Credito aperto 54

S P E C IA LE F U S IO N E PERIODICO DI INFORMAZIONE E CULTURA LOCALE DELLA BCC DI PIOVE DI SACCO

Poste Italiane SpA – Spedizione in Abbonamento Postale – 70% NE/PD - Periodico quadrimestrale

Anno XXI - n. 54 dicembre 2016

il 1° gennaio 2017 nasce

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è il servizio di consulenza esperta promosso dalle BCC e Casse Rurali.

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SCELTA

SOMMARIO 4 5

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Che banca sarà BCC Patavina

Nate per garantire il credito a chi lavorava la terra

Un momento storico per le nostre BCC

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I valori di una "campagna"

Opportunità necessaria in prospettiva di maggiore solidità

SOCI

Salutiamo "Credito Aperto" Le garanzie storiche e una nuova stagione

SPECIALE FUSIONE

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Un percorso che porterà lontano

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Futuro insieme: noi ci siamo!

Eletto il Consiglio di Amministrazione Grazie a Giovanni Benetello!

Periodico di informazione e cultura locale Anno XXI - n. 54 dicembre 2016 Direttore responsabile: Toni Grossi EDITORE: Art Media Srl PROGETTO GRAFICO: Syn di Annalisa Sartori www.synart.net

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Il nome giusto Nel nome del cooperativismo

I Premi allo Studio 2016 Cultura e tempo libero, l'impegno raddoppia Cos'è Satispay

Spedizione in abbonamento postale 45% Art. 2/20 Legge 662/95 DCI PADOVA Aut. Trib. di Padova n. 1456 del 23 Aprile 2002

FOTOGRAFIE: Matteo Danesin Riccardo Piazza Shutterstock

SELEZIONI E STAMPA: Peruzzo Industrie Grafiche SpA Mestrino (PD) Tel. 049.900.28.84 Distribuzione gratuita

Avvertenze di legge: in conformità al “Decreto Legislativo 196/2003” sulla tutela dei dati personali, si informa il destinatario del presente periodico che ha la possibilità di accedere liberamente ai suoi dati anagrafici per aggiornarli, modificarli, integrarli o semplicemente per segnalare di non voler più ricevere il periodico “Credito Aperto” scrivendo al seguente indirizzo: Art Media Srl, Veggiano (PD)

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salutiamo Credito Aperto ERA IL MAGGIO DEL 1995, 21 ANNI FA

, quando uscì il primo numero di “Credito Aperto”, il periodico con il quale la Banca di Credito Cooperativo di Piove di Sacco voleva arrivare in tutte le famiglie e le aziende della comunità in cui operava.

Gli obiettivi dell’iniziativa, espressi nell’editoriale del Presidente, Leonardo Toson, erano chiari. Prima di tutto “ribadire con forza, con la forza della comunicazione, potremmo dire, il fatto che la BCC è una realtà nata e profondamente inserita tra la gente di questa zona.

Una presenza non soltanto economica, ma attenta anche ai processi culturali, alle varie iniziative che animano il territorio, al volontariato.

Per questo è importante che il nostro giornale arrivi alle famiglie e non soltanto agli operatori economici”.

IN TIPOGRAFIA UNA NUOVA TESTATA

Ora Credito Aperto “chiude” per il semplice fatto che diventerà, assieme a S’E (periodico della BCC di Sant’Elena) una nuova testata, che si chiamerà Terra Patavina, e avrà lo scopo di comunicare la vita e le iniziative di Banca Patavina.

Rimarrano gli obiettivi di sempre, connaturali al Credito Coopertivo: il forte legame con il territorio, il voler essere voce delle comunità in cui la BCC opera.

Il nome della nuova testata (Terra Patavina, appunto) indica chiaramente la direzione che si vuole continuare ad avere: informazione e comunicazione non strettamente bancaria, ma sulla “terra”, dando a questo termine il significato ampio e di spessore del luogo in cui si lavora, si produce, si coltivano relazioni, si raccontano arte e cultura, si esprime solidarietà.

Dunque un cammino che prosegue, con un grazie a Credito Aperto per tutto quello che ha rappresentato in questi lunghi anni di vita.

Un secondo motivo della scelta della Cooperativa era certamente quello di “offrire un valido strumento di informazione e PERIODICO DI INFORMAZIONE E CULTURA LOCALE DI BANCA PATAVINA riflessione sui temi di maggior rilievo del Piovese (e non solo)”.

Per questo, Credito Aperto si connotò subito per non essere soltanto l’organo di comunicazione della Banca, “ma in maniera più ampia una presenza a tutto campo sullo scenario In alto: il primo numero di Credito della nostra realtà zonale”. Infine, concludeva il Aperto, uscito nel maggio del 1995.

Presidente, “come soggetto operante a vari livelli Sopra: Terra Patavina, la nuova testata ci proponiamo di utilizzare queste pagine per far di Banca Patavina conoscere le nostre proposte e iniziative, la vita della Banca, creando un maggiore legame con i Soci e i clienti”. “Obiettivi semplici e ambiziosi”, ai quali il periodico della BCC ha cercato di tenere fede nei suoi 54 numeri di vita.

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EDITORIALE

LE GARANZIE STORICHE E UNA NUOVA STAGIONE

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n numero speciale per un’occasione straordinaria. Si possono riassumere così le pagine che seguono, che Credito Aperto dedica quasi interamente a un evento eccezionale che ha recentemente caraterizzato la vita della nostra Cooperativa e che, ancor più, porterà a un futuro inedito.

Stiamo parlando ovviamente della decisione, compiuta dall’assemblea straordinaria dei Soci del 30 ottobre, di dare concretezza al progetto di fusione tra la nostra BCC e quella di Sant’Elena, con la nascita, dal primo gennaio 2017, di Banca Patavina.

L’anno prossimo, dunque, anche la comunicazione da sempre garantita a Soci, clienti e comunità, attraverso il notiziario della nostra Banca, cambierà volto, presentandosi ai lettori con quello di una nuova testata (si chiamerà Terra Patavina), che sarà la voce della nuova BCC e del territorio in cui opera.

Si chiude dunque una stagione; a questo tempo e soprattutto alle scelte più recenti abbiamo voluto dedicare queste pagine, dove Soci e clienti, famiglie e imprese, potranno trovare una dettagliata informazione sia sul percorso, che sugli esiti finali che hanno portato prima all’elaborazione e poi all’approvazione del progetto di fusione.

Si tratta di materiale ormai noto, perché frutto di molti confronti (formali e non), di assemblee, di verifiche, che abbiamo voluto comunque mettere “nero su bianco”, nella convinzione che la trasparenza che ha sempre contraddistinto la nostra Banca debba continuare ad essere un elemento fondante

del suo agire, nel rispetto di tutti, a partire dai Soci.

Quello che ancora, per ovvi motivi, non può essere noto sono gli esiti della scelta di dare vita a Banca Patavina. Sia chiaro: non si tratta di un percorso intrapreso con leggerezza, né tanto meno di un azzardo. La scelta che abbiamo compiuto è frutto di un cammino durato più di un biennio, di lunghi confronti, di analisi, della stesura di un piano “industriale”, del conforto e dell’approvazione da parte della Banca d’Italia. Insomma, vi sono tutte le garanzie perché l’operazione consegua gli esiti favorevoli che ci auguriamo.

Ma soprattutto, a ulteriore e fondante garanzia, vi sono la storia e il vissuto delle nostre Banche. Una vicenda secolare, all’insegna della persona e delle comunità, la crescita di tante professionalità, il valore delle relazioni, l’impegno dei collaboratori.

Per questo guardiamo con serenità al domani: le novità non ci spaventano, anche se sappiamo che per affrontarle adeguatamente occorreranno fatica e responsabilità, ma queste sono doti che crediamo (senza presunzione) ci appartengano.

Non ci rimane che augurare a tutti un buon lavoro e a Banca Patavina di essere un’ulteriore tassello di una storia già importante.

il Presidente Leonardo Toson

il Direttore Generale Gianni Barison

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UN percorso CHE PORTERÀ LONTANO

IL 1° GENNAIO 2017 NASCE BANCA PATAVINA

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SPECIALE FUSIONE

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eciso: dal primo gennaio la Banca di Credito Cooperativo di Piove di Sacco e quella di Sant’Elena si fonderanno, dando vita a Banca Patavina.

La conferma è avvenuta dal voto delle due assemblee straordinarie dei Soci, convocate (una al mattimo, l’altra al pomeriggio) il 30 ottobre, durante le quali è stato presentato il progetto di fusione, predisposto dai Consigli di amministrazione, già approvato dalla Banca d’Italia, che ha vuto la ratifica definitiva da parte delle compagini sociali.

Molto ampia la partecipazione agli appuntamenti: circa duemila Soci, quasi equamente divisi tra le due Banche, che hanno ascoltato gli interventi dei presidenti, dei direttori e hanno avuto l’opportunità di esprimere pubblicamente la loro opinione.

Quasi unanime il consenso al progetto di fusione, soltanto due astenuti tra i Soci di Sant’Elena e due contrari tra quelli di Piove di Sacco.

