Rivista "Tradizione Famiglia Proprietà", Giugno 2021

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Anno 27, n. 90 - Giugno 2021 Sped. in Abb. Post. Art. 2, Comma 20/C, Legge 662/96 Filiale di Padova

Di fronte alla Rivoluzione del caos e della bruttezza, una crociata angelica

“L’angelica milizia”

Nuovo libro di Plinio Corrêa de Oliveira


Editoriale

Lo scontro di esemplarità

P

ochi anni fa andava di moda parlare di “scontro di civiltà”, idea lanciata dallo storico Samuel Huntington per descrivere il mondo del post Guerra Fredda. Oggi dovremmo parlare di uno scontro assai più profondo e risolutivo, quello fra due esemplarità: quella della Rivoluzione, sempre più caotica e orrenda, che ci porta verso l’inferno, e quella della Contro-Rivoluzione, paradigma di Ordine e di Bellezza, che ci porta verso il Paradiso, verso Dio.

Negli ultimi mesi, la Rivoluzione ha accelerato enormemente la sua corsa, senza che dall’altra parte ci sia stata una risposta all’altezza. Di fronte a movimenti come quelli Woke e Cancel Culture, che vogliono cancellare ogni traccia di civiltà e di Ordine, i cattolici non possono reagire con i mezzi ordinari. Una volta che la Rivoluzione ha mostrato il suo volto totale, la nostra risposta non può essere che totale. Al carattere satanico della Rivoluzione dobbiamo opporre una Contro-Rivoluzione angelica.

“La Rivoluzione ha un substrato satanico, da dove trae la sua influenza sulle anime – scrive Plinio Corrêa de Oliveira – Noi non riusciremo mai a vincerla semplicemente con i trattati dottrinali. Serve una risposta angelica. La meditazione sugli angeli, l’amore per gli angeli, la devozione agli angeli, potrebbero comunicare ai cattolici una sorta di luminosità angelica così splendente da mettere in fuga il demonio. O, alle influenze sataniche, noi contrapponiamo lo splendore dell’innocenza angelica, oppure saremo sempre soprafatti”. Forse non è una coincidenza che, proprio mentre la Rivoluzione compie questo passo, viene alla luce l’ultimo libro di Plinio Corrêa de Oliveira «L’angelica milizia. Gli angeli nel panorama attuale della Chiesa e del mondo», del quale diamo ampia notizia in questo numero della rivista.

Il ricorso al mondo angelico sarebbe anche una risposta ai tanti problemi psicologici dei giovani di oggi. 2 - TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / GIUGNO 2021

Si vede fra i giovani molta frustrazione per il fatto di vivere in un mondo senza angeli. Inizialmente gettatisi tra le braccia della meccanica per sfuggire alla necessità di trascendenza, adesso si stanno gettando tra le braccia della magia. Questo segna un punto di inflessione nella storia della Rivoluzione.

Molti giovani non si sentono più attratti da ciò che offre il mondo moderno. Sono alla ricerca di un altro modello. Purtroppo, in assenza di un orizzonte angelico, spesso si aprono all’orrendo e all’occulto. Ci si domanda se non potrebbero essere, invece, attratti dal meraviglioso, che li inviti ai grandi voli dell’anima e apra per loro orizzonti impensati. Molti si potrebbero convertire. Per loro, la porta d’ingresso alla Fede sarebbe il meraviglioso.

Dobbiamo mostrargli che l’universo non si apre verso il basso, bensì verso l’alto. Non dobbiamo scappare verso l’inferno, ma verso il Cielo. Questo sarebbe il meglio dell’apostolato cattolico. Dobbiamo poter proclamare: Vuoi fuggire dall’inferno del mondo moderno? Contempla il mondo angelico! 


Sommario Anno 27, n° 90, giugno 2021

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Editoriale: Lo scontro di esemplarità Cina e Covid: la zappa sui piedi Cancel Culture USA: i cattolici difendono San Luigi Dall’ambientalismo tradizionale all’ecologismo rivoluzionario «L’angelica milizia» Il ritorno degli angeli Universalità e attualità della missione di Plinio Corrêa de Oliveira Il mondo delle TFP Italia: nuovo libro di Plinio Corrêa de Oliveira Apostolato giovanile Lettera di Ettore Gotti Tedeschi San Michele Arcangelo

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Copertina: Due mondi a confronto: la rivoluzione Cancel Culture e il mondo angelico proclamato dalla Chiesa. Un’opportunità storica per l’apostolato del Bello.

Tradizione Famiglia Proprietà Anno 27, n. 90 giugno 2021 Dir. Resp. Julio Loredo

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Direzione, redazione e amministrazione: Tradizione Famiglia Proprietà - TFP, Via Nizza, 110 — 00198 ROMA Tel. 06/8417603 Aut. Trib. Roma n. 90 del 22-02-95 Sped. in abb. post. art. 2, Comma 20/C, Legge 662/96 — Padova Stampa New Everprint srl, Via Guido Rossa, 3 - 20061 Carugate MI TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / GIUGNO 2021 - 3


Attualità

Cina e COVID: la zappa sui piedi

C

on grande apparato mediatico, a metà gennaio è stata diffusa la notizia di una missione OMS in Cina, composta da scienziati di varie nazionalità, allo scopo di indagare sulle origini della pandemia da COVID-19, proprio lì dove tutti sospettano sia iniziata: Wuhan. Erano previste tappe in diversi ospedali, laboratori e mercati. Da parte loro, le autorità cinesi si erano impegnate a collaborare pienamente, mettendo a disposizione tutti i registri scientifici e facilitando incontri faccia a faccia con studiosi locali. La missione era stata preceduta da un lungo negoziato – non esento da intoppi – fra la Cina e l’agenzia sanitaria dell’ONU. Per la Cina, le indagini dell’OMS a Wuhan erano politicamente molto sensibili. Pechino, infatti, è sospettata di avere gestito male la fase iniziale dell’epidemia, e addirittura di avere fabbricato il virus, accuse sempre respinte dalle autorità comuniste. La missione dell’ONU era un’opportunità storica per chiarire la situazione. Per la Cina, una “formula assolutoria” avrebbe significato un gigantesco trionfo diplomatico.

Le difficoltà sono iniziate già durante i negoziati, definiti dal Segretario generale dell’OMS, Tedros Ghebreyesus, “schietti” (invece del tradizionale “schietti e amichevoli”). Non sono poi mancate le polemiche politiche. La Cina aveva avvertito gli Stati

di Raffaelle Citterio

Uniti di non politicizzare la pandemia, dopo che la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, aveva chiesto agli esperti dell’Oms giunti a Wuhan di “andare a fondo” nella ricerca sulla diffusione del virus.

Le cose, però, non sono andate come sperato dai mandarini di Pechino.

Già durante la permanenza della missione in territorio cinese, le poche dichiarazioni filtrate, apparentemente positive, denotavano un forte disagio sottostante. Mentre alcuni membri auguravano alla missione “un esito felice”, altri la definivano “un grande passo avanti”. Era ovvio che non si volesse irritare la dittatura comunista. Qualche parola di fastidio, però, è finita per filtrare. Lo scienziato Peter Daszak ha parlato di “discussioni schiette” con colleghi locali. Un altro si è lamentato del “programma di contatti ancora opaco”. Lo stesso Tedros Ghebreyesus si è dichiarato “irritato”. Più passavano i giorni, più crescevano le voci discordanti sui metodi e sui risultati.

La bomba, però, è esplosa quando i membri della commissione sono tornati a casa. Liberi dalle grinfie di Pechino, hanno pubblicamente denunciato che le autorità cinesi “hanno rifiutato [di condividere, ndr] alcuni dati chiavi” per le loro indagini. Uno dei membri della squadra, il microbiologo Dominic Dwyer, ha denunciato che a fronte della domanda di ottenere i dati grezzi sui pazienti dei primi casi, agli esperti sarebbe stato dato dai cinesi solo un riassunto. Lo stesso capo della missione, Peter Ben Embarek, ha espresso la sua “frustrazione” per la mancanza di accesso alle informazioni richieste. In dichiarazioni alla CNN, Embarek ha dichiarato che i numeri che la missione OMS ha ri“La Cina non ha divulgato i dati della pandemia, né allora né adesso” Dominic Dwyer, membro della missione OMS

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“Il nostro vaccino non ha un indice di protezione molto elevato”

Gao Fu, direttore del Centro nazionale di controllo e prevenzione delle malattie di Cina

scontrato a Wuhan non corrispondono a quelli diffusi dal Governo. Secondo lui, la pandemia era già fuori controllo nel dicembre 2019. Embarek non solo critica la mancanza di trasparenza delle autorità cinesi, ma anche la loro scioltezza nel manipolare i dati scientifici. Per esempio, di fronte a 72.000 contagiati a ottobre, le autorità cinesi ne hanno riconosciuto come pazienti COVID appena 92. “Vorremmo sapere con quale criterio sono passati da 72mila a 92”, ha dichiarato non senza ironia Embarek. Altrettanto schietto, in dichiarazioni all’agenzia Reuters, anche Dominic Dwyer ha accusato la Cina di non divulgare i dati della pandemia “né allora né adesso”.

Anche dagli Stati Uniti sono giunte pesanti critiche. Un portavoce ha espresso “preoccupazioni” sull’esito dell’indagine condotta in Cina e “interrogativi” su come sia stata portata a termine, evocando lo spettro di “interventi o alterazioni” da parte del governo cinese. Per bocca del consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, l’Amministrazione Biden ha chiesto a Pechino che “renda disponibili i suoi dati fin dai primi giorni dell’epidemia”.

Alla fine, il Segretario generale dell’OMS è stato costretto a dichiarare che “tutte le ipotesi rimangono aperte e richiedono ulteriori analisi e studi”. Quindi, siamo in alto mare, con tutti i sospetti sulla Cina non solo non fugati, ma anzi rafforzati. Altro che sentenza assolutoria! Mentre la Cina faceva così una figuraccia planetaria, un altro scandalo scoppiava tra le mani di Xi Jinping.

popolazione. Eppure, è alle prese con una terza ondata che ha sorpreso gli esperti, facendo saltare in aria tutte le proiezioni. Come mai? La risposta potrebbe trovarsi in alcuni studi che stanno venendo adesso alla luce sull’efficacia del vaccino cinese, il più usato in America Latina. Supera appena il 50%! Niente a confronto, per esempio, dell’efficacia del vaccino Pfizer BioNtech, che è del 97%.

Il campanello d’allarme è suonato in Brasile. Un ampio studio condotto da un pool di specialisti e pubblicato dall’Agência Nacional de Vigilância Sanitária, ha rivelato che l’indice di efficacia del vaccino cinese è del 50,38%, appena sopra il limite OMS per essere considerato un vaccino, cioè il 50%.

Costretta dalla cattiva pubblicità, la Cina ha dovuto fare un mea culpa. Gao Fu, direttore del Centro nazionale di controllo e prevenzione delle malattie, ha dovuto ammettere: “Il nostro vaccino non ha un indice di protezione molto elevato”. 

Da qualche tempo i virologi s’interrogavano su alcuni paradossi della pandemia da COVID 19 come, ad esempio, quello cileno. Il Cile è il terzo paese al mondo per numero di vaccinati in proporzione alla “I numeri che la missione OMS ha riscontrato a Wuhan non corrispondono a quelli diffusi dal Governo cinese”

Peter Ben Embarek, membro della missione OMS TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / GIUGNO 2021 - 5


Attualità

Cancel Culture: una Rivoluzione che può travolgere anche l’Europa

di Samuele Maniscalco Nel mondo anglofono è in atto una Rivoluzione che vuole cancellare ogni traccia di civiltà. E le prime avvisaglie si fanno già sentire nel Vecchio Continente. Siamo preparati per affrontarla?

N

el mondo anglofono, sulle due sponde dell’Atlantico, sta imperversando una sorta di tentativo di un nuovo ’68. Viene denominato a volte movimento Woke (risveglio), a volte in modo ben più radicale Cancel Culture. Sono la cultura e la civiltà occidentali che vanno cancellate.

Anti-razzismo o anarchismo?

Meno di un anno fa abbiamo assistito attoniti alla vandalizzazione e in alcuni casi alla distruzione di numerosi edifici e all’abbattimento simultaneo di decine di statue pubbliche su suolo statunitense per mano di Black Lives Matter e Antifa, collettivi ri6 - TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / GIUGNO 2021

conducibili a un elemento centrale che fa da denominatore comune al fenomeno che ci accingiamo a descrivere.

Qual era la colpa dei personaggi presi di mira? A detta dei manifestanti erano tutti accusabili di varie forme di razzismo. Lo stesso razzismo che, secondo Black Lives Matter, permea profondamente la società americana e che avrebbe portato un polizotto bianco a uccidere un afroamericano inerme: George Floyd.

L’uccisione del signor Floyd, alimentata da una narrativa incandescente, ha spinto miglia di americani a scendere in piazza in nome di una causa in sé giusta, quella dell’antirazzismo.


Ma come in ogni rivoluzione che si rispetti gli elementi moderati del movimento sono stati fagocitati quasi subito da quelli più radicali, che hanno letteralmente messo a ferro e fuoco molte città nord-americane.

Lo zelo rivoluzionario che anima le “imprese” di questi gruppi prende il nome di Cancel Culture, alla cui base troviamo l’ideologia sinistrorsa denominata Woke, termine entrato fin dal 2017 nell’Oxford English Dictionary col significato di “essere vigile contro la discriminazione razziale o sociale e l’ingiustizia”. L’ideologia Woke mette sotto accusa tutto il passato dell’Occidente, principalmente ciò che viene denominato “suprematismo bianco”, identificando quest’ultimo con le strutture legali e culturali oggi vigenti che, secondo i fautori di questa teoria, debbono essere abbattute per capovolgere l’equazione di potere oggi dominante.

In realtà, questa neo-rivoluzione accusa in genere l’uomo occidentale di possedere una mentalità eurocentrica che discrimina in modo intrinsecamente iniquo tutte le “identità sociali” minoritarie, che vanno dalla razza all’orientamento sessuale, ma anche alla religione e via dicendo.

La Cancel Culture è la ribellione che dovrebbe mettere fine a questa situazione e se per ora si manifesta principalmente nel mondo anglofono, è destinata a un redde rationem in tutto quel mondo che un tempo si denominava “civiltà cristiana”.

Il paradosso sta nel fatto che fiorisce più negli ambienti degli accusati che in quello degli accusatori.

Molti europei ritengono improbabile che questo fenomeno di violenza culturale e fisica – di chiaro stampo neo-marxista – possa fare breccia in Europa: in fondo, crediamo di avere troppa storia e troppa cultura per accettare una simile distruzione del nostro retaggio. Eppure la Rivoluzione Francese è nata proprio qui da noi, in Europa. Così come il Manifesto Comunista di Engels e Marx e pure il ‘68.

E come l’assalto alla Bastille ebbe un’importanza più simbolica che reale nello scardinamento dell’Ancien Regime, così l’odierna demolizione dei simboli potrebbe non essere una reazione isolata o passeggera ma l’inizio di un movimento destinato a scombussolare il cosiddetto “primo mondo”.

