MBM - Monkey Business Movement

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N째14 12 febbraio 2009 Edizioni paracule



Visita il blog Iscriviti alla newsletter L'Editoriale Death Certificate, di Andy Sin ... pag. 5 Prima pagina Tortura per la vita, di sytry82 ... pag. 7 Italia di melma, di confrontation ... pag. 10 Rassegna stampa, di masilich ... pag. 12 Focus Alan Turing-Uomo, di Coldismyheart... pag. 21 Razzismo, di fredcurtis ... pag. 24 Sii felice, di Norfid... pag. 25 La pillola rossa, di fabio99992000 Puntate precedenti ... pag.27 Amore dove sei? Chiedo a Google ... pag. 28 Adesso si che mi sento sicuro! ... pag. 30 Flash d'agenzia, di fabio99992000 ... pag. 32 Il libro della settimana, di fabio99992000 George Orwell 1984 ... pag. 33 Sport Rassegna della settimana calcistica, di bulandbul ... pag. 35 Caffè letterario ... pag. 37

Settimanale indipendente di blogspot, direttori responsabili: fabio99992000 & sytry82, web master: Andy Sin Tutti i diritti riservati (cc)



L'Editoriale

D eath C er tificate di Andy Sin

Dlin Dlon. Buonasera a tutti i viaggiatori e grazie per aver scelto la Caronte Lines per la vostra traversata. Stiamo per attraccare al porto di Oltretomba Marittima. I signori trapassati sono pregati di non dimenticare i loro resti mortali in cabina e provvedere alla registrazione delle proprie anime per il completamento della traversata. -Salve, sono Eluana Englaro. -Un secondo, controllo... Ah eccola! La aspettavamo da 17 anni! Ce ne ha messo di tempo! -Si ha ragione, ma sa, io sarei partita prima, ma... -Signora, bisogna prepararsi per tempo a questo genere di viaggi. -Guardi, davvero io sono mortificata, ma non mi lasciavano partire! -E chi ? Di solito i vivi non si curano di chi muore o vuole morire. -Eh, ma sa, il mio caso è particolare. -In che senso ? Ha provato a suicidarsi assistendo ad un comizio di Borghezio ? Può essere doloroso, ma non fatale. -Le spiego: 17 anni fa ho avuto un incidente e sono rimasta in coma vegetativo. Mio padre avrebbe voluto staccare i macchinari che mi tenevano in vita, ma non gli è stato permesso. -Ah, capisco. Può succedere. Beh in questo caso può rivolgersi allo sportello “Rimborsi e Ritardi”. Li sapranno sicuramente come aiutarla. -Non fa nulla, non sono arrabbiata per quello. Solo non capisco perchè non mi abbiano lasciato partire prima. I politici del mio paese hanno iniziato a fare tanti bei discorsi sul diritto alla vita. Pensi che ci si sono messi di mezzo anche preti e compagnia bella. Ma voi non potete fare proprio nulla per questo genere di disguidi ? Lo dico perchè nel mio paese ci sono altre persone che sono nella stessa condizione in cui ero io. Sa com'è, io ormai sono arrivata... -Mmm, mi faccia pensare. Beh se vuole può fare richiesta per una catastrofe naturale contro il suo popolo. Le cerco il modulo intanto...


-No per carità! Io sono una ragazza pacifica. E poi il mio paese ne ha già avute fin troppe credo. -Da dove ha detto che viene scusi ? -Italia. -Italia eh... Ah si si, conosco bene la situazione del suo paese. Sa, sono un appassionato di attualità terrena. Ma qui non si preoccupi, le anime per noi non hanno nazionalità. Però evidentemente si sono messi d'accordo, lei è qui ora. -Per la verità, per niente. Anzi, sono ancora la che discutono su quale sia la vita “degna di essere vissuta”. Francamente sono discorsi che mi annoiano un po'... -A chi lo dice: si figuri che qualche tempo fa è arrivato qui un suo connazionale, un tale Welby. Lui ha dovuto noleggiare un sicario per poter partire! -Ma no! Non era un sicario! -Ah no ? -No no, era un medico che si è incaricato dell'eutanasia. -Certo che il suo paese è ben strano. Qui arrivano anime da tutto il pianeta, e di storie così se ne sentono solo da dove arriva lei. Ma dove sta questa Italia ? Stando a come ne parla lei, sembra uno stato africano. Ma dal report del suo decesso leggo “pelle bianca”. -Eh si, l'Italia sta in Europa. -Ma non mi prenda in giro! In Europa l'eutanasia è una cosa facilissima da ottenere! -No sul serio, l'Italia è in Europa! Solo che all'interno dell'Italia c'è uno stato chiamato Vaticano. Lei capisce, sono loro che gestiscono le pratiche di nascita quanto quelle di morte. Avranno i loro buoni motivi... -MMM, guardi che qui quella gente non è molto ben vista. Si figuri che ora mi sembra che il loro capo sia uno che giustifica chi sostiene che qui non sono mai arrivati 6 milioni di anime! Che lo vengano a chiedere a me! Ho fatto 3 mesi di straordinario quella volta! Comunque abbiamo dei problemi di copyright con quello stato. Vorrebbero far credere che questo posto è loro proprietà. -Perchè, non lo è ? -Ma certo che no! Qui il posto è di tutti. -Ma davvero ??? -Si certo. Non siamo mica in Italia qua. Vada signorina, e si goda la sua eternità di pace. -Grazie mille, è stato gentilissimo. -Grazie a lei. Il prossimo ?


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Tortura per la vita di sytry82

“Eluana non è morta, Eluana è stata ammazzata e noi non ci stiamo”. Gaetano Quagliarello. Capo gruppo Pdl. 10/02/2009 “È grande il rammarico che sia stata resa impossibile l’azione del governo per salvare una vita”. Silvio Berlusconi*. 10/02/2009 *Sotto il governo Berlusconi l'ex direttore di Panorama Carlo Rossella rigirò un documento falso su presunte armi di distruzioni di massa in Iraq attraverso un finto traffico tra Bagdad e Nigeria. Tale documento fu presentato alla CIA che però avverti Bush della sua inattendibilità. Sulla base di questo falso, Bush potè costruire le basi per poter rubare I pozzi petroliferi iracheni … uccidendo sotto le sue bombe migliaglia di civili.

“La donna, cerebrolesa, [Terry Schiavo; NdR] vive in stato vegetativo da 15 anni. Il tubo che la alimenta sarà staccato alle 19 ora italiana dopo che la Corte suprema della Florida ieri ha respinto il ricorso dei genitori. Inutile anche l'appello del presidente Bush** per tenerla in vita.” Panorama 18/03/2005 **Bush ha anche bombardato l'Iraq, causando la morte di migliaglia di civili, dopo aver prodotto prove false, attribuite in un secondo momento alla CIA, che invece aveva avvertito preventivamente il presidente della loro inattendibilità.

Eluana è riuscita ad ottenere quello che chiedeva ... purtroppo però, gente che votò per bombardare l'Afganistan oggi dice di essere per "la vita" ... dando dell'assassino al padre di Eluana, non riconoscendo l'incoerenza di essere contemporaneamente per le bombe e per "la vita". Questo significa che domani testamento biologico o no ... altri che stanno nelle sue condizioni saranno costretti a starci finchè non si consumeranno del tutto per decenni. Secondo il senatore Pdl Raffaele Calabrò il Ddl "crea, attraverso una serie di punti, una cornice entro la quale si vieta l'accanimento terapeutico, l'eutanasia attiva e il suicidio assistito". Questo Ddl 'salva-Eluana',vieta: 1-Il blocco dell'idratazione e all'alimentazione artificiale.


2-La possibilita' di scegliere in piena coscienza, di non sottoporsi ad alimentazione e idratazione artificiali qualora se ne avesse bisogno, come nel caso di stato vegetativo o di estrema disabilità. Insomma, a parte usare impropriamente il nome di questa ragazza, il Ddl non risolve niente, ma ansi peggiora la situazione. Berlusconi parla di “Stato che invade la vita delle persone” … Trovo contraddittorio che una persona in favore di un Ddl (trave) del genere possa permettersi di cercare la “pagliuzza” nell'occhio degli altri, (quelli della “cultura della morte” secondo lui) la maggiorparte, se non tutti quelli che si oppongono al Ddl … sono gli stessi che gli facevano notare le morti di civili, sotto le “bombe intelligenti” nelle varie guerre di Bush, nelle quali lui è stato più che complice. Lui è per la vita! Non è stata notata una cosa ... Guantanamo è stata chiusa a causa delle "misure di persuasione" utilizzate ... queste sono state dichiarate "tortura" ... tali torture consistevano nell'isolare per mesi i detenuti ascurando vista, udito e tatto ... non so se mi spiego. Oggi è universalmente riconosciuto che costringere una persona a vivere in questo modo è da considerarsi tortura. Cosi mi chiedevo … se un deputato si può permettere di dare dell'assassino ad un padre che chiede di rispettare le volontà di sua figlia, perchè allora non considerare degli aguzzini quelli che volevano continuare a farla vivere in quello stato? Lui è per la vita! Napolitano ha chiesto che come risposta alla morte di Eluana ci fosse il silenzio. Non sono d'accordo. Mentre stiamo zitti in Parlamento ci si affretta a votare una legge che ci pone, come nostra tradizione, agli ultimi posti in Europa, ma ai primi nel cuore del clero di Santa Romana Chiesa. Ci si affretta a votare questa legge, con lo stesso zelo in cui si approvò l'intervento in Kosovo e in Afganistan, e via cosi, per tutte le guerre americane, camuffate come “missioni di pace” per aggirare la Costituzione. Lui è per la vita! Proprio nel momento in cui scrivo sento che il disegno di legge sul testamento biologico è stato rimandato alle commissioni … evidentemente occorre far calmare le acque prima … in modo che passi mentre ci distraiamo tra i culi e le tette del nuovo Grande Fratello. A proposito di Grande Fratello … la trasmissione tv di mediaset … di Berlusconi, dell'uomo che dichiara di tenere a cuore questa vicenda, è andata ieri in onda nonostante le proteste di Enrico Mentana che giustamente chiedeva di sospenderla per consentire uno speciale di Matrix … Mentana ha rassegnato le sue dimissioni … buon segno, se non altro per il suo amor proprio. Lui è per la vita! “Mediaset accetta le dimissioni presentate dal Direttore Enrico Mentana e respinge tutte le sue motivazioni, nella convinzione di avere svolto come sempre il proprio ruolo di editore in modo tempestivo e completo. Ne dà notizia una nota di Mediaset.” L'Unione Sarda 10/02/2009. Tutto quello che si chiedeva Beppino Englaro, padre della ragazza, in stato vegetativo permanente da 17 anni, era una risposta dello Stato, risposta che ha ottenuto, attraverso una sentenza di tribunale … peccato che tale sentenza sia arrivata durante un periodo storico caratterizzato da una campagna di palese delegittimazione del potere giudiziario nella sua tradizionale e naturale autonomia!


