STATISTICHE Paola Giacomini
L A CERAMICA MADE IN ITALY FLET TE, MA MENO DEL PREVISTO Alla fine, l’industria italiana delle piastrelle ceramiche ha retto l’urto. Gli effetti della pandemia globale si sono fatti sentire sui preconsuntivi 2020, ma meno di quanto le aziende del settore temessero durante le 6 settimane di
lockdown nazionale tra marzo e maggio. Merito del miglioramento iniziato da maggio e giugno e proseguito nel secondo semestre dell’anno che ha attenuato le perdite dei primi sei mesi. Secondo le prime stime, a fine 2020 le
Fuori dall’Unione Europea, al contrario, abbiamo avuto flessioni più marcate. Non mi riferisco tanto al Nord America che ha chiuso con una sostanziale stabilità sui livelli 2019 (-1,7%), quanto piuttosto ai mercati del Golfo, al Nord Africa e al Far East, dove abbiamo perso un 1012%, e ancor di più all’America Latina dove la contrazione è stata pesante, intorno al -30%”.
Giovanni Savorani In Italia le vendite sono scese a 73 milioni mq, registrando un pesante -12% sull’anno precedente, mentre l’export ha resistito meglio del previsto (il primo semestre aveva segnato un -20%), chiudendo l’anno con un -2% a 317 milioni mq. Disomogeneo, però, l’andamento sui vari mercati esteri, come conferma Giovanni Savorani, presidente di Confindustria Ceramica: “Le esportazioni in Europa, che coprono oltre i due terzi del nostro export totale, sono rimaste sostanzialmente stabili. Addirittura, quelle destinate ai mercati dell’Europa Occidentale sono aumentate del 2,2% grazie al traino dei Paesi di lingua tedesca.
TILE ITALIA 1/2021
A subire una forte battuta d’arresto è stata certamente la produzione nazionale, scesa dai 401 milioni del 2019 a circa 330 milioni a fine 2020, un crollo che sfiora il 18%, imputabile al lockdown che ha impedito il lancio dei nuovi prodotti e bloccato le manifestazioni fieristiche, tra cui Cersaie. Questo significa che le aziende del settore hanno ottimizzato le vendite con un importante smaltimento dei magazzini (circa 60 milioni mq); stock che, come sottolinea Savorani, “andranno in parte ricostituiti nel 2021, senza però tornare ai livelli di scorte del passato: i forti investimenti in Industria 4.0 permettono oggi alle nostre aziende di gestire la produzione con un approccio ‘make-to-order’, ossia in maniera più flessibile in funzione della reale domanda del mercato”. Tra le criticità dell’industria ceramica ita-
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vendite totali di piastrelle si sono fermate a 391 milioni mq, in calo di circa il 4% sui 407 milioni del 2019; sedici milioni di metri quadrati in meno, di cui dieci persi sul mercato domestico e sei sui mercati esteri.
liana non sfugge lo stallo che caratterizza la domanda interna ormai da diversi anni. Il mercato italiano assorbe appena il 18,7% delle vendite totali del settore, un livello ritenuto troppo basso e che, secondo Savorani, dovrebbe invece salire almeno al 25-30%. La svolta per risollevare gli asfittici consumi domestici può venire dall’atteso rimbalzo dell’edilizia in Italia nel 2021 (oltre il +10% secondo Prometeia). Uno straordinario volano in questo senso potrebbe essere il Superbonus del 110% per le ristrutturazioni edilizie, un’ottima iniziativa, secondo Savorani, ma che presenta alcuni elementi critici: “Da un lato, è indispensabile che la scadenza del Superbonus 110% venga equiparata a quella del Recovery Plan, quindi allungata fino al 2026; dall’altro, occorre semplificare le procedure per evitare che la loro complessità faccia desistere tanti dall’avviare i lavori. Infine, i plafond degli istituti di credito devono essere capienti a sufficienza per poter finanziare tutti coloro interessati a ristrutturare”. Un’altra questione “rovente” sul tavolo degli imprenditori del settore riguarda il sistema degli ETS dell’Unione Europea che, spiega Savorani, “pur mirando ad un obiettivo climatico pienamente condivisibile, penalizza in modo incoerente