“Churchill was a racist”

Statua di Sir Winston Churchill a Westminster vandalizzata dai militanti di Black Lives Matter Rigetto del razzismo? Oppure odio a ciò che Churchill rappresenta?

TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / GIUGNO 2021 - 7


Attualità

La Rivoluzione sta mostrando, sempre di più, il suo vero carattere: aggressivo, rancoroso, intollerante, dittatoriale A sin., militanti lgbt aggrediscono un membro della TFP olandese

Le origini

Questa nuova rivoluzione non è infatti nata nei mesi scorsi. I prodromi possono farsi risalire a quasi un decennio fa.

Alcuni ne datano l’inizio al 2013, il momento in cui la cosiddetta Generazione Z arrivò all’università. Le persone nate dopo il 1995 sarebbero state istruite in un contesto sociale e tecnologico senza precedenti le cui conseguenze stanno ora emergendo.

Già nel 2014 fioccavano le iniziative nei campus americani per annullare l’invito a oratori e docenti non in linea con i dettami della Cancel Culture. L’accusa era che il loro messaggio in qualche modo opprimeva il corpo studentesco.

Secondo i calcoli di FIRE, un gruppo che difende la libertà di espressione nelle università statunitensi, tra il 2000 e il 2018 sono state ben 379 le iniziative per annullare gli inviti a parlare nelle università, la maggior parte però dal 2013 in poi. Di queste richieste, quasi la metà ha avuto successo. Dell’altra metà, degli eventi che si sono verificati, circa un terzo è stato sabotato o fortemente soggetto a protesta.

Un altro fenomeno inquietante era la comparsa di richieste, in molte università, di inserire degli avvertimenti nei materiali di studio sui contenuti che potevano ferire la sensibilità degli studenti. 8 - TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / GIUGNO 2021

Così, sul famoso romanzo abolizionista La capanna dello zio Tom bisognava avvertire in anticipo degli epiteti razzisti contro i neri per evitare che alcuni studenti di colore si sentissero umiliati. Eppure stiamo parlando un libro scritto contro la schiavitù!

Dalle università americane questo cancro si è poi diffuso ad ogni latitudine lavorativa, testate giornalistiche comprese. Facciamo appena un esempio.

Un giornalista di The Intercept, Lee Fang, parlando con un afroamericano dell’uccisione di George Floyd, ha offerto una narrazione diversa su Black Lives Matter e sulla violenza della polizia. “Perché la vita dei neri è importante solo quando un uomo bianco se la porta via?” ha chiesto l’intervistato. “Se un uomo bianco mi toglie la vita stasera, sarò su un telegiornale nazionale, ma se un uomo di colore me la toglie, forse non se ne parlerà nemmeno”.

Con tutta evidenza non si trattava dell’opinione del giornalista, ma di una delle sue fonti. Ma dargli spazio è stato sufficiente per molti colleghi di Fang per rivoltarsi contro di lui e diffamarlo pubblicamente.

La sua collega Akela Lacy ha accusato Fang di “usare la libertà di espressione per proporre l’antiblackness” e ovviamente di essere un razzista. Non si trattava di un’opinione isolata. Una cascata di giornalisti di The Intercept e altri media come il New York Times o il canale MSNBC si sono lanciati contro il giornalista.

Fang, che è asiatico e apertamente progressista, ha dovuto pubblicare delle scuse e lamentarsi della sua “insensibilità verso le esperienze degli altri”. Siamo alle autoaccuse pubbliche di stampo maoista…ma negli USA! (1)


Una battaglia ideologica

L’ideologia Woke è tanto più pericolosa per la prima potenza mondiale in quanto viene utilizzata dai paesi antagonisti per ribaltare la narrazione degli eventi. Nel primo faccia a faccia Usa-Cina ad alto livello della presidenza Biden, tenutosi a favore di telecamere a Anchorage, Alaska, alle critiche americane per le violazioni dei diritti umani in Cina, il numero uno della politica estera del Partito Comunista Cinese, Yang Jiechi, ha risposto:

“Speriamo che gli Stati Uniti faranno meglio (…) ci sono molti problemi negli USA per quanto riguarda i diritti umani (…) le sfide che gli Stati Uniti devono affrontare in materia di diritti umani sono profonde. Non sono emerse solo negli ultimi quattro anni, come Black Lives Matter. Non è emerso solo di recente”.

Giustamente Gerard Baker, ex direttore del Nella Cancel Culture, l’odio gareggia con l’ignoranza Wall Street Journal, ha commentato l’episodio asserendo che “Le élites culturali dell’Occidente stanno Sopra, San Junípero Serra, apostolo della California, accusato di essere un “assassino” quando, in regalando la corda di Lenin”, in riferimento alla farealtà, fu uno strenuo protettore degli indios, mosa sentenza del rivoluzionario russo “I capitalisti scrivendo pure la “Dichiarazione dei Diritti ci venderanno la corda con cui impiccarli”. Come può infatti una nazione prevalere in una battaglia ideologica quando i suoi stessi leader credono che i valori su cui si basa siano malvagi?

Alle nostre latitudini abbiamo già esempi di come questa pericolosa ideologia autodistruttiva stia cercando di fare breccia nelle nostre società.

degli Indigeni”

Sotto, Miguel de Cervantes, tacciato di “bastardo” per il solo fatto di rappresentare la cultura ispanica

Nel Regno Unito la moda di vandalizzare le statue di personaggi ritenuti colpevoli di razzismo non ha risparmiato un mito nazionale come Winston Churchill. Il culmine di questa guerra ideologica è però sfociata in un attacco alla monarchia britannica sferrato dalla duchessa di Sussex, Meghan, in una recente intervista a Oprah Winfrey in cui la moglie americana del principe Harry ha accusato di razzismo i membri della famiglia reale. Una ferita che ha già portato alcuni autorevoli commentatori a ipotizzare l’inizio della fine della monarchia britannica (2).

Ma anche in Francia le cose non vanno meglio. Nathalie Heinich, sociologa della Sorbona che ha contribuito a creare un’organizzazione contro il «decolonialismo e la identity politics», ha spiegato al New York Times che alcuni incidenti sono stati «traumatici» per la comunità di professori dell’università parigina. TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / GIUGNO 2021 - 9


Attualità

USA: i cattolici difendono San Luigi

“R

azzista! Maiale! Omofobo! Fascista! Pedofilo!”

27 giugno 2020. Una folla inferocita di militanti di Black Lives Matter ha preso d’assalto la statua di San Luigi IX, Re di Francia, che campeggia a Saint Louis, capitale del Missouri. Al suon di tamburi tribali, i manifestanti hanno gridato anche oscenità e utilizzato bombolette di vernice per vandalizzare il monumento.

Avvertiti dal tam tam sui social, un centinaio di cattolici – tra cui i membri della TFP locale – sono subito accorsi, formando un “cordone sanitario” attorno alla statua, simbolo della città e della Fede. Mentre pregavano il Santo Rosario, sono stati diverse volte assaliti in modo violento dai manifestanti. Un anziano signore è stato così fortemente malmenato da finire in ospedale (foto sotto).

“Nei miei ottantuno anni non ho mai visto tanta rabbia e tanto odio – ha dichiarato il prof. Howard Whitcraft, veterano membro della TFP americana e residente a Saint Louis – Lì, ai piedi della venerabile statua di San Luigi, ho visto il Male in faccia”. Alla fine, di fronte alla serena perseveranza dei cattolici, i militanti anarchici si sono dileguati, non senza minacciare: “Dovresti essere impauriti! Non vi immaginate la violenza di cui siamo capaci!” 

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Luigi XIV o Luigi 14?

Non è la stessa cosa...

“Ci sono stati una serie di incidenti estremamente traumatici per la nostra comunità e che fanno tutti parte di quella che viene chiamata Cancel Culture”, si rammarica la sociologa.

La Heinich si riferisce al fatto che alcuni attivisti hanno impedito la rappresentazione di una commedia di Eschilo perché contestavano l’uso di maschere e trucco nero da parte di attori bianchi; altrove, rinomati oratori hanno visto annullati i loro inviti a seguito delle pressioni degli studenti. Secondo la sociologa francese questi sono esempi dell’irruzione dell’ideologia Woke nella società francese. A volte però si rasenta la stupidità (e forse l’obiettivo è proprio quello: livellare fino all’istupidimento generale).

È infatti notizia di pochi giorni fa che il Museo Carnavalet di Parigi abolirà i numeri romani dalle scritte esplicative in favore di quelli arabi. Motivo? “Perché i numeri romani possono essere un ostacolo alla comprensione”, ha detto Noémie Giard responsabile del servizio pubblico del Museo. Così Luigi XIV diverrà Luigi 14. (3)

Non è forse anche questa una forma di Cancel Culture? Non è effettivamente vero che il Museo Carnavalet potrebbe essere accusato di razzismo se non livellasse la conoscenza di tutti verso il basso anziché dare a ognuno gli strumenti per innalzarsi al di sopra delle proprie scarse conoscenze culturali?

Da dove viene tutta questa smania di ‘cancellare’ il passato, di distruggere tutto ciò che le generazioni passate hanno edificato con fatica, consegnandoci una tradizione millenaria affinché noi la custodissimo e la accrescessimo? La risposta, per chi studia la storia con gli occhi di Dio, a ben vedere è solo una.

Quando l’uomo si allontana dalla Chiesa e dalle fonti della grazia, è inevitabile che il suo ideale di vita cominci a declinare fino ad arrivare all’abbassamento estremo di sognare una vita primitiva che ri-

fiuta ogni arte, come un’impostura che distoglie dalla volgarità della vita reale.

È da questo rifiuto pieno di odio che deriva, in definitiva, il rancore contro le élite, oggi così tanto necessarie e vitali per opporre una visione alternativa e vera al baratro che rischia di travolgere anche l’Europa (4).

Da cinque secoli siamo in guerra contro potenze umanamente a noi superiori. Ma da cinque secoli le generazioni di coloro che hanno deciso di militare nelle schiere della Regina del Cielo sanno che il loro sacrificio non sarà vano. Dio ha già vinto e presto o tardi, con le buone o con le cattive (5), la civiltà cattolica austera e gerarchica risorgerà dalle sue ceneri ancora più splendente e più forte di prima.  Note

1. Un altro caso di queste settimane ha visto come protagonista la direttrice d Teen Vougue. Cfr. La direttrice di Teen Vogue lascia per i Tweet razzisti scritti quando aveva 17 anni, Viviana Mazza. Corriere della Sera 20 Marzo 2021. 2. Il Regno Unito e la Monarchia. Uno spettacolo, per quanto ancora?, Sergio Romano. Corriere della Sera 21 Marzo 2021. 3. «Luigi XIV? Non si capisce più». Parigi abbandona i numeri romani, Stefano Montefiori. Corriere della Sera 17 Marzo 2021. 4. Sull’importanza delle élite consigliamo la lettura dell’opera di Plinio Corrêa de Oliveira, Nobiltà ed élites tradizionali analoghe nelle allocuzioni di Pio XII al Patriziato ed alla Nobiltà romana sul loro ruolo in una società organica. 5. Ci riferiamo ai castighi annunzianti dalla Madonna a Fatima se il mondo non si convertirà e farà penitenza per i suoi innumerevoli peccati. TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / GIUGNO 2021 - 11


Attualità

Dall’ambientalismo tradizionale all’ecologismo rivoluzionario

Intervista a Guido Vignelli sui pericoli del “Great Reset” Da pochi mesi è uscito un libretto di Guido Vignelli che confuta l’ideologia e il progetto politico dell’ecologia radicale: «Da Dio al Bio. L’ecologismo come religione del nuovo ordine mondiale» (Il Maniero del Mirto, Roma 2020). Cogliamo l’occasione della “Giornata della Terra” per parlare con l’autore di questo argomento di grande attualità. Lei stabilisce una differenza tra il vecchio ambientalismo e il nuovo ecologismo; di cosa si tratta?

Il vecchio ambientalismo era una difesa della natura e delle attività umane primarie (agricoltura, allevamento, pesca, artigianato) dalla invadenza della urbanizzazione e della industrializzazione col conseguente degrado ambientale provocato dall’inquinamento. Il nuovo ecologismo invece non mira a tutelare la “casa comune” dei viventi mediante un’armonica e gerarchica convivenza tra l’uomo e la natura, ma mira ad emarginare l’uomo dalla natura, negandogli ogni diritto non solo di governo ma anche d’intervento. L’ecologismo radicale mira non tanto a salvare la natura dall’uomo, quanto ad asservire

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l’uomo alla natura, a degradare la vita umana al livello istintuale, selvatico, animalesco. Si tratta di una rivoluzione antropologica che tenta di abbattere l’ultima disuguaglianza rimasta nella gerarchia del creato: la signoria dell’uomo sugli altri esseri viventi. Cos’è questa ecologia di cui tanto si parla? È una scienza, una filosofia, una religione?

L’odierna ecologia si presenta come scienza dell’ambiente naturale e dei rapporti tra il mondo, le sue parti e i viventi che l’abitano, specialmente l’uomo. Ma i presupposti scientifici degli ecologisti servono solo a dare un’apparenza di oggettività e indiscutibilità alle loro posizioni e scelte operative, approfittandosi del fatto che, dopo la crisi delle


“In realtà, l’ecologismo è una cosmologia alla rovescia che sovverte la tradizionale concezione dell’uomo come signore e custode del creato, trasformandolo in servo della natura”

ideologie, la gente attribuisce ancora una sorta d’infallibilità a oracoli scientifici che però poi si rivelano sbagliati

In realtà, l’ecologismo è una cosmologia alla rovescia che sovverte la tradizionale concezione dell’uomo come signore e custode del creato, trasformandolo in servo della natura. Partendo dal presupposto che “tutto è connesso”, l’ecologismo diluisce l’umana dignità nel calderone dell’ambiente (sia umano che naturale), per cui individuo, famiglia e società sono solo manifestazioni del mondo animale, vegetale e minerale. Ecco perché i capi dell’ecologismo radicale si comportano come guru di una religione cosmica che venera l’idolo della Madre-Terra (Gaia, Gea o Pacha-Mama). In questo modo, si tenta di ricuperare le origini gnostiche (ossia irrazionali) della Rivoluzione anticristiana, presentandosi come fautori di una pseudo-religione dedita al culto della Natura. Quando nasce questo ecologismo antiumano?

Alla fine degli anni 1960, le moderne promesse di pace, sicurezza e ricchezza si erano rivelate deludenti e la gioventù contestatrice reagì passando da un eccesso di civiltà a un eccesso di barbarie. Alcuni movimenti rivoluzionari nati dal ’68 rovesciarono la loro prospettiva progressista e tecnologica in una prospettiva regressista e tribale, passando dal marxismo all’ecologismo, dall’antropo-centrismo al cosmo-centrismo. Avendo fallito nel tentativo di costruire una nuova civiltà, oggi quei movimenti ripiegano nel “decostruire” la residua civiltà cristiana al fine di sostituirla con un’anti-civiltà tribale, come il prof. Plinio Corrêa de Oliveira aveva denunciato fin dal 1977.

È credibile l’ecologia in salsa cattolica oggi propostaci?

