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anno 1 - Num. 1 - febbraio 2019

Lampedusa, isola di mare Pantelleria, isola prodigio


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Il tuo magazine

EDITORE D.A.T. DANISH AIR TRANSPORT Vamdrup, Lufthavnsvej 4, Denmark -6580, VAT. 12654693 Registrazione assolta a norma dell’art. 16 della legge 7 marzo 2001, n. 62, N° iscrizione ROC: in corso di registrazione Realizzazione Editoriale

Hanno collaborato: Chiara Bigiotti, Salvatore Spatafora, Maurizo Turrisi. progetto grafico: studiomennella traduzioni: Dario Cacciatore

Sede Legale Viale Antonio Gramsci, 17/b 80122 Napoli (NA) Telefono +39 06 90215605 P.IVA 08325341215 R.E.A. NA - 948795 N. Iscrizione R.O.C. 32000 Direttore Responsabile Italia Ferdinando Calaciura direttore@meteitalia.com Direttore Editoriale Umberto Desiderio affarieditoriali@meteitalia.com divisione video e foto DSD VISUAL Roma (RM) - dsdviual@gmail.com COORDINAMENTO EDITORIALE LUIGI VALLERO – Direttore Generale DAT Italia ANDREA PIETROBELLI – Direttore Commerciale DAT Italia FERDINANDO CALACIURA – M.E.T.E. Italia MATTEO DESIDERIO – M.E.T.E. Italia UMBERTO DESIDERIO – M.E.T.E. Italia

fotografi: Giuseppe Caruso, archivio fotografico DAT, archivio fotografico “U Piddu” www.upiddu.it, archivio fotografico “Porthotel Calandra” www.porthotelcalandra.it PUBBLICITà - SERVIZI PROMOEDITORIALI Concessionaria esclusiva per Italia e Estero M.E.T.E. Italia s.r.l. Sede Legale Viale Antonio Gramsci, 17/b 80122 Napoli (NA) Andrea Valla – a.valla@meteitalia.com tel. +39 3356109619 Alessia La Bella - segreteria@meteitalia.com tel. +39 0690215605 DISTRIBUZIONE Flotta DAT Italia PREPRESS & STAMPA D.W.P. srls ROMA (RM)

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Benvenuto a bordo DAT Volidisicilia Caro lettore, Sono lieto di darti il benvenuto ​​ a bordo dei nostri voli e di presentarti il primo ​​ numero della versione italiana della nostra rivista di bordo Inflight. Il 1° luglio 2018, ha segnato una nuova era importante per DAT - Danish Air Transport, in quanto ha coinciso con il lancio dei nostri nuovi servizi di linea in Sicilia. Dopo aver ottenuto per i prossimi quattro anni il prestigioso PSO – Oneri di Servizio Pubblico per collegare le isole minori di Lampedusa e Pantelleria con i principali aeroporti della Siciliani, DAT ha ora implementato un’efficiente rete di collegamenti aerei per tutto l’anno sotto il marchio DAT Volidisicilia. Il nostro investimento su questi nuovi servizi è importante, perchè l’operazione coinvolge fino a tre aeromobili che operano più di 6.100 voli all’anno, e vogliamo crescere nei prossimi anni insieme all’economia delle due isole siciliane, garantendo un collegamento affidabile e conveniente per i cittadini di Lampedusa e Pantelleria e per trasportare un numero crescente di turisti nei prossimi anni. Conosciute come la perla “bianca “ e la perla “nera”, le isole di Lampedusa e Pantelleria sono in realtà destinazioni ideali tutto l’anno. Vogliamo vedere sempre più visitatori che si godono le spiagge incontaminate di Lampedusa, le bianche scogliere e le sue acque limpide e cristalline oltre ai tipici paesaggi vulcanici al mare e alla natura incontaminata di Pantelleria con il suo inconfondibile stile di vita. Ora queste due magnifiche destinazioni sono collegate al resto d’Italia e al mondo attraverso i principali aeroporti siciliani di Catania, Palermo e Trapani. A seconda della stagione, da Lampedusa puoi godere di ben quattro voli giornalieri per Palermo e due volte al giorno per Catania, mentre Pantelleria è collegata due volte al giorno con Trapani, fino a tre volte al giorno con Palermo e fino a quattro volte settimanali con Catania, una nuova rotta 2

