trentinoildialettoinforma di RENZO FRANCESCOTTI
il dialetto in-forma GNAMPO, GNARO, GNEGNO E DINTORNI
N
el dialetto trentino esiste tutta una serie sostantivi di connotazione negativa, che indicano una persona non particolarmente sveglia, tutti con l’iniziale gruppo consonantico “gn”: gnampo, gnaro, gnòch, gnègno, gnògno, gnòrlo. Perché tutte con l’iniziale “gn”? Perché l’hanno ricavata dalla radice del verbo latino e poi italiano: ignorare. Da cui tanti termini italiani come ignorante, ignoranza, ignoto ecc. (dal canto mio, ho inventato “ignorantata”), oltre ai sostantivi dialettali ricordati. Che potremmo tradurre tutti con la parola italiana ”sciocco”. Il che vuol dire quello che abbiamo osservato in altre occasioni, ovvero che il dialetto (a differenza di quanto normalmente si crede) è di norma molto più ricco della lingua nazionale per quanto riguarda la varietà dei sinonimi. Ai termini dialettali che iniziano per “gn” ne potremmo aggiungere altri con l’iniziale “e”, come ensemenì, entréch, endrìo; o con la “s” ad inizio di parola; come semplizón, semolón, semo (quest’ultima senza la “sc”, che non esiste in dialetto). Dopo di che, d’accordo, siamo tutti ignoranti: ma in misura diversa. C’è chi sentendosi ignorante, pensando a quanto sia smisurata e incolmabile la misura della conoscenza ha gettato da tempo la spugna e abita soddisfatto la propria ignoranza. C‘è invece chi sa che tra tutti i bisogni, il più alto , il più umano è quello della conoscenza. E per tutta la vita, anche in tarda età, non si rassegna mai, non cessa mai di cercare, di conoscere, capire.
”A propósit de capir: me ricordo na volta i m’ha ciamà ‘gnoco’. Se fussa al feminil e fussa na putèla, saverìa come tòrla. Ma son en ma’scio: come devo tòrla?” Gnoco sappiamo tutti quello ve vuol dire. Non ti piacciono gli gnocchi? “Sì ma lori i voleva dir n’altra roba”. Vuoi dire che parlavano in senso figurato? “Eco: pressapóch… Ensoma i voleva dir n’altra roba. L‘ho sentidi che i se diseva: quel lì l’è en gnoco, el speta che ghe casca i gnochi en boca! E n’altra volta: el se lasserìa magnar i gnochi en testa! Ma ‘sa volévei dir?” Tu non ti preoccupare: comunque tieniti la testa pulita… Dicevo degli ignoranti. Ci sono quelli che, scoprendosi ignoranti si sentono a disagio, cercano di fare qualcosa per almeno limitare la loro ignoranza, comprano qualche libro o vanno prenderlo in biblioteca, vanno a qualche manifestazione culturale o comunque non si rimbecilliscono davanti alla televisione o al bar giocando a carte. Insomma cercano di reagire all’ignoranza sempre più dilagante. “Ensoma, no è né gnampi né gnegni…” Bravo! “Né gnòrli…” Esatto: vedo che sai bene il dialetto. Io lo studio da anni, eppure era molto tempo che non sentivo più usare gnòrlo, un sostantivo ormai desueto. Mai peggio di tutti sono gli ignoranti arroganti: una specie che è proliferata in questi ultimi anni. I suoi esemplari li vedi schierati nei talk-show, lì a sparare cavolate, a insultare gli interlocutori, a esibire volgarità e stupidità in quantità industriali… ”Gnampi che no i è altro!” Hai ragione. Io sono un uomo stagionato che ne ha viste tante nella vita. Ma non mi ricordo di avere visto mai come ai nostri giorni, la stupidità che viene applaudita, che diventa spettacolo, che viene premiata con la notorietà davanti a milioni di persone. “E ‘sa se pòl far?” Mi viene in mente un aneddoto che si riferisce a De Gaulle in un giro elettorale attraverso la Francia. Gli si rivolse un elettore dicendogli: Generale, io avrei una proposta: eliminiamo gli imbecilli!” E De Gaulle gli rispose: ”È un problema troppo complesso!” Tu in ogni caso, vatti a lavare la testa! renzofrancescotti@libero.it
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