Rivista "Tradizione Famiglia Proprietà", Ottobre 2004

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nelle leggi, nelle istituzioni, nei costumi dei popoli”.

Plinio Corrêa de Oliveira (1908 - 1995)

per eccellenza e la civiltà per eccellenza. È necessario aggiungere che possono esistere soltanto in popoli cattolici. Infatti, sebbene l’uomo possa conoscere i princìpi della legge naturale per mezzo della ragione, un popolo non può mantenersi durevolmente nella completa conoscenza di essi, senza il Magistero della Chiesa . E, per questo motivo, un popolo che non professi la vera religione, non può praticare durevolmente tutti i comandamenti. Date queste condizioni, e poiché senza la conoscenza e l’osservanza della legge di Dio non vi può essere ordine cristiano, la civiltà e la cultura per eccellenza sono possibili soltanto nel seno della santa Chiesa. Infatti, secondo quanto ha detto san Pio X, la civiltà “tanto è più vera, più durevole, più feconda di frutti preziosi, quanto è più nettamente cristiana; tanto declina, con immenso danno del bene sociale, quanto dall’idea cristiana si sottrae”. (Plinio Corrêa de Oliveira, Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, Roma, Luci sull’Est, 1988, p. 60.)

Oggi non possiamo dire la stessa cosa. Anzi, il mondo di oggi è guidato da una mentalità diametralmente opposta a quella descritta da Leone XIII. Esiste uno spirito di ribellione, di emancipazione da ogni legge, a cominciare da quella divina. Uno spirito che, purtroppo, si manifesta anche in non pochi ambienti cattolici nel movimento di contestazione al Magistero. Questo spirito ha ispirato, per esempio, l’elaborazione della Carta fondamentale dell’Unione Europea. Facendo tabula rasa di tutto un passato, che perfino una persona di media cultura dovrebbe conoscere, la Carta non fa nessun riferimento alle radici cristiane d’Europa. Piaccia o non piaccia a questi signori, è stato lo spirito del Vangelo che, per mezzo della civiltà cristiana, ha realizzato un’opera potentissima di trasformazione di tutta l’Europa. Prima con gli Apostoli, poi con i missionari e con gli imperatori. Ad ottobre, per esempio, Giovanni Paolo II proclamerà beato Carlo I d’Asburgo, ultimo imperatore di Austria-Ungheria. Vuol dire che, fino a non molto tempo fa, c’erano ancora resti di ciò che Leone XIII indicava come qualcosa di molto positivo, vale a dire l’intima unione fra società temporale e società spirituale. Stato e Chiesa sono due società perfette, ognuna nel suo

ambito. Ma, in un certo modo, dipendono l’una dall’altra per il migliore conseguimento dei loro rispettivi fini. La Chiesa si giova del sostegno temporale di una civiltà cristiana, cioè della possibilità di una realizzazione concreta delle verità soprannaturali che insegna. Da parte sua, lo Stato si giova della possibilità di governare un popolo sottoposto ad un’alta autorità morale e spirituale, e che quindi risulta docile alla legge. D’altra parte, l’influenza della Chiesa esercita un freno salutare sui possibili eccessi del potere temporale. Ecco l’esempio di Santa Rosa di Viterbo che, appena diciottenne, affrontava l’imperatore Federico II ricordandogli i propri doveri. Questa fanciulla seppe essere forte a motivo della sua santità. È da questa dimensione spirituale che dobbiamo trarre la forza per difendere la buona causa in qualsiasi epoca della storia. *

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Purtroppo, a partire del secolo XV la Cristianità è stata colpita da un virus che cerca in ogni modo di distruggerla. È la

TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / OTTOBRE 2004 - 15


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