appuntamenti, incontri e attualità trentina
ANNO XXVIII N. 344
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OTTOBRE 2020
IL CINEMA IN TRENTINO
GIÙ LE LUCI, SI RICOMINCIA!
IL MATRIMONIO DEL MESE
GEMMA BERTAGNOLLI
METTI UNA GEMMA ALL’OPERA LE “CORALLE” SI CONFESSANO
“Siamo tutti campioni”
«CARI DIARI, VI SCRIVIAMO»
IL 9, 10 E 11 OTTOBRE SI SVOLGERÀ L’ATTESA TERZA EDIZIONE DEL “FESTIVAL DELLO SPORT” ARRIGO PISONI
A CAVALLO DELLA VIGNA E DEL... LEGNO LE INCHIESTE DI ANDREA TOMASI MIPA/NORD-EST/217/2020
C’È CHI DICE “NO”
12 PAGINE A TEMA
CLAMOROSO, AL MUSE! ORA È UFFICIALE: SIAMO NATI 233 MILIONI DI ANNI FA
LUCIANA GRILLO A TAVOLA CON TUTTI I NOSTRI RICORDI
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giorni di stagione sciistica
Foreste colorate e cime innevate In Val Senales l‘autunno mostra il suo lato migliore con un cielo dal blu intenso, l‘aria limpida e salubre che permette relax e riposo. Lentamente la natura si prepara ad accogliere l‘inverno. Le foreste cambiano colore con calde tonolità di giallo e rosso e le cime delle montagne si vestono di bianco. L’area sciistica, al confine fra Austria e Italia, è un vero paradiso per gli amanti degli sport invernali. In pochi minuti la funivia vi trasporta fino a 3.212 metri da cui si gode un panorama mozzafiato. Da settembre a maggio le condizioni per sciatori, snowboarder e fondisti sono ideali e c’è cer-
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tezza d’innevamento. La vasta gamma di piste perfettamente preparate soddisferanno le esigenze dei vacanzieri più attivi e delle famiglie. La funivia porta gli ospiti direttamente all’hotel più alto d’Europa, il Glacier Hotel Grawand a 3.212 metri. Dalle finestre delle 36 camere il panorama godibile è fantastico, si possono vedere le vette dell’Ötztal in Austria, delle Dolomiti del Brenta in Trentino così come il maestoso Ortles (3.905 m) e le alte cime della Svizzera. Nel bar e ristorante, potrete viziarvi con drink deliziosi e prelibatezze pronte in pochi minuti.
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RING di Silvia Tarter
verde ostinato THINK GREEN: MARIANNA MOSER: L’IMPEGNO POSITIVO PER UN FUTURO PIÙ PULITO
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a più rumore un albero che cade di una foresta che cresce. Quante volte abbiamo sentito questa frase? Eppure oggi voglio parlare della foresta che cresce, ovvero di chi, con determinazione, coerenza e passione si impegna per piantare, metaforicamente, i semi per un futuro più sostenibile. È la storia di Marianna Moser, una perginese 37enne impegnata da anni a promuovere un’educazione alla sostenibilità attraverso innumerevoli attività. “Credo nell’ambiente, è la mia missione di vita” è il suo motto. Un’affermazione carica di volontà e motivazione, caratteristiche che, a dire il vero, talvolta mancano in tanti discorsi pronunciati da chi si occupa di ambiente e sostenibilità. Al di là delle parole, l’esperienza di Marianna è una prova concreta di questa sua missione verde: dopo gli studi e le esperienze all’estero – Anversa, Dublino, Londra – e il servizio civile all’ufficio ambiente del comune di Trento, infatti, undici anni fa ha avviato l’associazione H20+, che propone una serie di attività di sensibilizzazione ambientale rivolte alle scuole trentine, dalle elementari alle superiori. Si occupa inoltre di iniziative legate alla sostenibilità nell’ambito di Pergine Festival e Aria Teatro. Alcuni dei suoi progetti, come ad esempio “Vanessa, la eco-vigilessa” – un’attività rivolta ai bambini che imparano così a “multare” alla rovescia gli adulti che rispettano l’ambiente – hanno ottenuto dei riconoscimenti, locali ed europei, e sono stati richiesti anche fuori regione. Ma non finisce qui. Ultimamente, Marianna ha collaborato con il Vaia Team, il gruppo di ragazzi che ha ideato il Vaia Cube, una cassa acustica, che funge allo stesso tempo da porta smartphone, utilizzando il legno degli abeti rossi schiantati nella terribile tempesta di due anni fa, volando fino a Bruxelles per presentare l’idea al Parlamento Europeo. Un’idea in fondo semplice ma che ha avuto un’inaspettata risonanza. Marianna ci racconta infatti che il progetto è piaciuto, oltre che per la sua funzionalità, per ciò che simbolicamente rappresenta: amplificare l’impegno per un futuro più pulito, diffondere, attraverso 6
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il legno sonoro delle foreste trentine, un messaggio di bellezza, di speranza di ottimismo. Far capire che anche dalla distruzione, da una catastrofe come quella che si è abbattuta anche sui nostri boschi, si può ripartire e si possono creare cose belle e utili. Per di più in un’ottica di economia circolare, riutilizzando creativamente ciò che era destinato a diventare maceria. Ora la nostra dinamica Marianna è impegnata anche su nuovi fronti e in particolare punta a creare un network tra Trentino e Bruxelles, dove ha parecchi contatti anche tra le istituzioni, per dar vita ad altre iniziative. Insomma, questa ragazza ci insegna a sognare in grande. E ci dà un esempio di coerenza, impegnandosi nella sua battaglia da oltre dieci anni, quando ancora il tema del climate change non era ancora diventato un riferimento pressoché quotidiano nei notiziari. Il suo è un impegno che unisce, che genera nuove reti, superando i confini. Perché una sfida così grande come quella della lotta al cambiamento climatico si può affrontare solo così: insieme, con proattività. In primis però occorre partire dall’educazione. Conoscere e acquisire consapevolezza è il primo passo da compiere. A ciò devono poi seguire azioni concrete. Quella della sostenibilità, come sta dimostrando la nostra brillante perginese, può diventare poi una vera e propria strada professionale, e offrire tante, tantissime possibilità per le giovani generazioni oggi spesso in situazioni di precarietà lavorativa e che oltretutto UN’IDEA IN FONDO vivranno in prima persona gli effetti dei SEMPLICE MA cambiamenti climatici, CHE HA AVUTO più intensamente UN’INASPETTATA rispetto a chi li ha RISONANZA preceduti. Molti di loro probabilmente faranno lavori che ancora vanno inventati. Intanto però la richiesta di lavori verdi già c’è. Negli ultimi 15 anni infatti in Europa la domanda di green jobs è cresciuta del 49%. E l’Italia, stando ai dati forniti da un’indagine recente compiuta attraverso il social network LinkedIn, è uno dei paesi migliori dove intraprendere un lavoro sostenibile. Occorrono però idee chiare, tanta volontà e un approccio positivo verso il futuro. Marianna ci insegna che va ribaltata la prospettiva e una situazione indubbiamente critica come quella del climate change può dar vita anche a molte opportunità. In mezzo a tante storie negative che ci vengono raccontate ogni giorno, dovremmo quindi cercare più storie come quelle di questa ragazza, testimonianze di persone la cui vivace intelligenza viene applicata in attività che hanno a cuore il bene della nostra casa comune, la Terra. Perché l’esempio positivo genera energia positiva, desiderio di coinvolgimento ed emulazione. Brava Marianna, avanti così, continua ad educare giovani che a loro volta educheranno altre persone e a mettere in circolo l’energia più sostenibile e potente che ci sia, quella della nostra forza di volontà.
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RING di Pino Loperfido
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LA LETTRICE FEDELE CHE, PRIMA DI ANDARSENE, VOLLE INSEGNARCI LA GIUSTA DISTANZA
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n giorno in redazione giunse una lettera. La vidi passare di mano in mano. Di chiunque la leggesse mi divertivo a studiare l’espressione di meraviglia che gli si formava sul viso. La cosa cominciò a solleticarmi la curiosità. Il Direttore scese dal piano di sopra e si lamentò della cagnara. Chiese che cosa stesse succedendo e si fece passare la lettera. Quindi la lesse attentamente. Anche l’espressione del suo volto cambiò più volte, come se quanto andava leggendo gli stesse rovistando qualcosa nelle zone più profonde dell’anima. Alla fine, coprendosi il volto con una mano, si accasciò su una sedia. Stava piangendo. In tanti gli si fecero attorno, provando a fargli coraggio. Alcuni sussurrandogli qualcosa all’orecchio, altri dandogli delicate pacche sulle spalle. Altri non resistettero alla commozione. Io non mi mossi di un solo centimetro. Restai lì pietrificato da tutte quelle lacrime, dalla strana atmosfera che si stava formando in quegli uffici. Pensai che il contenuto di quella missiva doveva avere una definitività tale da meritare l’attenzione di tutti, perfino la mia. Tuttavia ancora non mi muovevo. Non mi sentivo pronto ad affrontare la lettura, così come tutti gli altri avevano già A SCRIVERE ERA UNA fatto, subendone le conseguenze. NOSTRA ABBONATA
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STORICA. AVEVA GIÀ 70 ANNI NEGLI ANNI NOVANTA, QUANDO AVEVAMO COMINCIATO
Dovevo aspettare pazientemente il mio turno, il momento giusto per affacciarmi sulla rivelazione che ci stava sconvolgendo la giornata. A volte il modo migliore per proseguire è guardarsi alle spalle. Provai allora a rifare con la mente il cammino di tutti quegli anni. Tutte le parole, i successi, gli scontri, le incomprensioni, gli insuperabili momenti di empatia e di condivisione, e poi il lavoro, le cose fatte, l’impronta – piccola o grande che fosse – lasciata nella storia di ogni giorno. Aiutai il Direttore ad alzarsi, gli diedi un bicchiere d’acqua e lo feci accomodare su un divanetto. “Su, su”, gli dissi. “E che sarà mai?! Cosa diavolo c’è scritto su questo benedetto foglio?!” chiesi. Lui scosse il capo da destra a sinistra. “È finita”, disse sorridendo. “Adesso si è chiusa un’epoca. Il momento è arrivato per davvero”. Non so perché, ma erano parole che sentivo di non poter accettare. Mi adirai con lui, nonostante fosse lui stesso a 8
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RING comandare lì dentro. “La smetta!”, gli intimai, alzando la voce. Quindi mi rivolsi ai presenti: “E voi tutti, piantatela per favore! Facciamola finita con questo scherzo! Datemi questo maledetto foglio!”, ordinai. Era stato piegato accuratamente in quattro. Lo aprii e cominciai a leggere. A scrivere era un’anziana signora, una nostra abbonata storica. Diceva di aver sempre seguito con grande attenzione il nostro lavoro, sin dagli inizi. Con quella lettera voleva ringraziarci perché – proprio così scriveva – con il nostro lavoro eravamo riusciti, in tutti quegli anni, a dare un senso diverso al suo esistere. Non perché il nostro lavoro avesse una qualche prerogativa intellettuale o fornisse un’agenda al pensiero o un orientamento culturale, ma proprio per l’esatto contrario: perché – pur inseguendo una buona qualità – non aveva avuto la pretesa di farlo. Insomma, in tutti quegli anni, lei ne aveva percepito la bontà. E questo le bastava. Da cosa l’aveva capito? Qui la lettera si faceva ancora più intima e personale. La signora confessava di abitare dall’altra parte della strada, giusto nel palazzo di fronte alla redazione. Aveva già 70 anni negli anni Novanta, quando avevamo cominciato, e da allora ci aveva seguito con grande curiosità ed interesse. Invalida e costretta in casa, tutte le mattine ci vedeva arrivare in redazione, uno per uno. Aveva imparato addirittura a riconoscere le automobili di ognuno. Le sue giornate le iniziava facendo due cose: mettendo su il caffè e scostando le tendine, per verificare chi fosse già arrivato in ufficio e chi ancora no, segnandosi magari chi quel giorno non sarebbe venuto, perché ammalato o impegnato altrove. Poi se ne stava lì, a sorseggiare il suo caffè e a pensare a noi che stavamo dentro le quattro mura là di fronte, a battere i tasti dei computer o a parlare al telefono. Non riusciva a spiegarsi bene il perché, ma – diceva sempre nella lettera – la faceva stare così bene saperci tutti lì a scrivere, a preparare la rivista che a fine mese avrebbe avuto a disposizione sul tavolo della sua cucina. La lettera diceva così: «Grazie a tutti voi! Grazie per il lavoro che con precisione ed efficacia avete fin qui svolto. La vostra rivista mi ha fatto compagnia fin dal 1991, quando ho dovuto lasciare la mia amata terra d’origine, in Sudamerica. È stato proprio grazie ai vostri articoli, alle rubriche che ho potuto imparare l’italiano, comprendere meglio la cultura di questo territorio, la sua storia, la complessità che un po’ ricordava la mia perduta patria. Grazie a voi ho imparato ad amarla questa terra: la terra dove il destino mi aveva portato a vivere. Una terra bellissima e, soprattutto, libera. Ed io amo così tanto la libertà... E vi vorrei raccontare brevemente anche il perché. Quando ero piccola, al mio Paese abbiamo dovuto subire molti soprusi ed umiliazioni. La nostra piccola nazione era governata da un dittatore feroce e senza scrupoli, che disponeva delle nostre vite in modo spietato. Lo fece per molti anni, senza che il Governo disponesse di un’opposizione. Ogni tentativo di protesta veniva puntualmente represso nel sangue. Ci facemmo
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l’abitudine. Finché un giorno al palazzo del Presidente arrivò una lettera. L’aveva scritta una bambina di 9 anni. Era una favola che – come tante altre – parlava del bene e del male. In questa però non c’erano cavalieri, principesse ed orchi, bensì lavoratori. Per descrivere e assegnare una morale rispetto al bene e al male, quella bambina aveva scritto del lavoro. Non un lavoro in particolare, ma “il” lavoro, come attività capace di dare un senso alla vita delle persone. Diceva che non basta lavorare per essere uomini e donne: occorre che il lavoro FINCHÉ UN GIORNO fatto sia “buono”. AL PALAZZO DEL Tutto quello che c’è nel mondo si divide PRESIDENTE ARRIVÒ tra frutti di un lavoro UNA LETTERA. ERA “buono” e scorie di UNA FAVOLA... un lavoro “cattivo”. Insomma, era una fiaba bellissima, che lasciò il feroce dittatore senza parole per lunghi giorni. Pare che smise anche di mangiare e di dormire, tanto ne restò sconvolto. Al punto che dopo 7 giorni, senza dare altre spiegazioni, indisse pubbliche elezioni, rimettendo il mandato davanti al Parlamento, e chiedendo scusa in diretta televisiva per le nefandezze avvenute sotto il suo regime. Devo confessarvi un’altra cosa – o forse lo avrete già capito: quella bambina ero io. E se ho voluto raccontarvi questa storia è perché voglio dirvi che il vostro è stato un lavoro “buono”. Mi avete aiutata ad essere quello che sono, a vincere la dittatura della noia e allo stesso tempo la deriva dell’intellettualismo. La giusta distanza, ecco. Mi avete insegnato la giusta distanza. Grazie, dunque, a tutti voi! E addio!» Alzai gli occhi e mi accorsi che ognuno era tornato alle sue attività. Nessuno sembrava più badare a me e alla misteriosa lettera. Allora, lo sguardo portò la mia attenzione al di là della strada, al portone del palazzo di fronte. C’era movimento, alcune persone si indaffaravano a spostare qualcosa di scuro. Uscii dalla redazione e mi avvicinai. Lessi il mittente e cercai quel cognome sul citofono. Schiacciai il pulsante corrispondente a quel nominativo senza pensare troppo a cosa avrei mai potuto rispondere. Attesi qualche secondo. Pigiai una seconda volta. Passò un minuto, quindi due. Non rispondeva nessuno. Uno degli uomini mi chiese allora se stessi cercando qualcuno. Gli mostrai la busta, ed il nome del mittente. Quello mi fece uno strano sorriso, e mi indicò il manifestino che avevano appena affisso all’entrata del palazzo. Lo lessi: Dolores G. di anni 98 era deceduta tre giorni prima, serenamente, munita dei conforti religiosi e dell’affetto dei suoi cari. Un brivido mi corse lungo la schiena. Il Direttore e tutti gli altri colleghi – giornalisti, amministrativi, addetti alla diffusione, impaginatori – stavano osservando muti la scena da dietro la vetrina. Da quel momento in poi qualcos’altro ci avrebbe accomunati. Forse quella punta di orgoglio che, piano piano, ci stava gonfiando il cuore.
di Tiziana Tomasini
a mali estremi RAGAZZI, TOCCA A VOI, È ORA DI CRESCERE E DI DARSI DA FARE!
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ra da tempo che volevo farlo. Ma poi succedeva sempre qualcosa – un ospite, una visita calendarizzata, un’ultima fuga al lago – che rivoluzionava i programmi di fine estate. E poi l’età non era giusta. Invece quest’anno, girata la boa del Ferragosto e dell’anagrafica, ho deciso di organizzare il tutto e procedere con le ricerche. Decine di telefonate, con la stessa laconica risposta: ”Siamo già a posto, mi dispiace!” Dopo aver disseminato annunci ovunque stavo per arrendermi, quando vengo contattata da ben due interlocutori disposti ad accogliere la mia richiesta. Ci siamo! Questa volta riesco a sistemarli. Il primo a partire è il sedicenne. Lui è entusiasta: sarà con un amico e si fermeranno per due settimane abbondanti, con rientro al fotofinish prima della scuola. Cominciano subito a fare le valigie e i conti di quanto andranno a realizzare, togliendosi con la fantasia tutti quegli sfizi che un comune genitore non può continuamente soddisfare. Alloggeranno in un piccolo appartamento e dovranno essere autonomi su tutto, anche in quelle faccende domestiche di cui, in casa propria, sono spesso solo spettatori. Sospese temporaneamente tutte le consuete attività ricreative: vita notturna, fast food, bivacchi sui prati del Muse, tanto per citarne alcune. Sveglia puntata alle 7, ritrovo RASSICURO IL alle 7.20 e via fino al TITOLARE DICENDO mezzogiorno. Si riprende alle 13 e si tira fino alle CHE I DUE RAGAZZI 17. Rassicuro il titolare SONO ABITUATI dicendo che i due ragazzi ALLA FATICA... sono abituati alla fatica: entrambi hanno praticato sport molto impegnativi dal punto di vista fisico. Certo, non è la stessa cosa. I primi giorni sono durissimi, il resoconto telefonico non lascia dubbi: dolori ovunque ma soprattutto male alle braccia. E una stanchezza incredibile, alle dieci di sera sono già nel mondo dei sogni. Benissimo, quello che ci voleva! Abituati ad ogni tipo di confort, molti ragazzi di oggi non conoscono la fatica e faticano a rendersi conto che non tutto è dovuto e scontato. A fine lavoro, vado a prenderli in campagna. Sorridenti, accaldati, le mani ancora blu – violacee come ricordo della vendemmia. E un po’ più grandi.
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2020. RITORNO A SCUOLA Sembra il titolo di un film distopico a lieto fine, ed invece è una delle tappe della realtà a cui un microscopico virus ci ha costretti da qualche mese in qua. Con tutte le precauzioni, in mezzo alle solite polemiche, con la paura – a volte razionale a volte no – anche i piccoli trentini sono tornati in classe. La mattina del 14 settembre, salutati da un sole più allegro del solito, ne abbiamo visti tanti, in giro,
sotto casa, alla fermata dell’autobus. La preoccupazione sui volti e, subito dopo, la felicità di rivedere l’amico del cuore o la cara maestra, troppo a lungo costretta nel piccolo e spesso malfunzionante monitor di un computer. Distanziati, ma felici. Finalmente. (A proposito, alla fine abbiamo optato per una fotografia dello scorso anno. Di mascherine, adesso, ne abbiamo fin... sopra la testa)
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RING di Fabio Peterlongo
di Denise Fasanelli
blues di provincia IL PICCOLO NOAM, NATO AI TEMPI DEL COVID, TRA AMORE E BUROCRAZIA
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a vita accompagna le gioie agli stravolgimenti più eclatanti. Mai come nel 2020 ce ne siamo resi conto. Un anno tragico se si guardano le cronache, ma capace di regalare gioie senza pari se si guarda la semplice quotidianità. Lo hanno provato Jessica Cestari, 32enne di Trento, e Alejandro Carrión León, 35enne originario di Las Palmas, nelle Isole Canarie. Nei primi giorni di agosto Jessica ha dato alla luce uno splendido bimbo, Noam, al termine di una gravidanza “fuori dell’ordinario”. Un giorno Noam si sentirà dire da mamma e papà: «Quando sei nato tu, il mondo era completamente sottosopra, perché c’era il covid». Una situazione eccezionale che ha L’ANNULLAMENTO sicuramente lasciato un DEL CORSO segno sulla dolce attesa di questa coppia: «Abbiamo PRE-PARTO IN passato i primi mesi a Las PRESENZA È STATO Palmas, – ha raccontato UN VERO CRUCCIO Jessica, mentre tiene il frugoletto stretto al petto. Poi il rientro a Trento perché era giunto il momento di tornare a casa. Le restrizioni sui viaggi e le misure sanitarie hanno reso i primi mesi un po’ tristi». Per quanto paradisiache, le Canarie erano infatti isolate dal mondo, spiega Jessica: «La gravidanza è anche condivisione di quella gioia e di quella esperienza con familiari ed amici». Anche Alejandro ha rilevato come la pandemia abbia portato via “qualcosa” a quei mesi: «Il primo figlio è un’esperienza che non si ripete più. Per fortuna nei primi mesi di gravidanza ancora era possibile andare insieme alle visite. Poi è scattata l’emergenza e i protocolli si sono fatti severissimi». È il lockdown e scatta l’obbligo: tutti a casa. Alejandro sottolinea il senso di impotenza che provava in quelle settimane: «Passavo le giornate sapendo che lei stava andando a fare una visita importante e io dovevo restarmene a casa senza poter fare niente». Un cruccio per Jessica è stato, a Trento, l’annullamento del corso pre-parto in presenza: «Si possono solo seguire delle videolezioni, non è decisamente la stessa cosa». Alejandro conferma: «Confrontarsi con gli altri genitori non è lo stesso che guardare un video e questo ci è mancato». Insomma, alla fine è andato tutto per il meglio ed ora Jessica e Alejandro sono i genitori felici del piccolo Noam, protagonista di una gravidanza “diversa”. Nella pancia della mamma, mentre fuori il mondo era sottosopra. E forse, mentre la burocrazia metteva qualche ostacolo di troppo davanti alle legittime aspirazioni di mamma e papà. 12
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lost in glocal IL CIMITERO: UN LUOGO DI UMANA FRATERNITÀ
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i sono luoghi che non conosciamo mai veramente, anche se li frequentiamo per tutta un’esistenza. Forse perché rimaniamo indifferenti a ciò che vi accade, concentrati nel compiere i nostri gesti abituali, in raccoglimento nei nostri pensieri, ciechi davanti alle tragedie e alle meraviglie che vi si compiono. Nel mio caso ci è voluto un’epidemia e il divieto di andarci per comprenderlo, un incontro casuale e un pizzico di curiosità che in un cimitero sarebbe stata normalmente fuori luogo. È stato dopo aver aiutato una signora a portare un annaffiatoio troppo pesante, che l’ho vista sorridermi da sotto una mascherina. Aveva ancora le mani e le unghie sporche di terra per aver trapiantato due belle eriche bianche, sembra che, insieme ai crisantemi e le piante grasse, siano tra le poche resistenti al freddo dell’inverno. È vedova da sei anni, almeno stando alla data posta accanto alla foto di un uomo baffuto e sorridente, sulla semplice tomba in marmo e granito. Guardandomi intorno ho pensato che nelle foto sulle lapidi le persone spesso sorridono o sono in pose serene, avrebbero immaginato mai che quello scatto li avrebbe fissati nell’eternità a loro insaputa? Prima che mi allontanassi mi ha detto quanto l’aveva rattristata sapere che non avrebbe potuto portare la più bella margherita sbocciata questa primavera. “Amo i fiori bianchi, li amava anche mio marito, colpa del mio nome: Bianca. Venire qui è dialogare con lui in «VENIRE QUI È intimità. Una cosa che, a DIALOGARE CON LUI casa, non si può fare allo stesso modo”. Non ho IN INTIMITÀ. A CASA, saputo rispondere nulla, NON SI PUÒ FARE io che ancora non so ALLO STESSO MODO» dove andare a cercare tutti i miei morti, dove ritrovarli veramente. Eppure qui, è un via vai di persone, per lo più donne ho notato, forse perché vivono più a lungo degli uomini. “Sa, ogni giorno mi sveglio presto, faccio colazione ascoltando il telegiornale, anche lui lo faceva sempre; poi esco per pane e passo qui, dall’uomo della mia vita.” Non ho osato dirle quanto mi suonasse poetica la parola “vita” in quella sua frase, in questo loro appuntamento fisso. Sei anni, ogni giorno. Una promessa così vicina all’essere eterna. Intorno a noi, epitaffi a scongiurare il passare del tempo, fiori appassiti, targhe rovinate dall’umidità: tutto ad insegnarci quanto fragile sia, non solo la vita, ma anche il ricordo. Bianca mi ha insegnato che si tratta di luoghi di umanissima fraternità dove a godere della pace sono, forse, soprattutto i vivi.
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FRANZINELLI La tradizione si rinnova! Ferramenta e giardinaggio tutto in uno...
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RING di Fiorenzo Degasperi
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CARLO ANDREANI: L’ARTE HA SEMPRE UNA CONTINUITÀ TRA IL DENTRO E IL FUORI, TRA L’ASTRAZIONE E LA NATURA
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e c’è una frase per ricordare i lavori dell’artista Carlo Andreani (Roma, 1905-Trento, 1989) questa è senza dubbio quella che scrisse Eraclito a riguardo del Sacro: Il dio non dice, né nasconde ma accenna. Ecco, le opere dell’artista non sono sfacciatamente presenti, sono timide, velate, accennano e non schiaffeggiano, sussurrano e non urlano. Probabilmente questa modalità operativa era dovuta al suo essere esperto restauratore, a lavorare con le sinopie medioevali. La sinopia è una fase dell’affresco che utilizzavano i pittori medioevali: consisteva nel disegnare con della terra rossa un abbozzo preparatorio per l’affresco. Le chiese potenti solevano servirsi della terra rossa proveniente da Sinope, piccolo centro del Mar Nero. Terra assai cara, assai preziosa, ma che racchiudeva dentro di sé il mistero e l’odore del medio Oriente, delle spezie, dei simboli arrivati sulle sete cinesi, incisi nei neri ebano e tek, stesi delicatamente su abiti e tappetti damascati. Carlo Andreani, da questa terra e dai segni che discretamente emergevano – come fanno le terre del nord quando riescono a farsi strada tra le umide nebbie –, ne era affascinato, ne subiva l’incanto. Avendone assorbito l’odore e rubato la tecnica, la sinopia, piccolo mondo, microcosmo che racchiude gli incanti del mondo e dell’universo, lasciò traccia indelebile nel suo lavoro. Anche perché lo sguardo posato su questa tecnica è carico di scelte coraggiose: scegliere il rosso che stempera nel rosa, preferire l’amalgama che imprigiona senza far violenza – a differenza del graffito manierista che taglia e violenta la propria madre –, vuol dire optare per i colori dell’anima e del cuore rispetto ai matematici e cerebrali colori rinascimentali e barocchi. Quotidianamente il restauratore si trovava al cospetto di queste icone del sacro. I suoi occhi si alzavano incontrandole costantemente. Bastavano poi pochi 14
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impercettibili spostamenti ed ecco che i colori e i segni si confrontavano con il cielo e la terra, insegnando che la grande arte ha sempre una continuità tra il dentro e il fuori, tra il basso e l’alto, tra l’astrazione e la natura. Restaurare queste opere ha trasformato Carlo Andreani, rendendolo complice di un’attenzione inusuale per le forme più alte di concettualizzazione di questi maestri, per lo più rimasti anonimi, di un passato che non conosceva confini e limitazioni. Le sue opere, giorno dopo giorno, si sono composte, in sintonia con quanto avveniva con gli accadimenti internazionali. C’era quindi tutto un movimento, un pensiero, un sogno, che s’incamminava verso la destrutturazione del tempo, verso un’assenza di tempo, cercando di inglobare uno spazio materico, segnico, che fosse al tempo stesso musicale, poetico, fautore di spazi infiniti. Tutti questi artisti si dirigevano verso un universo infinito, cercando di andare oltre alla concezione eliocentrista di stampo newtoniano. Sulle tracce dei loro padrini futuristi e cubisti, mettevano in scena una distruzione del cosmo e della geometrizzazione dello spazio cedendo ad un mondo dove un’estensione infinita trascinava la ricerca tra i possibili mondi paralleli che si instauravano PER L’ARTE TRENTINA, tra l’Io e l’etere. Carlo EGLI POTEVA ESSERE Andreani sapeva UN MAESTRO cogliere le potenzialità INTESO NEL SENSO del passato, trovare nell’infinitesimamente MEDIOEVALE DEL piccolo del segno TERMINE romanico le linee trampolino che lo avrebbe proiettato oltre il passato, scavalcando il presente, toccando il futuro. Il suo essere restauratore faceva sì che potesse cogliere le onde migratorie dei simboli e delle metafore che non avrebbero mai abdicato alla nera dama con la falce vivendo per l’eternità. Eternità/futuro/infinito. In questa trilogia di termini Carlo Andreani trova il suo luogo dove lasciar cantare il rovinoso canto delle sirene. Il gesto diventa nota musicale, il colore temperamento umano, la materia è la storia stessa dell’uomo. Quando il segno si fa essenziale, abbandonando le recinzioni, gli steccati che segnano i confini tra un podere e l’altro, tra un essere qui e un andare là – retaggio di una cultura, quella sudtirolese, che dei confini ha fatto un emblema di vita ma anche di morte –, esso diventa gioia, allegrezza, vita che s’inarca su di sé, fino a sprofondare nella spirale dell’eterno ritorno. Per l’arte trentina Carlo Andreani poteva essere un maestro inteso nel senso medioevale del termine, guardiano e consigliere del tempio spirituale, colui che possedeva le chiavi per aprire il cuore al mondo e portarvi dentro il mondo. Per fortuna ci ha pensato Mauro Cappelletti e l’associazione Hortus Artieri ad allestire presso la sede di Vicolo dei Birri 7 a Trento una esaustiva esposizione di suoi disegni, racchiudendoli sotto il titolo intrigante Carlo Andreani. Il mistero del segno. La mostra chiuderà il 15 ottobre. Orari: giovedì, venerdì, sabato 10.30-12.30, giovedì e venerdì 17-19 solo su appuntamento, tel. 333.9368666.
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RING di Marco Pontoni
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I SOCIAL: ISTRUZIONI PER L’USO. E PER L’ABUSO
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ltre che essere un avido lettore, sono anche un forte, direi quasi fortissimo utente di (alcuni) social network. Ho cominciato una dozzina di anni fa con Myspace, chi se lo ricorda? Era centrato sulla musica, ed è stato l’antesignano di Facebook. All’epoca avevo anche un blog, dove a volte ripostavo articoli pubblicati su testate cartacee e a volte davo libero sfogo ai pensieri. Pensavo che sarei rimasto orgogliosamente blogger, anche quando i blog fossero passati di moda, perché blog mi sembrava sinonimo di cose serie, scritte bene, senza censure, senza limitazioni di lunghezza, rivolte ad un pubblico mirato. In realtà quando sono approdato a Facebook il mio blog è ignominiosamente morto, pace all’anima sua, anche se sappiamo che sulla rete nulla muore mai davvero. Tutt’oggi Facebook è il mio social preferito. Uso anche Instagram, perché mi piace la fotografia – fin dalla stagione della pellicola, quando era un hobby che costava un rene – mentre non amo Twitter e – bisogna dirlo? – non uso Tik Tok (ma non per snobismo). La mia predilezione per Facebook è dovuta probabilmente a motivi generazionali, come si dice di solito, ma bisogna spiegare quali sono, questi motivi generazionali, altrimenti sembra che stiano lì, appesi a qualche ruga di troppo. Lo farò partendo da Instagram. Instagram è un piacevole passatempo, ma rimane in fondo un insieme di figurine (animate, nel caso delle “storie”). Serve perfettamente allo scopo supremo: esprimere se stessi. Tutti oggi aspiriamo a esprimere noi stessi, anch’io che curo questa rubrica, e farlo con un’immagine è la cosa più immediata. Facebook però è un’altra cosa, se usato in un certo modo. Perché su Facebook non ci si va solo per esprimere se stessi, si va anche per scrivere, per confrontarsi, e volendo per imparare. Ad esempio: se su Facebook si chiede l’amicizia ad una decina di testate giornalistiche, si può passare anche tutta la giornata a leggere i loro articoli (molti presuppongono un abbonamento, ma molti altri sono “in chiaro”). Alla
RING fine qualcosa si avrà imparato. Inoltre Facebook ha un grado di interattività molto più elevato, il che è un bene (e, diciamolo, anche un male, perché il 90% dei commenti che si leggono sono spaventosi). Il problema – o il dato generazionale, per tornare alla questione “Facebook social da vecchi” – è che oggi tutti sono convinti di avere sempre qualcosa di speciale da comunicare, mentre quasi nessuno vuole imparare, magari leggendo ciò che scrivono gli altri. Questo non è un aspetto trascurabile, rimanda alla volontà di sbarazzarsi dei mediatori tradizionali – le vecchie elites, i vecchi mediatori culturali – e proietta le nuove generazioni su terreni un po’ più infidi di quelli immaginati da Bill Gates e co. all’inizio del Game, il Grande gioco (come l’ha ribattezzato Baricco). Senza contare che, tutti sono in cerca di conferme, quindi di opinioni simili alla propria, mentre pochi hanno la pazienza e l’umiltà necessaria per confrontarsi con punti di vista diversi.
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A VOLTE SOGNO I SOCIAL NETWORK COME UNA SCONFINATA DISTESA LIQUIDA, E SOTTO IL PELO DELL’ACQUA SI AGGIRANO OGNI SORTA DI CREATURE
Quando internet si è affacciato nelle nostre vite era appannaggio di poche realtà, universitarie soprattutto. La libertà di informazione – e interazione – che la rete sembrava consentire, ha fatto sognare: si pensava che finalmente ognuno avrebbe avuto accesso, senza mediazioni, alle informazioni che desiderava, se non addirittura alla “verità”, e avrebbe potuto a sua volta diffonderla, aggregando energie, generando movimenti e partiti politici. Ovviamente era un’idea un po’ ingenua. Non basta sparare in rete una grande quantità di informazioni: le informazioni vanno verificate, ordinate, spiegate. E non basta aggregarsi temporaneamente attorno ad una causa per creare piattaforme politiche durature. Ci vogliono cultura, visione, ci vuole la vituperata ideologia. Ci vogliono quegli intermediari e quei mediatori di cui il Game sta facendo piazza pulita, giornali compresi. In ogni modo, la questione dell’accesso alle informazioni, che all’epoca sembrava fondamentale, si è rivelata secondaria. In realtà, lo abbiamo detto, internet viene usato in primo luogo per esprimere se stessi, e a volte per gettare un amo nel mondo esterno e vedere cosa si tirerà su. Ci sono amori oggi che non nascono su qualche social? Mah, forse qualcuno. Ci sono amicizie che si riescono a coltivare lontano dal pc? Sì, ma quanta fatica. Si può andare a fare una gita sul Calisio la domenica senza postare poi una foto (meglio se un selfie)? Eh, se lo si fa vuol dire che si sta male forte. A volte sogno i social network come una sconfinata distesa liquida, e sotto il pelo dell’acqua si aggirano ogni sorta di creature. Ed è proprio così. Anche senza scendere nelle catacombe del deep web, la rete e i social possono far paura. Eppure, naufragare è dolce, in questo mare. 15
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trentinocommenti
RING di Stefano Margheri
di Cinzia Cavagna
caninamente GUINZAGLIO IN MANO E LUI DIVENTA INGESTIBILE
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on è così raro, soprattutto quando i nostri amici sono giovani e pieni di energia. Arriva il momento dell’uscita, preludio di corse e divertimento, e chi abbiamo a fianco incomincia ad agitarsi: uggiolii, salti addosso e, in alcuni casi, difficoltà a far indossare collare o pettorina. L’intimazione a farla finita, soprattutto se con toni “minacciosi”, produrrà esattamente l’effetto contrario. Ma perché tanta intensità emotiva? Per il cane uscire di casa per svolgere l’usuale passeggiata assumerà un preciso significato etologico: il branco, noi e PER LUI lui, si appresta a dedicarsi PASSEGGIATA ad un’attività di “caccia”, muovendosi in zone SIGNIFICA differenti dal territorio ESSENZIALMENTE perimetrale. Questo vorrà UNA COSA: BRANCO dire essere sottoposti a numerosi stimoli e, comunque sia, si tratterà dell’immersione in un contesto esterno. Maggiore sarà il coinvolgimento, minore diventerà la capacità di autocontrollo, soprattutto se fino a quel momento non erano state impartite le regole fondamentali del passaggio dal dentro al fuori. L’obiettivo sarà, quindi, costruire una sorta di “routine” ove le fasi preparatorie assumeranno un significato in progressione. In primo luogo, si dovrà insegnare a farsi mettere il guinzaglio in totale tranquillità, evidenziando come una risposta contraria produrrà la mancata uscita. Ci sarà, prima o poi, un momento in cui il compagno a quattro zampe si fermerà con fare interrogativo; questa fase di calma verrà premiata con una lode immediata, cui seguirà la richiesta di mettersi seduto. Collegato il moschettone al gancio del collare, il successivo premio consterà nell’uscire insieme. Anche in questo caso si dovrà evitare di essere catapultati al di fuori, attendendo il contatto visivo spontaneo da parte di chi ci sta a fianco. Questo “check in volontario” equivarrà al poter varcare la porta di casa e ad ogni passaggio che condurrà verso la strada si esigerà il medesimo riscontro; lui a guardarci e noi a consentire. L’inizio della passeggiata sarà, altresì, svolto a ritmo lento, evitando di dare riscontro all’inevitabile concitazione. Se la “lotta” fosse davvero esacerbata, nulla vieterà di ritornare indietro, persino all’interno dell’abitazione; ripetendo più volte questo schema, esso condurrà ad un inevitabile abbassamento dell’emotività e con lo scorrere delle giornate le uscite diventeranno meno “elettriche”, fino a trovarci dinanzi al nostro amico posto tranquillamente seduto in attesa della vestizione finale. 16
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gatta ci cova DATEGLI UNA SCATOLA E SARÀ IL FELINO PIÙ FELICE DI CASA
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ircola un falso mito che descrive il gatto come animale solitario e indipendente: ma è davvero così? Proviamo dunque ad addentrarci in punta di piedi in questo fantastico e, ancora poco conosciuto, mondo. La sua evoluzione parte dal gatto selvatico, “Felis Silvestris Libica”, un animale strettamente solitario, che caccia e difende il suo territorio. A differenza del cane il suo sviluppo ha portato su tutti i livelli (fisico, caratteriale e genoma del dna) a delle modificazioni minimali, forse perché si è trattato di un fenomeno più di autodomesticazione o forse perché la selezione, effettuata per lo più per fini estetici, è molto più recente. L’aspetto che salta maggiormente all’occhio è che, nonostante la sua nomea di “animale solitario”, sia il nostro gatto domestico che i comuni gatti randagi hanno una grande capacità di condividere il territorio con i propri simili, soprattutto dove vi è una buona disponibilità di risorse (nel caso quindi di colonie feline e più gatti conviventi nello stesso ambiente). In queste società si nota come s’instaurano dei comportamenti di tipo cooperativo (per lo più organizzati su linea materna) con una gerarchia complessa e dinamica (non è né stabile né di tipo piramidale) nella quale sovente anche il maschio partecipa alla protezione della prole. Più che d’individuo strettamente solitario quindi sarebbe corretto parlare di animale conviviale. Il gatto è sì un predatore, ma anche una preda, ciò lo porta, in natura, a IL GATTO È SÌ UN PREDATORE, MA ANCHE cambiare spesso tana, cercando angoli UNA PREDA; CIÒ LO appartati e protetti. PORTA A CAMBIARE Come approcciarsi correttamente dunque SPESSO TANA a questo animale? Come possiamo andare incontro, in casa, con la nostra presenza, ai suoi bisogni etologici? Beh, ad esempio, creando diversi giacigli. Si possono acquistare delle cucce (aperte o tipo “igloo”) o recuperare vecchi cuscini o, ancora, affidarsi al fai da te; l’importante è trovare dei posti appartati e tranquilli, meglio se morbidi, caldi e sopraelevati, è utile anche cambiare la disposizione di tanto in tanto o offrire uno... scatolone. Le scatole infatti hanno la “strana” proprietà di appagare il nostro amico felino, offrendogli un rifugio sicuro. Inoltre, sono termoisolanti, attivano la sua naturale curiosità e possono essere utilizzate anche per affilare le unghie, un magnifico regalo da fare, una tantum, al nostro amico felino.
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trentinoil dialetto in-forma di RENZO FRANCESCOTTI
il dialetto in-forma EL BUS E LA BUSA
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l bus e la busa: poche parole come questi due sostantivi dialettali hanno un uso così molteplice e diffuso. Il fatto è che è la realtà ad essere così piena di buchi e di buche: l’uomo si affanna a raddrizzare e piallare, a spianare, a edificare muri a piombo. Ed ecco che compare il buco a rovinare il muro, ecco che il buco apre una crepa e viene giù tutto; ecco che compare una buca e si apre una voragine. C’è un’eterna lotta tra il buio e la luce e un’eterna lotta tra il vuoto e il pieno: il vuoto che si mangia il pieno e il pieno che si mangia il vuoto…“. “Che brao che l’è a parlar lu, sior professor. Sì, l ’è vera la vita l’è tuta en doss e na busa. El savén ben, noi Busaròi!” “Ma i Busaròi, non sono quelli che abiIL FATTO È CHE È LA tano in cima a Via REALTÀ AD ESSERE PIENA Grazioli a Trento, lungo la Fersina, DI BUCHI E DI BUCHE: sotto il Convento L’UOMO SI AFFANNA dei Francescani?” A RADDRIZZARE, “Propi”. SPIANARE, EDIFICARE “Ma tu non abiti qui a Martignano?” MURI A PIOMBO “Sì, ma en esilio. Ho cognèst nar via dala Busa, ma co l’anima sarò per sempre ‘n Busaròl…”. ”E tua moglie, dove sei andato a prendertela?” “Ala Busa…”. “Nei pressi di casa tua…“. “Miga massa: zo en tra Arco e Riva. Son passà da na Busa a n’altra!” “È un bel posto la Busa lì nel Basso Sarca: c’è un clima mediterraneo…” “L’ è quel che me dis sempre ela. Ma mi ghe digo: el sarà anca bel, ma son vegnù a torte che te abitavi d’en d’en bus…”. “E lei?” “Ela la se empizza. E alora, per farla rider, ghe conto quela
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de quando son nà al mercà, dal fomaiàr. E gh’è lì na siora che la ghe dis: El me daga quel formai coi busi, coi busi me racomando: a me marì ghe pias i busi!. Me domando come che el feva a piàserghe i busi… che l’è aria”. “E il negoziante di formaggi?” “Ghe vegniva da rider e el g’ha dit: ‘eh, se sa che a so marì ghe pias i busati… E ela: a mi però me pias i busi pieni… Pezo el tacón d’el buso! Anca a la me sposa ghe vegniva da rider; ma no la voleva darmela bona…”. ”Ho capito. E della busa dela grassa, cosa sapresti dirmi?” ”Mi no ho mai fat el contadin: noi Busaroi sen tuti operai o artesani: feràri, maragóni, predaròi… Le done le era operaie, le laorava en d’el pastificio o nel lanificio... No gh’era buse dela grassa alla Busa…”. E buche della calcina?” “Gnanca buse dela calzìna. La calzina i la doprava i contadini per far zo el verderàm. Adèss che me ricordo, na busa dela calzìna la gh’era. I nossi genitori i ne racomandava de starghe lontani, perché la calzina la te consuma se te la tochi. E l’è vera. Na volta ho vist che era cascà na pantegana en dela calzina e dopo qualche dì la s’era tuta consumada…”. “E per rimanere sul tema, ci sono tutta una serie di toponimi legati ai sostantivi dialettali bus o busa…”. “Coss’èlo, sior professor, i toponimi? Èlo i busi dei sorzi?” “Ma dai che lo sai bene, non fare i l furbo: toponimi come el Bus del Lof, il Buco del Lupo o, la Busa de l’Aguna, la Buca della Strega…”. “El so, el so: la nomino anca mi, ogni tant…”. ”Sai dove si trova?” “Mi no…”. “Allora, perché la nomini, vorresti andare a vederla? Bada che con questo nome ce ne sono più d’una!” “No no me interessa nar a véderla. La nomino quando bego co la me dona! Ghe digo: torna da to mama, zo ala Busa, ala Busa de l’Aguana!” renzofrancescotti@libero.it
trentinonotiziecosìcosì
il trentino in un mese 1. È FINITA LA CORSA DI M49 È finita il giorno 7 la fuga di M49, l’orso più ricercato del Trentino. A tradirlo una trappola tubo. In libertà ha perso 38 kg., ma pare sia apparso in “ottima salute”. È stato nuovamente rinchiuso nel centro forestale alle porte di Trento che già lo ospitava prima della marachella.
4. PORTARSI LA PASTA AL RISTORANTE Si chiama Gerardo Dalbon, fa il manager nella fabbrica di una nota marca di pasta, in Abruzzo. A Darè, nelle Giudicarie, ha il suo buen retiro, dove ama ricevere amici e conoscenti. Cosa ha fatto costui? Ha comprato una pagina del Corriere della Sera per esternare il suo viscerale amore per il prodotto aziendale. Adesso, forse, inviterà anche noi. Alla pasta, naturalmente, ci penserà lui.
2. NOVE PIANI DI LEGNO E SOSTENIBILITÀ! Che si tratti di un record, su questo non ci sono dubbi. A Lizzanella, Rovereto, utilizzando in parte il legno abbattuto da Vaia, sta sorgendo – al posto dell’ex Marangoni Meccanica – un palazzo di 9 piani (nove?!), 29 metri. Tutto in legno! 3. GLI “SPAZZINI” DELLE DOLOMITI
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È arrivato venerdì 11, finalmente, il giorno tanto atteso dagli abitanti di Storo. La riapertura dell’Auditorium, atteso per ben trent’anni. La struttura – intitolata all’artista storese Hermann Zontini – conta oltre 350 poltroncine e attende ora una vera inaugurazione ufficiale.
7. PALAZZO ARZBERG FREIHAUS DI ARSIO Hanno riscosso un grande successo le visite domenicali dello storico palazzo appartenuto ai Conti d’Arsio, nella frazione del comune di Novella, in Valle di Non. 8. VASCO ROSSI A TRENTO? NAAAA!
5. YEMAN PORTA IN TRENTINO IL RECORD DI SALVATORE ANTIBO SUI 5000 METRI Trent’anni dopo, la grinta e la forza di Yeman Crippa hanno battuto di ben 3 secondi il record italiano dei 5000 metri piani, detenuto da Salvatore Antibo (ve lo ricordate?! Sembrano passati secoli). A fine gara, la gioia del mezzofondista trentino è esplosa, come da foto di Isi De Bortoli. Qualche giorno dopo, Yemen ha battuto anche il primato dei 3000 di Genny Di Napoli...
