittimazione che può godere della regia di personaggi insospettabili, che poi in realtà, per chi conosce le cose siciliane, insospettabili non sono. La denuncia di questa campagna delegittimante arriva da un pulpito alto, in un' occasione pubblica. Il 17 settembre, infatti, il Comune di Chianciano Terme (Siena) ha messo sul proprio sito istituzionale foto e cronaca di un convegno sulle stragi di mafia del '92 che si era tenuto due giorni prima nella sala Fellini delle Terme e passato sotto drammatico silenzio a livello nazionale. «È in corso una campagna di delegittimazione da parte di centri di poteri occulti ­ dichiarò in quell' occasione il procuratore di Caltanissetta Sergio Lari ­ che mirano a screditare chi in Sicilia combatte con i fatti malaffare e mafia. Ci sono centri di potere, collegati sicuramente con le organizzazioni mafiose, che utilizzando nuovi mezzi di comunicazione come blog, social network o fantomatici giornali online e gettano sospetti e fango su chi l' antimafia la fa davvero, ovvero con i fatti. Hanno avviato una campagna di delegittimazione, oltre a proseguire con gli avvertimenti. Continuano ad arrivare buste con proiettili, croci ed altri messaggi inquietanti». Una campagna che non conosce timori, visto che alcuni pezzi "grossi" della politica, dell' economia assistita, dei colletti bianchi e della società siciliana si stanno schierando senza ritegno anche a colpi di comunicati stampa persino contro le decisioni assunte dalle prefetture e contro le azioni anticrimine delle Procure e della Guardia di finanza. Un' offensiva mai vista prima che deve spezzare idee rivoluzionarie di cambiamento ma che al contempo deve far "pagare" definitivamente a chi combatte nel nome dell' economia scevra dai tentacoli della piovra, la rivoluzione partita nel 2007. Le mafie hanno memoria lunga e non basta una vita per cancellarla. Servirebbe uno Stato. robertogalullo.blog. ilsole24ore.com © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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Gazzetta del Sud Comuni Tirrenici

Fari sui problemi cittadini in un incontro nei locali ex pescheria.

Il centrodestra si dà prospettive Coordinamento di Fratelli d' Italia La partecipazione alla vita politica e la condivisione delle problematiche locali sono alcuni tra gli obiettivi che il nuovo coordinamento cittadino del gruppo politico Fratelli d' Italia intende raggiungere per costruire «un nuovo centrodestra che sia punto di riferimento in questa "galassia" partitica». Il gruppo si è presentato alla cittadinanza domenica pomeriggio nei locali dell' ex pescheria in via Longo a Barcellona, facendosi promotore di una realtà politica che vuole essere presente fra la gente per raccogliere le testimonianze dei problemi della città, puntando, in particolare, a coinvolgere i giovani e avviare iniziative concrete all' interno dei quartieri barcellonesi. All' incontro, moderato dal giornalista Santi Cautela, hanno preso parte Santo Caliri, Antonio Aliberti, il consigliere comunale Tonino Sottile, il coordinatore provinciale Giuseppe Sottile, Sandro Pappalardo, tenente colonnello e candidato al Senato in Sicilia, Giovanni Villari, coordinatore provinciale Fratelli d' Italia Messina e Mario Coppolino, presidente della neonata associazione di promozione sociale "Aria Nuova". Comune a tutti gli intervenuti è lo spirito di rinnovamento del nuovo gruppo po litico fondato da Giorgia Meloni, Ignazio La Russa e Guido Crosetto, che deve impegnarsi affinché Fratelli d' Italia possa divenire «un riferimento per i cittadini di Barcellona che si riconoscono nel centrodestra», schieramento politico egemone per molti anni in quest' area della provincia. Oltre ad affrontare i temi e le battaglie che il movimento Fratelli d' Italia sta portando avanti a livello nazionale ­ pensioni d' oro, immigrazione, giovani ­ parte dell' incontro è stato dedicato all' analisi della situazione locale: il coordinatore provinciale e capogruppo consiliare di Fratelli d' Italia a Palazzo Longano, Giuseppe Sottile, ha, infatti, snocciolato una dopo l' altra le criticità economiche, sociali e politiche che l' amministrazione comunale di Barcellona non vuole, o non può, superare, dalla chiusura del Punto nascite al "Cutroni Zodda", passando per la zona industriale, definita «una fogna a cielo aperto per cui si aspetta un bando dalla metà del 2011 per l' assegnazione dei lotti» e la mancata consegna del Teatro Mandanici, al nulla di fatto, infine, per la creazione di un "Centro intermodale merci" nell' area indicata tra la contrada Coccomelli e la via Eolie. Al termine dell' incontro, è stata inaugurata la nuova sede del Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016