Vivace il dibattito, con una ventina di interventi, prevalentemente nell’assemblea della banca della Saccisica. I Soci che hanno voluto manifestare il proprio pensiero, al di là di qualche chiarimento tecnico, hanno dimostrato di avere capito pienamente l’importanza di quanto sta accadendo, cogliendo il valore di dare vita a un soggetto più forte e in grado di servire meglio le famiglie e le aziende del territorio. Una costante ha attarversato quasi tutti gli interventi: il richiamo ai punti qualificanti della mission del Credito Cooperativo, in particolare per quanto riguarda la dimensione locale e la prossimità alle comunità.

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I PRESIDENDENTI DELLE DUE BCC LEONARDO TOSON E GIANNI PAVANELLO

UNA FUSIONE CHE ESALTA

LA STORIA CENTENARIA

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DELLE NOSTRE

SPECIALE FUSIONE

«PROTAGONISTI DI UN MOMENTO STORICO DELLE NOSTRE COOPERATIVE DI CREDITO»

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BCC

osì hanno esordito il Presidente della BCC di Sant’Elena, Gianni Pavanello, e quello della BCC di Piove di Sacco, Leonardo Toson, di fronte alle assemblee straordinarie dei Soci (riunite separatamente lo scorso 30 ottobre) per sancire la fusione tra le due Banche di Credito Cooperativo.

“Come noto, – hanno proseguito i Presidenti – l’iter di fusione ha avuto esito positivo, a seguito dell’autorizzazione rilasciata dalla Banca d’Italia il 31 agosto scorso; un benestare che l’autorità di Vigilanza ha emesso dopo avere analizzato l’articolato Progetto Industriale di Fusione, messo a punto nei mesi precedenti. A questo risultato le due BCC sono giunte dopo un costruttivo percorso di analisi e approfondimento, svolto su basi paritarie, per libera scelta e non per imposizioni o necessità. Si è trattato di una modalità operativa unica ed originale, avviata con la costituzione di tavoli di lavoro congiunti, che hanno messo in evidenza le migliori prassi delle due banche, consentendo di definire soluzioni organizzative e strategiche condivise ed efficaci”. “È stato dunque valorizzato e portato a compimento – hanno proseguito Pavanello e Toson – un cammino iniziato oltre due anni fa, maturato dalla convinzione di procedere a un rafforzamento reciproco, in grado di rendere più solide ed efficienti le nostre BCC, affini per territorio e modalità di servizio, salvaguardando al contempo la vocazione localistica e la centralità del Socio, da sempre caratteristiche originali della nostre Cooperative. Il nome della nuova BCC è Banca Patavina, una denominazione che sottolinea e afferma la rappresentatività del territorio di Padova e della sua provincia, dove le due BCC sono nate, si sono affermate nel secolo scorso e continuano a sviluppare la maggior parte della propria attività; la Direzione Generale e la Sede amministrativa saranno a

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«È STATO PORTATO A COMPIMENTO UN CAMMINO MATURATO NELLA CONVINZIONE DI UN RAFFORZAMENTO RECIPROCO»

Piove di Sacco, la sede legale a Sant’Elena. La ragione sociale si completa con Credito Cooperativo di Sant’Elena e Piove di Sacco, per ricordare la radice originaria delle due BCC”.

“Una nostra presenza importante – ha sottolineato il Presidente della BCC di Piove di Sacco – continuerà ad essere nell’area clodiense dove operiamo da oltre 20 anni con tre sportelli, rappresentando un punto di riferimento non solo economico ma anche sociale, riconosciuto e apprezzato dalla popolazione e dai vari enti territoriali”.

Banca Patavina, una volta costituita, sarà la più importante BCC della provincia di Padova, presente con 42 sportelli (38 nella provincia di Padova e 4 in quella di Venezia) e operativa su 75 comuni (62 della provincia di Padova, 11 della provincia di Venezia e 2 della provincia di Rovigo).

I principali dati della banca aggregata, desunti dal bilancio cumulato delle due BCC al 31.12.2015, evidenziano valori di rilievo: 8.650 Soci e oltre 52 mila clienti; 347 dipendenti; quasi 2 miliardi di euro di attivo; 1,4 miliardi di crediti lordi alla clientela; 1,5 miliardi di raccolta diretta e 500 milioni di raccolta amministrata e gestita; un patrimonio superiore a 150 milioni di euro.

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I DUE PRESIDENTI

A sinistra Gianni Pavanello, Presidente della BCC di Sant'Elena, e Leonardo Toson, Presidente della BCC di Piove di Sacco, alla conferenza stampa di presentazione di Banca Patavina. Dal 1° gennaio 2017 saranno, rispettivamente, il Vice Presidente e il Presidente della nuova banca.

SPECIALE FUSIONE

Questo il Progetto di Fusione presentato e approvato dai Soci durante le assemblee straordinarie del 30 ottobre.

IL PROGETTO DI FUSIONE Aspetti giuridici L’aggregazione tra le due banche sarà realizzata mediante incorporazione in Banca di Credito Cooperativo di Piove di Sacco.

A seguito della fusione, la Banca incorporante (Piove di Sacco) assumerà la nuova denominazione “BANCA PATAVINA Credito Cooperativo di Sant’Elena e Piove di Sacco, Società Cooperativa”.

L’incorporante, a decorrere dalla data di efficacia dell’atto, succederà in tutti i rapporti giuridici attivi e passivi e negli impegni facenti capo alla società incorporata.

Per effetto della fusione, i privilegi e le garanzie di qualsiasi tipo, da chiunque prestate o comunque esistenti a favore delle società partecipanti alla fusione, conserveranno la loro validità ed il loro grado, senza bisogno di alcuna formalità o annotazione a favore della società Incorporante.

Quasi 2.000 Soci delle BCC di Piove di Sacco e Sant'Elena hanno partecipato alle assemblee straordinarie del 30 ottobre.

A fianco , la sede della BCC di Sant'Elena che sarà la sede legale di BCC Patavina

Aspetti contabili L’operazione di fusione sarà contabilizzata e rilevata nei bilanci d’impresa dell’Incorporante, facendo riferimento non solo alle norme del nostro ordinamento, ma anche al principio contabile internazionale IFRS 3 sulle aggregazioni aziendali.

Aspetti tributari L’operazione di fusione è fiscalmente “neutra” agli effetti dell’imposizione diretta, non determinando il realizzo di proventi o di perdite fiscalmente rilevanti da parte dei soggetti coinvolti (Incorporata, Incorporante ed anche azionisti).

In particolare, in capo all’Incorporata, il trasferimento del proprio patrimonio all’Incorporante non darà

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luogo al realizzo dei plusvalori o minusvalori latenti nelle attività e passività.

Profilo economico dell'operazione Le ragioni economico-organizzative che hanno indotto i Consigli di Amministrazione delle due BCC ad elaborare il progetto di fusione si collocano, tra l’altro, nella constatazione delle problematicità economiche attuali conseguenti alla crisi economica, che ha determinato effetti rilevanti di decadimento del credito e prospettive di sviluppo deboli ed incerte; inoltre i margini reddituali risultano più ristretti, anche a causa dei tassi contenuti e degli spread in diminuzione.

I maggiori costi di organizzazione/ controllo, le condizioni concorrenziali, l’evoluzione tecnologica, l’entrata di altri operatori in mercati tradizionalmente appannaggio delle banche (in particolare nel settore della monetica), la spinta regolamentare, stanno da un lato innalzando il progressivo livello dei costi e dall’altro erodendo quote commissionali importanti.

La ripresa della redditività dovrà pertanto contemporaneamente indirizzarsi sia verso la compressione dei costi, sia verso l’ampliamento e la diversificazione delle fonti di ricavo.

Vanno poi considerati ulteriori fattori, quali l’appesantimento dei costi derivante dalle nuove normative sia in termini di maggiori costi diretti (es contribuzione al nuovo Fondo di Risoluzione delle crisi, ai Sistemi di Garanzia dei Depositi, al Meccanismo Unico di Vigilanza), sia di rilevanti costi indiretti, che la conformità alle norme comporta. Il continuo aggiornamento richiesto mette a dura prova la struttura delle piccole banche, facendo emergere la necessità di una maggiore strutturazione nei processi e nelle aree di controllo.

Va poi valutato attentamente l’innalzamento dei requisiti di capitale e di liquidità il cui processo, peraltro da tempo pianificato dalle Autorità di Vigilanza, impone una crescente qualità e solidità patrimoniale an-

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Nella foto il momento della votazione

che per le Banche di Credito Cooperativo, per le quali il capitale si alimenta principalmente in base agli utili conseguiti.

Il rapido sviluppo tecnologico, poi, che sta rivoluzionando il modo di fare Banca, determina la necessità nei prossimi anni di destinare maggiori risorse alla riqualificazione del personale per lo sviluppo di servizi commerciali e di consulenza; ciò comporterà parallelamente una progressiva riduzione dell’attività di sportello in senso stretto.

A questo si aggiunga la trasformazione del tessuto imprenditoriale; la crisi, al di là delle difficoltà contingenti, sta portando ad una progressiva selezione della clientela ed a una concorrenza crescente con la conseguente compressione dei margini (operatività orientata alla clientela che presenta minore rischio di credito).

Nello specifico, quindi, l’operazione di fusione potrà consentire di perseguire abiettivi concreti, quali la creazione di una Banca di Credito Cooperativo che potrà diventare punto di riferimento per la provincia di Padova, oltre alla conferma dell’attuale presenza nell’area Clodiense; il raggiungimento di una dimensione in linea con la ristrutturazione in corso nel sistema banca-

rio, in grado di garantire lo sviluppo di servizi ai Soci ed ai Clienti grazie all’adeguatezza quanti/qualitativa dei presidi, sia centrali che di rete.