L’iniziativa si chiama “Trashed dolomites”, proprio come il gruppo di cui fanno parte Gabriele, Fabiola ed Elena. I tre giovani milanesi nelle scorse settimane hanno raccolto rifiuti nella Valle di S. Nicolò, in Fassa. Il recente eccezionale affollamento – dicono – ne ha provocato un aumento.
6. UN AUDITORIUM PER STORO
La notizia ha cominciato a circolare venerdì 11, quando il candidato del centrodestra, Merler, ha pubblicato un post in cui si annnunciava – in accordo con “l’amico Presidente Fugatti” un fantomatico concerto di Vasco Rossi a Trento, nel 2021. Tempo qualche ora, il rocker di Zocca si è affrettato a smentire l’annuncio, defininendolo “fake da venerdì sera”. 19
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iniziare o proseguire un progetto di alto livello di studio o perfezionamento o ricerca presso Università o Istituzioni italiane o estere, pubbliche o private. Il bando prevede l’assegnazione di una borsa di studio per ciascuna delle seguenti aree tematiche: economico-giuridica, tecnico-scientifica, umanistico-artistica.
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SOMMARIO OTTOBRE 2020 Ring
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Attualità 24
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ARRIGO PISONI
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FESTIVAL DELLO SPORT
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6-18 COMMENTI 12 L’IMMAGINE 20 IL DIALETTO INFORMA 21 IL TRENTINO IN UN MESE
Segreteria: Cristina Pocher Hanno collaborato a questo numero: Susanna Caldonazzi, Cinzia Cavagna, Paolo Chiesa, Lara Deflorian, Fabio De Santi, Fiorenzo Degasperi, Denise Fasanelli, Renzo Francescotti, Stefano Margheri, Roberto Pancheri, Fabio Peterlongo, Marco Pontoni, Silvia Tarter, Tiziana Tomasini, Daniele Valersi, Silvia Vernaccini, Tina Ziglio
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TORNIAMO A TEATRO!
98 TEO TEOCOLI
Eventi on line
100 MOSTRE 106 APPUNTAMENTI DEL MESE
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Scoop&news 114 116 118 120 121
IL MATRIMONIO DEL MESE SU RADIO UNO FESTA DEL TRENTINGRANA ALDO ANCHERI AL GRAND HOTEL “MANGIARE CON LE MANI”
Rubriche 124 LIBRI & MUSICA
126 FOCUS ON 127 TRENTINO ARTE 128 #CONTEST 129 A TAVOLA 130 LETTERE DA UNA PROF
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trentinoeventi speciali
AL FESTIVAL DELLO SPORT: SIAMO TUTTI CAMPIONI! ficiale della
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manifestazi
IL 9, 10 E 11 OTTOBRE SI SVOLGERÀ LA TERZA EDIZIONE DEL “FESTIVAL DELLO SPORT”, DAL TITOLO “WE ARE THE CHAMPIONS - DIGILIVE” CHE CONFERMA LA COLLABORAZIONE TRA LA GAZZETTA DELLO SPORT E TRENTINO MARKETING. UN’EDIZIONE PARTICOLARE CHE SI SVOLGERÀ ONLINE, CON COLLEGAMENTI ANCHE DAL TRENTINO. L’OBIETTIVO È CONTINUARE A PARLARE E VIVERE LO SPORT, PUR RISPETTANDO LE OPPORTUNE PRECAUZIONI SANITARIE
DIGILIVE 2020
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zioni hanno prime due edi oni che nelle tutte le emozi : La Gazzetta dello Sport fenomeni, di ns dei pio e am ord Ch rec are the e ta la casa dei . E allora, We potrà seguir lo Sport è sta ogni luogo, i appassionato Il Festival del mento e da il cuore di ogn ne 2020 straordinaria. ue, in ogni mo nti e oltre 100 ospiti. e di Trento e siate. nata: chiunq tare un’edizio eve nfi voi sen riempito le sal e 60 sco di pre nqu tea di più i ovu no o orgoglios apre a una pla di 3 giorni con che arriveran e Trentino son to DIGILIVEsi esto non-stop rie più belle. Emozioni ciale in forma rt.it il palins tre sto L’edizione spe ing sul festivaldellospo amati e le nos eam campioni più tri vos i in diretta str con ora insieme, .it Saremo anc aldellosport o su ilfestiv Vi aspettiam
Oltre sessanta appuntamenti e più di cento grandi ospiti, nel formato “Digilive” che mette insieme eventi dal vivo e eventi in streaming. Per ricordare che in questo 2020 così complicato e drammatico “siamo tutti campioni”. La terza edizione del Festival dello Sport dal titolo “We are the champions” si presenta in una formula tutta rinnovata che declina gli elementi di successo delle prime due kermesse all’insegna della particolare situazione sanitaria.
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nche per quest’anno un grande manifesto delll’artista Aldo Drudi, da sempre il realizzatore delle grafiche che accompagnano il Festival dello Sport. Quest’anno ha presentato una locandina che è un’esplosione di colori e forme, pensata e realizzata durante la quarantena: «Mentre ero in lockdown, bloccato in casa insieme al resto del mondo, ho avuto l’idea di questo manifesto “post-bellico”, che rappresenta la ribellione alla stasi in cui eravamo costretti. Allora ho cominciato a delineare forme infantili ed impulsive, colori euforici che sono solo all’apparenza caotici, tratti spezzati del pennarello, delineati con nettezza. Pensiero e azione, questa è la sintesi della locandina». Federica Brignone (Foto: Nicola Eccher) 24
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trentinoeventi speciali Fotografie: Jacopo Salvi
MASTERCLASS, LE LEZIONI PER IMPARARE DAI MIGLIORI
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BASKET. Storia, segreti e tecniche del basket 3x3 attraverso la visione di una leggenda come Jack Galanda, le parole del coach Andrea Capobianco e le performance dei giocatori della Nazionale Open Femminile e Maschile. Sul campo di Ronzone in Trentino scopriamo regole base e tecniche fondamentali, ma anche tattiche e strategie per affinare il gioco. Maurizio Rossini | CEO di Trentino Marketing e Gianni Valenti | Vicedirettore vicario La Gazzetta dello Sport e Direttore Scientifico Il Festival dello Sport
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i conferma così la partnership tra la Gazzetta dello Sport e Trentino Marketing, che daranno luogo anche quest’anno all’evento atteso da moltissimi appassionati. Con la terza edizione si apre una platea sconfinata: chiunque, in ogni momento e da ogni luogo, potrà seguire in diretta streaming su ilfestivaldellosport. it e su gazzetta.it il palinsesto non-stop di 3 giorni con oltre 60 eventi. Numerosi talk in streaming, con gli ospiti di prestigio provenienti dal mondo dello sport, si alterneranno ad alcuni eventi dal vivo che si svolgeranno a Milano. Il cuore della manifestazione però resta in Trentino ed il presidente della Provincia Fugatti ha espresso soddisfazione per la modalità originale che mescola gli eventi in digitale con quelli in presenza: «Ci aspettiamo grandi risultati in termini di visualizzazioni
dei contenuti. E chissà che questa formula non si mostri ancor più efficace nella promozione di ciò che il Trentino rappresenta sul fronte delle capacità sportive». «L’obbiettivo del Festival dello Sport è quello di portare milioni di persone a contatto con i valori dello sport - ha sottolineato il CEO di Trentino Marketing Maurizio Rossini - E non si poteva saltare un anno. Da marzo abbiamo iniziato a pianificare e progettare questa terza innovativa edizione». La programmazione ha richiesto molta riflessione per coniugare la sicurezza sanitaria con lo spettacolo della kermesse: «Non era possibile organizzare un’edizione tradizionale con decine di migliaia di persone che cercano il contatto fisico con il loro beniamino, come è accaduto negli anni scorsi e come siamo certi tornerà ad essere dal 2021 -
ARRAMPICATA. Con il fenomeno Adam Ondra, il campione azzurro Stefano Ghisolfi e la giovanissima Laura Rogora, (tutti e tre Ambassador del Trentino) la masterclass esplora il mondo dell’arrampicata, dalle diverse discipline - bouldering, lead e speed – all’emozione di confrontarsi con una falesia. Una lezione resa ancora più affascinante dallo spettacolare scenario di Arco e dalle pareti con vista sul lago di Garda. NUOTO. Nella piscina del Foro Italico di Roma, la campionessa europea di dorso Margherita Panzieri e la maratoneta argento a Rio 2016 Rachele Bruni svelano i segreti della nuotata perfetta. Le accompagna il direttore tecnico delle squadre nazionali Cesare Buttini, maestro nell’insegnare come approcciare i diversi stili e migliorare le proprie prestazioni in vasca. TENNIS. Una vera lezione “privata” con Jannik Sinner, l’astro nascente del tennis mondiale, e con il suo coach Riccardo Piatti, allenatore in passato anche del numero uno del mondo Novak Djokovic. Senza dimenticare psicologia e alimentazione, due elementi chiave per migliorare le prestazioni di appassionati e campioni. PARKOUR. Un’arte, oltre che uno sport, una disciplina metropolitana che sta esplodendo anche in Italia. Attraverso le parole del direttore tecnico della Nazionale Roberto Carminucci e le evoluzioni dei suoi atleti, la lezione propone un percorso di avviamento per imparare a superare qualsiasi genere di ostacolo con la maggior efficienza, velocità e semplicità possibile. Teatro di queste evoluzioni è la Val di Non, con il centro storico di Cles e lo spettacolare lago di Santa Giustina.
Foto Domenico Salmaso – archivio Ufficio Stampa Provincia autonoma di Trento 25
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Foto Nicola Eccher
trentinoeventi speciali rento sarà protagonista anche dal punto di vista dell’immagine perché la sigla ufficiale che andrà in onda prima di ogni contenuto è stato girato proprio nella nostra città ed ha come protagoniste le “Farfalle” azzurre della ginnastica ritmica, che si sono esibite all’alba nello scenario suggestivo di una Trento deserta. Parte del video ha toccato luoghi iconici come Piazza Duomo, il Castello del Buonconsiglio, Palazzo Roccabruna, Parco San Marco e MUSE.
Bebe Vio (foto Domenico Salmaso - archivio Ufficio Stampa Provincia autonoma di Trento)
evidenzia Rossini - Così, con questo mix di eventi in streaming ed eventi in presenza, abbiamo delineato un grande calendario». Il Trentino ospiterà anche eventi dal vivo, con quelle che sono state definite le “masterclass” diffuse sul territorio: «Ci saranno corsi tenuti da grandi esponenti dello sport, che si rivolgeranno al pubblico soprattutto giovanile, illustrando discipline come il parkour, il nuoto, il basket e l’arrampicata». Dal canto suo, Gianni Valenti, vicedirettore vicario della Gazzetta e direttore
scientifico del Festival: «In questo anno olimpico punteremo lo sguardo verso Tokyo, ospitando gli atleti azzurri ed internazionali più premiati. Ma soprattutto alla luce delle sfide sanitarie che abbiamo tutti affrontato quest’anno, il titolo della manifestazione si rivela particolarmente significativo: “We are the champions”, siamo campioni. E quest’anno siamo stati tutti campioni e questo include anche le persone normali, non solo gli sportivi». Ciò che più attendevano gli appassionati era l’elenco dei super-ospiti che dal 9 all’11 ottobre popoleranno gli eventi del Festival. Anche quest’anno si delinea un parterre di primissimo piano e di respiro internazionale: tra i nomi più di “peso” che prenderanno parte agli eventi in streaming vi sono sicuramente il campione di Formula Uno Lewis Hamilton, Rafa Nadal, Dino Meneghin, Zlatan Ibrahimovic, Gianluca Vialli, l’equi-
BOOK CLUB
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randi nomi della cultura e dell’attualità a confronto, attorno a libri che ricostruiscono le storie e presentano i protagonisti dello sport di tutti i tempi. Incontri che ripercorrono i momenti più emozionanti e le figure chiave della nostra epoca, delineando vicende non solo sportive, ma di riscatto umano e sociale, per raccontarsi e raccontare spaccati di vita vissuta di ieri e di oggi. Dialogheranno con i giornalisti Gazzetta tra gli altri: Enrico Brizzi, Davide Cassani, Nando Dalla Chiesa e Gianfelice Facchetti, Gianluca Di Marzio e Nicolas Burdisso, Filippo Magnini, Mike Maric, Luca Telese e Bobo Gori. paggio di “Luna Rossa”, Federica Brignone, Francesco Moser, Reinhold Messner, Simone e Filippo Inzaghi (per la prima volta insieme su un palco), gli storici commissari tecnici della nazionale maschile di calcio Marcello Lippi (campione del mondo 2006) e Arrigo Sacchi (vice-campione del mondo 1994), l’ex capitano dell’Inter Javier Zanetti, i campioni di basket Nba, Nicolò Melli, Danilo Gallinari e Marco Belinelli. Spazio
alle pluri-campionesse olimpioniche come Fiona May, Caroline Kostner, Elisa Di Francisca, Francesca Schiavone e Bebe Vio, l’atleta paralimpica sempre amatissima dal pubblico e molti altri. Tra i campionissimi anche Aleksander Aamodt Kilde, detentore della Coppa Generale di Sci Alpino che dalla Paganella, insieme ai suoi compagni di squadra norvegesi, racconterà cosa significa arrivare sul tetto del mondo di questa disciplina.■
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Urbano Cairo | Presidente RCS MediaGroup e Maurizio Fugatti | Presidente della Provincia autonoma di Trento 26
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Informazione pubblicitaria
o sport è salute. Com’è cambiato ai tempi del Covid, come praticarlo in gravidanza, quali sono i benefici di terapie come la crio, quali i segreti di un’alimentazione che migliori la performance. Questi e altri temi saranno oggetto di incontri e approfondimenti con esperti della comunità scientifica e campioni per esplorare le nuove frontiere della medicina e il loro apporto al mondo dello sport, amatoriale e professionistico. Gli incontri, realizzati in collaborazione con Corriere Salute, vedono la partecipazione di medici, professori, preparatori atletici e sportivi come Ilaria Cusinato, Marco Di Costanzo, Manolo Gabbiadini e Margherita Grambassi.
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trentinoattualità
GIÙ LE LUCI,
SI RICOMINCIA! (E GIACCHÉ CI SIAMO RIPERCORRIAMO LA STORIA DEL CINEMA IN TRENTINO...)
di Fabio Peterlongo
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trentinoattualità DOPO SEI MESI DI STOP, SI RIACCENDONO I PROIETTORI NEI CINEMA DI TRENTO. PIÙ DI UN SECOLO DI STORIA PER QUESTO COMPARTO, CHE RACCONTA I CAMBIAMENTI DEL NOSTRO TERRITORIO. ED OGGI SI TROVA AD AFFRONTARE UNA DELLE SFIDE PIÙ GRANDI, LA PANDEMIA DI CORONAVIRUS. MA PER LE SALE, ANCORA NON SONO ARRIVATI I “TITOLI DI CODA”
Sei mesi di astinenza dal grande schermo sono tanti per gli appassionati di cinema. Per colpa della pandemia da coronavirus, i cinema di Trento sono stati costretti a tenere spento il proiettore per la bellezza di 164 giorni. Ma dal 19 agosto, il proiettore si è riacceso e possiamo riprendere posto. Soddisfatti così i nostri appetiti cinefili, abbiamo deciso di scoprire quale è la storia dei cinema a Trento e in Trentino. Una storia che risale ai primi del Novecento e che racconta le trasformazioni del territorio. Il cinema ha resistito a grandi sfide: due guerre mondiali, l’avvento della televisione, delle videocassette, dei
dvd ed ora dello streaming. E da ultimo, il covid19, che ci costringe ad interagire in maniera ridotta nei luoghi chiusi, riducendo la sostenibilità economica del comparto. Ma gli operatori del settore assicurano: sull’avventura del cinema ancora non è comparso il “The end”. Abbiamo incontrato i principali protagonisti di questo settore in Trentino: Giuseppe e Massimo Lazzeri, titolari di Cineworld Trento, con i cinema G. Modena, Vittoria e Nuovo Roma; Antonio Artuso, titolare del Cinema Astra; Claudia Gelmi, direttrice del Coordinamento Teatrale Trentino che gestisce i cinema di valle.
Tre storiche locandine esposte alla mostra “Supercinema (ex Impero): storia di una sala cinematografica, 19381981”, visitabile fino all’11 ottobre, alla Sala Fanton del Teatro comunale di Pergine Valsugana
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Scorci dell’antico cinema “G. Modena” risalenti al 1919. Si nota l’allestimento all’esterno, essenziale e spartano, con delle semplici sedie di legno pieghevoli. Nell’atrio, occhieggiano i volti delle locandine.
LA FAMIGLIA LAZZERI: «IL CINEMA FU DA SUBITO SUCCESSO DI POPOLO» Protagonista del cinema a Trento è la famiglia Lazzeri, che attraverso quattro generazioni ha portato avanti l’impegno di fondare e gestire alcune delle principali sale della città. «Il cinema in Trentino arriva attorno al 1909 quando “compagnie di giro” ambulanti proiettavano i film su richiesta, avendo l’edificio del teatro G. Modena come punto di riferimento, con uno schermo da montare appositamente». È Giuseppe Lazzeri a raccontare i primi passi del cinema nella città di Trento. Lo storico titolare di Cineworld, oggi 82enne, ha lasciato le redini al figlio
Massimo, dopo averle ricevute a sua volta dal padre e dal nonno che si chiamava come lui, Giuseppe: «Tra il 1912 e il 1913, il Modena inizia a proporre stabilmente la proiezione dei film. Poi arrivò la Prima guerra mondiale e il padiglione del teatro fu requisito dalle autorità militari austriache, che ne ricavarono un’officina per le riparazioni dei mezzi militari». La spettacolare struttura in ferro con copertura in legno fu progettata secondo i canoni estetici dell’Art Nouveau (un po’ come la Torre Eiffel) e resistette fino al 1997, quando si procedette alla ristrutturazione dell’edificio che sarebbe diventato l’attuale multisala. I primi tre decenni del Novecento erano gli anni del cinema muto, con un’orchestra che eseguiva dal vivo il commento sonoro alla pellicola proiettata: «Ancora
nel 1919 c’era l’Orchestrina Veronesi che musicava dal vivo i film» sottolinea Giuseppe. Già a inizio Novecento il cinema era diventato un fenomeno popolare: «Le proiezioni avevano notevole successo – racconta Giuseppe – A favorire il successo del Modena vi era la vicina trattoria sempre di proprietà del nonno Giuseppe, lì dove c’era la storica “Mandragola”. La trattoria era frequentata dai giudici e dagli avvocati provenienti dal vicino tribunale». Massimo Lazzeri conferma il successo via via crescente: «Andare al cinema era diventato un momento quasi “obbligatorio” durante le fiere, come quelle di Santa Lucia e San Giuseppe». Nel 1939 iniziarono le proiezioni anche al cinema Vittoria, progettato dall’architetto Adalberto Libera, che nel-
Il “patron” del cinema Modena Giuseppe Lazzeri regge una fotografia della straordinaria architettura in ferro e legno dell’antico cinema. A destra, il ritratto di alcuni riconoscimenti importanti, come il “Biglietto d’oro” e “Una vita per il cinema”.
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le linee ricorda l’architettura dell’Art Decò: «C’era persino l’aria condizionata, che ad accenderla costava un occhio della testa», ricorda Giuseppe. Arrivò però la Seconda guerra mondiale: «Furono anni duri. Venivano prodotti pochi film, ma noi li proiettavamo. Erano soprattutto film romantici e d’avventura». Ovvero, quel poco che il regime fascista consentiva: produzioni italiane, che dovevano passare attraverso le maglie di una censura spietata. «Il cinema americano era proibito, – ricorda Giuseppe – Nel 1938 uscì “Via col vento”, ma fu vietato in Italia fino al 1948. Quello sì che fu un enorme successo per il pubblico trentino».
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In alto, una cartolina ritrae la pregevole palazzina liberty che ospitava in piazza Silvio Pellico il cinema “Eden”, poi “Littorio”, poi “Italia”. Sotto, il personale del cinema Modena, ritratti sul retro della sala in un momento di pausa.
IL DOPOGUERRA: «CHE SUCCESSO “MARCELLINO PANE E VINO”» Nel Secondo Dopoguerra compare una prima grande “concorrente” per le sale: esordisce nel 1954 in Italia la televisione. «Rappresentò un primo momento di svolta – evidenzia Giuseppe – Notavamo che il giovedì, quando la Rai trasmetteva “Lascia o Raddoppia” non registravamo il consueto pienone. Allora decidemmo di proporre quel programma su alcuni schermi televisivi». Gli anni Cinquanta e Sessanta rappresentarono gli anni d’oro del cinema italiano, con il filone del neorealismo e la straordinaria commedia dei vari Alberto Sordi, Nino
Manfredi, Vittorio Gassman. Ma è un film “minore” quello che Giuseppe individua come il più grande successo per il pubblico trentino di quegli anni: «Se devo ricordare un successo anche inaspettato fu “Marcellino Pane e Vino” del 1955. Doveva essere proiettato per tre giorni, ma poi ebbe un successo tale che restò in programmazio-
ne per un mese intero. Per quell’epoca era tantissimo. Ricordo che le persone quasi si prendevano a botte per vederlo: per terra trovavamo di tutto, scarpe, portafogli». In quegli anni anche al Teatro Sociale – di cui al tempo i Lazzeri erano co-proprietari – si proponevano film: «Al Sociale proponevamo una programmazione un po’ più
sofisticata, con cinema anche d’autore. Era molto chic», ricorda Giuseppe. Il cinema Roma viene inaugurato negli anni ’50, inizialmente senza coinvolgimento della famiglia Lazzeri, che oggi (come “Nuovo Roma”) lo gestisce: «Il Roma divenne presto il cinema “popolare”– sottolinea Massimo – Era anche il cinema dei militari, lo riempivano 31
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Massimo – Le multisala si trovavano solo nel centro di Milano e in un caso a Vicenza». Si schiude tutta una gamma di nuove possibilità: «La multisala consente di avere maggiore offerta di film con lo stesso personale. E se c’è una sala piena, si può andare in quella vicina» evidenzia Massimo.
Un pannello di locandine d’inizio Novecento, tra cui si nota “Wera Mitzewa”, film del 1928 diretto dal regista austriaco Rudolf Meinert. Sotto, la famiglia Artuso con A. Bergonzoni e il cinema Astra qualche anno fa
in maniera impressionante. D’altronde a Trento non sapevano dove altro andare». «Dagli anni Settanta al Roma venivano proposti anche i film a luci rosse, – aggiunge Giuseppe – Erano di enorme successo. Possiamo quasi dire che in quegli anni il cinema fu “salvato” dai film erotici». LA GRANDE CRISI DEGLI ANNI OTTANTA: «CI SALVÒ LA MULTISALA» Poi arrivarono gli anni Ottanta e con essi, una botta dietro l’altra: la televisione commerciale con i film in prima visione, l’home video, i videonoleggi, la pirateria. Per le sa-
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le inizia una crisi nera. «E le case di produzione e distribuzione non aiutavano» racconta Massimo, che in quegli anni assume ruoli sempre di maggiore responsabilità «I distributori premevano perché i film restassero nei cinema sempre meno tempo, per andare presto sulle videocassette. Prima c’era una “finestra” di dodici mesi tra l’uscita al cinema e quella in vhs o in tv, poi sempre meno». Massimo ricorda però come negli anni Ottanta ci fossero ancora successi enormi di pubblico: «I film di Pozzetto e Celentano facevano numeri importantissimi e salvavano l’intera
annata. Facevano molte più presenze dei “campioni di incassi” di oggi, come Checco Zalone». Ma negli anni Novanta, con il trionfo dei vari “Blockbuster”, la crisi del cinema morde forte: «Eravamo sul punto di vendere tutto, ma fu il nostro amore per il cinema a farci tenere duro», dicono i Lazzeri. A salvare il cinema a Trento fu l’idea della multisala: si passò da una sola grande sala che proiettava un solo film, a più sale piccole che potevano proporre una scelta più ampia: «Era un’idea che aveva pochissimi precedenti a livello nazionale, – precisa
STREAMING E PANDEMIA: «CHE SFIDA, MA IL CINEMA CE LA FARÀ» Nell’ultimo decennio, con l’avvento dei portali di streaming, con i quali si possono acquistare o noleggiare sia film classici sia film in prima visione e vederli sullo schermo di casa, è arrivato sul mercato un nuovo forte competitore per le sale. Ma i Lazzeri non vedono nel fenomeno dello streaming necessariamente una minaccia: «Ciò che continua a salvare il cinema è il suo carattere di socialità: ci si va con gli amici, con la famiglia, in coppia – ha sottolineato Massimo – Notiamo che gli appassionati delle moderne serie tv o dei fenomeni come i film Marvel sono tra i clienti più affezionati del cinema, autentici appassionati che vogliono condividere tra loro l’esperienza del film. E vogliono essere i “primi” a vedere il film del cuore, per evitare gli spoiler». Poi è arrivata la pandemia che ha portato i cinema a
trentinoattualità una chiusura forzata, durante i quali le case di produzione hanno puntato tutto sulla distribuzione in streaming. Elemento che, se dovesse confermarsi nel futuro, non lascia tranquilli: «Abbiamo visto togliere numerosi film importanti dai cinema per distribuirli online, complice la pandemia. Ma questo non può diventare un trend, il cinema è una vetrina di prestigio che dà forza a tutta la filiera – ha rilevato Massimo – I film che non passano per il cinema finiscono presto nel dimenticatoio». Massimo resta però fiducioso, anche alla luce della dubbia sostenibilità delle piattaforme streaming: «Domandiamoci, quanto il grande pubblico riuscirà ad essere fedele ai servizi streaming? Paga l’abbonamento per un po’, guarda i contenuti che gli interessano e poi si stufa. E non dimentichiamo che l’Italia paga costi altissimi alla pirateria». ANTONIO ARTUSO (ASTRA): «CHE EMOZIONE FARE IL PROIEZIONISTA» Quando si parla di cinema a Trento, se da un lato c’è la famiglia Lazzeri, dall’altra ci sono gli Artuso. Anche in questa famiglia, tre generazioni di imprenditori hanno portato nelle sale la magia della celluloide. «Tra noi e i Lazzeri c’è sempre stata una concorrenza anche forte, ma condi-
Fotografie: Jacopo Salvi
IL CINEMA ITALIA (EX CINEMA LITTORIO)
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el Cinema Italia molti ancora si ricordano. La deliziosa palazzina liberty, costruita tra il 1907 e il 1911, fu demolita nel 1968 e ha lasciato spazio alle palazzine anonime di piazza Silvio Pellico, decisamente meno memorabili. Un emblema della bellezza della Trento della Belle Epoque purtroppo perduta a causa di decisioni urbanistiche sciagurate. Prima noto come Teatro Maffei, poi come Gran Cinema Eden
vidiamo un percorso che attraversa le generazioni», ha raccontato Antonio Artuso, titolare del Cinema Astra, da quasi due decenni dedicato al cinema d’autore. Lo abbiamo incontrato a pochi minuti dall’inizio della prima proiezione post lockdown e la sua emozione era palpabile: «Spe-
Maffei, persino il fascismo, pur nella sua smania di smantellare il passato mitteleuropeo di Trento in favore di un approccio “nazionalista”, risparmiò il cinema-teatro e si limitò a ribattezzarlo “Cinema Littorio”. Bisognò aspettare la fine degli anni Sessanta per assistere all’abbattimento di questa bellezza architettonica. Senza nemmeno bisogno dei “pretesti ideologici” del fascismo.
riamo vada bene, che bello vedere finalmente le persone tornare al cinema». La vita di Antonio è stata tutta dedicata al cinema, come quella di suo padre e quella del nonno: «Nonno Antonio arrivava da Conegliano. Aveva cominciato rilevando nel dopoguerra il Cinema Italia, che stava in
una palazzina liberty bellissima in piazza Silvio Pellico. Poi prendemmo in gestione per un po’ il cinema Roma. E nel 1952 fu costruito il cinema Astra». Antonio esordisce nel cinema quando aveva 19 anni: «Lavoravo con mio padre, ma non mi occupavo solo della parte gestionale.
Il cinema Modena oggi, con mascherine e distanziamento. Un pannello di plexiglass protegge l’addetto alla cassa, mentre i clienti si avvicendano.
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trentinoattualità Una sala del “Modena” a pochi minuti dall’inizio di “Onward”, il nuovo film della Pixar. È obbligatorio il distanziamento fisico tra i diversi gruppi, ma gli amici possono sedersi vicini. A destra, Massimo Lazzeri attuale titolare di Cineworld Trento, che comprende Modena, Vittoria e Nuovo Roma.
Terminato il servizio militare, sono stato quasi costretto a sostituire l’operatore addetto alla proiezione che era andato in pensione. Ed il suo sostituto dopo un po’ ci lasciò per andare a lavorare altrove. Così dovetti imparare a fare il proiezionista, l’ho fatto per buoni quindici anni». Proprio come il protagonista di “Nuovo Cinema Paradiso”, l’impegno di Antonio era quello di cambiare le bobine, aggiustare le luci ed assicurarsi che tutto andasse bene: «Rapidamente mi sono appassionato. Ogni
volta che partiva il film c’era tensione, si sperava che tutto filasse liscio, perché c’erano cinquecento persone in sala. Adesso è tutto digitale, basta un click e parte la proiezione». Antonio conferma come gli anni più duri siano stati quelli del boom dell’home video e delle televisioni private, tra gli anni Ottanta e Novanta: «C’è stato un grandissimo calo, da 500mila a 80mila presenze l’anno. Un anno fummo letteralmente salvati dal punto di vista finanziario da un singolo film di successo, “Rambo 2”.»
CINEMA D’AUTORE: «UNA SCELTA PER DIFFERENZIARSI» La necessità di ripensare il modello di business porta Antonio ad un’intuizione: abbandonare il cinema generalista, per abbracciare un filone più rischioso ma che oggi ha portato il Cinema Astra a trasformarsi in un punto di riferimento culturale per la città: «Decidiamo di proporre solo cinema d’autore, quello che viene chiamato “cinema d’essai”. Negli anni Duemila completammo la ristrutturazione dell’Astra in multisala e decidemmo di puntare tutto su questo filone. Occorre differenziarsi dalla concorrenza, offrire un prodotto unico e trovare un pubblico affezionato». Una piccola rivoluzione che rispecchia anche il cambiamento della città di Trento: «Fino a qualche decennio fa solo una piccola nicchia si interessava al cinema d’autore, – spiega
Antonio – Ma poi il pubblico è cresciuto e così la sua richiesta di un prodotto più di qualità». Ipotizziamo che il cinema d’autore abbia attratto anche la platea di studenti universitari che popolano Trento, ma Antonio ci stoppa: «Non è così, vediamo pochi universitari! Gli universitari cercano solo qualche film in lingua originale, d’altronde su quell’aspetto sono più preparati rispetto alle vecchie generazioni». Insomma, per il cinema d’autore a Trento, si delinea una clientela matura nell’età e nei gusti: «Si è allargata la fascia d’età, una volta non vedevi in sala i settantenni, ora sì». Sul futuro del cinema Antonio Artuso è ottimista: «Tante volte hanno dato il cinema per morto. Pri-
Claudia Gelmi
Dai fratelli Lumiére allo streaming, passando per la televisione, il videonoleggio, i dvd. In 125 anni, il cinema ha cambiato tanti volti, tra rivoluzioni e flop.
1895
1928
1953
Invenzione del cinematografo
Invenzione della TV
Arriva la TV a colori
Nel 1895 i Fratelli Lumière crearono il “Cinematografo”, che riguardava un tipo di fotografia in movimento; era piccolo e quindi facilmente trasportabile e poteva eseguire riprese e proiezioni.
La prima televisione meccanica viene commercializzata tra il 1928 e il 1934 nel Regno Unito, Stati Uniti e Unione Sovietica. Questi apparecchi (realizzati e venduti da Baird nel Regno Unito).
Dalla metà degli anni sessanta iniziano a diffondersi in tutto il mondo i televisori a colori. La prima televisione a colori, prodotta dalla Admiral Corporation, costava 1175 dollari.
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1976
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VHS
LASERDISC
Il Video Home System (comunemente noto con l'acronimo VHS), è un sistema di videoregistrazione standard in formato analogico su supporto a nastro magnetico.
Il laserdisc è stato il primo standard di home video e videoregistrazione su disco ottico, creato nel 1978 e uscito di produzione negli anni 2000.
Fotografie: Jacopo Salvi
UN CINEMA IN MOSTRA
È
ancora in corso di svolgimento la mostra dedicata al Supercinema di Pergine, ex “Cinema Impero”, e la si può visitare fino all’11 ottobre nella Sala Comunale Fanton. La mostra ripercorre la storia di questa sala cinematografica, per decenni punto di riferimento culturale dei perginesi. Inaugurata nel 1931 con l’altisonante nome di “Cinema Impero” e chiusa nel 1981, la sala si trovava in piazza Garibaldi, nel cuore della città valsuganotta. A gestire il cinema nei decenni fu la famiglia Andreatta che ha donato al Museo Storico del Trentino una ricca documentazione fotografica. Nella mostra si ripercorre la storia culturale e sociale del nostro territorio: partendo dagli anni del Fascismo, con la sua ferrea censura sui contenuti “scomodi”, attraverso gli anni del “boom”, che coincisero con quelli più floridi dell’industria cinematografica, fino alla crisi degli anni Ottanta. Tra il materiale esposto, interessanti sono soprattutto le fotobuste ovvero le locandine cartonate in formato 50x70 che venivano utilizzate per le affissioni nelle sale. Info: www.museostorico.it
Massimo Lazzeri
ma doveva essere la televisione ad “ucciderci”, poi l’home video, ora lo streaming. Ma Blockbuster è fallito e noi siamo ancora qua». GELMI (CINEMA DI VALLE): «REGGIAMO LA CONCORRENZA DELLE CITTÀ» Dopo il lockdown non sono stati i cinema cittadini a riaprire per primi, bensì le sale
1985
“di valle”. Già a luglio, nei centri turistici del Trentino, le sale avevano aperto i battenti, proprio per poter offrire ai visitatori l’intrattenimento cinematografico. Merito del Coordinamento Teatrale Trentino, che gestisce il cinema di periferia in circa quaranta località. Lo racconta la direttrice Claudia Gelmi che conferma l’impegno per portare il cinema anche nei piccoli centri:
1993
«Cerchiamo di proporre una proposta alla pari con quella di Trento e Rovereto. Sono quaranta le località coinvolte, tra cinema e arene estive, e sono venti quelle con un cinema stabile». Negli ultimi anni la sfida maggiore è stata la digitalizzazione dei film, che sono passati dalla pellicola ad essere grandi file disponibili su server: «È stato un grande investimento econo-
2000
mico, – ha confermato Gelmi – Ma ora quasi tutti i cinema di valle sono digitalizzati». Una bella notizia per i cinefili arriva dall’Alto Garda, territorio che era rimasto senza gli storici cinema di Riva del Garda e Arco, ma da qualche anno è stato fondato il cinema “pubblico” patrocinato dalla Comunità di Valle, con sede a Riva: «È stato accolto con entusiasmo – rileva Gelmi –
2004
2005
VIDEO ON DEMAND
BLOCKBUSTER
VCD-DVD
STREAMING
BLU-RAY
Blockbuster, Inc. è stata fondata nel 1985 a Dallas (Texas) e fallita nel 2013. Il suo core business era focalizzato sull'acquisto a noleggio di prodotti home video e videogiochi, e successivamente sulla distribuzione digitale di contenuti.
Prima dell'avvento del DVD (avvenuto nel 1995), ci fu il Video CD (VCD), che nel 1993 fu il primo sistema per la distribuzione digitale dei film codificati in standard di 120 millimetri dischi ottici.
Il termine streaming o flusso multimediale nel campo delle telecomunicazioni identifica un flusso di dati audio/video trasmessi da una sorgente a una o più destinazioni tramite una rete telematica.
Fu progettato da Sony per soppiantare il DVD, in quanto, a differenza di quest'ultimo, è in grado di memorizzare contenuti in Full HD (1080p) e Ultra HD (2160p). Il nome "Blu-ray" si riferisce al laser blu utilizzato per leggere il disco.
Il servizio permette agli utenti di fruire, gratuitamente o a pagamento, di un prodotto di intrattenimento (musica, film, Serie TV...) in qualsiasi momento e luogo tramite una connessione internet.
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trentinoattualità Fotografie: Jacopo Salvi
LA FABBRICA DEI SOGNI CHE RISCHIA DI ANDARE PERDUTA
«U
n tempo andare al cinema era un momento di svago che coinvolgeva centinaia di famiglie tutte intere. A Lavis la domenica c’era la “processione” delle famiglie che venivano al cinema. Oggi questo aspetto si è perso e non vedo un futuro florido per le sale cinematografiche». Così Giovanni Rossi, l’81enne giornalista e per decenni “custode” nonché proiezionista del cinema parrocchiale di Lavis e poi del Cinema Auditorium di Lavis, ha commentato l’impatto che le nuove tecnologie digitali hanno avuto sul mondo delle sale. Non intravede un futuro roseo: «Il problema sono soprattutto i giovani. Con lo streaming, i tablet, gli smartphone, possono vedere i film in ogni momento e in ogni luogo. Ma il cinema
Sopra, una foto “retrò” risalente agli anni Sessanta in cui il pubblico riempie a dismisura il cinema parrocchiale di Lavis. Era l’epoca in cui decine e decine di famiglie intere frequentavano i cinema soprattutto nei giorni di festa. A fianco, una panoramica della sala del cinema parrocchiale di Lavis, chiuso negli anni Ottanta.
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era la fabbrica dei sogni...». Si perde così la componente comunitaria essenziale per apprezzare a pieno un film: «L’ultimo grande film capace di portare in sala ogni tipo di pubblico forse fu Titanic del 1997, poi c’è stato un crollo», evidenzia Rossi, i cui ricordi sembrano davvero tratti dalle sequenze più suggestive di “Nuovo Cinema Paradiso”, il film premio Oscar di Giuseppe Tornatore che racconta la magia degli anni dorati del “grande schermo”: «Mi occupavo delle proiezioni, un mestiere affascinante che mi fu insegnato dal proiezionista esperto Elio Rizzoli. E questa mia occupazione andò avanti fino al 2014, quando il proiettore fu sostituito dalla tecnologia digitale. Ora basta un click su uno schermo».
Ha registrato un iniziale boom di presenze, per poi stabilizzarsi». Nelle valli i cinema non sono di proprietà dei privati, ma sono in generale di proprietà pubblica, di Comuni o Comunità di Valle. Gelmi si dice soddisfatta della risposta del pubblico, il quale sembra apprezzare il “cinema di vicinato”: «L’andamento di pubblico è in linea con il mercato nazionale – sottolinea Gelmi – Ad esempio il 2019 è stato un anno molto buono anche perché ci sono stati film di grande successo, come l’ultimo di Checco Zalone e “Avengers Endgame”. Nel 2019 abbiamo proposto più di 250 proiezioni». Parte dell’impegno del Coordinamento Teatrale Trentino è quello di promuovere tra i giovani la cultura del cinema: «Facciamo nelle scuole educazione all’arte cinematografica. Gli stessi giovani sono consapevoli che lo streaming non può sostituire l’esperienza di vedere i film nelle sale. E lo conferma il fatto che per i grandi film come “Avengers” anche nei cinema di valle si registra il “tutto esaurito”, segno che reggiamo bene nei confronti delle città». E non si propongono solo i grandi successi, perché viene assicurata visibilità anche al cinema d’autore: «Abbiamo un rapporto di stretta collaborazione con le biblioteche, le Pro Loco e con le associazioni come SlowCinema di Borgo Valsugana, che promuove le eccellenze cinematografiche. Cerchiamo di mantenere un rapporto proporzionato tra film “di cassetta” e cinema “d’essai”». ■
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trentinoincontri di Tiziana Tomasini
METTI UNA GEMMA ALL’OPERA di Daniele Valersi
BOLZANINA DI NASCITA, GEMMA BERTAGNOLLI SI È NUTRITA DI LINFA MUSICALE FIN DALLA PIÙ TENERA ETÀ; AL SUO ATTIVO È UNA CARRIERA ARTISTICA AI MASSIMI LIVELLI. IL SUO TALENTO DI SOPRANO SI RIVELA NEI CONCORSI INTERNAZIONALI, QUINDI MANIFESTA UNA FORTE PROPENSIONE PER IL CANTO BAROCCO, DOVE ECCELLE IN NUMEROSE PRODUZIONI CON I PIÙ QUOTATI SPECIALISTI DEL SETTORE, COLTIVANDO NEL CONTEMPO ANCHE LE ALTRE SPECIALITÀ DEL CANTO LIRICO. AMBASCIATRICE UNICEF, SI BATTE PER IL DIRITTO ALLA MUSICA QUALE NECESSITÀ PRIMARIA PER LA FORMAZIONE E PER L’EQUILIBRIO DELLA PERSONALITÀ. Nel “Montezuma” di Vivaldi, Teatro Comunale di Ferrara, 2008 38
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È
veramente una parabola artistica eccellente, quella del soprano Gemma Bertagnolli: già a livelli invidiabili a partire dal suo esordio, l’ha vista toccare le vette del canto lirico declinato in variegate specialità quali il repertorio barocco, il Belcanto, il grande teatro musicale romantico, il Novecento, la musica contemporanea. Ha iniziato vincendo l’ambito concorso Assalisco, poi al “Francesco Vista” ha ottenuto il premio speciale come migliore interprete mozartiana, ha quindi ottenuto, ancora in età molto giovane, una sfolgorante serie di successi presso le principali stagioni operistiche e festival italiani ed esteri. Un grande rilievo nella sua attività artistica e nella sua cospicua
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«L’INTERPRETAZIONE NON STA NELL’ESEGUIRE BENE LE NOTE, STA NELLA VERITÀ DEL PERSONAGGIO»
discografia occupa il repertorio antico e barocco, che l’ha vista intrattenere fruttuose collaborazioni con specialisti tra i più celebri della prassi esecutiva storicamente informata; tra le produzioni in cui è stata protagonista vi sono il “Solimano” di Hasse, “Il ritorno d’Ulisse in patria” e “L’incoronazione di Poppea” di Monteverdi, “Agrippina”, “La Resurrezione”, “Il Trionfo del tempo e del disinganno” di Händel, l’”Olimpiade” di Pergolesi, “Motezuma” di Vivaldi. I suoi dischi hanno ottenuto riconoscimenti quali Gramophone Award, Choc du Monde de la Musique, Timbre de Platine d’Opéra International, in particolare per le partecipazioni alla “Vivaldi Edition” di Naïve. Particolarmente intenso il sodalizio con il pianista Antonio Ballista, con cui ha collaborato
in numerosissimi concerti e incisioni discografiche. Attualmente si esibisce in recital ed è attiva come didatta; dal 2006 al 2008 ha insegnato canto barocco al Conservatorio “C. Monteverdi” di Bolzano, negli anni 2011/12 presso il conservatorio “F. A. Bonporti” di Trento, nell’anno accademico 2013/14 ha insegnato canto rinascimentale e barocco presso il conservatorio di Frosinone, dal 2011 collabora come docente con la Hochschule für Künste di Brema, ha insegnato canto ai corsi estivi di musica antica del Mozarteum a Salisburgo, tiene periodicamente seminari presso festival e conservatori italiani. Dall’agosto 2013 insegna presso l’International Music Academy di Kusatsu (Giappone), un’istituzione patrocinata dalla casa imperiale; in quel contesto ha cantato per il precedente imperatore (Nakihito) e si è esibita più volte in recital accompagnata al pianoforte dall’imperatrice Michiko. Nata a Bolzano, oggi vive a Bergamo con il compagno Nel “Don Carlo” di Verdi, Teatro Comunale di Firenze
Nel ruolo di Pamina, “Il flauto magico” di Mozart, Teatro Regio di Torino
Fabio Galessi, ingegnere, musicista e direttore artistico; ha un legame forte e duraturo con la figlia Anna, con la quale comunica quotidianamente. Abbiamo incontrato Gemma Bertagnolli in videoconferenza, nella sua casa circondata dal verde. Lei ha cantato in generi e con ruoli differenti: soprano di coloratura, soprano
lirico, canto barocco: c’è un personaggio, una parte che valorizza al meglio la sua vocalità? La questione non sta in questi termini: per ogni singolo ruolo bisogna trovare l’idea del personaggio, gli affetti del personaggio; la bravura interpretativa di un cantante sta nel saper rendere al meglio il ruolo, piuttosto che adoperarsi per far risaltare le proprie doti. Gli autori delle varie epoche volevano far brillare le doti canore, i personaggi che hanno creato sono come un bell’abito per la voce e vanno affrontati con intelligenza. Mettere in luce il proprio talento va bene, ma è più importante rendere innanzitutto ciò che un personaggio esprime. L’interpretazione non sta nell’eseguire bene le note, sta nella verità del personaggio. Nella sua carriera il canto barocco ha un grande rilievo: come è avvenuto l’incontro con la prassi esecutiva storicamente informata? Provengo da una famiglia musicale: mia sorella Livia dirige l’istituto musicale “Vivaldi” di Bolzano, mio padre era organista e mia madre cantava in coro: mia sorella e io siamo cresciute tra musica 39
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trentinoincontri Nel ruolo di Amenaide, nel “Tancredi” di Rossini, Teatro dell’Opera di Roma, regia di Pier Luigi Pizzi
SE AL PIANOFORTE C’È UNA PRINCIPESSA...