Sull’onda della nuova “teologia della liberazione” latino-americana, oggi la Gerarchia ecclesiastica tenta di adattarsi alla moda culturale inventando una “ecologia integrale”, ossia una ideologia capace di conciliare primitivismo e pauperismo col mantenimento delle “conquiste sociali” della civiltà del benessere. Gli stessi documenti di papa Francesco (Laudato si’ e Fratelli tutti) oscillano ambiguamente tra il “rosso” della prospettiva socialista e il “verde” di quella ecologista; ma questa posizione equilibrista non convince nella teoria e non funziona nella pratica. In realtà, la sicurezza sociale e la protezione sindacale finora garantite ai lavoratori furono preparate proprio da quella Cristianità oggi rifiutata dalla Gerarchia ecclesiastica come “integrista”. La soluzione sta nell’opporsi alla idolatria ecologista riaffermando Dio come creatore, legislatore e provvidente, e il conseguente concetto di ordine naturale creato, al fine di ricuperare la prospettiva del vero ambientalismo, inteso come restaurazione sia della natura secondo il progetto divino, sia della sovvertita società umana secondo il diritto cristiano e la dottrina sociale della Chiesa. C’è un nesso tra l’ecologismo, il cosiddetto “Great Reset” e la pandemia oggi dilagante?

La rivoluzione ecologista fu occultamente prevista fin dall’inizio del XX secolo dalla setta paramassonica nota come Sinarchia; poi fu apertamente programmata da convegni dell’ONU e dell’Unesco; TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / GIUGNO 2021 - 13


Attualità

L’idolatrico culto alla Pachamama realizzato in presenza di Papa Francesco nei giardini del Vaticano durante il Sinodo Panamazzonico Sotto, la moneta vaticana da dieci euro con l’effige della dea pagana Pachamama

infine è stata progettata da influenti circoli culturali, politici ed economici “globalisti”, per bocca di guru intellettuali come Edgar Morin, Michel Serres, Henry Atlan, e per opera di economisti come Jacques Attali, George Soros, Klaus Schwab. Oggi quella rivoluzione è ufficialmente riproposta sotto la forma del Great Reset (“grande azzeramento”) promosso dal World Economic Forum di Davos. Le recenti vicende confermano l’abilità dei capi rivoluzionari nell’approfittarsi delle vantaggiose occasioni offerte da avvenimenti devastanti (crisi economiche, carestie, epidemie, guerre) che spingono l’opinione pubblica impaurita a reclamare interventi totalitari. Ad esempio, Klaus Schwab ha ammesso che la crisi sanitaria

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mondiale prodotta dal virus cinese costituisce “una decisiva occasione per sistemare le cose” (intervista ad Euronews, 19-11-2020). “Niente sarà più come prima”; “la crisi farà nascere un mondo nuovo”; “cambiare le abitudini della vita quotidiana”; “rivedere i tempi e i modi della nostra vita”; “rinunciare alla vita comoda e sicura”. Questi slogan ecologisti sono stati rilanciati dalla propaganda sanitaria del Governo italiano. C’è un legame tra i due fenomeni?

La pandemia cinese costituisce una occasione storica per i promotori della rivoluzione ecologista,


“La crisi sanitaria mondiale [causata dal COVID 19] costituisce una decisiva occasione per sistemare le cose”

Klaus Schwab, presidente del World Economic Forum

ma anche una occasione per rilanciare una nuova internazionale socialista che abbatta il regime capitalistico e il sistema borghese. Lo ha ammesso lo stesso ministro della Sanità (Speranza).

La politica statale degli ultimi due anni costituisce una sorta di sperimentazione sociale tentata dal Governo. Dapprima, quello che ho chiamato “circo mediatico-sanitario” ha terrorizzato la cittadinanza sulle possibili conseguenze della epidemia. Poi il Governo ha avviato una politica di emergenza che ha imposto un “dispotismo statalista terapeutico” (come lo ha chiamato il giornalista Aldo Maria Valli), che ha sospeso molti diritti civili (anche costituzionali) impedendo la circolazione di persone, idee e merci. In questo modo, la produzione e il commercio privati sono stati messi in crisi, consegnando l’economia in potere del settore pubblico o delle multinazionali. L’imminente crollo sociale permetterà forse al globalismo di ridurre alla impotenza quella classe media e quegli ambienti conservatori capaci di opporsi alla “svolta ecologica”. Le vittime di questo esperimento sociale saranno la famiglia, la scuola, la libera comunicazione, la classe borghese, la piccola e media impresa, l’economia privata, il turismo: ossia, guarda caso, proprio i fattori accusati dall’ecologismo di causare il degrado ambientale. Così facendo, però, il popolo avrà venduto l’anima nella illusione di salvare il corpo. Può illustrarci i possibili sviluppi dell’attuale crisi previsti alla fine del suo libro?

Siamo a un bivio decisivo tra due possibili sviluppi: o la setta ecologista riuscirà a sottomettere completamente quel che resta della libera società civile, prima che questa possa reagire alla offensiva

globalista; oppure la società civile riuscirà a sconfiggere questa offensiva, prima che la setta ecologista possa ridurla alla miseria e al silenzio. Le recenti reazioni popolari alla offensiva ecologista espresse dalla classe media conservatrice e produttiva fanno sperare che la società civile non sia disposta ad arrendersi senza combattere. In origine, l’ecologia non era forse un argomento sollevato dal mondo tradizionale contro le devastazioni prodotte dalla modernità progressista e tecnocratica?

Effettivamente, fin dall’inizio del secolo XIX, la difesa dell’ambiente (specialmente rurale) fu un argomento tipico della cultura e della politica cristiana tradizionale. Purtroppo però, dalla esplosione del sessantottismo in poi, questa bandiera della Destra fu sequestrata e fatta propria dalla Sinistra, nella illusione di opporre alla borghesia trionfante un’alternativa sociale che fosse non idilliaca e bucolica ma selvatica e tribale. Fin dagli anni Settanta, il prof. Plinio Corrêa de Oliveira notò questa incapacità degli ambienti tradizionali di opporre al modello del progressismo tecnocratico quello di una società in sintonia con la natura, incapacità dovuta anche a un certo timore di sembrare retrogradi e utopisti. Tuttavia, oggi questa offensiva ecologista può dare occasione alle forze tradizionali di ricuperare il tema del sano ambientalismo; è ciò che speriamo e per cui lottiamo.  TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / GIUGNO 2021 - 15


L’angelica milizia

Il pensiero di Plinio Corrêa de Oliveira

Gli angeli nell’attuale panorama della Chiesa e del mondo

di Julio Loredo

È uscita, pubblicata dalla Cantagalli, l’ultima opera in italiano di Plinio Corrêa de Oliveira «L’angelica milizia. Gli angeli nell’attuale panorama della Chiesa e del mondo». Si tratta di una grandiosa visione angelica, di fronte alla quale si rimane sorpresi e ammirati. Negli angeli, la risposta cattolica al caos moderno. 16 - TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / GIUGNO 2021


L

a dottrina di Plinio Corrêa de Oliveira sugli angeli è disseminata tra vari saggi e una cinquantina di conferenze.

Finalità apostolica e catechetica

Per comprendere l’angelologia del prof. Plinio Corrêa de Oliveira dobbiamo considerare, anzitutto, il suo carattere apostolico e catechetico. Leader di movimenti laicali, era sempre alla ricerca di argomenti e di analisi da poter utilizzare come “armi da combattimento” nel suo apostolato.

“La dottrina sugli angeli — egli scrive – darebbe un colpo mortale alle concezioni materialistiche dell’uomo contemporaneo. La presentazione della dottrina sugli angeli sarebbe una sfida al moderno materialismo. Sarebbe anche la risposta cattolica al New Age e al pentecostalismo, un invito agli uomini affinché abbandonino i peccati del mondo e si aprano invece all’universo angelico. Lo studio degli angeli ci permetterebbe di intravedere una sorta di universo meraviglioso, che potrebbe essere presentato come alternativa all’orrendo del mondo contemporaneo. Sarebbe non solo l’apostolato della bellezza angelica ma, più genericamente, l’apostolato del bello presentato “La dottrina angelicamente”.

di una Civiltà cristiana. A questo era finalizzata la sua opera intellettuale e, concretamente, la sua angelologia: “Vorrei elaborare una visione globale dell’universo angelico salvo poi trasferire i suoi principi fondamentali all’universo umano, per esempio al fine di sviluppare una teoria del governo e una teoria dell’autorità nella società umana”.

Gli angeli: esistenza, natura, azione

Plinio Corrêa de Oliveira inizia il suo studio commentando le questioni della Summa Theologica che trattano dell’esistenza, natura e operazioni degli angeli. Ad ogni passo, egli trae dagli insegnamenti del Doctor Angelicus spunti per una teoria della Civiltà cristiana. Vediamo un paio di esempi:

Egualitarismo e gerarchia. In contrasto con lo spirito ugualitario della Rivoluzione, Plinio Corrêa de Oliveira propone una concezione gerarchica della società, che troverebbe fondamento nell’universo angelico.

Dio non avrebbe potuto creare un solo essere che da solo riflettesse tutte le Sue perfezioni. Egli ha creato una molteplicità di esseri. E questa molteplicità implica una gerarsugli angeli chia, nella quale gli angeli hanno potrebbe inferire un colpo una funzione. L’angelo, puro spirito se paragonato all’uomo, non mortale alle concezioni è immateriale e incorporeo in rematerialistiche dell’uomo lazione a Dio. Egli è un essere incontemporaneo. Sarebbe la termedio, necessario all’ordine risposta cattolica al New gerarchico dell’universo affinché Age e al pentecostalismo” fra l’uomo e Dio non vi sia un abisso.

Lo studio dell’universo angelico, continua il pensatore e leader brasiliano, “implicherebbe una particolare impostazione di fronte alla bellezza che, purtroppo, oggi non viene insegnata nel Catechismo. In contrasto con il laicismo moderno, che ingabbia il mondo al solo ambito umano, la dottrina sugli angeli aprirebbe tali orizzonti, raggiungerebbe tali profondità, da costituire un fiore all’occhiello della catechesi cattolica. Sarebbe vano confutare intellettualmente gli errori moderni, come il relativismo se, parallelamente, non realizzassimo un apostolato della bellezza angelica. Questo è soprattutto indispensabile con le nuove generazioni, molto più aperte alla bellezza di quanto non lo siano i loro genitori, ancora incantati dal progresso materiale della società industriale”.

Un altro elemento da tener presente è che l’attenzione di Plinio Corrêa de Oliveira si rivolgeva, precipuamente, al campo temporale. Egli concepiva la sua missione come esplicitazione dei lineamenti

Commenta il pensatore brasiliano: “Questa gerarchia è fondata sulla natura degli esseri: dai minerali, alle piante, agli animali, all’uomo, agli angeli. Non è una mera gradazione di convenienza, ma è necessaria all’ordine dell’universo. Queste nozioni dovrebbero stare alla base della formazione anti-egualitaria dei cattolici di oggi. Non basta insegnare nel Catechismo l’esistenza degli angeli come una verità decorrente dalla Rivelazione. È invece necessario focalizzare la loro funzione nella gerarchia dell’universo”. Il movimento nella società cristiana. Gli angeli si muovono. Non nel senso che si spostano fisicamente – non avendo materia essi non occupano spazio – ma nel senso che passano continuamente dalla potenza all’atto, nel conoscere e nel volere. TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / GIUGNO 2021 - 17


Il pensiero di Plinio Corrêa de Oliveira

“Da qui – commenta il pensatore brasiliano – possiamo dedurre una teoria del movimento nella società cristiana. La società cristiana ha la più alta forma di movimento, che non è riferito al muoversi fisicamente, ma al conoscere sempre più profondamente la verità ed amarla sempre più intensamente. In una società cristiana, il movimento fisico è secondario. Primeggia il movimento spirituale. Un governante davvero cristiano dovrebbe essere in grado di stimolare principalmente questo movimento”.

Società angelica, modello della società umana

Per Plinio Corrêa de Oliveira la società angelica dovrebbe fungere da modello per quella umana. Egli dedica, di conseguenza, molto spazio allo studio dei rapporti interni in Dio (la pericoresi trinitaria) nonché ai rapporti di Dio con i suoi angeli, e degli angeli fra loro: “Al fine di elaborare una spiegazione trascendentale dell’Ordine, dobbiamo dedurla dalla propria essenza divina e dai primi rapporti con le creature. In altre parole, è nella Santissima Trinità e nella natura dei rapporti di Dio con i Suoi angeli che troviamo il modello perfetto di ciò che dovrebbe essere una società umana”.

Tutto ciò egli lo trattò, per esempio, nel suo saggio «Note sul concetto di Cristianità. Carattere sacrale della società temporale e sua ministerialità»:

“Considerata l’anima umana nella sua natura, nelle sue potenze, nella sua attività, in che senso può avere una vita sociale? Poiché un campo della vita

sociale comprende relazioni puramente spirituali da uomo a uomo, può sembrare che si situi a un’altezza così elevata da non poter dire a suo proposito nulla di definito e di utile. Questa impressione si dissolverà nel caso facciamo ricorso a quanto la Chiesa ci insegna sugli angeli”.

La caduta degli angeli

Un capitolo è dedicato alla caduta degli angeli, cioè il peccato di Lucifero, dal quale Plinio Corrêa de Oliveira traeva spunti per l’analisi dei processi sociali di decadenza. In base al principio secondo cui le società si comportano come una grande anima umana collettiva, è possibile studiare i processi sociali in quanto processi spirituali. Come decadono le società umane? Per esempio, com’è decaduto il Medioevo cristiano? Oppure, come decade un Ordine religioso? Una volta capito il meccanismo, si potrebbe costruire una catechesi mirata per evitare una tale contingenza. Plinio Corrêa de Oliveira si chiede se la prova alla quale Dio sottopose gli angeli fosse assolutamente necessaria, oppure se Egli avrebbe potuto dispensarli. Nella sua opinione, tale prova sarebbe stata assolutamente necessaria. “Prima di ammettere gli angeli nella Sua intimità, Dio ha voluto che dessero una prova del loro amore. Questa prova era, in modo assoluto, necessaria affinché gli angeli raggiungessero il grado di perfezione al quale erano chiamati”.

Questo per il principio – valido anche per le società – secondo cui la vita spirituale ascendente

La società angelica, modello per quella umana

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In Lucifero si è innescato un processo di offuscamento spirituale che ha percorso alcune tappe: autocompiacimento tendente all’autosufficienza, i conseguenti guizzi dell’orgoglio e un connesso rifiuto di umiliarsi davanti al Trascendente; una crescente irritazione verso l’Ordine gerarchico creato da Dio. Alla fine, è sfociato nel Non serviam!

(quella che tende alla santità) è fatta di successivi olocausti, nei quali la persona va gradualmente “uccidendo l’uomo vecchio” facendo sbocciare quello nuovo. La perfezione non può essere raggiunta senza questo olocausto di sé.

