syndicom - il giornale

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N. 11 19 settembre 2014

il giornale

www.syndicom.ch Il sindacato dei media e della comunicazione

AZB 3001 Berna Cambi di indirizzo sono da inviare a: syndicom, Adressverwaltung, Monbijoustrasse 33, casella postale, 3001 Berna let tera aperta

Fortemente a rischio la promozione della stampa

Uss

Politica dei media

›pag. 5

Il sindacato chiede alla commissione federale più coraggio

›pag. 7

Ticino

Necessari aumenti salariali per i professionisti con tirocinio ›pag. 8

Jose Fariña ci spiega a che punto siamo nel settore Posta

›pag. 11

se son rose fioriranno...

Una prima riflessione a seguito degli incontri svolti in tutto il territorio ticinese è che sicuramente la partecipazione, sebbene in linea con le aspettative, deve essere migliorata. Nel prossimo periodo bisognerà riuscire a coinvolgere maggiormente le lavoratrici e i lavoratori perché, come spiegato durante le assemblee, la forza del sindacato si misura anche attraverso la partecipazione e il coinvolgimento dei propri iscritti. Dobbiamo concentrare le nostre forze per far capire che il sindacato è costituito dai lavoratori e che se si uniscono, solidarizzano tra di loro e partecipano alla vita sindacale possono ottenere delle grandi conquiste in ambito lavorativo. Durante le assemblee sono emersi ancora gli aspetti che il sindacato denuncia già da tempo e che rappresentano alcune delle motivazioni che hanno spinto syndicom a fare una pausa nelle trattative, ovvero un diffuso malcontento a causa delle pressioni che quotidianamente vengono esercitate nei diversi luoghi di lavoro e il modo di gestire e motivare il personale. Alcuni lavoratori hanno riferito che viene detto loro di non lamentarsi perché fuori la situazione è molto peggiore. Questo è il punto. È vero, i dipendenti della Posta hanno delle buone condizioni rispetto a molti settori privati, ma non vuol dire per questo che non debbano far valere i propri diritti. Il sindacato non difende solo le condizioni di lavoro, difende la dignità delle persone. Non bisogna avere pau-

© BB

Il sindacato difende la dignità delle persone

ra di rivolgersi al sindacato, anzi bisogna coinvolgerlo ogni qualvolta lo si ritiene necessario. La Posta tratta e stabilisce le condizioni di lavoro con il sindacato, i delegati partecipano alle trattative e possono segnalare in qualsiasi momento problemi legati al proprio posto di lavoro, inoltre l’assistenza del sindacato è prevista dal contratto firmato anche dal-

Le assemblee sono state comunque un’occasione per un confronto aperto e costruttivo. Abbiamo cercato di dare una risposta concreta alla problematica dello stress chiedendo di inserire degli articoli nel nuovo CCL Posta che limitino le pressioni nei luoghi di lavoro. Inoltre è stata votata all’unanimità una presa di posizione che respinge qualsiasi tentativo di peggioramento delle condizioni di lavoro. Il passaggio a società anonima (SA) non deve essere per la Posta l’occasione per chiedere sacrifici ai propri dipendenti, perché la Posta oltre ad appartenere completamente alla Confederazione continua a fare grandi utili. Queste proposte saranno portate il 26 settembre durante l’assemblea dei delegati Posta a Berna. Ai presenti alle nostre assemblee regionali abbiamo spiegato che se si riuscisse non solo a evitare i peggioramenti, ma anche a inserire gli articoli che limitano le pressioni, sarebbe veramente un inizio di cambiamento e rappresenterebbe un segnale che la Posta vuole prestare maggiore attenzione alle condizioni lavorative dei propri dipendenti. Tutti i presenti alle assemblee erano consci che affrontare il problema delle pressioni non è facile perché difficilmente definibile e perché tocca anche aspetti politici e sociali. Ma tutti hanno concordato che da qualche parte bisogna iniziare e che bisogna provarci. Ed è proprio quello che faremo, ci proveremo.

la Posta. Non esiste quindi alcun motivo per aver paura di rivolgersi al sindacato, Quando si hanno dei diritti bisogna sempre esercitarli, il sindacato da solo, senza il sostegno e la partecipazione dei propri iscritti, non può affrontare problemi così vasti e complessi dovuti a scelte politiche ed economiche che penalizzano i dipendenti per ottenere sempre più profitti.

Marco Forte Responsabile regionale

le nozioni acquisite è stata analizzata la situazione nei singoli Paesi. Ora è stato pubblicato il rapporto sulla Svizzera. Esso mostra che in confronto ad altri Paesi OCSE la Svizzera è un’allieva modello. Il tasso di disoccupazione di persone con disagi psichici è basso come anche il tasso di povertà. Questo dato però non deve trarre in inganno; infatti in Svizzera il numero delle persone che percepiscono una rendita AI a causa di malattie psichiche è cresciuto e cresce in una proporzio-

ne maggiore di altri rischi d’invalidità. Il 40% delle persone che percepisce l’AI riceve la rendita a causa di un disturbo psichico. Gli autori della ricerca hanno analizzato anche le condizioni di lavoro. La legge prevede che i datori di lavoro si occupino della tutela della salute (e quella psichica viene espressamente menzionata) dei propri dipendenti. Ma mancano, praticamente del tutto, istruzioni e controlli. Ci si limita ai rischi fisici, più facilmente riscontrabili. ›continua alle pagine 2 e 3

Salute psichica e occupazione in svizzera

Ancora lunga la strada

Il rapporto dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) pubblicato nel 2014 evidenzia che la Confederazione potrebbe fare di più per integrare o trattenere sul mercato del lavoro le persone affette da disturbi psichici.

Le malattie psichiche sono in aumento e i datori di lavoro disorientati Nel 2012 è uscito il primo rapporto OCSE sull’argomento salute psichica e occupa-

zione. Esso ha descritto i nessi tra salute psichica, lavoro e invalidità nei Paesi OCSE. Fino a questa data la tematica era pressoché inesplorata. Sulla base del-


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