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gruppo politico in via Arcodaci (Piazza Trento).

Lucia Bartolone

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22 ottobre 2013 Pagina 34

Gazzetta del Sud Comuni Tirrenici

Il bando regionale finisce sott' accusa.

Cantieri di servizio, troppe restrizioni si rischia la beffa MILAZZO. Incredibile ma vero. L' opportunità occupazionale offerta dai cantieri di lavoro (o di servizi come vengono denominati) promossi dalla Regione rischia di trasformarsi in una grande beffa per i disoccupati in quanto i criteri fissati dall' assessorato regionale si stanno rivelando particolarmente restrittivi con la conseguenza che molte domande non potranno essere accolte dai vari Comuni per mancato rispetto dei requisiti. Il "caso" è venuto fuori a Milazzo, dove sono state già presentate una sessantina di istanze ­ il termine ultimo è il 15 novembre ­ ma dove almeno altrettante persone interessate o pronte a presentare il modello di partecipazione, si sono viste spiegare dagli uffici del Dipartimento servizi sociali che la loro situazione non era compatibile con le previsioni del bando. Eppure si trattava di disoccupati, di giovani che vivono assieme ai genitori, addirittura in un caso di un quarantenne, senza reddito, senza lavoro, che vive in una modesta casa, ma che ha dichiarato che il figlio minore ha un libretto a risparmio alle Poste con poche migliaia di euro. Sostanzialmente ­fanno rilevare al Comune, puntualizzando che il contenuto del bando è stato predisposto direttamente a Palermo dagli uffici regionali ­ sono tre le questioni rilevanti. Innanzitutto la partecipazione ai cantieri, pur tenendone conto, non è correlata alla sola disoccupazione/inoccupazione dei richiedenti ma viene connessa al nucleo e al reddito familiare. Per questa ragione molte persone più o meno giovani non possono partecipare al bando in quanto facenti parte di nuclei familiari con reddito superiore a quello previsto dalla Regione. Caso tipico quello del figlio disoccupato che vive coni genitori e che non ha dunque diritto a partecipare ai cantieri. Altro aspetto riguarda la casa. Se l' abitazione del nucleo familiare supera la rendita catastale di 200 euro, anche se non di proprietà del disoccupato, l' istanza verrà rigettata. Chi dunque vive coni genitori in una casa che non sia modesta, è pure penalizzato. Appare evidente a maggior ragione che né il richiedente, né i componenti della sua famiglia potranno avere proprietà immobiliari di qualsiasi genere e persino terreni agricoli. E rimarrà fuori anche il richiedente che pur senza lavoro, ha nel nucleo familiare persone titolari di patrimonio mobiliare (titoli di Stato, depositi bancari, azioni, obbligazioni, quote di fondi comuni, depositi postali). Insomma restrizioni ferree, anche oltre il dovuto visto che l' unica deroga è concessa per i buoni libro, gli assegni di maternità e nucleo familiare e le indennità di accompagnamento, che non vanno dichiarati. «La situazione è particolarmente delicata ­ spiega il sindaco Carmelo Pino ­ e auspico un intervento Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016

