Da León a La Robla
LUNGHEZZA: 26,5 km
DISLIVELLO: SALITA 598 m DISCESA 471 m
DIFFICOLTÀ: facile
Mezzi pubblici
LEÓN: Aeroporto di León, La Virgen del Camino, tel. 913.210.000, www.aena.es.
Stazione ferroviaria, avenida de Palencia, linea ad alta velocità Madrid-ValladolidLeón, linee a lunga percorrenza
León-Oviedo-Gijón, León-Lugo-A Coruña, León-Ourense-Vigo, e treni regionali linea
León-Oviedo-Gijón, per La Robla, Pola de Lena, Mieres, tel. 902.320.320 / 981.596.050, www.renfe.com.
Estación de Autobuses, avenida Ingeniero Sáenz de Miera, tel. 987.211.000, www.alsa.es. Alsa, autobus linea León-Oviedo, tel. 902.422.242, www.alsa.es.
CARBAJAL DE LA LEGUA: Alsa, autobus linea
León-Oviedo, tel. 902.422.242, www.alsa.es.
LA ROBLA: Stazione ferroviaria, calle
Estación Bajo, treni regionali linea
León-Oviedo-Gijón, tel. 902.320.320 / 981.596.050, www.renfe.com.
Alsa, autobus linea León-Oviedo, tel. 902.422.242, www.alsa.es.
Servizi
LEÓN: Oficina de turismo, plaza de Regla 2, tel. 987.237.082, turismo@aytoleon.es, www.leon.es.
Asociación de Amigos del Camino de Santiago de León, avenida Independencia 2, caminosantiagoleon@gmail.com, caminosantiagoleon.es, rilasciano la credenziale (2 €; si può ritirare anche agli albergue Carbajalas, Check-In León, San Francisco de Asís e Miguel de Unamuno).
Hospital San Juan de Dios, avenida San Ignacio de Loyola 73, tel. 987.232.500, hospitalsanjuandedios.es.
Farmacia Martín-Granizo, avenida de Roma 4, tel. 987.224.191.
In città sono presenti tutti i servizi.
CARBAJAL DE LA LEGUA: Asociación Amigos del Camino de Santiago-Ruta de San Salvador, c/o Bar Central, avenida de León 119, rilasciano la credenziale (2 €).
Consultorio Medico, calle Iglesia 39 bajo, tel. 987.288.198.
Farmacia Carbajal de la Legua, avenida de León 276, tel. 987.288.312. In paese bar e negozi.
CASCANTES DE ALBA: Bar.
LA ROBLA: Oficina de turismo, plaza de la Constitución 1, tel. 987.572.202-5, turismo@aytolarobla.es, www.aytolarobla. es, rilasciano la credenziale (2 €).
Consultorio Medico, calle Josefina R. Aldecoa 5 bajo, tel. 987.572.244.
Farmacia Estación de la Robla, calle Mayor 8, tel. 987.572.525.
In città sono presenti tutti i servizi.
Dove dormire
LEÓN: Albergue de Peregrinos Benedictinas
Carbajalas, plaza Santa María del Camino 3, tel. 680.649.289 / 987.252 866, sorperegrina@hotmail.com, www. alberguesleon.com, 134 posti, 8 €, colazione a donativo, distributore di bibite all’ingresso, ristorante con menu del pellegrino, aperto tutto l’anno (in inverno è necessario prenotare e arrivare prima delle 18, oppure avvisare telefonicamente prima delle 17).
È un’ospitalità religiosa, alle 19 si celebra la messa nella cappella e alle 21.30 si recita la compieta con la benedizione dei pellegrini. È possibile ritirare la credenziale (2 €), anche se non si soggiorna nell’albergue. Albergue San Francisco de Asís, calle Alcalde Miguel Castaño 4, tel. 987.215.060 / 637.439.848, reservas.leon@ alberguescapuchinos.org, www. alberguescapuchinos.org, 48 posti, 12 € (coperte e lenzuola a pagamento), colazione e pasti con menu del pellegrino, aperto tutto l’anno. Residenza per studenti gestita dai frati minori cappuccini, aperta anche ai pellegrini. Rilasciano la credenziale (2 €). Al pomeriggio organizzano visite guidate del convento. Anche camere private.