che non è mai stata volata in passato. Gli aereomobili che volano su queste rotte sono stati dedicati alle due isole e hanno i nomi di “Mpidusa”, “Pantidaria” e “Linusa” e a bordo troverai la consueta cortesia offerta da DAT con il personale di cabina italiano. Mentre sorseggi un rinfrescante e gustoso bicchiere di bevande analcoliche tipiche siciliane o mangi un biscotto sui voli del mattino, raggiungerai rapidamente la tua destinazione. Vogliamo che DAT Volidiscilia diventi il ​​vero ambasciatore delle isole, quindi rimanete sintonizzati su ciò che pianificheremo nei prossimi mesi per essere sempre più vicini e legati al territorio. Ora siediti, rilassati e goditi il ​​tuo volo a bordo degli aerei DAT Volidisicilia! Comandante Jesper Rungholm DAT - CEO e President


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Welcome onboard DAT Volidisicilia Dear Reader, It is my pleasure to welcome you onboard our flights and introduce you to the first issue of the Italian version of our Inflight magazine. July 1st, 2018, marked an important new era for DAT - Danish Air Transport, as it coincided with the launch of our new scheduled services in Sicily. Having been awarded for the next four years the prestigious Public Service Obligation ban to connect the lesser islands of Lampedusa and Pantelleria with the main airports of mainland Sicily, DAT has now implemented an efficient all-year Italian network known as DAT Volidisicilia. Our investment on these new services is relevant, as the operation involves up to three aircraft flying more than 6,100 flights per year, and we want in the coming years grow along with the economy of the Sicilian islands, granting an affordable and reliable connection aimed at both the locals as well as to what we strongly believe will be an increasing number of tourists in the coming years. Known respectively as the “white” and the “black” pearls, the islands of Lampedusa and Pantelleria are actually all-year round destinations ideal for the savvy traveller, and we want an increasing number of visitors enjoying Lampedusa’s pristine beaches, white cliffs and crystal clear waters and Pantelleria’s volcanic landscapes, flora and relaxed lifestyle. Now these two magnificent destinations are connected to the rest of Italy and the world via the major Sicilian airport gateways of Catania, Palermo and Trapani. Depending on the season, from Lampedusa you can enjoy as many as four daily flights to Palermo and twice daily to Catania, while Pantelleria is connected twice daily with Trapani, up to thrice daily with Palermo and up to four times weekly with Catania, a new route that has never been flown in the past. Aircraft flying these

routes have been dedicated to the islands they serve, and proudly display the “Mpidusa”, “Pantiddraria” and “Linusa” names and crests on their fuselages, while onboard you will find the usual friendly service offered by DAT coupled with Italian flair typical of our Italian cabin crew. While sipping a refreshing and flavourful glass of Sicilian soft drinks or nibbling on a cookie on the morning flights, you will be quickly reaching your destination. We want DAT Volidiscilia to become the true ambassador of the islands, so stay tuned for what we’ll plan in the coming months to tie an increasingly stronger link with the territory. So far sit back, relax and enjoy your flight onboard DAT Volidisicilia! Cpt. Jesper Rungholm DAT – CEO and President

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Benvenuto a bordo/ Welcome onboard. Cpt. Jesper Rungholm Ritrovare il tempo/ Regain your own time. Ferdinando Calaciura

Linosa e Lampedusa 09 Lampedusa. L’isola del mare/ Lampedusa, the island of the sea. Salvatore Spatafora 13 Linosa, l’isola diversa/ Linosa, the different island. Salvatore Spatafora 15 La cucina lampedusana/ Lampedusa’s cuisine. Salvatore Spatafora Pantelleria 18