Da non sottovalutare la razionalizzazione delle spese amministrative, derivante dal ridimensionamento della rete degli sportelli, dall’eliminazione di spese doppie e da una più efficiente politica di spending review resa possibile dalla maggiore dimensione della nuova banca; il contenimento dei costi per il personale, mediante la riduzione del numero delle Risorse (in particolare quelle dedicate alle funzioni centrali, con iniziative mirate e favorite dagli esodi), oltre ad altre iniziative di contenimento dei costi; l’aumento della produttività (efficientamento dei processi e sviluppo commerciale), avendo a disposizione più risorse qualificate per i servizi commerciali e di consulenza; lo sviluppo dei servizi e delle attuali quote di mercato, grazie alle azioni commerciali previste tra cui l’attività di CRM (Customer Relationship Management) e le azioni di cross selling, con attenzione particolare all’area di Padova; attività che sarà favorita anche da una più articolata disponibilità di Risorse e una diversa organizzazione del servizio.

Importante sarà il rafforzamento dei

SPECIALE FUSIONE

presidi organizzativi, con particolare attenzione ai controlli, attraverso il potenziamento delle funzioni da dedicare a tale attività. Si rileva infatti la necessità di adeguare il presidio dei rischi a fronte dell’esigenza della banca di sviluppare politiche commerciali più efficaci, oltre alla prevista crescita degli impieghi e dei servizi; l’adeguamento qualitativo dei presidi di controllo e organizzativi è funzionale anche a sostenere il crescente aggiornamento normativo; l’evoluzione del servizio alla clientela grazie all’applicazione di un nuovo “modello distributivo di rete” costruito in logica “hub&spoke” e già collaudato nel Distretto sperimentale di Padova; tale evoluzione, che a regime coprirà tutta la struttura della Banca, valorizzerà la consulenza ed il rapporto che vede la BCC sempre più orientata verso il Cliente, favorita in ciò anche dall’evoluzione tecnologica dei “canali telematici” e dall’utilizzo di apparecchiature Self.

Modifiche statutarie Le assemblee straordinarie della due banche, convocate per l’approvazione del progetto di fusione, sono state chiamate anche a deliberare l’adozione di un nuovo testo di Statuto Sociale, conforme allo schema-tipo delle Banche di Credito Cooperativo, che modifica il testo statutario della banca incorporante.

In particolare, oltre all’adozione di una nuova denominazione sociale (art. 1), il trasferimento della sede legale (art. 3); fra le modifiche più significative, l’introduzione di ulteriori disposizioni transitorie (art. 53) per il primo mandato triennale decorrente dalla data di efficacia della fusione (1 gennaio 2017), relative alla composizione ed al funzionamento degli Organi Sociali.

Rapporto di cambio Il rapporto di cambio è stabilito alla “pari”, ovvero in base ai soli valori nominali delle azioni possedute delle società cooperative, prescindendo dalla valorizzazione dei rispettivi capitali economici sottostanti. Tale determinazione dà la

possibilità di rispettare il vincolo di non distribuibilità delle riserve ai soci, riconoscendo la loro impossibilità a partecipare a qualsiasi forma di incremento del patrimonio.

Premesso che: - il capitale sociale della Banca di Credito Cooperativo di Piove di Sacco è costituito alla data del 30.06.2016 da n. 2.174.532 azioni del valore nominale di euro 5,58; - il capitale sociale di Banca di Credito Cooperativo di Sant’Elena è costituito alla data del 30.06.2016 da n. 231.646 azioni del valore nominale di euro 2,58 la determinazione del rapporto di cambio delle azioni avviene sulla base dei valori nominali delle azioni stesse.

In particolare: - il capitale sociale della Banca derivante dal processo di fusione sarà composto in via di principio da un numero illimitato di azioni del valore nominale di euro 5,58 soggetto a rivalutazione; - ai Soci della Banca Incorporanda (Sant’Elena), nel caso di possesso di n. 3 (tre) azioni del valore nominale di euro 2,58 verrà conferita n.

1 (una) azione del valore nominale di euro 5,58 della Banca Incorporante (Piove di Sacco) con generazione di un resto di euro 2,16 (due/ sedici) che sarà imputato alla riserva da sovrapprezzo azioni della Banca incorporante. Nel caso, invece, di possesso di più di 3 azioni da parte di ciascun Socio della Banca incorporanda, saranno attribuite tante azioni della Banca incorporante, del valore di euro 5,58 ciascuna. Il resto eventualmente residuo, generato dalla conversione, inferiore al valore nominale di una azione della Banca Incorporante, sarà imputato alla riserva da sovrapprezzo azioni della Banca Incorporante medesima, relativamente alla quale sarà conservata memoria contabile dell’imputazione di ciascun Socio; ai Soci della Banca Incorporante per ogni azione di valore nominale di euro 5,58 verrà conferita n. 1 (una) azione del valore nominale di euro 5,58 della “BANCA PATAVINA Credito Cooperativo di Sant’Elena e Piove di Sacco, Società Cooperativa”.

“Il progetto di fusione, che ci auguriamo incontri la Vostra approvazione, – hanno affermato i Presidenti rivolgendosi ai Soci – giunge in un momento di profondo cambiamento, non solo del sistema bancario, ma anche delle nostre Banche di Credito Cooperativo, interessate dalla legge di Riforma delle BCC. Dallo scorso mese di luglio sono state infatti pubblicate e poste in consultazione le disposizioni di Vigilanza di tale normativa, contenenti i requisiti minimi organizzativi ed operativi della Capogruppo e il contenuto minimo del contratto di coesione tra questa e le singole BCC. La Riforma delle nostre Banche Cooperative, da tempo attesa, diventa ora uno strumento di protezione e moltiplicatore di energie indispensabile per le BCC, in grado di metterle al riparo dalle turbolenze e di affrontare le sfide tecnologiche e di innovazione dei processi che caratterizzano i tempi che stiamo vivendo. Le BCC possono ora valorizzare il loro essere già sistema, in un percorso di maggiore integrazione, finalizzato alla costruzione del Gruppo Bancario Cooperativo, un Gruppo originale anche dal punto di vista giuridico che dovrà coniugare le esigenze d’impresa con quelle del rispetto delle finalità mutualistiche tipiche delle BCC, espressamente indicate nella Riforma stessa”.

“Nel XV Congresso Nazionale del Credito Cooperativo – hanno concluso Pavanello e Toson – è emerso in modo chiaro e netto l’auspicio di costituire un Gruppo Unico; anche noi ci auguriamo che ciò possa accadere, per ovvi motivi industriali, di opportunità e convenienza strategica. Intanto cerchiamo di fare la nostra parte, rendendo reale e concreta la fusione con la quale puntiamo a realizzare quel rafforzamento che avevamo da tempo auspicato e che l’attuale contesto socio economico rende quanto mai utile e necessario.

Il futuro che ci attende non ci offre certezze, nè soluzioni facili e scontate; ma è ricco di potenzialità. Le nostre BCC hanno dimostrato anche in questo laborioso percorso di fusione di avere le capacità organizzative e le competenze per dare vita, con autorevolezza, a una realtà bancaria più solida ed articolata, come vuole essere la nuova BCC Patavina”.

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"OPPORTUNITÀ NECESSARIA IN UNA PROSPETTIVA DI MAGGIORE

SOLIDITÀ"

GLI INTERVENTI DEL DIRETTORE DI PIOVE, GIANNI BARISON E DEL VICEDIRETTORE DI SANT'ELENA, VINCENZO BISCUOLA

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opo gli interventi nelle assemblee dei Soci dei due presidenti, Gianni Pavanello e Leonardo Toson, che hanno illustrato il cammino finora compiuto dalle BCC in vista della fusione, è toccato al Direttore del Credito Cooperativo di Piove di Sacco, Gianni Barison, e al Vice Direttore di Sant’Elena, Vincenzo Biscuola, entrare nel merito e dare ulteriori informazioni, soprattutto riguardo alla situazione attuale delle due banche e alle prospettive future.

Il punto di partenza naturalmente è stato quello relativo al significato della fusione dalla quale nascerà Banca Patavina. Tre, secondo Gianni Barison, le motivazioni di fondo che hanno spinto nella direzione della nascita di un nuovo soggetto: il rafforzamento reciproco (attraverso economie di scala e di scopo), l’obiettivo di diventare la BCC di riferimento della provincia di Padova (ma anche di consolidare la presenza nell’area di Chioggia), le indicazioni che provengono da Banca d’Italia e dalle autorità europee, che spingono senza tentennamenti verso le aggregazioni.

“Per questi motivi – ha aggiunto il Direttore della BCC di Piove di Sacco – la fusione va vista come un’opportunità necessaria in una prospettiva di maggiore solidità”.

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Un’altra domanda inevitabile in tale contesto ha riguardato le motivazioni che hanno portato alla scelta di avviare un processo di “integrazione” proprio tra la Banca di Piove di Sacco e quella di Sant’Elena. Il motivo decisivo, sempre secondo Gianni Barison, ma richiamato anche nell’intervento di Vincenzo Biscuola, è stato la complementarietà in termini di punti di forza e di criticità, come la vicinanza culturale e territoriale, l’opportunità di sviluppo degli attivi, la valida distribuzione della rete commerciale, il sistema informatico comune, l’appartenenza al Gruppo Bancario ICCREA, l’adeguatezza patrimoniale, le professionalità e le competenze reciproche.