Albergue Residencia Miguel de Unamuno, calle San Pelayo 15, tel. 987.233.010, info@ residenciaunamuno.com, www. residenciaunamuno.com, 80 posti, 13-18 €, cena e colazione, rilasciano la credenziale (2 €), luglio-metà settembre. Anche camere private.
Albergue Muralla Leonesa, calle Tarifa 5, tel. 987.177.873, info@ alberguemurallaleonesa.com, www. alberguemurallaleonesa.com, 60 posti, 12-16 €, cucina, aperto tutto l’anno (novembre-febbraio solo da giovedì a domenica). Anche camere private.
Albergue Check in León, avenida Alcalde
Miguel Castaño 88 (a circa 2,5 km dalla partenza del Cammino), tel. 987.498.793 / 686.956.896, info@checkinleon.es, www. checkinleon.com, 40 posti, 11 €, cucina,
rilasciano la credenziale (2 €), aperto tutto l’anno (fra marzo e settembre è preferibile prenotare).
Albergue Santo Tomás de Canterbury, avenida La Lastra 53 (a circa 3 km dalla cattedrale), tel. 987.392.626, info@ alberguesantotomas.com, www. alberguesantotomas.com, 36 posti, 8-10 €, cucina, marzo-novembre. Anche camere private.
León Hostel, calle Ancha 8, tel. 987.079.907 / 601.314.574, info@leonhostel.es, www. leonhostel.es, 10 posti, 20 €, aperto tutto l’anno (in inverno è preferibile prenotare). Anche camere private.
Hostel Urban Río Cea, calle Legión VII 6, tel. 696.946.294 / 639.179.386, 9.30-13.30 e 16.30-20, 20 posti, 18-20 € con colazione, cucina, aperto tutto l’anno. Anche camere private.
Palacio Real Hostel, calle La Rúa 32, tel. 887.880.015, reservas@ palaciorealhostel.es, www.palaciorealhostel. es, 18 posti, 18 €, cucina, aperto tutto l’anno. Anche camere private. Altre soluzioni in città.
CABANILLAS: Albergue de Peregrinos, municipale, calle La Iglesia, tel. 625.426.659 (Elpidio) / 676.652.163 (Salvador), 4 posti, donativo, cucina senza attrezzatura, distributore di caffè, bibite e snack, aperto tutto l’anno. Necessario chiamare per farsi aprire l’albergue. La località è priva di servizi, per la cena fare provvista prima (a León o Carbajal de la Legua).
LA ROBLA: Albergue de Peregrinos, municipale, calle Mayor 69/B, 16 posti, 7 €, aperto tutto l’anno (2023, temporaneamente chiuso, per informazioni si può chiamare l’ayuntamiento, tel. 987.572.202).
Posada La Milana, calle la Milana 26, tel. 672.117.401 / 653.796.043, posadalamilana55@gmail.es, 17 posti, 15 € (con biancheria e coperte), colazione 3 €, cucina, aperto all’inizio di ottobre 2022, sopperisce alla chiusura dell’albergue municipale (consigliabile
prenotare telefonicamente). Anche camere private.
Pensión Mundo, calle Gordón Ordás 9, tel. 987.570.733, 12 camere, singola 20 €, doppia 28 €, camera a 5 letti 14 € a persona, aperto tutto l’anno. Rivolgersi al bar
Yosumar, adiacente (colazioni e piatti unici). Hostal Ordóñez de Celis, calle Ramón y Cajal 5 (int. C), tel. 987.572.342, 20 camere, singola 20 €, aperto tutto l’anno. Entrare nel portone e proseguire nel cortile fino all’ultima porta sulla sinistra.
La tappa è prevalentemente piana ma presenta alcune salite impegnative. Il primo tratto, attraverso la periferia di León e i nuovi agglomerati residenziali, può essere sostituito dal sentiero fluviale lungo circa 7 chilometri, fino a Carbajal de la Legua. Cabanillas è priva di servizi, per trovare bar o negozi bisogna uscire dal Cammino a La Seca o arrivare a Cascantes de Alba. Una volta raggiunta La Robla, se non siamo stanchi e non è troppo tardi, potremmo proseguire fino a La Pola de Gordón, allungando il percorso di 8 chilometri in piano, per risparmiare strada alla tappa di domani che sarà invece lunga e faticosa.
