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Prefazione .............................................................. pagina
Iniziata domenica 10 dicembre 10, 2006 e terminata lunedì 27 luglio 2009, la Saga di Carne è senza dubbio l’evento letterario più rilevante del terzo millennio. In questa impaginazione occupa poco meno di quattrocento pagine, che tradotto in un libro di normali dimensioni significa circa 700 pagine. Non è poco, e dobbiamo ringraziare i solerti neo laureati (storici, legali e letterati) dell’Università di Cambridge che hanno risposto all’appello della Carne Foundation, la quale ha messo a disposizione oltre 120 milioni di dollari per raccogliere l’intero corpus delle opere carniane e fornirne una versione il più possibile corretta e conforme all’originale. Come si noterà, in questa edizione sono stati inseriti tutti i materiali reperiti sulla Saga di Carne, e quindi questa edizione del dicembre 2021, aggiornata ed accurata nelle trascrizioni, contiene anche i due fondamentali libri dell’Aginzione usciti quasi contemporaneamente alla pubblicazione su carta della Saga nella sua versione per così dire “classica” avvenuta in tiratura limitata nel 2010; l’ultimo testo de l’Agnizione risale a lunedì 7 marzo 2011. Si potrebbe quasi definire “contemporaneo” agli epiloghi della Saga se non fossimo ormai sufficientemente scaltriti sull’uso dello spaziotempo nella Saga Carniana. Per la circolarità dell’Opera e per i diversi piani narrativi, quasi ogni punto potrebbe essere l’inizio oppure la fine di Carne, oppure dei due oscuri vecchietti (uno dei quali è quasi certamente suo padre) che sembrano ordire la vicenda da una specie di “stanza dei bottoni” che è poi la celebre villotta nello Yorkshire.Non dimentichiamo poi che gli autori ad un certo punto hanno cominciato più stesure parallele del romanzo, così ciò che è contemporaneo, tradotto in libro diviene sequenziale. Questo è un grave limite filologico per Carne, meta-romanzo pieno di metalinguaggi, di letture gerarchizzate, di testi sottotraccia e di paradossi esistenziali. Nondimento si è cercato, pur nella fissità della stampa, di riportare con la massima correttezza e soprattutto senza nessuna omissione tutto il corpus carniano. Se poi si aggiunge che il presente volume si avvale anche della testuale traduzione dei Diari di Carne, fuori di alcun dubbio è la prima ed unica pubblicazione di Carne a ritenersi degna di fregiarsi del titolo di “versione integrale”. Il romanzo tocca più generi letterari: dalla classica narrativa romanzesca alla fantascienza, dal giallo alla saggistica, passando per la filosofia, la strategia bellica, l’ars amatoria, l’alta finanza, le considerazioni
ontologiche e non trascurando di coinvolgere il lettore, se davvero paziente, in numerose storie parallele, osservate da altre storie che appaiono fuori dal romanzo anche se talvolta vi si intrecciano direttamente. Le momentanee considerazioni sui diversi livelli ontologici, e più in generale i saggi e i contenuti critici non sono stati inseriti all’inizio, ma lasciati nel testo nell’ordine cronologico in cui gli Autori li hanno inseriti, e questo, è ovviamente un ulteriore tributo di questa pubblicazione al rigore filologico. Per renderli più identificabili e più facilmente reperibili sono stati stampati in rosso. Il rigore filologico si applica qui anche in relazione agli autori, che sono molteplici negli elenchi, ma che si riducono a meno di cinque se vogliamo parlare di autori come pilastri dell’intera Saga. Li si troverà in calce ad ogni post, in modo che ogni frammento possa essere meglio identificato ed ogni singolo autore meglio compreso. Rigore filologico, in questo caso, è stato anche quello di inserire un reperto rinvenuto negli archivi di Carne durante il lockdown del 2020, ovvero l’unico reperto rimasto dei così chiamati “Diari di Carne”, riportati nell’ultima sezione del presente volume, non in quanto ultimi in ordine cronologico ( i diari di Carne potrebbero addirittura essere un prologo) ma poiché ultimi in ordine di reperimento. Come richiesto da Martin Putilatta ed altri cattedratici di chiara fama, inseriamo quindi in questo volume le due appendici cosiddette dell’Agnizione e i Diari.