Nessuna legge, nessuna costituzione, per essere considerata democratica, può rifiutare di riconoscere le volontà di un individuo. Ognuno deve essere padrone della propria esistenza, non esiste ideologia, religione o calcolo statistico che può imporre al singolo i valori dell'altro. Quando questo succede, si chiama “violenza”. Si chiama tortura … quando comporta di costringere una persona a vivere isolata cognitivamente dal resto del mondo. Giovanni Pili Cagliari, 10/02/2009 ***

“Come si può contestare il diritto di morire a un uomo che, per esempio, colpito dai primi sintomi dell'Alzhaimer e quindi ancora in grado di capire a cosa va incontro, si rifiuta di ridursi a un vegetale che non ricorda più nemmeno il proprio nome, non riesce ad andare da solo nella stanza da bagno e diventa, per la famiglia, per gli amici, per tutti, soltanto un peso materiale e uno strazio sentimentale? E cosa debbo pensare di una scienza che, per legge, si sente tenuta ad allungare questa agonia, perchè il suo dovere è "difendere la vita"? […] “La morte non mi fa paura perchè per un uomo come me, non illuminato dalle fede di cui sento dolorosamente la mancanza, la morte è la fine di tutto e io mi ci avvio senza speranza per il poco bene che credo di aver fatto, ma anche senza timore di castigo per quello che non ho fatto.” […] “Ciò che mi fa paura sono le sofferenze che di solito preannunciano e accompaganano la morte. E per 'sofferenze' intendo non soltanto e non tanto quelle fisiche che oggi ci sono mille modi di lenire, ma quelle morali che ti colpiscono nella dignità e te la tolgono. Un uomo che 'dipende' dagli altri anche per le cose più quotidiane e banali, che uomo è?” Indro Montanelli.


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Italia di melma di confrontation

Vorrei iniziare questo articolo con il dire che oramai abbiamo raggiunto il limite siamo all'apoteosi, il caso della famiglia Englaro vi riporto brevemente la storia: Sono ormai diciassette anni che Eluana "dorme": da quel mattino di gennaio, quando la ragazza viene ricoverata a Lecco in coma profondo per un gravissimo trauma cranico riportato nell'incidente. Come se non bastasse, la frattura della seconda vertebra cervicale la condanna quasi sicuramente alla paralisi totale. Ma sul momento la cosa più urgente, per i medici, è strappare la ragazza dalla morte. Per questo motivo viene intubata e le vengono somministrati i primi farmaci. I due rianimatori fanno capire chiaramente ai genitori che in questi casi non resta che attendere il decorso delle successive 48 ore, per vedere come reagisce Eluana. Niente, la ragazza continua a vegetare. Dimessa dalla rianimazione nell'aprile 1992, viene portata in un altro reparto dell'ospedale di Lecco, dove è sottoposta a una serie di stimoli, nella speranza di un sempre più improbabile "risveglio". Intanto il padre, consigliato dal primario del reparto di rianimazione Riccardo Massei, chiede un consulto a vari specialisti. Ma il verdetto è sempre lo stesso: bisogna aspettare. Il lavoro che stanno facendo all'ospedale di Sondrio - dove Eluana viene trasferita nel giugno 1992 - è ineccepibile. Poi la solita frase: "La speranza è l'ultima a morire". In realtà la speranza si riduce ben presto a zero. Infatti dopo dodici mesi è possibile fare una diagnosi definitiva e sicura di stato vegetativo permanente, ossia irreversibile. La regione superiore del cervello (corteccia), compromessa come nel caso di Eluana da un trauma oppure da un'emorragia, va incontro a una degenerazione definitiva. E con essa tutte le funzioni di cui è responsabile: dall'intelletto agli affetti, e più in generale alla coscienza. Il limite dei dodici mesi è dato per assodato a livello internazionale. Tanto che, passato quel periodo, la British Medical Association e la American Academy of Neurology sostengono la legittimità di sospendere nutrizione e idratazione artificiale. Ma non in Italia, dove la maggior parte dei medici non si azzarda ancora a dire chiaramente che tenere in vita più a lungo questi pazienti possa essere definito accanimento terapeutico. Ed ecco come vive ancora oggi Eluana: i suoi occhi si aprono e si chiudono seguendo il ritmo del giorno e della notte, ma non ti vedono. Le labbra sono scosse da un tremore continuo, gli arti tesi in uno spasimo e i piedi in posizione equina. Una cannula dal naso le porta il nutrimento allo stomaco. Ogni mattina gli infermieri le lavano il viso e il corpo con spugnature. Un clistere le libera l'intestino. Ogni due ore la girano nel letto. Una volta al giorno la mettono su una sedia con schienale ribaltabile, stando attenti che non cada in avanti. Poi di nuovo a letto. http://www.zadig.it/speciali/ee/ee2.htm Quindi iniziamo con le riflessioni tutto questo che avete letto avviene ormai da 17 anni, parlo per me ma penso che sia un po' il pensiero della maggior parte di noi, io tra scegliere una vita cosi che a mio parere sarebbe una " NON VITA" perché la vita di ognuno di noi e provare sensazioni, tristezza, amore, gioia, piangere, stare con gli amici, volere rimanere da soli, e tutto


ciò che comporta una vita normale, be quella non è una vita, dipendere da qualcuno, essere nutriti da una macchina, non riconoscere e non sentire la presenza delle persone che ci circondano be io quella non la chiamo vita, e non la chiamo neanche sopravvivenza, la chiamo NON MORTE . Ora dopo anni di lotta da parte della famiglia, si arriva ad una sentenza che autorizza i medici a sospendere l'alimentazione alla donna in coma da 17 anni. Dopo aver ricostruito la volontà di Eluana grazie a numerose testimonianze e aver stabilito che il coma è irreversibile, l'autorizzazione a sospendere l'alimentazione da parte dei giudici di Milano torna quindi valido. Immediatamente e senza la possibilità di altri ricorsi. Quindi appena la ragazza viene trasferita all'ospedale di Udine per porre fine al suo calvario ecco che interviene lui il nostro presidente del consiglio che vuole fare una legge flash che impedisce ai medici e soprattuto ribalta la sentenza della magistratura, forse perchè ha bisogno di lavarsi la coscienza e guadagnarsi un posto in paradiso? Farsi perdonare tutti i peccati ? Il capo dello stato non ha firmato il decreto e lui che fa? dice che bisogna rivedere la costituzione perchè quando è stata scritta quelli che l'hanno fatta erano di mentalità comunista. Ne ha sparata un'altra delle sue... La chiesa che dichiara " staccare il sondino e come se fosse omicidio, e tutte le persone che nel mondo muoiono di fame quello non è omicidio? Proprio la chiesa che dovrebbe aiutare le persone meno fortunate o le persone che non possono mangiare loro che dovrebbero essere votati alla povertà invece sono ricchissimi pieni di soldi, proprietà, e beni immobiliari. La gente cosi detta cattolica che manifesta sotto l'ospedale al grido di ELUANA, perchè non andare a manifestare sotto la finestra del papa a gridare che nel mondo c'è gente che ha la soglia di vita non oltre i 35-40 anni. Non capisco questi atti di sabotaggio vero e proprio dalla parte dei politici, e pensare che il padre ha fatto tutto secondo la legge, quando poteva chiedere ospitalità ad una nazione dove è permessa l'eutanasia e chiudere definitivamente la questione. Per concludere e per fare riferimento al titolo questa nazione, questa Italia governata da persone che come prima legge invece di pensare ai problemi del popolo pensano ai loro dandosi l'immunità, questa nazione che in se ospita lo stato del vaticano ed è influenzata da esso, questa nazione fatta da persone che vogliono apparire santi ma che in realtà sono diavoli, be questa signori é la Nostra Italia di Melma............................. Spero tanto che questa storia non vada più in tv nei tg perchè penso che ormai il limite sia raggiunto e ben sorpassato, che bisogna lasciare ad famiglia il proprio dolore senza pubblicizzarlo. Nicola Schiuma


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Rassegna stampa di masilich

Prima parte All'inizio degli anni settanta Israel Shahak comprese che all'estero non erano sufficientemente note sia la negazione dei diritti umani sia l'oppressione dei palestinesi nello stato di Israele, in tal senso si impegnò a diffondere quante più informazioni possibili, specialmente negli USA. Sperava che ciò potesse condurre molti americani ad opporsi a ciò che il governo israeliano stava facendo e che la pressione da essi esercitata potesse spingere il governo USA a influenzare il governo israeliano nel temperare, se non far cessare, alcune delle sue forme di oppressione. Anche se tutto questo era un desiderio che non avrebbe prodotto la maggior parte dei risultati sperati Shahak riteneva che il fornire informazioni poteva comunque avere un valore. Io concordavo con la sua analisi e decidemmo di operare insieme. La nostra campagna di informazione negli USA iniziò in maniera attiva nel 1972 quando organizzai una serie di conferenze di Shahak. Tour seguenti pianificati da me e da altri si svolsero durante gli anni settanta, ottanta e primi anni novanta. Durante questi tour Shahak tenne lezioni in università, college, chiese, istituzioni, organizzazioni ed altre istituzioni, inoltre parlò privatamente con molte persone inclusi alcuni membri del congresso e funzionari del dipartimento di stato. Israel Shahak denunciò chiaramente la negazione dei diritti dei palestinesi di Israele e dei territori occupati. Denunciò inoltre le limitazioni di libertà, pensiero, espressione, le ordinanze sulla terra, le restrizioni di vita, le retribuzioni ineguali, le restrizioni lavorative, la confisca della terra, la distruzione di case, l'incarcerazione gli arresti domiciliari sotto provvedimenti di emergenza, tortura dei prigionieri, punizioni collettive, omicidi, discriminazioni nell'educazione, limitazione dell'attività politica privazione della cittadinanza e molte altre misure.


Lui forniva documentazione precisa per ognuno di questi punti spesso distribuiva la traduzione inglese dei suoi articoli, in cui criticava queste misure. Perentoria critica del sionismo

http://isole.ecn.org/reds/etnica/palestina/palestina0110shahak.html RICORDO DI GUIDO VALABREGA

Guido Valabrega, docente di storia dei paesi afro-asiatici all'Università di Bologna, fu per alcuni di noi dell'Archivio Storico "Marco Pezzi" che ebbero l'occasione di conoscerlo, un amico ed un maestro. Soprattutto ci colpiva la sua capacità di pensare con la propria testa, senza schemi preconcetti. Per questo, mentre tutti cantavano le lodi del sionismo, egli dopo un abreve esperienza in Israele rifiutò l'ideologia nazionalistica sionista e tornò in Italia. Per questo, quando tutti a sinistra mettevano gli interessi nazionali davanti agli interessi di classe, accettando senza riserve che l'unica soluzione al problema palestinese fosse la fondazione di uno stato autonomo, egli pensava che forse questo sarebbe stato forse utile nel passato, e che ora forse era meglio per i palestinesi combattere per avere pieni diritti nello stato di Israele, piuttosto che avere il falso mito del nazionalismo. Guido non ebbe mai fiducia nei nazionalismi di ogni genere, meno che mai quando erano oppressivi come il sionismo, ma anche quando erano degli oppressi come quello palestinese, perchè credeva che occultassero le vere questioni, i diritti e le libertà. Questo lo diceva sommessamente, come era nel suo stile, uno stile che non gridava ma ragionava. Crediamo che Guido, persona che ragionava con la sua testa e che nel suo piccolo faceva quanto gli era possibile per la pace, i diritti e le libertà, possa essere un piccolo grande maestro per l'oggi e il domani. Per ricordare Guido Valabrega pubblichiamo il ricordo che ha scritto di lui Fabio Uncini sulla rivista "Alternative" di marzo 2000. Guido Valabrega è un esempio raro in un panorama intellettuale segnato dalla propensione al compromesso e alla sudditanza. Altri, meglio di me, potranno ricordarne la cultura, il rigore dello studioso, il valore dello storico. Per me, amo ricordare di questo uomo schivo la grande umanità e modestia, la straordinaria disponibilità, il coraggio, il rigore inflessibile del giusto. Nato a Torino nel 1931, conobbe la persecuzione antisemita. Fu tra coloro che scelsero la via della Palestina. In Israele si formò e portò a maturazione la conoscenza profonda e umanamente attenta del Vicino Oriente e della sua tragedia. Sperimentata La vita dei kibbutzim, avvertì subito, a contatto con le contraddizioni della nascita d'lsraele, la necessità di rompere con un progetto che, mentre si concretava, tradiva quegli ideali di libertà e di rinascita umana che lo avevano infiammato. Tornato in Italia, militante a Milano del Pci, direttore della Casa della Cultura, conobbe come molti la tempesta del 1956, ma fu tra i pochi, come Lelio Basso che da quella vicenda seppero uscire con una più calda consapevalezza critica e comunista. Sulla fine degli anni '70, mentre il Pci assumeva orientamenti che, legittimando il sionismo, relegavano la tragedia palestinese sullo sfondo, egli costituiva il Grmoc, Gruppo di Ricerca sul Medio Oriente Contemporaneo, un'associazione che seppe mantenere Viva l’attenzione sui nodi irrisolti del Vicino Oriente. Fu Guido infatti uno dei maggiori studiosi italiani della storia di questa regione strategica, autore di contributi fondamentali, docente di Storia dei Paesi afroasiatici presso l'Università degli Studi di Bologna. Di fronte alla deriva del Pci, evidente negli anni '80, Guido, prima di altri, fece la scelta più difficile: si avvicinò a Democrazia Proletaria ed accettò di candidarsi per questo partito alle elezioni europee del 1989. Infaticabile, lo troviamo tra i fondatori del Partito della Rifondazione Comunista, più attento di altri alle esigenze dell'unità di;una formazione in cui aveva veduto una risposta ad un potere arrogante e spregevole. Fisicamente minuto,·ebbe la tempra del lottatore. Non ricordo in lui segni d'incertezza o di sconforto, ma temo che gli eventi più recenti abbiano segnato la sua coscienza sensibile all'impotenza della giustizia. Egli ha veduto chiudersi gli spazi della politica la lacerazione grave della formazione nella quale aveva molto sperato, lo scoppio dopo un cinquantennio di una guerra europea, la vittoria di una formazione vicina al nazismo in Austria. Guido preferiva tacere. Ma era un piacere ascoltarlo quando analizzava la situazione politica.