Il Cammino parte da plaza San Marcos, dove sorge il maestoso complesso del monastero omonimo, che ora ospita un hotel di lusso, nei pressi del centro di LEÓN (m 830). Nel giardino antistante, due cartelli segnaletici indicano a chi proviene dal centro la direzione, rispettivamente, per il Cammino Francese e per quello del Salvador. Il Francese costeggia la facciata del monastero e si dirige verso il ponte sul río Bernesga, mentre noi, guardando la facciata della chiesa di San Marcos, dovremo andare a destra verso l’ampia avenida de los Peregrinos. Qui, nell’estate 2022 qualche buontempone ha cancellato con della vernice nera l’indicazione “Oviedo” tracciata sul marciapiede, ma la direzione è quella giusta, come ci conferma il paletto segnaletico di legno con la freccia, il pellegrino e la dicitura “camino de San Salvador” posto sull’angolo della strada. Questi paletti, posizionati dall’associazione di promozione del territorio Cuatro Valles, sono caratteristici della parte leonese del Cammino del Salvador e li incontreremo fino all’ingresso nelle Asturie. Continuiamo sull’avenida de los Peregrinos, arriviamo a una grande rotonda al cui centro campeggia un aereo, la costeggiamo sul lato sinistro e imbocchiamo la prima uscita, calle Riosol [1.1] (qui si stacca la variante fluviale).
Appena usciti dalla rotonda attraversiamo le strisce pedonali e prendiamo a sinistra la breve rampa che scende verso il fiume, quindi giriamo a destra, imbocchiamo la pista ciclabile e continuiamo dritto. Poco dopo la ciclabile diventa un sentiero di cemento che procede parallelo al fiume, quindi sbuca sulla strada asfaltata. Camminiamo sul marciapiede, costeggiando le varie urbanizaciones, zone residenziali edificate negli ultimi anni alle porte della città, e dopo circa 1,4 km arriviamo a una rotonda, dove giriamo a destra, in calle Unicef. Proseguiamo dritto, arriviamo all’incrocio a T con la carretera LE-5504, che imbocchiamo verso sinistra, e continuiamo fino a Carbajal de la
Legua (m 865), un paesone di case basse allungato per quasi 2 km lungo la strada, che qui prende il nome di avenida de León. La denominazione de la Legua si riferisce alla distanza con León, ovvero una lega (5,572 km), corrispondente a un’ora di cammino, mentre il nome Carbajal significa “querceto” in dialetto leonese. Qui, fra il 1100 e il 1600, ebbe sede il monastero femminile di Santa María de Carbajal, poi trasferito a León, dove ora ospita il più famoso albergue per pellegrini della città. Circa a metà del paese troviamo il bar Central, nel quale potremo rifocillarci, farci timbrare la credenziale, oppure anche comprarla: nel bar ha infatti sede la Asociación Amigos del Camino de Santiago-Ruta de San Salvador.
Occorre tenere presente che, dopo Carbajal, per circa 10 km non incontreremo altri servizi. Se abbiamo bisogno di fare la spesa possiamo andare alla Tienda del Pueblo, un piccolo supermercato: da avenida de León giriamo a destra in calle de la Iglesia, superiamo un bar e, più avanti, in una piazzetta all’angolo con calle San Martìn, troviamo il market.
Continuando su avenida de León, circa 200 m dopo calle de la Iglesia arriviamo a un ampio incrocio [1.2]: qui il Cammino si ricongiunge con la variante fluviale, che proviene da sinistra.
Variante fluviale (+ 600 m) Questo percorso si svolge sostanzialmente parallelo a quello ufficiale, rispetto al quale è leggermente più lungo, ma si mantiene su sentiero e non su asfalto, rimanendo più vicino al río Bernesga. Appena superata la rotonda, da calle Riosol [1.1], non attraversiamo la strada ma giriamo subito a sinistra, scendiamo per una breve rampa e prendiamo il sentiero che passa sotto il ponte. Per circa 1,5 km il sentiero si mantiene parallelo al Cammino, poi scende avvicinandosi al fiume e prosegue dritto, costeggiando un campo da golf. Arrivati a un bivio giriamo a sinistra, quindi il sentiero compie una grande curva verso destra e torna parallelo al fiume. Dopo circa 300 m arriviamo a una rotonda, che attraversiamo per prendere il sentiero di fronte. Continuiamo dritto fino a un bivio, dove manteniamo la sinistra, restando vicino al fiume, e proseguiamo per circa 2 km fino a sbucare su una strada asfaltata; giriamo a destra e arriviamo su avenida de León [1.2], dove ci ricongiungiamo con il Cammino girando a sinistra.