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Le due “Stagioni” furono ritenute in un primo tempo versioni generate dall’editore a scopo meramente economico, ma sono state di recente riconosciute dagli Autori come autografe e quindi accreditate pienamente e aggiunte a completamento della ormai celeberrima “Saga di Carne”, constante delle classica “Trilogia” (Carne di Culo, Carnet de Culo e Forever Carne) e dei due volumi “ermeneutici” definiti dagli autori quelli “oltre la fine” (Shit Generation e Carnival Outrage). Per la sua struttura nascosta, per la sua circolarità, per l’armonia stocastica che lo attraversa, la Saga sembrava così un’opera saldamente compiuta. Ma ecco che, in perfetto stile carniano, compaiono gli ultimi due volumi: la prima e la seconda Stagione dell’Agnizione. Non appendici, dunque, ma volumi-chiave per comprendere il senso dell’intera Opera Carniana, la relazione che i Delegati alla Scrittura hanno tra loro e con i personaggi dell’opera. Di come, pure essi stessi che generano l’opera, vengano continuamente messi in discussione da altri personaggi (L’Editore, per esempio) che generano essi stessi. Mawphthorpe Lindgbeeij sostiene che tutto l’impianto carniano sia una metafora delle relazioni tra gli scriventi “sostanziali” della saga, che sono tre, con specifici ruoli e funzioni: Myr, il costruttore/distruttore, il fuoco e l’antagonista; Flack (a volte Klaus) l’elemento stabilizzante e inclusivo che quando provocato da Myr diviene anch’egli imprevedibile e Derek, ovvero il fondatore, che interviene quando la dialettica si inceppa o quando il plot tende a diventare fossile. Giustamente il critico Tougherty ha paragonato Derek allo skandalon, che presso i greci era l’asticella che faceva scattare la trappola. E tale pare la presenza del Fondatore; tra gli scriventi il più geniale a gettare la palla nella roulette per poi disinteressarsi addirittura , almeno in apparenza, del risultato. Ma eccolo intervenire nei modi più surretizi, quasi divertito nel lasciare il compito ai due muratori: quello che continua ad aggiungere camere (Myr) e quello che cerca disperatamente il modo di collegarle tutte (Klaus).
Dal punto di vista narrativo, la vicenda è abbastanza nota: Carne a poco più di trent’anni, alla morte della madre, scopre di avere un gemello. Per ragioni molto particolari i due sono stati separati alla nascita e tenuti all’oscuro l’uno dell’altro. Carne indaga e scopre che la zia, che crede morta e di cui ha un vago ricordo, aveva perso un figlio poco prima della sua nascita. Nati i due gemelli, la madre affida lui bambino alla sorella; successivamente tra le due si aprirà un contrasto insanabile, ma il gemello resta con la madre, poi c’è stata separazione e lontananza. Carne, che da sempre si sente incompleto e ha sempre desiderato un fratello, parte alla ricerca.
La moglie di Carne lo scongiura di non riaprire una ferita, di lasciare le cose come sono a garanzia di un equilibrio che sembra essere garantito unicamente dalla distanza. In base ai diari qui riportati, Carne scopre il fratello e comincia ad osservarne l’esistenza, scoprendolo assai diverso da lui. E’ Carnet, il gemello, che si fa vivo per primo. Al contrario di Carne lui conosce la storia e ha sempre rispettato il divieto, più per disinteresse e inedia che per ottemperanza e ubbidienza. Per raggiungere il suo obiettivo, Carnet (guidato da Lady Cophetua Hinshelwood) ricontatta la madre di Carne la quale si era finta morta solo per agevolare l’incontro tra i gemelli e che – inconsapevolmente ed ingenuamente – lo informa sulle intenzioni di Carne. Carnet cerca di trarre vantaggi, Carne vuole solo integrare la sua personalità. Carnet ottiene delle informazioni utili su Carne ed altri tipi di indicazioni più materiali, come l’ubicazione di un tesoro o di una mappa. Carnet cerca di ottenere la fiducia de Carne per prendere possesso dei suoi averi. Cerca di coinvolgere Carne nella sua vita con un secondo fine; Carne entra nella vita di Carnet per salvarlo e per ristabilire l’amore fraterno totale. Carnet sfrutta la somiglianza per commettere atti malvagi. Carne viene catturato al posto di Carnet. Carnet ruba un agente magico importante che Kate, che è un membro un un membro della famiglia Fuller, rivendica come patrimonio di famiglia: la ricetta della famosa Salsa Pea& Lerrins. Carne si rende conto che gli manca qualcosa, che ha il desiderio da realizzare il sogno di Kate da giovane, a cui il bisnonno Timothy Graham Fuller aveva rivelato in gran segreto l’ingrediente misterioso per la salsa.
