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Al termine del congresso il Presidente della Provincia comunicò all’allora ministro della Sanità Veronesi dell’intenzione di candidare Trento a ospitare un centro di adroterapia. Veronesi finanziò però lo sviluppo di un centro a Milano, poi spostato a Pavia e che diventerà la Fondazione Cnao (Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica). Comunque, Trento continuò a mantenere attivo l’interesse a sviluppare un centro non più di adroterapia, ma di protonterapia, basato esclusivamente sull’utilizzo di particelle radianti di protoni, inviando a fine delle sue esplorazioni un rapporto al Presidente della Provincia a inizio 2002, nove anni fa. Nel 2004, dopo l’istituzione dell’ATrep approvata all’unanimità dal Consiglio Provinciale, compreso il gruppo di

opposizione, venne stipulata una convenzione tra ATreP e Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari, anche se la già allora scarsa convinzione del direttore dell’Apss ha vanificato buona parte delle buone intenzioni della convenzione, che è stata da poco rinnovata formalmente con il dott. Luciano Flor. Dopo qualche difficoltà e retrocessione, dovuta anche alla crisi economica, si è arrivati alla firma ufficiale del contratto con l’Appaltatrice nel 2009 e l’inizio del cantiere nel 2010. Va bene, ma perché costruire un simile centro proprio in una realtà piccola come il Trentino, con una popolazione complessiva di poco più di 500.000 abitanti? M. A. Il Trentino è poco popolato e – rispetto ad altre

zone d’Italia – ci sono pochi casi di tumori all’anno. Il Centro non è quindi una necessità dettata da un’emergenza locale, ma diciamo che nel tempo si sono create una serie di condizioni favorevoli a intraprendere questa direzione. Già gli anni della Bomba al cobalto del Centro Oncologico di Borgo Valsugana, ad esempio, avevano dimostrato come il Trentino fosse sensibile alla ricerca. Inoltre, ora come ora, nel resto del mondo ci si sta muovendo in questo senso verso la terapia basata sui protoni. In Europa ci sono dei centri di protonterapia in Germania, a Monaco che è privato, uno ad Heidelberg e a Essen, oltre che a Orsay in Francia, e infine a Praga. In Olanda si stanno costruendo 4 centri di Protonterapia e il prossimo toccherà alla Svezia, che sta

seguendo da vicino l’evolversi del progetto trentino. R.L. Da aprile l’ATreP ospita una delegazione di 11 fisici medici svedesi, che rimarranno in Trentino per sei mesi, e sottolineo sei mesi, per assistere alle prove di accettazione e collaudo del centro di Trento. Da loro, a Uppsala, inizieranno con i trattamenti nel loro centro nell’estate del 2015, quindi intendono prima osservare da vicino il lavoro del team trentino per seguirne l’esempio nel loro paese. Uno dei primi pazienti che si sottoporrà ai trattamenti del nostro centro, sarà proprio uno svedese. A questo punto, esattamente, in cosa consiste la protonterapia e come si differenzia dalla chemio o radioterapia? Che cosa può offrire in più questo sistema tanto da ritener23

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