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Gazzetta del Sud Comuni Tirrenici

della Regione, magari con una circolare chiarificatrice, altrimenti i benefici di questa iniziativa, attesa da mesi per dare ossigeno a molte famiglie, sono pressoché nulli viste le restrizioni. Gli uffici quotidianamente mi relazionano sulle richieste di persone interessate che nell' apprendere l' impossibilità a partecipare al bando finiscono poi per accusare il Comune che invece è solo il terminal sul territorio. Infatti la normativa assegna ai nostri uffici il compito di verificare entro trenta giorni dalla presentazione delle istanze le domande di partecipazione regolarmente pervenute ed accertato il possesso dei requisiti redigere le graduatorie dei soggetti da ammettere nei programmi di lavoro una per ogni categoria. Una valutazione oggettiva legata solo alle disposizioni regionali, che ­ lo stiamo verificando ­ sono, lo ribadisco troppo limitative e così restando, andranno a coinvolgere solo un numero limitato di persone. Non credo fosse questo lo spirito del governo regionale». Il Comune di Milazzo ha presentato ben 14 progetti riguardanti interventi riconducibili a compiti istituzionali dell' ente come la manutenzione stradale e dei marciapiedi, attività di custodia, pulizia giardini, decoro urbano e, fatto sicuramente nuovo, il settore dei servizi sociali. La legge infatti prevede la presentazione di progetti per «attività di accudimento alle persone anziane e ai diversamente abili. Ogni cantiere prevede l' impiego di dieci persone.

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Giornale di Sicilia (ed. Messina) Comuni Tirrenici

PACE DEL MELA. Interventi dimessa insicurezza.

Contributi del Comune per le opere antisismiche ...Il comune pacese, con un avviso pubblico, ha informato la cittadinanza di aver predisposto interventi strutturali di rafforzamento locale o di miglioramento sismico. L' area comunale, come anche quella dell' intera Valle del Mela, e di buonissima parte della provincia di Messina, è ad elevato rischio sismico egli interventi simili mirano ad innalzare il livello di sicurezza. L' opera di prevenzione sismica è attuata inottemperanza all' articolo 14 dell' Ordinanza del Capo della Protezione Civile numero 52/2013, che disciplina contributi "per interventi di prevenzione del rischio sismico", relativi all' annualità 2012. Nell' avviso pubblico firmato dal sindaco Pippo Sciotto si fa riferimento alla possibilitàperi cittadini di Pace del Mela di richiedere un "contributo per interventi strutturali di rafforzamento locale o di miglioramento sismico". La stessa richiesta potrà, eventualmente, essere avanzata per "la demolizione e la ricostruzione di edifici privati, secondo i dettami dell' Ordinanza del Capo della Protezione Civile succitata". "La richiesta di contributo ­spiega l' avviso ­dovrà essere redatta, a pena di esclusione, secondo la modulistica riportata nell' allegato 4 alla OCDPC 52/2013 e dovrà pervenire, presso il comune di Pace del MelaArea 4 Manutentiva ­ 5° Servizio­ Protezione Civile, Piazza Municipio 37, entro il termine di 60 giorni dallapubblicazione del presente bando".

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Gazzetta del Sud Comuni Tirrenici

Il mese scorso il disco verde ministeriale, la mancata intesa coni sindacati ha bloccato tutto.