In merito ai conti, il Direttore della BCC di Piove di Sacco, illustrando i dati, ha avvertito che i bilanci dei prossimi anni vanno giudicati tenendo presente che si tratta di situazioni particolari, dettate proprio da questo passaggio e dalla fusione.

Importante la valutazione sull’andamento patrimoniale, commerciale, economico e progettuale. Si prevede una razionalizzazione dei costi del personale (gestiti in modo graduale attraverso gli esodi, in base ad accordi sindacali), la cessione di crediti non performing (a carico del conto eco-

nomico 2016), l’estensione a tutta la rete di un nuovo modello distributivo già positivamente sperimentato dalla BCC di Piove di Sacco con il Distretto di Padova, la razionalizzazione e l'efficientamento degli sportelli con la chiusura di quelli sovrapposti (Legnaro, Villatora, Padova Mandria), la vendita di immobili non strumentali di proprietà della due banche.

Da parte sua, il Vice Direttore della BCC di Sant’Elena, Vincenzo Biscuola, ha ribadito gli obiettivi della fusione, soffermandosi in particolare sulle

SPECIALE FUSIONE

A sinistra: il Direttore Generale della BCC di Piove di Sacco, Gianni Barison, anche nella foto sotto assieme al Direttore Generale della BCC di Sant'Elena Michele Risi; in alto: il Vice Direttore della BCC di Sant'Elena Vincenzo Biscuola

prospettive future. “L’esercizio 2016, per entrambe le BCC, rappresenta un bilancio di fusione e necessariamente si chiuderà con un disavanzo”. Sui costi peseranno infatti spese straordinarie legate alla logistica, agli aspetti informatici e a quelli amministrativi, agli esodi del personale, alla messa in sicurezza del credito deteriorato.

Le prospettive individuate nel Piano Industriale della nuova Banca Patavina stimano comunque fin dal 2017 la chiusura in utile.

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FUTURO INSIEME!

I DIPENDENTI DELLE DUE BCC, UN'UNICA FORZA Ormai da settimane i collaboratori e gli amministratori della Banca di Credito Cooperativo di Sant'Elena e di Piove di Sacco sono impegnati in una fattiva collaborazione per mettere insieme risorse e competenze.

Nella foto: l'incontro congiunto che si è svolto a Villa Borromeo di Rubano il 10 settembre 2016.

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SPECIALE FUSIONE

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SPECIALE FUSIONE

Il nuovo Consiglio di Amministrazione di Banca Patavina

ELETTO IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

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e assemblee straordinarie dei Soci delle BCC di Sant’Elena e Piove di Sacco, oltre ad approvare la nascita della nuova Banca di Credito Cooperativo Patavina, frutto della fusione, hanno provveduto anche, come previsto dalle norme transitorie, all’elezione del nuovo Consiglio di Amministrazione, che dal 1 gennaio prossimo gestirà Banca Patavina, composto da undici membri.

“Ci è sembrato importante, – hanno spiegato i presidenti Leonardo Toson (Piove di Sacco) e Gianni Pavanello (Sant’Elena) – in questa fase di passaggio, garantire un’adeguata rappresentanza dei vari ambiti territoriali in cui BCC Patavina è presente. Il piano industriale, tuttavia, prevede che, una volta consolidato l’impegno della nuo-

va BCC (in occasione del prossimo rinnovo triennale), il numero dei membri del Consiglio di Amministrazione sia ridotto a nove componenti”.

Questi i componenti della governance della Banca Patavina: Livio Benetazzo, Vanni Ceccarello, Mauro Frasson, Manuela Menin, Gianni Pavanello, Mirko Trovato (già membri del Consiglio di Amministrazione della BCC di Sant’Elena); Luigi Boscolo Cegion, Gian Filippo Panazzolo, Fabrizio Pavan Bernacchi, Fausto Pittarello, Leonardo Toson (BCC Piove di Sacco).

Eletto anche il Collegio Sindacale, formato da Alberto Beltramin (Presidente), Marco Callegari e Alessandro Miolato (Sindaci effettivi).

In base ad accordi già raggiunti dalle due banche, il Presidente di Banca Patavina sarà Leonardo Toson, il Vice Gianni Pavanello; Direttore Generale sarà Gianni Barison (Piove), mentre Michele Risi (Sant’Elena) ricoprirà il ruolo di Vice Direttore.

Grazie a Giovanni Benetello!

Con la fine del 2016, conclude la sua esperienza lavorativa nella nostra BCC, il Vice Direttore Generale, Giovanni Benetello.

Una lunga carriera, durata oltre 41 anni, iniziata il 1 settembre 1975 nell’allora Cassa Rurale ed Artigiana di Piove di Sacco, che al tempo aveva 7 dipendenti e unica sede a fianco del Duomo, con la quale Giovanni Benetello ha condiviso i principi identitari e la progressiva affermazione sul territorio. Dopo un percorso che lo ha visto inizialmente impegnato allo sportello, l’attuale Vice Direttore ha via via ricoperto incarichi di crescente responsabilità attinenti l’Organizzazione, la gestione del Personale e la Segreteria Generale; in quest’ultimo ruolo si è particolarmente distinto nella valorizzazione della componente socio culturale

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della Banca, promuovendo attivamente iniziative di rilievo (come le grandi mostre organizzate a Padova sui pittori piovesi Oreste Da Molin e Ugo Valeri rispettivamente nel 2006 e nel 2013), soprattutto tenendo alta l’attenzione della BCC verso i temi culturali (pensiamo alla collana di libri esclusivi sul territorio che la Banca ha pubblicato ininterrottamente dal 1997 ed alla stessa testata “Credito Aperto” che, dal 1995, ha potuto crescere ed evolversi nei contenuti, nella diffusione e nell'apprezzamento dei Soci - lettori), oltre a valorizzare con spiccata sensibilità l’impegno mutualistico, tipico della BCC, verso associazioni, enti, parrocchie e scuole del territorio. Nell’ultima assemblea dei Soci dello scorso 30 ottobre, il Presidente, Leonardo Toson, nel ringraziare

pubblicamente il Vice Direttore “per l’impegno profuso e l’attività svolta al servizio della Banca a partire dal 1975”, ha evidenziato con sincere parole di stima ed affetto “la sensibilità umana se il profilo professionale espressi da Giovanni Benetello nel corso della sua quarantennale esperienza lavorativa”.

Al termine è intervenuto lo stesso Vice Direttore, ringraziando i Presidenti e i Direttori che si sono succeduti nel tempo, per la crescente fiducia attribuitagli. Giovanni Benetello ha evidenziato con orgoglio il progressivo sviluppo della Banca durante gli anni di servizio ma soprattutto la coerenza di scopo da sempre promossa dalla BCC, in questi 40 anni di cambiamenti, augurando infine alla neonata Banca Patavina tutto il successo che si merita.

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CHE BANCA SARÀ

BANCA PATAVINA I NUMERI CON CUI INIZIA LA SUA ATTIVITÀ SONO PROMETTENTI. L'AREA È LA PIÙ GRANDE CON LE PROVINCE DI PADOVA E VENEZIA

I

l territorio di competenza delle due BCC attualmente si espande dai Colli Euganei al mare di Chioggia-Sottomarina, nella zona sud, e verso la città di Padova e il suo hinterland, guardando a nord.

La BCC di Piove di Sacco si è sviluppata storicamente nella zona di origine, allargando negli anni l’espansione verso piazze di maggiore importanza economica, caratterizzate da un potenziale di sviluppo più elevato (Padova e Chioggia). Diverso è il percorso di Sant’Elena che è cresciuta attorno a tre poli non adiacenti (Sant’Elena, Legnaro e Selvazzano),

52.000 clienti

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per poi procedere a partire dai primi anni ’90 ad un progressivo insediamento nei comuni intermedi, al fine di dare continuità territoriale alla propria zona di competenza.

L’area operativa, idealmente costituita da un triangolo irregolare che occupa gran parte della provincia di Padova ed in porzione minore quella di Venezia, si colloca dunque lungo tre direttrici ben individuabili: • la prima, a sud del territorio di competenza, costituita dalla “Monselice-Mare” che collega i comuni che vanno da Monselice a Chioggia; • la seconda, che va dal mare alla città di Padova passando per Piove di Sacco, rappresentata dalla “Strada dei vivai”; • la terza, che dal capoluogo di provincia porta alla zona sud ovest di Padova fino ai comuni di Monselice-Este, correndo a lato della zona termale, costituita dalla “Statale 16 Adriatica”.

La nuova Banca Patavina potrà vantare una zona di competenza piuttosto estesa nella provincia di Padova (distinta sulla base della classifica-

8.650 soci

zione della Camera di Commercio in area “Centrale”, “Piovese”, “Monselicense” e parte dell’ “Estense”), una piccola parte della provincia di Venezia (9 comuni) e alcuni comuni della provincia di Rovigo.

Si tratta di un territorio ben diversificato dal punto di vista economico, con aziende attive in tutti i settori dell’economia, dall’agricoltura all’allevamento, al florovivaismo, alla pesca, alla manifattura in generale, al commercio, al terziario/servizi, nonché al turismo; un contesto che permette quindi una significativa diversificazione, anche con riguardo all’assunzione del rischio di credito.