Coglievi allora l'aspetto più stimolante della sua intelligenza: aveva l'arte di trovare nelle affermazioni stesse degli avversari gli argomenti contro di loro, nella realtà la contraddizione progressiva. Tale è la firma di tutti i suoi interventi, anche dei minori. Stare a fianco di Guido, lottare con Guido, fu sempre, per quanti lo conobbero, la certezza di operare in ogni situazione per difendere valori grandi, contro le piccinerie miserabili alle quali ormai ci eravamo assuefatti. Per chi, come me, era alla ricerca di figure intellettuali esemplari, Guido, che sapeva coniugare intelligenza e passione civile,e stato, davvero, un maestro. http://www.comune.bologna.it/iperbole/asnsmp/valabrega.html

Seconda parte La petizione che segue è volta a impedire la partecipazione della cantante israeliana Noa ad un evento benefico in favore di Gaza che avrà luogo domani a Tel Aviv. In una recente lettera rivolta ai Palestinesi di Gaza, Noa aveva scritto “Io so che nel profondo del vostro cuore DESIDERATE (il maiuscolo è nel testo, n.d.t.) la morte di questa bestia chiamata Hamas che vi ha terrorizzato e massacrato, che ha trasformato Gaza in un cumulo di spazzatura fatto di povertà, malattia e miseria”. Aggiungendo poi: “Posso soltanto augurarvi che Israele faccia il lavoro che tutti noi sappiamo deve esser fatto, e VI LIBERI definitivamente da questo cancro, questo virus, questo mostro chiamato fanatismo, oggi chiamato Hamas. E che questi assassini scoprano quanta poca compassione possa esistere nei loro cuori e CESSINO di usare voi e i vostri bambini come scudi umani per la loro vigliaccheria e i loro crimini”. Con l’operazione “Piombo Fuso” Israele non è riuscita nell’intento di liberare i Palestinesi di Gaza dal “cancro” di Hamas; in compenso, li ha “liberati” dal fardello di oltre 1.300 dei loro fratelli massacrati da Tsahal, tra i quali 104 donne e 410 bambini. Questo, senza contare i circa 5.300 feriti (795 donne e 1.855 bambini) provocati dai crimini israeliani e gli oltre 22.000 edifici pubblici e privati totalmente o parzialmente distrutti (si tratta del 14% di tutte le costruzioni presenti nella Striscia!). Dunque, secondo Noa, la responsabilità di aver trasformato Gaza in un cumulo di spazzatura in cui regnano fame, miseria e disperazione ricade su Hamas, e non sul progressivo blocco dei valichi attuato progressivamente da Israele, anche in costanza di tregua, che ha impedito l’afflusso nella Striscia di energia elettrica, carburanti, beni di consumo, attrezzature, pezzi di ricambio e persino dei beni umanitari. Secondo Noa, così come per la più becera propaganda sionista, la colpa di tanto morti e feriti, la responsabilità per questi poveri bambini mutilati ed uccisi risiede nel loro utilizzo come “scudi umani”, e non nei reiterati crimini di guerra e crimini contro l’umanità di cui Israele, in questi giorni, viene da più parti accusato, non nella violazione dei principi basilari del diritto umanitario, non negli armamenti proibiti adoperati dalle truppe israeliane quali i proiettili all’uranio impoverito o le granate al fosforo bianco, di cui ora anche Israele ufficialmente ammette alcuni casi di utilizzo. Nessuna condanna o biasimo, da parte di Noa, per i propri governanti e per i generali dell’esercito che provvede alla sua “difesa”, nessun accenno al fatto che le prime violazioni della tregua sono state poste in essere da Israele, con i raid aerei a partire dai primi giorni di novembre, nessun rilievo al terrificante rapporto tra perdite dell’Idf e uccisioni di civili palestinesi non combattenti, passato da 1:6 nella prima Intifada a 1:48 nell’operazione “Piombo Fuso” (si tratta, in realtà, di una cifra ben al di sotto di quella reale, in quanto basata su dati aggiornati al 15 gennaio; sul punto, cfr. Why did the killing ratio increase? Di Yagil Levy, Ha’aretz, 18.1.2009).


Siamo stanchi e nauseati da questi finti “pacifisti” israeliani, come Noa ma anche come Yehoshua, che dispensano frasi gentili e intrise di compassione ma che, alla tirata delle somme, sono sempre pronti a giustificare i più orrendi crimini e le più feroci operazioni militari dell’esercito israeliano, ivi inclusi i massacri di civili in Libano e, ora, nella Striscia di Gaza. Magari

spacciandole

addirittura

come

un

“bene”

per

il

popolo

palestinese!

Come ricordato nella petizione, “i veri fanatici qui attorno, Noa, sono le persone che pensano di avere il diritto di infliggere così tanto male, danno e sofferenza ad un popolo assediato, bersagliato e privato dei propri diritti”. Inviate la vostra adesione all'indirizzo e-mail riportato qui sotto, se volete, ma soprattutto ricordatevi, quando Noa tornerà in Italia (e capita così spesso…), del suo finto pacifismo e della sua ipocrita compassione, e se magari capiterà che venga invitata ad un qualche evento benefico, invitatela cortesemente ad andare ... dove merita! BAN Achinoam Nini (Noa) from participating at Gaza Charity Event! Call

to

Kill

the

Parents

and

Volunteer

to

Sing

for

the

Children

We, the undersigned, demand that Achinoam Nini be barred from participating in the Gaza charity event scheduled for Friday, January 23, 2009 at "Levontin 7" in Tel Aviv In an open letter to the Palestinian people, Israeli singer Ahinoam Nini wrote: "I can only wish for you that Israel will do the job we all know needs to be done, and finally RID YOU of this cancer, this virus, this monster called fanaticism, today, called Hamas." Hebrew www.ynet.co.il/articles/0,7340,L-3651625,00.html English www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-3651784,00.html Today, after her wish has been fulfilled, and the Israeli army "GOT RID" of over 1300 Palestinians, over 400 of them children, over 100 of them women, and injured more than 5000, Ahinoam Nini wants to share the stage at a charity performance for the sake of Gaza's children? There is no limit to your hypocrisy, Noa. You supported the war which orphaned these children, and now you want to play "Mama Theresa" and help them out? How cynical can you be? Thousands of children were crippled physically and emotionally for the rest of their lives in a war that not only did you not protest, you vocally justified. Maybe you can increase your popularity and try to wash your bloody hands by making headlines on the backs of these children, but you will not be able to clear your dirty conscience. Not unless you recognize that an occupier has no moral right to tell an occupied people what to do, including what leadership it can or cannot democratically elect. Not before you recognize that the real "virus" or "cancer," to use your ill-willed words, the "monster" is the ongoing occupation and the oppression that comes with it. anything it spawns, is its own doing. The real fanatics around here, Noa, are the people who think that they have the right to inflict so much harm and damage and pain to a besieged and beleaguered and disenfranchised people. send adhesions to Juliano Mer Khamis children.gaza3@gmail.com P.S. Dal blog di amaryllide, riporto alcuni pezzi della risposta alla lettera di Noa data dal regista Udi Aloni, figlio di Shulamit Aloni.


Cara Achinoam Nini,ho scelto di rispondere a te e non all'intera destra rabbiosa, perchè credo che il tradimento del campo della pace superi il danno causato dalla destra di migliaia di volte. La facilità con cui il campo della pace si accoda ai ruggiti di guerra ostacola la creazione di un significativo movimento che possa dare una vera resistenza all'occupazione. Tu ruoti gli occhi,usi le tue parole d'amore al servizio dei tuo popolo conquistatore e chiedi ai Palestinesi di arrendersi con voce tenera. Tu dai ad Israele il ruolo di liberatore. Ad Israele che, per oltre 60 anni, li ha occupati e umiliati. "Io so dove è il vostro cuore! E' proprio dove è il mio, con i miei figli, con la terra, con il cielo, con la musica, con la SPERANZA!" scrivi, ma Achinoam, noi abbiamo preso la loro terra e imprigionati nel ghetto chiamato Gaza. Abbiamo coperto i loro cielo con i jet da combattimento, svettanti come angeli dell'inferno e seminando morte a caso. Di quale speranza stai parlando? Abbiamo distrutto ogni possibilità di moderazione e di vita in comune nel momento in cui abbiamo saccheggiato la loro terra, mentre eravamo seduti con loro al tavolo del negoziato. Possiamo avere parlato di pace, ma li abbiamo derubati anche degli occhi. Essi volevano la terra data loro dal diritto internazionale, e noi abbiamo parlato in nome di Dio. ... Hamas non è il mostro, mia cara Achinoam. È il figlio del mostro. L'occupazione israeliana è il mostro. Essa e solo essa è responsabile per la povertà e la malattia e l'orrore. Siamo stati così spaventati dalla sua leadership laica, che ha minato la nostra visione della Terra di Israele, che abbiamo scelto di finanziare e sostenere Hamas, nella speranza che da una politica di divide et impera avremmo potuto andare avanti con l'occupazione per sempre, ma quando la cosa ci si è ritorta contro, tu scegli di incolpare l'effetto invece della causa. Tu scrivi: "Io posso solo augurarvi che Israele faccia il lavoro che tutti noi sappiamo deve essere fatto, e, infine, VI LIBERI da questo cancro, questo virus, questo mostro chiamato fanatismo, e oggi chiamato Hamas ... Sarebbe lo stesso se la tua sorella palestinese scrivesse: "Speriamo che Hamas faccia il lavoro per voi, e vi liberi della Destra ebraica".