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all’agosto 2013, Gemma Bertagnolli insegna in Giappone presso l’International Music Academy di Kusatsu, località termale frequentata dalla famiglia imperiale, dove si incontrarono l’ex imperatore Akihito (padre di Naruhito, attualmente regnante) e Michiko, che sarebbe poi diventata sua moglie. La passione per la musica è condivisa dai membri della casa regnante giapponese, che patrocina la Music Academy di Kusatsu: l’imperatore emerito ha studiato violoncello, l’imperatrice Michiko è pianista, Naruhito suona la viola. Dopo aver tenuto un recital in onore del sovrano, Gemma si è esibita più volte in pubblico al fianco di Michiko, che in quelle occasioni la accompagnava al pianoforte.
sacra e canto popolare e così abbiamo appreso l’alfabeto di tutti i linguaggi musicali. Roberto Gianotti, quando era il mio insegnante di armonia, mi disse che secondo lui ero portata al canto barocco, invitandomi a collaborare col gruppo vocale “Il virtuoso ritrovo”, dopo di che ho fatto anche una serie di audizioni con direttori quali Rinaldo Alessandrini, Giovanni Antonini, Ottavio Dantone e altri, che hanno dato l’avvio a una serie di collaborazioni. Ho gradualmente acquisito le competenze per praticare questo repertorio, competenze indispensabili in quanto nel Settecento molte cose non venivano scritte in partitura: vi era un codice legato alla pratica, un alfabeto condiviso per cui non era necessario scrivere tutto; si trattava di musica destina-
ta al consumo, non all’eternità. Bisogna conoscere il linguaggio del non scritto, è questo che oggi insegno ai miei allievi, poiché quei pochi segni sulla carta non bastano a esprimere il senso della musica. Spendiamo qualche parola sulla collaborazione con Antonio Ballista, un sodalizio durato una vita in termini artistici. Di Antonio voglio dire che mi ha insegnato la libertà di pensiero, l’uscire dagli schemi. Per lui non c’è musica seria o comica, la musica va sempre trattata col massimo dell’emozione e delle proprie capacità, senza confini. Esiste solo la musica fatta bene. Ancora oggi, superati gli ottant’anni, è un musicista con una vitalità irrefrenabile. Insieme abbiamo fatto praticamente tutto, dalle musiche
per i cartoni di Walt Disney a Cajkovskij, dalle ninne-nanne popolari a Haydn e Liszt. Lei è anche ambasciatrice UNICEF, c’è un motivo per cui ha scelto proprio questo ente per il suo impegno civile? È stato il Comitato Regionale a propormi questo ruolo e non è questo il solo ambito dove sono impegnata. Siamo fortunati a essere nati in questa parte del mondo, è nostro dovere dedicarci a coloro che non hanno avuto questa fortuna. Il diritto alla musica è una delle tematiche del suo
Con Ennio Morricone, qualche anno fa 40
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impegno: quali sono gli obiettivi che si prefigge? Innanzitutto fare in modo che la musica arrivi a tutti. Non puntare solo ai circoli cittadini blasonati, ma andare anche nei piccoli centri, dove la gente quasi non conosce la musica. La musica va donata, va messa a disposizione di tutti con grande semplicità. La musica è praticamente sparita dalla scuola: non si studia più, come non fosse una disciplina indispensabile alla formazione dei giovani; è invece un diritto di tutti. Inevitabile accennare agli inconvenienti dovuti alla pandemia attuale: il suo bilancio è particolarmente pesante? È davvero molto negativo, ma per fortuna non sono all’inizio della carriera. Ora mi occupo soprattutto degli allievi ed è per loro che sono preoccupata; abbiamo la grande responsabilità di ciò che consegniamo a chi ora sta crescendo e dobbiamo impegnarci per lasciare a loro il meglio di ciò che siamo e di ciò che abbiamo imparato strada facendo. ■
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trentinoincontri OTTO DONNE SI RITROVANO PER LEGGERE I LORO DIARI INTIMI. E DURANTE IL LOCKDOWN NE FANNO UN GIOCO DA TAVOLA CHE INVITA ALLA RELAZIONE, TESTATO PER LA PRIMA VOLTA IL 16 SETTEMBRE ALLA BOOKIQUE DI TRENTO. UNA SERATA IN CUI SI È GIOCATO, CONOSCIUTO I CORALLI E LE “ESPLORATRICI” CHE GUIDANO IL VIAGGIO ATTRAVERSO “IL MESTIERE DI VIVERE” AL FEMMINILE. UNA PAGINA DI DIARIO PER RACCONTARLO
CORALLI! di Susanna Caldonazzi
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i Fotografie: Elisa Vettor
«CARI DIARI VI SCRIVIAMO»
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l primo progetto dei Coralli è diventato realtà. È un gioco da tavolo, un mazzo di carte, sapientemente disegnato da un’amica dei Coralli, Elisa Vinciguerra, che invita allo scambio, alle chiacchiere, al raccontarsi. Ha visto la luce lo scorso 16 settembre
CI SIAMO RITROVATE TUTTE IN UN BAR DELLA CITTÀ: VOLTI AMICI E QUALCUNO INCROCIATO SOLO PER CASO
in una emozionante e partecipata serata alla Bookique, nel quartiere San Martino di Trento, quando per due turni, otto tavoli di amici e conoscenti si sono messi in gioco attraverso citazioni, domande e risposte per conoscersi un po’ di più. «Mi piacerebbe che ci incontrassimo, un gruppo di don-
ne per discutere su di noi. Mi piacerebbe che parlassimo di cosa significa essere donne. Vorrei che provassimo insieme a leggere Il mestiere di vivere di Cesare Pavese. E poi mi piacerebbe che ci chiedessimo se esiste un mestiere di vivere al femminile. Mi piacerebbe se ci fossi anche tu». L’avventura dei Coralli è iniziata così, in un giorno d’autunno. Per me, come per ognuna di noi, quando abbiamo risposto all’invito di Maura Pettorruso. Qualche settimana dopo ci siamo ritrovate tutte in un bar della città: volti amici e sconosciuti, qualcuno incrociato per caso. Non so dire con precisione cosa sia accaduto quella sera, ma sono certa di aver avvertito un’alchimia rara. Quando lo chiedo a Sara Zanatta risponde così: «Non avevo capito bene dove fosse diretto questo gruppo. Ho capito solo dopo che la strada dovevamo scriverla noi». Quella dei Coralli, infat-
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trentinoincontri ti, è una strada da scrivere. La richiesta di Maura è stata chiara e diretta: «Il mestiere di vivere di Pavese è un diario. Facciamolo: ritagliamoci una “stanza tutta per noi”, scriviamo i nostri pensieri, le nostre giornate e poi incontriamoci e leggiamolo a voce alta». Una richiesta spiazzante: «Come
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DICE ELDA: «È UNA DI QUELLE RARE E PREZIOSE VOLTE NELLA VITA IN CUI SENTI DI ESSERE SALITA SUL TRENO GIUSTO».
si scrive un diario? – si chiedeva Masha Mottes. Anche se più volte in passato avevo scritto memorie di stralci di vita, mi chiedevo se ci fosse un modo per scriverne uno da confidare poi ad altre donne». Ma un mese dopo ci siamo ritrovate con le nostre 30 giornate ciascuna trasferite nei diari, tra episodi significativi, pensieri intimi, domande senza risposte, timidezze spesso
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nascoste da ironia. Dopo la prima serata in cui ci siamo annusate, ci siamo invitate l’un l’altra nelle nostre vite, nei nostri ricordi, nelle nostre sfide quotidiane. Manuela Fischietti ne parla così: «Come su una barca, ognuna di noi ha un compito preciso ma la destinazione è condivisa. Ci siamo scoperte simili pur nelle diversità. A volte vicine a noi stesse, ad altre donne, agli uomini, agli animali, alle nostre famiglie; quelle che ci sono capitate e quelle che ci siamo scelte». Elda Detassis incalza: «Questa è una di quelle rare e preziose volte nella vita in cui ti senti di essere salita sul treno giusto: a quella fermata, dopo aver esitato un po’ sul predellino, grazie ad un respiro profondo e allegro, hai afferrato la mano che ti invitava a salire, ti sei fidata di quella spinta che ti esortava a partire. Su quel treno, che viaggiava su binari condivisi ma senza capolinea predefiniti, hai scoperto e dato, trovato e perso». Abbiamo iniziato tutte ad attendere con impazienza di incontrarci in quelle serate di
condivisione, durante le quali la lettura dei diari è diventata un rito, un esercizio di empatia, una conoscenza reciproca e profonda. Una sensazione che descrive bene Federica Chiusole: «Mancare un appuntamento significa perdersi i racconti di Sara, i pensieri di Masha, la rinascita di Maura, le avventure di Manu, le capriole di Serena, le stoccate di Elda, le riflessioni di Susi. A differenza di Virginia Woolf, io non sono sola: navigo in compagnia di sette donne, delle cui parole mi sono ora innamorata, ora interrogata, ora stupita, sempre sentita
onorata». E forse è Serena Tomasi quella tra noi che riesce a dire meglio come ci si sente condividendo pagine intime: «Non è il diario in sé a fare la differenza, ma il gruppo. Perché le mie parole sono destinate ad essere ascoltate e il carico di dubbi, sofferenza, gioia, tormenti di cui si fanno portatrici si diffonde sul tavolo attorno al quale siedono le Coralle, come fumo sparato su un palco». I diari sono stati per settimane al centro dei nostri incontri, ma lentamente si è fatta forte in noi la necessità di avere dei modelli, di leggere i diari
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e le biografie di donne che avessero vissuto prima di noi, in tempi diversi da noi, per approfondire quel mestiere di vivere anche oltre noi stesse. Abbiamo scelto di studiare così otto donne per noi significative, a volte famose, a volte controverse. Sono le nostre “esploratrici”, che ci guidano nel viaggio: Mary Shelley, Diane Arbus, Franca Sozzani, Patti Smith, Anaïs Nin, Tina Modotti e Oriana Fallaci. Il 2020 non ci ha concesso di vederci regolarmente. Il lockdown ha trasformato il
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ABBIAMO SCELTO DI STUDIARE ANCHE 8 DONNE PER NOI SIGNIFICATIVE, A VOLTE FAMOSE, A VOLTE CONTROVERSE
nostro modo di incontrarci, ha filtrato lacrime e abbracci che avevamo imparato a condividere e ci ha messe dietro a monitor a combattere con la tecnologia e la solitudine. È stato quello il momento in cui abbiamo capito l’importanza della prossimità e così abbiamo cercato il modo per avvicinare tutti un po’ di più. Abbiamo immaginato quando le persone avrebbero potuto ritrovarsi sedute a un tavolo e provato a trasformare le pagine di diario in un gioco da
fare per ascoltarsi, per prendersi il tempo di chiedere qualcosa agli altri, per conoscersi meglio. Ci hanno ispirate le biografie e i diari delle esploratrici, le nostre serate, le loro domande e le nostre domande. Il 16 settembre alla Bookique quelle stesse domande sono diventate le domande di molti e molte che hanno partecipato alla serata, lasciandosi incuriosire da una proposta di condivisione e permettendosi di provare a capire l’effetto che fa, semplicemente, ascoltarsi e raccontarsi. Tra pagine di diario, domande, esploratrici e mestieri di vivere, è ancora una volta Maura a spiegare il senso della nostra idea: «Nei nostri diari condivisi, come nelle pagine delle nostre esploratrici, affioravano domande. A poco a poco le domande hanno incontrato risposte. Non solo una a quesito, ma molteplici. Brevi, lunghe, scherzose, rabbiose, intime, indicibili. Sono questo i Coralli. Questo è il significato del viaggio e forse anche del mestiere di vivere al femminile». Perché “Coralli”? In una storia di un’isola remota si racconta che tra le maree, crescano campi di coralli cangianti e ramificati che resistono alla risacca unendo le forze. Piccoli, meravigliosi e potenti, tanto da far dire a chi li scopre che “l’albero della vita dovrebbe forse chiamarsi il corallo della vita”. ■ 45
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ARRIGO PISONI di Renzo Francescotti
A CAVALLO DI DUE SECOLI E DI DUE TALENTI: LA VIGNA E... IL LEGNO
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rrivi a Pergolese, paese nei pressi delle Sarche, all’inizio della Valle dei laghi, ed entri nell’azienda Pisoni, famosa per i suoi vini, gli spumanti e le sue grappe (tutti pluripremiati) e, da pochi anni, anche per l’olio del Garda. Nel cortile del secolare edificio, un piccolo museo di attrezzi di rame per la distillazione della grappa (alambic46
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chi, caldaie…). Varchi il portone d’entrata incorniciato da un arco di pietra nella cui chiave di volta è incisa la data del 1852, e nell’atrio chiuso dall’altro portone che introduce alle cantine ti danno il benvenuto le prime sculture di Arrigo Pisoni, il patriarca dell’azienda. Lui è un ”giovanotto” di 88 anni, minuscolo, un po’ claudicante, ma attivis-
simo, una fucina di idee e di interessi che sorprenderebbe anche in un uomo con una cinquantina di anni in meno. Osserviamo le sculture lignee nell’atrio. Due sono dei bassorilievi che scolpiscono personaggi di famiglia: la nonna Angela Pisoni, sposata Poli, raffigurata da giovane con grappoli d’uva e una cesta di pesche. L’altro, in legno di cir-
molo (2001) che raffigurano gli otto nipotini di Arrigo, come una vivacissima sfilata di putti. Ai lati del portone che chiude le cantine, a grandezza naturale due statue tra le più antiche che Arrigo abbia scolpito: un giovane Bacco, con dei grappoli d’uva come grandi orecchini e una coppa con cui brinda. E una madre con bambino. Sono due scul-
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(Foto: Tiziano Cristofoli)
DA RAGAZZO ERA BRAVO IN DISEGNO, MA LE SUE PASSIONI ERANO LA MECCANICA E LA FALEGNAMERIA. NEL LEGNO FABBRICAVA PER SUA MADRE TABIÈI, OVVERO TAGLIERI, GUÌNDOI, OSSIA ARCOLAI PER SVOLGERE LE MATASSE. POI SONO ARRIVATE ANCHE... LA VIGNA E I SUOI DERIVATI
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trentinoincontri 1993. Giuliano, Arrigo, Luca, Bianca, Stefano ed Elio Fotografie: Jacopo Salvi
AZIENDA AGRICOLA PISONI : OLTRE 150 ANNI DI STORIA
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isale al 1852 la prima significativa indicazione della presenza della famiglia Pisoni nella Piana del Sarca. La data appare sull’arco di pietra del portone di ingresso della casa agricola a Masi di Calavino, poi ribattezzati Pergolese. La famiglia Pisoni è sempre vissuta all’insegna di una grande unità famigliare e della fedeltà all’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, frequentato da cinque generazioni. La quarta generazione dei Pisoni, formata da Gino, Arrigo e Vittorio ha dato un grande apporto allo sviluppo dell’Azienda, realizzando nuovi impianti, portando i vigneti pregiati a una quindicina di ettari, con la produzione di vini rossi e bianchi, di spumanti, Vino Santo, Grappe e – negli ultimi anni – di olio del Garda. Nella quarta generazione, l’attuale, operano, Marco, Stefano, Elio, Giuliano, Andrea e Francesco, tutti diplomati o laureati. Nel 2004 viene inaugurata a Pergolese la nuova distilleria all’avanguardia, una delle due più importanti del Trentino. I vini fermi, gli spumanti e le grappe Pisoni sono stati molte volte premiati in campo nazionale dalle più importanti organizzazioni di settore.
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ture di gusto molto diverso: la prima, elegante, classicheggiante; la seconda, Madre di colore, regge sul capo un’anfora, un’altra la stringe con la destra, mentre con la sinistra regge un bambino aggrappato al suo seno nudo. Nonostante il peso delle anfore e del bambino la donna appare sorridente: è chiaramente una donna di colore, con l’espressionismo della scultura africana, che lo scultore dimostra di avere studiato. Sono due statue lignee di buona fattura, scolpite da un uomo
di settant’anni, vergine di esperienze. Entrati nella cantina un grande altorilievo in cui Arrigo, con notevole bravura, ha scolpito a grandezza naturale suo padre e suo zio in divisa austroungarica, che si incontrano in Galizia. È arrivato forzatamente tardi alla scultura quest’uomo eccezionale, in precedenza totalmente dedito alla famiglia e all’azienda. Da ragazzo era bravo in disegno, ma le sue passioni erano la meccanica e la falegnameria. Nel legno fabbricava per sua madre tabièi, ovvero taglieri, guìndoi, ossia arcolai per svolgere le matasse. E per sé e i suoi fratellini, giocattoli: carrettini, cavalòti, cavalli a dondolo… Quando i suoi coetanei erano da anni a godersi la pensione, il nostro eroe avvertì con forza il richiamo della passione artistica, riuscendo finalmente a strap-
“Maternità” fFoto: Marco Miori)
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pare il tempo per scolpire. È il 1998 e, seguendo l’esempio di sua sorella Giulia, si iscrive ad Arco ai corsi delle “Arti Visive”, diretti dal professor Renato Ischia, scultore tra i più originali della sua generazione, che ha studiato e operato a Parigi per tredici anni. Fino a quel momento, Pisoni ha realizzato solo una piccola scultura, e per niente originale: è un angioletto suonatore di clarino, del genere delle ceramiche Thun. Ma negli anni seguenti, addestrato da Ischia, (nel 2001, 2002, 2006) realizza otto teste di bimbo in terracotta di apprezzabile naturalismo e tecnica. Le teste sono quelle dei suoi nipotini (lui, con la moglie Bianca, scomparsa sette anni fa, ha avuto quattro figli maschi: quella dei Pisoni è una fa-
1936. Giulio e Oreste
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miglia unitissima, dove tutti lavorano in azienda…). Arrigo frequenta i corsi di Ischia per dieci anni, rubando le ore il dopocena per scendere ad Arco. Poi passa ai corsi nel Tennese, condotti da Mario Ricci, un maestro certamen-
NEL 1998 SI ISCRIVE, AD ARCO, AI CORSI DELLE “ARTI VISIVE”, DIRETTI DA RENATO ISCHIA te meno famoso di Ischia, ma in cambio con un carattere un po’ meno spigoloso... Sotto la direzione di Ischia, oltre le terrecotte di bimbi continua l’esplorazione del mondo dei ragazzi. Nel 2005, realizza un lavoro dal titolo Martin pensatore, sviluppando un
“Madre di colore” fFoto: Marco Miori)
piccolo bozzetto in terracotta dell’anno precedente. Quest’ultima è una scultura in legno alta 80 centimetri, in cui un ragazzo sta seduto coi gomiti appoggiati alle ginocchia, in atteggiamento pensoso. Altro appartenente al mondo infantile è il Ragazzo con la farfalla, che solleva la testa come a cercare da dove è arrivata la farfalla che gli si è posata sulla fronte: una scultura plasticamente interessante per il suo movimento di torsione, originale nella sua cordialità. Il bambino che a cavalluccio si unisce all’adulto, suo padre, è una scultura del 2010, (quando Arrigo era passato alla “scuderia” di Ricci,) in legno di cedro Deodara, un legno facile da lavorare e da reperire nei parchi, nei giardini e nelle piazze, una scultura lasciata volutamene grezza. Dello stesso anno è un lavoro a mio avviso eccezionale, dal titolo Maternità: raffigura una donna dai lunghi capelli, con le mani appoggiate sul ventre gravido, gonfio e teso. È una scultura di chiara suggestione africana, potentemente espressionista. Un vero peccato che Arrigo non abbia in seguito continuato a scavare
su questo filone, non abbia trovato un critico d’arte che lo abbia incoraggiato a farlo. Infine una scultura abbastanza recente, del 2017, dal titolo Questa è la vita: un’opera che si potrebbe definire astratta/figurativa. Astratta perché ha la forma di un parallelepipedo; figurativa perché su ognuna delle quattro facce Arrigo ha scolpito due bassorilievi quadrati o: complessivamente otto riquadri che narrano le storie della Genesi. È un’opera che piace molto anche ai bambini, che si bevono le storie della creazione del mondo e si divertono all’ultimo riquadro, dove appare Iddio, un vecchio barbuto sdraiato che finalmente si riposa, come se fosse su un prato o sulla spiaggia del mare... ■
“Martin pensatore” (foto: Marco Miori) 49
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ORA È UFFICIALE: SIAMO NATI 233 MILIONI DI ANNI FA
CLAMOROSA SCOPERTA DA UNA RICERCA CHE COINVOLGE ANCHE LA NOSTRA REGIONE, GRAZIE AL MUSE E MUSEO DI SCIENZE NATURALI DELL’ALTO ADIGE. È STATA IDENTIFICATA UNA NUOVA ESTINZIONE DI MASSA: L’EPISODIO PLUVIALE CARNICO. SULLA RIVISTA SCIENCE ADVANCES LO STUDIO DI UN TEAM INTERNAZIONALE: “IL MONDO COME LO CONOSCIAMO OGGI NASCEVA 233 MILIONI DI ANNI FA” 52
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Castel Valer
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Ricostruzione di una scena durante l’Episodio Pluviale Carnico ©D. Bonadonna/MUSE
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na ricerca internazionale ha messo in luce una nuova rivoluzione degli ecosistemi globali legata ad un cambiamento climatico avvenuto 233 milioni di anni fa. Un’estinzione ma anche una grande fase di diversificazione da cui si è originato il mondo che conosciamo. Non capita spesso venga identificata una nuova estinzione di massa, un evento di sconvolgimento degli ecosistemi Il geologo Jacopo Dal Corso (esamina le evidenze dell’estinzione avvenuta 233 milioni di anni fa presso il Rifugio Dibona, Cortina d’Ampezzo (BL) ©G. Roghi
globali così intenso da lasciare traccia indelebile nella storia della vita. In un articolo pubblicato oggi sulla prestigiosa rivista Science Advances, un team internazionale di geologi e paleontologi descrive un nuovo evento di estinzione, avvenuto circa 233 milioni di anni fa, e chiamato Episodio Pluviale Carnico. La ricerca è stata condotta da un team guidato da Jacopo Dal Corso della China University of Geosciences, di cui fanno parte anche ricercatori delle Università di Padova e Ferrara, del CNR, del MUSE – Museo delle Scienze di Trento e del Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige. Gli studiosi hanno esaminato prove ge-
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GLI STUDIOSI HANNO ESAMINATO PROVE GEOLOGICHE E PALEONTOLOGICHE RACCOLTE IN DECENNI
ologiche e paleontologiche raccolte in decenni di rilievi sul campo, analisi di laboratorio e modellizzazioni derivandone un quadro completo delle cause, delle dinamiche e degli effetti dell’Episodio Pluviale Carnico. Le cause sono state messe in relazione con massicce 53
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trentinoscienze A destra, il paleontologo Massimo Bernardi del Muse studia le prime fasi di recupero della vita dopo l’Episodio Pluviale Carnico sul Monte Roen. In basso, base delle Tofane, nelle Dolomiti centrali, si scorgono i livelli rocciosi rossastri che testimoniano gli eventi legati all’Episodio Pluviale Carnico, 233 milioni di anni fa ©MUSE
eruzioni vulcaniche nella provincia di Wrangellia, di cui abbiamo oggi testimonianze in Canada occidentale ed in Alaska. “Nel Carnico vi fu un’enorme eruzione vulcanica che produsse circa un milione di chilometri cubi di magma”, afferma Andrea Marzoli dell’Università di Padova. Le eruzioni iniettarono in atmosfera enormi quantità di gas serra come l’anidride carbonica, che portarono ad un riscaldamento globale. Questa fase di riscaldamento globale fu associata ad un forte aumento delle precipitazioni, di qui il riferimento ad un periodo “pluviale” che durò circa un milione di anni. Questo improvviso cambiamento climatico causò una grave perdita di biodiversità negli oceani e sulle terre emerse, tanto da poter essere catalogata da Dal Corso e colleghi tra le più profonde fasi di estinzione nell’intera storia della vita. Subito dopo l’evento di estinzione nuovi gruppi fecero la loro comparsa o si diversificarono rapidamente, come
ad esempio i dinosauri, contribuendo all’origine di nuovi ecosistemi. “Molti gruppi di piante e animali si diversificarono in questo momento, tra cui alcune delle prime tartarughe, i coccodrilli, le lucertole, i primi mammiferi e le prime moderne foreste di conifere”, sottolinea Jacopo Dal Corso. “L’Episodio Pluviale Carnico ebbe un profondo impatto anche sulla vita marina e nella chimica degli oceani. Questo è documentato, per esempio, nelle Dolomiti, dove la crisi del Carnico è visibile in modo spettacolare nella morfologia del paesaggio, con le celebri pareti di dolomia che vengono interrotte da roc-
Fotografie: Jacopo Salvi
IL TRENTINO MASSIMO BERNARDI: “NON SOLO FINE, MA ANCHE NASCITA DI UN EQUILIBRIO DIVERSO”
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rentinoMese ha posto alcune domande a Massimo Bernardi, uno dei protagonisti dell’eccezionale scoperta.
Quando e dove ha avuto inizio la ricerca e in base a quali sollecitazioni o intuizioni? Già alla fine degli anni ’80 del secolo scorso alcuni studiosi inglesi si erano resi conto che nel periodo geologico chiamato Carnico, circa 233 milioni di anni fa, doveva essere accaduto qualcosa di strano. Le rocce che si erano formate in quel periodo geologico mostravano caratteri anomali rispetto a quelle solo di poco più vecchie o più giovani e gli ecosistemi ricostruiti grazie all’analisi dei fossili sembravano aver subito uno scossone: molte specie si erano estinte contemporaneamente in corrispondenza di una fase di improvviso cambiamento climatico. Negli ultimi anni, con i colleghi delle Università di Padova e Ferrara ci siamo messi sulle tracce di questo evento. Cosa era successo? E che impatto poteva avere sulla storia della vita?
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In quali aspetti e con quali persone la ricerca ha interessato il Museo di Scienze dell’Alto Adige, ma soprattutto il Muse? Per tracciare il quadro più completo possibile delle dinamiche di un evento avvenuto così indietro nel tempo, centinaia di milioni di anni fa, è stato necessario integrare numerose competenze. I colleghi patavini e ferraresi hanno analizzato principalmente le rocce: sono esperti geologi specializzati nel leggere la struttura delle rocce, la loro composizione ed età. Nei musei di Trento e Bolzano ci siamo occupati dello studio degli organismi fossili e della compilazione di un grande database che è stato fondamentale per calcolare la portata dell’evento e poterlo così catalogare come una delle più importanti estinzioni della storia della vita. Questa scoperta suggerisce speranza ma anche grande cautela rispetto il concetto di estinzione. In cosa “speranza” e in cosa “cautela”? Le estinzioni sono eventi complessi. Nel linguaggio comune estinzione significa termine, fine. L’estinzione che abbiamo scoperto, così come tutte le altre avvenute nel passato (forse alcuni ricordano la cosiddetta ‘estinzione dei dinosauri’, causata dalla caduta sulla Terra di un meteorite), è piuttosto una fase di rivoluzione, di ‘crisi’ nel senso etimologico del temine, ovvero un momento di transizione.
trentinoscienze Fotografie: Jacopo Salvi
C’È ANCHE L’ALTOATESINA EVELYN NEL TEAM
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el dream team guidato da Jacopo Dal Corso della China University of Geosciences, fa parte anche Evelyn Kustatscher, apprezzata paleontologa del Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige. Non capita spesso, che venga identificata una nuova estinzione di massa, uno sconvolgi mento degli ecosistemi globali così intenso, da lasciare traccia indelebile nella storia della vita. In un articolo p u b b l i c a to su Science A d v a n c e s, un team internazionale di geologi e paleontologhe descrive un nuovo evento di estinzione, avvenuto circa 233 milioni di anni fa, chiamato appunto paradigmaticamente “Episodio Pluviale Carnico”.
ce poco resistenti che si sono deposte proprio durante questo evento, quando gli ecosistemi collassarono” aggiunge Piero Gianolla dell’Università di Ferrara. Negli ultimi decenni i paleontologi hanno identificato 5 grandi estinzioni di massa nella storia della vita, e numerose estinzioni di minore grandezza, ma pur sempre catastrofiche. I risultati di questo nuovo studio identificano una nuova estinzione nel Carnico, che agì come un motore importante per l’evoluzione della vita. “Sentiamo spesso parlare di estinzioni di specie in conseguenza delle profonde alterazioni climatiche e ambientali in atto. La storia scritta nelle
Non solo fine, dunque, ma anche nascita di un equilibrio diverso. In questo senso l’osservazione delle grandi crisi del passato può essere utile anche per interpretare le crisi che stiamo vivendo oggigiorno. La vita è passata numerose volte attraverso eventi, colli di bottiglia, estremamente rischiosi. Siamo figli di questi eventi in cui le cose sono, per noi, andate bene. Credo questa constatazione ci possa
rocce e nei fossili ci mostra quanto intense e perduranti siano le conseguenze di grandi eventi di estinzione – aggiunge Massimo Bernardi paleontologo del MUSE – Museo delle Scienze di Trento – Questi eventi sono segnati da crisi e, contemporaneamente, da rinnovamento della vita, e mostrano altissima contingenza: è difficile prevedere chi si troverà dalla parte dei vinti e chi dei vincitori”. Un’interpretazione questa che, rileggendo il concetto di estinzione, suggerisce speranza ma anche grande cautela a chi si trovi a vivere nel bel mezzo di una nuova crisi ecosistemica ■ planetaria. Come noi.
rendere maggiormente consapevoli, per non dire entusiasti, dell’eccezionalità dell’essere al mondo. La complessità degli eventi di estinzione induce tuttavia anche grande cautela: la fase di crisi climatica e degli ecosistemi che stiamo vivendo è profonda, per molti aspetti simile a quelle che hanno cambiato per sempre il corso della storia della vita nel passato e la soluzione non può che passare per una strategia sistemica, in cui ognuno fa la propria parte. La scienza può porre un limite alle scoperte o la conoscenza è destinata ad essere ridisegnata ciclicamente? Secoli di applicazione del metodo scientifico ci hanno permesso di individuare delle teorie ‘fondamentali’ estremamente solide, perché supportate da un numero elevatissimo di evidenze. La Terra è (quasi) sferica, gli organismi si evolvono, i vaccini curano: non sono oramai conoscenze falsificabili perché nessuno, in secoli di ricerca, è mai riuscito a dimostrare il contrario. I meccanismi di dettaglio sono invece soggetti a continua revisione perché questa è la natura della scienza: nessun dogma e verifica continua. Da oggi, ad esempio, possiamo dire con maggiore certezza che non solo gli organismi cambiano nel tempo, ma che proprio le grandi fasi di crisi nella storia della vita sono state dei potenti motori proprio per l’evoluzione di nuove forme di vita.
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trentinoincontri Davanti all’azienda Miteni di Trissino (Vicenza), per girare il docufilm “Pfas, quando le mamme si incazzano”
ANDREA TOMASI: C’È CHI DICE “NO” di Denise Fasanelli
SCRIVE PER IL QUOTIDIANO “L’ADIGE” DAL 2002. HA LAVORATO IN RADIO E TIVÙ. DELLE SUE VIDEO INCHIESTE SI SONO OCCUPATI ANCHE LA STAMPA NAZIONALE E VARI PROGRAMMI TIVÙ TRA CUI SKY, RAINEWS24 E MI MANDA RAI TRE. UNA PASSIONE CHE VA OLTRE IL LAVORO
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hi conosce Andrea Tomasi sa che è un giornalista avvezzo ad andare sotto la superficie delle cose con tenacia, uno che con il proprio contributo lascia il segno. Delle sue video inchieste “Pesticidi siamo alla frutta” e “Pfas, quando le mamme si incazzano” se ne sono occupati anche la stampa nazionale e vari programmi tivù tra cui Sky TG24, RaiNews24 e Mi Manda Rai Tre. Classe 1973, giornalista, laureato in giurisprudenza, scrive per il quotidiano L’Adige dal 2002. Ha lavorato in radio e tivù. Armato sempre di block notes e penna biro, viso espressivo e facile al sorriso, sguardo vivace ed attento, mani gesticolanti e 56
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piedi ben piantati per terra, si è dedicato a temi ambientali, pubblicando documentari e volumi. L’ultimo progetto editoriale Donne Dolomitiche è stato presentato al Trento Film Festival. Dieci storie di donne che lavorano sotto il sole delle Dolomiti, con tante immagini firmate dalla brava Angelica Trinco. Con lei c’è stata subito sintonia: parliamo “la stessa
SEMPRE ARMATO DI PENNA BIRO E BLOCK NOTES, FACILE AL SORRISO, SGUARDO VIVACE ED ATTENTO
lingua”. Donne che “ce l’hanno fatta”, felici della propria vita e delle proprie scelte, anche se a volte le decisioni sono state tutt’altro che facili e il percorso accidentato, ma questo è vivere, no? Accademia della Montagna e Trentino School of Management hanno creduto in questo progetto. Intorno a questo libro c’è ora grande attenzione: ogni giorno sui social veniamo contattati da persone interessate alle DoloMitiche. Perché raccontare i territori è importante? Perché il territorio siamo noi. La bellezza e la qualità del nostro ambiente spesso le diamo per scontate. Tante di queste donne ci aiutano a capire di che tipo di patrimonio naturale stiamo parlando.
Il tuo primo libro: Fotocamera con vista. 23 fotografi raccontano il Trentino (ed. Il Margine 2010) racconta com’è cambiato il Trentino negli ultimi cinquant’anni, attraverso i giornali e i fotoreporter che fanno la cronaca. Il fotografo Daniele Mosna mi ha fatto notare che nessuno aveva mai scritto della vita dei fotogiornalisti: in molti casi più cronisti dei cronisti arrivando per primi dove accadono le cose, con occhi attenti e capacità di ascoltare. Daniele ha contribuito con dei fotoritratti. L’idea, piaciuta all’editore Paolo Ghezzi, era di raccontare pezzi di storia trentina con le parole e qualche immagine dei fotoreporter. 23 professionisti:
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incontri speciali, conversazioni su vita, cronaca e storia. Ho potuto confrontarmi, fra gli altri, con Giorgio Rossi, il decano dei fotografi trentini. L’incontro più curioso è stato forse quello con Hugo Munoz, ex cameraman a Rttr La Televisione e fotografo all’Adige, oggi tornato a vivere a Santiago del Cile. Un “effetto flashback” passare la giornata in auto ed accompagnarlo durante i vari servizi, dato che insieme ci occupavamo della cronaca altoatesina a Rttr. Quando hai deciso che avresti fatto il giornalista? “Decidere” probabilmente non è il verbo che userei. Preferisco “sentire”. Fin da piccolo “sentivo” di essere portato per la scrittura. Amavo leggere e ho sempre tro-
vato un piacere, quasi fisico, nello scrivere, nell’osservare e raccontare le cose. Devo dire che un bel contributo lo diede la mia maestra, Flora Cardella, che ai miei genitori disse: “Non so cosa farà Andrea da grande, ma sono certa che sarà qualcosa che c’entra con la scrittura”. È bello quando un’insegnante riesce a “vederti” e, per tornare al verbo iniziale, “sentirti”. Da anni dai voce al territorio e non lo fai solo attraverso il lavoro al giornale. Perchè dici che il “caso” ti ha portato ad occuparti di salute e ambiente? Tutto è iniziato nel 2012, quando con il collega Jacopo Valenti, ho scritto il libro “La farfalla avvelenata” (ed. Città del Sole), un’inchiesta sul traffico di rifiuti tossici che aveva come capolinea il Trentino. Dico che ci sono arrivato “per caso” (ammesso che il caso esista...) perché non l’ho cercato. Al giornale mi ero occupato della gestione dei biodigestori per i rifiuti organici: una grande risorsa e spesso un grande affare per pochi. Ma, se vogliamo, il cosiddetto caso mi aveva portato ad occuparmi di ambiente già all’esame di maturità. Tema di attualità: la conferenza dell’Onu sul salvataggio del pianeta. Cosa ti ha spinto a trattare un tema così complesso e
Con Roberta Silva (Donne Dolomitiche), foto di A.Trinco
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DAI PESTICIDI AI RIFIUTI La farfalla avvelenata. Libro inchiesta sul traffico di rifiuti tossici (sostanze pericolose provenienti da centro e nord Italia che avevano come capolinea il Trentino), scritto con Jacopo Valenti. Fotocamera con vista. 23 storie di vita di fotografi trentini, tra cronaca e storia. Pesticidi, siamo alla frutta, realizzato con Leonardo Fabbri (Envyda). Donne Dolomitiche. Un libro, dieci storie di donne che lavorano in montagna. Foto di Angelica Trinco. Veste grafica di Franco Delli Guanti. Edito da Accademia della Montagna, Trentino school of management. Un filo appeso al cielo: docufilm, un viaggio nel reparto di oncologia pediatrica di Padova. Pfas, quando le mamme si incazzano. Videoinchiesta su una contaminazione senza precedenti in Veneto (compromessa una falda acquifera grande come il lago di Garda).
delicato (il traffico di rifiuti tossici) attraverso un libro? La via del libro è stata la più naturale dato che noi incrociamo gli elementi processuali con quelli politici e sociali. In fondo niente di nuovo: i giornalisti fanno questo, no? La parte difficile è stata rendere “masticabile” la materia, la mole di documenti e atti giudiziari. Credo che in buona parte ci siamo riusciti, ma non dovrei essere io a dirlo. Il valore sta nell’aver mostrato il filo rosso che lega i protagonisti del caso giudiziario ai comprimari, alle comparse, agli amministratori pubblici che non hanno colpa sul piano giuridico ma hanno grandi responsabilità sul piano politico e morale. È interessante notare che l’inchiesta venne
condotta da due donne: la pm Alessandra Liverani della Procura della Repubblica di Trento e la vicequestore del Nucleo investigativo di Vicenza del Corpo forestale dello Stato Maria Principe. Il documentario “Veleni in Paradiso” (2014) è da considerare come il seguito del libro? Sì, il docufilm è nato con l’idea di raccontare cosa è successo dopo o, meglio, cosa non è successo perché i problemi legati allo stoccaggio di rifiuti pericolosi sul nostro territorio, in Valsugana ma non solo, sono ancora là, da risolvere. Inoltre, in quel documentario, una parte era dedicata alla questione pesticidi nella coltivazione intensiva delle mele e delle gravi
ripercussioni su ambiente e salute. Sei passato dal libro alla video-inchiesta e non hai più abbandonato questo strumento, perchè? Pur amando la scrittura classica, dopo “Veleni in paradiso” mi sono reso conto (ammesso che ce ne fosse bisogno) della “potenza dello strumento video”: l’impatto è enorme, anche se parliamo di una piccola produzione indipendente. Io spero che i libri non scompaiano mai (parlo proprio di quelli di carta, quelli che puoi sottolineare e mettere sul comodino) ma viviamo in una società dove si legge poco e l’informazione è spesso fatta per immagini. Questo tipo di lavoro richiede dimestichezza col mezzo, capacità di sintesi e una certa “crudeltà” perché si deve tagliare molto, sacrificare parti della narrazione. Il libro devi sapere che esiste, poi devi procurartelo e, dopo essertelo portato in casa, devi aprirlo. Il video invece richiede meno impegno ed è fruibile sempre (grazie al web). Dopo “Veleni in paradiso”, con il collega Leonardo Fabbri hai realizzato il docufilm “Pesticidi, siamo alla frutta. Biancaneve non è sola” (2018). Si tratta di un viaggio nell’Italia dell’agricoltura intensiva partendo dalla melicoltura, che è una realtà importante e redditizia in Trentino, per poi spostarci nel resto del Paese e mostrare come “stiamo facendo compagnia a Bian-
caneve”, come suggerisce il sottotitolo, mangiando mele “trattate”, anche se tutto risulta comunque a norma di legge. Il problema però va ben oltre, perché i veleni usati sono finiti ormai ovunque, perfino sui ghiacciai, nel corpo degli orsi e nei favi di cera delle api. E poi la videoinchiesta “Pfas, quando le mamme si incazzano” (2019), con la Wasabi di Michele Moser e Luciano Happacher su un caso di contaminazione ambientale senza precedenti in Italia dovuta a sostanze perfluoroalchiliche usate per decenni dalla Miteni, un’azienda – ora chiusa – con sede a Trissino. Parliamo dei territori delle province di Vicenza, Padova e Verona, dove è stata devastata una falda acquifera grande come il lago di Garda, la seconda più grande d’Europa. Ed anche in questo penultimo lavoro, con queste mamme impegnate nella loro battaglia di civiltà, le donne sono protagoniste importanti. Tutti questi progetti hanno preso vita e forma nel tuo tempo libero, dato che il tuo lavoro principale è nella redazione de “l’Adige”. Credo che sia una patologia (ride). Mi spiego: una persona normale nel tempo libero esce con gli amici, gioca a calcetto, segue lo sport, fa vita sociale... Io invece leggo e scrivo, insomma mi porto il lavoro a casa. Ho iniziato a fare giornalismo fuori dall’orario di lavoro in un periodo in cui scrivevo poco, perché
Con Marzia Bortolameotti (Donne Dolomitiche), foto di A.Trinco 58
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Con Leonardo Fabbri per “Pesticidi, siamo alla frutta!”
facevo un lavoro di “desk”, come si dice in gergo. E poi è stato un crescendo. La voglia di raccontare come stanno le cose, se ce l’hai ti rimane addosso e poi, in un modo o nell’altro, esce. Insomma la voglia di raccontare è come un’eruzione cutanea: non la fermi.
”
«VITA PRIVATA E LAVORO SPESSO SI SOVRAPPONGONO. E FORSE È ANCHE QUESTO IL BELLO!»
Sei diventato padre di Francesco e Daniele, gemelli nati nel 2012, cosa è cambiato nel tuo modo di lavorare e di affrontare certe tematiche? Le cose migliori mi sono capitate dopo che sono nati: gli ultimi otto anni sono stati intensi, a volte difficili, a volte molto faticosi, ma bellissimi. Di sicuro occuparsi di ambiente e salute messi a rischio dal comportamento di chi agisce in nome del dio denaro (perché poi, gira e rigira, di questo parliamo: di soldi facili, fatti da gente spesso senza scrupoli), assume un significato diverso quando hai davanti dei bambini che sono quelli che pagheranno (e stanno già pagando) per la “follia” di certi adulti. Ed è attraverso la tua esperienza diretta di genitore che ha preso vita “Un filo appeso al cielo”. Si tratta di un docufilm – rea-
lizzato con Franco Delli Guanti, Leonardo Fabbri e Jacopo Salvi – un “viaggio” fatto con gli occhi di un genitore all’interno del reparto di oncologia pediatrica dell’ospedale di Padova (centro di riferimento per la provincia di Trento). Ne consiglio la visione a tutti (è su YouTube): non si piange (beh... manco si ride), si ragiona e forse alla fine si sente addosso un po’ di speranza e di voglia di dare un aiuto a chi ogni giorno si spende per salvare la vita dei nostri figli. Il titolo è copyright di mio figlio Francesco. Aveva tre anni quando, guardando fuori dalla finestra, ha detto: “Guarda! C’è un filo appeso al cielo!” Chi è Andrea Tomasi fuori dalla redazione e dai suoi progetti documentaristici? Vita privata e lavoro spesso si sovrappongono. E forse è anche questo il bello: grazie a certi progetti ho conosciuto molte persone con cui si sono creati rapporti di amicizia. Per me è così: le relazioni nascono con le persone che utilizzano il tuo stesso “alfabeto” mentale ed emotivo. Quando non sono davanti ad un pc o ad una videocamera sono come tutti: molto meno serio, amo scherzare e giocare. In questa fase mi trovo, mio malgrado, spesso sui campi di calcio, perché i miei bambini lo amano: uno portiere e uno attaccante, come in “Holly e Benji” che però, nella nuova versione, si chiamano Tsubasa e Wakabayashi (sto diventando un esperto). ■ 59
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trentinoitinerario
AUTUNNO IN
PAGANELLA
PREPARIAMOCI AD ACCOGLIERE L’AUTUNNO, PARENTESI STUPENDA CHE SEGNA LA FINE DELL’ESTATE E L’INIZIO DEL CAMMINO VERSO L’INVERNO CON UN VERO E PROPRIO SPETTACOLO DI PROFUMI E DI COLORI TIPICO DI QUESTA STAGIONE Lago di Molveno e Cime del Brenta Ph: Filippo Frizzera Arch. Dolomiti Paganella
UN “MUST” DA NON PERDERE? IL GIRO DEL LAGO DI MOLVENO
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n giro ad anello di 11 km tutt’attorno al lago di Molveno, adatto a tutti, da percorrere in circa due ore e mezza di camminata. Un’esperienza per ogni stagione, ma che rimane soprattutto affascinante in autunno quando i boschi si tingono di mille colori.
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trentinoitinerario Passeggiata giro Lago di Molveno Ph: Filippo Frizzera Arch. Dolomiti Paganella
LA PAGANELL A BIKE AREA
L’
aria frizzante, i punti panoramici, le mille sfumature autunnali: dai boschi di Fai della Paganella alle rive del lago di Molveno, passando per le pendici delle Dolomiti di Brenta, il foliage sull’Altopiano della Paganella è uno spettacolo da provare in prima persona. La scelta è ampia, tra per-
”
QUANDO LA STAGIONE ISPIRA CALMA E PACE, È IL TEMPO IDEALE PER PRENDERSI DEL TEMPO E CARICARSI
corsi, sentieri e impianti di risalita, per godere di tutte le attività che questo meraviglioso altopiano vi offre: dal bike park alle lunghe passeggiate adatte ad ogni tipo di camminatore, anche ai più giovani esploratori! C’è la cabinovia panorami-
ca di Molveno che resterà aperta tutti i giorni fino all’11 ottobre e nei weekend fino al 1° novembre! I bikers più esperti potranno godere dei trail della Fai Zone tutti i weekend fino al 18 ottobre, mentre per raggiungere la cima Paganella si potrà salire da Andalo fino al primo weekend di ottobre. Nelle stesse date saranno aperti anche i rifugi, dove potrete rilassarvi assaporando le nostre eccellenze enogastronomiche ammirando splendidi panorami. In Paganella il Rifugio La Roda, il Rifugio Dosson (fino al 4 ottobre) e il Meriz (tutti i weekend fino al 18 ottobre). Sul versante di Molveno, La Montanara e Del Brenta, vi aspettano tutti i giorni fino all’11 ottobre e poi nei weekend fino al 1° novembre. “Camminare fa bene”. Lo dicono tutti e lo sosteniamo anche noi. Ecco perché in
una salita perazie alla e-mtb, arrivare in cima ad o allenati. E se men i per dalando è possibile anche chalet dell’aBike I a! lem prob sun finisce la batteria, nes ger. rea sono tutti dotati di e-bike char icato come sempre ai ded nno autu un sarà lla ane In Pag divertirsi fino all’ultimo di ità sibil bikers, che avranno la pos rtura della “Fai Zone” giorno grazie alla prolungata ape della “Molveno Zone” (fino al week end del 18 ottobre) e al 1° Novembre. La fino rta che, addirittura, rimarrà ape bio la Bike Zone più dub di ra omb za Molveno Zone è sen ta anche ai principianti. panoramica dell’intera area e adat i flow trails più facili ed o Le Dolomiti, il lago di Molven proprio “must try”! e vero un o del comprensorio ne fann chi vuole affinare la sua Per chi è alle prime pedalate, o per il Pump track “THE che tecnica di guida, niente di meglio i genitori potranno e dov alo, CAVE” il Trail Center di And dei figli mentre, per seguire “in diretta” le performance con la bike e i trails, i ragazzini che già hanno confidenza del loro livello. nda seco a è prevista una suddivisione ellabike.it gan itipa olom w.d ww Per maggiori info:
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autunno, quando la stagione ispira calma e pace, è il tempo ideale per prendersi del tempo e caricarsi, prima dell’inverno, con tutta l’energia del sole e della natura. Allora facciamolo tutti e, se sei fortunato e hai la possibilità di farlo in Dolomiti Paganella, ti accorgerai che i
benefici saranno ancora più evidenti! Alcuni suggerimenti? Eccoli! Maso Pegorar ad Andalo e Sarnacli Family Park: una bellissima passeggiata da fare con tutta la famiglia immersi nel fresco dei boschi di Andalo di 4km (circa 1 ora e mezza). Per concludere in 61
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Laghetti di Coredo e Tavon (foto: archivio Apt Val di Non)
località Plan Dei Sarnacli ad Andalo un nuovo percorso sensoriale e didattico per i bambini desiderosi di avventura. Composto da 13 tappe, il Sarnacli Mountain Park occupa 15.000 metri quadrati e ricopre una vasta zona prativa che si dilunga nel bosco. La fruizione è libera e gratuita e permette di vivere in maniera figurata tutti gli ambienti del Parco Naturale Adamello Brenta attraverso attività coinvolgenti e avventurose come scalate, lunghi scivoli, il ponte tibetano e il percorso kneipp. Una passeggiata didattica di facile percorrenza con tratti in salita e discesa, percorribile in un’oretta da tutta la famiglia. Preparatevi ad immergervi completamente nella natura e trarne i migliori benefici 62
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Sentiero panoramico del Belvedere Fai della Paganella Ph: Filippo Frizzera Arch. Dolomiti Paganella
rilasciate dai faggi, si verifica proprio nei mesi autunnali. Approfittate di questo periodo per trarre il massimo beneficio. Per maggiori info: www.parcodelrespiro.it
Sarnacli Mountain Park Andalo PH. Arch Dolomiti Paganella
grazie a una passeggiata nel Parco del Respiro di Fai della Paganella, all’interno di una splendida faggeta che offre dei giochi di luce incredibilmente affascinanti, dei profumi purissimi, una quiete insolita e una qualità dell’aria eccellente. Un’oasi naturale, scrigno di
risorse per la salute dell’uomo. Un vero e proprio “Parco Terapeutico per il benessere” unico in Europa grazie agli studi eseguiti in loco da Marco Nieri, bio-ricercatore, e da Marco Mencagli, agronomo. Secondo questi studi il picco dei monoterpeni, sostanze volatili benefiche
In tutti i weekend di ottobre e novembre sarà possibile visitare il Parco faunistico di Spormaggiore, una grande area protetta, facilmente raggiungibile in macchina e visitabile anche dai bambini più piccoli che potranno osservare gli orsi bruni, lupi, linci, volpi, gufi reali e caprioli ai quali è stata riservata quest’ampia area protetta. Per maggiori info: www.parcofaunistico.tn.it ■
visitdolomitipaganella.it #feelpaganella
trentinoiniziative Museo Chini a Segno, L’AMORE PER LA MONTAGNA E LA CERTEZZA CHE LE PERSONE POSSONO in Val di Non CONTRIBUIRE A CAMBIARE IL PROPRIO AMBIENTE SOCIALE E POLITICO MIGLIORANDO L’EQUITÀ E LA QUALITÀ DELLA VITA DI TUTTI. SONO LE CONVINZIONI CHE HANNO SPINTO MATTEO, NINA, PIETRO E STEFANO A PENSARE IL PROGETTO RISE EXPERIENCE, UN TREKKING IN LAGORAI CON 15 RAGAZZI DELLE SCUOLE SUPERIORI DI TRENTO
CONOSCERE IL TERRITORIO PER AMARE DI PIÙ SE STESSI di Paolo Chiesa
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ise Experience è un gruppo informale di amici nato dal desiderio di migliorare la comunità nella quale vivono. Si tratta di quattro giovani nati e cresciuti a Trento, che hanno in comune una lunga esperienza come Scout grazie alla quale hanno acquisito ottime competenze relazionali, logistiche e ambientali. I loro nomi sono: Nina Nicoletti, Matteo Andreatta, Stefano Calzà e Pietro Deavi. Quest’ultimo con Stefano Calzà si è lanciato attraverso Instagram in un progetto fotografico per entrare in contatto con diverse aziende locali ed estere. Nel gruppo si occupa della parte logistica e comunicativa con gli enti coinvolti. Matteo e Nina hanno anche frequentato il quarto anno del Liceo presso Rondine Cittadella della Pace, l’Organizzazione che si impegna per la riduzione dei conflitti armati nel mondo. Questa esperienza ha permesso loro di acquisire competenze di gestione dei gruppi e di trasformazione creativa dei conflitti oltre che progettuali, relazionali e sociali e loro le hanno portate all’interno di questo Progetto.