Pantelleria, l’isola prodigio/ Pantelleria, prodigy of history, nature and culture in the middle of the Mediterranean. Maurizio Turrisi 24 Andar per cantine/ Visiting wine cellars. Maurizio Turrisi 27 L’anima contadina di Pantelleria/ Pantelleria’s peasant soul. Maurizio Turrisi 32 L’identità della tavola pantesca/ The identity of Pantelleria’s table. Maurizio Turrisi 36 Enoturismo a Pantelleria/ Wine tourism in Pantelleria. Salvatore Spatafora DAT - Volidisicilia 40 46 47

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Volare in Sicilia. Nuovi scenari per le isole/ Danish Air Transport takes off for Lampedusa and Pantelleria. Flotta DAT Volidisicilia Planimetria dell’aeroporto Falcone-Borsellino

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Ritrovare il tempo.

Regain your own time.

Le isole minori della Sicilia sono come delle banche del tempo ritrovato. Inducono ad osservare uno stile di vita che riflette la natura dei luoghi, l’antropologia di comunità che hanno centrato la loro esistenza su poche risorse – il mare e la terra – con usanze, saperi e ritmi che hanno formato l’essenza di un modo di essere e di stare al mondo, almeno per panteschi e lampedusani. Situazioni estreme per natura – ai margini della storia e della geografia - che sanno dare ma che tanto (anche in fatica) esigono all’uomo, sia esso pescatore o contadino. L’austerità di questa vita isolata ha modellato una forma mentis che abroga il superfluo per concentrarsi sull’essenza, la vita e la dimensione umana. Accade a Lampedusa e Linosa con una tradizione marinara ancora oggi vitale per l’economia delle Pelage, insieme al turismo che, non può esistere solo durante la stagione balneare. Lo stesso vale per l’isola di Pantelleria – il Giardino del Mediterraneo – con i suoi contadini che alla roccia hanno strappato terra coltivabile, realizzando terrazzamenti, dammusi e muretti a secco, per sopravvivere in un luogo che non possiede fonti d’acqua dolce. È questo il grande paradosso di Lampedusa e Pantelleria. Se in tutte queste isole la vita è sempre stata difficile, per il viaggiatore che le raggiunge, garantiscono un’esperienza ai limiti della realtà onirica, e in tutte le stagioni dell’anno. Contro il logorio della vita moderna, come recitava il Carosello degli anni 60, bastava sorseggiare un famoso amaro. Oggi suggeriamo un altro antidoto: trascorrere un soggiorno su queste isole diverse fra loro, eppure esemplari per capire non solo il passato ma soprattutto il futuro.

The lifestyle in the Sicilian minor islands reflects the nature of the places, the stories of these communities that have focused their existence on few resources – the sea and the land – with customs, knowledge and rhythms that have formed a precise lifestyle. In Pantelleria and Lampedusa, the context extreme in nature is able to give so much to their inhabitants but also requires a lot of sacrifices from man, whether

Ferdinando Calaciura

he is a fisherman or a farmer. The austerity of this isolated life has shaped a way of living only and exclusively focused on the essentials of life. It happens in Lampedusa and Linosa with a sea-faring tradition still vital today, along with summer tourism, for the economy of Pelagie Islands. The same applies to the island of Pantelleria – the Garden of the Mediterranean – with its farmers who have torn cultivable land off the rock creating terraces, dammusi and dry stone walls, in order to survive in a place that has no fresh water sources. That is Lampedusa and Pantelleria’s great paradox. If life has always been difficult in all these islands, they ensure the traveler who arrives there a moving experience in all season of the year that becomes important to escape from the fast pace and bustle of everyday’s city life. In this issue of Inflight, we suggest you to spend a holiday on these different islands to regain your own time looking for a new future… 7


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M.E.T.E. Italia s.r.l. è una società costituita per la gestione delle iniziative speciali editoriali e multimediali del marchio Marketing, Turismo, Eventi Enogastronomia - Le Vie del Gusto, Overfly

e Inflight DAT volidisicilia - tre prestigiose vetrine internazionali per far conoscere e apprezzare le eccellenze del nostro Paese “muovendole” dai territori ai consumatori e utilizzatori finali.