Tutto porterebbe a credere che, in un primo momento, Dio si sia un po’ celato agli angeli. Mentre alcuni avrebbero conservato vivo il Suo ricordo e, semmai, avrebbero fatto uno sforzo notevole per amarLo senza vederLo, in altri invece si sarebbe insinuata una sorta di amnesia di Dio. Questo per una stanchezza del sublime che avrebbe rallentato l’impulso verso la santità. Questo rallentamento avrebbe diverse cause, da menzionare sia pure sinteticamente: la scelta dei beni più immediati anche se minori; la sostituzione dell’idealismo con la fruizione personale; il sorgere di fantasie irragionevoli. Tutto ciò avrebbe innescato un processo di offuscamento spirituale a tappe: autocompiacimento tendente all’autosufficienza; i conseguenti guizzi dell’orgoglio e connesso rifiuto di umiliarsi davanti al Trascendente; una crescente irritazione verso l’Ordine gerarchico creato da Dio.

Alla fine, questo processo sarebbe sfociato nel Non serviam, con il quale Lucifero si ribellò apertamente a Dio e che portò via con sé una terza parte degli angeli del Cielo, attuando la prima Rivoluzione della storia.

San Michele e la militanza angelica

Nel suo apostolato, Plinio Corrêa de Oliveira ha dovuto spesso contrastare quell’atteggiamento che oggi chiamiamo buonismo, che implica la rinuncia al carattere militante della Chiesa ed è alla radice di tanti cedimenti, sia nell’ambito dottrinale che disciplinare. Perciò egli rivolgeva una particolare attenzione allo studio della missione militante di alcuni angeli e, in primis, di san Michele, che contrastò la ri-

bellione di Lucifero con quel magnifico Quis ut Deus! che ancora echeggia nella storia.

San Michele è il principale guerriero di Dio. Si potrebbe obiettare: la lotta angelica non è militare. Vero. Si tratta di una lotta di presenza, di amore al bene e di odio al male, in cui il bene s’impone al male e lo espelle dalla presenza divina. È questa l’essenza del proelium magnum riferito nell’Apocalisse. Perciò Plinio Corrêa de Oliveira parla del Cielo come “il più bel campo di battaglia di tutta la storia”.

Secondo il pensatore brasiliano, la missione di san Michele comporterebbe due aspetti: “La lotta non è solo la distruzione di coloro che insorsero contro Dio. Essa implica anche l’affermazione del contrario. La lotta non è gloriosa se non nella misura in cui afferma e ravviva ciò che il nemico ha cercato di distruggere. Proclamando Quis ut Deus! San Michele non solo cacciò via l’avversario all’inferno, ma fece anche risuonare nell’universo un canto perfetto di amore a Dio, che echeggerà per tutta l’eternità. Il canto di amore perfetto è allo stesso tempo un canto di guerra e un canto di adorazione nei confronti di ciò che si difende e si afferma. È dall’amore dell’Ordine che nasce l’odio contro il disordine”. Ma ci sono altre missioni militanti nel mondo angelico, studiate con cura dal pensatore brasiliano, come ad esempio quelli che il teologo gesuita Cornelio a Lapide chiama “angeli ferrai”. La loro misTRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / GIUGNO 2021 - 19


Il pensiero di Plinio Corrêa de Oliveira Ci sono angeli custodi di famiglie. L’angelo scende su quella famiglia e entra in simbiosi con essa, conferendogli una ricchezza ontologica che i semplici rapporti umani non possono spiegare

zazione di ciò che essa dovrebbe essere secondo i progetti di Dio.

Di solito si ha l’idea che l’angelo custode esista soltanto per difendere la persona dal male. In realtà, come recita la preghiera, la sua missione consiste nell’“illuminare, custodire, reggere e governare”. Oppure, secondo lo pseudo Dionigi Aeropagita, nel “purificare, illuminare e perfezionare”. Questo, commenta Plinio Corrêa de Oliveira, “sarebbe il senso più profondo di ogni governo, divino, angelico e umano, visto nel suo aspetto più elevato”. sione è di “abbattere e demolire le corna delle nazioni che cozzano contro il paese di Giuda per disperderlo”.

“È un concetto romantico pensare che l’angelo sia inviato solo per estinguere una peste – glossa Plinio Corrêa de Oliveira – Nelle Sacre Scritture ci sono molti brani che parlano di angeli inviati per castigare, per flagellare, sia nazioni che individui”.

Su questa scia, Plinio Corrêa de Oliveira esamina anche la visione dei sette angeli vestiti di lino puro con sette coppe d’oro colme dell’ira di Dio, proposta nel capitolo 15 dell’Apocalisse. Egli commenta: “Il lino puro rappresenterebbe la gioia degli angeli nell’eseguire la giustizia divina castigando gli empi. Le coppe sono d’oro perché l’ira proviene dall’amore. L’ira è l’amore in stato di militanza, è un’ira santa”.

Gli angeli custodi

In tema di angeli custodi, Plinio Corrêa de Oliveira esamina un terreno forse ancora poco esplorato: gli intimi rapporti della persona con il suo angelo.

Egli parte dal presupposto che l’angelo custode non è dato a caso. Dio avrebbe destinato un angelo specifico ad ogni individuo. Quest’angelo avrebbe un vincolo profondissimo con la persona, che andrebbe oltre gli aspetti accidentali fin quasi a toccare il suo essere. L’angelo custode, a livello angelico, sarebbe l’archetipo della persona, la perfetta realiz20 - TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / GIUGNO 2021

Sostentazione nell’essere. Un primo elemento sarebbe la sostentazione nell’essere. Dio, creatore di tutte le cose, le sostenta continuamente. Solo Dio è ens per se, cioè trova in Se stesso la Sua propria ragion d’essere. Le creature sono ens per accidens, e hanno bisogno della sostentazione divina per esistere. E questo sarebbe vero anche per la sostentazione angelica degli uomini. Dice il dott Plinio: “Dio non avrebbe potuto creare solo la materia, né solo gli uomini, che sono un misto di materia e spirito. Era necessario che vi fossero esseri puramente spirituali fra Dio e l’uomo, e questi sono gli angeli. Per la dottrina cattolica, chi mantiene le creature è Dio. Ma, siccome per volontà divina gli esseri superiori governano quelli inferiori, possiamo dire che gli angeli sostentano gli uomini nell’essere?”.

Per abbozzare una risposta, Plinio Corrêa de Oliveira propone il concetto di complementarità. Nella creazione vi sarebbero realtà complementare, che non potrebbero esistere l’una senza l’altra. Sarebbe il caso della luna e la terra. La luna esiste in funzione della terra. De potentia Dei absoluta, Dio avrebbe potuto creare una luna senza terra. Ma la loro complementarità farebbe pensare a qualcosa di più profondo della mera casualità. Scrive il pensatore brasiliano: “Esisterebbe un’azione indiretta di Dio sull’uomo attraverso l’angelo, che lo sostenterebbe nell’essere. Questa sostentazione non sarebbe ‘de potentia Dei absoluta’ bensì ‘de potentia Dei ordinata’. Ma sembra che non sarebbe un rapporto meramente accidentale. L’uomo non sarebbe pensabile


da Dio senza l’angelo. Nella mente divina, l’angelo in un certo modo produrrebbe e sostenterebbe l’uomo. In altre parole, l’uomo sarebbe pensato e creato in funzione dell’angelo”.

Assumere. Ma, in cosa consisterebbe il “purificare, illuminare e perfezionare” dell’angelo in relazione all’uomo? Risponde:

“È una triplice azione che implica il dono dell’archetipo al tipo, che ottiene come risposta l’olocausto del tipo all’archetipo. L’archetipo purifica, illumina e perfeziona il tipo donandosi a lui. Questa è l’essenza del servizio. È in questo senso che il governare è un servizio. Il governante fa dono di sé a coloro che governa. Questi, a loro volta, corrispondono facendo l’olocausto di se stessi. E, quando il tipo fa l’olocausto di se stesso all’archetipo, questi in un certo senso lo assume e gli fa raggiungere la sua perfezione, la sua pienezza. Vi è qui una simbiosi misteriosa che andrebbe meglio studiata”.

Questo è un processo che si verifica negli angeli superiori in relazione a quelli inferiori, e negli angeli in relazione agli uomini. È solo lasciandosi assumere dal proprio angelo che l’uomo può raggiungere le vette della santità. Lo studio di questo “assumere” dell’uomo da parte dell’angelo – con tutte le applicazioni alla società umana – costituisce un capitolo centrale dell’angelologia di Plinio Corrêa de Oliveira.

glia, tutti si riuniscono nel castello del capofamiglia. Non è vero che si forma qualcosa di più della semplice somma degli individui? Vi è qualcosa del capostipite, degli antenati e delle loro prodezze, del passato e del futuro. Lì non c’è Tizio, Caio e Sempronio. Lì c’è la Famiglia Tale. Entra in gioco una certa nozione riguardo all’essenza delle anime collettive che andrebbe meglio studiata”.

“È chiaro che, di per sé, l’individuo è più della società – continua – ma è anche vero che una società comporta una perfezione maggiore. Credo abbia a che fare con la frase della Genesi secondo la quale ogni cosa creata da Dio era ‘buona’, ma l’insieme era ‘molto buono’. Si direbbe quasi che nasce qualcosa di ontologicamente diverso e superiore, appunto un’anima collettiva. Questa realtà è accidentale, ma è simile a una persona, meno ‘densa’ ma più nobile, che mette in evidenza ciò che i componenti hanno di meglio”. Possiamo immaginare che a questa “anima” collettiva corrisponda un angelo diverso e superiore all’angelo custode dei singoli membri. Sarebbe l’angelo custode della collettività, destinato da Dio per purificarla, illuminarla e perfezionarla. Per i principi enunciati sopra, quest’angelo sarebbe l’arche-

Angeli custodi di “anime” collettive

L’interesse di Plinio Corrêa de Oliveira per la Civiltà cristiana lo ha condotto a studiare in profondità i fenomeni sociali. Tra i problemi esaminati v’è quello delle “anime collettive” dove, ovviamente, il termine “anima” va posto rigorosamente fra virgolette.

Quando un gruppo di individui, legati da un certo vincolo, si radunano, si può formare qualcosa che è più della semplice somma dei componenti. Dice Plinio Corrêa de Oliveira: “Prendiamo l’esempio di una famiglia nobile nel Medioevo, che vive sparpagliata in dieci castelli. Una volta l’anno, in occasione della festa del Santo Patrono della famiDi solito si ha l’idea che l’angelo custode esista soltanto per difendere la persona dal male. In realtà, come recita la preghiera, la sua missione consiste nell’“illuminare, custodire, reggere e governare”. Oppure, secondo lo Pseudo-Dionigi Aeropagita, nel “purificare, illuminare e perfezionare” TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / GIUGNO 2021 - 21


Il pensiero di Plinio Corrêa de Oliveira tipo di questa collettività: “L’angelo scende su quella collettività e entra in simbiosi con essa, conferendogli una ricchezza ontologica che i semplici rapporti umani non possono spiegare”.

Tutto ciò porta a una nozione di angeli custodi non solo di nazioni – concetto che trova fondamento nella Tradizione della Chiesa – ma, in modo più ampio, di “anime collettive” nella società umana, come famiglie, istituzioni, ordini religiosi e via dicendo. In questa logica, si potrebbe supporre che persone eminenti, che hanno in mano il governo di collettività, sia spirituali che temporali, possano contare, oltre che sul proprio angelo, anche su quello della collettività.

Presenza angelica nella natura

Dio ha creato l’universo per la Sua gloria estrinseca. Questa gloria consiste nell’immagine e somiglianza del Creatore col creato. “Coeli enarrant gloriam Dei et opera manuun ejus annuntiat firmamentum”, dice il Salmo. L’uomo non può conoscere Dio direttamente, ma può contemplare il riflesso delle Sue perfezioni nella creazione, e quindi risalire fino a Lui. Così, per esempio, la maestà di una montagna ci dice qualcosa della maestà di Dio, come l’immensità del mare ci fa intuire la Sua infinità.

Si tratta di un processo naturale, tanto che gli stessi pagani, meravigliati dalla natura, spesso gli attribuivano caratteristiche divine. Erravano nella conclusione, ma non nella premessa. La natura non è Dio ma Lo riflette, e può condurci a Lui attraverso la contemplazione.

Per Plinio Corrêa de Oliveira non è difficile supporre – si tratta ovviamente di un’ipotesi teologica, d’altronde già esplorata dalla Patristica – che, così come Dio ha attribuito ad ogni uomo un angelo custode, Egli abbia affidato ad alcuni angeli la custodia di certi luoghi particolarmente magnifici. Scrive il pensatore brasiliano:

“A volte vediamo certi luoghi della natura così belli e suggestivi di cose superiori, che siamo portati a pensare che vi sia qualcosa di religioso. Evidentemente non vi è niente di divino, come pensavano erroneamente i pagani. Ma, non possiamo pensare che vi sia un’azione angelica? La bellezza del luogo è perfettamente naturale. Ma sopra vi alleggia la presenza di un angelo. Così come gli angeli personificano virtù morali, si potrebbe pensare che vi siano angeli che personificano la bellezza di certi luoghi?” 22 - TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / GIUGNO 2021

Si potrebbe dire di questi angeli qualcosa di simile degli angeli custodi. Rappresenterebbero l’archetipo di quel luogo, vale a dire l’aspetto più elevato per cui quel luogo è immagine e somiglianza di Dio.

Il loro ruolo non sarebbe meramente estetico, ma anche apostolico. Agirebbero sulle persone che contemplano quel luogo, aiutandoli a contemplarlo in modo corretto, per fargli risalire fino a Dio, salvo poi amarLo con un’intensità massima.

Quanto è stato detto sulla natura si potrebbe affermare anche per certe creazioni del genio umano. Per esempio, ci sono chiese così belle che è impossibile non pensare a qualcosa di angelico. È come se Dio, una volta costruita quella chiesa, l’avesse affidata a un angelo. Chi non rimane estasiato davanti alla Sainte Chapelle? Come non pensare che vi sia la presenza di un angelo custode che invita tutti, attraverso la contemplazione dell’edificio, a conoscere meglio la Santa Chiesa e, quindi, ad amarla di più?

L’ora degli angeli

La Chiesa è oggi alle prese con le nuove generazioni, che pare non vogliano proprio sentire discorsi accademici e catechetici. “Gli argomenti in favore della verità hanno esaurito la loro forza di conclusione logica”, rilevava nel 2006 un documento del Vaticano. E proponeva un apostolato fondato invece sulla bellezza. Non è forse arrivata l’ora di intraprendere l’apostolato angelico?

Non è forse arrivato il momento di parlare degli angeli come portatori di bellezza e di grazia? Non è forse arrivato il momento di invocare la luce degli angeli, che in un istante può trasformare dei bambini in santi? Non è forse arrivato il momento di proclamare l’universo angelico come l’unica soluzione di fronte a un mondo che si sgretola e che affonda nell’orrido? Ne era convinto Plinio Corrêa de Oliveira, come preludio a quell’immensa restaurazione della Chiesa e della Civiltà cristiana che sarà il Regno di Maria, quando la Madonna, Regina Angelorum, trionferà sulla Rivoluzione.  (Brani dell’intervento presentato al VII Meeting Internazionale sugli angeli.)


