SIN n.13 2010

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29 maggio 2010

religione/Una reliquia a Pietrelcina

notizie in brevE tremiti, molise aiuta la puglia

San Pio a casa

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er la piccola comunità di Pietrelcina l’arrivo della reliquia di San Pio è la realizzazione di un antico sogno. Nel piccolo paese in provincia di Benevento, il 25 maggio del 1887, nacque Francesco Forgione. Tra gli stretti vicoli del caratteristico centro storico è possibile visitare la modesta casa in cui visse con i suoi genitori e i suoi fratelli. La donazione della reliquia segna, simbolicamente, il ritorno di San Pio nel suo paese e tra la sua gente. La Sacra Reliquia donata è l’osso ioide che si trova alla base della lingua ed è il solo osso del corpo umano non legato ad altri. L’osso si staccò, in modo naturale dal corpo del Santo, in occasione della riesumazione avvenuta nel 2008. Quando le spoglie furono sottoposte a specifici trattamenti per garantirne la conservazione e, successivamente, l’esposizione, l’osso ioide si distaccò. E’ una reliquia di “prima classe” così come, nel linguaggio ecclesiastico, si definiscono i resti appartenuti al corpo dei Santi. L’osso è stato posto all’interno di una teca che ha la forma di un prisma ottagonale in cristallo e argento e decorato con lapislazzuli. L’opera è stata realizzata dal celebre artista ora-

fo Lineo Tabarin. La Sacra Reliquia è stata donata a Pietrelcina lo scorso 25 maggio. Data in cui ricorre l’anniversario della nascita di San Pio. Quest’anno, inoltre, la comunità dei cappuccini ricorda anche il centenario dell’ordinazione sacerdotale del Santo di San Giovanni Rotondo. Oltre duemila fedeli si sono raccolti in occasione del più grande giorno di festa vissuto dalla piccola comunità campana. La reliquia è stata portata in processione per le strade del paese e il momento più suggestivo è stato l’ingresso nella casa in cui venne alla luce San Pio. Custode della reliquia è stato il neo ministro provinciale dei frati cappuccini, Francesco Colacelli, per il quale, “la donazione suggella ancor più lo stretto legame tra Pietrelcina e San Giovanni Rotondo”. Stringendola tra le mani, il frate ha mostrato ai fedeli commossi la reliquia. Per l’occasione è giunto anche il cardinale Castrillon Hoyos, (Prefetto emerito della Congregazione per il Clero), che ha celebrato la Santa Messa all’aperto. Al termine della funzione, la Sacra Reliquia è stata collocata in una colonna di marmo, all’interno della chiesa della Sacra Famiglia. Un lungo applauso ha accompagnato la

La Capitaneria di Porto di Termoli in vista dell’estate ha organizzato la delegazione spiaggia che sarà in servizio alle Isole Tremiti (Foggia) rientranti nel compartimento marittimo di Termoli. Alcuni ufficiali della Guardia costiera organizzeranno servizi di controllo quotidiani a San Domino e San Nicola dal 28 maggio.

San Pio

deposizione del prisma. Gli abitanti di Pietrelcina hanno sempre sperato in un “ritorno” del loro illustre compaesano. Lo chiesero a gran voce in occasione dell’esumazione del Santo. Nel corso dei diciassette mesi dell’Ostensione pubblica, il sindaco di Pietrelcina, chiese di poter ospitare la salma del frate ma, per ben ovvie ragioni, la richiesta fu bocciata. Polemiche non ve ne sono mai state ma è pur vero che la gente di Pietrelcina ha sempre lamentato una scarsa attenzione nei confronti del paese natio del Santo. Rispetto a San Giovanni Rotondo, meta di milioni di pellegrini, la piccola Pietrelcina vive quasi nell’anonimato. Tappa di pochi e brevi pellegrinaggi. Un risentimento che ha

convinto i frati cappuccini del Convento di Santa Maria delle Grazie di San Giovanni Rotondo ad “accontentare” i pietrelcinesi. La reliquia è anche e soprattutto un segno di vicinanza, di pace e fratellanza tra due paesi e due comunità che hanno avuto l’onore di ospitare uno dei Santi più amati al mondo. Per questo la consegna della reliquia è apparsa del tutto naturale. Per il guardiano del convento di Pietrelcina, frate Francesco Scaramuzzi, “un piccolo osso può sembrare insignificante, invece, è un dono fondamentale per tutta la comunità. La Reliquia testimonia la presenza e il ritorno di San Pio nella sua Pietrelcina” Enza Calitri

tradizioni/Si è rinnovata in Basilicata l’emozionante cerimonia del taglio nel bosco

