TrentinoMese Maggio 2015

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di Renzo Francescotti

CAVALIERE DELLA LIBERTÀ FRANCO BERLANDA, COMANDANTE PARTIGIANO, ARCHITETTO E DOCENTE UNIVERSITARIO, CUGINO DEL PITTORE MARCO, AMICO DI GIULIO EINAUDI E DI ITALO CALVINO. UNA VITA CHE È UN STORIA DA RACCONTARE

V

ive a Torino, dove ha compiuto i 93 anni nel novembre scorso; ma è trentino di famiglia, di nascita e di formazione Franco Berlanda, comandante partigiano, architetto e docente universitario. La passione per l’architettura e per la pittura circola in famiglia: suo prozio è Natale Tommasi, nato a Tavernaro, frazione di Cognola sulla collina est di Trento, morto a settant’anni nel 1923, sovrintendente ai beni architettonici del Tirolo, progettista a Innsbruck del Palazzo delle Poste e del famoso Ferdinandeum, della Basilica della Madonna del Mare a Pola, di Villa Laner a Bolzano; a Trento del collegio delle Dame di Sion (ora sede del Liceo “Leonardo da Vinci”), del Seminario Maggiore e delle chiese di Povo e Miola di Piné…” Il che fa di lui il maggior architetto trentino dell’800. Quanto alla pittura, suo primo cugino 62

tmmaggio

è il pittore trentino Marco Berlanda. Franco – come ricorda Marco – è nato nella casa che i Berlanda possedevano in Via Cavour a poche decine di metri da Piazza Duomo e, dopo aver passato la sua fanciullezza e adolescenza a Trento iniziando il Liceo, verso il 1936 si trasferisce con la famiglia prima a Milano e poi a Torino. Il 10 giugno 1940 l’Italia entra nella Seconda guerra mondiale. Per Franco la chiamata alle armi arrivò a vent’anni, nel ’41, quando frequenta il corso allievi sottufficiali a Merano. Finì con l’addestramento in una batteria di artiglieria alpina, composta di quattro pezzi. Il secondo pezzo era composto tutto da allievi trentini. Fu lì che conobbe il coetaneo Renato Marchi, in una corsa a piedi. Concluso il corso e nominato sergente, lui e l’amico Renato finirono in Val Martello dove ebbero come commilitone Bruno Detassis, che diverrà

uno dei più famosi rocciatori trentini. Fu l’amico Renato a convincerlo ad iscriversi al Politecnico. Iniziò la Resistenza armata e Franco si diede alla macchia facendo il partigiano in Val d’Aosta. “La prima azione fu quella di interrompere strade e linee ferroviarie con delle cariche di dinamite. Partivamo da Cogne e scendevamo in Valle. Una volta con noi c’era il vecchio Franz Elter, allora direttore delle Miniere, che ci aveva istruito all’uso degli esplosivi…Sono di quei mesi l’assalto a Villeneuve, finito senza successi e con il ritrovamento dei nostri morti dell’avamposto alla Vasca… Ho fatto il partigiano a Cogne: conservo alcuni amici nella Valle, mi sento profondamente legato a quella terra. Il fatto di avervi sperimentato per prima cosa gli effetti distruttivi della dinamite per interrompere i binari ferroviari, o di avervi combattuto vedendo il nemico nel bianco degli occhi e portando a casa salva la pelle, mi è di profondo compiacimento.” Quando finì la sanguinosa guerra, Franco Berlanda fu congedato come comandante dei Raggruppamenti 2° e 4° Divisione Garibaldi “Valli di Lanzo e Canavese”. Berlanda aveva partecipato alla Resistenza con l’editore Giulio Ei-


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