www.viedelgusto.it 8


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Lampedusa. L’isola del mare Salvatore Spatafora

Le tre isole dell’Arcipelago delle Pelagie, ultimo avamposto dell’Italia, sono state definite i “Tropici d’Europa” per la bellezza del loro mare cristallino. Lampedusa (le altre sono Linosa e Lampione) è la più grande, caratterizzata da spiagge di sabbia bianca e una riserva naturale di 320 ettari che la rendono la meta perfetta per chi cerca una vacanza all’insegna del mare e della natura. Più a sud di Malta e Tunisi, è l’ultima terra italiana dove si fondono le culture di Europa e Africa, creando un’atmosfera di magia che richiama ogni anno turisti da tutto il mondo, affascinati dalla sua identità mediterranea. 9


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Resort “La Calandra” - Caicco

Lampedusa è un’isola dal ritmo lento, da girare a piedi per apprezzare la diversità della sua costa: a nord falesie modellate dal vento che regalano panorami mozzafiato, a sud invece spiagge di sabbia borotalco e baie rocciose come Cala Pulcino, raggiungibile attraverso un canyon verdeggiante. A Cala Creta il mare è così trasparente che le barche sembrano galleggiare nel vuoto. Basta percorrere pochi passi dal centro abitato per arrivare alla Spiaggia della Guitgia dove ogni anno, nel mese di settembre, si svolge O’ Scia, la manifestazione musicale che riunisce a Lam-

pedusa artisti di fama internazionale. Tanti i chioschi attrezzati con lettoni adagiati in riva al mare e ombrelloni di paglia: al Moka ci si ferma per un aperitivo al tramonto o una cena a base di cuscus. Momenti di relax anche al Tunèz, sulla meravigliosa baia di Cala Croce, elegantemente arredato con ombrelloni in stile esotico e sedie in vimini blu. Proprio di fronte si trova la Baia del Sol con la piccola palafitta di Salvatore Di Castro che da vero mattatore dell’isola, oltre a fornire servizio di ombrelloni e organizzare gite in gommone, s’intrattiene con gli ospiti a suon di musica mentre prepara squisite linguine ai ricci di mare. Imperdibile la spiaggia dell’isola dei Conigli, un’oasi naturale raggiungibile solo a piedi, al primo posto nella top 10 italiana del “TripAdvisor Travelers’ Choice Beaches Awards 2018”, la classifica delle spiagge più amate dai viaggiatori. La baia è parte della Riserva naturale orientata Isola di Lampedusa e nelle ore notturne avviene la nidificazione delle tartarughe marine Caretta Caretta. Per salvaguardare il suo delicato ecosistema si può accedere solo nelle ore diurne (dalle 8:30 alle 19:30) e nel periodo estivo è sorvegliata dal personale di Legambiente. Lampedusa è il paradiso di chi pratica immersioni. Il Diving Lo Verde organizza crociere comprensive di vitto e alloggio per subacquei desiderosi di ammirare i fondali delle Pelagie in massima tranquillità. Non solo mare. Gli amanti del trekking possono esplorare le mulattiere e i percorsi Isola dei conigli