La dimensione delle aziende presenti varia dalla piccola alla media-grande impresa, anche se la prevalenza risulta delineata da realtà contenute che rappresentano tipicamente i clienti target delle Banche di Credito Cooperativo.

Il territorio di insediamento della Banca aggregata, comprende i comuni più ricchi e densamente abitati della provincia di Padova, nonché la città di Chioggia, che con circa 60 mila abitanti rappresenta un polo significativo.

347 dipendenti

SPECIALE FUSIONE

42

75

1,4 mld

1,5 mld

sportelli 38 nella provincia di Padova e 4 in quella di Venezia

quasi

comuni 62 della provincia di Padova, 11 della provincia di Venezia e 2 della provincia di Rovigo

attivo

2 mld

COMUNI CON PRESENZA SPORTELLI DI BANCA PATAVINA

raccolta diretta

crediti lordi alla clientela

ALTRI COMUNI DI COMPETENZA TERRITORIALE PROVINCIA DI PA D O VA

150 mln

Piazzola sul Brenta Curtarolo

patrimonio in euro

Campodarsego Vigodarzere Villafranca Padovana

Mestrino

PROVINCIA DI VENEZIA

Villanova di Camposampiero

Venezia

Limena Pianiga

Cadoneghe Vigonza

Rubano

Fiesso d’Artico

500 mln

Padova

Selvazzano Dentro

Saccolongo

Noventa Padovana

Stra Vigonovo

Saonara Ponte San Nicolò

Abano Terme Teolo

raccolta amministrata e gestita

Fossò Legnaro

Albignasego

S.Angelo di Piove di Sacco

Torreglia Montegrotto Terme Galzignano Lozzo Atestino

Battaglia

Arquà Petrarca

Maserà

Casalserugo Piove di Sacco

Polverara

Due Carrare

Brugine

Cartura

Bovolenta

più del

13%

coefficiente Cet 1

Monselice

Este

San Pietro Viminario

Codevigo

Arzergrande

Pernumia

Baone Ospedaletto Euganeo

Campagna Lupia

Campolongo Maggiore

Pontelongo Conselve Candiana

Correzzola

Tribano Carceri Sant’Elena

Vighizzolo d’Este

Villa Estense

Chioggia

Cona

Bagnoli di Sopra

Solesino

Pozzonovo Agna

Granze

Stanghella

Anguillara Veneta Boara Pisani

dati desunti dal bilancio cumulato delle due BCC al 31/12/2015

Cavarzere

Vescovana

PROVINCIA DI ROVIGO

Rosolina Loreo

Direzione Generale e Sede Amministrativa Piove di Sacco, 35028 Via A. Valerio 78 Sede Legale Sant’Elena (PD) – 35040 Via Roma 10 FILIALI Abano Terme Albignasego Albignasego loc. San Giacomo Arzergrande Brugine Brugine fraz. Campagnola

Cadoneghe Chioggia Chioggia - Mercato Ittico Chioggia loc. Sottomarina Codevigo Codevigo fraz. Conche Due Carrare Este Granze Legnaro Legnaro Limena

Monselice Montegrotto Terme Noventa Padovana fraz. Noventana Padova Padova - Zona Industriale Padova fraz. Camin Padova zona Guizza Padova zona Mandria Padova zona Mandria Piove di Sacco Piove di Sacco loc. Sant’Anna Piove si Sacco Sede

Rubano fraz. Sarmeola S.Angelo di Piove S.Angelo di Piove fraz. Celeseo Sant’Elena - Sede Saonara - fraz. Villatora Saonara - fraz. Villatora Selvazzano Solesino Tribano Vigonovo Vigonza Villa del Bosco

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IL NOME GIUSTO COME È NATA E COME SI È REALIZZATA GRAFICAMENTE LA NUOVA DENOMINAZIONE

Il nome Banca Patavina Perché la scelta del nome “Banca Patavina, Credito Cooperativo di Sant’Elena e Piove di Sacco”?

Innanzi tutto, i Consigli di Amministrazione delle due BCC hanno considerato fondamentale e imprescindibile definire un nuovo nome per alcuni motivi chiari: radicare nella memoria dei soci e di tutti gli stakeholders una denominazione che caratterizzi il territorio di insediamento, dove la BCC svilupperà maggiormente la propria operatività; richiamare nel contempo la volontà strategica di rafforzare il radicamento della nuova banca nell’area metropolitana di Padova;

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individuare un nome facile da ricordare e pronunciare, storicamente e culturalmente sostenibile, ma che conservi, nel completamento della sua ragione sociale, le radici originarie delle due BCC ante fusione; favorire nel personale dipendente l’evoluzione verso una nuova identità aziendale.

“Patavina”, poi, è sinonimo di “Padovana”; mentre dal punto di vista etimologico il riferimento è al latino patavinum, che deriva da Patavium, antico appellativo di Padova.

Il nome “Patavina”, inoltre, conferisce una dimensione storico-culturale che va oltre la stessa città capoluogo; definisce un territorio (quello padovano) e un modo di essere (la padovanità), giungendo così a rappresentare in

SPECIALE FUSIONE

modo efficace, immediato e originale la territorialità della nuova banca; una BCC destinata a identificarsi sempre più con la città di Padova, ma nel contempo espressione di un’area extraurbana (i territori padovani di Sant’Elena e Piove di Sacco) dove e nata e si è affermata nel corso del secolo scorso.

Lo studio del marchio Il disegno del logo è alla base dell'identità, nucleo della percezione dei significati che una marca porterà sempre con sè.

I valori che si vogliono fissare nella comunicazione dal marchio Banca Patavina sono princi-

palmente: stabilità (un concetto già insito nel cuore del marchio della doppia C, che si sviluppa intorno a un quadrato centrale); direzione comune verso la crescita, l’energia motivazionale che muove proprio dalla consapevolezza della solidità della propria proposta.

Tutto ciò è rappresentato con leggerezza ma incisività dalle numerose “A” all’interno del nome Banca Patavina che, composte da un quadrato (che rappresenta la solidità), e da una freccia (simbolo di obiettivi comuni e direzionalità), insieme collaborano all'identità di Banca Patavina. Identità riconoscibile pur all’interno di quella del Credito Cooperativo, rappresentata dal simbolo della doppia C e dai colori istituzionali verde e blu.

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IN PRINCIPIO FURONO "CASSE RURALI", NATE IN GERMANIA A FINE 800 E, POCO DOPO, IN PROVINCIA DI PADOVA

NEL NOME DEL COOPERATIVISMO LA TRADIZIONE CULTURALE CHE HA DATO L'IMPRONTA AL CREDITO COOPERATIVO

Q

uelle delle BCC di Sant’Elena e di Piove di Sacco, ex Casse Rurali, sono storie condivise, che si inseriscono in un movimento molto più ampio che, a partire dalla fine dell’Ottocento, ha coinvolto tante realtà locali venete e non solo.

La prima Cassa Rurale italiana nasce in provincia di Padova: siamo nel 1883, a Loreggia, nel Camposampierese; Leone Wollemborg, possidente terriero ma anche economista e politico (addirittura ministro durante il governo Zanardelli), fonda la Cassa Rurale, ispirandosi a Federico Guglielmo Raiffeisen, un tedesco che, tra il 1862 e il 1867, in una paese tra Coblenza e Bonn, aveva dato vita ad una cooperativa di credito tutta tesa a risolvere i problemi delle popolazioni rurali.

L’idea che reggeva l’iniziativa era molto semplice: i contadini erano chiamati ad

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unirsi in maniera solidale per costituire una garanzia al credito. Non quindi una messa in comune di capitali (che i lavoratori dei campi non possedevano) ma di persone, che mettevano a disposizione ciò che avevano: gli attrezzi, le sementi, il loro lavoro, nella migliore delle ipotesi qualche campo.

Tutta gente del posto, conosciuta, vincolata da legami di responsabilità condivisa, in grado di controllarsi a vicenda, in una sorta di democrazia locale.

L’iniziativa di Wollemborg da Loreggia si allarga, suscita interesse e prende piede: nel 1884 sorge la Cassa di Prestiti a Trebaseleghe, nel 1885 a Sant'Angelo di Piove, Camposampiero, Vigonovo; poi Montemerlo, Castelbaldo, Abano. Nel 1887 sono 36 le Casse già funzionanti in Italia, 27 nel Veneto e nel Friuli.

Le cooperative volute dal Wollemborg, liberale progressista, sono aconfessiona-

li; per nascere ed esistere, nel pensiero dell’uomo di Loreggia, bastano la solidarietà e la fratellanza. Non la pensano così alcuni parroci, che progettano di dare vita a dei soggetti dichiaratamente cattolici, schierati inequivocabilmente sulla linea della nascente Dottrina sociale della Chiesa. Il primo a dare concretezza a tale volontà è Don Luigi Cerruti, che nel 1892 a Gambarare, nel Veneziano, fonda una Cassa Rurale confessionalmente cattolica.

In fondo le differenze delle nuove banche rispetto a quelle volute da Wollemborg sono pressoché nulle: favorire il piccolo credito ai contadini, aiutarli economicamente e moralmente; caso mai erano diversi gli obiettivi politici, riscontrabili essenzialmente nella necessità di contrastare una possibile deriva socialista e mantenere la bontà e la soli-

SPECIALE FUSIONE

A sinistra Leone Wollemborg, fondatore della prima Cassa Rurale.