Terza parte Quindi, forse, invece di ordinare a un popolo al quale abbiamo asportato chirurgicamente ogni barlume di speranza, potresti aiutare i tuoi fratelli e sorelle in Palestina a liberarsi dall'occupazione, dall'oppressione e dall'arrogante colonialismo inflitto dal tuo paese. Solo allora li puoi invitare a lottare democraticamente e riportare la Palestina allo stato mentale in cui era prima che noi li spingessimo in un angolo del muro che abbiamo costruito. E se i tuoi fratelli in Palestina scelgono Hamas, devi rispettare la loro scelta, proprio come le nazioni del mondo hanno rispettato Israele quando ha scelto l'omicida Sharon. Hamas lo devono combattere loro, proprio come tu hai combattuto lui. Questa è la democrazia. Solo allora potrete tu e i tuoi fratelli da entrambe le parti di Palestina e Israele condividere - da uguali - la gioia della terra, il cielo e la musica; solo allora riusciremo a combattere insieme per la parità, per ogni uomo e ogni donna che vivono nella nostra terra santa. Amen. Udi Aloni Etichette: crimini contro l'umanità, gaza, ipocrisia, noa, piombo fuso

http://palestinanews.blogspot.com/2009/01/noa-ovvero-lipocrisia-di-certi.html giovedì, gennaio 22, 2009

Lettera aperta di Gideon Levy ad Abraham Yehoshua. A proposito di ipocrisia e di finti “pacifisti” israeliani, non possiamo non inserire nell’elenco il “trio delle meraviglie”, ovverosia gli scrittori israeliani Grossman, Oz e Yehoshua, sempre in giro per il mondo a propagandare l’immagine di uno stato e di un popolo ebraico forte ma giusto, compassionevole e desideroso di pace. Costoro, e in particolare Yehoshua, hanno però sempre apertamente appoggiato ogni campagna militare israeliana e ciascuno dei più brutali crimini contro l’umanità di cui si è macchiato Israele nella sua storia, ivi inclusi i massacri di civili in Libano e, ora, l’assassinio in massa di Palestinesi inermi, donne e bambini compresi, nella Striscia di Gaza.


Illuminante è, a tal proposito, la risposta pubblica del giornalista di Ha’aretz Gideon Levy ad una lettera aperta che lo scrittore israeliano gli aveva indirizzato dalle colonne dello stesso giornale, e che qui propongo nella traduzione di Davide Galati tratta dal suo prezioso blog “Le coordinate Galat(t)iche”. Gideon Levy: Una risposta aperta a A.B.Yehoshua 18.1.2009 Caro Bullo (Levy in vari precedenti articoli ha paragonato Israele al bulletto gradasso del quartiere, paragone qui esteso evidentemente anche a chi apertamente giustifica il massacro di civili nella Striscia di Gaza, n.d.r.), grazie per la tua lettera franca e per le gentili parole. Scrivi che ti sei mosso da una "posizione di rispetto", e anch'io rispetto profondamente i tuoi meravigliosi lavori letterari. Ma, disgraziatamente, provo molto meno rispetto per la tua attuale posizione politica. E' come se i grandi, compreso tu, abbiano dovuto soccombere ad una terribile conflagrazione che ha consumato ogni traccia di ossatura morale. Anche tu, autore stimato, sei caduto preda della sciagurata onda che ci ha invaso, intorpidito, accecato e ci ha lavato il cervello. Oggi ti trovi a giustificare la guerra più brutale che Israele abbia mai combattuto, e nel farlo sei compiacente con l'imbroglio che l'"occupazione di Gaza è finita" e giustifichi le uccisioni di massa evocando l'alibi che Hamas "mescola deliberatamente i suoi combattenti alla popolazione civile". Stai giudicando un popolo indifeso a cui è negato un governo ed un esercito – includendo un movimento fondamentalista che utilizza mezzi inadatti per combattere per una giusta causa, cioè la fine dell'occupazione – allo stesso modo in cui giudichi una potenza regionale, che si considera umanitaria e democratica ma che si è dimostrata essere un conquistatore crudele e brutale. Come israeliano, non posso ammonire i loro leader mentre le nostre mani sono coperte di sangue, né voglio giudicare Israele e i palestinesi come hai fatto tu. I residenti a Gaza non hanno mai avuto il possesso della "loro stessa porzione di terra", come tu hai affermato. Abbiamo lasciato Gaza per soddisfare i nostri interessi e bisogni, e poi li abbiamo imprigionati. Abbiamo escluso il territorio dal resto del mondo e occupato la Cisgiordania, e non abbiamo permesso loro di costruire un aeroporto o un porto navale. Controlliamo il loro registro civile e la loro moneta – e disporre di un proprio esercito è fuori questione – e tu sostieni che l'occupazione è finita? Abbiamo annientato i loro mezzi di sostentamento, li abbiamo assediati per due anni, e tu affermi che loro "hanno respinto l'occupazione israeliana"? L'occupazione di Gaza ha semplicemente assunto una nuova forma: un recinto al posto delle colonie. I carcerieri fanno la guardia dall'esterno invece che all'interno. E no, io non so "molto bene", come hai scritto, che non intendiamo uccidere i bambini. Quando vengono impiegati carri armati, artiglieria e aerei in un'area così densamente popolata è impossibile evitare di uccidere dei bambini. Capisco che la propaganda israeliana ha lavato la tua coscienza, ma non la mia né quella della maggior parte del pianeta. I risultati, non le intenzioni, sono quelle che contano – e i risultati sono stati orrendi. "Se tu fossi realmente preoccupato per la morte dei nostri e dei loro bambini" hai scritto, "capiresti l'attuale guerra". Persino nel peggiore dei tuoi passi letterari, e ce ne sono stati pochi, non avresti potuto tirare fuori un'argomentazione morale più disonesta: che all'uccisione criminale di bambini non corrisponda una vera preoccupazione per il loro destino. "Eccoci ancora una volta, a scrivere di bambini", ti devi essere detto questo weekend quando io ho scritto ancora sui bambini uccisi. Si, bisogna scriverne. Bisogna gridarlo. Va fatto per il bene di entrambi. A tuo parere la guerra è "il solo modo per indurre Hamas a capire". Anche volendo ignorare il tono accondiscendente della tua osservazione, mi sarei aspettato di più da uno scrittore. Mi sarei aspettato che uno scrittore conosciuto fosse familiare con la storia delle insurrezioni nazionali: non possono essere schiacciate con la forza. Nonostante tutta la forza distruttiva che abbiamo messo in atto in questa guerra, non capisco ancora come possano venirne influenzati i palestinesi; i Qassam vengono ancora lanciati su Israele. Loro e il mondo hanno chiaramente tratto un'altra lezione nelle ultime settimane: che Israele è un paese violento, pericoloso e privo


Desideri vivere in un paese che possiede una simile reputazione? Una nazione che annuncia orgogliosamente di essere "pazza", come alcuni ministri israeliani hanno detto con riferimento alle operazioni militari a Gaza? Io no. Hai scritto che ti sei sempre preoccupato per me a causa dei miei viaggi in "luoghi così ostili". Quei luoghi sono meno ostili di quanto pensi, se ci vai armato di nulla tranne che del desiderio di ascoltare. Non ci sono andato per "raccontare la storia delle afflizioni degli altri", ma per rendere note le nostre stesse azioni. Questo è sempre stato l'autentico punto di partenza israeliano del mio lavoro. Infine, mi chiedi di conservare la mia "autorità morale". Non è la mia immagine che desidero proteggere ma quella della nazione, che è ugualmente cara ad entrambi noi. In amicizia, nonostante tutto. Titolo originale: An open response to A.B. Yehoshua

Quarta parte Anonimo said... «Così i ragazzini di Hamas ci hanno utilizzato come bersagli» Abitanti di Gaza accusano i militanti islamici: «Ci impedivano di lasciare le case e da lì sparavano» GAZA - «Andatevene, andatevene via di qui! Volete che gli israeliani ci uccidano tutti? Volete veder morire sotto le bombe i nostri bambini? Portate via le vostre armi e i missili», gridavano in tanti tra gli abitanti della striscia di Gaza ai miliziani di Hamas e ai loro alleati della Jihad islamica. I più coraggiosi si erano organizzati e avevano sbarrato le porte di accesso ai loro cortili, inchiodato assi a quelle dei palazzi, bloccato in fretta e furia le scale per i tetti più alti. Ma per lo più la guerriglia non dava ascolto a nessuno. «Traditori. Collaborazionisti di Israele. Spie di Fatah, codardi. I soldati della guerra santa vi puniranno. E in ogni caso morirete tutti, come noi. Combattendo gli ebrei sionisti siamo tutti destinati al paradiso, non siete contenti di morire assieme?». E così, urlando furiosi, abbattevano porte e finestre, si nascondevano ai piani alti, negli orti, usavano le ambulanze, si barricavano vicino a ospedali, scuole, edifici dell’Onu.http://palestinanews.blogspot.com/2009/01/proposito-di-ipocrisia-e-di-finti.html Zeev Sternhell è nato a Przemyl, Polonia da un'influente famiglia laica ebraica. Suo nonno e suo padre erano commercianti tessili.[3] Quando la Russia occupò la Polonia orientale, le truppe sovietiche occuparono la sua abitazione. Suo padre morì di cause naturali. Pochi mesi dopo l'Operazione Barbarossa, la famiglia fu inviata nel ghetto. Sua madre e sua sorella maggiore, Ada, furono uccise dai nazisti quando egli aveva sette anni. Uno zio ottenne il permesso di lavorare fuori del ghetto lo fece uscire di nascosto rifugiandosi a Lwow.[4] Lo zio trovò un ufficiale polacco che li volle aiutare. Munito di falsi documenti ariani, Sternhell visse con sua zia, suo zio e un cugino come un cattolico polacco. Dopo la guerra, fu battezzato, assumendo il nome polacco di Zbigniew Orolski. Divenne chierichetto nella Cattedrale di Cracovia. Nel 1946, all'età di 11 anni, Sternhell fu mandato in Francia su un treno di bambini organizzato dalla Croce Rossa e lì visse con una sua zia. Imparò il francese e fu accolto in una scuola di Avignone malgrado una dura selezione.Nell'inverno del 1951, all'età di 16 anni, Sternhell immigrò in Israele sotto gli auspici della Aliyat Hano'ar (Gioventù dell'Aliyat), e fu inviato nel villaggio della gioventù di Magdiel. Negli Anni Cinquanta, Sternhell servì come comandante nella Brigata di fanteria Golani. Combatté nella Guerra dei sei giorni, nella Guerra dello Yom Kippur/Ramadan e nella Guerra del Libano.Nel 1957-1960 studiò storia e scienze politiche nell'Università Ebraica di Gerusalemme, diplomandosi con massimo dei voti e lode. Nel 1969, conseguì un Ph.D. nell'Institut d'Études Politiques de Paris[5] per la sua tesi su Le idee sociali e politiche di Maurice Barrès.Sternhell vive a Gerusalemme con sua moglie Ziva, una storica dell'arte. Hanno due figlie. http://it.wikipedia.org/wiki/Zeev_Sternhell