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I quattro ragazzi sono partiti dal presupposto che Trento è una città che ha molto da offrire ma che l’apporto dei giovani che la abitano potrebbe rendere ancora migliore. Ecco di seguito tre aspetti che hanno individuato e cercato di affrontare durante il trekking nel Lagorai. Il primo riguarda la scelta della scuola e delle attività extra scolastiche che può determinare dei meccanismi di divisione sociale che naturalmente non contribuiscono all’integrazione ed all’unione tra ragazzi che frequentano diversi ambienti. Un altro aspetto riguarda l’abbondanza di relazioni utilitaristiche delle quali si circondano molti adolescenti per non sentirsi soli e che possono disorientare dal punto di vista dei valori. In questi casi gli adolescenti rischiano di preferire l’omologazione reciproca rispetto alla valorizzazione delle proprie particolarità, contribuendo così a quel senso di frustrazione che spesso contraddistingue l’età adolescenziale. Il terzo aspetto è quello della scarsa conoscenza del territorio e della cultura che ne deriva. Ed ecco allora l’importanza della natura che può essere riscoperta per il suo valore fondamentale e per la crescita delle persone. Il Progetto Rise Experience è
stato realizzato all’interno del progetto Itaca promosso da Rondine di Cittadella della Pace e grazie al sostegno di Vodafone Italia. L’obiettivo principale del Progetto è quello di sviluppare nei ragazzi il concetto di Empowerment cioè quel processo dell’azione sociale attraverso il quale le persone, le organizzazioni e le comunità acquisiscono competenze sulle proprie vite, riuscendo a cambiare il proprio ambiente sociale e politico per migliorare l’equità e la qualità della vita. Ma non solo, perché il Progetto mira anche a sviluppare nei partecipanti consapevolezza sociale, culturale ed ambientale e ad aiutarli a fortificare le proprie radici nel territorio, promuovere un cambiamento nel modo in cui i ragazzi concepiscono le relazioni, con ripercussioni positive nel tessuto sociale da cui provengono. Tramite l’esperienza nella natura il progetto mira a far rinascere la consapevolezza del sentimento di “bellezza”, che apre la mente ad una giusta valutazione del “buono” che ogni giorno si trova sotto i nostri occhi.
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Al trekking hanno partecipato 15 ragazzi che non si conoscevano e che provengono da scuole ed ambienti diversi, alcuni di loro già abituati ad andare in montagna ed altri che solitamente non lo fanno. Le escursioni del Rise Experience Project si sono svolte dal 26 al 29 agosto. Il primo giorno il gruppo è partito da Malga Sorgazza ed è arrivato al Rifugio Brentari, il giorno dopo è salito a Cima d’Asta. Il terzo giorno era previsto l’arrivo a Malga Conseria ma a causa dell’allarme meteo i ragazzi sono scesi al Rifugio Carlettini dove sono rimasti il giorno successivo. Ma non si è solo camminato, vero Nina? “No, infatti ogni giornata aveva un tema che è stato affrontato con uno scambio molto fluido e dinamico con l’obiettivo di decostruire gli stereotipi che spesso sono alla base dei rapporti umani. Il primo giorno abbiamo parlato di cosa significa essere comunità, di quali sono le caratteristiche di una comunità sana e di cosa i ragazzi sono disposti a dare per renderla tale. Il giorno dopo, con l’aiuto di Giovanni, un amico esperto di storia, abbiamo parlato di consapevolezza ambientale e storica leggendo alcune testimonianze dei soldati che hanno combattuto nella Grande Guerra proprio sul Lagorai; testimonianze che si sono rivelate molto simili a quelle dei profughi che nella nostra epoca a causa della guerra devono abbandonare la propria casa ed i propri affetti. Il terzo giorno ci siamo dedicati all’interiorità con momenti di riflessione e con dei confronti a coppie. L’ultimo giorno è stato quello della trasformazione creativa del conflitto per decostruire l’idea del nemico che è in realtà una costruzione sociale. Abbiamo così convenuto che lavorando sulle parti che ognuno di noi non tollera e che magari cerca nelle altre persone, si scopre che in realtà il nemi-
co che pensiamo di avere non esiste”. Nina ci tiene a ringraziare una persona che è stata fondamentale per la riuscita del Progetto: “Federica Scandella è l’Accompagnatrice di Media Montagna che ha condiviso con noi il trekking in Lagorai. È una professionista davvero competente ed una persona speciale con la quale abbiamo sviluppato una grande intesa ed un rapporto veramente bello”. “Il trekking si è svolto all’interno della Catena del Lagorai”, racconta Nina, “un luogo significativo in quanto meta meno turistica rispetto ad altre ma che offre paesaggi mozzafiato e incontaminati dall’uomo. Il grande valore aggiunto è stato dato dal contatto con la natura stessa che tramite la fatica della strada è
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L’OBBIETTIVO È RIUSCIRE A CAMBIARE IL PROPRIO AMBIENTE SOCIALE PER MIGLIORARE L’EQUITÀ E LA QUALITÀ DELLA VITA
stata maestra di condivisione e di vita. E proprio la strada, si è rivelata non solo un percorso da compiere ma è stata sfruttata in tutte le sue componenti per creare scambio, dialogo e relazione”. Secondo i ragazzi di Rise Experience la vita all’aperto risponde al bisogno di avventura, insegna la semplicità e l’essenzialità, sviluppa il senso di solidarietà e mette alla prova la disponibilità all’aiuto reciproco. “Il rapporto con l’ambiente naturale”, dice ancora Nina, “aiuta a comprendere e vivere l’ambiente umano con il medesimo stile di scoperta, attenzione e rispetto. Il contatto con la natura inoltre educa alla conoscenza di sé, all’attenzione alle proprie azioni ed alle loro conseguen-
ze, a fronteggiare situazioni nuove con competenza, coraggio e consapevolezza delle proprie capacità e dei propri limiti”. Ecco condensate in poche parole le tante emozioni che Rise Experience ha portato ad alcuni dei partecipanti al trekking. Silvia: “nel giro di quattro giorni ho provato un carico di emozioni che solitamente provo in due mesi”. Volto: “con Rise ho riscoperto molte cose, ho riacquistato la vista dopo un periodo molto difficile”. Emanuele: “mi sento la persona più ricca al mondo”. Giulia: “È stata la cosa più figa che abbia mai fatto. Ho capito che tutti quanti abbiamo dei sentimenti. Rise è una partenza che ti dà la forza di cambiare e di fare”. Gaia: “Di solito passano anni prima che io riesca a parlare così liberamente come sto facendo adesso. Mi fa sentire libera”. Eli: “Rise è stato quello di cui avevo bisogno nel momento in cui ne avevo bisogno”. Laura: “ora ho visto il disegno che avete progettato per noi, avete scelto persone che vedono l’oltre”. Bisa: “ho provato talmente tante emozioni che non riesco ad esprimerle a parole”. Casti: “questa esperienza mi ha palesato quanto basti poco per essere felici”. Ste: “siamo riusciti a rendere vostro quello che prima era solamente nostro”. Una delle cose più belle dopo il trekking è che molti dei ragazzi partecipanti che prima non si conoscevano sono diventati amici ed hanno iniziato a frequentarsi ed a condividere esperienze di vario tipo. Il 29 settembre i ragazzi di Rise Experience hanno raccontato della loro iniziativa alla Bookique di Trento ed ora sono già con la mente rivolta a qualche altra avventura. Nina ci parla di quello che il gruppo ha in serbo per il futuro. “Il nostro sogno più grande è quello di ristrutturare dei bivacchi esistenti o, perché no, magari costruirne uno nuovo, per contribuire alla vivibilità della montagna”. ■ 65
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trentinolibri Museo Chini a Segno,GRILLO RACCONTA, CON NITIDA FRESCHEZZA, MOMENTI DI LUCIANA in Val di Non UN’ESISTENZA VISSUTA SEMPRE CON ENTUSIASMO, PASSIONE E GRANDI IDEALI, NONOSTANTE VI SIANO STATI ANCHE EVENTI TRISTI, DOLOROSI. IL TUTTO IN UN LIBRO INTITOLATO “INSALATA MISTA DI PRANZI E RICORDI”
A TAVOLA CON TUTTI I NOSTRI RICORDI
di Luisa Gretter Adamoli
È
uscito da poco, nelle edizioni “Del Faro”, un nuovo libro che sta già riscuotendo un lusinghiero successo. La copertina, di un colore verde azzurro, come può esserlo l’acqua attraente di un mare d’estate, riporta la foto di un servizio da tavola in ceramica di Vietri dai disegni tradizionali e una zuppiera, dello stesso servizio, colma di altre fotografie in bianco e nero, tutte di famiglia, tranne una del Castello del Buonconsiglio. È un’immagine emblematica che ben si accosta al titolo originalissimo del testo “Insalata mista di pranzi e
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ricordi” e le cui pagine raccontano, con nitida freschezza, momenti di un’esistenza vissuta sempre con entusiasmo, passione e grandi ideali, nonostante vi siano stati anche eventi tristi, dolorosi. Autrice ne è Luciana Grillo, personaggio molto noto in ambito culturale a livello nazionale. Si è laureata in Lettere presso l’Università Federico II di Napoli, dove è stata alunna di Salvatore Battaglia, straordinario docente che tutto le ha insegnato, e in Filosofia presso l’Università di Salerno. È stata professoressa di Lettere in vari Licei statali, da ultimo al Leonardo da Vinci di Trento. Giornalista pubblicista è donna, quindi, di vasta cultura, raffinata ed eclettica, dai molteplici impegni e interessi. Autrice di saggi, d’infinite recensioni di vari autori, racconti ed eserciziari di latino venduti in tutto il mondo, non ha, tuttavia, mai scritto in passato di se stessa, della propria vita. Lo fa per la
prima volta nelle pagine di questo suo ultimo volume, in modo sincero, diretto, conducendo quasi per mano il lettore soprattutto negli ambienti della propria infanzia, dell’adolescenza e giovinezza, culturalmente privilegiati, in cui predominavano l’amore della madre Ersilia e la rettitudine e onestà intellettuale del padre Guido, bancario laureato in Economia e Commercio, che sapeva essere severo e affettuoso al tempo stesso. Attorniata da una moltitudine di zii e cugini, ne descrive il carattere con grande umanità e anche qualche tratto
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Da sinistra, in partenza per l’Olanda, la festa per i 18 anni di Luciana. A destra, più grandicella, con gli amatissimi genitori
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ironico. Accanto a quella delle persone a lei care c’è pure la descrizione dei luoghi che fecero e fanno anche oggi da cornice ai giorni della sua vita. Partendo da Maratea, il luogo delle vacanze dove si reca fin da bambina, con il mare, le spiagge, il porto e i ricordi belli come
AUTRICE D’INFINITE RECENSIONI ED ESERCIZIARI DI LATINO, LUCIANA GRILLO NON AVEVA MAI SCRITTO DELLA PROPRIA VITA
quello della madre che curava le rose del giardino, ci accompagna poi fino a Lauria, Salerno, Trecchina, Potenza, per passare successivamente in Olanda e Spagna e approdare, infine, a Trento. In ognuno di questi luoghi ha vissuto e vive circondata da affetti profondi e da amici sinceri. Da piccola ha avuto pure la
ci facciamo compagnia piedeTrentinoMese_francesca_settembre_174x65.indd 1
possibilità di incontrare personaggi quali Giorgio Bassani ed Emilio Colombo, che hanno lasciato un segno nella sua formazione di bambina piena di fantasia e di adolescente curiosa di sempre nuove conoscenze. Ed è proprio dalla descrizione delle persone che le sono state accanto e degli eventi di cui racconta, che il lettore comprende anche il perché del carattere e della personalità di Luciana: disponibile, estroversa, sensibile, ospitale, amante dei viaggi, e rispettosa dell’ambiente, sempre pronta a entrare in empatia con le persone che incontra ogni giorno nel suo percorso di vita. E nei luoghi dove ha abitato, ha vissuto momenti indimenticabili. Sono quelli che si ricollegano anche oggi, grazie alla percezione sempre presente di profumi, aromi e sapori, all’atmosfera gioiosa di pranzi e cene conviviali attorno a lunghi tavoli, dove si radunavano giovani, anziani e bambini e di altri, dove oggi accoglie, ospite squisita, parenti e amici. Come Luciana ricorda la convivialità di
pranzi e cene del tempo della sua età più giovane, altrettanto bene rammenta i piatti gustosi che vi erano serviti, tanto da riportare nel suo libro le relative, sfiziose ricette. Ne porge ai lettori un centinaio, minuziosamente, specificando ingredienti, dosi, procedimenti e tempi di cottura. Vi si ritrovano, così, pietanze deliziose che fanno la gioia del palato, come la “Parmigiana di alici”, i “Panzerotti”, il “Pollo ripieno alla zia Dora”, le “Triglie fritte”, la “Ciabotta”, il “Sartù di zia Gina”, le “Orecchiette alla Rosina” e tantissime altre, tali da catturare l’attenzione e, forse, la sana invidia di noti chef italiani e internazionali. Ma non basta: come corollario al testo ci sono i versi affettuosi di due poesie dedicate a Luciana da un carissimo zio. Il lettore si ritrova così immerso in un libro che è un mix affascinante di ricordi, fotografie, atmosfere suggestive, ricette e poesia; tutto da meditare e, allo stesso tempo, da “gustare” dalla ■ prima all’ultima pagina.
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di Silvia Vernaccini
UNA WUNDERKAMMER TUTTA PER SÉ FRANCESCO CALZOLARI, FARMACISTA E BOTANICO VERONESE, INVENTÒ I MUSEI NATURALISTICI E FECE DEL MONTE BALDO IL SUO “GIARDINO”. INTRECCIÒ RAPPORTI CON I PIÙ IMPORTANTI BOTANICI D’EUROPA
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Francesco Calzolari (1522-1609) A sin., la sua Wunderkammer (incisione, XVII sec.)
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l Monte Baldo è uno dei rilievi prealpini più studiati dai botanici per la ricchezza e originalità della sua flora. Una spiegazione la si rintraccia nell’esclusione dalle ultime glaciazioni di alcune sue cime, con la conseguente sopravvivenza di specie preglaciali altrove estinte, e il divenire di un microclima dettato dall’influenza termoregolatrice del Lago di Garda: restano così le testimonianze di molti endemismi e specie baldensis. Tra i botanici che pazientemente risalirono le sue pendici, emerge il nome di Francesco Calzolari (15221609), quel Calceolarius al quale è dedicata l’omonima pianta ornamentale, che fu speziale nella farmacia “Alla Campana d’Oro” di Piazza Erbe a Verona. Figlio a sua volta di un farmacista, è allievo del medico-speziale Girolamo Fracastoro e frequenta l’orto botanico di Padova, il
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Il Garda dalle pendici del Baldo
primo ad essere creato in Italia (1533), dove apprende le tecniche di raccolta e conservazione in erbario; di certo alla base dei suoi studi c’è il De materia medica di Dioscoride, che raccoglie l’allora
FIGLIO A SUA VOLTA DI UN FARMACISTA, FREQUENTA L’ORTO BOTANICO DI PADOVA, IL PRIMO AD ESSERE CREATO IN ITALIA
sapere empirico sulle piante medicinali (I sec. d.C.). Poco propenso a viaggiare lontano dalla sua Verona – possiede a Rivoli Veronese un «poderetto di sessanta campi veronesi», dove andrà poi a ritirarsi – rivolge minuziose ricerche
sul Monte Baldo che definisce Hortus Europae: un hortus, in cui la ricchezza floristica è data dalla specificità degli endemismi e dalla varietà autoctona del territorio, in analogia ai contemporanei Hortus simplicium di Luca Ghini a Pisa e all’Hortus cintus di Francesco Bonafede a Padova. Le sue escursioni sul Baldo confluiscono nella prima pubblicazione, la più apprezzata e la più ristampata dedicata a questa montagna: Il viaggio di Monte Baldo, della Magnifica città di Verona (1566) ove, accanto ad elenchi di vegetali puntualizzati nelle località di raccolta (oltre 350 piante), accenna ai primi concetti di fitogeografia, di interdipendenza pianta-terreno-clima. Scrive: «la cognizione de’ Semplici non può haversi dal legger libri, quando insieme non vi sia congionta la sperienza de gli occhi stessi, così per conoscere le
di Ferrai Bellucco Alessandra
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LE CARRIERE DEGLI ALTRI
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ra i medici-botanici trentini contemporanei al Calzolari si possono nominare Giulio Alessandrini (1506-1590) ricordato in un cenotafio nel Duomo, Ottaviano Rovereti (1556-1626, foto sotto) laureato in medicina e filosofia presso l’Università di Padova, e Ippolito Guarinoni (1571-1654). Per quanto attiene nello specifico al Monte Baldo, il farmacista e botanico Luigi Ottaviani (Brentonico 1922-2014) è tra i promotori del Parco naturale del Monte Baldo.
IL LIBRO
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uesto articolo è tratto dal libro di Silvia Vernaccini, “Camminare nella storia. Grandi personaggi alla scoperta del TrentinoAlto Adige” (Curcu Genovese, pag. 208, Euro 18). Nel volume l’autrice ripercorrere i passi dei camminatori del passato, con la mente, con le emozioni, con il corpo. La guida vuole fornire al lettore/escursionista la possibilità di conoscere il territorio com’era nei tempi addietro, pur restando nel presente.
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Novezzina, Orto Botanico del Monte Baldo
spetie loro, come per distinguere i buoni da’ i rei». Tradotto nella lingua internazionale dell’epoca, il latino, il libretto viene poi incluso nel Compendium De plantis (1571) dell’amico Pietro Andrea Mattioli, senese, medico personale del Principe vescovo Bernardo Clesio e dell’imperatore Ferdinando I. Il Calzolari, secondo il costume dell’epoca, non solo raccoglie, ma anche scambia le piante, i minerali, i fossili e altre “curiosità naturali” con altri botanici e viaggiatori – in particolare con il famoso naturalista bolognese Ulisse Aldrovandi – dando così vita al suo museo, un Theatrum Naturae, disposto in tre locali della sua abitazione a Verona: considerato oggi il più antico museo naturalistico al mondo, antesignano della Wunderkammer, gode anche di un catalogo, De reconditi et praecipuis collectaneis ab onestissimo et solertissimo Francisco Calceolari Veronensi in Musaeo adservatis (1584). L’erede di tale collezione è oggi il Museo Civico di Storia naturale di Verona. Il Cinquecento è anche il secolo dove si diffondono gli Erbari, esposti nei Musei di Storia naturale: «mummificare» le piante e «agglutinarle», incollarle su fogli di carta per realizzare quello che veniva definito un orto secco (Hortus siccus). Il grande vento innovatore della rinascenza inizia a spazzare pregiudizi e a instaurare il metodo sperimentale della ricerca scientifica: si sviluppa la botanica. Ad esempio, Giovanni Pona – speziale “Al Pomo d’Oro” di Verona ed erede botanico di Calzolari – descrive nel consistente volume Monte Baldo (1617) un buon numero di specie con la classificazione binominale (genere e specie), affiancata dal disegno. Tra le varie parti della pianta, il criterio di maggiore discri-
minazione viene riservato alla forma e alle caratteristiche del fiore; in base a questo parametro, le specie vengono raccolte in generi, quindi in famiglie, in ordini, in classi... LA CULTURA DEGLI ERBARI La genesi degli Erbari trova origine nell’importanza che un tempo si attribuiva al mondo vegetale. Per restare in ambito europeo e partendo da un’epoca alto-medioevale, è noto come negli scriptoria dei monasteri venissero ricopiati e colorati sulle rigide pagine di pergamena i disegni delle piante “miracolose”, tratti dagli studi dei natura-
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SECONDO IL COSTUME DELL’EPOCA, NON SOLO RACCOGLIE, MA ANCHE SCAMBIA LE PIANTE, I MINERALI, I FOSSILI CON ALTRI BOTANICI E VIAGGIATORI
listi dell’età classica. La stregoneria e l’aspetto magico giocano un ruolo importante, tanto che spesso i contorni vegetali di foglie, radici, fiori assumono somiglianze umane o animali, anche mostruose; fattori ambientali come i venti, le stagioni o le influenze astrali vengono annotati con diligenza, per meglio rappresentare le virtù terapeutiche delle erbe in appoggio ai mutevoli stati d’animo dell’uomo. Nei monasteri prendono forma anche i giardini dei semplici, dove vengono coltivate diverse specie di piante medicinali per curare ammalati e viandanti di passaggio. Proprio in virtù degli Orti
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L’ITINERARIO
ALTOPIANO DI BRENTONICO: NELLA RISERVA DI CORNA PIANA-BES
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l Parco naturale locale del Monte Baldo – nato nel 2008 come Rete di Riserve di Brentonico, poi allargata ai comuni limitrofi (Ala, Avio, Mori, Nago-Torbole) – ottiene nel 2013 la denominazione ufficiale (4.650 ha). Ne fa parte la Riserva naturale guidata di Corna Piana (52 ha) che, insieme al sottostante Altopiano di Bes (100 ha), rappresenta – anche se è la più piccola delle riserve naturali provinciali – un’isola di rifugio per piante ed anche insetti; distesa tra i 1.500 e i 1.700 metri di quota sopra Brentonico, trova continuità con le riserve della limitrofa Regione Veneto. Costituita da rocce calcaree, dolomie e tufi, conserva forme di vita preglaciali; oltre a piante e fiori particolari, quali il Geranium argenteum, la Primula auricola, la Saxifraga bonarota, i botanici hanno scoperto alcuni coleotteri endemici che pertanto, come le piante, hanno ricevuto l’appellativo baldensis. La partenza è dalla Bocca del Creer/Rifugio Graziani (1.617 m; tel. 0464 86700; aperto tutto l’anno; noleggio bike) ai piedi del Monte Altissimo (1.15 ore per salire sulla cima, 2.079 m; Rifugio D. Chiesa). Diversi ed emozionanti gli itinerari segnati e che trovano appoggio in rifugi attrezzati; qui si seguono le indicazioni Sat n. 633 e poi n. 650, un sentiero che aggira la cresta di Corna Piana e guida a Malga Bes (1.506 m; 0.30 ore), alpeggiata, costituita dallo stallone, la casa del malgaro e la porcilaia con il tetto coperto da lastre di pietra, come è uso sul Baldo. In un paesaggio ondulato s’imbocca la strada bianca a destra che, attraverso un arioso bosco di antichi faggi, scende sulla strada provinciale (0.30 ore). Pochi metri su asfalto direzione Rifugio Graziani e un raccordo scende in pochi minuti al Rifugio Fos-Ce (1.430 m; gestione Sat di Brentonico: tel. 0464 391450). Si ritorna sulla S.P. e, tagliando due tornanti attraverso i prati (se il pascolo lo consente), si segue il tracciato che porta a Malga Canalece (solo monticata), trovando l’indicazione a destra per Corna Piana (dalla malga si può proseguire sul sentiero attraverso i pascoli ed arrivare direttamente al Rifugio Graziani, 0.15 ore). Si sale così dunque sulla cresta per attraversare la Riserva Naturale di Corna Piana, particolarmente interessante per le specie botaniche. Immersi in questo fantastico mondo naturale si scende al Rifugio Graziani (1.45 ore). L’itinerario è percorribile in inverno con le ciaspole.
botanici, affiancati quasi sempre alle Università, anche la tecnica per illustrare gli Erbari, dopo il Cinquecento, va trasformandosi. Le erbe, infatti, vengono essiccate (Orto secco) e conservate in raccoglitori con relativa “didascalia” in latino e in volgare; la perdita con l’essiccamento di gran parte del colore originario viene integrata con l’immagine dipinta. Questa è anche la genesi degli Erbari in Trentino, in particolare nel XVI secolo, allorquando comincia a crescere la categoria dei medici laureati, medici-botanici, farmacognosti, ma anche ciarlatani... Lo storico Gian Crisostomo 72
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Tovazzi nel suo studio Medicaeum, dal 1527 al 1658 conta ben 125 “dottori” in Trentino. Anche Trento, dunque, ha il suo Erbario, un manoscritto della fine del Quattrocento, che faceva parte della Biblioteca dei Principi vescovi (in gran parte dilapidata sotto Napoleone Bonaparte) e che oggi è patrimonio della Provincia autonoma di Trento. Scritto in gotico, per alcune espressioni dialettali venete
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ANCHE TRENTO, DUNQUE, HA IL SUO ERBARIO, UN MANOSCRITTO DELLA FINE DEL QUATTROCENTO, CHE FACEVA PARTE DELLA BIBLIOTECA DEI PRINCIPI VESCOVI
trova origine probabilmente in ambiente veneziano, come conferma anche la dedica a San Marco. È formato da 66 carte con filigrana: le prime 43 presentano 86 diverse piante medicinali con la descrizione delle singole proprietà e l’habitat, le rimanenti 23 sono occupate da un ricettario che si rifà a un manuale botanico del Duecento e dall’indice delle piante medicinali raffigurate. Interessante è la differente stesura “artistica” di queste erbe: alcune sono disegnate e acquerellate fedelmente alla realtà, altre invece sono piutDall’Erbario di Trento tosto arbitrarie. Proseguendo nell’Ottocento, gli Erbari diventano un patrimonio comune nei musei e nelle collezioni botaniche private. Da ricordare sono l’Erbario di Enrico Gelmi (18551901), composto da 7.690 exsiccata, che servì alla compilazione dell’opera Prospetto della flora trentina (1866); gli Erbari del botanico don Pietro Porta (1832-1923) che vantano 17.000 exsiccata; l’Erbario di Vittorio Marchesoni (1912-1963), professore all’Università di Padova e di Camerino, già direttore del Museo Tridentino di Scienze Naturali di Trento, una raccolta costituita da 1.600 specie e 12.000 campioni. ■
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TORNANO FINALMENTE A FARE CAPOLINO DALLE CHIESE E DALLE SALE MUNICIPALI LE COPPIE DI SPOSI, CON PARENTI DOTATI DI MASCHERINA ABBINATA ALLA MISE. TORNIAMO A URLARE IL CLASSICO “EVVIVA GLI SPOSI”! E VEDIAMO COME PREPARARE CON ATTENZIONE E BUON GUSTO IL GIORNO PIÙ BELLO DELLA VOSTRA VITA
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i si sposa anche con la pandemia? Ma certo che sì! Guardate Beatrice di York, figlia di Andrea e Sarah Ferguson che si è sposata qualche settimana fa. Che celebrazione da sogno è stata la sua! Ha destato ammirazione l’abito vintage
in taffetà avorio appartenuto alla regina e indossato per la prima volta nel 1962, alla premiere a Londra del film “Lawrence d’Arabia”. Inoltre in testa indossava un lungo velo e la tiara di diamanti con cui è convolata a nozze la stessa Elisabetta II nel 1947,
come rivelato dall’account ufficiale Twitter dei Windsor. Riapriamo gli occhi, please! E forniamo con i piedi per terra. Non saremo pari d’Inghilterra, ma un giorno speciale ed indimenticabile ce lo potremo comunque regalare, o no?! Anche in questo periodo di
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emergenza causata dalla diffusione del famoso virus, i matrimoni sono consentiti tranquillamente sia dallo Stato che dalla Chiesa, pertanto per chi sta pensando di unirsi per la vita al proprio amato o alla propria amata è tempo di preparativi. E non sono pochi.
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trentinospecialesposi Beatrice di York e consorte
La cerimonia, naturalmente, andrà pensata tenendo conto delle dovute precauzioni: mascherine, distanziamenti. Ma la festa, ne siamo certi, non perderà nemmeno un poco del proprio fascino. L’abito da sposa si veste di nuovo. Sempre diverso e sempre così eternamente romantico, il vestito più importante nella vita di una donna si riscopre più colorato rispetto ai dettami della tradizione. La moda sceglie toni più freschi e frizzanti del solito bianco candido, per donne che vogliono sorprendere e distinguersi anche nel giorno del loro matrimonio. Vincenti le nuance dell’oro e dell’argento, le stoffe rosate, i seducenti toni del rosso e il colore lilla. Altro grande protagonista delle passerelle è il pizzo in tutte le sue varianti. Dagli intrecci arabeggianti del pizzo macramè, all’impalpabile trasparenza e leggerezza di quello chantilly. Torna il volume nelle gonne, ampie e vaporose, che si contrappongono a stretti bustier. I tessuti sono il tulle o il taffettà e prediligono tagli che lasciano scoperta la schiena con profonde scollature sulle spalle o giochi di trasparenze creati da incantevoli intrecci di pizzo.
Torna a calcare le passerelle l’abito corto, tra proposte sbarazzine al ginocchio e tagli asimmetrici che lasciano scoperte le caviglie e si allungano nella parte posteriore. Si tratta di abiti da sposa più difficili da portare, adatti solo a determinate corporature, esili ma non troppo, con ginocchia snelle e polpacci definiti. Il vestito da sposa corto sarà protagonista delle passerelle anche per il prossimo inverno, risposta alla voglia di novità che anche l’abito più tradizionale richiede con sempre crescente insistenza. Tra bustier che terminano a punta e minigonne ampie stile impero, vengono proposte anche mini a palloncino, a tubino e modelli dalle linee morbide e sinuose. Tra i dettagli, tornano ad ornare le spose i fiocchi: dai più piccoli, che incorniciano la scollatura, a quelli maxi, da annodare alla nuca o per segnare la vita o il seno negli abiti stile impero. Già di moda lo scorso anno, sono un must di questa stagione i cristalli Swarovski, perfetti per illuminare viso e decolleté e disegnare giochi di luce sui tessuti più preziosi. UNA TRADIZIONE PREZIOSA La fede nuziale è il gioiello prescelto dalla tradizione come simbolo del vincolo d’amore e fedeltà che il matrimonio costituisce per gli sposi. Il momento del loro scambio è il più emozionante della cerimonia proprio perché suggella l’unione degli sposi e accompagna le promesse di amore e fedeltà
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trentinospecialesposi semplicità e raffinata eleganza e si traduce in un armonico insieme di calle e rose, delle tante versioni delle peonie e dei fiori più rappresentano l’evento.
eterni. Si tratta di un gioiello importante che va scelto con grande cura anche perché, se tutto va bene, è destinato a restare al dito per tutta la vita. I modelli classici sono: la “francesina”, “regina delle fedi”, molto sottile e leggermente bombata; la fede piatta; la “fede incrociata”, a più cerchi, dal desing moderno; la “fede classica”, estremamente semplice, ma comunque molto raffinata, a fascia, con i bordi smussati; la fede con brillante; quella della sposa potrà essere modificata nel tempo per accogliere altri diamanti, simbolo dei tanti anni trascorsi insieme. Tra le possibili varianti, citiamo il recupero di un anello d’epoca prezioso e antico o, un’opzione adatta solo a sposi molto alternativi, la fede tatuata direttamente sulla pelle. Per quanto riguarda il metallo, oltre a tutte le varianti dell’o-
ro, sempre più richiesto è il platino, puro, prezioso, raro e resistente. Importante in tal caso è affidarsi ad un gioielliere di fiducia che possa garantire l’autenticità del marchio originale (Pt 950). All’interno delle fedi è ammessa l’incisione dei nome degli sposi e la data del matrimonio, in ossequio ad un’antica usanza che risale al Settecento. FIORI, SEMPRE PROTAGONISTI Delicati e profumati, colorati e coreografici. Questo, e molto altro ancora, rappresentano i fiori nell’ambito del matrimonio. Presenti ovunque, in ognuno dei singoli momenti che costituiscono la cerimonia, vanno scelti con cura e minuziosa dovizia, per renderli visibili ma al tempo stesso discreta presenza dai toni dolci e tematici. La passione per
l’arte floreale si traduce nei gusti e nelle interpretazioni personali, ma anche in questo campo si fanno sentire le tendenze più recenti e decisamente molto accattivanti, dagli effetti stupefacenti. Il trend al momento parla di stile retrò, definito vintage style, un raffinato intreccio di sobrietà ed eleganza. Sfilano quindi le rose antiche, le peonie, le ortensie, le dalie; campagnoli e genuini i ranuncoli, accompagnanti da foglie di contorno che riportano alla stagione. I colori sono quelli delicati, assolutamente vincenti: il rosa antico, il violetto della lavanda e tutte le sfumature del beige accesi intenzionalmente – ma solo a tratti ben delineati – dai toni accesi e vibranti del porpora, del corallo, del blu e del viola. Il bouquet della sposa, che sintetizza il filo conduttore floreale, riscopre l’abbinamento
MATRIMONIO ALL’ITALIANA Il matrimonio d’inverno sembra incontrare sempre più i desideri degli sposi italiani. L’impossibilità di stare all’aperto a lungo e la necessità di procurarsi abiti adeguati, di solito più costosi rispetto ai modelli estivi, sono gli unici svantaggi per chi sceglie di sposarsi nei mesi freddi. Organizzare la festa del dopo cerimonia al chiuso – al di là delle piccole complocazioni legate alla pandemia – non è infatti un problema insormontabile: castelli, masi, alberghi, ristoranti, ville, sono tutte ottime alternative. Per chi ama lo sfarzo è perfetta la villa d’epoca, una delle location più eleganti, adatta ai matrimoni celebrati in cattedrale o in basilica, con la sposa in abito lungo. Questi luoghi consentono di utilizzare diversi ambienti: il banchetto si svolgerà in inverno nelle sale più grandi, ricche di affreschi e arredi preziosi, nel parco invece nei mesi più caldi. Si potranno allestire alcuni angoli riservati per consentire agli ospiti di chiacchierare tra loro in tutta tranquillità e disporre di una sala da ballo
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matrimonio meno formale e a contatto con la natura. Il classico ristornate rimane senz’altro la soluzione che più di ogni altra privilegia il pranzo “in senso stretto” e, anche per questo, si presta meglio ai festeggiamenti familiari.
per il dopo cena; il parco e i giardini permettono inoltre di poter passeggiare e scattare bellissime fotografie, oltre che di ambientarvi l’aperitivo e il brindisi di chiusura. Chi non vuole rinunciare allo sfarzo e al fascino del passato ma nemmeno allontanarsi dal centro della città, può scegliere il palazzo d’epoca, perfetto per i matrimoni che si svolgono nei mesi invernali, quando è più scomodo muoversi con le automobili e la presenza di giardini e verde non è in-
dispensabile. Se il palazzo è ubicato nei pressi della chiesa prescelta o del municipio, si potrà raggiungere il banchetto a piedi, in corteo. Il matrimonio nei mesi caldi prevede di solito il pranzo all’aperto, magari nel giardino di un castello, di una villa, ma anche di un maso più spartano; in questo caso conta moltissimo la bellezza del paesaggio circostante. Il casale rustico può essere la soluzione ideale, soprattutto se gli sposi preferiscono un
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CAPELLI, OVVERO HAIRSTYLE Sciolti o raccolti che siano, i capelli rappresentano e completano interamente lo stile dell’abito, interpretando appieno la lettura stilistica dell’evento. Le parole chiave in fatto di capelli sembrano essere tutte le diverse sfumature delle onde. Ravvivare l’acconciatura con morbidi ed ondulati stili, caratterizza il lato romantico del matrimonio e dona quell’effetto anni ’20 e ’50, tanto caro alle spose di oggi. Lungo o corto che sia il taglio, largo spazio al mosso ordinato. Messi al bando chignon troppo stretti e pieghe troppo tirate, è ora il momento dei capelli sciolti, disposti in onde vintage o trecce decorate con fiori, meglio se freschi e di immediato richiamo agli addobbi ed al bouquet.
Per quante portano i capelli lunghi, si può scegliere di lasciarli cadere naturali sulle spalle o raccoglierli in maniera parziale, sempre però in modo naturale. Sì anche alla coda di cavallo, preferibilmente chiusa, bassa o laterale, che cade morbida sulla spalla. Il tocco glam è costituito dal pizzo tra i capelli e il ritorno della veletta, accessorio che sostiene la tendenza vintage e dona un tocco di eleganza e di mistero. Sempre indispensabile la prova acconciatura corredata con l’abito indossato, per un riscontro immediato e completo del look sposa pensato. TRA PIZZI E CONFETTI I confetti hanno alle loro spalle una lunga tradizione che si ricollega all’antica usanza romana di ricoprire noci, pinoli o nocciole con il miele in occasione di nascite o matrimoni. Il nome “confetto” – dal latino ‘confectum’, participio passato di conficere, ossia preparato, confezionato - nel Medioevo indicava infatti la frutta secca ricoperta di miele. La prima traccia
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trentinospecialesposi scritta riguardante i confetti veri e propri risale alla fine del ‘400 e testimonia come la storia di questo dolce affondi le radici nella tradizione del nostro Paese e sia da sempre collegata ad una funzione di buon augurio. L’Italia ancora oggi è fra i primi produttori di confetti al mondo (soprattutto in Abruzzo e Campania) anche se i maggiori consumatori sono il Portogallo e la Spagna. Famosi sono in particolare i confetti di Sulmona, realizzati con le mandorle di Avola (le più pregiate). La tradizione vuole che il confetto da matrimonio sia bianco, ad indicare la purezza dell’unione coniugale. Il rito del lancio dei confetti all’uscita del corteo dalla chiesa - in passato chiamato sciarra, ossia rissa, baccano, in riferimento ai bambini che correvano poi a raccogliere i dolci creando confusione - è una tradizione che ha origini pagane, ricollegandosi direttamente agli antichi riti d’invocazione di prosperità e fecondità. Anche oggi, del resto, i confetti sono simbolo di augurio
per un matrimonio prospero e ricco di frutti e vanno sempre inseriti in numero dispari nelle bomboniere. Le bomboniere sono un omaggio degli sposi agli invitati e in generale a tutti coloro che hanno fatto loro un regalo di nozze, anche se non invitati come ringraziamento per aver condiviso insieme l’emozione di questo importante evento. La tradizione della bomboniera si ricollega a quella dei confetti; in passato, infatti, gli sposi avevano l’abitudine di donare agli ospiti un dolcetto in segno di ringraziamento che poi, con il tempo, venne confezionato utilizzando un piccolo contenitore; all’interno di questo, che assunse forme sempre più variegate, si continuarono a racchiudere piccole prelibatezze, come noci e mandorle che, con la diffusione dello zucchero, cominciarono ad essere glassati (confetti). Gli oggetti più adatti a fungere da bomboniera sono quelli di piccole dimensioni, dalla statuetta in ceramica o cristallo, alla cornice in argento, alla scatola in vetro,
l’importante è scegliere con gusto evitando oggetti troppo kitsch. Ad ogni oggetto va unito un sacchettino contenente i confetti e un piccolo biglietto con il nome della sposa, a sinistra, e quello dello sposo, a destra. SORRIDETE... FERMI COSÌ! Il servizio fotografico è indispensabile mezzo per immortalare questa importante giornata. Vi sconsigliamo di affidarvi esclusivamente ad amici e parenti, a meno che non abbiate in famiglia qualcuno di provata capacità e bravura. Preferite piuttosto
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un professionista del settore anche se la scelta non è sempre così facile. Vi suggeriamo di cercarlo con un certo anticipo (circa tre mesi prima delle nozze), visitando gli studi di diversi fotografi e visionando i loro precedenti lavori. Potrete così sincerarvi che il loro stile sia di vostro gradimento così come dell’abilità del professionista in questione. Procedete allora a definire i dettagli del servizio che richiedete: fate un elenco delle foto che assolutamente non devono mancare, informatevi su cosa è compreso nel prezzo e se i negativi rimarranno a voi oppure no.
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Chiedete di essere immortalati non solo nelle classiche fotografie in posa ma anche mentre vivete con naturalezza i vari momenti della giornata: le fotografie “rubate” sono quasi sempre le più belle. Il consueto album fotografico che privilegia immagini curate e studiate infatti, viene oggi di solito sostituito con uno più moderno che sappia cogliere sorrisi, abbracci, espressioni di sposi e invitati senza “disturbare”, in modo che risultino più spontanei possibili. Quando finalmente avrete in mano le stampe, scegliete le
migliori e le più significative; potete quindi comporre voi stessi l’album di nozze, decidendo insieme come disporre le immagini e scrivendo a penna i vostri pensieri accanto alle foto, o affidare anche questo compito al vostro fotografo che senz’altro, grazie alle moderne tecniche di sviluppo e rielaborazione delle immagini, farà delle vostre fotografie un bellissimo libro di ricordi. LA LOCATION I luoghi perfetti per la cerimonia ed il rinfresco non vanno idealizzati, ma creati e pen-
sati su misura per gli sposi. La giusta soluzione deve essere un posto che trasmetta emozioni, che si colleghi ai vissuti dei protagonisti e che costituisca soprattutto un imperdibile scenario per fissare i momenti più belli ed intensi. Premesso questo, la tendenza attuale è quella del matrimonio green, in montagna, tra i vigneti, nelle fattorie. Molto gettonati anche i musei – che spesso mettono a disposizione sale e spazi adeguati – le baite alpine ed i vecchi fienili. Essenziale il raccordo con la vita dei protagonisti; i luoghi possono essere ispirati ad un particolare momento di vita, ad un ricordo d’infanzia, ad un’esperienza vissuta. Sempre nella lista dei favoriti le ville e i castelli, che regalano attimi indimenticabili. Vastissima la scelta, a seconda del numero degli invitati e del filo conduttore dell’evento. L’ABITO DI LEI L’abito rappresenta le nozze, è il primo pensiero della sposa e del suo sogno. Esiste quello perfetto? Certamente, basta scegliere quello che
risponda ai criteri necessari per il matrimonio: sensualità, raffinatezza ed eleganza. Per quante optano ad indossare un unico vestito per la celebrazione ed il rinfresco, la parola chiave deve anche essere una comodità quantomeno accettabile e semplice da indossare. Il colore, manco a dirlo, è il bianco in tutte le sue sfumature. Ma c’è chi osa anche con il colore – e le star americane ne sanno qualcosa – specie nelle gamme del rosa e dell’azzurro. Colori a parte, la sposa deve essere bella e seducente ma senza strafare; la tendenza del momento richiama a forme morbide che esaltano la femminilità, impreziosita e messa in risalto anche da scollature profonde, soprattutto sulla schiena. E se favola dev’essere, via ai tessuti da favola: inserti di pizzo, cristalli dappertutto, nuvole di velo e di tulle. L’abito del momento è quello a sirena, avente come punto forte la scollatura sulla schiena e la coda dell’abito che ricade in morbide forme; per un effetto scenico, il corpetto è scolpito e quasi intagliato, con giochi
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trentinospecialesposi coordinati all’abito, con la preferenza verso il bianco, il perla e l’avorio; apprezzabili e di gran moda anche i toni delicati delle tinte pastello. Le calze saranno trasparenti o bianche, meglio autoreggenti per un tocco ancora più sensuale. Per la prima notte di nozze, largo ai babydoll trasparenti, ai corsetti con un pizzico di audacia ed alle raffinate sottovesti di seta o di pizzo.
di trasparenze retrò. Per le super romantiche, la gonna ampia a balze, il monospalla, e lo strascico, anche appena accennato. Fondamentale esaltare il punto vita con preziose cinture o trasparenze sensuali. Sempre apprezzato anche il taglio dritto con mini strascico, per un abito all’insegna della sobrietà e del gusto classico e intramontabile. SCARPA E TACCHI, BINOMIO VINCENTE La sposa deve risplendere in ogni minimo particolare, dalla testa ai piedi, senza tralasciare nulla di curatissimo e prezioso. Elemento importantissimo la scarpa, possibilmente scintillante, preziosa e raffinata. Le calzature giocano un ruolo fondamen-
tale e vanno scelte seguendo lo stile del matrimonio, l’interpretazione dell’evento e naturalmente il look definito dall’abito. Di gran voga il tacco alto – che slancia e valorizza ogni figura – arricchito da un ampio plateau, sempre indicato per mettere in luce la siluette. Dettaglio perfetto è l’intaglio in pizzo o ricamato, impreziosito da cristalli. Sulla cresta dell’onda la scarpa in raso, quella tempestata di gioielli, il sandalo altissimo con tacco a spillo. L’INTIMO PERFETTO Tutti i grandi marchi che firmano l’intimo femminile hanno uno spazio per la wedding collection, pensata per la donna esigente ed attenta alla propria femminilità. Sotto il
vestito, che rappresenta l’essenza più visibile della sposa, la cura per i dettagli deve essere ai massimi livelli: dalla sottoveste alla giarrettiera, dal babydoll al body modellante. Indispensabile provare sempre l’intimo scelto sotto l’abito da sposa per scongiurare la fuoriuscita di spalline o altri spiacevoli inconvenienti, come cuciture troppo vistose o tagli che segnano i fianchi. La scelta del reggiseno deve tener conto del risalto necessario alla scollatura: non troppo modesto ma nemmeno esplosivo. Per chi ne avesse bisogno, via libera ai capi intimi modellanti, che garantiscono un effetto dimagrimento immediato, di anche due taglie in meno. I colori saranno strettamente
L’ABITO DI LUI Come la sposa, anche lo sposo diventa protagonista delle nozze, a cominciare dall’abito. Attualmente esiste un vero e proprio vademecum tutto pensato per lui e per il suo look, che deve tener conto di alcuni elementi fondamentali. Innanzitutto è d’obbligo il tre pezzi, con un richiamo stretto al vestito della sposa. Per gli amanti del classico, largo spazio ai modelli che prevedono il tight in lana, con gilet a cinque bottoni o al gettonatissimo doppiopetto. La camicia di tendenza è rigorosamente bianca, con polsi doppi. La cravatta si alterna al papillon o al plastron di seta, secondo l’inclinazione e l’impostazione dell’intera cerimonia. Ai dettagli classici, caratterizzati da uno stile sobrio e raffinato, si affiancano le innovazioni e le trovate più ardite, come gli inserti scintillanti sulla giacca da abbinare
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trentinospecialesposi caso di queste fondamentali e molto visibili parti del corpo, la parola d’ordine è eleganza: no a nail troppo impegnative ed esteticamente pesanti, no ad unghie troppo lunghe o dalle forme insolite per non sottrarre attenzione al contesto generale della cerimonia.