L' accordo saltato con Bonina L' amarezza degli ex Carrefour Impossibile l' immediato riassorbimento dei 104, ma serve una via d' uscita. Un fulmine a ciel sereno per gli ex dipendenti del Carrefour apprendere che la trattativa con l' imprenditore Immacolato Bonina è quasi saltata. Il mese scorso il via libera del ministero dello Sviluppo economico era stato accolto con soddisfazione dalle maestranze che non immaginavano che la mancata definizione dell' accordo con i sindacati potesse complicare ogni cosa sino a renderla quasi irrealizzabile. Oggi, anche se Bonina ha ribadito che la questione resta aperta, il futuro occupazionale di queste 104 persone sembra nuovamente davvero buio e le porte dell' ipermercato di contrada Faraone potrebbero non riaprirsi più. E così molti di loro hanno deciso di sollecitare le istituzioni ed in particolare gli amministratori dei due Comuni interessati (Milazzo e San Filippo del Mela), a sostenere la vertenza. «Senza voler entrare nel merito ­ affermano ­ del rapporto tra nuova azienda e sindacati, ci chiediamo se sia giusto in questo particolare momento». La preoccupazione scaturisce dal fatto che anche stavolta tutto si è bloccato nel momento in cui c' era da pianificare il reintegro dei lavori ex Gdm, troppi per il gruppo Bonina per essere inseriti immediatamente. Da qui l' idea di un inserimento graduale. Una soluzione che però non ha convinto le organizzazioni sindacali. L' intervento del ministero è scaturito in considerazione del fatto che per concludere positivamente la cessione della vecchia azienda era indispensabile anche trovare l' accordo sulla collocazione dei lavoratori. Tempi dunque incerti per rivedere l' ipermercato milazzese aperto. Giova dire al riguardo che sempre nella struttura di Faraone i negozi all' interno del "Centro Commerciale Milazzo" continuano a rimanere (lo sono sempre stati) regolarmente aperti. «Se salta Bonina occorrono altre soluzioni immediate ­ concludono amareggiati i lavoratori ­ perché non si può pensare che la cassa integrazione sia il miglior risultato, ignorando che per 104 padri di famiglia il futuro si prospetta tutt' altro che roseo ed il rischio concreto è andare ad ingrossare il già ricco bacino dei cassintegrati di lungo corso, senza speranze. Anche perché oggi quando perdi il lavoro non lo ritrovi più», è l' opinione comune espressa da questi lavoratori. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016

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Gazzetta del Sud Comuni Tirrenici

Una frase, quest' ultima, che trova conferma non solo nelle statistiche ma nella situazione di stasi assoluta che si registra in questo comprensorio e che ha obbligato molti giovani a fare gli emigranti per poter trovare uno straccio di lavoro: la storia che si ripete a distanza da decenni. E ciò non accadeva dagli anni Sessanta. «Mio figlio si è laureato tre anni fa ­ afferma Nicola Parisi ­ e dopo aver fatto il pizzaiolo per 10 mesi pur di mettere qual che euro in tasca, è stato costretto a licenziarsi. I proprietari del locale volevano farlo lavorare solo nel fine settimana. Una doppia umiliazione. È andato a Milano a trovare qualcosa». In realtà pizzerie e ristoranti hanno avuto una netta diminuzione delle presenze e fanno ruotare il personale per diminuire le spese. Ovviamente trattandosi di consumi voluttuari si tende a contrarli. «Attraversiamo un momento molto triste ­ afferma un commerciante di abbigliamento­. I nostri prodotti sono considerati voluttuari e la gente rinuncia a comprarli in questo momento di crisi». Ma, a sorpresa, in questo 2013 stanno soffrendo molto anche i supermercati, specie quelli a gestione familiare, e che si occupano del settore ortofrutticolo, dove si è registrato un continuo aumento dei prezzi. «Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno le vendite sono diminuite del 30 per cento ­ afferma Rosanna, titolare di un piccolo supermercato ­. Gli scontrini emessi sono aumentati del 15 per cento ma il fatturato è diminuito, segno che la gente viene più spesso da noi ma acquista una minore quantità di prodotti. Non credo comunque che sia un problema di ipermercati, è un problema di carenza di soldi». Ed in effetti col lavoro che manca, basta poco per trasformare una normale famiglia in indigente e in molti confidano ancora nel sostegno dei genitori o nella pensioncina dei nonni.i.