All’interno della famiglia dell’eroe e in seno alla comunità viene identificato un senso di mancanza, di perdita, l’ingrediente della Salsa diventa desiderabile per ragioni commerciali, generando una ricchezza che salverà tutti quanti. Il danno o la mancanza si palesano; Carne viene ora a conoscenza delle azioni dell’antagonista Carnet e prende atto della mancanza del padre in uno stato di angoscia e disgrazia. Infatti Colui che era comunemente ritenuto suo padre si rivela essere un falso padre. Le accuse provengono da un detrattore, Colui il Cui Nome Non Può Essere Pronunciato, il quale si rivela essere il vero padre. Sull’autenticità delle sue rivelazioni sussistono sospetti.
Carne decide, o forse semplicemente accetta di ribellarsi, trovando l’ingrediente segreto della Salsa, cerca di salvare coloro che sono stati catturati ed a sconfiggere Carnet, o in alternativa a trovare un compromesso.. È un momento di definizione per lui, poiché la sua decisione diventa parte attiva della vicenda e detta (o sembra dettare) il corso delle azioni future e farà sì che una persona precedentemente ordinaria finisca per indossare il mantello dell’eroe. Carne quindi lascia la sua abitazione, viene messo alla prova, attaccato, sfidato. Ma reagisce alle azioni del donatore (una indistinta figura paterna) e supera o fallisce continuamente la prova in una irrilevanza di prospettive. Dopo aver superato la prova, Carne viene condotto nel luogo in cui si trova l’oggetto delle sue ricerche ed acquisisce potere. I due fratelli tuttavia non combattono mai direttamente. A Carne viene impresso un marchio: viene ferito, ma l’antagonista Carnet perde: viene umiliato, esiliato, poi reintegrato. Viene posto rimedio al danno iniziale e si risolve la mancanza dell’ingrediente segreto. La ricetta della Salsa viene consegnata, l’incantesimo spezzato.
Carne ha una dimora, finalmente, ma è perseguitato da qualcuno che attenta alla sua vita o al suo status. Stanz, Venkmann e soprattutto Jason Spengler perseguitano Carne sul piano quotidiano, mentre in altre realtà (probabilmente un videogioco oppure una semplice fantasia di Carne) vi sono persecutori come
Santanico Pandemonium e tutti i personaggi appartenenti al mondo di Carnet. In un modo o nell’altro Carne comunque si salva: si nasconde o viene nascosto, si trasforma in maniera irriconoscibile, viene salvato da un attentato alla sua vita traslandosi (o venendo traslato) in altri livelli di realtà. Potrebbe anche darsi che degli ostacoli indipendenti dalla sua volontà rallentino il suo nemico, ma Carne è comunque un perdente, anche quando vince. Alla fine torna alla casa paterna, dove un falso eroe cerca di prendere il suo posto. Carnet non verrà mai smascherato pubblicamente e spesso si ha il dubbio che sia lui a salvare la situazione. Carne ottiene la ricompensa finale, che consiste nella possibilità di sposare Kate, la donna che ama. Ma ormai è noto che le vicende, in tutta l’opera Carniana, non sono che pretesti per relazioni.
Klaus Koriza Biarritz, 29 dicembre 2021