TrentinoMese Luglio 2011

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trentinoattualità e due McDonald’s, ma nessuna discoteca”. Il secondo miglioramento è stato venire a vivere vicino a boschi e prati dove si trova benissimo. Gli chiedo se prima di arrivare lì, ha tentato la sorte in Trentino e lui mi risponde che non ci ha nemmeno provato perché, nel regno di Lorenzo III, la cifra sarebbe stata triplicata. Riprendo il viaggio e scendo i tornanti che portano a Falcade. Sta piovendo in maniera “chirurgica“, giusto per rendere la vita difficile a un giornalista che ha dimenticato l’ombrello a casa. Dopo avere visto il primo locale in territorio bellunese, mi piacerebbe fare due chiacchiere con i primi residenti oltre confine, ma le strade sono deserte. Mi fermo in località Fratte, un gruppetto di case vicino alla strada e attaccato al bosco. Tento una sortita verso una delle abitazioni e sotto la pioggia che mi entra nel colletto della camicia, (pensare che a casa ho un ombrello che aperto avrà due metri di diametro), incontro un soldato. Non ho le visioni, e l’ultimo notiziario alla radio non ha parlato di guerre in corso. Si tratta di un pacifico ragazzo che mi dice di essere solo un appassionato della vita militare e al quale piace vestirsi in divisa, anfibi compresi. Il soldato mi scorta a Il Rifugio Fuciade

casa del suo “barba”, come da queste parti chiamano lo zio. Mi accoglie Mario, che non si scompone per la visita fuori programma e anche se preferisce non farsi fotografare accetta volentieri di parlare con me. Gli chiedo come si vive qui e lui mi dice che la differenza con l’oltre confine c’è, ma che alla fine è una questione di campanilismo perché uno può vivere bene dove sta. La crisi del lavoro esiste, ma secondo lui, che lavora nell’edilizia, adesso anche le imprese trentine vengono da questa parte del confine ad aprire cantieri. In Trentino ci ha lavorato anche lui; adesso è in una ditta del bellunese e che alla fine gli va bene così. In questa parte del Veneto lavoro vuole dire Luxottica, la “fabbrica” leader mondiale nella produzione di occhiali, che conta sul pianeta sessantamila dipendenti. Ad Agordo (BL) c’è una delle sue sedi che dà lavoro a quattromila persone, tra le quali anche la moglie di Mario. Le due figlie studiano all’università: una a Trento e una a Feltre (università di Padova) e mi dice che si trovano bene entrambe. La gatta di casa è irrequieta e si fa le unghie sul divano dove sono seduto io. Forse vuole che l’intruso che rompe con le sue domande se ne vada. Mario mi accompa-

Cristian Massarenti e Rosanna Pescosta del Consorzio Turistico Valbiois

gna all’uscita e la pioggia mi accompagna alla macchina. Riprendo la discesa verso Falcade, che è circondato da alcune tra le più importanti vette dolomitiche. La parte alta del paese è stato il primo agglomerato urbano e vi si trovano fienili e costruzioni tipici di questo ambiente alpino. Più in basso, la parte più moderna del paese è adagiata nella vallata ed è cresciuta ai lati della strada provinciale. Arrivo a quello che è il centro amministrativo e turistico di Falcade, dove gli uffici si alternano agli alberghi. L’ufficio turistico è chiuso, mentre è aperto quello del Consorzio turistico Valbiois, che raggruppa oltre cento operatori del turismo di Falcade e della vallata. Cristian Massarenti, del Consiglio di Amministrazione e Rosanna Pescosta dell’amministrazione, mi spiegano che le difficoltà dovute alla crisi economica, ma anche la necessità di farsi conoscere vicino al più “visibile” Trentino, fanno sì che il Consorzio non si occupi solo di promuovere le strutture, ma anche di tenere corsi e fornire servizi. Oltre a inventare e organizzare le iniziative da proporre ai turisti in collaborazione con le Pro loco del territorio: dalle passeggiate, alle visite guidate, alle sagre. Un impegno a tutto campo che è necessario per fronteggiare la concorrenza delle corazzate di promozione turistica del vicino Trentino. Sì, perché il prodotto è lo stesso: le Dolomiti, lo sci, l’enogastronomia, ma il marketing non prevede i

finanziamenti che ci sono oltre confine. E meno male che Falcade condivide con il Trentino il consorzio impianti a fune Tre Valli (Falcade, San Pellegrino, Moena-Lusia) del Dolomiti Superski. E i giovani di queste parti che combinano? I pochi che ho incontrato e che hanno sfidato la pioggia facendo un giro in paese, mi dicono che a Falcade c’è il cinema e che le alternative sono il pub con la musica o la sagra dove fare un gran “ciufui”, cioè un gran casino. Niente di diverso da quello che fanno i ragazzi in Trentino. È quasi sera e a questo punto la strada più comoda per tornare a casa sarebbe quella che scendendo fino a Feltre e poi a Primolano porta alla Statale 47 e alla Valsugana. Ma qui sono vicino ai miei luoghi d’infanzia. E il richiamo è forte: scendo per la Regionale 203 e invece di prendere il bivio per Feltre giro per Agordo, dove sono nato, e passando vicino alla colossale sede della Luxottica salgo per la Provinciale 347 e arrivo a Frassenè Agordino dove mio papà era carabiniere e dove ho vissuto fino ai sei anni. Faccio una tappa piena di ricordi e proseguo, constatando che anche qui l’emigrazione ha svuotato case ed esercizi pubblici. Salgo oltre Forcella Aurina e Gosaldo e attraversando il Passo Cereda arrivo nel Primiero. Ora sono nel ricco Trentino e da qui la discesa è facile fino alla Statale 47 e, quindi, ■ verso casa. 41

tmluglio


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