N. 4 17 aprile 2015
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Internazionale
Forum Sociale Mondiale: per una società migliore nell’interesse di tutti › Pagg. 2-3
Mass media
L’attacco frontale del mondo economico alla SSR
Nuove tecnologie
› Pagg. 4-5
La Posta ha cominciato la grande corsa verso la digitalizzazione › Pagg. 6-7
economia e lavoro
Il libero cambio franco euro, gli abusi, gli alibi e la frontiera › Pagg. 10, 12, 15
Appello nazionale dell’USS
graphisme : janka rahm melgar
Giustizia sociale – Nessuno escluso! Nel 1890 alcuni sindacalisti sono scesi in strada per la prima volta il 1° maggio in Svizzera, come nel resto d’Europa. Rispondevano alla chiamata del Congresso internazionale dei lavoratori di Parigi, che, un anno prima, aveva proclamato il 1° maggio “Giornata internazionale del lavoro”, in seguito al duro conflitto di Chicago, nel contesto dello sciopero per la giornata di lavoro di 8 ore. Anche in Svizzera i colleghi rivendicavano con forza e ad alta voce la giornata di 8 ore. Ma i padroni opposero un categorico rifiuto. È per questo che noi abbiamo lottato. La lotta per delle buone condizioni di lavoro e un’equa partecipazione ai frutti del lavoro è stata dura anche in Svizzera, sia sul posto di lavoro sia nelle strade. Le manifestazioni del 1° maggio non si sono più fatte attendere, attirando sempre più persone. Da allora abbiamo ottenuto molto: in numerose aziende abbiamo ottenuto la giornata di otto ore, in molti casi per una settimana di cinque giorni lavorativi, nonché l’introduzione delle vacanze, aumenti di salario, una migliore sicurezza sul lavoro e la creazione dell’assicurazione malattia, dell’assicurazione infortuni e delle rendite di vecchia. In breve, il movimento delle lavoratrici e dei lavoratori ha conquistato, a viva forza, una maggiore giustizia sociale. Nel 2015 questa lotta non è terminata. La Svizzera non è mai stata così ricca come oggi. Potrebbe permettersi di offrire una vita migliore all’insieme dei lavoratori e delle lavoratrici, a tutti i pensionati e le pensionate. Purtroppo la realtà è diversa. Le diseguaglianze sociali aumentano. La ripartizione dei redditi e del patrimonio è estremamente disuguale. Il divario fra “quelli in alto” e “quelli in basso” si allarga. La globalizzazione fa sempre più vittime. I lavoratori e le lavoratrici respinti dal mondo del lavoro messi a carico dell’assistenza. Per i giovani diventa più difficile entrare rapidamente nel normale mercato del lavoro. Le pressioni sui salari si accentuano e il carico di lavoro è sensibilmente aumentato. È contro tutto ciò che noi lottiamo. Invece di affrontare i problemi alcuni partiti, gli ambienti economici e i padroni vogliono minare la giustizia sociale. Un gran numero di padroni, col pretesto della forte sopravvalutazione del franco, approfittano, non solo per mantenere, bensì anche per aumentare i loro margini di guadagno. Applicando il principio che, quando gli affari vanno bene si intascano i benefici, quando vanno male si scaricano i rischi sul personale: introducono dei salari in euro illegali, diminuiscono i salari, delocalizzano i dipendenti e prolungano la durata dei tempi di lavoro. È contro questi “approfittatori” che noi lottiamo. Invece di risolvere i problemi, si sfruttano il disagio e le paure della gente lanciando campagne discriminatorie: contro i beneficiari dell’assistenza sociale, contro i pensionati e le pensionate d’invalidità, contro le minoranze religiose e, soprattutto, contro gli stranieri e le straniere. Ora, l’esclusione e la discriminazione non colpiscono solamente queste categorie di persone, bensì tutta la società, mettendo in pericolo il benessere. È per questo che noi lottiamo. E’ tempo di giustizia sociale. Salari equi e rendite decenti, condizioni di lavoro di qualità, posti di lavoro sicuri e parità salariale fra donne e uomini sono economicamente realizzabili in Svizzera. Si tratta di una questione di volontà e di rapporto di forza. Vogliamo una Svizzera giusta, solidale, priva di discriminazioni ed aperta. E’ per questo che ci battiamo. E’ per questo che, in occasione del 125° anniversario della Festa del lavoro, lanciamo la nostra parola d’ordine attraverso tutto il Paese: Giustizia sociale – Nessuno escluso ! › Pagg. 12-13