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militari che lambiscono la Grotta della Tabaccara. Nei ristoranti di Lampedusa la specialità non può che essere il pesce. Il piatto tipico è il cuscus, da provare nella bella terrazza del Porthotel Calandra. Le atmosfere ammalianti dell’isola hanno stregato i milanesi Toni Costanza e Angela Di Gennaro che nel 1982 aprono il ristorante Gemelli, fra i locali storici di Lampedusa. La cucina spazia dai tradizionali spaghetti alle sarde, involtini di spada ripieni di crostacei alla griglia e il cuscus, fino a piatti più creativi come le buonissime crespelle di pasta fresca ripiene di cernia mantecata ai gamberi e il rollè di cernia ripieno di crostacei e verdure. I protagonisti dell’ospitalità a Lampedusa sono i Dammusi, tipiche strutture in pietra. I più belli sono quelli del resort La Calandra, armoniosamente inserito nel paesaggio, a picco sulla scogliera della magica Cala Creta, sospesa tra roccia, mare turchese e silenzio africano. Un Caicco turco in mogano, la tipica imbarcazione del Mediterraneo, è a disposizione degli ospiti per escursioni nel mare azzurro dell’Arcipelago. La formula hotel con barca è prevista anche da U’ Piddu, una grande villa a pochi passi dal centro abitato trasformata in delizioso relais. Ogni giorno gli ospiti (24 al massimo) possono salire a bordo di un elegante yacht d’epoca, a uso esclusivo, dove è servito il pranzo preparato dai marinai. Per la cena si torna nella terrazza dell’hotel. Notti da sogno anche al Cupola Bianca Resort, 4 stelle con piscina immerso nei colori e profumi della macchia mediterranea.

Relais “U Piddu” - Terrazza

Relais “U Piddu” - Patio

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LAMPEDUSA, THE ISLAND OF THE SEA The three islands of the Pelagie Archipelago, Italy’s last outpost, have been defined as the “Tropics of Europe” due to the beauty of their crystalline sea. Lampedusa is the largest one, characterized by white-sand beaches and a natural reserve of 320 hectares that make it the perfect destination to those seeking a holiday among sea, nature and nofrills relaxation. A slow-paced island you can see on foot to appreciate the diversity of its coastline: to the north, windblown cliffs offering breathtaking views; to the south, instead, talcum powder sands and rocky bays such as Cala Pulcino and Cala Creta. Among the kiosks, equipped with umbrellas, Moka, Tunèz and the small pile dwelling of Salvatore

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di Castro. Musical event O’ Scia takes place on Spiaggia della Guitgia every year in September. Not-to-be-missed is Spiaggia dell’Isola dei Conigli, first beach in the Italian top 10 of “TripAdvisor Travelers’ Choice Beaches Awards 2018”. Diving Lo Verde organizes cruises for scuba divers. Not only sea: trekking lovers can explore the mule tracks and military trails verging on Grotta della Tabaccara. Fish is the speciality in Lampedusa. The typical dish is the couscous, which you can eat at the Calandra and Gemelli restaurants, among the historical places in Lampedusa. You can sleep at La Calandra resort and U’ Piddu hotel, which offer boat and hotel packages. You can also spend dream nights at the four-star hotel Cupola Bianca Resort.


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Linosa, l’isola diversa Salvatore Spatafora

Linosa regala al visitatore scenari naturali dalla bellezza ineguagliabile. Nonostante la vicinanza con Lampedusa, si distingue profondamente dalla sorella maggiore perché non ci sono spiagge di sabbia bianca. L’unica è a Cala Pozzolana di Ponente, ma la sabbia è nerissima e l’acqua diventa subito profonda. Linosa ha una superficie di soli cinque chilometri e una forma circolare. Il colore dominante è il nero della roccia lavica che ne rivela l’origine vulcanica (Lampedusa e Lampione derivano invece da una frattura del continente africano) in forte contrasto con l’azzurro intenso del Mediterraneo. Il miglior esempio sono i Faraglioni, qui il mare ha scavato nella roccia una serie di vere e proprie piscine naturali, protette da un bacino di rocce, dove l’acqua è sempre limpida e turchese. Bagni da sogno si fanno anche a Punta Beppe Tuccio e alla Grotta dell’Amore. Gli habitué di Linosa sono attratti dalle tinte pastello delle case e dall’atmosfera rilassata dell’isola, sicuri di trovare 13