Giovanni Petrungaro

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22 ottobre 2013 Pagina 21

Giornale di Sicilia (ed. Messina) Comuni Tirrenici

CONTI PUBBLICI. Turisti e pendolari pagheranno una mini ­tassa da 50 centesimi per compensare i costi dei servizi al porto.

Un «ticket» per raggiungere le Eolie Sarà versato al Comune di Milazzo Il sindaco Carmelo Pino: il contributo ci consentirà di apportare migliorie nel periodo estivo quando il flusso dei passeggeri richiede servizi maggiori ...I pendolari e i turisti per imbarcarsi nel porto di Milazzo pagheranno un ticket di 50 centesimi. L' amministrazione comunale mamertina vuole istituire una tassa che possa in parte controbilanciare i costi che da sempre la città sostiene perla sua posizione privilegiata quale porta naturale delle isole Eolie. Un contributo irrisorio che dovrebbero pagare tutti coloro che prendono nave ed aliscafo per raggiungere le Isole ad esclusione dei residenti di Milazzo e delle Eolie. Un supplemento al biglietto di 50 centesimi con le compagnie di navigazione che dovrebbero poi versare le somme all' Ente. "Un piccolo contributo ­ spiega il sindaco Carmelo Pino ­ che certamente ci consentirà di apportare migliorie soprattutto nel periodo estivo quando il flusso dei passeggeri richiede opportuni servizi legati al traffico. E' notorio che tutti gli oneri, dalla disciplina della viabilità alla manutenzione e pulizia delle strade di collegamento al porto, sino ad oggi, sono stati a totale carico dei nostri concittadini. Ritengo quindi che un piccolo contributo non determinerà conseguenze negative mentre per le casse dell' Ente rappresenterà una nuova entrata extra tributaria "vincolata" a migliorare l' accoglienza di chi transita nel nostro porto". "Credo che nessuno ­ aggiunge l' assessore alla viabilità e alle finanze, Pippo Midili ­possa mettere in discussione il fatto che nel corso degli anni si è registrato sempre un maggiore incremento del movimento di merci e passeggeri con autovetture e mezzi pesanti da e per le isole, così che la nostra città ha subito una maggiore penalizzazione anche in termini di inquinamento. Da evidenziare inoltre l' aspetto viario soprattutto nel tratto che dalla A20 porta all' imbarco e basta leggere alcune voci di bilancio per comprendere quanto si spenda annualmente per garantire la presenza dei vigili da aprile ad ottobre nella cortina del porto, tra indennità varie, ma anche perla manutenzione delle strade usurate dal transito dei mezzi pesanti (via XX Luglio, via Gramsci, via Tonnara, via dei Mille). Questi introiti ci consentiranno di coprire i costi che sino ad oggi sono gravati sul bilancio comunale e migliorare i servizi Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016

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Giornale di Sicilia (ed. Messina) Comuni Tirrenici

sia per i turisti che per la nostra comunità". (*AlA*)

Angelo Laquidara.

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22 ottobre 2013 Pagina 35

Gazzetta del Sud Comuni Tirrenici

T. VIGLIATORE.

Arredo urbano, premio nazionale mune di Terme Vigliatore ha riconfermato i suoi "tre fiori", primeggiando alla manifestazione nazionale dei comuni fioriti, che si è svolta domenica 13 ottobre scorso, a Savigliano, in provincia di Cuneo. È l' ennesimo importante traguardo per il comune tirrenico, rappresentato, per questo evento, dall' assessore alla Politiche agricole, Tonino Giambò. Terme Vigilatore ha dunque ottenuto "tre fiori", un riconoscimento per quei comuni che raggiungono una fioritura di quantità e qualità tali da sorprendere e stupire il visitatore. L' assessore Giambò, in questa occasione, ha voluto ringraziare il gruppo degli operatori al verde, che tutti i giorni dell' anno si prodiga per mantenere il territorio comunale all' altezza della situazione. Un altro ringraziamento particolare lo ha rivolto anche ai cittadini, che, con la loro collaborazione e sensibilità al verde, hanno reso possibile questo risultato. «Ora l' attenzione sarà rivolta al prossimo anno», ha dichiarato l' assessore Giambò, e già sono in cantiere altre iniziative per raggiungere obiettivi ambiziosi, per ottenere il massimo riconoscimento dei "quattro fiori". 4(m.n. )

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22 ottobre 2013 Pagina 16

Gazzetta del Sud Sport

PROMOZIONE ALLARME ROSSO PER VILLAFRANCA, RIVIERA E GHIBELLINA.