PERCHE' QUESTA STRANA RASSEGNA STAMPA? Ora, pacifinti.....ora sinistri filopalestinesi, ora sionisti di destra, sinistra, centro....la volete finire di credere di aver detto l'ultima parola sul conflitto arabo-israeliano? Di infettare con boicottaggi alle fiere del libro o di chiamare Hamas "terrorista"? Mi disgustate alo stesso modo....mi disgusta Carlo Panella, quando mi parla delfatto che è inutile parlare dei palestinesi come 2semiti", perchè I SEMITI NON ESISTONO! IPOCRITA PELOSO, POI FA RISALIRE AL CORANO L'ODIO ANTISEMITA ISLAMICO.....e parla di inesistenti persecuzioni di ebrei condotti nei paesi musulmani, nei secoli dei secoli, amen....povero Panella, quasi un'immagine speculare di Hamza Picardo che passa pure per il patriarcamoderato dell'Ucooi, tanto contestato da Critiano " a cosa mi converto ora?" Magdi Allam....tanto ativo anche su Facebook.... I semiti non esistono, ma s critichi Israele, sei antisemita.....Se commemori la Shoah, ti ricordanodel massacro di Gaza...se parli di 60 anni di occupazione, ti parlano ancora delle radio arabe mai esistite, che avrebbero avvertito gli abitanti dei villaggi a scappare, per poi riorganizzare la lotta.....mancanosol i nazionalreligiosiche ti ricordano che Israele è degli ebrei perchè sta scrittonella Torah! Giusto, ma allora, perchè starsene ingiro per 2000 anni? Magari qualcuno può pensare che gli appartamenti sono sfitti..... o Valabrega fu un pioniere sionista che emigrò in Israele da buon ebreo idealista, quando si poteva pensare che il sionismo potesse essere una nuova forma di illuminismo, di tardo pensiero risorgimentale, di socialismo non sovietico.... Quando Valabrega vide con i suoi occhi, ciò che i sionisti di stampo diverso dal suo stavano facendo e cioè invadere terre altrui, distruggere, uccidere indiscriminatamente, saccheggiare, cancellare le tracce culturali di un popolo che aveva vissuto in quelle terre per millenni,tracce culturali e di vita quotidiana....quando vide le espulsioni di massa, Valabrega non ce la fece, progettò il ritorno in Italia, con l'intento di diffondere ciò che aveva visto e di documentarsi circa ciò che non aveva visto ma immaginava......scrisse, avvalendosi di testi in ebraico e pubblicò un lavoro collettivo, di cui firmò la prefazione....studiò anche sui testi di Benny Morris, che nessuno ancora conosceva..... http://www.juragentium.unifi.it/it/surveys/palestin/valabreg.htm http://www.lernesto.it/index.aspx?m=77&f=2&IDArticolo=4456 http://www.arabcomint.com/diagnosi_su_benny_morris.htm Naturalmente, ai tempi, il criticato, anche giustamente Morris, teneva un altro tono e faceva ciò che sapeva fare bene, cioè lo storico e non il portavoce politico dei labour alla Barak..... Cosa è cambiato da allora? Ben poco, solo la miopia dei tanti filopalestinesi che non conoscono nulla del Medioriente e delle anime belle che pensano di conoscere tutto perchè hanno fatto un master in studi mediorientali. Lasciare soli gli ebrei e gli israekliani che si oppongono a questo regime di apartheid che dura da 60 anni e che si critica sempre più debolmente, significa lasciar solo l'ennesimo popolo oppresso che non vuole soccombere. Lasciarlo nelle mani dei fondasmentalisti, speculari ai peggiori sionisti, ai corrotti e a chi non vorrà mai la pace.

Giorgio Masili.


Puntate precedenti Un'idea della Palestina Due popoli ... due stati Perchè sono antisemita Il dissenso in Israele Mezze misure Gaza, Luzzato Voghera e i "sinistri" Non è la lobby Hudna La "sinistra" di Riccardo Pacifici Stare con i palestinesi, non con la Palestina Boikot Israele? ... Ancora?! Cattive compagnie


Focus

Alan Turing – Uomo di Coldismyheart

Chi di voi non conosce il nome di Alan Turing, matematico e logico inglese, fondatore dell'informatica, la branca con più veloce sviluppo in assoluto. Oramai è impossibile immaginare le nostre vite senza i computer. Li troviamo ovunque. Ci accompagnano nella quotidianità, sul lavoro, in viaggio, e nello svago. La rete internet, come una gigantesca ragnatela, copre il mondo intero. Viviamo tra i modem w-fi, reti lan, palmari, smartphone, router. Insomma, l'intelligenza artificiale avanza prepotentemente in tutti i settori. Questo sviluppo dell'hardware è seguito poi (e spesso anche sorpassato) dallo sviluppo software sempre più in grado di corrispondere alle nostre esigenze. Oggi, grazie ai pc e internet, è possibile tenere i contatti con i nostri amici, cari, e anche persone del tutto sconosciute, indipendentemente da dove si trovino nel globo terrestre. Possiamo ordinare libri, musica, possiamo comunicare, fare viaggi virtuali, e perché no, informarsi sulle novità in tanti altri campi senza mai uscire di casa. Anch’io tante volte uso questa comodità per fare varie cose, da comprare piccoli oggetti, cercare libri, cd, comunicare con skype o msn per tenermi in contatto con familiari e amici sparsi un po’ ovunque, e tutto questo grazie al sig. Turing che ebbe l'accortezza geniale di buttarsi in questa invenzione che ben presto ha sostituito tutti gli altri sistemi di comunicazione conosciuti fino ad allora. Devo dire che personalmente mi rimane un po’ di nostalgia per i vecchi sistemi, quando la gente ancora aveva tempo e voglia di scrivere le lettere, di sentire il silenzioso scivolare della biro sulla carta frusciante, seguita dal postarla e aspettare in trepidazione la risposta sempre in formato inchiostro e carta; oppure quel dolce parlarsi al telefono, sentire una voce viva e calda dall’altra parte del filo. Oppure quel uscire tra amici per parlarsi guardandosi negli occhi. Tutto questo oggi si sta perdendo, se non si è già perso tra le fredde e precise comunicazioni tra vari messenger, blog, informazione elettronica, palmari di ultima generazione e ultima moda, cellulari usati e abusati a dismisura in una società che ha sempre meno tempo per un confronto uno ad uno. Ci siamo tutti quanti trincerati dietro schermi lcd, racchiusi in un mondo virtuale-reale e sempre più soli nonostante bombardati da un’infinità di informazione. Non so se un mondo così freddo in realtà mi piace, ma devo ammettere che non si può nemmeno tornare indietro e fare un reset totale di bei vecchi tempi, che scorreva forse più lentamente ma in una maniera decisamente molto più a misura d’uomo. Conosco anch’io questa sensazione di solitudine e alienamento ed è proprio la voglia di comunicare che mi ha portato di iscriversi in una chat per avere quello che mi mancava nella vita di tutti i giorni, ovvero comunicazione, la possibilità di confrontarsi su scala più ampia di questo mondo troppo piccolo, e chiuso che mi circonda. Infatti ho scoperto che nonostante i miei dubbi e scetticismi iniziali sono riuscita a mettermi in contatto con tante persone vere, le persone che hanno reso la mia vita emotiva meno arida di prima e le persone che hanno saputo regalarmi le emozioni di sincera amicizia e stima nei miei confronti.


Ci siamo tutti quanti trincerati dietro schermi lcd, racchiusi in un mondo virtuale-reale e sempre più soli nonostante bombardati da un’infinità di informazione. Non so se un mondo così freddo in realtà mi piace, ma devo ammettere che non si può nemmeno tornare indietro e fare un reset totale di bei vecchi tempi, che scorreva forse più lentamente ma in una maniera decisamente molto più a misura d’uomo. Conosco anch’io questa sensazione di solitudine e alienamento ed è proprio la voglia di comunicare che mi ha portato di iscriversi in una chat per avere quello che mi mancava nella vita di tutti i giorni, ovvero comunicazione, la possibilità di confrontarsi su scala più ampia di questo mondo troppo piccolo, e chiuso che mi circonda. Infatti ho scoperto che nonostante i miei dubbi e scetticismi iniziali sono riuscita a mettermi in contatto con tante persone vere, le persone che hanno reso la mia vita emotiva meno arida di prima e le persone che hanno saputo regalarmi le emozioni di sincera amicizia e stima nei miei confronti. Vi chiederete dove vuole mirare una introduzione del genere. Ebbene partendo da un aspetto puramente tecnologico vorrei raccontarvi in breve l’aspetto più umano di Turing, la storia di Turing uomo, che rivoluzionò il mondo ma visse nel privato un vero e proprio calvario. Non vi racconterò cosa ha inventato Turing, ma come visse. Alan Turing nacque a Londra il 26 giugno del 1912 e morì a Manchester il 7 giugno del 1954. Come tanti altri geni era poco interessato ad alcune materie durante la sua vita scolastica, ma questo certamente non ebbe una influenza negativa su quello che sarebbe diventato da li in poi. Da bambino era molto interessato a tutto quello che riguardava la teoria della relatività, astronomia e scacchi. Nel 1931 venne ammesso all’Università di Cambridge dove studiò meccanica quantistica, logica e teoria delle probabilità. Ha dimostrato separatamente il teorema del limite centrale, già dimostrato nel 1922 dal matematico Lindeberg. Una piccola spiegazione su cosa sia questo teorema: Il teorema del limite centrale fa parte dei teoremi di convergenza debole nell’ambito della teoria della probabilità. Un punto comune tra tutti questi teoremi è l’affermazione che la somma normalizzata di un grande numero di variabili casuali è distribuita in maniera approssimativa come una variabile casuale normale standard che diventano fondamentali per la statistica e teoria delle probabilità. La variabile casuale normale non è altro che la più comunemente nota curva di Gauss, o curva a campana usata in molti calcoli statistici e/o probabilistici. Francis Galton era forse il primo ad intuire che la curva di Gauss poteva essere applicata per descrivere una moltitudine dei svariati fenomeni e non soltanto agli errori. Dopo soli tre anni (e siamo nel 1934) Turing completa i studi a Cambridge con massimi voti, e anno successivo ottenne il titolo di Ph.D e nel 1936 vinse il premio Smith. Lo stesso anno si trasferisce all’Università di Princeton e pubblica l’articolo che descrive per la prima volta quello che sarebbe successivamente noto come macchina di Turing. Questi sono anche gli anni nei quale esplose anche il suo orientamento omosessuale. Nel anno attorno 1933 Turing si interessa ai lavori di Russell e Whitehead raccolti nella “Principia Matematica” sulla logica matematica. Bertrand Russell, altro famoso matematico (conosciuto per aver introdotto il paradosso di Russell [1]) considerava la logica come base solida per la verità matematica e si dibatteva a lungo su come la verità potesse essere espressa formalmente. Già Godel nel 1931 affermò che la matematica era una scienza incompleta vista l’esistenza di verità che non potevano essere provate applicando formalmente un set di regole derivate dalla deduzione logica. Di tale questione si interessò anche Turing, soprattutto al principio di definizione di un metodo o processo che potrebbe portare all'approvazione di una teoria matematica. Per arrivare a ciò Turing ha avuto bisogno di definire un metodo. Questo gettò le basi per la sua macchina che potremmo chiamare il bisnonno dei computer moderni. Durante la seconda guerra mondiale la genialità matematica di Turing venne impiegata insieme ad alcuni suoi compagni nella decifrazione dei messaggi in codice delle linee nemiche che usavano il celeberrimo sistema “enigma”. Da questo punto entriamo più da vicino nel dramma personale del Turing uomo. Parto col dire che l'omosessualità nel Regno Unito era illegale all’epoca ed era considerata una malattia mentale, e come tale trattata.