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LINOSA, THE DIFFERENT ISLAND

un rifugio dalla pazza folla dell’estate. In comune con Lampedusa, la piccola Linosa condivide la cultura marinara. I piatti tipici sono, infatti, a base di pesce: cuscus di cernia, spaghetti ai ricci, zuppe di lenticchie di Linosa (il suolo lavico conferisce a questo prezioso legume un sapore unico), la pasta con il pesce spada e le melanzane. L’attrazione maggiore di Linosa è costituita dai suoi fondali spettacolari che richiamano appassionati d’immersioni subacquee di tutte le nazionalità. Cenni storici Durante le guerre puniche era utilizzata come base dai Romani. Ancora oggi nei suoi fondali riposano i relitti delle navi di quell’epico scontro. Dopo diverse dominazioni l’isola rimane infestata dai pirati fino all’arrivo degli spagnoli. Nel 1630 il Re di Spagna concede alla famiglia Tomasi il titolo di Principe di Lampedusa e dunque il dominio su Linosa. Saranno i Borbone di Sicilia, nell’800, a ordinare la colonizzazione delle Pelagie: il 25 aprile 1845, a Linosa, sbarcarono trenta uomini reclutati con uno specifico bando pubblico. 14

Linosa offers the visitor unmatched natural sceneries. Despite its proximity to Lampedusa, it is deeply different from its elder sister because there are no white-sand beaches. The only one is in Cala Pozzolana di Ponente, but the sand is very black and the water becomes immediately deep. Linosa has an area of only five kilometers and a circular shape. The dominant color is the black of the lava rock that reveals its volcanic origin (Lampedusa and Lampione originate, instead, from a fracture of the African continent) and is in stark contrast to the intense blue of the Mediterranean. The best example is the Faraglioni; here the sea has dug into the rock a series of real natural pools, protected by a basin of rocks, where the water is always clear and turquoise. Dream baths can also be enjoyed at Punta Beppe Tuccio and Grotta dell’Amore. Sure to find a refuge from the summer crazy crowd, regular visitors to Linosa are attracted by the island’s pastel-colored houses and relaxed atmosphere. In common with Lampedusa, tiny Linosa shares sea-faring culture. Its typical dishes are, in fact, based on fish: grouper couscous, spaghetti with sea urchins, Linosa lentil soups (the lava soil gives this precious legume a unique flavor), pasta with swordfish and aubergines. The greatest attraction of Linosa is constituted by its spectacular backdrops that attract scuba diving enthusiasts of all nationalities. History It was used as a base by the Romans during the Punic Wars. Still today, the wrecks of the ships of that epic battle lie in its depths. After several dominations, the island remains infested by pirates until the arrival of the Spaniards. In 1630 the King of Spain gave the Tomasi family the title of Prince of Lampedusa, and therefore the dominion over Linosa. In the 19th century, the Bourbons of Sicily will be the ones to order the colonization of the Pelagie Islands: on 25 April 1845, thirty men recruited with a specific public announcement landed in Linosa.


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La cucina lampedusana

La cultura alimentare dell’isola contiene e amalgama diverse influenze culturali, grazie ad una stratificazione di popoli giunti su questo avamposto d’Europa che guarda la costa africana. Una tradizione che ha nei sapori del mare i suoi protagonisti.

Per la sua posizione geografica Lampedusa è sempre stata crocevia e punto d’incontro dei popoli del Mediterraneo. Una contaminazione che ha profondamente influenzato, come nel resto della Sicilia, il gusto dei suoi abitanti e la sua cucina sin dalle origini. Simbolo

Salvatore Spatafora

per eccellenza di questo melting pot è sicuramente il cous-cous, piatto unico di origine araba (la versione originaria è di carne di montone), introdotto in Sicilia verso l’anno mille. Si deve proprio ai siciliani la creazione della variante con il pesce in tutte le sue possibili espressioni. Ovviamente a fare la differenza è principalmente il brodo che si aggiunge al piatto mentre si gusta. I ristoranti di Lampedusa esaltano la freschezza della materia prima: il pesce, indiscusso re di questa meravigliosa isola. Un mare pescoso e ricco di biodiversità lo ritroviamo a tavola in mille sue versioni che osservano una sola regola principale: non disper15