NAIL ART Mani e piedi devono essere ben curati nel giorno più bello. Contrariamente a quanto si può pensare, questi sono i punti dove si concentra l’attenzione di tutti: dello sposo in primis, ma anche degli invitati, che vorranno ammirare la fede. Per avere unghie bellissime, deve essere realizzata la manicure basic, con un’accurata pulizia dell’unghia e relativa rimozione delle cuticole. Una volta stesa la base la base trasparente ed applicato in seguito uno smalto perlato bianco, si può scatenare la fantasia, decorando l’unghia con motivi pizzo, strass e glitter, sempre in stretta connessione con l’abito. Anche nel
LA MUSICA Elemento imprescindibile, la musica non può mancare neanche nella più semplice delle cerimonie, a partire dalla chiesa fino al momento del ballo. Le note valorizzano i momenti clou, li fissano nella memoria ed esaltano le emozioni. Ma come scegliere la colonna sonora delle nozze? Indubbiamente esistono tracce che più si addicono a seconda della tipologia del matrimonio. Per il rito civile, le più richieste sono le canzoni d’amore, che magari hanno segnato indissolubilmente il legame tra i due innamorati. Per la cerimonia religiosa, è sempre attualissima la classica marcia nuziale di Mendelssohn per l’ingresso della sposa e quella di Wagner all’uscita degli sposi; all’offertorio, la struggente Ave Maria di Schubert. Durante il ricevimento, via libera ai generi preferiti ed ai ritmi più vivaci, avendo l’accortezza di non eccedere con il volume, per non penalizzare le conversazioni tra invitati. Vanno sempre fortissimo le compilation vintage dagli anni ’60 in poi, per la gioia di tutti gli invitati, anche i più datati. ■
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a qualche richiamo trendy sui polsini e sulla camicia. La scelta tra tradizionale e moderno è esclusivamente personale e personalizzabile; il colore del momento è l’azzurro, ma incontra moltissimi favori anche il classico impreziosito da dettagli nuovissimi e all’ultima moda, come i glitter che richiamano l’abito della sposa. Non trascurabili gli accessori, come l’orologio da polso e le bretelle, che danno un tocco di ricercatezza e di originalità, senza dimenticare il classico stile dello sposo. Largo spazio anche ai tessuti raffinati, proposti in tinte pastello. Per stupire e riconoscersi unici.
IL TRUCCO DEL GIORNO PIÙ BELLO Il trucco c’è e si deve vedere. Ma va studiato nei minimi particolari, calibrato al look complessivo della sposa e realizzato con prodotti di alta qualità. Resterà un ricordo indelebile, che la protagonista delle nozze rivedrà per sempre nei filmati e nelle foto. Oltre all’effetto visivo, deve essere anche a prova di lacrime, di stress e di flash. La pelle deve essere preparata almeno una settimana prima con un peeling e salvaguardata dai raggi solari. Indispensabile la scelta di una truccatrice, che vedrà preventivamente l’abito scelto, coglierà lo stile del matrimonio ed agirà di conseguenza. Labbra e occhi devono essere ben bilanciati tra di loro: chi ha occhi profondi e importanti, andrà ad alleggerire il trucco delle labbra; chi invece punta a mettere in risalto proprio queste ultime, alleggerirà gli occhi con tonalità chiari e naturali. Esistono anche alcuni semplici strategie per un trucco efficace e resistente. Largo
ai toni di fondo del giallo, che meglio resistono agli scatti dei fotografi; attenzione a coordinare matita e rossetto per le labbra; tenere sottomano cipria e gloss.
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ortunatamente la pandemia non ha fermato la possibilità di presentare eventi artistici nei tradizionali teatri. Come di consueto quindi, e incrociando le dita, anche quest’anno è stata presentata la stagione di InDanza organizzata dal C.S.C. Santa Chiara a Trento, Bolzano e Rovereto. Covid a parte un’altra peculiarità di questa nuova programmazione è la presenza di due direttori artistici che si daranno il cambio a fine anno. Emanuele Masi, consulente per la danza del S. Chiara dal 2018, che abbiamo apprezzato per la “grande” e variegata danza proposta, per il coinvolgimento anche di realtà musicali territoriali oltre che per momenti di approfondimento interessanti a fine spettacolo, passerà il testimone, per la seconda parte della stagione a partire dal 2021, al coreografo e regista Renato
NEL REGNO DELLE OMBRE RIPARTE IN REGIONE LA STAGIONE DELLA DANZA. A TRENTO SARÀ PROTAGONISTA IL NUOVO BALLETTO DI TOSCANA DIRETTO DA CRISTINA BOZZOLINI Zanella. Nei principali teatri regionali saranno cinque gli spettacoli proposti da Masi. Si inizierà con una coproduzione e prima assoluta il 21 ottobre al teatro Sociale di Trento, dove in scena avremo la MM Contemporary Dance Company, la compagnia di danza contemporanea con
sede a Reggio Emilia, fondata e diretta dal 1999 dal coreografo Michele Merola. Al Sociale vedremo il debutto di Pastorale, creazione dello stesso Merola il quale, in occasione del 250° anniversario della nascita di Beethoven, si ispira alla sua Sesta Sinfonia, la Pastorale, eseguita dal vivo
con due pianoforti dai fratelli Guarino. La coreografia vedrà una progressione, fino alla celebrazione finale, di una gestualità contrastante con tensioni ritmiche alternate. A proseguo dell’atmosfera bucolica, il primo titolo che vedremo a inizio serata sarà Duo d’Eden, una coreografia
DAVIDE TOFFOLO: “ANDRÀ TUTTO... BENINO”
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a ottobre torna la serie di live targati “Upload On Tour” con sette concerti che si terranno su alcuni dei maggiori palchi dell ‘Euregio e che permetteranno ai migliori musicisti iscritti al contest di Upload di esibirsi assieme a headliner di livello nazionale ed internazionale. Primo appuntamento quello di sabato 10 ottobre, quando all’Auditorium Melotti di Rovereto andrà in scena l’originale spettacolo solista di Davide Toffolo, frontman e anima dei Tre Allegri Ragazzi Morti. Toffolo porterà sul palco il suo nuovissimo progetto dal titolo “Andrà tutto benino... Live!”, pensato e sviluppato durante la pandemia, in cui l’artista originario di Pordenone racconta l’arrivo del virus coniugando la sua musica con la sua arte di fumettista. Durante il periodo di lockdown che ha investito il pianeta, Davide Toffolo ha disegnato una serie di tavole diffuse sui suoi canali social che oggi diventano un libro e uno spettacolo dal vivo. Attraverso musica, parole e immagini ci racconta la sua esperienza di quarantena in compagnia di Covid- 19.
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Davide Toffolo, cantante dei Tre allegri ragazzi morti, una chicca nella musica indipendente italiana, che con le sue canzoni e i suoi fumetti ha segnato almeno tre generazioni, viene messa in scena attraverso canzoni, racconti esilaranti e giochi interattivi con il pubblico. Davide Toffolo è una rock star che fa fumetti e un fumettista che è anche una rockstar. Un’anti-star, per essere precisi. L’Upload On Tour continua venerdì 23 ottobre, al Teatro Astra di Bressanone, con la musica elettronica degli austriaci Elektro Guzzi, per poi tornare in Trentino già la sera successiva, il 24 ottobre, quando al Teatro di Pergine. In questa occasione la giovane cantautrice trentina Caterina Cropelli presenterà il suo primo album “Caterina” accompagnata sul palco da diversi ospiti a sorpresa. Un disco quello della cantautrice trentina che ha messo in luce la freschezza cristallina del suo pop e la sua voglia di raccontarsi e raccontare il presente attraverso le sue ballate.
trentinopanorama Spellbound Contemporary Ballet
GLI “ANTICHI SAPORI DELLA VALLE DI NON”
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di Maguy Marin danzata per la prima volta da una compagnia italiana. “Se l’amore è una danza, è sicuramente Eden”, così è stata definita questa creazione che vede protagonisti due danzatori, un uomo e una donna che incarnano l’amore originale e primitivo. Maguy Marin è una delle principali esponenti della novelle danse francese; è conosciuta per i suoi lavori che possono spiazzare, ma che
regalano emozioni e messaggi indelebili, come May B o Cenerentola, coreografie che hanno dato vita a personaggi che mettono in risalto l’anima grottesca del genere umano. La stagione proseguirà poi a Bolzano il 10 novembre al teatro Comunale con il gradito ritorno della Gauthier Dance / Dance Company Theaterhaus Stuttgart, la compagnia fondata e diretta dal coreografo, danzatore e musicista canadese Eric Gauthier. Do you love Gershwin è il titolo della nuova creazione di Marco Goecke, coreografo residente al Balletto di Stoccarda, nonché coreografo associato
A cura della concessionaria pubblicitaria: Media Alpi Pubblicità S.r.l.
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AL SOCIALE CI SARÀ “PASTORALE”, CREAZIONE CHE SI ISPIRA AL 250° DI BEETHOVEN
al Nederlands Dans Theater a L’Aia, un omaggio al compositore George Gershwin e al suo Concerto per pianoforte in fa maggiore. Al Melotti di Rovereto il 20 novembre vedremo in scena la Spellbound Contemporary Ballet fondata e diretta da Mauro Astolfi. Per i suoi 25 anni di attività l’ensemble romano presenterà quest’anno Spellbound 25, una serata celebrativa che si compone di tre coreografie: oltre ad un nuovo lavoro dello stesso Astolfi, potremo vedere Marte del visionario coreografo spagnolo Marcos Morau e l’assolo maschile “cult” di Marco Goecke, Äffi. A Trento il 30 novembre sarà protagonista il Nuovo BallettO di ToscanA diretto da Cristina Bozzolini, il cui titolo classico di Bayadere – il regno delle ombre non deve trarre in inganno, poiché ciò che vedremo sarà un’opera contemporanea di Michele Di Stefano, leone d’Argento per l’innovazione alla Biennale Danza di Venezia. E per concludere l’1 dicembre il Comunale di Bolzano ospiterà ICK, la compagnia della città di Amsterdam, diretta da Emio Greco e da Pieter C. Scholten. Blasphemy rhapsody è una rapsodia per sette corpi, sui passi della Pizzica e del Charleston. Info: www.centrosantachiara.it.
itorna a partire dal venerdì 9 ottobre la storica rassegna enogastronomica “Gli antichi Sapori della Val di Non”. Per chi li conosce bene, gli “Antichi Sapori” sono un appuntamento fisso dell’autunno noneso. Per chi invece ancora non li ha sperimentati, basti dire che questa apprezzatissima rassegna gastronomica, ormai giunta al 34° anno di età, concentra in tre settimane il meglio della tradizione culinaria della Val di Non riscoperta e reinterpretata con fantasia da sei rinomati ristoranti della zona: gustose ricette tramandate di generazione in generazione. Alcune di queste ricette sono diventate famose e oggi rappresentano i grandi “classici” della cucina nonesa e trentina: stiamo parlando naturalmente del “Tortel da Patate”, dei canederli, la minestra d’orzo, lo sformatino di Trentingrana, la polenta nelle sue svariate formule di reimpiego e i dolci a base di mela. Ogni menù della rassegna “Antichi Sapori” propone un vino diverso per ogni portata: vini DOC provenienti dalla Cantina CAVIT di Trento o il vino Groppello, vitigno eroico della Val di Non che cresce sui ripidi pendii che degradano verso il Lago di Santa Giustina. E a fine pasto, un assaggio delle pregiate Grappe prodotte dalla Distilleria Pezzi di Campodenno o dalla Distilleria Rossi d’Anaunia – Dallavalle di Revò. Questi i ristoranti aderenti: Viridis di Cagnò, Giardino di Cles, Centrale di Flavon, Alla Pineta di Tavon, Stella Alpina di Sarnonico e La Filanda di Denno. NOVITÀ 2020: dal lunedì al giovedì, per chi fa l’esperienza “antichi sapori” incluso nel prezzo del menù, vi è in omaggio una bottiglia di vino del Trentino: un ricordo del territorio da portare a casa e gustare alla prima occasione.
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trentinopanorama
di Daniele Valersi
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opo il riscontro ampiamente positivo del ciclo “Beethoven Spirit” e dei concerti estivi, l’Orchestra Haydn riparte coraggiosamente, in questo autunno costellato di incertezze e imprevisti, con una programmazione che ricorda da vicino le sue stagioni sinfoniche degli anni pre-Covid, per la statura degli artisti coinvolti e per il ritorno delle performance sinfoniche alle sedi privilegiate, gli auditorium di Bolzano e di Trento. Le differenze dall’assetto standard della stagione stanno nel distanziamento, che verrà rigorosamente osservato in sala, nei programmi che saranno leggermente abbreviati e senza intervallo, nella maggiore frequenza degli appuntamenti (per consentire una fruizione soddisfacente nonostante la capienza ridotta delle platee) e nell’alternanza tra l’organico sinfonico e quello cameristi-
LA “HAYDN” RIPARTE UNA PROGRAMMAZIONE CHE SI FA NOTARE PER LA STATURA DEGLI ARTISTI COINVOLTI E PER IL RITORNO DELLE PERFORMANCE A SEDI PRIVILEGIATE co. Si contano diciotto appuntamenti, da ottobre a maggio 2021, oltre al canonico concerto di fine anno e per l’anno nuovo. Una panoramica ce la fornisce Daniele Spini, responsabile della programmazione artistica (programma 2020/21 su www.haydn.
it), che dei concerti del 2021 annuncia solo i nomi dei direttori, riservandosi di far conoscere i programmi in base agli sviluppi della situazione sanitaria: «Ecco Michele Mariotti, amico fra i più prestigiosi della Haydn, impegnato insieme con una leggenda vi-
vente come Ian Bostridge, in capolavori di Gustav Mahler nella collaudatissima versione cameristica di Klaus Simon. Poi altri nostri compagni di avventure artistiche memorabili: Kolja Blacher, concertatore e violinista, che tanto ci entusiasmò nei
FIL ROUGE, IL DIGITALE IN MOSTRA (CON READING ANNESSO)
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ono diverse le sensibilità e le riflessioni che gli artisti partecipanti al “Fil Rouge”, progetto multimediale sostenuto dall’UMSE Sviluppo rete dei servizi-Pari opportunità e inclusione di Trento e dalla Fondazione Caritro, hanno messo in campo per descrivere il tema della violenza di genere e in particolare quello della violenza inconsapevole. Una trentina le opere, stampe digitali su carta di pregio fine art, selezionate da un’attenta giuria artistica e godibili dal 12 al 30 ottobre allo Spazio FoyEr di Trento, in via Galilei. Gli artisti, illustratori e graphic designers – chi esordiente chi più formato – hanno affrontato questo difficile argomento in modo comunque non convenzionale e risulta davvero coinvolgente il dialogo discontinuo e apparentemente illogico, tra opere e didascalie, che si instaura nella cornice della mostra. Ecco così spiegato il significato di “Fil Rouge”: perché al termine della mostra, uscendo dallo Spazio FoyEr, il visitatore si trova a dover ricostruire la narrazione, per ritrovare quel filo rosso che inconsciamente unisce piccole azioni quotidiane dove può annidarsi la violenza.
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Guido Scarabattolo, Indifesa
Una violenza che si può subire oppure infliggere. Ma è nel silenzio, così come nell’indifferenza, che si insinua con maggior forza. Immagini e parole suggeriscono così al visitatore spunti narrativi diversi, che stimolano una riflessione personale partendo direttamente dalle singole esperienze. Perché è solo chi osserva che può riempire i vuoti che sono stati lasciati tra immagine e parola. L’inaugurazione è prevista per lunedì 12 ottobre, alle 18. Durante la mostra si terrà un reading d’autore: “La scimmia” di Maura Pettorruso. Vi sarà anche un intervento di Barbara Poggio, prorettrice alle Politiche di Equità e Diversità dell’Università di Trento. E, infine, un’installazione con giornali dal titolo “Quotidianità”. Guidone Joey, Hard Housekeeping
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mesi scorsi; Marco Angius, con i solisti della Haydn nella Gran partita di Wolfgang Amadeus Mozart; Benjamin Bayl, in pagine classiche e del Romanticismo; Philipp von Steinaecker in uno degli ultimi capolavori di Richard Strauss, “Metamorphosen”, impegnativo banco di prova per i nostri archi, anche in tandem con il virtuosismo e l’estro di Stefan Milenkovich in un caleidoscopio di proposte violinistiche; un’autentica
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OLTRE AL CONCERTO DI FINE ANNO, SI CONTANO 18 APPUNTAMENTI, DA OTTOBRE A MAGGIO 2021
festa dell’orchestra con Valentin Uryupin, clarinettista eccezionale e direttore interessantissimo, in dialogo tanto con il nostro primo fagotto Flavio Baruzzi in un’altra perla dell’ultimo Strauss, il Duetto-Concertino per clarinetto e fagotto, quanto con i pure nostri Stefano Ferrario e Vincenzo Quaranta, violini solisti nel geniale “Moz-Art à la Haydn” di un protagonista del Novecento, Alfred Schnittke; Min Chung, che inaugura il suo mandato di primo Direttore ospite con due pi-
lastri del repertorio fra Sette e Ottocento, la “Trauer” di Joseph Haydn e la popolarissima Serenata di Antonín Dvorák; Stanislav Kochanovsky, uno dei talenti direttoriali più strepitosi emersi negli ultimi anni in campo internazionale, alle prese con il grande Novecento di Béla Bartók e Banjamin Britten; ancora Mariotti con musica di tre secoli, da Mozart a Pëtr Il’ic Cajkovskij e Charles Edward Ives; finalmente l’incontenibile Marco Pierobon con la sua tromba pirotecnica, per tentare la scommessa di una rilettura un po’ insolita di quei concerti di Capodanno che sono ormai per noi una tradizione consolidata. Un’appendice preziosa, la presenza di una celebrità planetaria come Daniel Harding in un tutto Beethoven con i ragazzi della Gustav Mahler Akademie. Nel 2021 saranno con noi un’altra stella di prima grandezza, Juraj Valcuha, Felix Bender, altra preziosa amicizia della Haydn, Enrico Dindo, violoncellista celeberrimo e direttore con una capacità di coinvolgimento senza molti termini di confronto, ancora Min Chung e Arvo Volmer, che mantiene un rapporto privilegiato con noi anche dopo la conclusione dei suoi sei importantissimi anni come Direttore principale. E completeranno la festa dell’orchestra altre due produzioni, con gli archi della Haydn guidati dalle spalle Marco Mandolini e Stefano Ferrario». Gli appuntamenti di ottobre a Trento (tutti alle ore 20.30) sono per mercoledì 7 con Michele Mariotti alla direzione e il tenore Ian Bostridge (Schubert, Mahler, Mozart), per il 14 con Kolja Blacher quale concertatore e violino solista (Samuel Barber, Mozart, Haydn) e per il 28 al Teatro Sociale, con i solisti della Haydn diretti da Marco Angius impegnati nella “Gran Partita” K361 di Mozart. ■
Mostra temporanea
DRAGONS
Kolja Blacher
IL FANTASTICO MONDO DEI SAURI
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di Tina Ziglio
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al 9 ottobre al 4 dicembre l’attesa mostra Caravaggio. Il contemporaneo offre ai visitatori l’opportunità di contemplare il Seppellimento di Santa Lucia, la più antica opera siciliana di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, normalmente collocata a Siracusa, nella Chiesa di Santa Lucia alla Badia. Attraverso la proposta di diversi livelli di dialogo possibili, la mostra sottolinea, ancora una volta, l’attualità spirituale di Caravaggio. Il capolavoro seicentesco si riverbera in una selezione di opere e fotografie contemporanee. Nel 1608 Caravaggio, condannato a decapitazione e continuamente in fuga, evase da Malta e giunse a Siracusa. Qui realizzò il Seppellimento di Santa Lucia per l’altare maggiore della Basilica di Santa Lucia al Sepolcro, nel luogo dove, secondo la tradi-
IL CONTEMPORANEO DA UN’IDEA DI VITTORIO SGARBI, CARAVAGGIO AL MART DI ROVERETO, DAL 9 OTTOBRE AL 4 DICEMBRE zione, la Santa fu martirizzata e sepolta. La scena sembra collocata negli ambienti sotterranei e bui delle note latomie sottostanti la Chiesa, nelle quali si trova il sepolcro della martire. Si tratta della tela imponente di un Caravaggio ormai maturo, ossessionato dall’idea
della decapitazione, maestro nella regia di composizioni articolate in dipinti sempre più silenti e spirituali. Seguendo liaisons concettuali, il Mart propone un confronto tra questo capolavoro e una selezione di opere del grande maestro dell’Informale italiano: Alberto Burri.
In un continuo rimando tra immagini, simboli e affinità, completano la mostra il grande dipinto I naufraghi (1934) di Cagnaccio di San Pietro, le opere dell’artista Nicola Verlato e del fotografo Massimo Siragusa, alcune fotografie sulla vita e la morte di Pier Paolo Pasolini. ■
CLASSICO, AMATISSIMO CINEFORUM DEL “SAN MARCO”
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er gli appassionati di cinema da oltre cinquant’anni la proposta del Cineforum ospitato al Teatro San Marco di Trento è un punto di riferimento imprescindibile. Anche per questo, l’avvio dell’edizione 2020-21, che si è legata a metà settembre con la riapertura ufficiale del teatro, rappresenta un segnale importante per il ritorno alla normalità e per l’offerta culturale nel capoluogo. La formula, immutata da tanti anni, è quella della doppia proiezione il martedì, alle 17.30 e alle 20.45. Dietro la rassegna, c’è l’impegno di un gruppo di appassionati e appassionate che si ritrova periodicamente per organizzare la programmazione. A coordinarli è da ormai tre anni Miro Forti, master in Film and Philosophy al King’s College di Londra e insegnante di analisi e linguaggio cinematografico a Estro. Insieme a lui, cinefili e cinefile di grande esperienza come Katia Malatesta, Stefano Cò, Chiara Cont e Simone Semprini. Saranno loro a condurre i momenti di dibattito alla fine delle proiezioni. Fitto il calendario delle proiezioni a partire dal 13 ottobre con il miniciclo “Omaggi”, anche quest’anno dedicato ai grandi del passato. Il primo
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è uno dei più amati registi italiani, Federico Fellini, di cui ricorrono i cent’anni dalla nascita. Il cineforum proporrà il suo “Roma”, girato nel 1972, nella versione in pellicola 35 mm restaurata dalla Cineteca di Bologna. Gli altri omaggi della stagione saranno dedicati a Max Von Sydow (“Passione / En passion”, il 27 ottobre) e Ennio Morricone (“Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”, il 10 novembre). Il 20 ottobre debutta la sezione “Black Lives Matter – Le forme dell’odio”, una delle novità di questa edizione del cineforum. I film proposti affronteranno infatti tematiche legate al razzismo e in particolare alla questione afroamericana. Si comincia con “I am not your negro” di Raoul Peck, per proseguire il 3 novembre con “Se la strada potesse parlare” di Berry Jenkins. Il 24 novembre verranno ricordati i 75 anni dai bombardamenti atomici su Hiroshima e Nagasaki con il celebre “Hiroshima mon amour” di Alain Resnais. L’abbonamento per tutta la stagione (22 settimane) ha un costo di 55 euro, ma è possibile anche acquistare il biglietto per la singola proiezione al costo di 5 euro. (FDS)
TEATRO SOCIALE
#IOESCOATEATRO
GRANDE PROSA © Masiar Pasquali
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Una storia vera PRIMA NAZIONALE
(Confidenze fatali) NOVEMBRE 2020
giovedì 19 / venerdì 20 / sabato 21 ore 20.30 domenica 22 ore 16.00
di Jane Austen adattamento teatrale di Antonio Piccolo regia Arturo Cirillo con Arturo Cirillo, Valentina Picello, Alessandra De Santis, Rosario Giglio, Sara Putignano, Giacomo Vigentini, Giulia Trippetta produzione MARCHE TEATRO / Teatro Stabile di Napoli_Teatro Nazionale
Dove inizia la notte di Stefano Massini regia Mauro Avogadro scene Marco Rossi musiche Gioacchino Balistrieri con Ottavia Piccolo e Paolo Pierobon Teatro Stabile di Bolzano / Teatro Stabile del Veneto
H I A R A
I DUE GEMELLI VENEZIANI
GENNAIO 2021
di Carlo Goldoni adattamento Angela Demattè e Valter Malosti regia Valter Malosti con un cast di 10 attori produzione Teatro Stabile del Veneto, TPE - Teatro Piemonte Europa, Teatro Metastasio di Prato
TEATRO SOCIALE
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ispirata a personaggi e situazioni de L’Opera da tre soldi di Bertolt Brecht di Fausto Paravidino regia Fausto Paravidino con Rocco Papaleo, Fausto Paravidino e con Federico Brugnone, Romina Colbasso, Marianna Folli, Iris Fusetti, Daniele Natali Teatro Stabile di Bolzano / Teatro Stabile di Torino / Teatro Nazionale
GENNAIO 2021
giovedì 28 / venerdì 29 / sabato 30 ore 20.30 domenica 31 ore 16.00
LO ZOO DI VETRO di Tennessee Williams adattamento e regia Leonardo Lidi con Tindaro Granata, Mariangela Granelli, Mario Pirello, Anahì Traversi produzione LAC Lugano Arte e Cultura, in coproduzione con Teatro Carcano, TPE - Teatro Piemonte Europa
MAIN SPONSOR
TEATRO SOCIALE
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FEBBRAIO 2021
giovedì 11 / venerdì 12 / sabato 13 ore 20.30 domenica 14 ore 16.00
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MARZO 2021
giovedì 11 / venerdì 12 / sabato 13 ore 20.30 domenica 14 ore 16.00
TEATRO SOCIALE trento
TEATRO SOCIALE trento
STAGIONE 2020/21
DICEMBRE 2020
giovedì 17 / venerdì 18 / sabato 19 ore 20.30 domenica 20 ore 16.00
TEATRO SOCIALE trento
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giovedì 18 / venerdì 19 / sabato 20 ore 20.30 domenica 21 ore 16.00
PEACHUM
Un’opera da tre soldi
TEATRO SOCIALE
FEBBRAIO 2021
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DICEMBRE 2020
giovedì 14 / venerdì 15 / sabato 16 ore 20.30 domenica 17 ore 16.00
di Joseph Kesselring traduzione Masolino D’Amico regia Geppy Gleijeses con Anna Maria Guarnieri, Giulia Lazzarini, Maria Alberta Navello, Mimmo Mignemi, Paolo Romano, Luigi Tabita e Tarcisio Branca, Bruno Crucitti, Francesco Guzzo, Daniele Biagini, Lorenzo Venturini produzione GITIESSE Artisti Riuniti Lo spettacolo è dedicato a Mario Monicelli e liberamente ispirato alla sua prima regia teatrale
TEATRO SOCIALE
giovedì 3 / venerdì 4 / sabato 5 ore 20.30 domenica 6 ore 16.00
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ARSENICO E VECCHI MERLETTI
EICHMANN
A N TA
TEATRO SOCIALE
© Matteo Delbò
ORGOGLIO E PREGIUDIZIO
liberamente tratto dalle novelle di Giovanni Boccaccio un progetto diretto da Stefano Cordella con la collaborazione di Filippo Renda una co-produzione MTM Manifatture Teatrali Milanesi / TrentoSpettacoli con il sostegno del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali
CENTRO SERVIZI CULTURALI C
di Babilonia Teatri da William Shakespeare con Paola Gassman, Ugo Pagliai, Enrico Castellani, Valeria Raimondi, Francesco Scimemi e Luca Scotton Produzione Teatro Stabile di Bolzano / Teatro Stabile del Veneto / Estate Teatrale Veronese
NOVEMBRE 2020
giovedì 5 / venerdì 6 / sabato 7 ore 20.30 domenica 8 ore 16.00
DIPLOMAZIA di Cyril Gely traduzione Monica Capuani uno spettacolo di Elio De Capitani e Francesco Frongia con Ferdinando Bruni, Elio De Capitani e Michele Radice, Alessandro Savarese, Simon Waldvogel luci Michele Ceglia suono Luca De Marinis produzione Teatro dell’Elfo, LAC Lugano Arte e Cultura e Teatro Stabile di Catania
MARZO 2021
giovedì 25 / venerdì 26 / sabato 27 ore 20.30 domenica 28 ore 16.00
TEATRO SOCIALE trento
Centro Servizi Culturali S. Chiara Trento, Via S. Croce 67 w w w. c e n t r o s a n t a c h i a r a . i t
MEDIA PARTNER I TT TTI IELIE LIETTI BIGLIETTI BIG GL BIBIG
CITA A CIEGAS
Teatro Franco Parenti di Mario Diament traduzione, adattamento e regia Andrée Ruth Shammah con Luca Lazzareschi, Laura Marinoni, Elia Schilton, Sara Bertelà, Roberta Lanave scena Gianmaurizio Fercioni luci Camilla Piccioni costumi Nicoletta Ceccolini musiche Michele Tadini produzione Teatro Franco Parenti e Fondazione Teatro della Toscana
Una canzone d’amore
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DECAMERON
ROMEO E GIULIETTA
© Masiar Pasquali
TR ENTO
trentinopanorama
di Susanna Caldonazzi
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illiam Shakespeare, Jane Austen, Jorge Luis Borges, Bertolt Brecht, Dante Alighieri, Giovanni Boccaccio, Carlo Goldoni: sono i grandi nomi della letteratura classica a tessere la tela della stagione di prosa del Centro Servizi Culturali Santa Chiara, che riaprirà il sipario il prossimo novembre. Il via, in calendario per il 5 novembre al Teatro Sociale di Trento, è affidato a due nomi storici del teatro italiano: Paola Gassman e Ugo Pagliai, che interpretano dei maturi Romeo e Giulietta nell’irrive-
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IL VIA, 5 NOVEMBRE, È AFFIDATO A DUE NOMI STORICI DEL TEATRO ITALIANO: PAOLA GASSMAN E UGO PAGLIAI
rente riscrittura della tragedia shakespeariana firmata Babilonia Teatri. Estremamente contemporaneo - anche se, o forse proprio perché lo studio era iniziato ben prima dello scoppio della pandemia - il lavoro del regista Stefano Cordella in una co-produzione Trento Spettacoli ispirata al Decameron di Boccaccio, che sarà presentata in prima nazionale il 3 dicembre al Teatro Sociale. Si
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Romeo e Giulietta
TORNIAMO A TEATRO PRESENTATA LA STAGIONE DI PROSA 20/21: SONO I GRANDI NOMI DELLA LETTERATURA CLASSICA A TESSERE LA TELA DELLA STAGIONE DI PROSA DEL CENTRO SERVIZI CULTURALI SANTA CHIARA ispira invece a Bertolt Brecht la nuova co-produzione del Teatro Stabile di Bolzano con il Teatro Stabile di Torino, PEACHUM. Un’opera da tre soldi in cui Fausto Paravidino, che sarà autore, regista e interprete, sarà affiancato dal noto attore Rocco Papaleo. Sarà la letteratura inglese dell’800 con Jane Austen e il suo Orgoglio e pregiudizio, ad aprire invece il nuovo anno: Orgoglio e pregiudizio è infatti per la prima volta su un palcoscenico italiano grazie ad Arturo Cirillo, che torna a Trento dopo il successo de La scuola delle mogli. Due giovani talenti italiani portano in scena Lo zoo di vetro, un’autobiografia del drammaturgo statunitense Tennessee Williams, spettacolo vincitore della sezione College che la Biennale Teatro di Venezia dedica agli under 30, firmato dal regista emiliano Leonardo Lidi e interpretato dall’attore Tindaro Granata (Premio Ubu 2016). Due gli spettacoli dedicati a una delle pagine di storia più buie del ‘900. Mauro AvogaEmma Dante
dro porta in scena Eichmann. Dove inizia la notte che, con riferimento al celebre lavoro della filosofa tedesca Hannah Arendt scritto durante il processo del gerarca nazista Adolf Eichmann, si interroga sul senso del male. Anche due maestri come Ferdinando Bruni e Elio De Capitani si misureranno con lo stesso periodo storico grazie a Diplomazia del drammatur-
go francese Cyril Gely che chiuderà la stagione a fine marzo. Un generale nazista incaricato da Hitler di radere al suolo Parigi e il diplomatico svedese che difende la città e le sue opere d’arte entrano in dialogo con coraggio, umanità e buon senso: come a volte accade, una storia che modifica la Storia. Altre Tendenze, la sezione della stagione dedicata alla Rocco Papaleo
trentinopanorama Ermanna Montanari
drammaturgia contemporanea, prenderà il via l’11 novembre con la comicità surreale di Alessandro Bergonzoni e continuerà con Oscar de Summa che rileggerà in chiave contemporanea il mito di Prometeo. Metteranno le mani sul sommo poeta invece Marco Martinelli con il Premio Ubu Ermanna Montanari: con Fedeli d’amore. Polittico in sette quadri per Dante Alighieri arrivano sul palco trentino gli ultimi momenti di vita del poeta, in esilio e in preda alla febbre malarica. Torna anche Anagoor, (Leone d’argento alla Biennale di Venezia 2017), con l’ultimo evocativo lavoro Mephistopheles. Eine Grand Tour
co-prodotto da Centrale Fies e al debutto lo scorso luglio a Napoli Teatro Festival: un viaggio nelle zone buie, dove nascono le sofferenze degli esseri umani, il loro rapporto con la natura, con il tempo, con l’infinito. Nel cartellone del teatro contemporaneo anche la produzione trentina, Jaques e il suo padrone, firmata dalla compagnia Emit Flesti e tratto dall’unica opera teatrale di Milan Kundera. Infine torna anche la regista siciliana Emma Dante, recentemente in concorso a Venezia con il suo ultimo film Le sorelle Macaluso, già a Trento nella sua versione teatrale. In programma in questa stagione il suo ultimo Misericordia: una complessa situazione familiare, nell’inferno del degrado sempre più ignorato. Interessante la scelta dei “Visionari Trentini”, i 33 Trentini che, in collaborazione con lo storico progetto di sviluppo del pubblico di Kilowatt Festival di Sansepolcro, diventano programmatori. Per la stagione di prosa la loro scelta è andata a Radio Ghetto_Voci libere, progetto teatrale che mette in scena l’esperienza di Radio Ghetto, radio della comunità di braccianti stranieri che vivono nelle campagne foggiane. Gli abbonamenti sono in vendita alle casse del Teatro Auditorium di Trento a partire da sabato 3 ottobre. ■
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trentinopanorama
di Fabio De Santi
È
quello di Teo Teocoli uno dei volti più amati del cabaret italiano il primo grande nome che viene proposto, dopo il periodo del lockdown, all’Auditorium S. Chiara di Trento. Il comico milanese porterà il suo spettacolo, inizialmente previsto per lo scorso aprile, “Tutto Teo”, domenica 4 ottobre, alle 21, nell’evento organizzato da Fiabamusic in collaborazione con il Centro S. Chiara. Teocoli presenterà il suo “one man show”, ricco di gag e trovate, per tre ore di spettacolo con il meglio del suo repertorio. Uno spettacolo di puro divertimento, dove, in una sorta di “lanx satura” Teocoli porta in scena il suo repertorio, senza una scaletta ma affidandosi alle emozioni e all’ispirazione del momento, in un “viaggio a ritroso” nella sua carriera di attore, cantante, ballerino, in una sola parola, di “show-
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TEO TEOCOLI IL COMICO MILANESE PORTERÀ IL SUO SPETTACOLO, INIZIALMENTE PREVISTO PER LO SCORSO APRILE, “TUTTO TEO”, DOMENICA 4 OTTOBRE man”. Gli appunti comici e l’effervescenza dei personaggi più conosciuti creati da Teocoli, e presentati in veri e propri “pamphlet” teatrali, restituiscono ogni sera al pubblico uno dei più amati fuoriclasse della comicità italiana. Un’occasione dunque per ritrovare o magari scoprire un artista che ha mosso i primi passi con la band de «I Quelli» (in seguito diventati la famosa «Premiata Forneria Marconi») per trovarsi poi immerso nella creatività del Derby Club di Milano, locale che ha formato molti comici italiani come Diego Abatantuono, Enzo Jannacci, Cochi e Renato e Claudio Bisio. Trasmissioni televisive lo vedono tra i protagonisti e gli permettono di vincere, nel 1999 e nel 2000, l’Oscar Tv come personaggio dell’anno. Nel terzo millennio Teo Teocoli si è dedicato soprattutto al teatro dove continua a portare le sue maschere più amate come l’irresistibile giornalista sportivo napoletano Felice Caccamo e l’improbabile c olonnello dell’aeronautica
Felice Caccamo, uno dei personaggi più amati di Teocoli
Eranio Stoppani con le sue bizzarre previsioni meteo. Tra le sue affermzioni più celebri: “Il mio mito è Adriano Celentano in assoluto. Mi avevano detto che gli assomigliavo e quindi mi specchiavo in lui”. Mentre sul personaggio che più ama interpretare ha raccontato: “Direi il giornalista sportivo napoletano Felice Caccamo diventato un must
TEOCOLI PORTA IN SCENA IL SUO REPERTORIO, SENZA UNA SCALETTA MA AFFIDANDOSI ALL’ISPIRAZIONE DEL MOMENTO
di Mai dire Gol. Anche Caccamo nasce dalla vita vissuta, dall’esperienza di due anni vissuti a Napoli con zii e parenti”. Teo Teocoli non ha mai nascosto la sua preoccupazione per un cabaret troppo legato al mondo della televisione: “La tv ha cambiato completamente, in peggio secondo me, la percezione del cabaret visto molto spesso come monologo mordi e fuggi. Ricordo Enzo Jannacci che fece diversi spettacoli fra cui “La tappezzeria” al quale ebbi la fortuna di partecipare insieme ad Abatantuono, Porcaro, Boldi, Faletti. Era una fucina di creatività e di scambio di idee ed era difficilissimo emergere visto il livello”. ■
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CAMPESTRINI: IL SACRO, IL TRAGICO E IL QUOTIDIANO
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l 23 ottobre alle ore 18 le sale di Palazzo Trentini a Trento si aprono per ospitare una mostra che colma un enorme e assurdo vuoto nel panorama artistico trentino
e non: una personale antologica dedicata ad Alcide
Davide Campestrini (Trento, 1863-1940). Con il titolo Il Sacro, il tragico e il quotidiano l’esposizione – e il corposo catalogo – delineano il percorso artistico ed umano tra i più notevoli della cultura artistica del nord Italia. La produzione artistica di Alcide Davide Campestrini è assimilabile al vecchio e ormai dimenticato “sussidiario” delle scuole elementari di un tempo: suddivisa rigorosamente e scrupolosamente per genere, opera dopo opera. Vi troviamo il ritratto, il paesaggio, il disegno e lo schizzo, la pittura storica e quella che si interessa della quotidianità e dell’intimità, compiendo incursioni nel
WALKING. MOVEMENTS NORTH OF BOLZANO
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useion apre la stagione autunnale con “WALKING. Movements North of Bolzano” la mostra sulla collezione privata di Erling Kagge, celebre esploratore norvegese (fino al 14 febbraio 2021), ma anche appassionato d’arte, autore di fama internazionale ed editore indipendente. Museion si è inserito in questa molteplicità di interessi e vocazioni, invitando Erling Kagge a curare una mostra sulle posizioni artistiche più significative, che lo hanno influenzato nel corso degli anni. Per l’occasione, Kagge ha selezionato oltre 60 opere di 30 artisti e artiste del Nord Europa (tra dipinti, disegni, fotografie e sculture) in un affascinante percorso da Oslo a Bolzano. La mostra presenta artiste e artisti raramente esposti nelle istituzioni italiane ed è quindi in linea con la missione di Museion, che intende ampliare con nuove prospettive lo sguardo sulla produzione artistica contemporanea. Questa affinità è espressa in mostra in una sezione dedicata all’opera dell’artista americano Raymond Pettibon (1957, Tucson, AZ), che unisce opere sia della collezione Kagge che di Museion. In questa speciale presentazione sono esposti, tra l’altro, i bozzetti preparatori realizzati dall’artista per un grande wall drawing “O.T. (I have writ’ nothing but surf)” in occasione della sua personale a Museion nel 2003.
vasto e affascinante mondo della mitologia per approdare al genere religioso e ad un’arte sociale della denuncia e della documentazione. Sfogliando le pagine di questo sussidiario che interessano “Una volta”, 1910
l’arco temporale di cinquant’anni si delinea
ad ogni presenzialismo ufficiale e accademico e refrattario ante litteram all’invadenza sfacciata e volgare o peggio ancora a un mecenatismo servile. Un comportamento questo assai comune tra gli artisti
un percorso stilistico che
del tempo, i quali affrontavano temi di impronta sociale
abbraccia i primi timidi
contemporaneamente a temi assai più consueti e tradizionali.
lavori accademici, i primi
Nato da una famiglia connotata, ante litteram, da profonde
disegni e schizzi eseguiti
idee patriottiche, esenti dalle posteriori serpeggianti mode
in maniera formalmente
irredentiste che solleticarono alcuni salotti borghesi trentini
esatta fino ad arrivare alla
a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, tese soltanto a
soglia di un’astrazione
rompere l’afosa monotonia e noia quotidiana, il Nostro
cromatica che soltanto
sceglie la fuga a Milano, dove potrà respirare un’aria culturale
oggi possiamo cogliere ed
assai diversa. Non bisogna dimenticare che il nonno
apprezzare appieno. Nel mezzo di quest’abbraccio protettivo
materno, Tommaso Dal Molin, era stato implicato nei moti
ma mai soffocante riscontriamo indagini e sollecitazioni
trentini del 1848 contro il governo austriaco; condannato
delle più svariate forme espressive, così ben delineate o
alla fucilazione, assieme ad altri venti imputati, era impazzito
suggerite dagli storici e dai critici – a dir il vero assai rari –
prima dell’esecuzione e, deportato nel manicomio di Hall, in
che si sono occupati di questo artista schivo che si sottrae
Tirolo, vi moriva poco dopo. Il padre Giovanni fu combattente
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trentinomostre garibaldino e viveva già esule in Italia. Alcide Davide fu cresciuto ed educato dal padrino, decoratore di stanze. E forse fu proprio lì, nelle ore del doposcuola trascorse ad aiutarlo, che il nostro fanciullo impara l’arte e i trucchi del formare il colore, di declinarne le sfumature, di inventarne le cromie. Nel 1881 lo troviamo a Milano, ad arrabattarsi con mille lavori nella speranza di un’iscrizione all’Accademia di Belle Arti di Brera. La presenza milanese viene confermata da una sottoscrizione attivata dal Circolo Trentino di Milano di 50 lire a favore del giovane pittore, sovvenzione decisa nella seduta del 18 ottobre 1885. Alcide Davide Campestrini è un errante della pittura, attraversatore di stili e di generi: storico, mitologico, natura morta, paesaggio, arte religiosa, ritratto, ecc., declinando la pittura e il disegno tra il neoimpressionismo e timidi accenni di figurazione “astratta”, non disdegnando le incursioni nel realismo e nella denuncia sociale. Ciò che gli permette questo entrare ed uscire dalle categorie artistiche è la competenza professionale, l’essersi impossessato dei molteplici saperi legati all’arte: ogni lavoro è sostenuto da una tecnica ineccepibile, come dimostra la sua carriera di artista prima, di insegnante poi. In un gioco di contrasti e dissolvenze fra mondo passato e moderno, Campestrini ci offre un’inedita visione di pittura, un dialogo intessuto di rimandi e corrispondenze fra epoche e stili, capace di coinvolgere l’anima e il corpo e non solo l’intelletto, aperta a una tradizione artigiana del “costruire” colori e forme, affinando tecnica e talento. Assai toccante il ricordo degli ultimi istanti di vita del pittore, narrati dalla moglie, Emma, ad Anselmo Bucci: sentendosi agli estremi, si fece portare sul letto la sua cassetta di colori. La ordinò tutta lentamente, la ordinò a poco a poco, guardando i tubi, i pennelli ad uno ad uno. E poi chiuse la cassetta. E chiuse la vita. Era il 9 gennaio del 1940. La mostra rimarrà aperta fino al 20 novembre. Catalogo a cura di Fiorenzo Degasperi e Warin Dusatti.
ARCO CASTELLO DI ARCO Apertura: fino a giovedì 31 dicembre. Dopo la chiusura causata dall’emergenza sanitaria, venerdì 29 maggio il castello di Arco riapre al pubblico, preparandosi a una stagione di eventi rimodulata e adeguata alle necessità di sicurezza ma, come sempre, di sicuro interesse. Info: 0464/510156, cultura@comune.arco.tn.it .
BESENELLO MANDY BARKER Apertura: fino a domenica 1 novembre. Castel Beseno. Mostra fotografica dedicata alla salvaguardia del pianeta. La mostra “Not in my planet”, una serie di opere fotografiche della pluripremiata fotografa Mandy Barker in un contesto di straordinaria suggestione monumentale e paesaggistica. Obiettivo, catturare l’attenzione e far riflettere su uno tra i principali problemi che affliggono i nostri giorni: l’inquinamento e l’incredibile abbondanza di rifiuti. 0464 820021, info@buonconsiglio.it.
BORGO VALSUGANA QUAYOLA - JARDINS D’ETÈ Apertura: fino a domenica 22 novembre. Malga Costa, Val di Sella. Installazione audio-video di Quayola (Roma, 1982). Informazioni: 0461 761029 - 0461 751251, 0461 761029 - 0461 751251, artesella@ yahoo.it, www.artesella.it.
CALDES REMBRANDT | 1606-1669 Apertura: fino a domenica 1 novembre. Castel Caldes. Nel castello della Val di Sole la mostra di stampe del grande artista olandese. Informazioni: 0461 233770 / 0463 901280, info@buonconsiglio.it.
CANALE DI TENNO NEBBIE Apertura: fino a domenica 15 novembre. Casa degli Artisti Giacomo Vittone. Nebbie. Al di là del fiume, tra i monti» è una mostra nata in occasione di Parma capitale italiana della cultura 2020 e dall’idea delle nebbie come elemento comune alle alte quote e alla pianura. Due i collettivi di artisti che espongono, in rappresentanza dei due luoghi: quello del Trentino-Alto Adige e quello padano. A cura di Roberta Bonazza in collaborazione con Manuela Bortolotti (Chaos Gallery Parma). Ingresso libero. Informazioni: 0464 502022, info@casartisti.it, www.casartisti.it.