C

erti eventi storici in tal modo ripercuotono in Dio che, per un designo divino, permangono in modo più o meno indefinito. Ho l’impressione che in certi luoghi, dove sono accaduti eventi importanti, per esempio l’Orto degli Ulivi, vi sia ancora una lotta fra quegli angeli e quei demoni che si affrontarono durante gli episodi della Passione, e che continuano a esercitare una certa influenza sul luogo. Un’anima sensibile può discernere questa influenza, anche a distanza di secoli. Nel 1988 ho visitato il castello di Chinon, dove Santa Giovanna d’Arco incontrò il Delfino. Non potete immaginare quanto mi sia commosso! Mi sembrava che tutto quanto fosse accaduto in quel castello, in tempi ormai lontanissimi, fosse ancora presente. Sentivo nell’aria gli angeli e le grazie di quel fatto eccezionale. Non potendo baciare i piedi di santa Giovanna d’Arco, ho baciato le pietre sulle quali si erano posati i suoi piedi.

TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / GIUGNO 2021 - 23


Il pensiero di Plinio Corrêa de Oliveira

Il ritorno Molte verità di Fede oggi dimenticate verranno di nuovo a galla quando l’azione angelica risplenderà di nuovo con tutto il suo fulgore. Anzi, ritengo che quando gli angeli torneranno ad abitare ogni settore della Chiesa, l’azione del clero progressista sarà neutralizzata. Ci sarà una pulizia generale.

A

partire dalla Rivoluzione protestante vedo una graduale ritirata degli angeli dal mondo, con alcune rentrées fulminanti come l’Infallibilità pontifica, il pontificato di Pio IX e quello di S. Pio X. Sono rentrées sempre più sporadiche, ma anche sempre più fulgide e piene di unzione. Un esempio tipico è il risorgimento del gotico nel secolo XIX. Un ateo come Viollet-le-Duc (1) fu capace di vedere aspetti del Medioevo che nemmeno Maria Antonietta aveva intravisto. È ovvio che c’era una grande grazia, alla quale corrispondeva una maggiore presenza angelica. Credo che la comunione precoce ai bambini, decisa da S. Pio X, abbia creato condizioni molto migliori per l’angelizzazione di diversi settori nel mondo. Io mi ritengo un continuatore di queste grazie. Non sono un fungo spuntato dopo la pioggia. La TFP è una continuità di tutto ciò.

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Perciò dobbiamo, già da adesso, pregare non solo il nostro angelo custode ma, anche e principalmente, l’angelo della Chiesa, chiedendo che risolva l’attuale situazione di crisi. Questa preghiera ci darebbe una crescente unione con gli angeli, e farebbe aumentare di molto il livello della nostra azione. Di fronte ai tragici avvenimenti previsti dalla Madonna a Fatima, o noi chiediamo con insistenza l’intervento degli angeli, o saremo sopraffatti, poiché dall’altra parte c’è l’azione del demonio su larghissima scala.

Mai i demoni hanno agito in modo così profondo ed esteso per distruggere l’opera di Nostro Signore Gesù Cristo. Questo è ovvio. A ciò dovrebbe corrispondere una simmetrica azione degli angeli. Simmetrica perché, se è vero che mai il demonio ha agito come oggi, è pur vero che l’intervento risolutivo degli angeli sarà di uno splendore mai visto. Ecco un aspetto centrale di quello che S. Luigi Maria Grignion da Montfort chiamava il Regno di Maria: la Madonna che regna mediante il ministero degli angeli. Credo che l’azione degli angeli nel Regno di Maria sarà così intensa che, senza ridare agli uomini i doni preternaturali di cui godevano nel paradiso, conferirà a tutto un tale splendore angelico che, in un certo modo, ricorderà l’ordine paradisiaco, superandolo perfino in qualche aspetto per via della grazia. La devozione agli angeli sarà un aspetto fondamentale della pietà nel Regno di Maria. Il loro intervento su larga scala sarà anche un invito alla devozione verso di essi.

Questa dottrina è stata sempre presente nel Magistero della Chiesa. Ma è soltanto di fronte all’attuale situazione che essa assumerà tutta la sua importanza. Era necessario che l’azione del demonio arrivasse a tanto perché il ricorso agli angeli raggiungesse la sua giusta dimensione. D’altronde,


degli angeli * credo che questo intervento angelico permetterà anche di studiare meglio il tema. Senza un solido fondamento metafisico, la devozione agli angeli non va oltre un fervorino.

Non è concesso ai cattolici di lottare contro il male a parità di condizioni. O essi sono naturalmente inferiori all’avversario, oppure sono angelicamente superiori. Primo perché l’avversario non è naturale. Vi è, però, un secondo motivo. Quando un cattolico ha doti naturali eccezionali, la seduzione della vanagloria per tali doti è tale che, o egli riceve un sostegno soprannaturale per elevarsi al di sopra della sua natura – diventare cioè angelico – oppure facilmente crolla sotto il peso dei suoi doni naturali.

Vedete gli Apostoli. Nostro Signore Gesù Cristo ha fondato la sua Chiesa con materiale umano non di altissimo livello. Che cosa erano quei pescatori, naturalmente, di fronte allo strapotere romano? Niente! Eppure hanno prevalso perché erano mossi dallo Spirito Santo, e con la grazia divina hanno accettato di essere elevati, in un certo senso, al di sopra della loro natura. Le cose cattoliche che hanno la forza di lasciare un segno nella storia sono così. Il cattolico lascia un segno nella storia solo quando si presenta integralmente come cattolico e implora l’aiuto dall’alto, da Dio, tramite la Madonna e gli angeli.

Il peccato di Rivoluzione ha prodotto una crescente unione degli uomini col demonio, senza che, finora, ci sia stato un analogo passo da parte della Contro-Rivoluzione. Ecco un motivo delle sue continue sconfitte. Sembra che la Provvidenza non giudichi maturi i tempi per permettere una simile e opposta unione degli uomini con gli angeli.  * Brani del libro di Plinio Corrêa de Oliveira, «L’angelica milizia».

(1) Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc (1814-1879), architetto francese, grande restauratore di edifici gotici – tra cui la cattedrale di Notre Dame e il santuario di Mont Saint Michel – figura centrale dell’architettura neo-gotica, insieme all’inglese Augustus Pugin (1812-1852).

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Universalità e attu

Il pensiero di Plinio Corrêa de Oliveira

di Plinio Corr

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alità della missione êa de Oliveira

di Juan Miguel Montes

La figura di Plinio Corrêa de Oliveira, scomparso poco più di 25 anni fa, spicca tutt’oggi per il suo pensiero e la sua azione militante. Essi sono più vasti del vastissimo Brasile e hanno acquisito rilevanza mondiale. In questa prospettiva la sua è un’opera autenticamente cattolica, “universale”.

Testo della conferenza online tenuta il 16 febbraio 2021, al Simposio di Studi e Azione Contro-rivoluzionaria promossa dall’Istituto Plinio Corrêa de Oliveira, da Juan Miguel Montes, direttore dell’Ufficio TFP di Roma. (Nella foto: Plinio Corrêa de Oliveira nel suo studio, a San Paolo del Brasile) TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / GIUGNO 2021 - 27


I

Il pensiero di Plinio Corrêa de Oliveria

l Brasile è stato dotato dalla Divina Provvidenza di un territorio gigantesco e di una ricchezza incommensurabile. Non lo dico per nazionalismo, poiché tutti avranno già capito che non sono brasiliano. Nei piani di Dio per questo immenso paese c’era senza dubbio anche l’intenzione di dotare il suo popolo di doni morali e spirituali in armonia con tanta grandezza geofisica.

È in questo quadro provvidenziale e gigantesco che spicca anche la figura grandiosa di Plinio Corrêa de Oliveira, che è nato, è cresciuto e ha combattuto soprattutto nel suo Brasile, dove è morto poco più di 25 anni fa. Tuttavia, il suo pensiero e il suo lavoro già durante la sua vita non si limitarono al solo Brasile. Sono più vasti del vastissimo Brasile e hanno acquisito rilevanza universale.

Il dottor Plinio ha voluto che sulla sua lapide nel cimitero dove riposa fosse scritto “vir catholicus”: Uomo cattolico. In altre parole, per lui non c’era onore più grande dell’essere figlio della Chiesa cattolica. Ma etimologicamente “catholicus” significa anche “universale” e la giustezza di questa definizione diventa sempre maggiore.

Qualche mese fa e con nostra sorpresa – sorpresa dei discepoli di Plinio Corrêa de Oliveira che vivono in questo paese – abbiamo appreso di un libro dal titolo «Il Pensiero Controrivoluzionario», scritto da un giovane studioso, Diego Panetta, che dedica ampie e lodevoli pagine al pensiero e all’opera di Plinio Corrêa de Oliveira. Non sapevamo nemmeno dell’esistenza di questo giovane studioso. Questo libro si aggiunge alla vasta bibliografia già esistente in Italia di illustri intellettuali che hanno commentato e divulgato l’opera del dott. Plinio.

Per riassumere, ne cito solo alcuni: il prof. Roberto de Mattei, che gli ha dedicato due biografie; Giovanni Cantoni e Massimo Introvigne, che gli dedicarono anche dei volumi dopo la sua morte nel 1995.

Il famoso teologo e intellettuale don Gianni Baget Bozzo, su uno dei più grandi giornali, affermò che in Italia ciò che esisteva di scuola cattolica controrivoluzionaria faceva capo al pensiero di Plinio Corrêa de Oliveira. Aggiungo qui alcuni esempi in campo ecclesiastico.

Visto da Roma

Cercherò di dimostrare questa affermazione con esempi che mi toccano da vicino nella mia attività a Roma.

Vivo in Europa da quasi quattro decenni. L’Europa resta il centro della vita culturale del mondo, e garantisco che la figura del dott. Plinio si proietta in questo panorama culturale europeo con sempre maggiore forza.

“Il suo pensiero e il suo lavoro già durante la sua vita non si limitavano al solo Brasile. Sono più vasti del vastissimo Brasile e hanno acquisito rilevanza universale” Plinio Corrêa de Oliveira riceve membri della TFP americana (a sin.) e della TFP indiana (sopra)

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“«Rivoluzione e Contro-Rivoluzione» è un’opera profetica nel senso migliore. Il suo contenuto dovrebbe essere insegnato nei centri superiori della Chiesa”

P. Anastasio Gutiérrez, CFM

Il celebre canonista Padre Anastasio Gutiérrez CMF, per molti anni preside della Facoltà di Diritto Canonico della Pontificia Università Lateranense di Roma, fa riferimento con queste parole al libro più importante del pensatore brasiliano: “Rivoluzione e Controrivoluzione è un’opera magistrale i cui insegnamenti devono essere diffusi fino a penetrare nella coscienza di tutti coloro che si sentono veramente cattolici. (…) La sua analisi del processo rivoluzionario è impressionante e rivelatrice. (…) Oserei dire che è un’opera profetica nel senso migliore. Il suo contenuto dovrebbe essere insegnato nei centri superiori della Chiesa”.

Da parte sua, il cardinale Alfons Stickler, a lungo rettore dell’Università Salesiana di Roma e poi prefetto della Biblioteca Vaticana, si è riferito così al grande leader brasiliano: “Con la coerenza della sua vita di autentico cattolico, Plinio Corrêa de Oliveira offre la conferma della fecondità della Chiesa. (…) Il servizio alla Chiesa richiede non solo la rettitudine dottrinale, ma anche uno spirito di sacrificio e penitenza, proporzionale alla gravità del momento. E Plinio Corrêa de Oliveira ce ne offre un chiaro esempio con la sua vita e la sua opera”.

Il Cardinale Arcivescovo di Guayaquil Bernardino Echeverría, in occasione della morte del dottor Plinio, scrisse: “Plinio Corrêa de Oliveira ha dedicato tutte le sue energie, durante la sua lunga e feconda vita, all’intrepida lotta contro il processo di secolarizzazione rivoluzionaria, nel senso di ricristianizzare l’ordine temporale nella prospettiva del Regno di Cristo, del Regno di Maria (….). Ricordando il suo lucido monito e l’autentico cataclisma che ha scosso la Chiesa, non possiamo che esclamare: Ah, se quella voce fosse stata ascoltata!”.

Rivoluzione e Contro-Rivoluzione

È vero. Ai suoi tempi, nel suo Paese, nel continente americano, in tutto il mondo e all’interno della stessa Chiesa, quella voce non fu ascoltata a sufficienza. Tuttavia, con l’aiuto della Grazia Divina, questa tendenza tende a invertirsi. Personalmente credo che questa influenza sia destinata a crescere

molto, e questo per un motivo che cercherò di spiegare subito.

Nella sua opera capitale, che è «Rivoluzione e Contro-Rivoluzione», il dott. Plinio analizza la Rivoluzione scristianizzante come un processo. Se non ci fosse stato un processo, un percorso di tappa in tappa, la Rivoluzione non avrebbe potuto imporsi come si è imposta. Il carattere procedurale della Rivoluzione serve a coprire i suoi inganni. Poiché la Rivoluzione è opera del “padre della menzogna” – come San Giovanni Evangelista chiama Satana -, è solo nascondendo i suoi obiettivi finali che avanza e si consolida. E per questo è necessario un processo graduale.

Senza un processo sarebbe stato impossibile, solo poco tempo fa, far accettare a un’opinione pubblica occidentale, nel complesso cristiana ciò che vediamo oggi: aborto, eutanasia, LGBT, ecc.

Nella sua denuncia del processo rivoluzionario, il dottor Plinio dimostra quel principio di San Tommaso secondo cui “ciò che è piccolo all’inizio, è immenso nel suo risultato”. In altre parole, possiamo dire che è come un ruscello che scende dalla cima della montagna e diventa immenso quando raggiunge la pianura e sfocia nel mare. E qui abbiamo il primo motivo per cui l’opera del dottor Plinio è ora compresa meglio da un numero crescente di credenti cattolici. Man mano che il fiume rivoluzionario si è avvicinato alla sua foce, trascinando tutto il fango che ha trovato sul suo percorso, si è reso necessariamente più visibile. Non è più il torrente che si nasconde tra le montagne. Quindi, possiamo vedere che un numero maggiore di persone si sta rendendo conto che, negli eventi disastrosi che ci circondano, esiste una rete mondiale che li articola e li promuove; che essa è una TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / GIUGNO 2021 - 29


Il pensiero di Plinio Corrêa de Oliveria

«In difesa dell’Azione Cattolica», 1943

La prima denuncia delle penetrazioni rivoluzionarie nella Chiesa

forza travolgente come un fiume imponente e che, quando avrà raggiunto la foce, avrà eliminato tutti i nostri principi e valori. L’idea di un enorme complotto anticristiano contro la Chiesa, contro la famiglia, contro la vita umana e contro lo stesso ordine naturale delle cose, prende forma nelle menti con maggiore chiarezza. Ci stiamo svegliando alla realtà del fenomeno non solo nelle sue attuali ramificazioni, ma anche accorgendoci più chiaramente che le acque torbide di oggi provengono dalle acque torbide di ieri e che se tracciamo la corrente di quel poderoso fiume, è possibile ricostruire il processo fino alle sue origini, risalente a diversi secoli fa. Insomma, oggi il fiume fangoso della Rivoluzione anticristiana si sta manifestando in tutta la sua portata e bruttezza e non si cela più tra i meandri e i nascondigli, diventando sempre più repellente agli occhi dei fedeli cattolici e, in genere, delle persone che rispettano l’ordine naturale delle cose.