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dere il patrimonio di gusto, fragranza e freschezza di quanto il mare ti ha donato. Per cui ne deriva una cucina semplice, autenticamente vissuta dalla comunità, in famiglia come nel rito collettivo di un vissuto, attento non solo a cucinare ma a conservare nel tempo le risorse alimentari più pregiate. Il piatto principe è certamente il cous cous, preparato ancora come insegna l’antica ricetta, con semola non precotta e incocciata a mano e, successivamente, cotta a vapore in una speciale pentola forata di terracotta. Nel brodo andranno gli odori e gli ortaggi di casa e quanto raccolto nelle reti adatto a fare un prelibato succo con cui irrorare e ammorbidire il prezioso cous cous. Nei primi piatti è racchiuso tutto il sapore autentico e genuino della cucina mediterranea: i più comuni

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(di terra) sono la pasta con le lenticchie di Linosa o l’estiva e proverbiale pasta con i tenerumi, una minestra di foglie e germogli di una zucchina insolitamente lunga e affusolata, molto rinfrescante e saporita. La pasta con il pesce di paranza alla siciliana, la pasta con le triglie alla Lampedusana, variante della più famosa pasta con le sarde palermitana, dove ritroviamo l’uso del finocchietto, della passolina e dei pinoli, la spettacolare pasta con le uova di riccio, rigorosamente bianca e senza l’aggiunta di pomodoro, per esaltare il valore del sapore del mare assoluto e, per chi ama il mare in tutte le sue espressioni, un piatto dal sapore molto delicato è la pasta con la bottarga di ricciola. Un vero capolavoro. Anche i secondi piatti sono inevitabilmente a base di pesce, il più delle volte cucinato alla griglia o al forno. C’è solo l’imbarazzo della Incocciatura del cous cous ph. G. Caruso scelta tra quanto di più buono regala il Mediterraneo. Nella cernia alla lampedusana i tranci privati della pelle e delle lische sono cucinati a forno e conditi con olio, aglio, capperi lampedusani, olive, pomodori pachino e un pizzico di peperoncino e un odorosissimo origano. Come in altre isole minori della Sicilia, anche nell’Arcipelago delle Pelagie si coltivano i famosi capperi, spesso utilizzati per arricchire il sapore delle diverse pietanze.


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LAMPEDUSA’S CUISINE It contains and amalgamates different cultural influences that, thanks to a stratification of peoples who arrived on this outpost of Europe overlooking the African coast, have the flavors of the sea as their protagonists. Due to its geographical position, Lampedusa has always been a crossroads and meeting point for Mediterranean peoples. A contamination that has deeply influenced, as well as in the rest of Sicily, the taste of its inhabitants and its cuisine ever since the beginning. The symbol par excellence of this melting pot is certainly the couscous, a unique dish of Arab origin (the original version is with mutton) introduced in Sicily around the year 1000. It is to Sicilians that we owe the creation of the variant with fish in all its possible expressions. Obviously, to make the difference is mainly the broth that is added to the dish while it is being tasted. Lampedusa’s restaurants enhance the freshness of the raw material: the fish, the undisputed king of this wonderful island. A sea rich in fish and biodiversity is what we find on the table in a thousand versions that follow only one main rule: don’t waste the legacy of taste, fragrance and freshness of what the sea has given you. That results in simple cuisine authentically lived by the community, in the family, and also in the collective ritual of a lived experience, paying attention not only to cook, but also to preserve the finest food resources over time. The main dish is certainly the couscous, still prepared as the old recipe teaches, with non-precooked and hand-grounded semolina, which is then steamed in a special perforated pot of earthenware. Smells and homemade vegetables, and what is collected in nets, suitable to make some delicious juice to moisten and soften the