CLES LE CINQUE CHIAVI GOTICHE E ALTRE MERAVIGLIE Apertura: fino a domenica 29 novembre. Palazzo Assessorile. Voluta fortemente dall’Amministrazione comunale di Cles e curata
da Lucia Barison, la mostra è una riflessione sul concetto di valorizzazione del patrimonio culturale della borgata attraverso, hic et nunc, la creazione di un percorso didascalico ed interattivo che evoca il concetto di “Museo Civico”, organizzato in aree tematiche che raccontano la storia, l’archeologia, l’arte e la cultura popolare del territorio con un’offerta che varia dai reperti archeologici, alle testimonianze di arte medievale, gotica, barocca, oggetti tradizionali e di artigianato locale. Info: 046 662091, cultura@comune.cles.tn.it.
IVANO FRACENA VELASCO VITALI, MONUMENTO ALLA RESISTENZA Apertura: fino a domenica 11 aprile 2021. Castel Ivano. Monumento alla resistenza è un progetto di Velasco Vitali (Bellano, 1960) ideato in collaborazione con Mart. L’artista ha previsto una nuova configurazione scultorea dei “branchi di cani”, a cui lavora dal 2003, per una doppia esposizione: nel Giardino delle sculture del Mart e a Castel Ivano. Informazioni: 0461 751251, www.artesella.it.
LAVIS GIARDINI RITROVATI Apertura: fino a martedì 8 dicembre. Giardino Bortolotti o dei Ciucioi. Spazi e caratteri delle architetture verdi in Trentino - Giardino Bortolotti detto dei Ciucioi. Un percorso alla scoperta dell’arte dei giardini in Trentino, nella scenografica cornice della sua più singolare espressione ottocentesca. Informazioni: 327 7660813, info@ ecoargentario.it, www.ecoargentario.it/giardinodeiciucioi.
LUSERNA LA STORIA DE L’ORS Apertura: fino a domenica 1 novembre. Museo Centro Documentazione Luserna. L’orso nella cultura popolare trentina. Dalle incisioni degli uomini primitivi passando per le raffigurazioni negli ex voto o nell’arte delle dimore storiche, ricordando proverbi, modi di dire, toponimi, leggende, cronaca e storia locale. Nei mesi di luglio e agosto saranno aperte anche la Casa museo “Haus von Prükk” e la Pinacoteca “R.M. Pedrazza”, In qualsiasi periodo visite guidate su prenotazione in italiano, cimbro e tedesco per gruppi.
MEZZANO UNA BOCCATA D’ARTE Apertura: fino a domenica 11 ottobre. Centro Civico. L’installazione di Luca Pozzi per Una boccata d’arte. Informazioni: 349.7397917, info@mezzanoromantica.it, www. mezzanoromantica.it.
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NAGO MANI D’ORO Apertura: fino a domenica 18 ottobre. Forte superiore. Mostra delle opere di: Costantina Bertamini con pittura su porcellana, Dario Mimiola con scultura in argilla, Enzo Vezzani con intarsio ligneo. Opere delicate prodotte con pazienza, gusto e amore che possono gratificare l’occhio e lo spirito. Informazioni: www.comune.nago-torbole.tn.it.
PERGINE SUPERCINEMA (EX IMPERO) Apertura: fino a domenica 11 ottobre. Teatro Comunale. Storia di una sala cinematografica, 19381981. Dove sarà realizzata la nuova biblioteca comunale di Pergine Valsugana, un tempo c’era una sala cinematografica - il Cinema Impero, poi Supercinema - gestita tra dalla famiglia Andreatta tra il 1938 e il 1981. Un arco temporale lungo in cui le storie che passano sul grande schermo si intrecciano ai cambiamenti della Storia, del territorio e del mezzo cinematografico. Informazioni: 0461 090615 info@teatrodipergine.it, www.teatrodipergine.it.
PERGINE VALSUGANA VIANDANTI - L. ANVIDALFARE Apertura: fino al 31 ottobre. Castel Pergine. Una importante mostra di scultura, la 27a nella storia dell’arte in Castello: protagonista 2020 lo scultore sudtirolese Lois Anvidalfarei, di fama internazionale. Il titolo di questo grande progetto espositivo è “Viandanti”, perché le statue in bronzo e i gruppi scultorei sono figure viandanti che ostentano l’uomo in cammino sulla terra, popolando le aree tra le due cinte murarie e alcuni suggestivi spazi interni. Informazioni: 0461 531158, www.castelpergine.it.
PIEVE TESINO PERCORSO ESPOSITIVO Apertura: fino a venerdì 30 aprile 2021. I percorsi espositivi di Museo Casa De Gasperi e del Museo Per Via. A Pieve Tesino è aperto an-
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che il Giardino d’Europa De Gasperi. Informazioni: tel. 0461.314247, 366.6341678, museo.fdg@degasperitn.it. Sito web: www.degasperitn.it/it/museo-de-gasperi.
PREDAZZO GHIACCIAI Apertura: fino a sabato 12 giugno 2021. Museo Geologico delle Dolomiti. Istantanee fotografiche raccontano il mondo dei ghiacciai in tutte le sue sfaccettature: dalle dinamiche naturali che lo mantengono in equilibrio alle attività scientifiche che permettono di monitorare il suo stato di salute; dalle avventurose esplorazioni tra i ghiacci, ai miti legati ai luoghi più inospitali dell’ambiente montano. Informazioni: https:// www.muse.it.
RIVA DEL GARDA IL SACRO E IL QUOTIDIANO. IL VILLAGGIO TARDOANTICO A SAN MARTINO AI CAMPI Apertura: fino a domenica 1 novembre 2020. MAG Museo Alto Garda. In posizione strategica lungo quelle che in antichità erano importanti vie di comunicazione, frequentato fin dalla protostoria, il sito di San Martino ai Campi è caratterizzato da significative strutture di età romana e medievale. Per celebrare i 50 anni dalla scoperta del sito avvenuta nel 1969, reperti e strutture di questo villaggio sono stati ricomposti in una narrazione del quotidiano che si scoprirà in frequente dialogo con il sacro. Informazioni: 0464 573869, info@ museoaltogarda.it. CATTURARE L’INVISIBILE. Apertura: da venerdì 3 luglio a domenica 8 novembre. Mag, Museo Alto Garda. Esposizione a cura di Anna Bedon (Università IUAV, Venezia), Matteo Rapanà (MAG). In collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Culturali della Provincia Autonoma di Trento. Inaugurazione venerdì 3 luglio alle ore 19. www.museoaltogarda.it. SENTIMENTAL LANDSCAPE. Apertura: fino a domenica 8 novembre. Mag, Museo Alto Garda.
In parallelo alla mostra temporanea “Il viaggio in Italia di Goethe. Omaggio a un paese che non è mai esistito” al Ferdinandeum di Innsbruck i Tiroler Landesmuseen presentano una selezione di opere dalle loro collezioni inserendosi in una riflessione sul paesaggio avviata dal MAG negli ultimi anni e aprendosi al confronto con le opere di artisti italiani contemporanei. 0464 573869, 0464 573869, info@ museoaltogarda.it, http://www. museoaltogarda.it. NON SOLO ORO Apertura: da venerdì 18 settembre a domenica 4 ottobre. Galleria Craffonara. Mostra personale di Mario Colombelli. Orari 10 - 12 e 15.00 - 19.00 tutti i giorni. Informazioni: www.amicidellarteriva. it, telefono 331.1506246 .
ROVERÉ DELLA LUNA MEMORIA TRIDIMENSIONALE Apertura: da sabato 3 a sabato 24 ottobre. Kunst Grenzen, Via Villotta 7/A. Memoria tridimensionale, per i 70 anni e 53 di attivita creativa presso il nuovo spazio Galleria Kunst Grenzen a Rovere della Luna -Tn, antologica flash di sculture e installazioni, 50 opere, testo di presentazione di Roberta Fiorini. Orario dal martedi al sabato 15 -19. Inaugurazione 3 ottobre alle ore 18.30.
ROVERETO G. DULEY PER EMERGENCY Apertura: fino a domenica 1 novembre. Museo Storico Italiano della Guerra. Una mostra curata da EMERGENCY e ospitata dal Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto, in collaborazione con il Gruppo EMERGENCY Trento. Nel febbraio 2017 il fotografo inglese Giles Duley ha visitato l’ospedale di EMERGENCY a Erbil per mostrare al mondo cosa è successo a Mosul. ‘Iraq: una ferita aperta’ racconta la guerra vista da vicino, con gli occhi di chi la vive, attraverso quelli di chi la documenta. Informazioni: www. museodellaguerra.it. L’INVENZIONE DEL MODERNO E L’IRRUZIONE DEL CONTEMPORANEO Apertura: fino a lunedì 31 maggio 2021. Mart - Corso Bettini. Con “Le Collezioni” il Mart attraversa oltre 150 anni di storia dell’arte italiana e internazionale. In un allestimento fortemente coerente con l’architettura di Mario Botta, vengono presentati i maggiori capolavori delle raccolte museali. Il Mart si conferma una grande macchina didattica i cui punti di forza sono il dialogo con il grande pubblico e la qualità della proposta culturale. Informazioni sulla modalità di visita nel sito mart.tn.it . CARLO BENVENUTO Apertura: da sabato 27 giugno a domenica 18 ottobre. Mart. La per-
sonale che il Mart dedica a Carlo Benvenuto (Stresa, 1966) presenta una selezione di circa sessanta lavori realizzati dagli anni Novanta ad oggi: opere fotografiche, sculture e dipinti creano un unico grande componimento metafisico. Da un’idea di Vittorio Sgarbi. A cura di Gianfranco Maraniello con Daniela Ferrari, Chiara Ianeselli. Ingresso libero. www.mart.tn.it. CIRCLED Apertura: fino a domenica 1 novembre. Mart. Marco Lodola (Dorno, 1955) porta al Mart una monumentale scenografia luminosa: ballerini, animali mitologici e altre sfavillanti figure alte sino a tre metri circondano la fontana nella piazza che dà accesso al museo. Informazioni: 0464 438887 800 397760, info@mart.trento.it. A. SOFFICI - INCONTRO DI DANTE E BEATRICE Apertura: fino a domenica 22 novembre. Mart, Corso Bettini. In apertura delle celebrazioni per il 700° anniversario della morte di Dante Alighieri (1321-2021), il Mart rende omaggio al Sommo Poeta ospitando il dipinto di Ardengo Soffici Incontro di Dante e Beatrice (1906), proveniente da Casa Raphael - Palace Hotel di Roncegno Terme. Informazioni: http://www.mart.trento.it. AFTER MONET - IL PITTORIALISMO NELLE COLLEZIONI DEL MART Apertura: fino a domenica 22 novembre. Mart, Corso Bettini. A cura di Denis Isaia. In continuità con l’esposizione permanente dedicata alle Collezioni, After Monet presenta una selezione di opere fotografiche appartenenti al patrimonio del Mart. Il Focus illustra un tema centrale nella storia dell’arte moderna e contemporanea: il rapporto dialettico tra la fotografia e la pittura. Informazioni: http://www. mart.trento.it. OMAGGIO A C. G. FERRARI Apertura: fino a domenica 22 novembre. Mart, Corso Bettini. A cura di Daniela Ferrari con Francesca Velardita. A dieci anni dalla scomparsa, il Mart dedica un approfondimento a Claudia Gian Ferrari (1945-2010), storica e gallerista che è stata una figura di riferimento per la valorizzazione dell’arte italiana del XX secolo. Informazioni: http://www.mart.trento.it. CARAVAGGIO. IL CONTEMPORANEO Apertura: da venerdì 9 ottobre a venerdì 4 dicembre. Mart. Da un’idea di Vittorio Sgarbi: Il Seppellimento di Santa Luisa sarà al Mart. La monumentale tela conservata a Siracusa sarà esposta in una grande mostra a Rovereto. Info: www.mart.trento.it.
NUOVA MOSTRA
“LOCKOUT“
L‘ARTE ED IL LOCKDOWN AL FORTE Rainer Josef. Ant Cinema, 2020
(C) flysuedtirol
Senoner Peter. Social Solo I, 2020
A cura della concessionaria pubblicitaria: Media Alpi Pubblicità S.r.l.
Bornefeld Julia. FIGLIO, 2020
Zingerle Andreas. Belastungsprobe, 2019
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ieci settimane di lockdown. E l’arte? Dov’era? In che modo si può continuare a farla? Quasi 50 artiste ed artisti rispondono a questa domanda nell’ambito della nuova mostra “Lockout“ del Nuova mostra “Lockout“: l‘arte ed il lockdown Dieci settimane di lockdown. E l’arte? Dov’era? In che modo si può continuare a farla? Quasi 50 artiste ed artisti rispondono a questa domanda nell’ambito della nuova mostra “Lockout“ del curatore Heinrich Schwazer. Fino all‘8 novembre al Forte di Fortezza. I cambiamenti, che abbiamo vissuto negli ultimi mesi, sono stati travolgenti. All’improvviso, il nostro precedente stile di vita ha subito diversi cambiamenti. L’isolamento ci ha strappato dalla nostra vita quotidiana e ci ha catapultato in una nuova realtà: Distanza, controllo e paura erano parole chiave onnipresenti, quasi impossibile risultava dare risposte alle domande sul perché, sul come e su una via d’uscita da questa situazione spaventosa. La solidarietà, la libertà e la speranza, tuttavia, sono state risvegliate dopo lo shock iniziale. Di cosa abbiamo veramente bisogno per vivere? Cosa possiamo imparare da questa situazione? E in quale direzione il nostro mondo può e deve svilupparsi? Sono domande a cui bisogna dare risposta. E l’arte? Dov’era? In che modo si può continuare a farla? Inevitabilmente, la pandemia ha colpito anche il mondo dell’arte. Anch’essa ha vissuto l’irruzione, è diventata invisibile e ha vissuto dietro porte chiuse. La personalissima prospettiva sul lockdown di quasi 50 artiste ed artisti ed in generale il tema del cambio di prospettiva sono i protagonisti della nuova mostra temporanea “Lockout” al Forte di Fortezza: Non si tratta di una mostra curata in senso stretto, ma piuttosto di una collezione di pensieri personali e sentimenti delle artiste e degli artisti nel periodo della pandemia ed una riflessione sulla crisi e le sue possibili conseguenze. Non tutte le opere esposte sono state realizzate nella primavera di quest’anno, ma tutte trattano del cambio di prospettiva o di particolarità di questo periodo. La scultura di Lois Anvidalfarei ad esempio parla dell’essere intrappolati in una situazione rigida e stretta, da cui deriva una sensazione d’immobilismo e di crampo; Peter Senoner mostra una piccola figura chiusa in un vetro, la cui testa è anch’essa racchiusa in una palla ambrata; Julia Bornefeld in Aprile ha disegnato l’opera “FIGLIO”, un ritratto di suo figlio, costretto a passare il suo compleanno lontano da casa. Le conseguenze, che l’isolamento ma anche il cambiamento climatico hanno sulla natura, è invece il tema dell’installazione “Primavera Covid” di Kulbaka Sebastian. La mostra è nata da un’indagine del curatore e giornalista culturale, Heinrich Schwazer, apparsa sul quotidiano Die Neue Südtiroler Tageszeitung durante e dopo il lockdown. È visitabile al Forte di Fortezza fino all’8 novembre. Forte di Fortezza Fortezza - via del Brennero t. 0472 057218 www.fortezza.info
trentinomostre SABBIONARA D’AVIO
LA PITTURA RUPESTRE DI LIBERIO FURLINI A LAVIS, IN TRE DIVERSI E SUGGESTIVI LUOGHI, FINO AL 31 OTTOBRE
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l titolo completo della mostra è chilometrico: “Un Universo di Arte senza tempo. Le pitture rupestri e i graffiti di tutto il Mondo. L’Uomo da sempre ha lasciato un Segno del proprio Passaggio”. Le opere sono 220, poste su lastre di porfido e granito, esposte in tre località in contemporanea: Palazzo de Maffei, Giardino Bortolotti “Ciucioi” e Rifugio antiaereo, tutti a Lavis. L’autore è l’artista Liberio Furlini, nato a Riva del Garda nel 1950, durante gli studi magistrali ebbe il privilegio di essere allievo del prof. Luigi Senesi, che gli fece apprezzare l’arte in tutte le sue sfaccettature. Usa tecniche pittoriche varie: ad olio, pigmenti (terre – ossidi), tempera all’uovo, su sottofondi a base di sabbia, calce e polvere di marmo o stucchi di calce. Ma di cosa tratta la mostra? Leggiamolo nella presentazione di Aldo Pasquali: “L’Arte rupestre è senza tempo, sia quella pittorica che graffita, essa è l’espressione di un “disegno preparatorio” sviluppatosi attraverso i millenni, nel lento percorso dell’intera umanità. In tutti i popoli l’Arte come tale ha sempre occupato una posizione rilevante. La facilità di esecuzione del tema prescelto ha fatto sì che il disegno sia l’espressione cultura più comune di tutto il genere umano. L’Arte senza tempo può essere sia figurativa che astratta. E da parte nostra quella del Paleolitico superiore europeo è ineguagliabile. Le tecniche pittoriche senza tempo sono molteplici e si differenziano per i materiali, per gli strumenti usati e per le superfici sulle quali furono eseguite le pitture. Così è anche per l’Arte graffita che consiste nell’incidere la roccia, usando sia altre pietre o arnesi metallici, lasciando sulla superficie rocciosa dei segni incancellabili. L’Arte iniziò nel Paleolitico sia quella pittorica che quella graffita, ed ora in modo assai diverso è presente in tutti i continenti”. La mostra sarà visitabile giovedì e venerdì (ore 15-18) e sabato e domenica (ore 10-12/14-18). Info: 337.395242.
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CASTELLO DI AVIO Apertura: fino a giovedì 31 dicembre. Castello di Avio. Da mercoledì a domenica, dalle ore 10 alle 18, sarà possibile prenotare la propria visita libera o guidata al maniero e ai raffinati e vivaci cicli di affreschi trecenteschi, che si possono ammirare nella Camera dell’Amore e nel Mastio e che regalano un autentico spaccato della vita cavalleresca dell’epoca contrapposto al trionfo dell’amor cortese. La prenotazione online è obbligatoria; per effettuarla accedere al sito www.ibenidelfai.it.
STENICO #PROUDTOSHARE - LA NOSTRA BIOSFERA, IL NOSTRO FUTURO Apertura: da mercoledì 1 luglio a venerdì 30 ottobre. Castel Stenico. Proseguono le mostre dedicate alla salvaguardia dell’ambiente in particolare la mostra dedicata alla Riserva di Biosfera “Alpi Ledrensi e Judicaria”. www.buonconsiglio.it.
TELVE DI SOPRA DONNE E MONTAGNA: DI IERI E OGGI Apertura: fino a sabato 31 ottobre. Loc. Fratte. Ecomuseo del Lagorai. Ritratti al femminile raccontano storie di donne che, con forza, caparbietà, sorrisi, gesti di cura, hanno abitato e abitano le nostre montagne. La mostra fotografica, realizzata dall’Associazione Ecomuseo del Lagorai, rappresenta il mondo femminile nell’incontro con la montagna: come le donne interpretano e vivono nel tempo il loro rapporto con il territorio montano, con quel mondo alpino che le ha viste nascere, crescere, realizzarsi. Raffigurazioni al femminile che tingono di rosa il paesaggio montano che ci circonda. informazioni: www.ecomuseolagorai.eu.
TRENTO Fiere FA LA COSA GIUSTA! Dal 23 al 25 ottobre. Trento Expo, Via Briamasco, 2. Fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili. XVI edizione: tutta all’aperto, covid-free. Orario: Ven ore 14.30 - 18.30 / Sab e Dom ore 9.00 - 19.00. Informazioni: www. trentinoarcobaleno.it . CHIARA LUBICH CITTÀ MONDO Apertura: fino a lunedì 7 dicembre. Fondazione Museo storico del Trentino. Le Gallerie di Piedicastello. In parallelo all’esposizione presso le Gallerie, la mostra trova spazio ulteriore nelle sale di Palazzo Scopoli, a Tonadico, nel comune di Primiero San Martino di Castrozza (Tn). Un luogo dal valore altamente simbolico, dove nell’estate del ‘49 Chiara, trascor-
rendo un periodo di riposo con le sue compagne nelle valli trentine, riceve un insieme di illuminazioni sul carisma dell’unità e sul futuro del Movimento. Informazioni: 0461 230482, 0461 230482, info@ museostorico.it. CIÒ CHE VEDO. NUOVA FIGURAZIONE IN ITALIA Apertura: fino a domenica 1 novembre. Galleria Civica Trento. A cura di Alfredo Cramerotti e Margherita de Pilati. Forti di una profonda conoscenza tecnica, molti artisti contemporanei si dedicano alla pittura rappresentando la realtà che li circonda nel modo più fedele possibile. Attraverso una selezione di quattordici autori, l’esposizione della Galleria Civica presenta alcune tra le esperienze più significative della figurazione italiana. Informazioni: http://www. mart.trento.it/ciochevedo. A COLPI DI MATITA. LA GRANDE GUERRA NELLA CARICATURA Apertura: fino a giovedì 20 maggio 2021. Percorso virtuale. Dal 20 maggio 2020 i contenuti della mostra rivivono in un percorso virtuale: una proposta intimamente diversa rispetto alla mostra “tradizionale”, poiché le potenzialità offerte dal mezzo informatico hanno permesso di attivare letture trasversali e una visione più dettagliata delle immagini. http:// www.museostorico.it. MANIMALI/HANDIMALS Apertura: da venerdì 19 giugno a domenica 11 ottobre. Muse Museo delle Scienze. Quadri a olio e grandi foto fine art. Quadri a olio e grandi foto fine art, i cui soggetti sono animali dipinti sulle mani dall’artista e body painter Guido Daniele. Informazioni e prevendite: 0461 270311, museinfo@muse.it, www.muse.it. UFFIZI IN PASSEIER Apertura: fino a domenica 1 novembre. Fondazione museo storico del Trentino, gallerie Piedicastello. Chi protegge l’arte in guerra? Mostra curata e prodotta dal Museo Passiria e riallestita presso Le Gallerie nell’ambito del programma di collaborazione istituzionale tra i due Musei. Un interessante percorso, visitabile fino al 1° novembre 2020, che racconta la vicenda delle importanti opere d’arte fiorentine custodite in un deposito in Alto Adige durante la seconda guerra mondiale. Informazioni: 0461 230482, info@ museostorico.it. FEDE GALIZIA (1587 - 1630) Apertura: da venerdì 3 luglio a domenica 25 ottobre. Castello del Buonconsiglio. Non sono molte le donne pittrici che hanno lasciato un segno nella storia dell’arte ma tra la metà del Cinquecento e la metà del Seicento alcune raggiunsero fama e successo. Tra queste Fede Galizia a cui il Castello dedica una mostra. Orario: 10.00-18.00.
trentinomostre Lunedì chiuso. Aperture straordinarie: tutti i lunedì dal 13 luglio al 7 settembre 2020. | Info: 0461 233770, www.buonconsiglio.it. PASO DOBLE Apertura: fino a venerdì 2 ottobre. Palazzo Trentini. Esposizione di matteo Boato e Luigi Tamanini. Ingresso libero. Info: www.matteoboato.net, 0461 213111, segreteria@consiglio.provincia.tn.it. . OPERE SCELTE DI A. PANCHERI Apertura: fino a giovedì 8 ottobre. Grand Hotel Trento. In questa esposizione, dato lo spazio di buone dimensioni del Grand Hotel Trento, si trova quasi il riassunto di un percorso artistico che partendo dagli anni ‘50 arriva fino ad oggi. Le opere esposte sono quindi quelle che meglio rappresentano questi settant’anni di diverse ricerche tecniche ed espressive. ONDA DE AMOR Apertura: da sabato 19 settembre a sabato 3 ottobre. Palazzo Thun, all’aperto nel cortile. Riaprire il cuore e le finestre dell’anima, respirare un’aria nuova, non inquinata di odio e d’intolleranza, abbattere i muri parlando d’amore - da queste premesse prende ispirazione l’artista brasiliana Cassia Raad, che torna in Sala Thun con la mostra dal titolo “Onda de Amor”, a cura di Maurizio Scudiero. Informazioni: 0461 884984, www.comune.trento.it. ATTRAVERSO LE ALPI Apertura: da sabato 19 settembre a domenica 4 ottobre. Gallerie di Piedicastello. Orario di apertura martedì - domenica 10/18. Un racconto fotografico delle trasformazioni del paesaggio alpino. Un progetto di Architetti Arco Alpino con Urban Reports. Info: Ferdinando Crespi Ufficio Stampa Architetti Arco Alpino, ferdinando@ crespius.com. NADIA BALDO Apertura: da giovedì 24 settembre a sabato 10 ottobre. Palazzo Roccabruna. Prima mostra collettiva, fotografi professionisti trentini. E’ organizzata dallo storico negozio “Alla Rotonda” con il patrocinio del Consorzio Trento Iniziative. www. fotonadiabaldo.it. SGUARDI SULLA MONTAGNA. VERSO I 150 ANNI DEL SAT (1872-2022) Apertura: da venerdì 25 settembre 2020 a domenica 7 febbraio 2021. Gallerie Piedicastello. La mostra - promossa dalla Fondazione Museo storico del Trentino con la Società degli alpinisti trentini - è pensata come momento introduttivo alle celebrazioni per il 150° anniversario di fondazione della SAT (1872-2022) e intende raccontare come è stata percepita la montagna in Trentino dalla seconda metà dell’800 ai giorni nostri. www.museostorico.it. RISVEGLI Apertura: da giovedì 1 ottobre a lunedì 9 novembre. Museo Dio-
cesano Trentino. Giovedì 1 ottobre alle ore 17.30 aprirà nelle sale del piano terra del Museo Diocesano Tridentino la mostra Risvegli del fotoreporter Stefano Schirato, un racconto fotografico e giornalistico intenso e di stringente attualità. Risvegli è infatti è la narrazione visiva di un gruppo di sopravvissuti al Covid-19, curati nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Santo Spirito di Pescara, quando l’Italia era dentro l’incubo della pandemia. Le oltre 30 fotografie in mostra sono accompagnate dagli audio delle interviste raccolte da Jenny Pacini, che ha registrato le loro voci affaticate, roche, forti. Info: www.museodiocesanotridentino.it. CARLO ANDREANI. IL MISTERO DEL SEGNO. Apertura: da giovedì 1 a giovedì 15 ottobre. Hortus Artieri, Vicolo dei Birri, 7. Per l’arte trentina Carlo Andreani poteva essere un maestro inteso nel senso medioevale del termine, guardiano e consigliere del tempio spirituale, colui che possedeva le chiavi per aprire il cuore al mondo e portarvi dentro il mondo. Mauro Cappelletti e l’associazione Hortus Artieri hanno pensato di allestire presso la loro sede una esaustiva esposizione di suoi disegni. Orari: giovedì, venerdì, sabato 10.30-12.30, giovedì e venerdì 17-19 solo su appuntamento, tel. 333 9368666. AL SOLE MISURO I PASSI Apertura: da venerdì 2 ottobre a sabato 28 novembre. Paolo Maria Deanesi Gallery. Esposizione di Michele Parisi. Inaugurazione venerdì 2 ottobre 2020, ore 16/20. . FIL ROUGE Apertura: da lunedì 12 a venerdì 30 ottobre. Spazio Foyer. Mostra di stampe digitali. Inaugurazione lunedì 12 ottobre ore 18. E durante la mostra... Reading “La scimmia” di Maura Pettorruso. Intervento di Barbara Poggio, prorettrice alle Politiche di Equità e Diversità dell’Università di Trento. Installazione con giornali dal titolo “Quotidianità”. Informazioni: spaziofoyer@gmail. com - Tel. 3387924402. IL SACRO, IL TRAGICO E IL QUOTIDIANO Apertura: da venerdì 23 ottobre a venerdì 20 novembre. Palazzo Trentini. Le porte del palazzo si aprono per ospitare una mostra che colma un enorme e assurdo vuoto nel panorama artistico trentino e non: una personale antologica dedicata ad Alcide Davide Campestrini (Trento, 1863-1940). L’esposizione - e il corposo catalogo - delineano il percorso artistico ed umano tra i più notevoli della cultura artistica del nord Italia. Catalogo a cura di Fiorenzo Degasperi e Warin Dusatti. Informazioni: 0461 213111, www.consiglio.provincia.tn.it.
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tmottobre
trentinoappuntamenti 1 GIOVEDÌ
RIAPRONO I TEATRI, RITORNA LA CULTURA
È
quello di Teo
Teocoli uno dei volti più
amati del cabaret italiano il primo grande nome che viene proposto, dopo il periodo del lockdown,
all’Auditorium S. Chiara di Trento. Il comico milanese porterà il suo spettacolo, inizialmente previsto per lo scorso aprile, “Tutto Teo”, domenica 4 ottobre, alle 21. William Shakespeare, Jane Austen, Jorge Luis Borges, Bertolt Brecht, Dante Alighieri, Giovanni Boccaccio, Carlo Goldoni: sono i grandi nomi della letteratura classica a tessere la tela della stagione di prosa del Centro Servizi Culturali Santa Chiara, che riaprirà il sipario il prossimo novembre. Il via, in calendario per il 5 novembre al Teatro Sociale di Trento, è affidato a due nomi storici del teatro italiano:
Paola Gassman e Ugo Pagliai, che
interpretano dei maturi Romeo e Giulietta nell’irriverente riscrittura della tragedia shakespeariana firmata Babilonia Teatri. Emanuele Masi, consulente per la danza del S. Chiara dal 2018, che abbiamo apprezzato per la “grande” e variegata danza proposta, per il coinvolgimento anche di realtà musicali territoriali oltre che per momenti di approfondimento interessanti a fine spettacolo, passerà il testimone, per la seconda parte della stagione a partire dal 2021, al coreografo e regista Renato Zanella. Nei principali teatri regionali saranno cinque gli spettacoli proposti da Masi. Si inizierà con una coproduzione e prima assoluta il 21 ottobre al teatro Sociale di Trento, dove in scena avremo la MM
Contemporary Dance Company, la compagnia di danza contemporanea con sede a Reggio Emilia, fondata e diretta dal 1999 dal coreografo Michele Merola.
Paola Gassmann
Cultura NUVOLETTE. INCHIOSTRO E LINFA Rovereto. Centro storico. Sonorizzazioni / disegno / performance / animazioni. Nuvolette è una quattro giorni dedicata al mondo dell’illustrazione, del racconto per immagini e del fumetto. Saranno oltre trenta gli artisti che nel centro storico di Rovereto nelle giornate di giovedì 1, venerdì 2 sabato 3 e domenica 4 ottobre si cimenteranno, in sonorizzazioni, live performance di disegno e animazioni. Informazioni: https:// trento.impacthub.net. Cultura FESTIVAL DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE Trento. Muse. Sostenibilità. È ora di agire. Dal 22 settembre all’8 ottobre 2020 in tutta Italia si tiene la quarta edizione del Festival ASviS, l’Alleanza Nazionale per lo sviluppo sostenibile.Anche il MUSE partecipa al Festival con attività online e nel giardino del museo. Inoltre, sul profilo Instagram MUSE, verrà lanciata l’iniziativa “Si può fare! La sostenibilità in pratica”: ogni giorno un breve video presenterà realtà di vario tipo che concorrono al raggiungimento della sostenibilità. Programma completo su www.muse.it. Cultura CEVITASUPERGINE Pergine Valsugana. Ore 18. Partenza dal teatro Comunale. Un percorso artistico nel centro cittadino di Pergine. La musica, le visioni, i colori e le parole dell’immaginazione si srotolano in uno stravagante serpentone di personaggi che abitano le strade e i cortili della città. Gli incontri si avverano in un istante, le storie sono fugaci e si raccontano con uno scambio di sguardi. La poesia è a portata di mano, per chi ha voglia di coglierla all’angolo della strada. A seguire concerto con Rinko Star, di e con Nicola Sordo. Eventi all’interno della giornata “Conferenza stampa e...molto altro”. Programma completo su: www.teatrodipergine.it. Cultura RASSEGNA INTERNAZIONALE DEL CINEMA ARCHEOLOGICO Rovereto. Il patrimonio culturale al cinema. La Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico, organizzata a Rovereto dalla Fondazione Museo Civico, sposta l’archeologia dalle sale dei musei e dai siti lontani proponendola al grande pubblico attraverso nuovissimi film, allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui grandi temi della salvaguardia e della valorizzazione del patrimonio mondiale. L’edizione 2020 non poteva che essere speciale, fuori dalla tradizione, dal titolo “L’Italia
si racconta. Il patrimonio culturale al cinema”. Programma completo su: www.rassegnacinemaarcheologico.it. Teatro ESCAPE THEATER - L’ENIGMA DEL TRIANGOLO Villazzano. ore 17.00. Teatro. Un gioco di squadra da fare con gli amici. Che misteri nasconde il Teatro di Villazzano? Quali enigmi si celano dentro le sue mura? Quante sfide dovrete affrontare per uscire? Ma attenti, il triangolo vi guarda! Chiusi dentro il teatro, un’ora di tempo per uscire risolvendo misteri ed enigmi che troverete sulla vostra strada. Un gioco di squadra da fare con gli amici, cercando di non rimanere bloccati all’interno della struttura usando solamente il vostro intuito, le vostre conoscenze, le vostre capacità. Gruppi da 4 a 6 giocatori. Prenotazione obbligatoria. Info: 0461913706, info@teatrodivillazzano.it, www.teatrodivillazzano.it. Teatro ESCAPE ROOM Villazzano. ore 14.00. Teatro. La passione per le «Escape room» è ormai un dato di fatto. L’idea di TeatroE è stata quella di sfruttare il Teatro di Villazzano per crearne una a tema da vivere negli spazi interni. I veri attori dell’Escape theater sono i singoli gruppi di partecipanti (da 4 a 6 persone) che potranno partecipare fino all’11 ottobre in fasce d’orario prefissate ogni due ore partendo dalle 14.00. La mattina sarà dedicata alle imprese, con la possibilità di un’esperienza di team building da fare tra colleghi. www.teatrodivillazzano.it.
2 VENERDÌ Cultura NUVOLETTE. INCHIOSTRO E LINFA Rovereto. Centro storico. Sonorizzazioni / disegno / performance / animazioni. Nuvolette è una quattro giorni dedicata al mondo dell’illustrazione, del racconto per immagini e del fumetto. Saranno oltre trenta gli artisti che nel centro storico di Rovereto nelle giornate di giovedì 1, venerdì 2 sabato 3 e domenica 4 ottobre si cimenteranno, in sonorizzazioni, live performance di disegno e animazioni. Informazioni: https:// trento.impacthub.net. Cultura FESTIVAL DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE Trento. Muse. Sostenibilità. È ora di agire. Dal 22 settembre all’8 ottobre 2020 in tutta Italia si tiene la quarta edizione del Festival ASviS, l’Alleanza Nazionale per lo sviluppo sostenibile.Anche il MUSE partecipa al Festival con attività online e nel giardino del museo. Inoltre, sul profilo Instagram MUSE, verrà lanciata l’iniziativa “Si può fare! La sostenibilità in pratica”: ogni gior-
trentinoappuntamenti no un breve video presenterà realtà di vario tipo che concorrono al raggiungimento della sostenibilità. Programma completo su www.muse.it. Cultura IKONE Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro. Musica e libretto di Nicola Segatta. Cinque dipinti in musica, dal Vangelo di Matteo e di Giovanni, in greco ed ebraico. Parole che hanno attraversato i secoli come un raggio di luce, cantate nella lingua in cui furono scritte, raccontate nella lingua di oggi. Un’opera alla ricerca del sacro. Proiezione cinematografica e presentazione del CD-DVD libretto dell’opera e del suo lancio internazionale. www.teatrodipergine.it. Cultura VALLAGARINA EXPERIENCE FESTIVAL Rovereto. Centro Sportivo Baldresca. La promozione del territorio attraverso sport e gusto. Seconda edizione dell’evento dedicato a sportivi, appassionati di outdoor e a chiunque sia alla ricerca del benessere e abbia voglia di esplorare un angolo del Trentino ancora incontaminato. Il programma dettagliato: www.trentinoarenaexperience.it. Cultura RASSEGNA INTERNAZIONALE DEL CINEMA ARCHEOLOGICO Rovereto. Il patrimonio culturale al cinema. La Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico, organizzata a Rovereto dalla Fondazione Museo Civico, sposta l’archeologia dalle sale dei musei e dai siti lontani proponendola al grande pubblico attraverso nuovissimi film, allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui grandi temi della salvaguardia e della valorizzazione del patrimonio mondiale. L’edizione 2020 non poteva che essere speciale, fuori dalla tradizione, dal titolo “L’Italia si racconta. Il patrimonio culturale al cinema”. Programma completo su: www.rassegnacinemaarcheologico.it. Teatro CEVITASUCASTELLOTESINO Castello Tesino. Ore 16. Spettacolo itinerante con il collettivo “Il Parco Verticale” . Sketch teatrali per tutti a Castello Tesino. Per maggiori informazioni: Biblioteca di Castello Tesino | 0461 593232. Teatro ESCAPE ROOM Villazzano. ore 14.00. Teatro. La passione per le «Escape room» è ormai un dato di fatto. L’idea di TeatroE è stata quella di sfruttare il Teatro di Villazzano per crearne una a tema da vivere negli spazi interni. I veri attori dell’Escape theater sono i singoli gruppi di partecipanti (da 4 a 6 persone) che potranno
partecipare fino all’11 ottobre in fasce d’orario prefissate ogni due ore partendo dalle 14.00. La mattina sarà dedicata alle imprese, con la possibilità di un’esperienza di team building da fare tra colleghi. www.teatrodivillazzano.it.
3 SABATO Cultura NUVOLETTE. INCHIOSTRO E LINFA Rovereto. Centro storico. Sonorizzazioni / disegno / performance / animazioni. Nuvolette è una quattro giorni dedicata al mondo dell’illustrazione, del racconto per immagini e del fumetto. Saranno oltre trenta gli artisti che nel centro storico di Rovereto nelle giornate di giovedì 1, venerdì 2 sabato 3 e domenica 4 ottobre si cimenteranno, in sonorizzazioni, live performance di disegno e animazioni. Informazioni: https:// trento.impacthub.net. Cultura IO E MARY (L’INVENTRICE DI FRANKENSTEIN) Meano. ore 21. Piazza teatro. Progetto Sottocasa: incontri di voci e suoni di e con Maura Pettorruso. Musiche originali e atmosfere di Andrea Casna. IO E MARY (l’inventrice di Frankenstein) è una lettura sonorizzata, un racconto in musica, dove la vita di Mary Shelley si interseca con le atmosfere del suo capolavoro: Frankenstein, ovvero Un prometeo moderno. Alle ore 20: PRESENTAZIONE DELLA STAGIONE 2020/2021 DEL TEATRO DI MEANO CON PICCOLO RINFRESCO. Info: info@teatrodimeano.it, 0461 511332. Cultura ALLA SCOPERTA DI ROVERETO - ROVERETO, LA CITTÀ PIÙ ALL’AVANGUARDIA DEL TRENTINO Rovereto. ore 10. Vari luoghi della città. Alla scoperta del territorio, un’occasione di approfondimento per i turisti ma anche per i residenti e i trentini ... Dalla Rovereto nel Secolo dei Lumi alle architetture del MART. Info: +39 0464 430363 info@visitrovereto.it, www.visitrovereto.it/vivi/eventi/visite-guidaterovereto-2. Cultura TRIDENTUM THE UNDERGROUND CITY Trento. Ore 16. Tridentum. S.A.S.S. - Spazio archeologico sotterraneo del Sas. Visite guidate in lingua inglese allo Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas. Info: 0461 230171, uff.beniarcheologici@provincia.tn.it. Cultura CAMMINO DELLA BELLEZZA Pale di S. Martino. Val Canali. Una giornata di cammino in compagnia dello scrittore e barefooter Andrea Bianchi e del fotografo naturalista Alessandro Gruzza, immersi
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nella bellezza travolgente delle Dolomiti impreziosita dai primi colori dell’autunno, in Val Canali ai piedi delle Pale di San Martino, per stimolare - grazie all’originale approccio proposto dai due artisti - la nostra innata empatia per la Natura. Maggiori informazioni su: https://www.sanmartino.com/ IT/cammino-bellezza/. Cultura FESTIVAL DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE Trento. Muse. Sostenibilità. È ora di agire. Dal 22 settembre all’8 ottobre 2020 in tutta Italia si tiene la quarta edizione del Festival ASviS, l’Alleanza Nazionale per lo sviluppo sostenibile.Anche il MUSE partecipa al Festival con attività online e nel giardino del museo. Inoltre, sul profilo Instagram MUSE, verrà lanciata l’iniziativa “Si può fare! La sostenibilità in pratica”: ogni giorno un breve video presenterà realtà di vario tipo che concorrono al raggiungimento della sostenibilità. Programma completo su www.muse.it. Cultura TRENTINO IN UN BARATTOLO RoncegnoTerme. La casa nel bosco. L’ARTE DELLA CONSERVAZIONE IN BARATTOLO. Sciroppo di melissa. Info: Roncegno Terme - 349 3567916 | info@agriturlacasanelbosco.it | www.agriturlacasanelbosco.it. Cultura “LA MANUTENZIONE DELL’UNIVERSO” Levico Terme. Ore 17. Piazza della Chiesa. Presentazione del libro di Pino Loperfido. Presenta Luciana Grillo. Letture Chiara Turrini. Ingresso libero. Informazioni: 328.2160471. Cultura VALLAGARINA EXPERIENCE FESTIVAL Rovereto. Centro Sportivo Baldresca. La promozione del territorio attraverso sport e gusto. Secon-
da edizione dell’evento dedicato a sportivi, appassionati di outdoor e a chiunque sia alla ricerca del benessere e abbia voglia di esplorare un angolo del Trentino ancora incontaminato. Il programma dettagliato: www.trentinoarenaexperience.it. Cultura RASSEGNA INTERNAZIONALE DEL CINEMA ARCHEOLOGICO Rovereto. Il patrimonio culturale al cinema. La Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico, organizzata a Rovereto dalla Fondazione Museo Civico, sposta l’archeologia dalle sale dei musei e dai siti lontani proponendola al grande pubblico attraverso nuovissimi film, allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui grandi temi della salvaguardia e della valorizzazione del patrimonio mondiale. L’edizione 2020 non poteva che essere speciale, fuori dalla tradizione, dal titolo “L’Italia si racconta. Il patrimonio culturale al cinema”. Programma completo su: www.rassegnacinemaarcheologico.it. Musica TORINO VOCALENSEMBLE: CREPUSCOLO Trento. ore 21. Chiesa di San Francesco Saverio. Concerto, Davide Benetti, direttore. Musiche di: Pärt, Palestrina, Poulenc, Runestad, Martinov, MacMillan, Messiaen, Guerrero, Bach. Informazioni e programma completo: www.festivalmusicasacra.eu. Musica IL FAGGIO DELLA SELVA Nago. ore 10.30. Malga Casina. Tutti i colori del Verde - La strada nel bosco. Musica con il Gruppo Caronte. Alberto Martinelli al violino, Gabriele Miglioli violoncello, Elena Trovato arpa, Luigi Signori pianoforte e voce. Info: 348 2257382, gruppocaronte@libero. it, www.gruppocaronte.info/tuttiicoloridelverde.
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trentinoappuntamenti Teatro OPEN DAY PALESTRA PER LA COMUNICAZIONE E SCUOLA DI TEATRO Trento. Ore 10 - 22. Teatro Portland. Una giornata intera dedicata alle proposte pedagogiche della scuola di teatro del Portland, ma non solo: una giornata per sperimentare e conoscere i nuovi percorsi formativi inseriti nella progettualità della nuova PALESTRA PER LA COMUNICAZIONE. La partecipazione alle lezioni di prova è gratuita ma a prenotazione obbligatoria. Programma completo su: www.teatroportland.it/index.html. Teatro ESCAPE ROOM Villazzano. ore 14.00. Teatro. La passione per le «Escape room» è ormai un dato di fatto. L’idea di TeatroE è stata quella di sfruttare il Teatro di Villazzano per crearne una a tema da vivere negli spazi interni. I veri attori dell’Escape theater sono i singoli gruppi di partecipanti (da 4 a 6 persone) che potranno partecipare fino all’11 ottobre in fasce d’orario prefissate ogni due ore partendo dalle 14.00. La mattina sarà dedicata alle imprese, con la possibilità di un’esperienza di team building da fare tra colleghi. www.teatrodivillazzano.it.
4 DOMENICA Cultura NUVOLETTE. INCHIOSTRO E LINFA Rovereto. Centro storico. Sonorizzazioni / disegno / performance / animazioni. Nuvolette è una quattro giorni dedicata al mondo dell’illustrazione, del racconto per immagini e del fumetto. Saranno oltre trenta gli artisti che nel centro storico di Rovereto nelle giornate di giovedì 1, venerdì 2 sabato 3 e domenica 4 ottobre si cimenteranno, in sonorizzazioni, live performance di disegno e animazioni. Informazioni: https:// trento.impacthub.net. Cultura CAMMINO DELLA BELLEZZA Pale di S. Martino. Val Canali. Una giornata di cammino in compagnia dello scrittore e barefooter Andrea Bianchi e del fotografo naturalista Alessandro Gruzza, immersi nella bellezza travolgente delle Dolomiti impreziosita dai primi colori dell’autunno, in Val Canali ai piedi delle Pale di San Martino, per stimolare - grazie all’originale approccio proposto dai due artisti - la nostra innata empatia per la Natura. Maggiori informazioni su: https://www.sanmartino.com/ IT/cammino-bellezza/. Cultura FESTIVAL DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE Trento. Muse. Sostenibilità. È ora di agire. Dal 22 settembre all’8 ottobre 2020 in tutta Italia si tiene la
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quarta edizione del Festival ASviS, l’Alleanza Nazionale per lo sviluppo sostenibile.Anche il MUSE partecipa al Festival con attività online e nel giardino del museo. Inoltre, sul profilo Instagram MUSE, verrà lanciata l’iniziativa “Si può fare! La sostenibilità in pratica”: ogni giorno un breve video presenterà realtà di vario tipo che concorrono al raggiungimento della sostenibilità. Programma completo su www.muse.it. Cultura TRENTINO IN UN BARATTOLO RoncegnoTerme. La casa nel bosco. L’ARTE DELLA CONSERVAZIONE IN BARATTOLO. Sciroppo di melissa. Info: Roncegno Terme - 349 3567916 | info@agriturlacasanelbosco.it | www.agriturlacasanelbosco.it. Cultura VALLAGARINA EXPERIENCE FESTIVAL Rovereto. Centro Sportivo Baldresca. La promozione del territorio attraverso sport e gusto. Seconda edizione dell’evento dedicato a sportivi, appassionati di outdoor e a chiunque sia alla ricerca del benessere e abbia voglia di esplorare un angolo del Trentino ancora incontaminato. Il programma dettagliato: www.trentinoarenaexperience.it. Cultura CAMMINA TESINO AUTUNNO - PASSEGGIATA CON IL MICOLOGO Castello Tesino. ore 09. Passeggiata con il micologo per riconoscere e conoscere i funghi. Informazioni e dettagli: www.visitvalsugana.it. Cultura RASSEGNA INTERNAZIONALE DEL CINEMA ARCHEOLOGICO Rovereto. Il patrimonio culturale al cinema. La Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico, organizzata a Rovereto dalla Fondazione Museo Civico, sposta l’archeologia dalle sale dei musei e dai siti lontani proponendola al grande pubblico attraverso nuovissimi film, allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui grandi temi della salvaguardia e della valorizzazione del patrimonio mondiale. L’edizione 2020 non poteva che essere speciale, fuori dalla tradizione, dal titolo “L’Italia si racconta. Il patrimonio culturale al cinema”. Programma completo su: www.rassegnacinemaarcheologico.it. Musica TORINO VOCALENSEMBLE: CREPUSCOLO Borgo Valsugana. Ore 18. Chiesa Parrocchiale, Via XXIV Maggio 10. Concerto, Davide Benetti, direttore.Musiche di: Pärt, Palestrina, Poulenc, Runestad, Martinov,
MacMillan, Messiaen, Guerrero, Bach. Informazioni e programma completo: www.festivalmusicasacra.eu. Teatro TEO TEOCOLI - RESTYLING “TUTTO TEO” Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. Spettacolo di e con Teo Teocoli organizzato da FiabaMusic. Informazioni e biglietti: http://www.centrosantachiara. it, http://www.fiabamusic.it/tuttoteo/. Teatro ESCAPE ROOM Villazzano. ore 14.00. Teatro. La passione per le «Escape room» è ormai un dato di fatto. L’idea di TeatroE è stata quella di sfruttare il Teatro di Villazzano per crearne una a tema da vivere negli spazi interni. I veri attori dell’Escape theater sono i singoli gruppi di partecipanti (da 4 a 6 persone) che potranno partecipare fino all’11 ottobre in fasce d’orario prefissate ogni due ore partendo dalle 14.00. La mattina sarà dedicata alle imprese, con la possibilità di un’esperienza di team building da fare tra colleghi. www.teatrodivillazzano.it. Teatro ragazzi STORIE DI GIANNI Rovereto. Ore 17. Sala Filarmonica. Ingresso libero con prenotazione fino a esaurimento posti. Del Teatro delle Quisquilie / Spettacolo tratto da “Favole al telefono” di Gianni Rodari / Luci e scene Andrea Coppi / Drammaturgia, canzoni, arrangiamenti, interpretazione e regia Massimo Lazzeri. Età consigliata: 4+. Prenotazioni: sms o whatsapp n. 347.0810647, info@elementareteatro.it.