In questo modo, anche il quadro delineato da «Rivoluzione e Contro-Rivoluzione» nel 1959 diventa sempre più comprensibile e attuale.

Morte dell’ottimismo

Tuttavia, negli anni in cui il prof. Plinio visse tra noi, il mondo era ancora ipnotizzato dall’ottimismo. I progressi nella scienza, nella tecnologia, nella medicina, ecc. ci hanno fatto pensare che la storia andasse verso una situazione sempre migliore, dove la povertà, la malattia e, forse, un giorno persino la morte, sarebbero state superate. In un contesto del genere, non era facile far accettare una opinione pubblica ottimista e spensierata che il corso di acque torbide nato alla fine del Medioevo ci avrebbe trascinato 30 - TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / GIUGNO 2021

nell’immensa e paludosa foce che vediamo oggi in tutta la sua bruttezza.

Pertanto, abbiamo due fattori convergenti. Da un lato, la Rivoluzione anticristiana non può continuare a mascherare i suoi obiettivi più radicali se vuole ottenere la vittoria definitiva sulla cristianità, vedendosi costretta ora a togliersi la maschera. Dall’altro, vediamo che l’ottimismo dell’opinione pubblica, basato sull’ideologia di un progresso eterno e irreversibile, si è molto indebolito di fronte alle catastrofi che si accumulano sulle nostre teste in diversi campi, e ci si rende conto che è necessaria una radicale correzione di rotta.

Entrambi i fattori dello scenario attuale: 1) l’inevitabile smascheramento della Rivoluzione e 2) la graduale apertura degli occhi di una parte sana dell’opinione pubblica, evidenziano che l’analisi fatta da «Rivoluzione e Contro-Rivoluzione» colpisce nel segno e diventa sempre più centrale per interpretare lo scenario attuale.

Possiamo essere certi che, così come l’iniquità degli attacchi rivoluzionari continuerà a peggiorare, in un senso diametralmente opposto crescerà in quella parte sana dell’opinione pubblica la comprensione della necessità di un’azione controrivoluzionaria.

Grande lungimiranza

Vediamo come la visione di Plinio Corrêa de Oliveira è rimasta al centro della scena.

Sedici anni prima di scrivere «Rivoluzione e Controrivoluzione», nel 1943, egli lanciò il suo primo libro «In difesa dell’Azione Cattolica», in cui denunciava la penetrazione di idee rivoluzionarie nella Chiesa. Anni dopo, il libro sarebbe stato ufficialmente elogiato dalla Santa Sede, ma all’epoca la denuncia costò al prof. Plinio praticamente l’emarginazione da ogni apostolato in ambienti cattolici.


Decenni dopo, parlando con me di questioni romane, il dottor Plinio mi fece vedere come quanto avesse scritto in questo libro, tutto basato su fatti e dottrine dei neo-modernisti, anticipasse almeno di 20 anni quella crisi nella Chiesa che si venne a manifestare molto più chiaramente negli anni ’60, durante e dopo il Concilio Vaticano II. Perfino ecclesiastici molto degni e laici molto lucidi, iniziarono a capire l’entità delle tendenze e delle idee rivoluzionarie che circolavano nella Chiesa solo quando, negli anni ’60, iniziarono a verificarsi i fatti clamorosi che portarono Papa Paolo VI a parlare di “autodemolizione della Chiesa” e del “fumo di Satana” che l’aveva penetrata.

Da quel momento in poi, la storia del prof. Plino fu costellata da previsioni in seguito confermate, non solo per quanto riguarda l’auto-demolizione della Chiesa, ma anche per quanto riguarda l’auto-demolizione della cristianità occidentale, giacché i due fenomeni sono intrecciati tra di loro. La conoscenza ante factum dell’andamento del processo rivoluzionario non è dovuta ad arti divinatorie o rivelazioni mistiche, ma a quell’analisi estremamente seria che lo portò a conoscere tutti i trucchi della Rivoluzione nella corsa verso il suo obiettivo gnostico.

Oltre all’aiuto della Grazia soprannaturale, come possiamo spiegare la lungimiranza delle predizioni del prof. Plinio?

Freno al comunismo

Non si può fare a meno di ripetere con il cardinale Echeverría: “Ah, se quella voce fosse stata ascoltata!”

La ragione è, fondamentalmente, che il dottor Plinio fece del processo rivoluzionario l’oggetto di studio e osservazione sistematica di tutta la sua vita. Si rese conto molto presto che questo processo di scristianizzazione del mondo non sarebbe potuto andare avanti se la Chiesa avesse continuato a opporvisi e che, quindi, l’unico modo per il successo della Rivoluzione era rimuovere l’ostacolo. Ma in quale modo?

sviluppi di quell’immenso quadro di penetrazione della Rivoluzione dentro la Chiesa denunciato dal libro «In difesa dell’Azione Cattolica» nel 1943.

Per mancanza di tempo sarebbe impossibile in questa occasione elencare tutte le volte in cui il prof. Plinio anticipò le manovre rivoluzionarie. Faccio solo alcuni esempi.

Sul fatto di aver creato una forte reazione al comunismo in Brasile e in America Latina, cito una conversazione che ebbi con una figura di spicco della Santa Sede dopo gli eventi che portarono alla caduta del Muro di Berlino e alla dissoluzione dell’Unione Sovietica. Questa persona, che del resto possiamo classificare come progressista e avversaria della TFP, mi disse quasi letteralmente:

Infiltrazione dentro la Chiesa

La Rivoluzione si era resa conto che era impossibile distruggere la Chiesa dall’esterno; quindi, era necessario infiltrarla e sfigurarla con un lavoro interno. Non solo, la Rivoluzione voleva che il prestigio della Chiesa stessa fosse messo al suo servizio.

Tutti gli elementi di crisi che esistono oggi nella Chiesa e che sono oggetto di tanti validi studi – crisi della fede, eterodossia dottrinale, liturgia desacralizzata, pastorale mondana e socializzante, ecc. – sono Plinio Corrêa de Oliveira nel 1942, quando era presidente della Giunta Arcidiocesana dell’Azione Cattolica di San Paolo: una notevole lungimiranza nel discernere l’inizio della crisi nella Chiesa TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / GIUGNO 2021 - 31


Il pensiero di Plinio Corrêa de Oliveria “L’Unione Sovietica aveva tutto in mano per vincere la guerra fredda ed era sul punto di farlo. Se in quegli anni avesse conquistato l’America Latina, l’intero equilibrio geopolitico si sarebbe inclinato a suo favore. Ma per conquistare l’America Latina, il continente cattolico per eccellenza, il comunismo doveva conquistare il favore della Chiesa. Ed è stato in questo contesto che è nata l’azione della TFP che ha impedito questa manovra”

veva conquistare il favore della Chiesa. Ed è stato in questo contesto che è nata l’azione della TFP che ha impedito questa manovra”.

Il mio interlocutore aveva ragione. Questo può essere dimostrato.

“L’Unione Sovietica aveva tutto in mano per vincere la guerra fredda ed era sul punto di farlo. Se in quegli anni avesse conquistato l’America Latina, l’intero equilibrio geopolitico si sarebbe inclinato a suo favore. Ma per conquistare l’America Latina, il continente cattolico per eccellenza, il comunismo do-

Nel 1984, la Santa Sede condannò la Teologia della Liberazione, una corrente che favoriva la manovra di infiltrazione comunista nella Chiesa. Si trattò sicuramente di un intervento molto meritorio. Tuttavia, va notato che il dottor Plinio aveva già raccolto due milioni di firme contro l’infiltrazione comunista nella Chiesa da consegnare a Papa Paolo VI nel 1968, quando il nome Teologia della Liberazione nemmeno esisteva.

Cioè, sedici anni prima della condanna della Santa Sede! E in questi sedici anni – che furono un’eco continua di fedeltà al grido lanciato nel 1943 con il libro «In difesa dell’Azione cattolica» – sono innumerevoli le attività editoriali e le campagne di strada volte a rimuovere tale pericolo, tutte direttamente ispirate da Plinio Corrêa de Oliveira.

Tra queste, cito qui solo la Dichiarazione di Resistenza alla politica vaticana di distensione verso i regimi comunisti e, nel caso specifico del Brasile, le varie azioni di denuncia contro le Comunità Ecclesiali di Base (CEB), bracci operativi della Teologia della Liberazione e del PT (Partito dei Lavoratori), che tanti disastri ha arrecato al Brasile dopo la morte del prof. Plinio. 1968, le TFP raccolgono due milioni di firme contro l’infiltrazione comunista nella Chiesa, ben sedici anni prima della condanna della Santa Sede alla Teologia della liberazione 32 - TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / GIUGNO 2021


“Un incontro con il Prof. Plinio cambia la vita di una persona” Ettore Gotti Tedeschi

Ancora una volta, vale la pena ricordare quanto disse il cardinale Echeverría: “Ah, se quella voce fosse stata ascoltata!”

A questo punto mi pongo una domanda marginale. Quanto il movimento conservatore che oggi fiorisce in Brasile deve all’azione del prof. Plinio, sempre più lontano nel tempo, ma sempre più presente, spesso implicitamente, in una certa resistenza dell’opinione pubblica alla Rivoluzione?

Come ho detto prima, il fenomeno non si limita al Brasile. È globale. Molti sono coloro che, ai quattro angoli del pianeta, si rendono conto oggi dell’importanza di Plinio Corrêa de Oliveira. Ad esempio l’ex presidente della Banca Vaticana – lo IOR – prof. Ettore Gotti Tedeschi, che lo ha visitato in Brasile, e che in una intervista ha affermato perentoriamente: “Un incontro con il Prof. Plinio cambia la vita di una persona”. Oppure, prendiamo la testimonianza del prof. Massimo de Leonardis, già preside del Dipartimento di Scienze Politiche all’Università Cattolica di Milano, quando di recente ha affermato: “Plinio Corrêa de Oliveira è una figura eccezionale del cattolicesimo dei nostri tempi. È stato un pensatore dalla grande cultura teologica, è stato un leader politico, è stato un professore universitario, un pubblicista e uno scrittore. È difficile, soprattutto in questo secolo, trovare riunite in una stessa persona doti eminenti di santità personale, di pensatore, di fondatore e di guida di movimenti civici”.

Ma l’attualità di Plinio Corrêa de Oliveira è confermata anche da chi, dalla parte opposta, attaccando la sua opera, talvolta con rabbia, ne riconosce implicitamente tutto il valore.

La 4a Rivoluzione

Il prof. Plinio visse la parte più importante della sua vita affrontando quella fase della Rivoluzione che è il comunismo, ma sapeva che l’obiettivo finale della Rivoluzione andava ben oltre il superstato sovietico e che, alla fine, esso intendeva smantellare ogni traccia di civiltà occidentale, stabilendo uno

stato di cose ancora più radicale del comunismo sovietico.

La caduta del Muro di Berlino avvenne nel 1989 e la fine dell’Unione Sovietica due anni dopo, nel 1991; ma l’avvento di questa nuova fase post-sovietica, chiamata dal dottor Plinio IV Rivoluzione, fu esplicitamente denunciata in un complemento del libro «Rivoluzione e Controrivoluzione» scritto nel 1977. Cioè, molto prima che accadessero gli eventi summenzionati.

Cos’è la IV Rivoluzione secondo il prof. Plinio? Le Rivoluzioni precedenti avevano portato immensi cambiamenti nelle strutture religiose e socio-politiche. Questa volta sarebbe dovuto scoppiare una rivoluzione “in interiore homine”. Un cambiamento radicale nella mentalità di ogni uomo per preparare la strada a ciò che alcuni sociologi e filosofi chiamano post-umanesimo. A partire dal movimento hippie e anarchico che ebbe luogo negli anni ’60, il dottor Plinio concluse che ci trovavamo di fronte all’emergere di questa nuova fase post-umana, che oggi vediamo trionfante nel completo libertarismo e relativismo morale, nell’espansione dell’amore libero, della droga, dell’aborto e, in un numero sempre maggiore di nazioni, persino dell’eutanasia; senza nemmeno risparmiare l’innocenza dei bambini imponendo l’insegnamento dell’ideologia gender. TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / GIUGNO 2021 - 33


Il pensiero di Plinio Corrêa de Oliveria

Tribalismo

Data la crescente infiltrazione rivoluzionaria negli ambienti cattolici a partire dagli anni ’60, per il prof. Plinio l’immensa trasformazione socioculturale operata dalla IV Rivoluzione non poteva non avere una profonda risonanza anche all’interno della Chiesa. Nello stesso anno in cui scrisse sulla nascente IV Rivoluzione nella società (1977), denunciò parallelamente come questa Rivoluzione stesse penetrando nella Chiesa in uno dei libri più profetici e lungimiranti della sua vita: «Tribalismo indigeno – Ideale Comunista-Missionario per il Brasile nel XXI secolo». In esso, si mostrava come alcuni vescovi e teologi presentavano come modello di vita il primitivismo degli indios della giungla, che venivano

«Tribalismo indigeno – Ideale ComunistaMissionario per il Brasile nel XXI secolo»

La denuncia, nel 1977, delle tendenze ambientaliste e tribaliste all’interno della Chiesa

encomiati come gli autentici “evangelizzatori del mondo”, per via della presunta semplicità e ingenuità della loro vita tribale in contrasto con i modelli egoistici dei civilizzati.

All’epoca era davvero difficile per l’uomo comune accettare che la società del progresso tecnologico potesse seguire questo modello. Tuttavia, anni dopo, a seguiti dell’enorme pressione sull’opinione pubblica, di accusa all’uomo civilizzato, soprattutto l’uomo occidentale, di distruggere le risorse del pianeta, vediamo che questo modello primitivo viene riproposto con crescente enfasi, soprattutto nella Chiesa cattolica. 34 - TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / GIUGNO 2021

Ed è così che siamo arrivati al 2019, in cui Papa Francesco, nel contesto di un solenne sinodo in Vaticano, propone le tribù amazzoniche come esempi di “buon vivere”, soprattutto considerando il fatto che questo “buon vivere” consiste nel non danneggiare la Madre Terra, un obiettivo ambientale sempre più centrale.

In effetti, questa previsione profetica del prof. Plinio è servita come linea guida per la denuncia dell’IPCO (Instituto Plinio Corrêa de Oliveira) e di altri suoi discepoli per far comprendere tutta l’importanza del Sinodo dell’Amazzonia, specialmente nella sua nota neo-pagana di autentico culto alla Madre Terra. Voi certamente sapete che la Madre Terra, sotto forma di un idolo chiamato Pachamama, è stata venerata nella Basilica di San Pietro durante quel Sinodo.

Il Sinodo dell’Amazzonia ha confermato la lungimiranza del prof. Plinio sul corso che avrebbero preso gli eventi. Nel 1977, l’esaltazione dell’ideale tribalista indigeno sembrava una stravaganza ideologica. Eppure è accaduta.

Oggi, quando l’ambientalismo verde suggerisce ovunque un piano globale per un drastico calo della produzione della ricchezza, vediamo che ciò che all’epoca sembrava poco plausibile, oggi si configura all’orizzonte come un immenso fantasma. Inoltre, il Documento Finale del Sinodo dell’Amazzonia chiede apertamente lo smantellamento del modello economico occidentale, apostrofato come modello “ecocida” e “predatorio” (cioè, più o meno ladro delle risorse a scapito della salute del pianeta). Tra l’altro, si propone il rilancio delle Comunità ecclesiali di base, culla di gran parte di quel PT (Partito dei Lavoratori) che, sconfitto alle urne, cerca oggi di rinnovarsi dai pulpiti.

