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SETTEMBRE 2016
PERSONAGGI
MICHELE MARESCA
Medico chirurgo: anche poeta e musicista Affabulatore lucido e accattivante, versatile musicista e poeta, il medico chirurgo Michele Maresca insegue se stesso in una ricerca ostinata rivolta alla sua professione, anche estesa alla musica e alla poesia legata allo sconfinato amore per l’unica figlia Rebecca. Chirurgo di riferimento degli Ospedali riuniti di Vico, Piano e Sorrento, nel suo dirompente modo di vivere la vita, ricorda e minimizza, racconta e annulla un percorso che, di volta in volta, lo diversifica: medico amato da pazienti, musicista, poeta e narratore amato da amici e estimatori. Di grande sensibilità e umanità un uomo e un medico che sa andare oltre.
Vuole raccontarmi fin dal’inizio la sua storia di vita e di lavoro? Che bambino era e quali sono i suoi principali ricordi familiari o di infanzia? Sono nato a Sorrento, secondogenito dopo una sorella, in una famiglia sensibile e speciale, viziato sia da mamma che da mia sorella appena più grande di me. Ero un bambino curioso che voleva fare tante cose, anche stimolato dalla famiglia di musicisti e medici da più generazioni, pieno di amici, bravo a scuola e con una riconosciuta inclinazione per il pianoforte che ho studiato, fortemente patito di calcio. Alle scuole elementari ho avuto un grande maestro: Vinicio Morellli Con tale e tanta versatilità, crescendo quali sono state le sue scelte? Anche se poco influenzato da genitori medici, certamente con un condizionamento occulto, mi sono iscritto alla Facoltà di Medicina e, forse, avrei voluto fare il musicista. Nelle scelte o nelle decisioni di medico e uomo, si considera forte? Certamente la dignità della famiglia mi impone di essere forte, anche quando non lo sarei. Tante volte mi pesa ma mi inorgoglisce l’appartenenza ad una famiglia che da corsari, sono diventati medici! Sia papà Antonio che mamma Natalina Corcione, amata e conosciuta da tutti, sono stati determinanti.
C/11
L’ambizione fa parte della sua crescita professionale e umana? No. Non sono ambizioso, severo si. Se l’ambizione significa volere/ avere cose irraggiungibili allora non sono ambizioso, di certo ho la voglia maggiore di essere un intellettuale. Sono un aspirante, aspirante di tanti sogni. Me ne dice uno? “Io vulesse truvà pace, …”. Vorrei chiudere con serenità la carriera di medico e scoprire che sono stato un bravo papà per mia figlia Rebecca e che lei diventi una brava mamma. Sono stato un papà a tempo pieno…. Una paura l’ha mai provata e vissuta nella sua attività di medico chirurgo? Ogni giorno. La paura mi assale quando entro in Ospedale. Come tanti medici convivo con la paura e non ho scelta. Essere medico è un valore aggiunto. Che cosa è realmente difficile nell’essere medico? Oggi ad un medico viene chiesta dal paziente la longevità e la perfezione. Tanto è cambiato e niente è più come prima che c’era sempre e comunque la qualità dei medici. Attualmente il mondo della Medicina è un po’ avvelenato. Un tempo era un grande valore essere medico, anche se confrontarsi con il dolore e il male fa diventare migliori.