Macchina di Turing

Non solo: era anche soggetta alla punizione dal punto di vista legale. Nel 1952, un recente amante del Turing, il 19-enne Arnold Murray insieme ad un complice fa irruzione in casa del Turing che denuncia il fatto alla polizia locale. Durante il corso delle indagini ammette di avere una relazione omosessuale con Murray e entrambi vengono processati secondo il paragrafo 11 della Criminal Law Amendment Act del 1885. Lo stesso crimine di quale fu accusato il grandissimo scrittore Oscar Wilde circa 50 anni prima, solo che lui fu imprigionato e morì quattro anni dopo la scarcerazione, probabilmente a causa delle cattive condizioni di salute in stretta relazione con le sofferenze causate dalla reclusione . A Turing venne data la possibilità di essere rinchiuso in prigione o di sottoporsi alla castrazione chimica (ovvero trattamento ormonale con dosi massicce di estrogeni per diminuire la libido). Per evitare la prigione lui accettò di sottoporsi al trattamento che durò un anno che lo rese deforme e impotente, e venne anche licenziato dal posto di lavoro e non potè più continuare il suo lavoro sulla crittografia. Distrutto moralmente e fisicamente si tolse la vita due anni dopo nel 1954, il 7 di giugno, mangiando una mela avvelenata con il cianuro. E stato cremato 12 giugno 1954. Che dire? Che una società che si professa democratica possa uccidere i propri esponenti più brillanti solo perché siano “diversi” per quanto mi riguarda si dovrebbe solo vergognare. Nemmeno il paese della mia provenienza non è immune ai pregiudizi sessuali e razziali. Sono venuta a conoscenza di un evento culturale organizzato dalla comunità gay a Sarajevo qualche mese fa. La città era sommersa dai concerti, mostre ed altri eventi culturali. Il fato vuole che alcuni esaltati (e questo vale soprattutto per alcuni estremisti di fede islamica) sono arrivati a picchiare le persone che andavano a vedere questo eventi e che tra l’altro non erano nemmeno gay. Questo deve servire come lezione: l'odio razziale/religioso è molto duro da estirpare e non possiamo dimenticare che in nome di ciò sono state combattute tantissime guerre, non solo nei tempi remoti. [1] Nota dell’autore: Paradosso del Russell dalla fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Paradosso_di_Russell Il concetto può essere espresso non formalmente così: "In un villaggio c'è un unico barbiere. Il barbiere rade tutti (e soli) gli uomini che non si radono da soli. Il barbiere rade sé stesso?". Anche in questo caso si possono fare due ipotesi: se il barbiere rade sé stesso, allora per definizione il barbiere non rade sé stesso; se il barbiere non rade sé stesso allora, dato che il barbiere rade tutti quelli che non si radono da soli, il barbiere rade sé stesso. In entrambi i casi siamo arrivati ad una contraddizione.


Focus

Razzismo di fredcurtis

Il razzismo, soprattutto nella sua forma più spregevole, l’antisemitismo, è sempre stato, checchè se ne dica, pensiero dominante. Se leggiamo le opere anche di grandissimi personaggi come Dostoevskij o Jung vediamo trasparire disprezzo per gli altri popoli, specialmente ebrei, polacchi e italiani. Ancora ai primi del ‘900 la rivista “Civiltà cattolica” riportava che gli ebrei mangiavano i bambini (dove l’ho già sentita questa?). Fu solo con l’avvento di fascismo e nazismo, che fecero del rifiuto del diverso su presunte basi biologiche o storiche elemento fondante della propria ideologia, portandolo alle conseguenze più estreme, l’Olocausto, che un ideologia antirazzista sembrò prevalere. Solo in teoria, perché i cartelli “non si affitta a meridionali” non sono lontani nel tempo. Forse solo negli anni ’60, l’epoca di Martin Luther King, il razzismo è stato ridimensionato, ma ben presto se non proprio il razzismo la xenofobia, la sua forma istintiva e non ideologica, è tornata alla grande. Spesso è mascherato da “difesa dell’indentità” o delle proprie “radici” culturali o religiose. Dimenticando che la cultura occidentale, e il Cristianesimo in particolare, è la più meticcia delle culture, nonché quella che ha maggiormente la capacità di sedurre coloro che provengono dal resto del mondo. A volte il razzismo è mitigato in quella che lo psicologo sociale Gordon Allport chiama la “teoria della reputazione ben meritata”, ovvero io non sono razzista, ma è vero che… lo stesso Allport trova che ci siano casi in cui è impossibile avere un idea positiva su un gruppo umano, vedi i nazisti o la criminalità organizzata. Marianella Sclavi fa notare che all’opera c’è il pregiudizio per cui si allarga uno stereotipo su un intera popolazione, che sia fondato o no. Allora lasciatemi fare un esempio personale. Molti anni fa mi sono trasferito in una città del Nord-Est per frequentare la più prestigiosa Università italiana. Per cinque anni ho visto l’ostilità dei cittadini nei confronti miei e degli altri studenti. Qual’era il pregiudizio all’opera? Semplicemente che eravamo “foresti”. Ricordo le scritte “bruti teroni fuori dal Veneto” (dove teroni vale già per quelli di Rovigo), ricordo i vicini che, rigorosamente alle spalle, si lamentavano del fatto che invitavamo gente in casa, “persino un negro”! Il quale “negro” al suo paese era un professore di storia e aveva avuto tra i suoi allievi le mogli di alcuni ministri! La diffidenza per l’estraneo è storicamente radicata: gli “altri” sono sempre i barbari. E fa specie che continui a esistere in Italia, eterna terra di migrazioni, interne e verso il resto del mondo. Quello che però disgusta è come il fenomeno sia cavalcato dai media: casualmente mi sono imbattuto in un servizio di TG in cui veniva valutato come negativo l’aumento dei venditori di kebab. Perché? Nessuno è obbligato a mangiarlo se non gli piace. E provate a leggere certi giornali come parlano non solo degli stranieri ma per esempio degli atei o anche solo di chi non si riconosce nella maggioranza. Viviamo in un mondo razzista? Si. Forse c’è stato un periodo in cui non faceva fine ammetterlo, ma ora è finito. E la parte peggiore del mondo politico e dei media non ha fatto altro che soffiare sul fuoco. Dimenticando che chi semina vento raccoglie tempesta.


Focus

Sii felice di Norfid

Articolo di un amico missionario nei deserti occidentali un vagabondo voleva far capire a una ricca signora quanta fame aveva, per farsi offrire un buon pasto, e si mise a gattoni sul prato di fronte a casa sua facendo finta di mangiare l’erba! Quando la signora lo vide, disse: “Poverino! Perché non vai dietro a casa? C'è dell'erba molto più alta!” ...La generosità di certi ricchi! Abbiamo tutti dell’umorismo!

bisogno

di

un

buon

senso

La Bibbia insegna: “Un cuore lieto fa bene al corpo!” (Proverbi 17,22). Dio ci ha creati con il senso dell’umorismo e con la capacità di ridere delle cose divertenti. Sono quindi sicuro che anche Lui ha il senso dell’umorismo, soprattutto se guardo certe cose e certa gente che ha creato e certe situazioni buffe. Una buona definizione del senso dell’umorismo è “la capacità di vedere il lato divertente di una situazione seria e di ridere quando le cose non vanno come dovrebbero”! Mi ricorda un predicatore che cercava sempre di essere impeccabile e saliva sempre sul pulpito con un abito intero. Ci teneva tanto alla piega perfetta dei pantaloni che mentre aspettava nel suo ufficio il momento della predica, li appendeva per non sedervisi sopra. Una domenica, mentre i bambini uscivano dal catechismo, si ricordò improvvisamente che doveva fare un annuncio importante. Si alzò di scatto e corse fuori gridando: “Bambini! Bambini! Aspettate! Devo farvi vedere qualcosa di molto importante!” I bambini si voltarono. Ci fu un attimo di silenzio, seguito da un’esplosione di risa mentre essi guardavano il predicatore con l’annuncio in mano e le gambe nude che sbucavano dalle mutande a calzoncino. La sua congregazione aveva ovviamente un buon senso dell’umorismo! Ma il predicatore non l’aveva! Quando abbassò lo sguardo per scoprire il motivo delle risa, quasi venne meno dalla vergogna e riuscì a stento a tornare nell’ufficio, dove crollò sulla sedia invece di ridere di se stesso e di quella sua buffa dimenticanza! Tutti noi corriamo il pericolo di essere troppo seri e di prendere le cose troppo seriamente, soprattutto noi stessi! La capacità di ridere di noi stessi e dei nostri stupidi errori è una grande qualità che ci aiuta a rimanere umili. Chi non sa ridere dei propri errori e non sa prendere con umorismo gli errori degli altri o è superbo o prende la vita troppo seriamente. Dio vuole che godiamo della vita e ci ha dato la capacità, i sensi e le circostanze per farlo. Il nostro scopo principale nella vita, come disse Martin Lutero, è quello di “amare Dio e godere per sempre della Sua presenza!” E io aggiungerei che è anche quello di aiutare altre persone a fare la stessa cosa, parlando loro dell’amore di Dio e della vita di felicità che Egli offre a tutti! Nemmeno i martiri morirono tra la tristezza e il dolore, ma cantando e lodando il Signore! Se c'è una caratteristica che noi Cristiani dovremmo avere, è quella di essere felici, perché abbiamo più motivi di felicità di chiunque altro! Abbiamo il gioioso Amore di Gesù, che ci toglie ogni affanno, porta tutti i nostri pesi e allevia tutti i dolori. Gesù descrisse il servizio che Gli rendiamo dicendo che il nostro giogo è dolce e il nostro carico è leggero, mentre il procedere dei perfidi è duro. (Matteo 11,28-30; Proverbi 13,15; Salmi 144,15).