Accettura, il matrimonio degli alberi D

al suono dell’organetto, dai tonfi della grancassa e dagli acuti dell’ottavino della bassa banda senti subito che la festa è nel bosco. Anzi, nei due boschi: Gallipoli Cognato e Montepiano. Sono il polmone verde della Basilicata e delle montagne di Accettura. Qui si celebra il Maggio, il matrimonio degli alberi, uno dei riti propiziatori che ogni anno rinnova l’arrivo della nuova stagione e la fertilità dei campi. Il copione è quello del culto arboreo, comune a molti paesi del nord Europa, ma anche in Italia, in Umbria e Lazio, nonché particolarmente in Basilicata e in Calabria, ad Alessandria del Carretto, Castelsaraceno, Castelmezzano, Rotonda, Viggianello, Pietrapertosa e Oliveto Lucano. Tutta la festa ruota attorno all’accoppiamento di un cerro, il maggio, che fungerà da base su cui innestare un agrifoglio, la cima, che ne sarà la chioma. Maschio e femmina assieme, per formare un unico grande albero che si leverà alto e possente, con i suoi oltre trenta metri di altezza, nella piazza del paese. Tutto si svolge ad Accettura, arroccato a quota 800 metri e poco più di 2400 abitanti. La fondazione è greca ma di certo i longobardi ne hanno segnato la storia e le tradizioni. Il maggio fa parte di questo retaggio precristiano che, col passare del tempo, ha subito le trasformazioni e gli adattamenti della religione cristiana e della pietà popolare. Difficile stabilire una data che dica esattamente l’origine di questa usanza, ma la presenza longobarda e la conversione di questo popolo al cattolicesimo non supera il 663 dopo Cristo. Il rito dell’albero, prova di forza e di abilità dei cavalieri longobardi, diventa rito in onore della Madonna. Il maggio rappresenta, dal 1725 ad oggi, il pegno di fede, di gratitudine e di coraggio per il Santo protettore del paese, San Giuliano, di cui Accettura custodisce le reliquie. La cristianizzazione del rito viene confermata anche dal calendario liturgico che accompagna la scelta del maggio e della cima: la prima e la seconda domenica dopo Pasqua. L’abbattimento del Maggio e delle crocce di cerro che lo sosterranno, avviene nel giorno dell’Ascensione, mentre il taglio e il trasporto della cima al mattino di Pentecoste. Ogni gesto conserva il retaggio pagano dei riti della primavera e anche i protagonisti saranno una sorta di fauni o uomini dei boschi: masciaioli, per il trasporto del Maggio, cimaioli per la Cima e crocciaioli per le crocce. Tutto avviene in una sorta di mon-

Un momento della festa di Accettura

do magico, quasi fuori dal tempo, da ogni tempo. I tronchi di cerro vengono trasportati nel bosco di Montepiano da oltre 50 mucche podoliche. Canti, musica, grida di massari e tantissima gente ad accompagnare il maggio che scende in paese, anzi, diremmo meglio, lo sposo che va incontro alla sposa. Non manca la cortesia e l’ottima gastronomia lucana, qualità uniche della gente di Basilicata, con salsicce e soppressate, ricotta e caciocavallo, e tanto buon vino per tutti gli ospiti. Dall’altra parte della montagna, si trasporta la Cima, la femmina, la regina del bosco. Il vino scorre abbondante per alleviare le fatiche e per rispettare il rito anche nella sua tradizione dionisiaca. Si risale per quasi quindici chilometri, lungo i tornanti della Salandrella, con la Cima sulle spalle, fino all’arrivo, a sera, nella piazza del paese e all’incontro col Maggio. Cresce la trepidazione e l’attesa per il matrimonio. L’indomani, al primo mattino, lo sposo e la sposa vengono preparati per il rito. Lui, lisciato e levigato per renderlo più bello; lei, adornata di fiori e addobbata di ramoscelli. Essendo un rito che coinvolge l’intera comunità, ognuno ha un suo ruolo: c’è chi scava la fossa per l’incasso dell’albero, chi sistema le crocce, chi ingrassa gli argani, chi tende le funi. L’innesto o l’accoppiamento si fanno nella mattina del martedì, il giorno della consumazione dello sposalizio: l’agrifoglio femmina sarà uni-

ta al cerro maschio, tenuti saldamente da cunei in legno e corde. Sforzo dopo sforzo, il Maggio va su. La tensione si legge sui volti, è al massimo. Nessuna gru, nessun motore per tirare le funi: qui tutto è in legno, e tutto viene spinto a braccia. Abilità, ingegno, lavoro e fatica, accompagnano l’erezione del maestoso albero, altissimo e superbo. Sulla rocca del paese, dalla Chiesa Madre, esce la processione di San Giuliano con i bambini vestiti con l’abito, l’elmo e la palma del Santo. Le donne portano le cende votive, una sorta di piccoli altarini di candele, intrecciate con nastrini e spighe di grano. Dicono che sono il voto per propiziare il raccolto e per trovar marito. Ecco perché le giovinette danzano con le cende in testa, accompagnando il Santo di Accettura, fino in piazza. Qui tutto è pronto, e si aspetta solo San Giuliano per benedire il grande albero e issarlo completamente su con la Cima frondosa che vuole sfidare il cielo. Dopo aver puntellato la base e liberato le corde, si inizia la scalata. Più o meno 40 metri, stretti stretti alla corda, abbracciati al tronco del Maggio. Esibizione, abilità e coraggio. Non è cosa per tutti: solo pochi sono in grado di salire fin sulla Cima, tendersi sulla corda e fare acrobazie, a testa in giù. Solo qui, ad Accettura, questa scalata è possibile perché questi giovani sono i più coraggiosi della Basilicata. Sono stati alla scuola di Zizilone, il più fa-