Il prof. Plinio si rese subito conto dell’importanza della tematica dell’ambientalismo ideologico nel senso di creare una nuova mentalità per condurre la civiltà sulla via della sua “decostruzione”, secondo l’espressione coniata dai filosofi più rivoluzionari.

Cito qui solo un fatto: quando si svolse a Rio de Janeiro la famosa conferenza internazionale sponsorizzata dall’ONU, denominata ECO-92, il Dr. Plinio dedicò molto tempo alla sua analisi; inviò una numerosa delegazione a Rio per accompagnarla passo a passo. Le riviste della TFP pubblicarono diversi articoli sugli accordi raggiunti in quel momento, mostrando all’opinione pubblica che si stava affrontando un passaggio fondamentale nella storia della Rivoluzione: il passaggio dal “rosso” al “verde”.


Campagna pubblica della TFP italiana di fronte al Castello Sforzesco, Milano

Le brillanti campagne delle TFP, con le loro cappe e stendardi rossi, hanno segnato il panorama delle città, creando un fenomeno di marketing delle idee controrivoluzionarie che né il Brasile, né le Americhe, né l’Europa avevano visto prima

A distanza di trent’anni, si parla in tutti i più importanti forum internazionali di una riorganizzazione del mondo (un “great reset”) da attuare dopo la pandemia e la precaria situazione economica che si è generata. Bene, questo grande “reset” si ispira in gran parte a quanto si stabilì a Rio nella conferenza ECO 92. Forse, la novità maggiore fra ieri e oggi sta nel fatto che – con l’enciclica Laudato Si – l’agenda ambientale dell’ONU è diventata anche una priorità per la Chiesa.

Sull’input dato trent’anni fa dal dott. Plinio al tema ecologico, non posso non citare la più recente pubblicazione del libro «Psicosi Ambientalista» del principe Bertrand di Orleans e Braganza, la cui lettura è stata raccomandata dal presidente Bolsonaro. Tralascio qui le innumerevoli campagne, pubblicazioni, conferenze contro l’avanzata della sinistra in Brasile e in America Latina.

Non mi soffermo neppure sul modo in cui i membri della TFP del Brasile hanno tenuta accesa la fiamma di fede e coraggio nelle strade e nelle piazze di questo immenso paese in un momento in cui il comunismo era pericolosamente in agguato. Non mi fermo nemmeno all’epopea delle carovane motoriz-

zate di giovani che hanno percorso tutta la lunghezza del territorio, per mesi e mesi senza tornare ai punti di partenza.

Campagne pubbliche

Le brillanti campagne della TFP, con le loro cappe e stendardi rossi, hanno segnato il panorama dei grandi e piccoli centri brasiliani e sono state imitate dai discepoli del prof. Plinio sparsi nei cinque continenti, creando un fenomeno di marketing delle idee controrivoluzionarie che né il Brasile, né le Americhe, né l’Europa avevano visto prima. Esagero?

Cito solo due avversari della TFP che lo confermano. Nel 1969, un noto giornalista di sinistra scrisse sul quotidiano Tribuna da Imprensa:

“La TFP era a un gala. Confesso che, da lontano, sono rimasto piacevolmente colpito. Indubbiamente c’è buon gusto nella scelta dei colori esposti, sia nelle divise che negli stendardi. C’è un senso di teatro totale nella sua evoluzione. Mentre un ragazzo grida degli slogan con un megafono, un altro, perfettamente araldico, gira leggermente lo stendardo. TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / GIUGNO 2021 - 35


Il pensiero di Plinio Corrêa de Oliveria

Altri corrono, in perfetta armonia coreografica, ad avvicinarsi ai pedoni offrendo loro un giornale. Da lontano, la TFP colpisce per la sua dimensione estetica, per il gioco di colori, per la presenza invisibile di un ‘metteur-en-scène’. Se ogni tradizione, ogni famiglia e ogni proprietà avesse un terzo della presentazione armoniosa di questo gruppo, persino io, un uomo di sinistra, sarei tentato di prendere uno stendardo e di uscire per le strade della città in difesa di queste istituzioni. (…)Tutti vogliono sapere il nome del ‘regista’ del gruppo, così come dello stilista che ha creato queste divise”. E l’artista comunista Judith Malina, direttrice del Living Theatre, analizza così, nel giornale O Estado de São Paulo del 12 luglio 2018, l’impatto estetico delle campagne ideate dal genio di Plinio Corrêa de Oliveira:

“Una mattina, molto presto, si sente uno strepito fuori casa; un grido di militanza ci sveglia e guardiamo fuori dalla finestra. “Tradizione! Famiglia! Proprietà! gridano dieci giovani (…) con una stola di raso rosso sulle spalle. Fanno teatro di strada. Portano uno stendardo rosso molto grande, simile a quello delle scuole di samba, ma con la dignità degli stendardi che la Chiesa porta in processione. L’inventore di questi spettacoli ha un grande senso del teatro di strada. All’interno di una forma rigida, egli esplora completamente le possibilità: suono, colore e vestiti; contatto, coro e bandiere”. Queste tecniche di marketing delle idee controrivoluzionarie saranno imitate in Europa e nelle tre

Americhe, facendo sventolare lo stendardo della TFP anche nella Piazza Rossa di Mosca, quando la bandiera dell’Unione Sovietica svettava ancora in alto sull’antistante palazzo del Cremlino. È stata una guerra di simboli, vinta dalla fiamma di fede e coraggio che il prof. Plinio aveva acceso nel lontano Brasile. Plinio Corrêa de Oliveira non è con noi dal 3 ottobre 1995. Ma, ci chiediamo, i suoi discepoli potevano abbandonare la scuola di militanza controrivoluzionaria da lui creata e portata a un’indiscussa risonanza mondiale? Potevano i suoi discepoli spegnere quella fiamma di fede e coraggio che aveva illuminato il pianeta dal territorio brasiliano?

Certamente no! Soprattutto se si considera che, dalla sua morte, la Rivoluzione ha intensificato la sua offensiva per demolire la Chiesa e la Civiltà ad essa ispirata. Pensiamo soltanto a ciò che viene fatto contro la famiglia naturale, quella famiglia che Engels, cofondatore con Marx del comunismo, affermava essere il più grande ostacolo per imporre la nuova società comunista. Oggi la difesa della famiglia è il campo di battaglia più intenso nella lotta tra la Rivoluzione e la Contro-Rivoluzione. Dopo scomparsa del dottor Plinio tra noi, la famiglia naturale è stata equiparata a tutti i tipi di unioni, omosessuali e transgender; molti partiti di sinistra hanno pubblicizzato apertamente l’amore libero; qualche volta hanno persino proposto la legalizzazione della pedofilia. Lo scioglimento dei matrimoni è stato facilitato da divorzi sempre più facili da ottenere. La pratica del controllo delle nascite con mezzi moralmente illeciti si è diffusa ampiamente; l’aborto è stato legalizzato in molte parti e in alcuni paesi può essere praticato fino al nono mese. Abbiamo già parlato della corruzione dei minori con l’insegnamento dell’ideologia LGBT nelle scuole.

Lo stendardo della TFP sventola sulla Piazza Rossa di Mosca, quando la bandiera dell’Unione Sovietica svettava ancora in alto sull’antistante palazzo del Cremlino. È stata una guerra di simboli, vinta dalla fiamma di fede e coraggio che il prof. Plinio aveva acceso nel lontano Brasile 36 - TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / GIUGNO 2021


Nel 2015, suffragate da più di un milione di firme, le TFP di tutto il mondo rivolsero a Papa Francesco una “Supplica filiale sul futuro della famiglia”

Ebbene, tutto questo merita o no le dichiarazioni e le denunce dei discepoli di Plinio Corrêa de Oliveira? Oppure, per non disturbare le forze della Rivoluzione, sarebbe meglio raccogliere gli stendardi valorosamente dispiegati nel corso dei decenni?

Non potrò entrare qui nei dettagli delle azioni svolte secondo la scuola del prof. Plínio. Ce ne sarebbero tanti: in Brasile, negli Stati Uniti, nel resto dell’America Latina, in Europa.

Ad esempio, l’epopea quotidiana dell’Istituto Plinio Corrêa de Oliveira svolta, con audacia e coraggio, per le strade, sul web, in convegni, con le carovane che percorrono il territorio nazionale per rafforzare quel segmento conservatore dell’opinione pubblica brasiliana che ha recentemente dato il buon esempio al mondo intero.

Che dire poi della coraggiosa TFP statunitense che fa sfilare i suoi stendardi nelle città e nelle università di quel paese tanto decisivo per il resto del pianeta, incoraggiando il suo importante movimento conservatore?

Azione nella Chiesa

In conclusione, dico una parola sull’azione nello scenario più decisivo, quello della Chiesa cattolica.

Ho già indicato, ricordando il commento di un alto rappresentante del Vaticano, il ruolo decisivo che la TFP svolse nelle fasi finali della Guerra Fredda nell’impedire al continente latinoamericano di cadere nel comunismo.

La storia registrerà l’epopea che il Dr. Plinio compì in questo senso a partire dal suo libro «In difesa dell’Azione Cattolica», proseguita con le sue ripetute denunce dell’azione della sinistra cattolica negli anni ’60 e ’70: Teologia della liberazione, CEBs; tribalismo indigeno come modello per la società, ecc. Ebbene, molte di queste idee rivoluzionarie, è doloroso ma necessario dirlo, vengono predicate oggi dalla più alta cattedra della Chiesa. Il prof. Plinio e le TFP avevano già espresso in modo filiale a Papa Paolo VI tutte le loro perplessità circa la politica di distensione della Santa Sede verso i regimi comunisti; politica che rafforzava oggettivamente il comunismo internazionale in piena guerra fredda. Il prof. Plinio e le TFP si dichiararono in quel momento in una stato di resistenza, secondo il modello insegnato da San Paolo nella lettera ai Galati e commentato da santi e teologi come modello da seguire nel caso in cui Pietro dovesse in coscienza essere avvertito.

Se gli eventi che portarono il prof. Plinio e i suoi discepoli a compiere questo delicato passo nel 1974 non hanno fatto altro che moltiplicarsi in quantità e gravità negli ultimi anni, sarebbe lecito agli attuali discepoli abbandonare la condotta di resistenza secondo il modello di San Paolo? Penso che la risposta sia così ovvia che non valga nemmeno la pena darla.

Cosa avrebbe fatto il dottor Plinio, che lottò duramente contro il divorzio civile, se oggi vedesse l’introduzione di quello che noti teologi e canonisti chiamano “divorzio cattolico”? Dall’inizio dell’attuale pontificato, infatti, al fine di facilitare la CoTRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / GIUGNO 2021 - 37


Il pensiero di Plinio Corrêa de Oliveria

Roma, 5 ottobre 2019

La TFP italiana promuove il convegno “Sinodo Panamazzonico. La posta in gioco”: nel cuore della Cristianità, una voce di denuncia delle tendenze ambientaliste e tribaliste proposte dall’attuale Pontefice

munione ai divorziati risposati, si è visto che è iniziato il processo di relativizzazione dell’indissolubilità del vincolo matrimoniale, cioè di quel processo di relativizzazione morale che ha provocato i summenzionati danni sociali e morali.

Per questo motivo, i discepoli di Plinio Corrêa de Oliveira, in una sforzo di coordinamento di numerose entità correlate e amiche in tutto il mondo, hanno lanciato una Supplica filiale a Papa Francesco chiedendogli di interrompere questo processo già in corso e di ribadire con fermezza anche la dottrina dell’indissolubilità coniugale, così come la disciplina che vieta di ricevere l’Eucaristia se si conduce una vita extraconiugale.

Sono state raccolte un milione di firme, tra cui quelle di più di duecento vescovi, numerosi cardinali, teologi, canonisti, professori universitari, ecc. Sebbene questa richiesta non sia stata accolta, essa ha creato un sano stato di allerta nell’opinione pubblica cattolica. A questa Supplica filiale sono proseguite innumerevoli iniziative, soprattutto dopo i due Sinodi sulla Famiglia e l’Esortazione Amoris Laetitia. Cito solo la più importante, cioè i “dubia”, i dubbi presentati al Papa da quattro eminenti cardinali.

A suscitare reazioni in tutto il mondo non sono solo le novità teologiche, ma anche il chiaro taglio politico e sociale di un pontificato che, in nome di una sorta di nuovo credo ecologico, porta oggi innumerevoli pastori a condannare il modello socio-economico dell’Occidente e a promuovere varianti ambientaliste della Teologia della Liberazione. Basti

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pensare che uno dei redattori dell’Enciclica Laudato Si è l’ex sacerdote liberazionista Leonardo Boff.

La recente enciclica Fratelli Tutti ha relativizzato l’importanza della proprietà privata a favore di formule socialisteggianti e comunitarie di proprietà, nonostante il clamoroso fallimento dei paesi che hanno applicato simili ricette. I leader dei cosiddetti “movimenti sociali”, come il MST (Movimento dei Senza Terra), sono stati lodati in vistosi incontri vaticani. La Santa Sede ha firmato con loro una dichiarazione ufficiale che promuove “forme comunitarie di organizzazione del lavoro, della terra e della casa”. Anche noti abortisti o attivisti della contraccezione sono stati invitati a diversi incontri vaticani. A differenza dei principi morali “non negoziabili” promossi da Papa Benedetto XVI come priorità, l’attuale pontificato pone come priorità la conservazione dell’ambiente e il diritto all’immigrazione dai paesi più poveri ai paesi più ricchi, nonché una generale ridistribuzione della ricchezza.

Tutta questa realtà è stata descritta nel libro “Il Cambio di Paradigma di Papa Francesco”, di José Antonio Ureta, studioso dell’Istituto Plinio Corrêa de Oliveira.

Di fronte all’immenso “cambio di paradigma”, i discepoli di Plinio Corrêa de Oliveira non potevano tacere. Ma come parlare?


Non poteva che essere con lo spirito e il linguaggio del Maestro, che con immensa lealtà si rivolse a Papa Paolo VI in occasione della Dichiarazione di Resistenza, nel 1974, di fronte alla politica vaticana di distensione verso i regimi comunisti, nei seguenti termini:

“Il vincolo di ubbidienza al Successore di Pietro, che mai romperemo, che amiamo dal più profondo della nostra anima, al quale tributiamo il meglio del nostro amore, questo vincolo noi lo baciamo nel momento in cui, macerati dal dolore, affermiamo la nostra posizione. E in ginocchio, fissando con venerazione la figura di S.S. Papa Paolo VI, noi gli manifestiamo tutta la nostra fedeltà. “Con questo atto filiale diciamo al Pastore dei Pastori: la nostra anima è Vostra, la nostra vita è Vostra. Ordinateci ciò che desiderate. Solo non comandateci di incrociare le braccia di fronte al lupo rosso che attacca. A questo si oppone la nostra coscienza”. Ebbene, oggi abbiamo un altro Papa sulla cattedra di San Pietro, il lupo che avanza è più verde che rosso, ma la nostra resistenza è la stessa del prof. Plinio.