Milazzo centra il tris e continua la gran rimonta Ciappazzi furiosa, Torregrotta risorge nel derby PATTI. Milazzo e Santangiolese a passo di carica, il Torregrotta c' è, "rabbia" Ciappazzi e Mamertina. In Promozione, turno quello appena andato in archivio, tutto sommato, senza grosse sorprese, ma, con tante conferme e tante reti (si è segnato su tutti i campi). Partiamo dalla vetta. La capolista Sporting Taormina ha osservato il suo turno di riposo ed è stata agganciata al comando, come era prevedibile, dalla forte Castelbuonese che è passata con facilità sul campo del Ghibellina. I messinesi non hanno nulla da rimproverarsi, ce l' hanno messa tutta, ma, di fronte avevano una formazione palermitana che è di un altro tasso tecnico. Non si ferma il Milazzo che prosegue nella sua splendida rimonta e centra la terza vittoria di fila. Stavolta a cedere ai mamertini di Accetta è stato il Pistunina che ha giocato una gran bella gara, ma, è stato trafitto su palla inattiva. Non conosce avversari la sempre più sorprendente matricola Santangiolese che continua a vincere e convincere e merita grande ammirazione da parte degli addetti ai lavori. Ad arrendersi all' undici di Palmeri è stata la Fiumefreddese. Travolto il Riviera Messina Nord che cede di schianto a Castelbuono, recitando la parte della vittima predestinata, mentre, "risorge" il Torregrotta. I rossoblu di Borelli si aggiudicano con grande autorità il derby di Villafranca ed escono fuori dal tunnel di una crisi che poteva essere pericolosa. Invece, Sciliberto e compagni hanno reagito bene al momento negativo e sono tornati a fare bottino pieno con merito. "Rabbia" Ciappazzi e Mamertina, entrambe beffate. La Mamertina è costretta alla resa all' 87' e perde anche la quarta posizione, ma, grandi meriti vanno alla neopromossa Sinagra che si fa valere, con i ragazzi di Ioppolo che ci credono fino alla fine e vedono premiati i loro sforzi. Davvero assurdo quanto accaduto, invece, alla Ciappazzi. La squadra di Terme Vigliatore perdeva 1­0 fino all' 85' sul campo del Randazzo ed era in 10 uomini. Poi, un "mostruoso" Tonino Leone, con una splendida doppietta in pochi minuti ribaltava il risultato 1­2 al 94'. Ma, l' arbitro "decideva" di prolungare il match a tempo indeterminato e gli etnei pareggiavano al 98'. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016

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22 ottobre 2013 Pagina 16 <­­ Segue

Gazzetta del Sud Sport

Dire di una Ciappazzi "furiosa" al triplice fischio, è dire poco. In coda, mestamente le tre messinesi Villafranca, Riviera e Ghibellina. Se non si daranno una "mossa" sono già le maggiori indiziate alla retrocessione.i (s.a. )