5 LUNEDÌ Cultura ALTA CUCINA E ARTE TRA LE MURA DI CASTEL PERGINE Pergine Valsugana. ore 17.00. Dentro le mura del Castello. Viandanti, cena evento: Alfio Ghezzi - icona della cucina territoriale trentina e oggi patron del ristorante SENSO e ALFIO GHEZZI BISTROT presso il Mart - e l’artista badiota Lois Anvidalfarei - uno dei più importanti rappresentanti della scultura contemporanea europea, autore dei bronzi della grande esposizione 2020 del Castello di Pergine, insieme per un evento unico. Per prenotazioni: bistrot@ alfioghezzi.com. Cultura FESTIVAL DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE Trento. Muse. Sostenibilità. È ora di agire. Dal 22 settembre all’8 ottobre 2020 in tutta Italia si tiene la quarta edizione del Festival ASviS, l’Alleanza Nazionale per lo sviluppo sostenibile.Anche il MUSE partecipa al Festival con attività online e nel giardino del museo. Inoltre,
sul profilo Instagram MUSE, verrà lanciata l’iniziativa “Si può fare! La sostenibilità in pratica”: ogni giorno un breve video presenterà realtà di vario tipo che concorrono al raggiungimento della sostenibilità. Programma completo su www.muse.it. Musica QUARTETTO DI FIESOLE CON VLADIMIR MENDELSSOHN VIOLA Trento. Ore 20.30. Società Filarmonica. Alina Company violino, Simone Ferrari violino, Flaminia Zanelli viola, Sandra Bacci violoncello con Vladimir Mendelssohn viola. Informazioni: http://www. filarmonica-trento.it. Teatro ESCAPE ROOM Villazzano. ore 14.00. Teatro. La passione per le «Escape room» è ormai un dato di fatto. L’idea di TeatroE è stata quella di sfruttare il Teatro di Villazzano per crearne una a tema da vivere negli spazi interni. I veri attori dell’Escape theater sono i singoli gruppi di partecipanti (da 4 a 6 persone) che potranno partecipare fino all’11 ottobre in fasce d’orario prefissate ogni due ore partendo dalle 14.00. La mattina sarà dedicata alle imprese, con la possibilità di un’esperienza di team building da fare tra colleghi. www.teatrodivillazzano.it.
6 MARTEDÌ Cultura FESTIVAL DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE Trento. Muse. Sostenibilità. È ora di agire. Dal 22 settembre all’8 ottobre 2020 in tutta Italia si tiene la quarta edizione del Festival ASviS, l’Alleanza Nazionale per lo sviluppo sostenibile.Anche il MUSE partecipa al Festival con attività online e nel giardino del museo. Inoltre, sul profilo Instagram MUSE, verrà lanciata l’iniziativa “Si può fare! La sostenibilità in pratica”: ogni giorno un breve video presenterà realtà di vario tipo che concorrono al raggiungimento della sostenibilità. Programma completo su www.muse.it. Musica LORENZO CALOVI Trento. Ore 09.00. Società Filarmonica. Concerto per pianoforte. Informazioni: http://www.filarmonica-trento.it. Teatro ESCAPE ROOM Villazzano. ore 14.00. Teatro. La passione per le «Escape room» è ormai un dato di fatto. L’idea di TeatroE è stata quella di sfruttare il Teatro di Villazzano per crearne una a tema da vivere negli spazi interni. I veri attori dell’Escape theater sono i singoli gruppi di partecipanti (da 4 a 6 persone) che potranno partecipare fino all’11 ottobre in fasce d’orario prefissate ogni due
8 GIOVEDÌ Cultura I CAVALIERI DELLA CROCE NERA Trento. Ore 17. Archivio provinciale di Trento. Passioni e intrighi trentini intorno all’Ordine Teutonico (secoli XVI-XVIII). Ingresso libero e gratuito. Info: 0461 499709, 0461 494451, archivio.provinciale@provincia.tn.it. Cultura FESTIVAL DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE Trento. Muse. Sostenibilità. È ora di agire. Dal 22 settembre all’8 ottobre 2020 in tutta Italia si tiene la quarta edizione del Festival ASviS, l’Alleanza Nazionale per lo sviluppo sostenibile.Anche il MUSE partecipa al Festival con attività online e nel giardino del museo. Inoltre, sul profilo Instagram MUSE, verrà lanciata l’iniziativa “Si può fare! La sostenibilità in pratica”: ogni gior-
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7 MERCOLEDÌ Cultura FESTIVAL DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE Trento. Muse. Sostenibilità. È ora di agire. Dal 22 settembre all’8 ottobre 2020 in tutta Italia si tiene la quarta edizione del Festival ASviS, l’Alleanza Nazionale per lo sviluppo sostenibile.Anche il MUSE partecipa al Festival con attività online e nel giardino del museo. Inoltre, sul profilo Instagram MUSE, verrà lanciata l’iniziativa “Si può fare! La sostenibilità in pratica”: ogni giorno un breve video presenterà realtà di vario tipo che concorrono al raggiungimento della sostenibilità. Programma completo su www.muse.it. Musica ENSEMBLE VOCALE ALTEREGO Trento. Ore 09.00. Società Filarmonica. L’hit parade delle voci. Informazioni: http://www.filarmonica-trento.it. Teatro ESCAPE ROOM Villazzano. ore 14.00. Teatro. La passione per le «Escape room» è ormai un dato di fatto. L’idea di TeatroE è stata quella di sfruttare il Teatro di Villazzano per crearne una a tema da vivere negli spazi interni. I veri attori dell’Escape theater sono i singoli gruppi di partecipanti (da 4 a 6 persone) che potranno partecipare fino all’11 ottobre in fasce d’orario prefissate ogni due ore partendo dalle 14.00. La mattina sarà dedicata alle imprese, con la possibilità di un’esperienza di team building da fare tra colleghi. www.teatrodivillazzano.it.
no un breve video presenterà realtà di vario tipo che concorrono al raggiungimento della sostenibilità. Programma completo su www.muse.it. Enogastronomia ROVERETO STREET FOOD FESTIVAL Rovereto. P.le Achille Leoni. a cucina di tutta Italia nel cuore di Rovereto. A Rovereto arriva lo street food festival, un vero e proprio raduno culinario con tanti Food Trucks provenienti da tutta Italia! Informazioni e programma completo: www.visitrovereto.it. Teatro ESCAPE ROOM Villazzano. ore 14.00. Teatro. La passione per le «Escape room» è ormai un dato di fatto. L’idea di TeatroE è stata quella di sfruttare il Teatro di Villazzano per crearne una a tema da vivere negli spazi interni. I veri attori dell’Escape theater sono i singoli gruppi di partecipanti (da 4 a 6 persone) che potranno partecipare fino all’11 ottobre in fasce d’orario prefissate ogni due ore partendo dalle 14.00. La mattina sarà dedicata alle imprese, con la possibilità di un’esperienza di team building da fare tra colleghi. www.teatrodivillazzano.it.
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ore partendo dalle 14.00. La mattina sarà dedicata alle imprese, con la possibilità di un’esperienza di team building da fare tra colleghi. www.teatrodivillazzano.it.
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Cultura DONNE E UOMINI DI PIETRA. LE STATUE STELE DI ARCO Riva del Garda. Ore 18. MAG Museo Alto Garda. Le celebri statue stele di Arco, rinvenute tra il 1989 e il 1991 e ora esposte nella sezione archeologia del MAG, saranno le protagoniste del terzo incontro, “Donne e uomini di pietra. Le statue stele di Arco”, condotto da Annaluisa Pedrotti, docente Spazio Klien | Borgo Valsugana dell’Università di Trento. I posti sono limitati, si consiglia la prenotazione a prenotazioni@museDomenica 4 ottobre ore 11.00 oaltogarda.it. Info: 0464 573869, MART, SALA CONFERENZE Proiezione del video - Casa Nerio Fontana www.museoaltogarda.it. Partecipazione Domenica 44gratuita ottobre ore 11.00 Domenica con prenotazione: eventi@mart.tn.it Enogastronomia Domenica 4 ottobre Domenica ore 411.00 ottobre oreottobre 11.00ore 11.00 MART, SALA CONFERENZE MART, SALA CONFERENZE ROVERETO STREET FOOD Sabato 10 ottobre ore 18.00 Domenica 4del ottobre ore 11.00 Spazio Klien |del Borgo Valsugana Proiezione video Fontana MART, SALA MART, CONFERENZE SALA CONFERENZE Proiezione video- -Casa CasaNerio Nerio Fontana INAUGURAZIONE FESTIVAL MART, SALA CONFERENZE Partecipazione gratuita Proiezione del Proiezione video Casa del video Nerio Fontana Casa Nerio Fontana Partecipazione gratuita Rovereto. P.le Achille Leoni. a cuDomenica 4 ottobre ore 11.00 Proiezione del video - Casa Nerio Fontana con prenotazione: eventi@mart.tn.it Orario mostra con prenotazione: gratuita Domenica 4 ottobre ore gratuita 11.00eventi@mart.tn.it cina di tuttaPartecipazione Italia nel cuorePartecipazione digratuita RoPartecipazione martedì – sabato: 10-12; 16-19 MART, SALA CONFERENZE MART, SALA CONFERENZE vereto. A Rovereto arriva lo stredomenica: 10-12 con prenotazione: con prenotazione: eventi@mart.tn.it eventi@mart.tn.it con prenotazione: eventi@mart.tn.it Sabato 10 ottobre ore- Casa 18.00Nerio Fontana Proiezione video Sabato 10 del ottobre ore Fontana 18.00 Proiezione video - Casa Nerio lunedì -del chiuso et food festival, un vero e proprio Partecipazione Partecipazione gratuita gratuita INAUGURAZIONE INAUGURAZIONE raduno culinario con tanti Food Sabato 10 ottobre ore 18.00 con prenotazione: eventi@mart.tn.it con prenotazione: eventi@mart.tn.it VISITE CASA FONTANA Sabatoda 10tutta ottobre Sabato ottobre ore 18.00 Trucks provenienti Italia!ore1018.00 Mercoledì 14 e 21: 10-12 INAUGURAZIONE Sabato 10 ottobre 18.00 Orario mostra Sabato 17 e 23:ore 16-18 Informazioni e programmaINAUGURAZIONE comINAUGURAZIONE Orario mostra Sabato ottobre10-12; ore 18.00 INAUGURAZIONE martedì 10 – sabato: 16-19 pleto: www.visitrovereto.it. martedì – sabato: 10-12; 16-19 INAUGURAZIONE Orario mostra domenica: 10-12 domenica: 10-12 Musica Orariomartedì mostra- chiuso – sabato: 10-12; 16-19 lunedì Orario mostraOrario mostra lunedì - chiuso martedì – sabato: 10-12; 16-19 BEAUTY FARM, SETTIMINO domenica: 10-12 Orario mostra domenica: 10-12 martedì 10-12; – sabato: 16-19 10-12; 16-19 VOCALE martedì – sabato: lunedì - chiuso lunedìmartedì - chiuso –CASA sabato: FONTANA 10-12; 16-19 VISITE VISITE CASA FONTANA domenica: 10-12 domenica: 10-12 Trento. Ore 21. Badia di S. Lorendomenica: 10-12 Mercoledì 14 e 21: 10-12 VISITE CASA FONTANA Mercoledì 14 e 21: 10-12 zo. Concerto: programma lunedì - chiuso lunedì - chiuso lunedì - 17 chiuso VISITE CASA FONTANA Sabato e 23: 16-18 Mercoledì 14 e17 21: e 10-12 Sabato 23: 16-18 G. P. da Palestrina: Missa Papae Mercoledì 14 e 21: 10-12 Sabato 17 e 23: 16-18 Marcelli / Kyrie, Gloria, Credo, Sabato 17CASA e 23: 16-18 VISITE FONTANA VISITE CASA FONTANA CASA FONTANA Sanctus, Agnus Dei (I-II). InVISITE collaMercoledì 14 e 21: 10-12 borazione con Musica al Duomo Mercoledì 14 Mercoledì e 21: 10-12 14 Sabato e 21: 10-12 17 e 23: 16-18 Provincia Autonoma di Bolzano e il Festival Trento MuSabato 17 e 23: Sabato 16-18 17 e 23: 16-18 di Trento sicantica.Informazioni e programma completo: www.festivalmusicasacra.eu.
11 – OTTOBRE 31 OTTOBRE 2020 11 – 31 11 OTTOBRE – 31 2020 2020 31 OTTOBRE 2020 711- –31 OTTOBRE 2020 31 OTTOBRE 2020
Spazio Klien Spazio | Borgo Klien Valsugana |–Borgo Valsugana Spazio Klien Borgo Valsugana 11 31||OTTOBRE 2020 Spazio Klien Borgo Valsugana Spazio Borgo Valsugana 11 –Klien 31| OTTOBRE 2020 | Borgo Valsugana 11Spazio – 31Klien OTTOBRE 2020
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Comune di Borgo Valsugana
Comune di Provincia Autonoma di Trento Comune di Provincia Autonoma Borgo Valsugana Borgo Valsugana di Trento
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trentinoappuntamenti Musica LA MISSA PAPAE MARCELLI DI PALESTRINA Trento. Ore 21. Badia di San Lorenzo. Il secondo concerto, affidato al celebre settimino vocale Beauty Farm di Vienna, propone la famosa Missa Papae Marcelli di Giovanni Pierluigi da Palestrina, che ci riporta ai tempi del grande Concilio di Trento (1545-1563), durante il quale vi fu un’accesa discussione sulla musica liturgica e sulla sua funzionalità. Evento all’interno di Trento Musica antica 2020. Info: www.centrosantachiara.it. Teatro DOVE VA LA VITA Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Michèle Guigon, traduzione dal francese di Saverio Soldani, regia Saverio Soldani con Mariella Speranza, produzione La Compagnia Italiana di Prosa di Genova. http://www. teatrodipergine.it. Teatro ESCAPE ROOM Villazzano. ore 14.00. Teatro. La passione per le «Escape room» è ormai un dato di fatto. L’idea di TeatroE è stata quella di sfruttare il Teatro di Villazzano per crearne una a tema da vivere negli spazi interni. I veri attori dell’Escape theater sono i singoli gruppi di partecipanti (da 4 a 6 persone) che potranno partecipare fino all’11 ottobre in fasce d’orario prefissate ogni due ore partendo dalle 14.00. La mattina sarà dedicata alle imprese, con la possibilità di un’esperienza di team building da fare tra colleghi. www.teatrodivillazzano.it. Teatro ESCAPE ROOM Villazzano. ore 14.00. Teatro. La passione per le «Escape room» è ormai un dato di fatto. L’idea di TeatroE è stata quella di sfruttare il Teatro di Villazzano per crearne una a tema da vivere negli spazi interni. I veri attori dell’Escape theater sono i singoli gruppi di partecipanti (da 4 a 6 persone) che potranno partecipare fino all’11 ottobre in fasce d’orario prefissate ogni due ore partendo dalle 14.00. La mattina sarà dedicata alle imprese, con la possibilità di un’esperienza di team building da fare tra colleghi. www.teatrodivillazzano.it.
10 SABATO Cultura I LARICI ARANCIONI, GIALLI E ROSSI Tonadico. ore 14.30. Parco naturale Paneveggio Pale di San Martino. Sesto appuntamento in località Villa Pisoni. Ci vuole un fiore - Poesie e racconti sugli alberi nel centenario della nascita di Gianni Rodari. Narrazione a cura di Gabriella Tanfoglio. FLOWER POWER - Omaggio ai festival di Woodstock e Isola di WightMusiche
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con il Gruppo Caronte. Info: 348 2257382, gruppocaronte@libero. it, www.gruppocaronte.info/tuttiicoloridelverde. Cultura ANTICHI PAESAGGI TRA ARCHEOLOGIA E NATURA Pergine Valsugana. ore 09.30. Montesei di Serso. Una passeggiata dall’importante sito archeologico dei Montesei di Serso fino alla riserva naturale del Lago Pudro in compagnia di un’archeologa e di un accompagnatore di territorio. Un’ottima opportunità per conoscere divertendosi curiosità legate al mondo dell’archeologia e della natura. Partecipazione gratuita previa iscrizione: cell. 3334861088 - p.barducci@libero. it - entro le ore 18 del giorno precedente l’iniziativa. Enogastronomia ROVERETO STREET FOOD FESTIVAL Rovereto. P.le Achille Leoni. a cucina di tutta Italia nel cuore di Rovereto. A Rovereto arriva lo street food festival, un vero e proprio raduno culinario con tanti Food Trucks provenienti da tutta Italia! Informazioni e programma completo: www.visitrovereto.it. Musica CORTESE, BORGIONI, LORENGO E ENSEMBLE MERANBAROQUE: ... DI GIOIE E DOLORI... Ala. Ore 20.30. Chiesa di S. Francesco. Concerto con: Lucia Cortese, soprano / Mauro Borgioni, basso / Antonella Lorengo, organo / Ensemble Meranbaroque, Rossella Croce, maestro concertatore / Stephan Kofler, direttore. Musiche di: J.S.Bach. In collaborazione con Itinerari Organistici Tridentini e il Comune di Ala. Informazioni e programma completo: www. festivalmusicasacra.eu. Musica DALSASS, DALLA LIBERA: VIOLONCELLO OGGI Trento. Ore 17.30. Sala Sosat, Via Malpaga. Ciclo Beethoven / Quinto concerto in occasione del 250° anniversario della nascita (17702020). Concerto con: Marco Dalsass, violoncello / Giacomo Dalla Libera, pianoforte. Musiche di Beethoven, Debussy, Bruni, Schnittke, Pärt.Informazioni: www.arsmodi. it/katharsis-2020. Musica DAVIDE TOFFOLO Rovereto. Ore 20. Auditorium Melotti. Cooperativa Mercurio, Centro Santa Chiara presenta: Davide Toffolo (Tre Allegri Ragazzi Morti) + 3 Upload bands. Davide Toffolo atterra a Rovereto per il primo appuntamento di UploadOnTour 2020! Ingresso gratuito / Info e prenotazione posti su centrosantachiara.it. Sito: www. uploadsounds.eu.
Musica CICLO BEETHOVEN QUINTO CONCERTO Trento. Ore 17.30. Sala Sosat. In occasione del 250° anniversario della nascita (1770-2020). Marco Dalsass, violoncello, Giacomo Dalla Libera, pianoforte. Musiche di Beethoven, Debussy, Bruni, Schnittke, Pärt. Ingresso gratuito ad offerta libera. Info: www.arsmodi.it. Musica POP X - ANTILLE TOUR Trento. Ore 21. Teatro Sanbapolis. Pop X torna in tour e vira verso l’arcipelago caraibico più noto. “Antille” è il titolo del nuovo album, in uscita il 28 febbraio per Bomba Dischi. informazioni e prevendite in www.ticketone.it . Musica POP X - ANTILLE TOUR Trento. Ore 21. Teatro Sanbapolis. Pop X torna in tour e vira verso l’arcipelago caraibico più noto. “Antille” è il titolo del nuovo album, in uscita il 28 febbraio per Bomba Dischi. informazioni e prevendite in www.ticketone.it . Per i più piccoli UNA NOTTE AL PARCO Pale di S. Martino. Val Canali. Ritorna anche quest’anno l’appuntamento con “Una Notte al Parco”, evento dedicato a grandi e piccini con tanto di caccia al tesoro, passeggiate tra i boschi, escursioni notturne e cena in malga. Per il programma completo delle attività e tutte le info sull’evento: https://www.sanmartino.com/IT/ una-notte-al-parco-val-canali/. Teatro ESCAPE ROOM Villazzano. ore 14.00. Teatro. La passione per le «Escape room» è ormai un dato di fatto. L’idea di TeatroE è stata quella di sfruttare il Teatro di Villazzano per crearne una a tema da vivere negli spazi interni. I veri attori dell’Escape theater sono i singoli gruppi di partecipanti (da 4 a 6 persone) che potranno partecipare fino all’11 ottobre in fasce d’orario prefissate ogni due ore partendo dalle 14.00. La mattina sarà dedicata alle imprese, con la possibilità di un’esperienza di team building da fare tra colleghi. www.teatrodivillazzano.it.
11 DOMENICA Cultura VISITA TEATRALIZZATA ALLA MOSTRA “CATTURARE L’INVISIBILE” CON NICOLA SORDO Riva del Garda. ore 10.30, 11.30, 14.30 e 15.30. MAG, Piazza Cesare Battisti. il MAG Museo Alto Garda propone le visite teatralizzate alla mostra in corso “Catturare l’invisibile. Francesco Malacarne e la nascita della fotografia scientifica”. I visitatori saranno accompagnati dall’operatrice museale
Sara Vicenzi, affiancata dall’attore comico Nicola Sordo in veste di “disturbatore”. Un’occasione per approfondire la figura di Francesco Malacarne, pioniere della fotografia in Trentino. La capienza è limitata, si consiglia la prenotazione a: 0464 573869 - prenotazioni@ museoaltogarda.it . Cultura ARTE SACRA NEL BOSCO Terragnolo. ore 9.00. Escursione che dal centro abitato di Terragnolo attraversa il bosco fino a raggiungere un colle roccioso a 925 m dove sorge la chiesa medievale di Santa Maria Maddalena. Ritrovo con un educatore del Museo Diocesano Tridentino e un accompagnatore di Territorio in piazza don Lorenzo Guetti, frazione Piazza di Terragnolo, di fronte alla chiesa Ss. Pietro e Paolo. Iscrizioni entro le 17 del giorno precedente online, telefonando allo 0464 430363, mandando una mail a info@visitrovereto.it o presentandosi di persona presso gli uffici informazioni di Rovereto e Brentonico L’attività si svolge con un minimo di 4 e un massimo di 16 partecipanti. www.visitrovereto.it. Enogastronomia ROVERETO STREET FOOD FESTIVAL Rovereto. P.le Achille Leoni. a cucina di tutta Italia nel cuore di Rovereto. A Rovereto arriva lo street food festival, un vero e proprio raduno culinario con tanti Food Trucks provenienti da tutta Italia! Informazioni e programma completo: www.visitrovereto.it. Teatro ESCAPE ROOM Villazzano. ore 14.00. Teatro. La passione per le «Escape room» è ormai un dato di fatto. L’idea di TeatroE è stata quella di sfruttare il Teatro di Villazzano per crearne una a tema da vivere negli spazi interni. I veri attori dell’Escape theater sono i singoli gruppi di partecipanti (da 4 a 6 persone) che potranno partecipare fino all’11 ottobre in fasce d’orario prefissate ogni due ore partendo dalle 14.00. La mattina sarà dedicata alle imprese, con la possibilità di un’esperienza di team building da fare tra colleghi. www.teatrodivillazzano.it. Teatro ragazzi SIAMO TUTTI SULLA STESSA ARCA Rovereto. Ore 17. Sala Filarmonica. Ingresso libero con prenotazione fino a esaurimento posti. Della Compagnia dei Somari, ariaTeatro e Teatro delle Garberie / Liberamente ispirato a L’arca parte alle otto di U. Hub / Di e con Andreapietro Andselmi e Klaus Saccardo / Costumi di Nadia Simeonova / Produzione Compagnia dei Somari, ariaTeatro e Teatro delle Garberie. Età consigliata: 6+. Prenotazioni: sms o whatsapp n. 347.0810647, info@elementareteatro.it.
trentinoappuntamenti Cultura ARTE SACRA NEL BOSCO Terragnolo. ore 9.00. Escursione che dal centro abitato di Terragnolo attraversa il bosco fino a raggiungere un colle roccioso a 925 m dove sorge la chiesa medievale di Santa Maria Maddalena. Ritrovo con un educatore del Museo Diocesano Tridentino e un accompagnatore di Territorio in piazza don Lorenzo Guetti, frazione Piazza di Terragnolo, di fronte alla chiesa Ss. Pietro e Paolo. Iscrizioni entro le 17 del giorno precedente online, telefonando allo 0464 430363, mandando una mail a info@visitrovereto.it o presentandosi di persona presso gli uffici informazioni di Rovereto e Brentonico L’attività si svolge con un minimo di 4 e un massimo di 16 partecipanti. www.visitrovereto.it.
13 MARTEDÌ Cultura ARTE SACRA NEL BOSCO Terragnolo. ore 9.00. Escursione che dal centro abitato di Terragnolo attraversa il bosco fino a raggiungere un colle roccioso a 925 m dove sorge la chiesa medievale di Santa Maria Maddalena. Ritrovo con un educatore del Museo Diocesano Tridentino e un accompagnatore di Territorio in piazza don Lorenzo Guetti, frazione Piazza di Terragnolo, di fronte alla chiesa Ss. Pietro e Paolo. Iscrizioni entro le 17 del giorno precedente online, telefonando allo 0464 430363, mandando una mail a info@visitrovereto.it o presentandosi di persona presso gli uffici informazioni di Rovereto e Brentonico L’attività si svolge con un minimo di 4 e un massimo di 16 partecipanti. www.visitrovereto.it. Musica CAPPELLA ARTEMISIA: UN RITRATTO DI ISABELLA LEONARDA E ALTRE MONACHE COMPOSITRICI Trento. Ore 20.30. Chiesa di S. Francesco. Candace Smith, direttore. Musiche di: Leonarda, Assandra, Cozzolani. Organizzato dal Festival Trento Musicantica. Informazioni e programma completo: www.festivalmusicasacra.eu.
14 MERCOLEDÌ Cultura ARTE SACRA NEL BOSCO Terragnolo. ore 9.00. Escursione che dal centro abitato di Terragnolo attraversa il bosco fino a raggiungere un colle roccioso a 925 m dove sorge la chiesa medievale di Santa Maria Maddalena. Ritrovo con un educatore del Museo Diocesano Tridentino e un accompagnatore di Territorio in piazza don Lorenzo Guetti, frazione Piazza di Terragnolo, di fronte alla chiesa Ss. Pietro e Paolo. Iscrizioni entro le
17 del giorno precedente online, telefonando allo 0464 430363, mandando una mail a info@visitrovereto.it o presentandosi di persona presso gli uffici informazioni di Rovereto e Brentonico L’attività si svolge con un minimo di 4 e un massimo di 16 partecipanti. www.visitrovereto.it.
15 GIOVEDÌ Cultura FESTIVAL INFORMATICI SENZA FRONTIERE Rovereto. Impact Hub. Voci dal futuro. C’era una volta il digitale. Il Festival alla sua 4^ edizione è organizzato dall’associazione Informatici senza Frontiere onlus in partnership con il Comune di Rovereto e a cura di Impact Hub Trentino collaborare e in collaborazione con Università di Trento, Fondazione Bruno Kessler, Iprase, Educa Immagine. Informazioni: https://trento.impacthub.net. Cultura ARTE SACRA NEL BOSCO Terragnolo. ore 9.00. Escursione che dal centro abitato di Terragnolo attraversa il bosco fino a raggiungere un colle roccioso a 925 m dove sorge la chiesa medievale di Santa Maria Maddalena. Ritrovo con un educatore del Museo Diocesano Tridentino e un accompagnatore di Territorio in piazza don Lorenzo Guetti, frazione Piazza di Terragnolo, di fronte alla chiesa Ss. Pietro e Paolo. Iscrizioni entro le 17 del giorno precedente online, telefonando allo 0464 430363, mandando una mail a info@visitrovereto.it o presentandosi di persona presso gli uffici informazioni di Rovereto e Brentonico L’attività si svolge con un minimo di 4 e un massimo di 16 partecipanti. www.visitrovereto.it. Musica MICHELE FRANCESCONI TRIO SEASONS: THREE SUITES FOR PIANO TRIO Trento. Ore 20.30. Sala del Falconetto, Palazzo Geremia. Music by: Marco Ponchiroli, Stefano Travaglini and Luca Dell’Anna / Michele Francesconi, Piano / Giulio Corini, Double Bass / Luca Colussi. Ingresso gratuito / Info: www.trentinojazz.com/page/confini2020.html.
16 VENERDÌ Cultura FESTIVAL INFORMATICI SENZA FRONTIERE Rovereto. Impact Hub. Voci dal futuro. C’era una volta il digitale. Il Festival alla sua 4^ edizione è organizzato dall’associazione Informatici senza Frontiere onlus in partnership con il Comune di Rovereto e a cura di Impact Hub Trentino collaborare e in collaborazione con Università di Trento, Fondazione Bruno Kessler, Ipra-
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trentinoappuntamenti se, Educa Immagine. Informazioni: https://trento.impacthub.net. Cultura ARTE SACRA NEL BOSCO Terragnolo. ore 9.00. Escursione che dal centro abitato di Terragnolo attraversa il bosco fino a raggiungere un colle roccioso a 925 m dove sorge la chiesa medievale di Santa Maria Maddalena. Ritrovo con un educatore del Museo Diocesano Tridentino e un accompagnatore di Territorio in piazza don Lorenzo Guetti, frazione Piazza di Terragnolo, di fronte alla chiesa Ss. Pietro e Paolo. Iscrizioni entro le 17 del giorno precedente online, telefonando allo 0464 430363, mandando una mail a info@visitrovereto.it o presentandosi di persona presso gli uffici informazioni di Rovereto e Brentonico L’attività si svolge con un minimo di 4 e un massimo di 16 partecipanti. www.visitrovereto.it. Musica ISABELLE FAUST, JEAN GUIHEN QUEYRAS, ALEXANDER MELNIKOV Trento. Ore 18 e 20.30. Società Filarmonica. Concerto per violino, violoncello e pianoforte. Informazioni: http://www.filarmonica-trento.it.
17 SABATO Cultura FESTIVAL INFORMATICI SENZA FRONTIERE Rovereto. Impact Hub. Voci dal futuro. C’era una volta il digitale. Il Festival alla sua 4^ edizione è organizzato dall’associazione Informatici senza Frontiere onlus in partnership con il Comune di Rovereto e a cura di Impact Hub Trentino collaborare e in collaborazione con Università di Trento, Fondazione Bruno Kessler, Iprase, Educa Immagine. Informazioni: https://trento.impacthub.net. Cultura “LA MANUTENZIONE DELL’UNIVERSO” Capriana. Ore 14.30. Chiesa parrocchiale. Presentazione del libro di Pino Loperfido, in collaborazione con l’associazione “Amici della Meneghina”. Letture Chiara Turrini. Ingresso libero. Informazioni: 328.2160471. Cultura ARTE SACRA NEL BOSCO Terragnolo. ore 9.00. Escursione che dal centro abitato di Terragnolo attraversa il bosco fino a raggiungere un colle roccioso a 925 m dove sorge la chiesa medievale di Santa Maria Maddalena. Ritrovo con un educatore del Museo Diocesano Tridentino e un accompagnatore di Territorio in piazza don Lorenzo Guetti, frazione Piazza di Terragnolo, di fronte alla chiesa Ss. Pietro e Paolo. Iscrizioni entro le 17 del giorno precedente online, telefonando allo 0464 430363,
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mandando una mail a info@visitrovereto.it o presentandosi di persona presso gli uffici informazioni di Rovereto e Brentonico L’attività si svolge con un minimo di 4 e un massimo di 16 partecipanti. www.visitrovereto.it. Enogastronomia FESTA DELLA CASTAGNA Roncegno Terme. ore 10 - 19. Due weekend dedicati alla regina dei prodotti autunnali... LA CASTAGNA. Vieni a scoprire il profumo, il gusto, le curiosità di questo frutto: con lo stand castanicoltori in Piazza Montebello e in Piazza De Giovanni con caldarroste e brulè. Per ulteriori informazioni: Comune di RoncegnoTerme: tel. 0461 764061 APT Valsugana ufficio di Levico Terme: tel. 0461 727700.
18 DOMENICA Cultura FOLIAGE TRA CLICK E POESIA Valle dei Vanoi. Foliage e poesia, con la partecipazione di Anna Bernardin di Canal San Bovo, percorso Rifugio Lozen - Masi Lozen - Malga Lozen - Rifugio Lozen. Poesie e prose che possono essere scelte a tema ambientale, storico, locale e tradizionale. Durata: 2/3 ore | Percorso facile adatto a famiglie con bambini - Possibilità di pranzo o cena in locali della zona. Costo: €10,00 | Bambini fino agli 8 anni gratuito. Info e prenotazioni obbligatorie: ApT Canal san Bovo, Tel. 0439-719041 | vanoi@vanoi.it. Cultura ARTE SACRA NEL BOSCO Terragnolo. ore 9.00. Escursione che dal centro abitato di Terragnolo attraversa il bosco fino a raggiungere un colle roccioso a 925 m dove sorge la chiesa medievale di Santa Maria Maddalena. Ritrovo con un educatore del Museo Diocesano Tridentino e un accompagnatore di Territorio in piazza don Lorenzo Guetti, frazione Piazza di Terragnolo, di fronte alla chiesa Ss. Pietro e Paolo. Iscrizioni entro le 17 del giorno precedente online, telefonando allo 0464 430363, mandando una mail a info@visitrovereto.it o presentandosi di persona presso gli uffici informazioni di Rovereto e Brentonico L’attività si svolge con un minimo di 4 e un massimo di 16 partecipanti. www.visitrovereto.it. Enogastronomia FESTA DELLA CASTAGNA Roncegno Terme. ore 10 - 19. Due weekend dedicati alla regina dei prodotti autunnali... LA CASTAGNA. Vieni a scoprire il profumo, il gusto, le curiosità di questo frutto: con lo stand castanicoltori in Piazza Montebello e in Piazza De Giovanni con caldarroste e brulè. Per ulteriori informazioni: Comune di RoncegnoTerme: tel. 0461 764061 APT Valsugana ufficio di Levico Terme: tel. 0461 727700.
Musica OTTONI DELLA CAPPELLA MUSICALE PONTIFICIA SISTINA Trento. ore 11.00. Chiesa di S. Francesco Saverio. Concerto, Giuseppe Calabrese, direttore. Musiche di: Buonamente, Bach, Haendel, Vecchi, Gabrieli, Monteverdi. In collaborazione con Collegium Musicum Brunico e il Festival Trento Musicantica. Info: www. festivalmusicasacra.eu. Musica IL SENTIMENTO NEL TEMPO INTEGRALE PIANISTICO DI MOZART 7° CONCERTO Rovereto. ore 11. Via della Terra 48, Casa Mozart. Mashimo Wataru - pianoforte. Info: 0464.422719, infoami@mozartitalia.org. Musica LE MUSICHE DI SAN PIETRO Trento. Ore 11. Chiesa di San Francesco. Questo quarto concerto ci proietta ancora più avanti nel tempo, con grandi compositori del Sei e Settecento: gli Ottoni della Cappella Sistina proporranno a Trento le musiche che abitualmente risuonano in San Pietro durante le celebrazioni presiedute dal Papa. Evento all’interno di Trento Musica antica 2020. Inf Musica MASHIMO WATARU Rovereto. ore 11.00. Durante tutto l’anno Casa Mozart aprirà le sue porte per accoglierti con tanti appuntamenti dedicati alla musica classica. Il pianista Mashimo Wataru si esibirà in un integrale pianistico mozartiano - 7° concerto dal titolo “Il sentimento nel tempo”.Informazioni: infoami@mozartitalia. org, mozartitalia.org/it. Teatro ragazzi IL SEGRETO DI ARLECCHINO E PULCINELLA Rovereto. Ore 17. Sala Filarmonica. Ingresso libero con prenotazione fino a esaurimento posti. Il mondo dei burattini come non l’avete mai visto. Di e con Alberto De Bastiani. Età consigliata: 2+. Prenotazioni: sms o whatsapp n. 347.0810647, info@elementareteatro.it.
21 MERCOLEDÌ Musica IL POMO D’ORO Trento. Ore 18 e 20.30. Società Filarmonica. Concerto: Francesco Conti, direttore e clavicembalo. Informazioni: http://www.filarmonica-trento.it.
22 GIOVEDÌ Cultura MUSICA IN CASA THUN Trento. Ore 17. Archivio provinciale di Trento, Via Maestri del Lavoro, 24. Info: 0461 499709, archivio. provinciale@provincia.tn.it.
Musica ROPE TRIO Trento. Ore 20.30. Sala del Falconetto, Palazzo Geremia. Concerto con: Fabrizio Puglisi, pianoforte / Stefano Senni, contrabbasso / Zeno De Rossi, batteria. ingresso gratuito. Informazioni: www. trentinojazz.com/page/confini2020.html.
23 VENERDÌ Musica BAROCCO SACRO: GIOVANNI LEGRENZI Trento. Ore 20.30. Chiesa di San Francesco. Concerto all’interno dell’evento Trento musica antica 2020. Info: www.centrosantachiara.it.
24 SABATO Cultura ALLA SCOPERTA DI ROVERETO Rovereto. Ore 10. Vari luoghi della città. Alla scoperta del territorio, un’occasione di approfondimento per i turisti ma anche per i residenti e i trentini ...Itinerari tra il chilometro delle meraviglie, la città più all’avanguardia del Trentino, quella della seta e di Fortunato Depero. Info e prenotazioni: 0464 430363, info@visitrovereto.it. Enogastronomia FESTA DELLA CASTAGNA Roncegno Terme. ore 10 - 19. Due weekend dedicati alla regina dei prodotti autunnali... LA CASTAGNA. Vieni a scoprire il profumo, il gusto, le curiosità di questo frutto: con lo stand castanicoltori in Piazza Montebello e in Piazza De Giovanni con caldarroste e brulè. Per ulteriori informazioni: Comune di RoncegnoTerme: tel. 0461 764061 APT Valsugana ufficio di Levico Terme: tel. 0461 727700. Musica FEDERICO PULINA: LO STUDIO PIANISTICO Trento. Ore 17.30. Sala Sosat, Via Malpaga. Concerto con: Federico Pulina, pianoforte. Musiche di Ligeti: Studi, I libro / Bruni: Tre Valzer / Chopin: 12 Studi op. 25. Informazioni: www.arsmodi.it/katharsis-2020. Musica CORO CASTEL PERGINE E CORO TORRE FRANCA San Lorezo Dorsino. Ore 14 e ore 15.30. Terzo appuntamento della rassegna “Cori nei Borghi” che vede l’esibizione del Coro Castel Pergine di Pergine Valsugana alle ore 14.00 e del Coro Torre Franca di Mattarello alle ore 15.30. Il concerto è stato organizzato in collaborazione con il comitato Vich Events. Prossimi appuntamenti sul sito della Federazione www. federcoritrentino.it.
trentinoappuntamenti Teatro CATERINA CROPELLI Pergine Valsugana. Ore 20. Teatro. Il Teatro di Pergine accoglie Caterina Cropelli per la seconda data trentina di UploadOnTour! Dopo la partecipazione ad X-Factor 2016 sotto la guida di Fedez e i primi singoli, Caterina ha pubblicato a fine marzo il suo primo disco di inediti, che porta il suo nome. Ingresso gratuito / Info e prenotazione posti su www.centrosantachiara.it.
25 DOMENICA Cultura FOLIAGE TRA CLICK E POESIA Valle dei Vanoi. Foliage e poesia con la partecipazione del poeta Claudio Corona, percorso presso il Giro dei Colmei de Ronc.Poesie e prose che possono essere scelte a tema ambientale, storico, locale e tradizionale. Durata: 2/3 ore | Percorso facile adatto a famiglie con bambini - Possibilità di pranzo o cena in locali della zona. Costo: €10,00 | Bambini fino agli 8 anni gratuito. Info e prenotazioni obbligatorie: ApT Canal san Bovo, Tel. 0439-719041 | vanoi@vanoi.it. Enogastronomia FESTA DELLA CASTAGNA Roncegno Terme. ore 10 - 19. Due weekend dedicati alla regina dei prodotti autunnali... LA CASTAGNA. Vieni a scoprire il profumo, il gusto, le curiosità di questo frutto: con lo stand castanicoltori in Piazza Montebello e in Piazza De Giovanni con caldarroste e brulè. Per ulteriori informazioni: Info: tel. 0461 727700. Musica CORO CROZ DA LA STRIA E GRUPPO LA NOGHERA San Lorenzo in Dorsino. Ore 14. Ultimo appuntamento della rassegna “Cori nei Borghi” che vede l’esibizione del Coro Croz da la Stria di Spiazzo Rendena alle ore 14.00 e del Gruppo Corale La Noghera di Nogaredo alle ore 15.30. Il concerto è stato organizzato in collaborazione con il comitato Vich Events. Ingresso libero.
26 LUNEDÌ Musica LUCAS &ARTHUR JUSSEN PIANOFORTI Trento. Ore 18 e 20.30. Società Filarmonica. Concerto. Informazioni: http://www.filarmonica-trento.it. Teatro ragazzi RICETTARIO DELLE AVVENTURE NOTTAMBULE Rovereto. Ore 17. Fuori dalla Libreria Piccolo Blu, Via Rialto, 47. Letture di favole per bambini che fanno fatica ad andare a nanna. Di Elementare Teatro / Lettura di e con Carolina De La Calle Casanova. Età consigliata: 3+. Ingresso libero con prenotazione fino a esaurimento posti / Prenotazioni:
sms o whatsapp n. 347.0810647, info@elementareteatro.it.
29 GIOVEDÌ Musica SMALL CHOICES Trento. Ore 20.30. Sala del Falconetto, palazzo Geremia. Small Choices è un trio dall’organico cameristico fondato dal bassista e compositore Giacomo Papetti. Informazioni: www.trentinojazz. com/page/confini2020.html.
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30 VENERDÌ Cultura ÖTZI: LA STORIA DELL’UOMO VENUTO DAL GHIACCIO. Riva del Garda. Ore 18. Mag Museo Alto Garda. Angelika Fleckinger, Direttrice del Museo Archeologico dell’Alto Adige, racconterà la storia di una delle più importanti, probabilmente proprio la più celebre, scoperta archeologica avvenuta sulle vette della catena alpina. Info: 0464 573869, info@ museoaltogarda.it. Musica IL TEATRO ALLA MODA DI BENEDETTO MARCELLO Trento. Ore 20.30. Castello del Buonconsiglio. Concerto all’interno dell’evento Trento musica antica 2020. IL TEATRO ALLA MODA DI BENEDETTO MARCELLO. Info: www.centrosantachiara.it.
31 SABATO Cultura ALLA SCOPERTA DI ROVERETO Rovereto. ore 10. Vari luoghi della città. Alla scoperta del territorio, un’occasione di approfondimento per i turisti ma anche per i residenti e i trentini ... Dalla Rovereto nel Secolo dei Lumi alle architetture del MART. Info: 0464 430363
NOVEMBRE 2 LUNEDÌ Musica RENAUD CAPUÇON, VIOLINO DAVID FRAY, PIANOFORTE Trento. Ore 18 e 20.30. Società Filarmonica. Concerto. Informazioni: http://www.filarmonica-trento.it.
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trentinoscoop&news
L’UNIVERSITÀ DI TRENTO PERDE IL PROF. ZUELLI “IL TRENTINO E L’ARTE DI SCRIVERE” LUCIO GARDIN SU RADIO UNO REGIONE, CON ROBERTO VALENTINO ULMINI
LA SCOMPARSA DELL’EX RETTORE
È
scomparso Fulvio Zuelli, professore ordinario di Istituzioni di diritto pubblico per generazioni di studenti e studentesse. Direttore del Dipartimento di Scienze giuridiche e preside della Facoltà di Giurisprudenza e poi rettore dell’Università di Trento dal 1990 al 1996 e dal 2010 professore emerito dell’Ateneo. Per diversi mandati era stato inoltre presidente dell’Opera universitaria. Una delle sue ultime apparizioni pubbliche in città era stata nel novembre del 2014 quando, avendo lasciato da poco la guida dell’ente per il diritto allo studio, aveva ricevuto l’Aquila di San Venceslao dalla Giunta provinciale. Alle espressioni di stima e riconoscenza nei suoi confronti, aveva replicato: «Ho passato in Trentino molti anni, tutti dedicati agli studenti: sono loro la vera università». Con la scomparsa oggi a Trento di Fulvio Zuelli se ne va un personaggio di rilievo per la storia dell’Università di Trento e per lo sviluppo del dialogo con la città. Zuelli era nato a Reggio Emilia il 4 novembre 1941.