Proseguiamo lungo avenida de León, che poi prende il nome di avenida San Antonio, alla nostra destra vediamo una scultura in acciaio a forma di chiesa, un insolito monumento ai pellegrini realizzato nel 2014. Alla fine del paese la strada asfaltata termina in una pista di terra che sale serpeggiando fra le colline brulle, costeggiata da radi arbusti. Vediamo la valle del río Bernesga stendersi alla nostra sinistra, la vegetazione verde brillante di fondovalle ci indica il percorso del fiume.
Dopo circa 1,5 km di salita, la pista inizia a scendere e si addentra in un bel bosco di querce e lecci, dove ogni tanto incontriamo una pan-
china o scorgiamo statuine collocate nell’incavo dei tronchi contorti. Proseguiamo in un gradevole falsopiano a saliscendi per poco più di un paio di chilometri. Usciamo dal bosco e raggiungiamo in breve un belvedere che ci permette di contemplare la valle e, in lontananza, i profili delle montagne che ci aspettano domani. La strada torna a scendere e poco dopo sulla sinistra un cartello ci indica la fonte di Villabura, pochi metri più in basso. Tornati sulla strada, incontriamo un armadietto d’acciaio (buzón) dove vengono lasciati garze e disinfettante per i pellegrini, e un libretto su cui vergare un saluto o il proprio nome con la data del passaggio. Qualche muro diroccato di mattoni rossicci è tutto quello che rimane del villaggio di Villabura, abbandonato dai suoi abitanti per l’assenza di un ponte o di un guado agibile che permettesse di raggiungere la strada e i villaggi dell’altra riva del fiume. Superate le rovine, una singolare croce sorretta da due mani di ferro che sembrano spuntare dalla terra ricorda il villaggio scomparso. Su queste colline spoglie, polverose e coperte di erba secca, le frecce sono poche e poco visibili: dobbiamo quindi prestare attenzione ai paletti di legno con il disegno del pellegrino. Dopo la croce, la strada inizia a inerpicarsi, il primo tratto toglie il fiato, poi la salita prosegue meno ripida ma sempre impegnativa per circa 700 m. Attraversiamo un bel boschetto di lecci e finalmente arriviamo alla sommità, quindi sbuchiamo su uno sterrato più ampio e sassoso, giriamo a sinistra e iniziamo a scendere. Dopo circa 600 m il Cammino abbandona lo sterrato per un sentiero più stretto sulla sinistra: qui dobbiamo fare attenzione per non farci sfuggire l’imbocco del sentiero. Percorriamo un centinaio di metri e torniamo sull’ampio sterrato precedente, di cui abbiamo tagliato un lungo tratto, che prendiamo a sinistra. Ricominciamo a salire fino all’area di sosta San Pelayo, dove troviamo la fontana omonima e un altro buzón con il suo libretto. Continuiamo nel bosco in lieve salita per circa 1 km poi iniziamo a scendere, usciamo dal bosco e circa 800 m dopo arriviamo a Cabanillas.
Attraversiamo il piccolo paese lungo la calle Real, fino alla cappella del Santo Cristo de Cabanillas, in mattoni rossi, costruita nel XV secolo sopra un preesistente edificio romanico e rifatta nel 1912, che un tempo è stata utilizzata anche come albergue per i pellegrini. La cappella è sede della romería del Bendito Cristo de la Vera Cruz de Cabanillas, confraternita fondata nel 1444, la cui missione è tuttora l’assistenza ai pellegrini. Subito dopo la cappella si apre una piazzetta dove sgorga una fonte di acqua freschissima: la fontana, che risale al Settecento anche se la struttura attuale è moderna, da secoli offre ristoro ai viandanti e anche noi possiamo finalmente riposare sulle panchine lì accanto. Se vogliamo terminare la tappa a Cabanillas, dalla fontana giriamo a destra per raggiungere l’albergue in fondo alla strada, ai piedi della chiesa parrocchiale di San Salvador, costruita fra il XVII e il XVIII secolo. Ricordiamoci però che a Cabanillas non ci sono altri servizi.