Questo modello di resistenza è il faro che orienta in una posizione giusta e ragionevole quelli che assi-

stono perplessi al “cambio di paradigma” nella Chiesa, così come ai paralleli tentativi di un nuovo ordine (o disordine) mondiale nella società temporale. Essere fedeli alla scuola di Plinio Corrêa de Oliveira significa continuare la sua lotta, con la speranza radicata nella convinzione dell’intervento di Dio. La posizione del prof. Plinio è riassunta nella sublime frase di Santa Giovanna d’Arco: “Bisogna dare battaglia perchè Dio doni la vittoria”

Senza l’intervento di Dio, senza l’intercessione di Maria Santissima, la Rivoluzione non può essere sconfitta umanamente. Ma è proprio la fedeltà a cui siamo tutti invitati che, per così dire, “costringe” Dio ad intervenire. Una fedeltà che ovviamente, come ci ha insegnato il prof. Plinio con il suo esempio, non può essere sostenuta senza il primato della preghiera, della vita sacramentale e spirituale, ma che non si sottrae al momento della battaglia.

Crediamo che dall’alto del Cielo, il prof. Plinio benedica l’azione controrivoluzionaria che si svolge nelle difficili circostanze dei nostri giorni, fino a quando i tempi della Rivoluzione non saranno definitivamente sostituiti dal promesso trionfo del Cuore Immacolato di Maria a Fatima. 

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Il mondo delle TFP

Australia: in difesa del nascituro

C

ome è ormai tradizione, membri della TFP australiana hanno partecipato al Day of the Unborn Child, la Giornata del Nascituro, a Sydney. Indossando le loro caratteristiche cappe rosse, i volontari della TFP hanno partecipato alla processione che ha percorso le vie centrali della città, portando a spalla una statua della Madonna Ausilio dei Cristiani. La Giornata si è tenuta domenica 21 marzo, e ha contato sulla partecipazione di mons. Anthony Fisher, arcivescovo di Sydney, e del suo ausiliare mons. Richard Umbers.

Irlanda: la Madonna nei focolari e nelle chiese

U

na delle iniziative di più successo dell’Irish Society for Christian Civilisation, la TFP irlandese, è la Fatima Home Visits, le visite della Madonna di Fatima nelle famiglie e, a volte, anche nelle chiese. Volontari della TFP portano una copia della statua pellegrina internazionale per un incontro di preghiera e di approfondimento sul messaggio della Madonna. Queste visite sono anche un’occasione unica per incontrare ragazzi desiderosi di impegnarsi. 

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La difesa della vita innocente è una delle principali iniziative in cui è impegnata la TFP australiana sin dalla sua fondazione. La sua azione comprende anche Rosari pubblici di fronte ai centri abortisti. 


P

Italia: nuovo libro di Plinio Corrêa de Oliveira

er molti anni il prof. Plinio Corrêa de Oliveira ha fatto brevi commenti alla vita dei santi del calendario liturgico. Prima delle conferenze dottrinali per soci e cooperatori della TFP brasiliana, gli veniva presentata una scheda sul santo o sulla festa liturgica corrispondente a quel giorno, che egli successivamente commentava. Siamo lieti di poter presentare al lettore, per la prima volta, una raccolta di cinquanta commenti: «Cum Sanctis Tuis. Profili di santi» (Chora Books, 2021).

Plinio Corrêa de Oliveira si definiva fondamentalmente un apostolo. I suoi commenti erano perciò orientati soprattutto al bene delle anime. Dalla vita del santo egli cercava di trarre lezioni concrete per l’apostolato nei giorni nostri, mettendo quindi l’accento su quei punti che più si scontravano con gli errori e con le cattive tendenze del momento. In questo senso, oltre all’intrinseco valore apologetico, i suoi commenti hanno un carattere marcatamente “militante”. Per eventuali richieste, contattare info@atfp.it 

Perù: NO a una nuova riforma agraria socialista

N

el 1969, la dittatura comunista del generale Juan Velasco Alvarado impose al Perù una riforma agraria socialista e confiscatoria. In meno di dieci anni, questo fior all’occhiello della dittatura filo-sovietica, era già “paralizzato”, secondo quanto dichiarava lo stesso Governo: “Fu un fallimento totale. I campi semplicemente smisero di produrre”. Il risultato fu l’aumento esponenziale della povertà. Oggi, il candidato vincitore del primo turno alle presidenziali, Pedro Castillo, promette una seconda riforma agraria, ancor più radicale. Immediata la reazione di Tradición y Acción por un Perú Mayor, consorella delle TFP, che ha pubblicato il best seller «Riforma Agraria questione di conscienza». Scritto nel 1960 da Plinio Corrêa de Oliveira insieme a due vescovi, il libro smonta uno ad uno gli argomenti socialisti, spiegando il Magistero della Chiesa in merito. La proprietà privata è un diritto fondato sulla legge naturale e divina, che nessun intervento umano può sopprimere arbitrariamente. 

Campagna di Tradición y Acción a Lima TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / GIUGNO 2021 - 41


Il mondo delle TFP

Visitando la “Vandea” brasiliana

N

el 1889 un colpo di Stato militare di carattere repubblicano e massonico detronizzò l’imperatore Dom Pedro II, ponendo così fine alla monarchia in Brasile. Molti accettarono il nuovo regime, chi per simpatia, chi per indifferenza, chi infine per pusillanimità.

Molti… ma non un coraggioso gruppo di contadini cattolici di Canudos, nello Stato di Bahia. Sotto la guida di Antônio Conselheiro, questi si ribellarono contro la neonata Repubblica e in difesa della Chiesa. Fu la Guerra di Canudos, durata dal 1896 al 1897, e da più paragonata alle guerre vandeane in Francia. La guerra fu narrata dallo scrittore brasiliano Euclides da Cunha nel libro «Os Sertões» nel 1902.

La Repubblica mobilitò contro i contadini cattolici e monarchici ben quattro divisioni. L’ultima, dotata con le armi più moderne, aveva l’ordine di radere al suolo Canudos e di uccidere tutti i combattenti. Conselheiro morì di malattia. I pochi sopravvissuti, soprattutto donne e bambini, furono portati via e buttati nelle colline attorno a Rio di Janeiro.

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Recentemente, una “carovana” di giovani dell’Istituto Plinio Corrêa de Oliveira, nel corso di un’ampia campagna contro il socialismo in Brasile, ha visitato Canudos per rendere omaggio ai suoi eroi. Dopodiché si è recata a Recife, capitale dello Stato di Pernambuco, dove, nella Basilica di Nossa Senhora da Penha, ha pregato sulla tomba del Servo di Dio Vital Maria Gonçalves de Oliveira (1844-1878), il grande vescovo contro-rivoluzionario brasiliano. 


Polonia: Rosario pubblico

I

n piena nevicata, e con temperature abbondantemente sotto lo zero, i membri del settore universitario della TFP polacca non hanno voluto mancare l’appuntamento mensile con la preghiera a Lublino. Accompagnati da pochi coraggiosi, hanno pregato un Santo Rosario sulla via pubblica per la rigenerazione morale della Polonia, contro l’aborto e l’agenda LGBT, e in difesa della famiglia naturale e sacramentale. Molti si meravigliano delle politiche conservatrici del Governo polacco. Il fatto è che, sotto, c’è un’opinione pubblica che non vuole rinnegare la propria Fede e, anzi, la difende a spada tratta contro la Rivoluzione. 

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Ecuador: campagna vittoriosa contro il socialismo

utti i sondaggi lo davano perdente. Eppure, a sorpresa, nel ballottaggio di domenica 11 aprile in Ecuador, ha vinto il candidato del centro-destra Guillermo Lasso, col 53% dei suffragi. Il Paese andino si è così salvato dal socialismo, che era quanto il candidato della sinistra Andrés Arauz aveva prospettato. Ha certamente contribuito alla sconfitta della sinistra l’associazione Tradición y Acción, consorella delle TFP. In un notevole sforzo pubblicistico, i giovani di Tradición y Acción hanno realizzato una “Carovana contro il socialismo” che ha toccato le principali città dell’Ecuador. 

Campagna pubblica a Quito TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / GIUGNO 2021 - 43


Il mondo delle TFP

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Apostolato giovanile

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a pandemia da COVID 19 ha scombussolato ogni aspetto della nostra vita, sia personale sia associativa. Non è, però, riuscita a fermare l’apostolato giovanile portato avanti dalle varie TFP e associazioni consorelle. In perfetta ottemperanza alle norme sanitarie locali, ogni TFP si è adoperata per continuare a portare una parola di forza e di speranza ai giovani. I numeri, forzosamente ridotti, sono stati ampiamente compensati con un raddoppiato entusiasmo. In senso anti-orario:

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Foto 1-2: simposio universitario della TFP americana a Houston, Texas, sul tema “Di fronte alla sfida della Rivoluzione woke, il dovere della militanza cattolica alla luce del messaggio di Fatima”.

Foto 3-4: simposio di Settimana Santa della TFP francese a Creutzwald, Lorena, sul tema “Fondamenti della vita spirituale e ascettica”.

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Foto 5: congresso universitario dell’Istituto Plinio Corrêa de Oliveira a San Paolo del Brasile, sul tema “Studio e azione contro-rivoluzionaria”. Foto 6: riunione giovanile a Lima, Perù.

Foto 7: incontro giovanile a Vienna, Austria.

Foto 8: simposio della TFP olandese a Nimega, sul tema “La proprietà privata nella legge divina e naturale”.

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Foto 9-10: incontro giovanile della TFP americana a Miami, Florida, sul tema “I grandi modelli della Civiltà cristiana, fonte d’ispirazione per i giorni nostri”.

Foto 11-12: incontro universitario di Settimana Santa del Centro Cultural Cruzada, a Medellín, Colombia, sul tema “L’olocausto di sé stesso secondo San Luigi Maria Grigion di Montfort”.

Plinio Corrêa de Oliveira dava molta importanza all’apostolato con i giovani. Profondo nella sue esposizioni, sempre elevato nel suo portamento, egli sapeva tuttavia parlare ai giovani con un linguaggio che suscitava l’entusiasmo. 

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Il mondo delle TFP

«L’angelica milizia»

Lettera di Ettore Gotti Tedeschi al vaticanista Marco Tosatti Caro Marco,

Vorrei proporre ai tuoi lettori di Stilum Curiae una lettura edificante ed ispirante grazie alla quale taluni troveranno risposte alle domande che si pongono sul che fare. Uscirà a breve un libro che raccoglie varie riflessioni di Plinio Correa de Oliveira sugli angeli (raccolte da Julio Loredo), nel panorama attuale della Chiesa e del mondo. Il titolo è “L’angelica milizia”, edito da Cantagalli.

Il libro sembra un manifesto che chiama a raccolta gli uomini di buona volontà esortandoli a chiamare in soccorso le milizie celesti per agire contro i mali con cui si confrontano in questi tempi.

Avendo conosciuto il prof. Plinio, non mi sono affatto meravigliato che un maestro del pensiero cattolico, che passò la sua vita a studiare cosa ha distrutto l’ordine naturale rivoluzionandolo, e spiegando come reagire, potesse occuparsi di angioletti.

Anzi ho pensato che fosse naturale che li avesse sempre sentiti accanto. Magari non gli angioletti barocchi, raffaelliti, grassocci e gaudenti senza alcuna caratteristica angelica; no, gli angeli del prof. Plinio somigliano a San Michele.

Il prof Plinio ci parla di una dottrina sugli angeli necessaria per vincere la sfida al materialismo moderno, necessaria per acquisire pace interiore, per apprendere a praticare le virtù. Il prof. Plinio propone una forma di catechesi che vuole ricordare all’uomo contemporaneo che il 46 - TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / GIUGNO 2021

puro spirito è molto più forte della materia e lo fa invitando a cercare, colloquiare e contare sugli “angeli della sapienza”, per realizzare le nostre opere.

La lettura di questo libro richiama alla memoria la famosa preghiera a Maria di San Giovanni Bosco, che il grande santo scrisse per insegnare ai suoi ragazzi su chi contare per lottare nella vita. Ricordate? “Maria, Vergine Potente… Tu terribile come esercito schierato in battaglia…. Tu sola hai sconfitto ogni eresia in tutto il mondo”. Certo questo è un libro per chi vuol trovare conforto, ma anche per continuare a lottare per la buona battaglia e non arrendersi.

È un libro per chi è uso invocare San Michele Arcangelo e lo considera alleato nella lotta contro il male, quel male che sono riusciti a far sparire camuffandolo con varie miserie materiali.

In questi tempi di compromesso morale e di fede, il prof. Plinio propone “l’angelizzazione” dell’uomo grazie alla quale l’anima vince il corpo ed ispira il cervello facendolo ragionare e aiutandolo a prendere decisioni per affrontare l’errore, il peccato e l’eresia, più o meno evidenti.

A Fatima nel 1916 bastò l’apparizione dell’Angelo (del Portogallo) per trasformare tre pastorelli in anime capaci di ricevere successivamente la più grande rivelazione del XX secolo.

Questo libro ispirerà emozioni e azioni con alleanze angeliche.

Ettore Gotti Tedeschi

(Dal blog di Marco Tosatti, Stilum Curiae, 17 aprile 2021. Con autorizzazione)


Ordina oggi Plinio Corrêa de Oliveira «L’angelica milizia. Gli angeli nel panorama attuale della Chiesa e del mondo» Edizioni Cantagalli, 2021 Formato 14,5 x 21 Legatura Brossura Pagine 368 € 22,00

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Tradizione Famiglia Proprietà — Via Nizza, 110 — 00198 Roma TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / GIUGNO 2021 - 47


San Michele Arcangelo

di Plinio Corrêa de Oliveira

S

an Michele è la lotta. Egli è il guerriero tout bardé de fer tutto rivestito di ferro - che sconfisse nel Cielo la prima Rivoluzione, matrice e modello di tutte le altre. Profeta vigilantissimo, fu il primo a dare il grido d’indignazione contro-rivoluzionario, che suscitò e radunò sotto il suo comando le legioni dalla fedeltà sacrale.

Guerriero pieno d’impeto, di forza schiacciante, di santa tenacia. Egli fu il primo nell’attacco, il più forte nello scontro, decisivo nel piegare l’avversario, supremamente tenace nel resistere a tutte le sue seduzioni e furbizie.

Esorcista irresistibile, fu rivestito dall’Altissimo di un

potere invincibile che annienta gli assalti e le furbizie del demonio, facendolo diventare tanto impotente quanto egli è infame e odioso. San Michele è il contro-rivoluzionario, splendente di sacralità e di forza.

San Michele è il grande guerriero che espulse i demoni dal Cielo. La missione militare di San Michele si fonda su due sentimenti simmetrici e opposti: un amore acceso per Dio, che si traduce in un odio implacabile verso i Suoi nemici. San Michele odia con un odio perfetto. Niente di più logico, inflessibile, inesorabile, eterno e perfetto dell’odio di San Michele. Non ha niente di molle, di relativo, di esitante. Il suo odio è totale, fisso, completo. San Michele è l’amore armato in stato di lotta.


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