A fianco un bilancio annuale della Cassa Rurale di Piove di Sacco del 1895

da fede delle popolazioni rurali.

Lo sviluppo della Casse Rurali confessionali, sulla scia dell’iniziativa dell’Opera dei Congressi, il motore del movimento cattolico, fu inarrestabile. Nel 1896 nel solo Veneto erano già 203, nel 1897 ben 409.

Il successo non tragga in inganno; l’esperienza della Casse Rurali dapprima fu vista con sospetto o con sufficienza.

Al di là della forza derivante dal movimento cattolico e dall’impegno di clero e parrocchie, le previsioni non erano rosee.

Invece, nell’arco di neppure quindici anni dalla nascita, le Casse (tra laiche e cattoliche) avevano raggiunto il numero di 904. Nel 1905 ne erano state costituite 1.386 e alla fine del 1920 il numero era salito a 3.347.

Da allora i maggiori avvenimenti che hanno segnato la storia ultracentenaria della Cooperazione di credito si sintetizzano in alcune tappe fondamentali, che hanno segnato la vicenda del Credito Cooperativo soprattutto dopo la Seconda guerra mondiale.

Nel 1946, ad esempio, viene ricostituita dai cattolici la Confederazione Cooperative Italiane e dai cooperatori di altra ispirazione la Lega Nazionale delle Cooperative e Mutue; qualche anno più tardi rinasce la Federazione Italiana delle Cassa Rurali e Artigiane. È del 1963 la costituzione dell’Istituto di Credito delle Casse Rurali e Artigiane (Iccrea), che ha come obiettivo “rendere più efficace e intensa l’opera delle Casse Rurali e Artigiane, agevolando, coordinando e incrementandone l’azione, mediante lo svolgimento di funzioni creditizie, di intermediazione tecnica ed assistenza finanziaria”.

Nel 1993 entra in vigore il Testo Unico delle Leggi in materia Bancaria e Creditizia che consente alle Banche di

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NATE PER GARANTIRE IL CREDITO A CHI LAVORAVA LA TERRA

IL CONTESTO SOCIO-CULTURALE IN CUI SONO NATE LE DUE BCC, A FINE '800 LA BCC DI PIOVE DI SACCO

Credito Cooperativo (questa la nuova denominazione stabilita per via normativa) di offrire tutti i servizi e i prodotti finanziari al pari degli altri istituti.

Nel 1999, nell’ambito del XII Convegno Nazionale di Riva del Garda, si approva la definizione del sistema a rete e si pubblica la Carta dei Valori del Credito Cooperativo.

Nel 2005, in occasione del XIII Convegno Nazionale tenutosi a Parma, si registra l’approvazione del Progetto di qualificazione del “sistema a rete” delle BCC che prevede la creazione di una forma di garanzia incrociata a protezione della clientela e l’approvazione della Carta della Coesione.

Un'immagine dei casoni, tipiche abitazioni della Saccisica.

A destra: Villa Miari a Sant'Elena

26

L

a Banca di Credito Cooperativo di Piove di Sacco ha più di 120 anni.

L’allora Cassa Rurale era figlia a tutti gli effetti di quel momento storico, di quella Società, di quell’evolversi di avvenimenti e fenomeni che caratterizzavano la fine dell’Ottocento.

La maggior parte della gente era immersa nei campi, da secoli, da sempre. Viveva sotto padrone, relegata al margine di un’esistenza precaria, per mezzi a disposizione e capacità di soddisfare i più elementari bisogni, a partire da quello di mettere in pace la pancia. La vita era grama, le condizioni miserevoli. Le cronache narrano che nei decenni immediatamente seguenti l’Unità crebbero in maniera esponenziale i furti campestri, la povertà dilagava, la sanità era a livelli infimi; la vita media dei contadini era attestata sui trent’anni, data la grande mortalità infantile (il 30% degli infanti scompariva nei primi 12 mesi), i sopravvissuti erano attesi da un’esistenza minata da malattie (la tubercolosi, ad esempio), tifo (l’acqua non era proprio cristallina), pellagra (causata da un’alimentazione essenzialmente a base di polenta), per non parlare delle epidemie, come quelle di colera (1885 e ’86). Neppure il progresso sembrava attenuare la morsa del disagio e della vita stentata.

In tale contesto, nel Piovese (ma, anche in questo caso, non solo) un ruolo decisivo venne assunto dalla Chiesa e in particolare dalla sua espressione più legata al territorio: la parrocchia. È proprio alla fine dell’Ottocento che nasce e si irrobustisce in movimento cattolico. Un’esperienza che dilata l’attività pastorale del clero alla dimensione economica e sociale. L’Azione (cattolica) e più in generale la vita laicale diventa il terreno in cui maturano esperienze di aggregazione socio-economica (cooperative, casse rurali, società di assicurazioni), con un obiettivo molto nobile, cioè quello di risollevare le miserevoli con-

dizioni di vita dei contadini. È in questo tempo, ma soprattutto in tale contesto culturale e sociale, che viene fondata la Cassa Rurale; infatti, il 2 settembre 1894, nasce, per volontà di un gruppo di cittadini, su iniziativa del conte Prospero Radini Tedeschi, assieme a don Roberto Coin, arciprete del Duomo, la Cassa Rurale di Prestiti.

Come detto, non un natale, né una vicenda del tutto originale, visto che il nuovo soggetto si inserisce in quel filone di “movimento cattolico” che, sopratutto nel Veneto delle parrocchie e dei campanili, dell’Opera dei Congressi e delle “leghe bianche”, ha animato la società tra fine Ottocento e il secolo seguente.

Del resto le motivazioni di tale iniziativa erano molto chiare e comuni a tante altre realtà anche vicine: sostenere l’accesso al credito per quanti fino ad allora ne erano esclusi (soprattutto i lavoratori della terra, gli artigiani) e combattere uno dei grandi mali, l’usura, drammatica conseguenza della carenza di risorse e disponibilità finanziarie della maggioranza della popolazione.

Nello Statuto, parte integrante dell’Atto costitutivo, tutto ciò appariva chiaramente, anzi si allargava ad uno spettro di obiettivi più ampio, riconducibile a quello generale di “migliorare la condizione morale e materiale dei suoi Soci, fornendo loro le risorse necessarie a sviluppare e sostenere i loro interessi”. Insomma le caratteristiche della cooperativa erano quelle tipiche di una Cassa Rurale cattolica.

Negli oltre centoventi anni di vita della Banca sono intervenute numerose modifiche dello Statuto e la vecchia Cassa Rurale ed Artigiana è diventata Banca di Credito Cooperativo di Piove Sacco (con un'articolazione territoriale di 23 filiali). Sono rimaste tuttavia immutate le caratteristiche identitarie della mission originaria.

SPECIALE FUSIONE

LA BCC DI SANT'ELENA

L

a storia della Banca di Credito Cooperativo di Sant’Elena è vecchia di oltre un secolo. Era infatti il 5 febbraio del 1899, quando, proprio a Sant’Elena, paese vicino ad Este, nasceva una società sotto la denominazione di Cassa Rurale di Prestiti.

Tutto accadde nelle canonica del piccolo centro della Bassa Padovana; davanti al notaio si presentarono il parroco, Mons.

Giovan Battista Tovena, il cappellano don Pietro De Rizzo, e un gruppo, una quindicina, di cittadini, i promotori dell’iniziativa, cioè alcuni possidenti, agricoltori, operai, bottegai, artigiani, uniti dalla volontà di dare vita ad una società in nome collettivo, una cooperativa, destinata a migliorare la “condizione morale e materiale” dei suoi soci.

Al tempo, siamo alla fine dell’Ottocento, Sant’Elena, come detto, era un piccolo paese rurale di 1400 abitanti, dediti prevalentemente all’agricoltura, basata essenzialmente sulla piccola proprietà e sulla presenza di due grandi latifondisti, la famiglia nobile dei Miari e l’ingegner Gagliardo. L’industria era limitata all’attività di una fabbrica di laterizi, che occupava una sessantina di operai, e ad una piccola azienda di cordami, con una manciata di addetti. Cinque osterie, tre forni, una farmacia, qualche bottega e

alcune officine artigiane completavano il quadro di una realtà socio economica di “disagio”, come la definisce un rapporto comunale del 1877, nella quale non mancavano i poveri (una cinquantina, più quindici “indigenti” e sette mendicanti).

Il sorgere della Cassa Rurale si inseriva in un movimento di rinascita della comunità, che trovò nel mondo parrocchiale il suo punto di riferimento decisivo, tant’è che il primo segretario della Cooperativa fu proprio l’intraprendente don Pietro De Rizzo.

Per alcuni anni la Società non avrà neppure una propria sede, trovando lo spazio operativo proprio all’interno della parrocchia.

La Cassa tuttavia, nonostante le difficoltà e le inevitabili precarietà logistiche, cresce (nel 1910 i soci sono 56; 80 una decina di anni più tardi): nel 1920 è addirittura il vescovo di Padova, Mons Luigi Pellizzo, ad annotare, durante la sua Visita Pastorale, come la Cooperativa abbia assunto una significativa importanza nel promuovere forme di aggregazione dei “fedeli” attorno ad un condiviso progetto economico e sociale. È proprio nel primo decennio del secolo scorso che la Cassa trova una nuova collocazione, nell’abitazione di un privato,

“il Sig. Benetazzo”; fino a quando (ma siamo già agli anni Trenta) la Cooperativa acquista dei locali per la sua prima sede (una piccola stanza nell’ex ufficio postale in via Cimitero).