moso scalatore del maggio di Accettura e oggi ne tramandano la tecnica e i segreti dell’arrampicata. Non c’è competizione, ma solo il bisogno di conquistare l’albero, confermando il potere e il controllo dell’uomo sul bosco. Non a caso, al rito, partecipano anche i cacciatori che colpiranno la Cima dove sono legate le targhette metalliche. Le scariche di fucileria si susseguono una dopo l’altra, tra rami e foglie spazzati via dai pallini dei fucili. Anche l’albero del Maggio è albero della cuccagna e dell’abbondanza, per il premio semplice fatto in conigli e pezze di formaggio ricevute in dono. Ma con la sua altezza e la sua presenza è anche albero della sessualità, del mistero della vita che rinasce, della natura che si rinnova, del rito augurale che si ripete. L’albero resterà dritto fino alla domenica del Corpus Domini, quando si risalirà in Cima, per tirare le funi e, a colpi d’accetta, tirarlo giù. Nel silenzio della caduta, un grande tonfo. Ognuno prenderà un ramo, una parte del tronco, come ricordo. L’appuntamento per emigranti e accetturesi, è per l’anno successivo, per tornare al paese, fare festa e celebrare un altro matrimonio. Martino Cazzorla

fede/La visita a Torino

Delicetani alla Sindone

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n occasione dell’Ostensione (l’esposizione) ai fedeli della più importante reliquia per il mondo cattolico, un gruppo di devoti di Deliceto (Fg), guidati dal parroco Don Leonard Kamanzi, è partito alla volta del Duomo di Torino. Il forte desiderio, concretizzatosi in quello che è stato, a detta dei partecipanti, “un vero e proprio pellegrinaggio”, è nato nel gruppo del coro “Maria, Stella del cammino”. Attraverso le parole cariche di gioia ed entusiasmo della signora Tina Rea, si può assaporare il momento di forte carica ed emozione da cui sono stati travolti le migliaia di pellegrini giunti a Torino da tutto il mondo. Durante il lungo viaggio di andata, la preparazione alla visione della Sindone si è basata su un connubio fede-ragione che ha arricchito la consapevolezza di ciò che, di lì a poco, si sarebbe presentato ai loro occhi. Se la fede è un miracolo, un dono che nasce nel cuore, è bene anche sottolineare quanta “ragione” avvolga il caso della Sindone: studi di illustri scienziati hanno, infatti, ricalcato la convizione che non possa trattarsi di un falso.

potenza, bue da guinness E’ alto 2,027 metri - qualità che gli è valsa l’ingresso nel Guinness World Records - Bellino, il bue più alto al mondo, allevato a Rotonda (Potenza). Il bue ha dieci anni ed è di proprietà della famiglia Sola. Bellino sarà festeggiato dalla Provincia di Potenza: l’annuncio è stato dato dal presidente Palmiro Sacco.

puglia, meno rapine in banca La Puglia non è più la regione italiana con la più alta percentuale di rapine in banca. Dal 2008 al 2009 le irruzioni dei criminali sono diminuite del 64%, passando da 138 a 50. E’ Bari la provincia dove il calo è stato più vistoso (-75.6%). Foggia è invece l’unica in controtendenza, con un aumento del 9%.

bari, premio per violinista Al violinista barese Francesco D’Orazio il premio Abbiati 2010, conferito al miglior solista dell’anno. Il prestigioso riconoscimento verrà consegnato il 9 giugno a Bergamo da una giuria che al suo interno vanta la presenza di due noti critici pugliesi: Franco Chieco e Dino Foresio. Il premio Abbiati è considerato in Italia come il massimo riconoscimento della critica.

incidente di caccia a matera A Oliveto Lucano, un 66 enne residente a Potenza, durante una battuta di caccia al cinghiale, ha ferito, accidentalmente, con un colpo di fucile, un 40 enne che era con lui. La vittima è stata trasportata all’ospedale di Potenza, dove gli è stata riscontrata una ferita alla tibia e alla coscia destra. Il feritore è stato denunciato per esercizio arbitrario della caccia in area protetta.

naufraghi nel foggiano Sono rimasti in mare per tre ore dopo essere caduti dal gommone mentre pescavano. E’ la brutta avventura capitata a due 50enni tra Manfredonia e Margherita di Savoia. Alcune persone hanno notato un gommone vuoto dirigersi a tutta velocità contro il porto. Grazie al Gps trovato a bordo i naufraghi sono stati trovati al largo e riportati a riva. Stanno entrambi bene.

fedeli di san pio dal papa Un migliaio di fedeli provenienti da San Giovanni Rotondo ha partecipato nella giornata di mercoledì all’udienza del Papa a Roma, un anno dopo la sua visita in Puglia.

no ad eolico off-shore I giudici del Tar del Molise hanno concesso tre sospensive contro le autorizzazioni concesse alla società Effeventi per costruire il primo impianto eolico off-shore al largo della costa molisana.


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