Per proseguire lungo il Cammino, dalla fontana giriamo a sinistra e, dopo una cinquantina di metri, oltrepassiamo un canale su un pon-
ticello. Subito dopo il ponte giriamo a destra per una stradina fra i campi: occorre fare attenzione in questo punto, perché è facile non accorgersi della freccia e proseguire dritto. Dopo circa 500 m arriviamo a un bivio, ci dirigiamo a destra ed entriamo nel bosco. Raggiungiamo il río Bernesga e proseguiamo in parallelo a esso, sempre nel bosco. Dopo circa 1 km troviamo sulla nostra sinistra un altro ponte, che conduce al paese di La Seca. Il Cammino continua dritto, ma se abbiamo bisogno di rifocillarci possiamo attraversare il ponte per raggiungere un bar circa 400 m dopo.
Procediamo per altri 1,5 km circa lungo questo bel sentiero nel bosco fino a sbucare sulla carretera: la attraversiamo e prendiamo la strada sulla sinistra che poco dopo ci porta a Cascantes de Alba, un altro paese steso lungo la sua calle Real, dove troviamo la chiesa di San Pedro, due fontane a poca distanza l’una dall’altra e, più avanti, un bel bar accogliente. Poco più di 1 km dopo la chiesa, la calle Real si immette nella carretera LE-4514, che dovremo percorrere per circa 1,2 km, facendo molta attenzione. Raggiungiamo lo stabilimento di Castmetal León e poco prima di superarlo imbocchiamo una stradina in discesa sulla sinistra, proseguendo ai piedi della carretera per circa 600 m. Alla nostra sinistra vedremo la ferrovia León-Gijón e gli impianti dell’enorme centrale termica a carbone di La Robla, costruita nel 1965 e dismessa dal 2020. La vicinanza alla ferrovia era essenziale per rifornire di carbone la centrale. La Robla è stata infatti un importante centro industriale, trovandosi all’incrocio fra la ferrovia León-Gijón e il Ferrocarril de la Robla, tuttora la linea a scartamento ridotto più lunga d’Europa, che parte appunto da La Robla e arriva a Bilbao.
Arriviamo all’ermita de Nuestra Señora de Celada, che si affaccia proprio davanti agli impianti della centrale termica, creando un
contrasto impressionante. Superata l’ermita continuiamo fino al paso del peregrino, un cancello dove è stato collocato il calco di una mano su cui, come spiega un cartello, il pellegrino deve apporre la propria mano in segno di saluto e buon augurio. Sbuchiamo sulla LE-4514 e la prendiamo verso sinistra, passiamo sotto un viadotto e proseguiamo raggiungendo un ponte pedonale la cui rampa si stacca sulla nostra destra, tramite il quale attraversiamo la ferrovia, quindi imbocchiamo la lunga strada principale di LA ROBLA (m 959), calle Ramón y Cajal, che poi diventa calle Mayor, dove troviamo negozi, bar, supermercati e farmacie. Dopo circa 600 m, prendiamo a sinistra la travesía de La Milana fino all’incrocio con calle La Milana dove troviamo l’omonimo albergue, un edificio di mattoni bianchi con rifiniture blu. In alternativa, poco più indietro lungo calle Mayor ci sono due hostal accoglienti, la pensión Mundo e l’hostal Ordóñez de Celis. In fondo a calle Mayor, all’altezza del parco de la Huerga, sorge l’albergue municipale, dove termina il percorso ufficiale della tappa, che però è chiuso fino a data da destinarsi.