Nel ‘38 arriva anche il cambio di nome: la Cassa diventa Rurale ed Artigiana, inserendo l’erogazione del credito a quest’ultima categoria come uno degli obiettivi primari della Società.

Arriva la Guerra e al termine gli uffici della Banca si trasferiscono a Palazzo Cagnoni, lungo la via principale del paese.

Da allora, anche grazie alle mutate condizioni politiche, la Cassa Rurale inizia un periodo di crescita, caratterizzata soprattutto dall’allargamento delle sue competenze e della sua operatività a molti Comuni, non soltanto della Bassa, ma anche di altre aree del Padovano.

Nel ‘73 viene acquisita la gestione della C.R.A. di Legnaro, nel ‘75 è aperto uno sportello a Selvazzano, sostituendo la locale Cassa Peota.

Via via, le succursali della Cassa di Sant’Elena trovano spazio a Monselice, Abano e Montegrotto Terme, Tribano e Granze, Albignasego, Solesino, Sarmeola e Limena, Este, fino a raggiungere Padova, con gli sportelli della Guizza e del Centro Storico e più recentemente in località Mandria, Sant’Angelo e Due Carrare .

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SPECIALE FUSIONE

Un cambiamento positivo che mette insieme passato e futuro.

I clienti che ci conoscono sanno che ci interessano le persone, che le ascoltiamo e le sosteniamo nei loro progetti.

Ma cosa succederà in futuro? Come comunicare una continuità che attinge a un illustre passato per costruire un futuro di maggiori opportunità? Il ricordo è un’esperienza del passato, conservata nella coscienza e rievocata nella memoria con partecipazione affettiva; contraddistingue il momento degli affetti, è dolce e nostalgico. La fotografia è ciò che più rievoca un ricordo, che può essere però malinconico perché è un momento che non tornerà più. La nostra promessa è invece che i tuoi ricordi migliori sono quelli che riguardano il futuro, quelli che vivremo insieme e che ti aiuteremo a realizzare, ogni giorno.

I VALORI DI UNA "CAMPAGNA"

L

’ultimo lunedì di novembre, ha preso avvio la campagna di comunicazione legata a Banca Patavina; un’iniziativa con la quale si vuole promuovere la nascita della nuova banca, cercando di trasmettere al pubblico (clienti e non) i valori e gli elementi che caratterizzano il nostro fare ed essere Banca.

Grazie alla professionale collaborazione di un’Agenzia di comunicazione, appositamente scelta per questo progetto, si sono individuati i principali “punti forti” in cui Banca Patavina si riconosce e che vuole trasmettere (ovvero il “chi siamo”); sicurezza, fiducia, territorio, continuità, persone, patavinità sono gli elementi che più di altri sono emersi in questa fase di analisi.

A partire da questi valori si è poi giunti a definire i contenuti del messaggio (ossia

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“cosa vogliamo dire”); tali contenuti in questa prima campagna sono indirizzati a rassicurare i Soci e i clienti che Banca Patavina è in continuità con la storia e le esperienze della BCC di Piove di Sacco e di quella di Sant’Elena, che la sua nascita porterà un cambiamento positivo, ma anche a far conoscere Banca Patavina ai padovani e ai possibili nuovi clienti.

Il messaggio si incentra sul concetto di un marchio inedito, che mette insieme passato e futuro, rappresentando un cambiamento positivo.

Da questo percorso è nata l’idea dello scatto fotografico in cui passato, presente e futuro coesistono in un’unica immagine surreale, legata al mondo degli affetti, dolce e nostalgica.

Il paradosso creato è rafforzato dal claim

“I ricordi più belli sono quelli che verranno”, ovvero la nostra promessa è che “i tuoi ricordi migliori sono quelli che riguardano il futuro, quelli che vivremo insieme e che ti aiuteremo a realizzare, ogni giorno”.

La campagna, della durata di un paio di settimane, ha previsto un’ampia e diversificata azione pubblicitaria, che ha interessato in modo integrato diversi mezzi di comunicazione, dalle affissioni stradali (20 impianti su Padova e provincia, compreso camion-vela); spot radio (circuiti Company e Radio Padova); stampa e web (i maggiori quotidiani e settimanali locali); spot tv (Rete Veneta); comunicazione below the line (affissione di locandine e manifesti nelle filiali per rilanciare il messaggio nei confronti di Soci e clienti).

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LE MAPPE DI NAPOLEONE A CHIOGGIA

IL NUOVO LIBRO DELLA BCC RIPROPONE I DOCUMENTI DELL’OTTOCENTESCO CATASTO NAPOLEONICO, INSIEME A FOTOGRAFIE AEREE DEL TERRITORIO CLODIENSE

I

n occasione delle festività natalizie e di fine anno, in continuità con una tradizione ventennale, la Banca di Credito Cooperativo di Piove di Sacco ha fatto dono alla comunità di un libro esclusivo, dedicato alla memoria storica e culturale della nostra terra. Il volume si inserisce in un filone tematico, avviato due anni or sono, con la riproposizione delle mappe del Catasto Napoleonico di inizio Ottocento, custodite nell’Archivio di Stato di Venezia, messe a confronto con ciò che si vede oggi, attraverso le foto aeree del medesimo territorio. Nel 2014 la pubblicazione è stata dedicata ai comuni della Saccisica, l’anno scorso l’attenzione si è soffermata sulla città di Padova, ora gli sguardi della memoria e del presente si sono concentrati su Chioggia.

Il volume “CHIOGGIA DISEGNATA. Città, laguna e campagna nel Catasto Napoleonico del 1808 e nelle immagini di oggi”, a cura di Claudio Grandis e Pier Giorgio Tiozzo Gobetto, con foto di Matteo Danesin, si è svolta, di fronte a una sala affollata di cittadini e appassionati, domenica 4 dicembre, nell’auditorium San Nicolò, a Chioggia.

“Andare indietro nella memoria storica di duecento anni – ha detto nel saluto iniziale il Presidente della BCC, Leonardo Toson – può sembrare eccessivo: nello specifico non lo è per nulla, perche quello “fotografato” in quei tempi lontani è un punto di avvio imprescindibile per cogliere evoluzioni e mutamenti successivi. Siamo dunque particolarmente soddisfatti di poter offrire ai cittadini di Chioggia e più in generale agli amanti della cultura e della storia veneta questa raccolta, tale patrimonio di dati ancora in buona parte sconosciuti. Lo facciamo, tra l’altro, in un momento particolare: quello in cui la Banca di Credito Cooperativo di Piove di Sacco si accinge (grazie alla fusione con la BCC di Sant’Elena) a divenire Banca Patavina, un nome che potrebbe far pensare ad un minore impegno della nostra Cooperativa nel territorio Clodiense: non è così, e questa pubblicazione testimonia ancora una volta la volontà della nostra Banca di essere presente e attiva a Chioggia, riproponendo la storia del suo passato, soprattutto per guardare al futuro”.

La parola è poi passata agli autori. “Il Sommarione napoleonico – ha spiegato Pier Giorgio Tiozzo Gobetto – è un registro che descrive tutte le proprietà fondiarie (case, terreni, valli), dividendole in particelle e stabilendone la tipologia. Compi-

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lato sulla base di specifiche istruzioni, è un inventario di beni che nasce per finalità fiscali, ed è strettamente intrecciato alla cartografia realizzata; la sua consultazione risulta indispensabile per la comprensione delle mappe. L'utilizzo ai fini fiscali si farà sentire solo parecchio tempo dopo la compilazione, a causa del passaggio del Veneto sotto gli Austriaci e delle necessarie verifiche e stime, controdeduzioni e nuove determinazioni del caso. È stato ripreso e aggiornato dagli austriaci dopo il 1825 e attivato successivamente, creando una articolata mole di documentazione. Il complesso catastale sarà continuato anche dallo Stato italiano e praticamente utilizzato fino agli anni trenta del novecento. Sommarione e mappe costituiscono il Catasto Napoleonico, il quale “fotografa” la struttura fisica della città e del territorio, ne fornisce una rappresentazione esatta e attendibile, basata sulla concretezza quantitativa del rilievo diretto, oltre qualsiasi idea allegorica. Di fatto documenta la situazione alla fine della Repubblica Veneziana, ma segna anche il passaggio al tempo moderno, alla ‘costruzione’ della contemporaneità: costituisce lo spartiacque tra due mondi radicalmente diversi, rilevando l'organizzazione precedente e fornendone un nuovo inquadramento. Vengono individuate in modo chiaro e legalmente accertato le aree e le caratteristiche di ogni unità immobiliare, istituzionalizzando e parificando i rapporti tra lo Stato, il territorio e la sua popolazione.

Con un’articolazione di dati così dettagliata, oltre a verifiche su singole proprietà, costituisce un preziosissimo riferimento storico, dal quale si possono ricavare informazioni importanti e da diversi punti di vista di come eravamo”.

Il Sommario divideva il teritorio comunale di Chioggia in quattro comuni censuari: Chioggia Sottomarina, Sant’Anna Cavanella, Ca’ Bianca e Valli; per ognuno di questi ambiti, l’autore ha evidenziato le particolari caratteristiche emergenti dal Catasto stesso. È toccato poi a Claudio Grandis entrare nel merito delle mappe, della loro tipologia e di quanto ritraggono per restituirci informazioni uniche e originali.