Se ti sembra che il tuo giogo o il tuo carico siano troppo pesanti, forse non sei obbediente al Suo comandamento di “gettare in Lui ogni preoccupazione, perché Egli ha cura di noi” (1 Pietro 5,7). “Getta sul Signore il tuo affanno ed Egli ti darà sostegno” (Salmo 55,22). Forse stai cercando di portare troppo sulle tue spalle e ti stai sforzando troppo! Lascia andare e lascia fare a Dio! Lascia fare a Gesù! Non affannarti! Lascia che il Signore operi attraverso di te. Forse stai sforzandoti troppo, invece di lasciare che sia Dio ad operare con il Suo potere, con il Suo amore, con la Sua grazia e con la Sua forza! Non siamo l'“Unione dello Sforzo Cristiano”! Lasciamo fare al Signore! Senza di Lui non siamo niente e da soli non possiamo fare niente! Smetti di sforzarti tanto! Lascia andare e lascia fare a Dio! Prenditela con più calma! Smetti di affannarti tanto con le tue forze! Smetti di prenderti così sul serio! Loda il Signore e ridi delle tue debolezze e della tua ridicola incapacità di fare qualcosa di valido per il Signore, sapendo che per ottenere risultati dev’essere il Signore ad operare in noi! Se Dio può servirsi di noi, può servirsi di chiunque, perché non siamo nessuno! Dovresti rotolarti dalle risa pensando a quanto sei ridicolo, invece di prenderti così seriamente. Se Dio poté servirsi dell’asina di Balaam, può servirsi anche di te! (Numeri 22,23-31.) Alleluia! Dio ha un grande senso dell’umorismo! Il solo pensiero dovrebbe risollevare chiunque! Perché non ridi di te stesso e non ammetti che è Dio ad operare in te? Conobbi un vecchio missionario che aveva evangelizzato il “paese proibito” del Tibet per venticinque anni, quattro dei quali durante la violenta rivoluzione comunista. Una sera mi aiutò a lavare i piatti e mi sorprese per la sua umiltà, la sua forza spirituale e il suo spirito gioioso. Pensai: “E’ un uomo così grande e ha fatto tanto nella vita; probabilmente è anche molto famoso, eppure è qui a lavare i piatti umilmente con me”. Anch’io volevo diventare un missionario e gli feci una domanda alla quale, io pensavo, lui avrebbe potuto rispondere meglio di chiunque altro: “Qual'è il più importante requisito per un missionario?” Mi aspettavo una risposta solenne e profonda dalla sua saggezza immensamente più grande della mia e dalla sua vasta esperienza missionaria. Potete quindi immaginare il mio stupore quando mi rispose semplicemente, con le mani nel lavandino e un sorriso sul volto: “Il senso dell’umorismo: la capacità di ridere quando ti viene da piangere!” Spiegò che spesso, nei momenti di tensione quasi insopportabile e nelle circostanze più tremende, una bella risata gli aveva quasi salvato la vita e i nervi! Dopo tutto, se sai che il Signore si prenderà cura di tutto, puoi permetterti di sorridere e di farti una risata pensando a quanto sembra impossibile la situazione e quanto sembrano ridicole le circostanze! Sai che Dio deve fare un miracolo! Quando ero giovane e viaggiavo per il Signore insieme alla mia famiglia, era sempre un momento emozionante arrivare all’ultimo centesimo. Sapevamo che Dio avrebbe fatto un miracolo e non vedevamo l’ora di vederlo! Ce lo aspettavamo e ci chiedevamo solo da dove sarebbe arrivato e che mezzo insolito e diverso Dio avrebbe usato! A volte la situazione era realmente comica! Trovavamo un dollaro in una vecchia borsa, in fondo a un cassetto o per strada; oppure incontravamo un vecchio amico che ci invitava a cena e ci offriva un posto dove dormire! Una volta quando ero piccolo avevamo bisogno di un litro di latte per colazione, che costava allora dieci centesimi, ma non li avevamo! Mia madre disse: “Non preoccupatevi, bambini, il Signore provvederà! Facciamo una passeggiata prima di colazione!” Eravamo all’angolo della strada quando una moneta da dieci centesimi, nuova di zecca, cadde letteralmente dal cielo e rotolò sul marciapiede! Non scoprimmo mai da dove fosse venuta o chi l’avesse lasciata cadere. Forse era stato Dio stesso! Che situazione insolita: Dio che fa cadere i soldi dal cielo! Chi altro condurrebbe i suoi affari in quel modo? Ma a Dio piace fare le cose in maniera diversa – in una maniera che a noi sembra del tutto assurda, ridicola, impossibile e divertente – per dimostrare il Suo potere e per farci capire che Egli non è limitato dalle convenzioni, dalle tradizioni, dagli usi comuni, né dalle impossibilità! Ridi di te stesso! Sei la cosa più buffa che Dio abbia mai creato! Non potrebbe esserci niente di più ridicolo! Questo pensiero dovrebbe bastarti a mantenerti umile! L’umorismo aiuta a mantenerci umili! Non c’è niente più di una buona risata su noi stessi che serva ad impedirci di sentirci pieni di noi, estremamente seri ed austeri. Abbiamo tutti bisogno di farci una buona risata! Abbi un buon senso dell’umorismo! Mantieniti umile: ridi di te stesso! Solo non esagerare, perché ogni cosa ha il suo momento. C’è un tempo per ridere e un tempo per piangere: c’è un tempo per ogni cosa. (Ecclesiaste 3,1-4).


Cerchiamo sempre di sorridere anche tra le lacrime. Un raggio di sole è più bello tra la pioggia. Cerchiamo di avere più sole, più risa e meno tristezza e dolore! Diamo un po’ più di Paradiso a chi soffre tante pene d’inferno! Ellen Wheeler Wilcox (poetessa) scrisse: “Ridi, e il mondo riderà con te! Piangi, e piangerai da solo!” Il mondo conosce già l’inferno! Mostriamogli un po’ più di Paradiso! “Amore, risa e pace per sempre”, e oggi puoi essere libero! Alleluia! Lode al Signore! “Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli” (Matteo 5,12). Sii felice! Non essere testardo e scontroso come Giannetta, la vecchia mula. Dopo una giornata di rimproveri e di proibizioni da parte del nonno severissimo, scorbutico ed estremamente religioso che gli aveva vietato di giocare di domenica, il povero Pierino si avvicinò malinconico alla mula, le accarezzò il muso e le disse: “Cara Giannetta, devi essere proprio religiosa, perché hai un muso lungo come quello del nonno!” Quella è l’idea che certe persone si fanno della religione! Spero che non sia la nostra! La Bibbia insegna: “La gioia del Signore è la vostra forza” (Neemia 8,10). Se vuoi essere libero dai tuoi peccati e ricevere mediante Gesù Cristo la gioia della salvezza, prega così:

“Caro Gesù, grazie per essere morto per i miei peccati. Ti prego di entrare nel mio cuore e di darmi il tuo dono gratuito della vita eterna. Riempimi del tuo Spirito Santo che mi dia la forza di testimoniare agli altri il tuo Amore e la tua gioia. Amen.”

un abbraccio nella luce, Dio è ancora sul Trono Giona Articolo apparso sul blog di Norfid: http://ultimaepoca.blogspot.com/


di fabio99992000

URL http://docs.google.com/Doc?docid=dx75ht9_10kqv937cp


La pillola rossa

Amore dove sei? Chiedo a Google. Nel film ‘Matrix’ dei fratelli Wachowsky, al protagonista, Neo, viene offerta la scelta tra due pillole. Pillola azzurra, se voleva riaddormentarsi ed accontentarsi di quello che vedeva, del mondo che gli veniva fornito. Pillola rossa, se voleva ‘svegliarsi’ e vedere la verità dietro quello che gli veniva messo davanti agli occhi. Noi scegliamo la pillola rossa. Qui la nostra scena ispiratrice. Sempre più sfacciati! La volta scorsa abbiamo parlato di Google Gdrive,il disco fisso virtuale. Ne hanno fatta uscire un’altra. Stavolta pure molto più sfacciata. Google Latitude. Cos’è Google Latitude? E’ un’applicazione di Google valida per il telefonino. Funziona basandosi sulla tecnologia GPS (quella di riconoscimento posizione dei navigatori) e sull’applicazione Google Maps, quella delle cartine stradali e geografiche, da loro fornita come servizio su Internet. In poche parole, sul proprio telefonino o sul proprio pc, con quest’applicazione, sarà possibile avere delle mappe geografiche (città, province, regioni ecc…) in cui appariranno le icone dei propri amici in tempo reale e potremo localizzarli in ogni momento. I loro telefonini trasmetteranno la posizione che verrà visualizzata sullo schermo. Ognuno tragga le proprie conclusioni su questa faccenda. Quello che è sicuro è che, al pari dei siti di social network, quest’applicazione sarà ampiamente pubblicizzata per la possibilità di restare costantemente in contatto con i propri amici, ed il sapere dove si trovano sarà un passo in più verso una bellissima socializzazione. Che bello, restare sempre in contatto con i propri amici. Che bello, sapere sempre dove sono. Che bello sentirsi parte di una grande e felice tribù. Ma potrebbe non esserci solo del bello. Qui si parla di una tecnologia del controllo di posizione, che sarà accettata dalla gente, per controllarsi gli uni con gli altri. Si parla di un ulteriore, possibile, passo verso il Grande Fratello orwelliano, che non c’entra nulla con quello che guardiamo in tv. Che bisogno c’è di sapere dove sono i propri amici, in ogni momento? Che bisogno c’è di controllarci uno con l’altro? Vogliamo scommettere che Google Latitude avrà un certo successo?


Esistono delle potenziali questioni. Il datore di lavoro che vuole tenere spiati, nelle proprie vite, i dipendenti. Il genitore che vuole tenere spiato il proprio figlio. Semplici morbosi curiosi potrebbero curiosare su altre persone. E chi non ci dice che la criminalità organizzata possa farsi dei quadri sulla gente che ‘punta’ per conoscere i suoi soliti giri e sapere dove andare a prenderla? Perché non riesco a togliermi il timore che stiamo andando verso una società del controllo totale sulle persone? Che possano succedere alcuni casini per cui le persone, già abituate a sapere di essere monitorate, potrebbero cedere la totalità della propria libertà in cambio della sicurezza? Leggete ‘1984’ di Orwell, se queste domande secondo voi non hanno fondamento. Poi ci ritroviamo qui a discuterne. Il monitoraggio delle persone non è un affare da prendere a cuor leggero. Ricordo il registro on-line dei dati sanitari degli americani che Microsoft pian piano sta costruendo. Ricordo il Gdrive, ne abbiamo parlato la volta scorsa, che fornisce in mano ad altri tutta la nostra vita informatica. Ma vi rendete conto che a mettere in fila le notizie, sembra che vogliano farci buttare la nostra intera esistenza su Internet? Quello che facciamo, quello che compriamo, ora anche dove siamo. Quello che pensiamo e chi conosciamo. Stiamo fornendo, lavorando da soli, con piacere ed in completa ingenuità, una quantità di dati impressionante, al web. Due consigli. Primo, non buttate troppi vostri dati sui siti tipo Facebook. Ce ne accorgeremo tra alcuni anni, del perché. E leggete ‘1984’ di Orwell. Si sa mai che serva per arrivarci preparati.


La pillola rossa

Adesso si che mi sento sicuro! Eh si. Adesso mi sento sicuro! Quando so che mi proteggono per il mio bene, cos'altro ho da temere? Vediamo un po' di capire come mai ci dobbiamo sentire tanto sicuri e protetti. In Inghilterra istituiranno un archivio informatico, situato nei pressi di Manchester, che conterrà tutti i dati (nome, cognome, indirizzi, numeri di telefono e delle carte di credito) di ogni persona che entrerà ed uscirà dal territorio inglese. Questo, in nome della lotta al terrorismo ed alla immigrazione clandestina. a questo archivio lavoreranno circa 300 agenti delle forze dell'ordine e 300 tecnici specializzati. Saranno tracciati 250 milioni di spostamenti, e i dati raccolti vengono continuamente confrontati con quelli già memorizzati, per tenere d'occhio le persone considerate pericolose. C'è chi, nel governo inglese, si sta preoccupando di avviarsi ad una società del controllo di tipo Orwelliano, ma queste preoccupazioni vengono sempre soppresse dal governo, in nome della priorità della sicurezza. E siamo al mega-archivio informatico per gli spostamenti delle persone. Notoriamente, la società inglese è la più controllata del mondo, e pian piano sta andando nella direzione di un controllo totale. Le leggi per la difesa della privacy sono piuttosto morbide e si nota una certà non volontà nell'applicarle. Parliamo di Obama, il mio presidente preferito. Obama ha annunciato più volte che voleva staccarsi dalla linea del presidente precedente, per quanto riguarda Internet. Hasempre considerato Internet una infrastruttura di importanza fondamentale, per questo punterà molto sulla sicurezza digitale. Per ora, è stato affidato a Melissa Hathaway, donna di già nota fama e competenza nell'ambito della sicurezza in Internet, il compito di fornire un rapporto sul punto in cui si è con la sicurezza in Internet. Si discuterà di privacy, neutralità dela Rete ed intercettazioni. Vengono forniti gli esempi delle Borse e del traffico aereo, se succedesse qualcosa alla rete Internet. In nome di questo, prepariamoci ad un sempre maggiore controllo e potere del governo americano su Internet. Non ce lo immaginiamo, ma lo hanno detto loro. Andiamo in Messico, dove, ricordiamo, già qualche migliaio di persone ha il chip identificativo impiantato nella mano, in nome della sicurezza contro i rapimenti. Ebbene, in Messico hanno deciso di far passare il controllo anche attraverso gli operatori telefonici. Mi spiego. Hanno deciso di associare ogni telefonino al rispettivo propietario, con dati personali e impronte digitali. Il tutto messo in un registro nazionale dei possessori di telefonino.