Da vedere
León Fondata dai romani nel I secolo per ordine di Servio Sulpicio Galba, prima che diventasse imperatore, su pianta quadrata (si vedano gli scavi attorno alla cattedrale), León (da legio, legione), rappresentò il cuore politico e militare del nord del Paese. La sua importanza decadde durante le invasioni barbariche, nell’VIII secolo Alfonso I la riconquistò agli arabi e nel IX secolo, sotto i regni di Ordoño I e Alfonso III, venne rafforzata e ripopolata con genti mozarabiche (di cultura arabo-cristiana). Ordoño II ne fece, nel 914-915, la capitale del regno asturiano-leonense. Distrutta da Almanzor nel 988, rinacque sotto Alfonso V. Nel XIII secolo la fusione dei regni di Castiglia e León le fece perdere il titolo di capitale.
Il monumento principale è senz’altro la CATTEDRALE DI SANTA MARÍA DE REGLA , capolavoro del gotico spagnolo, di ispirazione francese. Iniziata tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo, sorge dove in precedenza esisteva una chiesa romanica. È a croce latina, con tre navate e cinque absidi radiali. Orientata con il portico verso Gerusalemme, fra le statue gotiche della facciata, sulla destra del portale centrale, si nota un’immagine di Santiago pellegrino. Le vetrate (125) coprono circa 1.800 m2 di superficie, diffondendo un suggestivo amalgama di luce e colori.
Da vedere inoltre la BASILICA DI SAN ISIDORO , splendido esempio di arte romanica. Fu consacrata il 21 dicembre 1063, quando vi furono traslate le reliquie del santo sivigliano Isidoro. Nella basilica si trova una cripta dove sono sepolti ventitré monarchi di Spagna. Intorno al 1160 la volta fu decorata da un ciclo di pitture, molto ben conservate, che le hanno conferito il titolo di “Cappella Sistina” del romanico spagnolo. Tra i tesori di questa basilica vi è, oltre all’arca reliquiaria di san Isidoro, la Bibbia miniata di San Martino.
L’enorme HOSTAL E MONASTERO DI SAN MARCOS fino al XII secolo fu hospital per i pellegrini, poi venne rilevato dal potente ordine dei cavalieri di Santiago. Ricostruito nel XVI secolo, è una delle più grandi opere del rinascimento spagnolo e oggi ospita un parador nacional, vale a dire un hotel di lusso. La chiesa di Santa Ana, se è aperta, merita uno sguardo, ma ciò che attira l’attenzione è la facciata del monastero, in stile plateresco. Al centro della piazza, di fronte al monastero, è posta una croce di marmo al cui piedistallo si appoggia un pellegrino di bronzo dall’aria stanca; accanto alla statua, un cartiglio riporta i versi di una canzone di pellegrini.
Non lontano si può ammirare CASA BOTINES , progettata nel 1891 dall’architetto catalano Antoni Gaudí, ideatore della chiesa della Sagrada Familia di Barcellona. Accanto, l’imponente PALACIO DE LOS GUZMANES , del XVI secolo.
La Robla All’ingresso del paese sorge l’ERMITA DE NUESTRA SEÑORA DE CELADA , costruita fra il XIII e il XIV secolo. Secondo la leggenda, dopo la sconfitta di Covadonga (722), alcune truppe musulmane in rotta caddero in un’imboscata (celada) tesa loro dai soldati asturiani con l’aiuto della Vergine, a cui fu quindi dedicata una cappella, che diede poi origine all’ermita. Secondo altri, invece, celada si riferisce semplicemente all’ombra degli alberi che un tempo nascondeva l’edificio. Oggi della struttura originaria rimane solo un modesto arco gotico del XIV secolo sopra il portale d’ingresso, mentre il resto dell’edificio risale al XVII secolo. Accanto sorgeva un hospital per pellegrini ormai scomparso. La chiesa è preceduta da un portico in pietra, dove vediamo lo stemma nobiliare dei signori Quiñones de Alcedo, sormontato da una corona. All’interno, nell’altare maggiore è collocato un retablo del XVII secolo, al centro del quale si trova una statua lignea di Nuestra Señora de Celada, Madonna delle Nevi, di origine romanica e quindi più antica della chiesa stessa. L’edificio è normalmente chiuso, tranne che in occasione della festa della Celada, la prima domenica di agosto, quando si celebra la romería, una processione durante la quale la statua della Vergine viene portata nella chiesa principale de La Robla quindi ricondotta festosamente all’ermita.