La storia sui muri

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QUI DOVE UN TEMPO SORGEVA L’ATRIO DI QUESTA INSIGNE BASILICA

Castello Sforzesco via Festa del Perdono 7 piazza Santo Stefano

IL 26 DICEMBRE 1476 CADDE TRAFITTO DAL PUGNALE DI NOBILI CONGIURATI IL DUCA GALEAZZO MARIA SFORZA

Gli Sforza FRANCISCUS SFORTIA DUX MEDIOLANI QUARTUS QUI URBIS ET GENTIS IMPERIUM SOCERI MORTE AMISSUM RECUPERAVIT, AD SUSTENTANDOS CHRISTI PAUPERES, DISPERSA ALIMENTA CONGESSIT, ATQ. EX VETERE ARCE AEDES AMPLITER EXCITAVIT, ANN. S. M.CCCC.LVI PRID. ID. APRILIS

il quartiere Il Castello è stato fortemente voluto da Francesco Sforza: i lavori iniziarono nel 1451, sulle antiche rovine della Rocca Viscontea. Nel corso dei secoli la costruzione ha subito diverse modifiche, ma il progetto più famoso rimane quello di Napoleone, che prevedeva la sostituzione del castello con un foro: centro commerciale, religioso e politico ispirato all’antica Roma. Il progetto non venne mai realizzato. Utilizzato e modificato prevalentemente per scopi militari, nel 1893 il castello venne ristrutturato e riportato all’aspetto del periodo sforzesco.

FRANCISCUS SFORTIA VICECOMES DUX IIII ET ANIMO INVICTUS ET CORPORE ANNO MCCCCL AD IIII KAL MARTIAS HORA XX DOMINIO URBIS MEDIOLANI POTITUS EST IDEM ILL PRINCEPS EODEM ANNO IDIB IUNIIS HORA XX ARCEM HANC RADICIBUS EXCISAM INSTAURARE AMPLIFICARE QUE COEPIT

ISCRIZIONE COMMEMORANTE LA ENTRATA IN MILANO DI FRANCESCO SFORZA A DI XXVI DI FEBBRAJO MCCCCL COMPLETATA COLLE TRACCIE DELLA ISCRIZIONE POSTA SULL’ACCESSO DELLA ROCCHETTA RICORDANTE L’INIZIATA RICOSTRUZIONE DI QUESTO CASTELLO SULLE ROVINE DELLA ROCCA VISCONTEA A DI XXV DI GIUGNO MCCCCL

Oggi le sue sale ospitano le collezioni di diversi musei civici (Museo egizio, Museo del mobile, Pinacoteca del Castello eccetera) e i cortili sono invasi dai turisti.

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MENTRE ENTRAVA PER ASSISTERE ALLE SACRE FUNZIONI DELLA FESTA PATRONALE

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l cinquantennio sotto il dominio degli Sforza (dal 1450 al 1499 circa) è per la città il periodo più florido della sua storia. I commercianti e i banchieri milanesi sono famosi in tutta Europa. L’aumento della produzione agricola, dovuto a circostanze climatiche favorevoli e ai nuovi possedimenti territoriali, ha permesso una maggiore diffusione del benessere tra la popolazione. I migliori artisti dell’epoca (tra gli altri Leonardo da Vinci e Donato di Angelo di Pascuccio, detto il Bramante), vengono chiamati a corte dai signori di Milano che dimostrano un forte interesse per l’arte, la cultura e la scienza. Le targhe dedicate agli Sforza sono più d’una, in queste pagine ne citiamo un paio. Francesco Sforza (Castello Sforzesco-Cortile della Rocchetta/via Festa del Perdono 7-Cortile d’Onore). Le due targhe sintetizzano al meglio la natura di Francesco Sforza, signore di Milano a partire dal 1450. La prima, posta nel primo cortile del Castello Sforzesco, ricorda la conquista del potere da parte di Francesco e gli inizi dei lavori per la ricostruzione

della Rocca Viscontea, fortificazione costruita nel 1355 da Galeazzo II Visconti. Questa diverrà in seguito il Castello Sforzesco, dimora ducale voluta proprio da Francesco Sforza, che conquista il potere il 22 marzo 1450 con la forza, sconfiggendo la Repubblica Ambrosiana, il governo repubblicano creato a Milano nel 1447 da un gruppo di nobili e di giuristi dell’università di Pavia in seguito al vuoto di potere creatosi con la morte di Filippo Maria Visconti. Successivamente il duca portò pace e modernità a Milano, trasformandola in centro artistico ed economico di grande importanza. La seconda targa si trova in via Festa del Perdono, nel cortile principale dell’Università Statale, ed è un esempio dell’impegno non solo politico e militare del signore di Milano. Nel 1456 il duca volle infatti realizzare proprio qui un ospizio che, in seguito, diverrà l’Ospedale Maggiore di Milano: rispetto ai precedenti ospedali medievali era adibito non tanto al soccorso della povertà, ma piuttosto alla cura degli individui affetti da malattie acute, suscettibili di guarigione.

Galeazzo Maria Sforza (Piazza Santo Stefano). La targa, posta sulla soglia della chiesa di Santo Stefano, ricorda l’attentato subito dal giovane duca Galeazzo Maria Sforza la mattina del 26 dicembre 1476 mentre si stava recando in chiesa per assistere alla solenne celebrazione della Messa. Giunto sulla soglia venne assalito da tre sicari: erano Giovanni Andrea Lampugnani, Gerolamo Olgiati e Carlo Visconti. I tre erano spinti dalla dissolutezza e dall’arroganza del duca, ma anche dalla longa manus del re di Francia Luigi XI Valois, che puntava al controllo del ducato milanese. Galeazzo Maria morì sul sagrato della stessa chiesa.

Il nome di via Festa del Perdono, dove si trova l’ex Ospedale Maggiore, deriva dal Giubileo speciale della città di Milano, istituito dal duca nel 1450 per raccogliere soldi a favore della costruzione del Duomo e dello stesso Ospedale Maggiore. Progettista e primo costruttore fu il Filarete. Rimaneggiato negli anni e ristrutturato dopo i bombardamenti della Seconda guerra mondiale, oggi i chiostri dell’ospedale ospitano gli studenti dell’Università Statale di Milano.

il quartiere La chiesa di Santo Stefano risale al IX secolo circa, ma l’attuale assetto è quello settecentesco, e l’atrio dove avvenne l’assassinio non esiste più. Dal 1979 al 2000 la chiesa non è più stata luogo di culto ma ha ospitato l’archivio della Diocesi di Milano, tornando alle sue funzioni religiose nel momento in cui, sempre nel 2000, è stato aperto il nuovo archivio diocesano in via San Calimero 13.

Piazza Santo Stefano, una volta cuore pulsante del Verziere, mercato della frutta e verdura di Milano, ospita ogni 17 ottobre “La notte dei senza dimora”, manifestazione di sensibilizzazione a favore dei senza fissa dimora organizzata dal giornale di strada Terre di mezzo.

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