Questo comporterà tracciamento ed inserimento, in questo registro, di chiamate, conversazioni e spostamenti. Nel giro di poco tempo, alle autorità potranno essere forniti tutti i dati sulla persona, visto che col telefonino associato, la persona diventa immediatamente rintracciabile. Ricordiamo che in Messico c'è una diffusa criminalità, ed iniziative del genere saranno ben più che accettate. Tutti gli spostamenti, tutte le conversazioni delle persone comuni in appositi registri. Ed in nome della sicurezza, sarà la stessa gente a richiederlo. Ci manca solo il tracciamento totale degli aquisti personali. Ancora non ci siamo, perchè è possibile pagare gli acquisti in contanti. Ma fino a quando? Riporto un post da me scritto un po' di tempo fa. *************************************************************************** Cashless society (società senza contanti.) Immaginiamo una società in cui, per qualche causa, venga abolito il denaro contante. Perchè ciò avvenga o tutte le banconote bruciano per autocombustione nello stesso istante, o qualcuno lo ha proposto a tutta la gente. E la gente, convinta di questa positività, lo ha accettato, più che volentieri. Ok, non c’è più il contante. Come avvengono le transazioni economiche? Con carta di credito, magari quella con il chip inserito. Via a far la spesa! Pagamento rapidissimo alla cassa, peccato soloper il tempo di imbustare! Praticamente una spesa con il Telepass, diciamo uno Spesapass. Va benissimo, fin qui. Ma mettiamo che qualcuno perda lo Spesapass. Che fare? Poi si resta in braghe di tela! Nessun problema, perchè non avere lo Spesapass addosso? Perchè non farsi fare, nella mano, una innocua iniezioncina e farselo impiantare? Comodissimo. Passi la mano sulla cassa e vai. Nemmeno ti rapiranno più i bambini.Qualunque cosa succeda, chi ti può aiutare potrà sempre raggiungerti. Spesa veloce, vita comoda! E nessun rischio di furto! Le signore anziane non avranno più problemi di truffe! E, sicuramente, ogni altro vantaggio possibile. Ma giochiamo al nostro gioco preferito. Proviamo a guardare la cosa dall’ALTRA parte. Ogni transazione economica, anche il caffè al bar, è registrata. Nome, cognome e tutto. Su un terminale remoto. Sanno chi sei, cosa fai, chi frequenti, cosa ti piace e cosa no. Sanno di te a momenti anche quello che tu non sai. Sei tracciato. Nessun segreto. Saremmo in una società nella quale, da un terminale, qualcuno potrebbe decidere se tu puoi mangiare oppure no. Con un semplice tasto. A meno che tu non obbedisca. Vuol dire essere marchiati. Come i famosi tatuaggi con i numeri della Seconda Guerra Mondiale. E’ la forma PEGGIORE di società. Anche se bella, di facciata. La schiavitù assoluta. E, per le premesse di prima, la gente l’avrebbe accettata in modo consenziente. Non sarebbe infatti possibile imporre una cosa del genere. Fate una capatina qui, un consiglio pubblicitario: http://www.aduno.ch/it/downloads/broschuere_i.pdf Spero di stare dicendo una marea di stronzate. *************************************************************************** Che dire. Sembra che sia una cosa già avviata. Tutti gli elementi ci sono. Restiamo ad osservare. Se una società del genere arrivasse, dentro di noi sapremo decidere quanto sarà positiva o negativa.


di fabio99992000

http://docs.google.com/Doc?docid=dx75ht9_196hskv4


Libro della settimana

George Orwell 1984 di fabio99992000

1984 di George Orwell. Il libro più inquietante che abbia mai letto, sicuramente. George Orwell (1903-1950) fu un opinionista e scrittore inglese. Per colpa di esperienze personali molto brutte legate agli stalinisti durante la guerra in Spagna, la sua attività di scrittore ed attivista politico volse sempre alla lotta contro le atrocità del comunismo di matrice Staliniana. Quella corrente, durata decenni, di atrocità ne commise tante... non è un'opinione, sono fatti storici dimostrati. Non dimentichiamoci mai delle 'purghe', una vera caccia alle streghe per eliminare i dissidenti politici. Passiamo al libro. 1984 racconta di una situazione mondiale divisa in 3 grandi Stati, Oceania, Eurasia ed Estasia. Questi Stati sono in perenne conflitto tra loro, quindi gli abitanti hanno sempre un nemico a cui guardare. Il protagonista, Winston Smith, è uno dei membri del Partito, Partito unico, che controlla tutto. Lavora al Ministero della Verità, e si occupa del modificare le notizie e del riscrivere i libri di storia in modo che ciò che sia detto o fatto dal Partito corrisponda a verità. Il popolo si divide in parti: membri del Partito Interno, la minoranza della popolazione, che comanda davvero; membri del Partito Esterno, coloro che 'lavorano' per quelli del Partito Interno; i Prolet, la maggioranza, che lavora per il minimo di sussistenza. La struttura è piramidale, con al vertice il 'Grande Fratello', un personaggio che nessuno ha mai visto, sempre propagandato come buon padre e difensore del popolo. Ogni membro del Partito Interno o del Partito Esterno ha in casa grossi schermi che funzionano da televisori-telecamere, che servono a fare propaganda politica per 24 ore al giorno e a tenere monitorati tutti i membri. La popolazione, con la scusa della guerra continua (colleghiamoci, prego, al lavoro del protagonista di manipolare le notizie continuamente) è sempre in uno stato di tensione e si rivolge adorante al Partito, colui che li difenderà. Con questi schemi di controllo la popolazione è controllata fin nell'intero del proprio cervello. Il protagonista, però, ha qualche dubbio. Che qualcosa non funzioni del tutto, che non sia del tutto giusto. Il libro narra di questo suo percorso, alle difficoltà che vive in un mondo del genere una persona più che mediocre che si 'sveglia' gradualmente. Incontrerà un'altra persona come lui, Julia, e i due diverranno amanti, nonostante i divieti del Partito di non avere relazioni sessuali per null'altro che procreare. Il piacere, secondo il Partito, è deviante e va bandito. Vengono narrate le vicende della coppia in una situazione politica di totalitarismo. Questo super-stato esercita il controllo della lingua, riducendo il numero di parole al minimo,


come strumento ulteriore di controllo. Esiste la psico-polizia, un particolare corpo preposto al trovare e criminalizzare le persone alla minima idea contraria al Partito. Come va a finire, non si può raccontare. Ma vi garantisco che è allucinante. L'intero libro è allucinante. Venne scritto come antitesi al comunismo staliniano, utilizzando ovviamente simboli e metafore, visti gli anni in cui venne scritto e l'alleanza tra Russia ed Inghilterra. Rappresenta la società del controllo assoluto. Un sistema retto da poche persone, portato avanti da un certo numero di esecutori asserviti e che riesce a controllare la totalità della popolazione. Questo sistema totalitario riesce a condizionare talmente tanto da riuscire a rinnegare i propri cari, pur di amarlo. Davvero, da brivido, soprattutto rileggendolo e pensando alla società in cui si vive. Contiene paralleli storici molto forti ed una descrizione tutt'altro che fantascientifica della direzione in cui possa andare la società. Su certi campi, vale ben di più che le quartine di Nostradamus. Consiglio a tutti id leggerlo, per migliorare il 'pensare con la propria testa'.


Sport

Rassegna della settimana calcistica di bulandbul

Sono appena rientrato da Praga. Avrei voluto raccontarvi magari di un bel derby Sparta-Slavia Praga ma come vi scrivevo il campionato è fermo tre mesi e riprenderà a marzo… perdipiù ho avuto forse altro e meglio da fare… In ogni caso ho seguito il campionato italiano ma taglio corto per ragioni di tempo e poi, effettivamente, non ci sono stati particolari stravolgimenti in classifica. Ben diversa sarà la giornata che ci apprestiamo a seguire. Intanto il derby del Mondo: Brasile-Italia, le squadre più titolate. A parole non era un’amichevole, in buona sostanza lo è stata. Vince meritatamente il Brasile sfoggiando un giocatore come Elano, forse il meno appariscente dei suoi, uno che bada alla sostanza insomma… decisamente il migliore in campo gol a parte ovvio. Mi aveva già stupito durante la manifestazione continentale con la sua nazionale. I suoi compagni tutti bene, voti alti, anche Adriano che quando indossa la casacca verdeoro si trasforma sempre. L’Italia parte bene con un gol di Grosso ingiustamente annullato ma poi verrà neutralizzata dai 2 gol di Elano e Robinho prima del gran possesso di palla brasileiro. Pensare che fino ad un certo punto della gara il possesso era di solo 51% per il Brasile. Ma la loro grande supremazia tecnica ti fa pensare magari ad una percentuale dell’80%, loro gestiscono splendidamente alcuni tratti delle partite e i piedi buoni li hanno tutti. Il cattivo esempio allo stadio dell’Arsenal di Londra arriva da Toni, il quale cerca di realizzare favorendosi con un tocco di mano e poi si tuffa per cercare il rigore. Da quelle parti l’inganno non è un buon viatico e ovviamente tutti gli azzurri saranno da lì in poi subissati da fischi. E’ fuori luogo anche accanirsi coi brasiliani per i loro giochetti da funamboli a fine gara vista che quella è la loro indole e non certo cercavano d’irridere la compagine azzurra. Ci sarà tempo per rifarsi. Intanto ha preso il via il torneo di Viareggio, una specie di mondiale per clubs a livello giovanile, e prevedo una Juventus favorita con l’esterno di centrocampo Fausto Rossi (sempre della Juve) come papabile miglior giocatore. La serie A ripartirà alla grande con alcune classiche: fra tutte Juventus-Sampdoria, Genoa-Fiorentina e come posticipo il derby della madunina: Inter-Milan. La stracittadina meneghina ha da sempre un sapore magico: era il derby più pericoloso sotto l’aspetto di ordine pubblico… ricordo che le due frangie ultras circa 30 anni fa erano stremate. Si arrivò addirittura alle pistole in metro. I leaders delle rispettive curve allora presero contatto per stipulare il famoso ‘patto di non belligeranza’ ancora vigente. Credo che questo abbia giovato anche a loro stessi oltre che al resto dello stadio. Erano arrivati ad una fase di odio estrema, urgeva tutti fare un passo indietro. Ultimamente qualcuno all’interno dei gruppi sta cercando di rovinare questo patto ad esempio con scritte oltraggiose sui muri di


Milano ma so bene che entrambe le curve restano unite nel non provocare violenza. L’atmosfera che si respira è di grandi sfottò e anche qualcosa in più ma tutto finisce lì, e poi è il derby che sfoggia più campioni e il tasso di qualità è al primo posto. Quelli di Genova e Roma sono derby nervosi e sovente spettacolari, ma il tifo è molto diviso e le curve solidarizzano solo in nome delle loro città (esempio a Genova sono uniti contro gli ultras del Milan) e a Roma spesso per motivi politici oppure come per l’iniziativa a favore di Sandri. A Torino invece pare proprio che non ci sia feeling. Da sempre. Spesso è la polizia che impedisce il peggio e qui il campanile è più sentito che altrove forse, purtroppo il tasso di qualità in campo pende da sempre a favore della Juve ed è difficile vedere un derby equilibrato come anche spettacolare. Viceversa sono sempre partite che non finiscono quasi mai 0-0. L’unica ‘unione’ se così si può chiamare mi risulta risalente agli europei del 1980 quando gli ultras delle due curve fronteggiarono (pare bene) gli hooligans inglesi prima, durante e dopo la partita Italia-Inghilterra vinta dagli azzurri per 1-0 con gol di Tardelli. Riassumendo il derby di domenica dovrebbe essere il top, così almeno sulla carta, vista anche la situazione attuale di classifica delle due compagini. Io mi fermo qui, mi argomento bene dopo il mio viaggetto in Repubblica Ceca e vi do appuntamento alla prossima uscita. Ma è vero che il magazine cambia nome? Scusate, anche se con queste poche righe non volevo mancare all’appuntamento…


http://docs.google.com/Doc?docid=dx75ht9_198fwzbrwgh&hl=it


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