Lucio Gardin e Roberto Valentino Ulmini
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a programmazione radiofonica, a diffusione regionale sulle frequenze di Radio1, della Struttura Programmi della Sede RAI di Trento, che prende il via dal primo ottobre e si protrarrà fino alla fine di dicembre, prevede il martedì, alle 12.25: “Disposto a tutto”, sceneggiato radiofonico. Una giovane filmaker accompagna un conduttore in cerca della perduta fama, attraverso il territorio del Trentino alla scoperta degli sport estremi. Segue, alle 12.40: “Il sommario”; spazio dedicato alla comicità dove ospiti surreali, guidati da Mario Cagol, trattano argomenti fantasiosi. Alle 13.20 va in onda: “I grandi trentini raccontano”. Riduzione radiofonica del libro “Camminare nella storia”. Grandi personaggi alla scoperta del TrentinoAlto Adige”. Una guida sui generis del Trentino-Alto Adige, a spasso nella storia, dove turisti illustri del nostro territorio narrano la regione. Il martedì si conclude (inizio ad ore 13.40) con: “Safari letterario: estensioni graduali del libro”. La parola “safari” in lingua swahili vuol dire viaggio, ma è anche una metafora della vita. Il safari letterario esplora le estensioni graduali del libro e gli autori alla ricerca di aneddoti, episodi e ispirazioni che hanno determinato le opere. Il mercoledì si apre, alle 12.25, con: “Il golfo mistico: il bandolo della scena”. Il programma, oltre a fornire un calendario degli appuntamenti, racconta sommariamente anche percorsi di grandi artisti trentini contemporanei. Alle 12.45 si propone: “VivinTrentino”. Tredici puntate dedicate alle tematiche di pubblico interesse relative alla realtà provinciale. Alle 13.20: “Trento: Beethoven racconta Beethoven”, programma sulle Sinfonie di Beethoven e basato su un testo di Alberto Nones, musicologo trentino. Conclude la giornata del mercoledì (inizio ore 13.50): “Il 116
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Trentino e l’arte di scrivere”. Breve spazio dedicato all’ironia e alla comicità con Lucio Gardin e Roberto Valentino Ulmini. Il venerdì, alle 12.25, si propone: “Il cigno nero: l’evento dell’improbabilità”. Un viaggio sui palcoscenici e nelle piattaforme musicali attraverso l’esperienza e gli aneddoti di artisti e musicisti trentini che hanno condiviso spettacoli e performance con i grandi protagonisti dello spettacolo. Alle 12.40: “La manutenzione dell’Universo. Prodigi e misteri di Maria Domenica Lazzeri (1815-1848) e non solo”. Chiara Turrini legge la vicenda umana della donna vissuta nella prima metà dell’Ottocento, protagonista di fenomeni che sfidarono le leggi della fisica. Alle 13.20: “Terre di confine”. Il programma si propone di costruire un ponte ideale fra due realtà a statuto speciale (Trentino e Sicilia), ricche di cultura, natura, tradizioni, sogni e speranze. Il venerdì si chiude (inizio ore 13.45) con: “Sportiva…mente. Storia e attualità dello sport agonistico e amatoriale in Trentino”. Il programma racconta il rapporto tra i vari territori e le discipline sportive, il ruolo sociale dello sport di ieri e oggi, la salute, i grandi campioni e le esperienze di chi vive la pratica sportiva in forma amatoriale.
trentinoscoop&news
LA “BICICLETTA ROSSA” È ANCORA IN GIRO SAT ED ESERCITO INSIEME PER LA MONTAGNA LA SAT E IL 7° REGGIMENTO DEGLI ALPINI AL LAVORO INSIEME PER RIPRISTINARE IL SENTIERO E327 DI ACCESSO AL RIFUGIO CIMA D’ASTA
NUOVA PRESENTAZIONE PER IL LIBRO DI RENZO FRANCESCOTTI
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avanti a un numeroso pubblico, ai Giardini di Bosentino è stato presentato il recente romanzo di Renzo Francescotti, “La bicicletta Rossa” (Curcu Genovese). La presentazione è stata aperta a una breve cerimonia che ha reso omaggiare alla Direttrice della Biblioteca Comunale Altopiano della Vigolana, Franca Rigotti, per i suoi 40 anni di attività. Dopo il saluto delle autorità, si è svolta la presentazione, con la lettura di brani da parte di Chiara Turrini, attrice pilastro del Gruppo Neruda e dello stesso autore. Renzo Francescotti rispondendo anche alle domande del pubblico, ha spiegato come questo suo ”romanzo a racconti” faccia parte delle sue ricerche iniziate quarant’anni fa sulla storia dei rioni antichi di Trento, che hanno sviluppato sia un ciclo di saggi di microstoria, sia un ciclo narrativo che ha prodotto romanzi come Lo spazzacamino e il duce, e questo, sul rione proletario che era il più ”rosso “di Trento, ambientato in gran parte nel Ventennio, che racconta le storie della gente del più piccolo rione di Trento, protagonista Valentino Stolfi, tipografo antifascista, realmente vissuto, come quasi tutti gli altri personaggi. E un nuovo “romanzo a racconti” in uscita, Il traghetto di Piedicastello.
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ono iniziati lunedì 14, e terminati sabato 19 settembre i lavori sul sentiero E327 d’accesso al rifugio Cima d’Asta, nel gruppo montuoso omonimo. Si tratta di un ripristino di notevole entità, che grazie ad una convenzione tra CAI, in aiuto alle proprie sezioni, e Corpo degli Alpini (Comando Truppe Alpine), sta impegnando ogni giorno 10 uomini del 7° Reggimento Alpini di stanza a Belluno e 6-7 volontari della SAT, alcuni appartenenti alla sezione SAT del Tesino ed altri della Commissione Sentieri. Il sentiero parte da malga Sorgazza 1450 metri (a 11 km da Pieve Tesino), segnavia SAT E327, percorre la strada forestale in Val Sorgazza fino alla partenza della teleferica per il rifugio Cima d’Asta e risale “il Bualon”, passa dai ruderi della Baita del Pastore 2131 metri ed in 3 ore arriva al rifugio Cima D’Asta “Ottone Brentari”. “Il sentiero di accesso al rifugio – ha spiegato il Presidente della Commissione Sentieri SAT Tarcisio Deflorian – si sviluppa su un versante molto ripido e a seguito di forti piogge è soggetto a ruscellamenti (particolarmente intensi durante la tempesta Vaia) che hanno creato evidenti danni da erosione al piano di calpestio. Inoltre i molti tornanti che caratterizzano il tratto più ripido del sentiero negli anni sono stati tagliati da scorciatoie che hanno oltremodo danneggiato il tracciato rendendolo
sempre più problematico da mantenere. In passato furono fatti degli interventi anche importanti di manutenzione, ma se tutti gli anni e dopo forti eventi meteo non si svuotano da sabbia e detriti i deviatori per l’acqua, predisposti per salvaguardare i tratti a valle degli stessi, questo sentiero, così come molti altri simili, si deteriora velocemente e rende inoltre assai più scomodo il cammino”. Da giovedì 17 settembre, completata la sistemazione della parte mediana del sentiero a valle dell’ex baito del Pastore, gli alpini e i volontari SAT hanno raggiunto il rifugio Cima d’Asta dove faranno base per gli ultimi due giorni e potranno dedicarsi con minori problemi logistici alla cura dell’ultima parte del tracciato. Sabato 19, sono arrivate infine sul posto anche le alte cariche militari del Reggimento per una supervisione delle attività. A Malga Sorgazza, la cerimonia finale con i doverosi ringraziamenti a quanti i partecipanti e a coloro che hanno reso possibile l’iniziativa. 117
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NEUROMARKETING AL SERVIZIO DEI PRODOTTI FESTA DEL TRENTINGRANA A MALGA JURIBELLO LO SCORSO 12 SETTEMBRE, IL FORMAGGIO TRENTINO “RINASCE” CON UNO STAGIONATO A 30 MESI E TANTE ALTRE SORPRESE
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o hanno chiamato “rinascimento Trentingrana”. Il post-lockdown vede il consorzio dei formaggi trentini rilanciare sui prodotti, con un grana da gourmet, e sul packaging, ovvero le confezioni dei formaggi cambiano per catturare meglio l’attenzione dei consumatori. Con l’aiuto delle neuroscienze. Il 12 settembre, con un evento organizzato a malga Juribello, al cospetto delle Pale di San Martino, le novità sono state presentate alla stampa nazionale e alla Gdo. Trentingrana annuncia la commercializzazione unitaria di tutti i prodotti (grana, burro e formaggi tradizionali) in vigore dal primo gennaio, e a breve la decisione sulla concentrazione del confezionamento in un unico stabilimento. A malga Juribello sono saliti in molti. I vertici e i tecnici del consorzio Concast Trentingrana, i rappresentanti della grande distribuzione e i giornalisti della stampa nazionale specializzata. Giornata di annunci chiamata significativamente “rinascimento Trentingrana”, che sta per rilancio commerciale, riposizionamento del brand, unificazione della commercializzazione 118
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CON IL SUPPORTO DELLA SOCIETÀ TRENTINA NEUREXPLORE
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l sistema packaging dell’intero Gruppo Formaggi del Trentino dopo tanti anni vissuti nel banco frigo con la stessa veste grafica, rinasce in qualcosa di moderno e particolarmente vicino alla sfera emotiva e alle esigenze informative del consumatore. Confezioni che grazie alle proprie caratteristiche grafiche riescono a trasmettere le idee di origine della materia prima, di qualità della filiera, di attenzione per il territorio. Come? Con il neuromarketing, la disciplina che utilizza le scoperte delle neuroscienze per rendere più efficaci la comunicazione aziendale e i processi che guidano gli acquisti. Il Gruppo Formaggi del Trentino si è dunque avvalso del supporto della società trentina Neurexplore – della quale è intervenuta Francesca Perna – per realizzare un nuovo sistema packaging: un progetto di comunicazione fondato su un approfondito studio scientifico, che ha permesso di dare un nuovo volto a Trentingrana. e nuovissime confezioni che permettono di distinguere i vari prodotti: oro e nero e arancione a seconda delle linee di commercializzazione, e sullo sfondo un paesaggio di pascoli e montagne. Uno sfondo di pascoli di montagna reale, quello che ha fatto da cornice alla giornata, la malga Juribello, la malga e agritur di proprietà della Provincia autonoma e gestita da decenni dalla Federazione provinciale allevatori, segnatamente la famiglia Valorz. All’evento del 12 settembre hanno partecipato il presidente della Cooperazione Trentina Roberto Simoni, lo stesso presidente della Federazione allevatori Mauro Fezzi, e per la parte politica il vicepresidente della Provincia autonoma Mario Tonina (“sostenere l’agricoltura è un modo intelligente per garantire non un prodotto ma un territorio”) e l’assessora all’agricoltura Giulia Zanotelli. Insieme a loro il direttore della fondazione Mach Mario Del Grosso Destreri ed altri esponenti del mondo agricolo e cooperativo. A fare gli onori di casa il presidente di Concast Trentingrana Renzo Marchesi e il direttore Andrea Merz, insieme al direttore commerciale Federico Barbi e alla responsabile marketing Anna Rizzi. Il 30 mesi è un prodotto di nicchia perché poche forme selezionate possono raggiungere questo livello di stagionatura: per il 2020 sono previste
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A destra, in cammino verso la malga. Sotto, l’esibizione del Coro Negritella di Predazzo (diretto dal Maestro Mauro Morandini) e il momento conviviale, con l’intervento delle autorità
approssimativamente 2.500 forme sul totale delle circa 100.000 conferite dai caseifici associati, con l’obiettivo per i prossimi 5 anni di raggiungere le 5.000 forme annue. La prima è stata “spaccata” oggi dall’esperto battitore Franco Fattarsi e analizzata nelle sue gustative e aromatiche dal tecnologo Andrea Goss del consorzio. Esame ottimamente superato. “Una novità prodotta nei Caseifici Sociali delle vallate alpine del Trentino – ha spiegato il direttore commerciale Federico Barbi – esclusivamente con il latte di bovine allevate sul territorio, alimentate con fieno, foraggi e con mangimi rigidamente NO OGM, senza utilizzo di insilati.” Ciò fa di questa new-entry un formaggio completamente naturale, preparato solo con latte di montagna, sale e caglio: una produzione all’insegna dell’artigianalità e della genuinità, portata avanti di generazione in generazione secondo i metodi della
tradizione casearia trentina. L’origine e la territorialità sono garantite dal Marchio Qualità Trentino. L’amore per il territorio trentino in un formaggio. Il direttore Andrea Merz ha sottolineato gli investimenti e l’impegno costante nei riguardi della qualità e della sostenibilità. “Una passione – ha affermato – che Trentingrana esprime nell’eccellenza e gusto unico sprigionato dalle sue forme, ma che riguarda tutta la filiera, dalla produzione casearia al benessere animale, fino alle azioni intraprese per il risparmio energetico e la tutela del paesaggio circostante”. Gli allevatori contribuiscono infatti in modo determinante alla salvaguardia del paesaggio, provvedendo allo sfalcio dei prati e alla cura dei pascoli di alta montagna, con importanti benefici per il turismo. Si tratta di attività che hanno oggi una funzione ambientale molto importante, anche per il mantenimento della biodiversità, senza dimenticare la funzione di contrasto al dissesto idrogeologico. 119
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LO “SPAZIO PIERA” RIAPRE I BATTENTI OPERE SCELTE DI ALDO PANCHERI
LA PRIMA INAUGURAZIONE SI TERRÀ DOMENICA 4 OTTOBRE
AL GRAND HOTEL TRENTO, FINO ALL’8 OTTOBRE
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n questa esposizione (Grand Hotel Trento, fino all’8 ottobre) si trova quasi il riassunto di un percorso artistico di Aldo Pancheri, che partendo dagli anni ‘50 arriva fino ad oggi. Le opere esposte sono quindi quelle che meglio rappresentano questi settant’anni di diverse ricerche tecniche ed espressive. Le prime opere sono state commentate con uno scritto di Alfonso Gatto, poeta ermetico salernitano tra i più significativi del ‘900. Nel breve testo che accompagna l’esposizione si scrive: “Il bambino Aldo Pancheri ha una breve carta d’identità, quale possono dargliela i suoi tredici anni vissuti tra scuola e casa, con in mano qualche volta libri d’arte più grandi di lui... Un giorno ci ricorderemo con tenerezza di questo biglietto di auguri scritto per lui in occasione della prima mostra, del nostro incontro col suo volto di bambino triste e stupito.” (Alfonso Gatto, 1954) Condivide lo studio nel periodo giovanile con Aldo Schmid e dal 1972 si trasferisce definitivamente a Milano dove ottiene prestigiosi riconoscimenti vincendo la Decima Edizione del Primio Diomira e due secondi premi al San Fedele. Pancheri che era partito con un stilema legato al frottage di Max Ernst e con una pittura ad olio principalmente su tela, negli anni successivi propone sia opere figurative che opere astratte e lavori dedicati alla poesia visiva, con l’uso soprattutto di pigmenti inerti di origine minerale, pastelli, colori e paste acriliche. In questo modo possiamo dire che Pancheri appartiene alla multimedialità propria della nostra epoca. Dal 2014 si dedica ad Arte Timbrica, movimento artistico da lui stesso inventato. L’Arte Timbrica, come proposta dall’artista, si può applicare sia all’arte tour court sia alla fotografia, ceramica, arredamento, moda e a qualsiasi aspetto dell’arte visiva. Presenza costante per l’attività dell’artista è stato l’architetto Luciano Baldessari.
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on l’autunno il mondo si colora, il portone si spalanca e riprendono le iniziative artistiche di Spazio Piera, in Via Lavisotto 9 a Trento. Per i prossimi mesi è previsto un programma intenso di obiettivi, laboratori ed eventi, ma entriamo nel dettaglio. Il 27 settembre si è tenuto un laboratorio intensivo di muralismo per conoscere la tecnica in ogni sua fase. I partecipanti hanno realizzato insieme all’artista Egeon un intervento murale permanente e approfondiranno la teoria del muralismo. Sono stati selezionati i 5 artisti del progetto Art Cycle: ogni artista realizzerà il suo progetto tra arte e natura e lo esporrà per circa un mese dentro Spazio Piera; in concomitanza con le esposizioni ci saranno iniziative musicali, letture e talk aperti al pubblico. La prima inaugurazione sarà domenica 4 ottobre, ore 17-20, e porterà in mostra l’ultimo intervento pittorico del muralista altoatesino Egeon (foto a sinistra) e l’installazione vegetale del giovane artista Gaspare GIanduia Grimaldi. I due hanno voluto dare un loro personale contributo al tema della sensibilizzazione ambientale come richiesto dal bando di progetto. Art Cycle è organizzato da Spazio Piera e APS Il Funambolo. Si svolge grazie al sostegno del Comune di Trento - Ufficio Politiche Giovanili nell’ambito Piano Giovani di Zona Trento Arcimaga 2020. Per informazioni e iscrizioni: pierartelab@gmail.com
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PREMIATO IL “SANGUE DI DRAGO” DI DONATI SOLO PER CHI SA COME “MANGIARE CON LE MANI”
PER LA GUIDA “I VINI BUONI D’ITALIA” DEL TOURING CLUB
IN VAL DI NON LE TRADIZIONI SI FANNO ARTE. CON UN CURIOSO PROGETTO
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n dialetto noneso, il ‘broilo’ è il giardino-orto dietro casa, quello che da sempre fornisce alla famiglia il cibo da mettere in tavola. “Broilo – Mangiare con le mani” è il progetto proposto dal collettivo UTEMAA (formato da Angelica Stimpfl, Claudia Polizzi e Luca Marignoni) con la collaborazione di Stefano Riba nell’ambito dell’edizione 2020 del bando Generazioni. L’obiettivo è rileggere in chiave artistica il patrimonio culturale materiale e immateriale della Val di Non e in particolare della zona di Vervò di Predaia. La prima fase del progetto è cominciata il 21 settembre scorso, con la residenza artistica di Ruggge (con tre “g”), al secolo Ruggero Asnago, artista poliedrico e orientato agli aspetti relazionali. Per cinque giorni, fino al 26 settembre, Ruggge esplorerà i dintorni di Vervò alla ricerca di personaggi, leggende e tradizioni collegate alla vita rurale nonesa. Lo scopo è trovare, catalogare e collezionare elementi con l’obiettivo di comporre una sorta di cartografia visiva del territorio. I materiali visivi serigrafati, frutto del lavoro creativo di un massimo di 50 persone (10 persone al giorno per 5 giorni), confluiranno in una grande parata che, domenica 4 ottobre, si svolgerà per le vie e i sentieri di Vervò terminando nella piazza cittadina per un momento di presentazione pubblica. L’idea è guidare i partecipanti nella costruzione di un racconto collettivo inedito del paese. Info: angelica.stimpfl@yahoo.it o stefano.riba@gmail.com
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onquista anche la Corona dalla guida I Vini Buoni d’Italia Touring Club il Teroldego Rotaliano doc di Marco Donati “Sangue di drago” che viene così descritto dalla giuria: ”Nel calice, color rubino fitto. Complesso e profondo il ventaglio gustativo, con belle note fruttate di mora e lampone in confettura, cui fanno eco tocchi vanigliati e speziature dolci. Il sorso è varietale e profondo, con centro bocca avvolgente e ben bilanciato tra tostatura e tannicità.” Un premio importante che si aggiunge alla collezione di quelli recentemente ottenuti da questo Teroldego, tra i più prestigiosi La Clessidra di Platino ricevuta a Villa Farsetti e la premiazione della Guida 2020 Best Gourmet di Alpe Adria come miglior vino rosso della guida. Grande orgoglio e soddisfazione per la storica cantina Donati di Mezzocorona, che persegue l’obiettivo della massima qualità dei suoi vini da più di 150 anni.
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Il paradiso dei dolci
“La felicità non si racconta. E’ come una torta di mele che si mangia fino all’ultima briciola rimasta sul tavolo prima di leccare la marmellata dorata che copre le dita.” F R A N Z- O L I V I E R G I E S B E R T
Torna, con il terzo libro, la nostra frizzante e simpaticissima pasticciera Wally. Dopo il successo di “Torte & segreti” e “La dolce magia di Wally” è la volta di “La regina delle torte”, un libro dove trovare tante ricette facili da preparare, che vi faranno fare bella figura a ogni festa durante tutto l’anno. In più utili consigli per torte e biscotti in diverse varianti, per sempio per i vegani e per gli intolleranti a glutine o lattosio. “La regina delle torte” è il tuo terzo libro dedicato alle torte, com’è nata la passione per la pasticceria? Per 11 anni ho lavorato in un bell’albergo a Sesto Pusteria. Lí ho incontrato l’amore, mio marito Norbert. Con lui è nata l’idea di aprire un piccolo bar nella nostra casa di Villa di Sopra, che aveva ereditato dai suoi genitori. Cosí, trentuno anni fa, iniziava la mia avventura di pasticciera con una vasta scelta di dolci fatti in casa, che da subito vennero apprezzati
dai nostril ospiti. È in questo modo che ho scoperto il mio talento per la pasticceria. Con la fantasia e la voglia di fare sono arrivati successi e soddisfazioni, soprattutto con le ricette nate dalla mia inventiva. Sicuramente l’utilizzo di ingredienti semplici e genuini contribuisce a rendere ancora più deliziose le mie torte! Quali sono gli elementi della pasticceria che utilizzeresti per descriverti attraverso i cinque sensi? Partiamo dalla vista. Chi mi conosce personalmente sa che amo i colori vivaci, quindi alla vista apparirei come una torta di frutta fresca con fragole, mirtilli, more e lamponi. Se dovessi descrivermi attraverso il tatto, potrei dire la sensazione che si prova quando, impastando farina, burro, zucchero e uova, si dá vita ad un morbido panetto di pasta frolla. Il sapore è sicuramente quello dei miei dolci, perché li preparo come fossero per me.
DELLA STESSA AUTRICE
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Torte & segreti
L’udito invece mi riporta alla Torta tempesta (trovate la ricetta nel mio libro “La dolce magia di Wally”). Quando la assaggio sento un crepitio nella bocca, dopodiché la meringa si scioglie come neve al sole. In ultimo l’olfatto. Senza ombra di dubbio il profumo di una torta di mele appena sfornata, mi ricorda tantissimo la mia infanzia e per un attimo torno bambina. Amo stare in cucina e avere dei bei ricordi, soprattutto della mia famiglia.
se dovessi scegliere direi la torta Pere & Cioccolato del mio primo libro „Torte & segreti“, la torta al gianduia e il cioccolatino di Wally del secondo libro “La dolce magia di Wally” e del terzo libro “La regina delle torte” mi piace molto la torta alla crema catalana e la torta violetta con i mirtilli, anche il rotolo al limone e zenzero è delizioso. Non riesco proprio a fermarmi, a me piacciono tutte!
Nei tuoi libri ci sono molti aneddoti della tua vita, i tuoi lettori apprezzano? Sí, devo dire che i miei lettori amano molto i miei piccolo racconti, ogni tanto un po’ buffi, inseriti tra una ricetta e l’altra.
Cosa non manca mai nella tua dispensa? Nella mia dispensa trovi sempre: uova, zucchero, farina, burro e frutta di stagione e…una pasticciera molto indaffarate, ma dolce!
Hai una ricetta del cuore tra le tue torte? Quella ricetta che non ti stancheresti mai di fare e rifare mille volte… Devo dire che amo tutte le mie torte, ma
La regina delle torte di Waltraud Tschurtschenthaler fotografie di Valentina Solfrini 176 pagine, 978-88-6839-501-8
Wally, pasticciera per passione e proprietaria di un caffè, svela i suoi dolci segreti. A nuove interpretazioni di classici come La Buona dal Grano Saraceno, Tippete & le Carote o La Linzer si aggiungono le sue stesse creazioni: La Talpa, A Qualcuno Piace Calda, La Albicocca di Wally. Le facili e veloci ricette promettono tanta gioia e buon umore sia nel fare le torte che nel gustarle. Wally inoltre illustra alcuni spaccati della sua infanzia in Sudtirolo accogliendoli in brevi aneddoti. Sara, la fotografa, ha voluto creare e mettere in scena un’atmosfera adatta ad ogni torta con amorevoli decorazioni e cura per il dettaglio. Con alcune ricette senza glutine 208 pagine ISBN 978-886839-174-4
La dolce magia di Wally Un nuovo, meraviglioso libro di cucina scritto dall’appassionata e spiritosa pasticciera Wally che, dopo il successo del volume “Torte & Segreti”, propone ancora una volta ricette semplici e fantasiose, da sfogliare, sperimentare e assaporare, per regalarsi momenti di autentica gioia. Il tutto è accompagnato dal racconto di divertenti episodi della sua spensierata fanciullezza nelle Dolomiti. Un prezioso volume da divorare, cucinare e gustare! 176 pagine ISN 978-886839-308-3
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trentinolibri&musica di Pino Loperfido
sul comodino COME FA, COSÌ AMBIGUA, LA VITA A FARSI AMORE?
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gni desiderio cela una mancanza. Un dolore o uno sconcerto che rimanda ad un’assenza. Una casella vuota nel questionario che ci tocca compilare – nel corso di un’esistenza – sin dal momento in cui veniamo al mondo. Lo sa bene Antonia, 50enne, allevatrice bolognese, alle prese con le acrobazie di una figlia adolescente che, a colpi di digiuni, prova a cancellarla dalla sua vita, a farle pagare caro l’azzardo di averla generata. “Anoressia” la chiama la scienza medica, che guarda caso in greco indica proprio l’assenza di desiderio. Bingo! Ma c’è anche un altro figlio, più segreto, più lontano, che Antonia invece la cerca eccome, ne insegue l’assenza. Quanto può essere lacerata, disorientata e offesa una madre sospesa tra odio e amore? E, a proposito, come fa, così ambigua, la vita a farsi amore? Facciamo così. Prendiamo questo libro di Alessandra Sarchi (“Il dono di Antonia”, Einaudi), chiudiamo gli occhi ed aspettiamo. Si compongono ben presto tenui immagini davanti alle palpebre chiuse. Capretti che nascono, uova – “così perfette, così autosufficienti” – che si dischiudono, totem della maternità in ogni dove. Si respirano creazione e nascita tra le pagine, parole forse non a caso di genere femminile. Forse pure troppo. Al punto che anche le figure maschili in questo romanzo ci paiono talvolta vagamente effeminate. Ma tant’è. È questa una strana vicenda che emoziona, provoca rabbia e paura. Riapriamo gli occhi, adesso. Chiudiamo il libro e mettiamolo sullo scaffale. Respiriamo. Ricordiamo. E piangiamo, forse, alla fine.
la bancarella dell’usato
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Stefan Zweig Il Mendel dei libri
Il titolo in tedesco è Buchmendel. Stefan Zweig lo pubblicò nel 1929 nella raccolta Vier Erzählungen. Nonostante la brevità, in tempi recenti, Garzanti e Adelphi hanno voluto dargli dignità di libro a se stante. La storia è quella di Jakob Mendel, che trascorre le sua esistenza nel Caffé Gluck di Vienna, dedicandosi anima e corpo agli amati libri (a cos’altro, se no?!). Eccolo lì, posto sd una “sconfinata distanza dalla terra”, immerso in un “raccoglimento interiore” che gli fa raggiungere quel che, in ogni vita, è straordinario ed elevato. Un amore che è sacralità e feticismo, ma pure follia. La vita di Mendel, ebreo perseguitato, “deve” essere ricordata e raccontata. “A che scopo vivere, infatti, se il vento che ci sospinge spazza via anche l’ultima traccia del nostro passo?” (P.L.)
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discoteca trentina
di Fabio De Santi
JOBA > “DI PIÙ NON C’È”
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ono cinque i brani che danno forma a “Di più non c’è” il nuovo Ep di Joba. Canzoni che mettono in luce l’attuale dimensione di Giovanni Balduzzi, in arte Joba, cantante di Trento classe 1985, legato ad un pop style che non perde mai di vista la melodia. Un progetto reso possibile dalla collaborazione di Joba con Roberto Lunelli e Andrea Cristofori che hanno curato gli arrangiamenti e altre aspetti della produzione. L’Ep si apre con “Di più non ce n’è” un inno all’amore spiega Joba: “Puro, quello che tutti sogniamo e che trova la sua ragione di vita anche, e soprattutto, nei piccoli gesti”. La passione torna anche in “Profumo d’amore” brano che invita ad afferrare quei ritagli di tempo, nei confronti della persona amata, per evitare di venire inghiottiti dalla frenesia quotidiana. In tracklist poi “Non mi dire di no” scritto dal cantautore durante il lockdown con un invito a restare a casa e rispettare le disposizioni. Il pezzo ha avuto un risvolto benefico per ogni singolo acquisto con il ricavato devoluto alla Protezione Civile Nazionale. Dopo “Come un fulmine”, canzone di rinascita e speranza, le ultime note sono quelle di “ Via di qua” che sottolinea la voglia di Joba di fuggire da un mondo ormai in fiamme, fatto di ipocrisia e prepotenza.
HYPPOCH > “HEAVEN IS FOR YOU”
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a i contorni sonori di “Heaven Is For You” il biglietto da visita di Hyppoch. Un Ep di tre pezzi, registrato in una dimensione home recording, che strizzano anche l’occhio al grunge, attraverso i quali il chitarrista Alessandro Coppola va oltre la dimensione sonora che lo unisce da tempo alla band dei “Mondo Frowno”. Un cd questo realizzato da Hyppoch dopo il terzo posto ottenuto nell’ambito del contest dell’Euregio “UploadSounds” e grazie al quale avrebbe potuto, se non ci fosse stato di mezzo il virus, recarsi a Londra a registrare alcune canzoni. Senza perdersi d’animo Hyppoch ha così scelto tre brani, aiutato anche da Giacomo Pallaver in arte Jack Pallatron V e da Giacomo Toniolli, ed ha pubblicato questo Ep con l’apertura affidata a “JC”: un omaggio al cantante e chitarrista Julian Casablancas, il vocalist degli Strokes uno dei gruppi statunitensi, per me, più ispirati degli ultimi vent’anni. A seguire “Like a Boat”, ispirata da quello che l’artista di Trento definisce “un sogno gelatinoso, distorto e triste” e la title track (quasi) romantica “Heaven Is For You”.
trentinolibri&musica Luigi Sardi Da Hofer a Klotz nel segno dell’Heimat Dall’Anno Nove alla Notte dei Fuochi Curcu Genovese Sappiamo come il dettato della politica abbia modificato la ricostruzione degli eventi storici e lo continuò a fare per via di quell’errore che si propaga, si moltiplica e non viene cancellato. Colpa, forse, dell’indifferenza di personaggi indicati come storici e dei giornali che, pressati dalla necessità di informare il più rapidamente possibile – e in quel passato diventato improvvisamente remoto per l’avanzare della tecnologia – non ebbero il tempo di porsi troppe domande. Perché si doveva raccontare l’attentato, la sparatoria, il rastrellamento, i posti di blocco, gli arresti e non c’era il tempo, e in qualche caso la voglia, per domandarsi perché il popolo del Tirolo si era ribellato – o comunque con il silenzio aveva coperto i partigiani (o ribelli, o terroristi) – agli Italiani.
Terézia Mora Tutti i giorni Keller Il suo nome è Abel Nema. L’hanno trovato in fin di vita appeso a testa in giù in un parco cittadino. È un uomo bello, silenzioso e capace di parlare perfettamente dieci lingue senza tradire il suo accento. Si dice che sia un genio, ma a cosa serve esserlo se la tua vita è cambiata così tanto che nessuno è più in grado di riconoscerti, e nemmeno tu sai più qual è il tuo posto nel mondo? Tutti i giorni di Terézia Mora, salutato in Germania come uno dei casi letterari più importanti degli ultimi anni, ci porta alla scoperta di un personaggio unico, iconico, quasi biblico, di cui sappiamo poco. Sappiamo che Abel Nema è fuggito da una guerra civile, da un paese che non esiste più, e che è approdato nella città occidentale di B. dove vive a contatto con un’umanità che gli somiglia: musicisti balcanici, bande di ragazzini rom, ma anche la dolce Mercedes - che lo sposa con l’intento di salvarlo - e il suo bizzarro bambino Omar che ha rinunciato a un occhio in cambio della saggezza...
di Marco Pontoni
pietre miliari ALLA CORTE DEL RE CREMISI
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uomo del XXI secolo sarà un uomo “schizoide”, i suoi occhi vedranno “innocenti violentati dal fuoco del napalm” e “pire funerarie di politici”. Così annunciavano, nel 1969, i King Crimson, nel loro disco d’esordio, introdotto da una delle copertine più belle della storia del rock, un volto deformato da un grido d’angoscia disegnato dal giovane Barry Godber, che avrebbe fatto di lì a poco una fine prematura. Parliamo di un disco che sfugge ad ogni definizione. Sì, d’accordo, una definizione ci sarebbe: Progressive, rock “progressivo”, che trae ispirazione da altri generi, jazz, musica sinfonica, folk, medioevo (inglese). Ma collocare In the Court of the Crimson King accanto ai lavori di Genesis, Yes, Gente Giant ecc., ovvero degli altri campioni del genere, è difficile. L’apertura è spiazzante, con i sette minuti di 21st Century Schizoid Man, un brano furioso e trascinante, con la voce distorta di Greg Lake a declamare visioni di futuro drammaticamente poetiche e la chitarra di
Roberto Barbiero Valentina Musmeci Storie di clima Testimonianze dal mondo sugli impatti dei cambiamenti climatici Ediciclo Editore Il cambiamento climatico sta interagendo nella vita del nostro Pianeta con impatti sempre più devastanti per la vita delle comunità umane, animali e vegetali. Roberto Barbiero e Valentina Musmeci sono andati a cercare nel mondo donne e uomini che abbiano dovuto portare avanti una difficile lotta ambientale o sociale sul loro territorio a causa dei cambiamenti climatici. Dalla Patagonia alla Finlandia, dall’Uganda al Messico, dal Libano alla Sicilia gli autori hanno raccolto testimonianze vive, attuali, riportando le emozioni e le sofferenze ma anche le soluzioni adottate da queste persone per sopravvivere o comunque cercare di vivere meglio. Queste testimonianze possono insegnarci molto, prima che sia troppo tardi.
Robert Fripp, l’indiscusso leader del gruppo, a tirare le fila. La tensione si stempera sui panorami crepuscolari disegnati dal flauto di Ian McDonald nella ballata successiva, I Talk to the Wind. “Sono all’esterno e sto guardando dentro. Cosa vedo? Molta confusione, disillusione, tutt’intorno a me”. La prima facciata si chiude con la solenne Epitaph, dominata dalle tastiere (di nuovo: “Confusione, sarà il mio epitaffio”), mentre la seconda si apre con una ballata acustica, Moonchild, caratterizzata da una lunghissima coda “rumorista”. L’ultimo brano, quello che dà il titolo all’album è grandioso, solenne e quasi-classico (anche grazie alla nuova strumentazione disponibile, in particolare al mellotron, l’archetipo dei moderni sintetizzatori). Siamo a Londra. Il deus ex-machina di questa avventura, abbiamo detto, è Fripp, chitarrista originalissimo, molto diverso dai guitar heroes di quegli anni, come Hendrix, Clapton, Page. Ma tutti gli artisti riuniti per questo disco d’esordio sono eccellenti, a partire da un incredibile batterista, Michael Gilles, poi persosi per strada. Nonostante non sia un prodotto facile, In the Court è una storia di successo. L’album arrivò al quinto posto nelle classifiche inglesi e ottenne il disco d’oro negli USA. Pete Townshend, che con i suoi Who suonava tutt’altro genere di rock, lo definì “un capolavoro sbalorditivo”. Nel 2019 la band è andata in tour per festeggiare i 50 anni dall’album di esordio. 125
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trentinofocus on
TRENTINO VISTO DALL’ALTO Coordinate: 45.9740968,11.2890864 Altitudine: 485-1248 m s.l.m.
LA TREMOLANTE CARREGGIATA DEL “MENADOR”
Vietata ai deboli di stomaco L’antica salita del Menador, detta anche strada del Kayserjägerweg, era un percorso adibito ad uso militare durante la guerra del 1915-1918, oggi è un imperdibile tracciato panoramico per tutti gli amanti della bicicletta da strada. Costruita a fine Ottocento dai cacciatori alpini asburgici, divenne nel tempo una strategica scorciatoia dagli altipiani cimbri all’alta Valsugana e un percorso di rifornimento per le truppe durante la Grande Guerra. 126
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Si attraversa Caldonazzo in direzione Monte Rovere: da qui inizia la spettacolare salita del Menador che, con la sua lunghezza di circa 10 chilometri con pendenza media del 9.1%. Gran parte della salita è all’ombra del bosco, anche se inizialmente sono presenti dei tratti piuttosto soleggiati. Se la giornata scelta per questa avventura è particolarmente soleggiata è una buona norma avere almeno borracce piene prima dell’ascesa.
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trentinoarte di ROBERTO PANCHERI
taccuino d’arte DUE RITRATTI RITROVATI DI BARTOLOMEO BEZZI Nuova luce sull’attività meno indagata del pittore di Fucine
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ella primavera del 1914 la Biennale di Venezia rese omaggio a Bartolomeo Bezzi riservandogli una sala personale nell’ambito dell’XI Esposizione Internazionale d’Arte. Dopo quell’anno l’attività creativa del pittore s’interruppe bruscamente, a causa dell’aggravarsi della malattia nervosa che lo perseguitava da alcuni anni. Com’è noto, il pittore si ritirò a Cles, nella casa avita della moglie Isabella, dove riuscì a lavorare solo saltuariamente e dove morì l’8 ottobre 1923. A distanza di quasi un secolo possiamo squarciare il velo di riserbo che la letteratura artistica ha finora mantenuto sulla natura di questa malattia: Isabella Dal Lago Bezzi, in una lettera inviata al soprintendente Giuseppe Gerola nel 1922, la definì “nevrastenia”. Fu questo il male che negli ultimi anni immerse l’artista “in un grigio sconforto”, come si legge nella recensione all’esposizione di Bezzi allestita in sua assenza a Milano nella primavera del 1921 alla Galleria Pesaro, apparsa sul Corriere della Sera. A tale proposito il cronista annotò che in mostra non vi era traccia di “una sua rinnovata attività”, giacché “le tele più recenti recano la data del 1914”. Le nostre conoscenze sull’ultimo anno fecondo di Bezzi si sono arricchite grazie alla scoperta, in collezione privata trentina, di un ritratto femminile finora sconosciuto, anch’esso eseguito nel 1914, come ci
assicura la data che accompagna la firma del maestro. Si tratta dell’effigie a mezzo busto di una donna dai capelli castani, la cui identità rimane per il momento ignota. La pennellata è lieve e la tavolozza molto sobria; la resa del soggetto è nondimeno vivace e convincente, come nel già noto ritratto di Vittorio Dal Lago, risalente al 1908, che è il più affine a quello in esame dal punto di vista stilistico. Il ritrovamento ci offre l’occasione di riaprire brevemente il discorso sulla ritrattistica di Bezzi, finora poco considerata dalla critica, anche a causa del numero esiguo di opere pubblicate e direttamente esaminabili. Uno dei più riusciti dipinti del maestro in questo genere, il ritratto di bambina detto La modellina, si conserva a Castel Coredo: la recente apertura al pubblico del castello ci permette finalmente di ammirare dal vero questa importante testimonianza della pittura trentina del XIX secolo. Il confronto tra il dipinto di Coredo, che risale al 1880, e l’inedito Ritratto di donna qui pubblicato, fornisce immediatamente la misura dell’evoluzione della pittura di Bezzi nell’arco di un trentennio. Se negli anni Ottanta la sua ritrattistica sembra nutrirsi di suggestioni desunte dalla Scapigliatura lombarda, al termine della carriera essa giunge a una sorta di scabro chiarismo fotografico, entro il quale anche la tavolozza si ■ riduce all’essenziale.
Bartolomeo Bezzi, Ritratto di donna, olio su tela, 1914. Trento, collezione privata
Bartolomeo Bezzi, Ritratto di bambina detta “la modellina”, olio su tela, 1880. Coredo, Castel Coredo
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# trentinomese
#TRENTINOMESE CONTEST: MERAVIGLIOSA, UNICA VAL DI RABBI... OGNI MESE, LE TRE FOTOGRAFIE PIÙ VOTATE VERRANNO PUBBLICATE QUI. PARTECIPA ANCHE TU AL CHALLENGE DEL NOSTRO MAGAZINE!
@dino_presciutti Al secondo posto: Lago di Carezza, Latemar
@albertoconcini
@_marcelsiebert
Al primo posto: Val di Rabbi
Al terzo posto: Lago di Braies
IL REGOLAMENTO DEL NOSTRO CONCORSO
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eguire la pagina @trentinomese su Instagram; la foto vincitrice sarà pubblicata sulla nostra rivista cartacea il mese seguente alla pubblicazione online; per decretare la foto vincitrice si terrà conto dei “mi piace” ricevuti, dal primo del mese al venti del mese (per esigenze di stampa); solo le foto che saranno selezionate da noi e
pubblicate sulla nostra pagina Instagram @trentinomese potranno partecipare al concorso; per esser selezionati vi ricordiamo di utilizzare il nostro hashtag; ricordatevi di segnalare il luogo o localizzare la foto, saranno valide solamente le foto scattate in Trentino Alto Adige. Grazie a tutti anticipatamente!
trentinoa tavola LA BOTTIGLIA
Cesconi Blauwal Brut
LA RICETTA
Testina di vitello all’agro
“La memoria è un essere capriccioso e bizzarro, paragonabile a una giovane ragazza: ora rifiuta in modo del tutto inaspettato ciò che ha dato cento volte, e poi, quando non ci si pensa più, ce lo porta da sé.” Arthur Schopenhauer.
Cesconi blauwal Brut (chiamate Blauwal dal disegno della balenottera azzurra che appariva sull’etichetta delle prime edizioni, opera del compianto Rainer Zierock) è ottenuto da sole uve Chardonnay della collina di Pressano a circa 300 metri slm. Di un bel giallo paglierino con un piacevole perlage fine e persistente. Vino invitante, loquace, che conferma in bocca la sua indole di grande dinamicità. Naso che esprime le tipicità del vitigno, delicate spezie, seguono accenni di camomilla essiccata al sole e pane grigliato, intrecciato con sentori di mele e pere. Abbinamento:
permetto di suggerire una parmigiana di mare con calamari e guarnizione di burrata, per non farsi mancare nulla! Musica di accompagnamento:
U2, “Acthung baby”.
Per 4 persone
Carne
400 g di testina di vitello (già cotta dalla macelleria) Marinata 1 cipolla (o cipolla rossa, 50 g) 4 C di aceto di vino rosso 6 C di olio pepe appena macinato sale Altro 250 ml di brodo di carne • Tagliare la testina di vitello a fettine (o farla tagliare dal macellaio), disporla su un piatto e bagnarla con del brodo di carne riscaldato. • Sbucciare le cipolle, tagliarle a dadini o a julienne e servire insieme al sale, al pepe macinato sul momento, all’aceto di vino rosso e all’olio. Suggerimenti e consigli
• Servire accompagnando con una insalata delicata e/o dei ravanelli. • Questo piatto è ottimo anche con la salsa verde. Dal volume IL VINO dalla parte del cuore edizioni CurcuGenovese
Variazioni
• Testina di vitello con marinata di pomodori • Per la marinata di pomodori tagliare dei pomodori maturi a dadini. • Versare i pomodori in una ciotola e mischiarli assieme al sale, al pepe, ad uno spicchio d’aglio tritato, a dell’aceto balsamico e al brodo di carne. • Unire metà dell’olio di semi e metà dell’olio d’oliva ed aggiungere qualche foglia di basilico tagliata a striscioline. • Distribuire la marinata di pomodori sulla testina di vitello e servire. • Testina di vitello fritta • Prendere delle fette di testina abbastanze spesse, infarinarle, impanarle con uova e pangrattato e friggerle. • Servirle ancora calde, accompagnandole con insalate di patate e una salsa maionese con capperi, cetriolini ed acciughe. Ricetta tratta dal volume Cucinare nelle Dolomiti edizioni Athesia
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trentinoultima pagina di TIZIANA TOMASINI
lettere da una professoressa ESPERIENZE IN CORSIA Le giornate di una scrutatrice
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uccede che una professoressa possa cambiare anche solo temporaneamente – per una manciata di ore – il suo lavoro, per sperimentare altre modalità. L’idea era balenata quasi per caso qualche anno scolastico fa, a scuola, compilando una modulistica di rito carica di documenti anagrafici degli alunni, in previsione di un viaggio all’estero. “Sembra di essere in un seggio elettorale!” si commentava con le colleghe tra una carta d’identità e l’altra. E proprio tra quelle “sudate carte” era sorta l’ipotesi
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IN UN ALTRO REPARTO INSTALLIAMO UN SEGGIO VOLANTE NELLA SALETTA TV. UNA SIGNORA CI RAGGIUNGE AGGRAPPATA AD UN GIRELLO
– citando anche le indimenticabili pagine di Italo Calvino, ne “La giornata d’uno scrutatore” – di provare a sedere dietro ad un tavolo alle prossime elezioni, tra schede e urne. “Perché non tentare?” Dopo mesi di immobilismo, il desiderio si era avverato. L’iscrizione, la chiamata e l’assegnazione ad una sede elettorale si erano catapultate inaspettatamente sull’inizio dell’anno scolastico come un fulmine su quel cielo già piuttosto torbido della ripresa post Covid. Ma il desiderio di provare era rimasto. Vengo assegnata ad un seggio speciale, definito anche “volante”: non siamo noi ad attendere gli elettori, ma siamo noi che andiamo da loro in ospedale per consentire l’espletamento del diritto di voto. Abbiamo la lista dei reparti in cui recarci con tabelloni, registri, matite e timbri. Con litri di gel e mascherine in 130
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abbondanza, naturalmente. Nel mio ruolo di presidente volante, sono fortunata: sono infatti affiancata da due ragazzi universitari svegli e in gamba. E pure simpatici. Ma veniamo al dunque. L’aspetto tecnico burocratico è complesso, ma con un abile gioco organizzativo di team – dopo qualche inevitabile esitazione – ce la caviamo egregiamente. E che dire dell’aspetto fisico? In tre giorni abbiamo percorso l’equivalente di una mezza maratona, il contapassi del cellulare parla chiaro! Sì perché sali in amministrativi e direzione per prendere i nominativi dei votanti (che si aggiornano ogni due ore circa), localizza il reparto, trova la stanza, fai votare, esci e scendi. Ascensore blu, ascensore metallo, linea gialla e linea verde. In sezione a deporre le schede e poi si riparte. Capita di tornare più volte alla stessa porta, suoniamo e ci presentiamo all’infermiere. Pensiamo che sia un altro posto, invece ci eravamo già stati. “Assomiglia a quello di prima!” “Ma no, è più buio il corridoio!” E invece era l’A anziché il B. Due risate e saliamo. E poi il lato umano, il più impattante. In cardiologia ci spaventiamo più noi quando facciamo quasi sobbalzare una paziente nel vederci sopraggiungere in
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tre nella stanza. Tutto bene, la rassicuriamo e riusciamo anche a farla sorridere, complice il savoir-faire del giovane segretario. E che dire dell’anziano in rianimazione, che è così felice di vederci “…perché siete belli e giovani, senza camici!” Un bel complimento, specie per il più maturo del gruppo, ovvero la sottoscritta. In un altro reparto installiamo un seggio volante nella saletta tv; una signora ci raggiunge aggrappata ad un girello. Sulle prime sembra scorbutica, poi ci confida che ha paura perché tra pochi giorni sarà operata. Tra una registrazione, il solito timbro e qualche sincera parola di conforto la tiriamo un po’ su di morale. E non riusciamo a smettere di ridere quando – presentandole il tabellone con le liste – esprime in modo piuttosto schietto la sua generale idea sulla politica. “Ma quanti sono? Sono tutti …, solo capaci di …” e molto altro ancora. Riprende il suo mezzo borbottando lungo il corridoio, rincorsa dai nostri in bocca al lupo per l’intervento. E sappiamo che sotto sotto le hanno fatto piacere. E ancora. C’è chi racconta pezzi di vita – in dialetto – dietro le sbarre di un letto: “Sì, mi son de… “ E ci fermiamo un attimo in più, a sentire quella storia. Dopo tre giorni siamo ormai una vera squadra: ci muoviamo sulla planimetria dell’ospedale come veterani del sanitario. Schiacciamo bottoni, apriamo porte, facciamo slalom tra carrelli di vassoi ed indumenti, carichi di fascicoli e materiale elettorale. Fino alle ultime firme ed ai saluti. Forse ci rivedremo, forse no. Forse ripeteremo l’esperienza, forse no. Una cosa è certa: in questi giorni abbiamo imparato a lamentarci un po’ meno del nostro quotidiano, pensando a quanto abbiamo vissuto. Usciamo all’aria aperta e toh, c’è ancora il sole.
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