Infine il fotografo Matteo Danesin ha evidenziato la particolarità di un lavoro in cui lo sforzo principale è stato quello di riprendere dall’alto l’attuale territorio, rimanendo il più possibile fedele alle indicazioni e ai riferimenti forniti dal Catasto Napoleonico.

SOCI

La presentazione del libro sul catasto napoleonico a Chioggia.

A destra: il fotografo Matteo Danesin, Giovanni Benetello, gli autori Pier Giorgio Tiozzo Gobetto, Claudio Grandis, e il Presidente Leonardo Toson.

Sotto: la mappa di Chioggia e Sottomarina

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IL PREMIO, CHE FA EMERGERE TANTI GIOVANI TALENTI, CONTINUERÀ ANCHE IN BCC PATAVINA

I PREMI ALLO STUDIO 2016 S

ono orami diciannove anni che la Banca di Credito Cooperativo di Piove di Sacco premia gli studenti figli di Soci che, dalle medie alla laurea magistrale, hanno portato a termine il loro percorso formativo scolastico in maniera particolarmente brillante.

“Con questa iniziativa – ha detto il Presidente della BCC, Leonardo Toson, lo scorso 7 dicembre, in occasione della consegna dei riconoscimenti del 2016 – la nostra Banca vuole testimoniare il proprio apprezzamento e la straordinaria fiducia nel mondo giovanile. Il messaggio che vogliamo lanciare è

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molto semplice: la fatica, l’impegno alla fine pagano e questi premi sono un segnale in questa direzione”.

L’incontro con gli studenti meritevoli, particolarmente numerosi (ben 91) è stata anche l’occasione per ascoltare la testimonianza di Alberto Dalmasso, un giovane piemontese che assieme a tre amici ha dato vista ad una start up, che ha messo sul mercato (grazie al contributo decisivo di Iccrea, il Gruppo bancario del Credito Cooperativo) Satspay, un’app che sta rivoluzionando il mondo dei pagamenti elettronici.

“Ciò che è veramente importante – ha detto Dalmasso – è credere fermamente nella possibilità di essere protagonisti, di inventarsi il proprio lavoro. Per questo occorre certo tenacia, ma soprattutto delle buone idee e tanta fiducia”.

Gli studenti premiati

Scuole Medie Inferiori ANNA BRAGATO ANNA RUSSO ARIANNA PECIN AURORA BUISCHIO AURORA REGAZZO BENEDETTA PAGANIN FILIPPO MENETTO FRANCESCO CHIEREGATO FRANCESCO GOBBATO GIULIA VITTORIA FIORIN IRENE PANIZZOLO LAURA ZEMIGNANI LEONARDO LAZZARO LETIZIA VALERIN LUCIA MENETTO MERY BARBIERATO PAOLO TESSAROLO

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La Carta Tasca BCC, caricata con il Premio allo Studio; sopra un momento della serata.

RACHELE MASIERO RICCARDO CECCHINATO SIMONE BENVENUTI SYRIA PIZZO TOMMASO ZAGOLIN VITTORIA CASSANDRO

Scuole Superiori ALBERTO BENVENUTI ALICE DE PASQUALE ANNA FAGGIAN BEATRICE OSSARI CLAUDIO B. CEGION DIEGO STIVANELLO ELISA B. ANZOLETTI ERIKA CAPUZZO FEDERICO TRUSCELLO FILIPPO BERNO

FRANCESCA PUTTI FRANCESCO BERTO FRANCESCO TASSINATO MARCO SARTORI MARTINA ROVIGATTI NICOLA BACCO RICCARDO CORTIVO RICCARDO PERINI RICCARDO PINATO SOFIA PEROSIN

GIOVANNA RANZATO JESSICA SARTORE LEONARDO SALATA LIVIO FAVARATO MARCO OSELLADORE MATTEO SANAVIA MICOL BATTAN SARA MENEGHIIN SERENA PIZZO STEFANIA B.ANZOLETTI

Laurea Triennale AMANDA SERVADIO ANNAMARIA BUGGIO ARIANNA TRABUIO DANIELE BOTTARO FEDERICA BATTARIN FRANCESCO GIUNCO

Laurea Magistrale Specialistica ALESSANDRO FAGGIANI ALESSIA SANAVIO ANDREA BELLUCO ANDREA BERTIPAGLIA

ELISA BIASIO BEATRICE BORTOLOTTO CHIARA DE GASPARI CLAUDIA SACCHETTO DANIELE DAN DAVIDE BORGATO ELENA SPINELLO ELISABETTA SCHIAVON ENRICO BEDON FABIO TURATO GIULIA FIORIN GIUSEPPE SALVAN LINDA BRAGATO LISA ZORZATO LUCA MANCIN LUCREZIA ZENNARO MARIA CHINELLO MARTA TASINATO MARZIA CURTO MATTEO GIRALDO MATTEO ZATTA NICOLÃ’ G. PEGORARO PIER ALBERTO GOBBO STEFANIA M.CHINELLO THOMAS BEGGIO THOMAS STIVANELLO UMBERTO GIUPPONI VERONICA ZAGOLIN

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SOCI

Appuntamento al 2017 in BCC Patavina

Cultura e tempo libero l'impegno raddoppia Ora che la base sociale della BCC di Piove di Sacco si unisce a quella di Sant’Elena (saremo quasi 9000 Soci!), l’impegno nel promuovere le tradizionali occasioni culturali e di partecipazione alla vita sociale… raddoppia!

L’entusiasmo e l’esperienza maturata dalle due BCC si uniscono e, dal prossimo anno, Banca Patavina proseguirà la programmazione delle attività che da sempre coinvolgono i Soci nei diversi momenti di incontro, di crescita morale e culturale e di coesione.

Nell’ambito di questa preziosa opportunità di cambiamento, rafforzamento e innovazione, non mancheranno le occasioni per presentare alla base sociale le nuove iniziative che BCC Patavina ha in serbo per i Soci, confidando come sempre nel coinvolgimento di tutti e negli spunti di miglioramento che arriveranno.

Appuntamento dunque al prossimo anno in Banca Patavina e un caloroso augurio di Buone Feste da tutto lo staff!

Ufficio Soci - BCC Piove di Sacco

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rande la partecipazione alla vita sociale della BCC, che nel corso del 2016 – unitamente ai più istituzionali eventi assembleari – ha promosso oltre venti appuntamenti socio culturali, coinvolgendo oltre 2.100 presenze!

Per cominciare, a febbraio, la stagione culturale si è aperta con una “doppia edizione” offerta ai Soci della mostra “Giovanni Fattori”, a Palazzo Zabarella.

Il primo caldo primaverile ha invece portato i Soci a Lucca, per

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ammirare il secolare spettacolo delle Antiche Camelie della Lucchesia e visitare il centro storico della Città. Teatro del Rinascimento italiano si è confermata Urbino, visitata in aprile, patrimonio mondiale dell’Unesco.

Tre edizioni in omaggio ai Soci sulle rive del Brenta con “La Padovanella”, hanno rinfrescato le sere estive dei naviganti, tra i monumenti che hanno segnato la storia di Padova e una cena in centro città, a base di pesce.

Laghi e Cascate, quelle di Val Racines a Bressanone – nel mese di luglio – hanno incantato i partecipanti insieme ai tesori del Duomo barocco e del Palazzo dei Principi Vescovi.

Ai più giovani (ma non solo) la Banca – in collaborazione con il Parco a tema acquatico n.1 in Italia “Aqualandia” di Jesolo – ha riservato lungo tutta l’estate sconti riservati ai Soci BCC e una

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SOCI

giornata con ingresso gratuito: una vera isola caraibica a due passi da Venezia, una innovativa oasi di divertimento con molteplici attrazioni ed appassionanti spettacoli … dal mattino fino a tarda sera!

Voluta dal principe Vespasiano Gonzaga, Sabbioneta – in visita il 18 settembre – con le sue caratteristiche rinascimentali ha accolto i Soci a Palazzo Giardino, la Galleria, il Teatro all’Antica, il Palazzo Ducale, la Sinagoga e la cinta muraria, la vicina Reggia di Colorno con oltre 400 sale, corti, cortili ed un meraviglioso giardino alla francese.

Nuove uscite offerte ai Soci BCC hanno riempito la stagione autunnale: Asolo, borgo millenario gioiello della Marca trevigiana e Possagno, culla del Tempio neoclassico progettato dal Canova.

L’itinerario annuale all’insegna della cultura è proseguito con un week end a Torino, visitando il meraviglioso Museo Egizio – completamente rinnovato – Palazzo Madama, residenza dei Savoia e la grandiosa Reggia di Venaria Reale.

A grande richiesta – nel mese di novembre – il ritorno a Firenze e alla Galleria degli Uffizi: una delle più belle città d’arte italiane, ha conquistato i partecipanti con i suoi famosi monumenti e le collezioni di dipinti e statue antiche, testimonianza di un’epoca che ha rivoluzionato le arti e le scienze, la cultura italiana ed europea.

Per chiudere in bellezza questo 2016, non potevano mancare i paesaggi fiabeschi e magici del periodo natalizio, a passeggio tra i mercatini e il borgo trentino di Rango: luci sfavillanti, aromi di feste e antiche note, coreografia di un soggiorno incantato.

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Alcune delle mete e delle attrazioni raggiunte nel 2016 da molti dei nostri Soci

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