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21 ottobre 2013

Stretto Web Sport

Under 21, il Citta' di Villafranca (Me) crolla nel finale (FOTO) Seconda battuta d’arresto consecutiva per il Città di Villafranca nel campionato Under 21. La squadra allenata da Gianluca Piscardi è stata sconfitta per 5­6 dal Sant’Isidoro al PalaRescifina di Messina, al termine di un match rocambolesco. I tirrenici, dopo aver condotto per larghi tratti la sfida, sono calati alla distanza, come avvenuto una settimana prima ad Acireale, gettando via un successo che a 2’ dalla conclusione sembrava praticamente in cassaforte. L’avvio è tutto dei padroni di casa che sbloccano il risultato all’8’ per merito di Russo. Dopo una favorevole occasione sprecata sull’altro fronte da Cannata, il Città di Villafranca raddoppia con Minissale al 16’, liberato al tiro da Porcino. Tra gli ospiti viene quindi espulso il portiere Maggio, reo di aver toccato il pallone con le mani fuori area per sventare un tentativo di Piccolo. Nocera e compagni, però, non approfittano del periodo trascorso in superiorità numerica e successivamente subiscono, al 6’, il 2­1 ad opera di Pisciotta. Non c’è un attimo di sosta e il Città di Villafranca triplica con Maisano all’8’, ma vede il Sant’Isidoro ritornare subito in scia per effetto del gol siglato da Sapienza un minuto più tardi. Quando lo stesso Maisano firma il 4­ 2 sembra davvero fatta per la formazione di Piscardi che, invece, anche per una panchina ridotta, cede sotto il profilo fisico. Negli ultimi due minuti di gioco, così, gli ospiti vanno a segno quattro volte, fallendo anche due tiri liberi. A capovolgere incredibilmente le sorti dell’incontro ci pensano Gullo, Di Salvo (doppietta) e Castronovo, il quale deposita in fondo al sacco approfittando della porta sguarnita con gli avversari protesi in avanti. Praticamente a tempo scaduto Piccolo accorcia le distanze, fissando il punteggio sul definitivo 5­6.images 3 Sconfitta dura da digerire per il Città di Villafranca che resta a quota 3 in classifica, mentre il Sant’Isidoro balza a 6. Mercoledì 23 ottobre, alle ore 19, le due squadre si ritroveranno nuovamente di fronte nel turno preliminare della Coppa Italia di categoria. Teatro, questa volta, il Palasport “Salvatore Cavallaro” di Villafranca Tirrena, pronto ad ospitare il primo e storico incontro ufficiale della società del presidente Giacomo Picciolo nell’impianto di casa. (Messina, 21 ottobre 2013) Il tabellino: Città di Villafranca­Sant’Isidoro 5­6 (primo tempo 2­0) Città di Villafranca: Zema, Porcino, Smedile, Maisano, Minissale, Russo, Piccolo, Nocera, Sotgiu, Puglisi S., Rinaldi. All. Piscardi. Sant’Isidoro: Cuparello, Gullo, Filicicchia, Fricano, Di Salvo, Chiello, Pisciotta, Sapienza, Cannata, Scianna, Castronovo, Maggio. All. Conti Guglia Arbitro: Vincenzo Brischetto di Acireale. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016

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21 ottobre 2013 <­­ Segue

Stretto Web Sport

Cronometrista: Pasquale Caruso di Messina. Marcatori: 8’ pt Russo (CDV), 16’ pt Minissale (CDV); 6’ st Pisciotta (S), 8’ st Maisano (CDV), 9’ st Sapienza (S), 15’ st Maisano (CDV), 18’ st Gullo (S), 18’ e 19’ st Di Salvo (S), 19’ st Castronovo (S), 20’ st Piccolo (CDV). Note: espulso Maggio (S) al 19’ pt. I risultati della terza giornata del campionato Under 21 girone Z: Augusta­Sporting Peloro Messina 7­1 Fata Morgana­Futsal Melito 3­7 Cataforio­Acireale 3­4images Città di Villafranca­Sant’Isidoro 5­6 Catania C5­Catanzaro C5 11­5 Ha riposato il Kroton C5 Classifica: Acireale 9, Futsal Melito 7, Sant’Isidoro 6, Catania C5 4, Catanzaro C5, Augusta*, Città di Villafranca, Sporting Peloro Messina, Cataforio 3, Fata Morgana, Kroton C5 0. * tre punti di penalizzazione

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