precious couscous with, will be added to the broth. The first courses contain all the authentic and genuine flavor of Mediterranean cuisine: the most common ones (of land) are pasta with Linosa lentils, or summer and renowned pasta with tenerumi, soup of leaves and sprouts of an unusually long and tapered courgette, very refreshing and tasty, pasta with Sicilian pesce di paranza, pasta with triglie alla Lampedusana, a variant of Palermo’s most famous pasta with sardines, where we find the use of wild fennel, passolina grapes and pine nuts, the stunning pasta with sea urchin eggs, strictly white and without the addition of tomato in order to enhance the absolute value of the flavor of the sea, and for those who love the sea in all its expressions, a dish with a very delicate flavor and pasta with amberjack bottarga. A true masterpiece. Even the second courses are inevitably based on fish, most often grilled or baked. There is only an embarrassment of choice among the best that the Mediterranean gives. In the cernia alla lampedusana, the slices without skin and bones are baked and seasoned with oil, garlic, Lampedusan capers, olives, Pachino tomatoes, a pinch of chilli pepper and very fragrant oregano. As well as in other Sicilian minor islands, the famous capers are also grown in the Pelagie Archipelago and often used to enrich the taste of the different dishes.

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Pantelleria, l’isola prodigio Maurizio Turrisi

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ph. G. Caruso

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Unica e irresistibile per le caratteristiche geologiche e naturali, è l’isola più grande tra le minori della Sicilia. Il contadino ne ha modellato il profilo, realizzando terrazzamenti, muretti a secco e Dammusi. Una meta di prestigio da vivere in tutte le stagioni dell’anno.

Scogliere di pietra lavica a picco sul mare e poi ancora l’Africa che appare all’orizzonte nelle giornate terse, quando il cielo è una galoppata di nuvole bianche spinte da quel vento che accarezza i terrazzamenti che delineano il profilo dell’isola. Ecco Pantelleria, la perla nera del Mediterraneo. Bastano pochi attimi per innamorarsene, per restare incantati dalla bellezza di un luogo così straordinario e per godere della tavolozza di colori che dipingono tutto l’ambiente circostante. Le terre nere dei suoli di natura vulcanica, il blu cobalto del mare che bagna la costa aspra, e poi ancora le rocce che si stagliano sotto forma d giardini arabi, terrazzamenti e

dammusi nel verde dei cappereti e dei vigneti ad alberello, patrimonio tutelato dall’Unesco. Una natura dirompente dove la frenesia della città lascia il posto al ritmo lento e alla tranquillità di questo eden. Quest’isola austera e verdissima, a volte difficile da decifrare, è in grado di segnarti e di prendersi il tuo cuore con tutto il suo fascino mediterraneo. Dalla terra o dal mare, attraverso la sua storia o le sue produzioni agricole quest’isola ha tanto da raccontare e coloro che vi sbarcano possono intraprendere, con differenti chiavi di lettura, la conoscenza di uno dei territori più amati ed evocativi delle isole di questo mare nostrum così bello e ricco di storia. Pantelleria è una terra di mezzo che per via della sua posizione strategica, tra la Sicilia e il Nord Africa, è stata da sempre un avamposto ambito. Nel corso dei millenni è stata dominata dai Fenici e poi dai Romani, dai Bizantini dagli Arabi, dagli Svevi e poi dagli Spagnoli, ed ognuno di questi popoli ha lasciato tracce indelebili nella civiltà pantesca che oggi, per l’unicità delle sue caratteristiche paesaggistiche e culturali, restano una testimonianza viva e intatta di queste tradizioni secolari. La perla nera del Mediterraneo deve il suo nome all’arabo Bent el Riah, che vuol dire figlia del vento che non è solo un’evocazione. Il vento, che spazza via le nuvole comporta una scarsità di piogge che hanno spinto gli

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abitanti nell’isola a realizzare tecniche e accorgimenti per preservare questa risorsa e immagazzinarla, in modo di garantire la coltivazione e la permanenza sull’isola. È durante la dominazione araba (a partire dall’ottavo secolo) che l’agricoltura diventa intensiva grazie all’utilizzo del muretto a secco, ai terrazzamenti e alla pratica di coltivazione ad alberello. È così che Pantelleria è diventata la prova tangibile di come l’uomo sia riuscito a domare la natura impervia e ostile per assicurare, nel tempo, la propria sopravvivenza, praticando un’agricoltura che, oggi, chiamiamo eroica. È da questo istinto che si sono originate produzioni di nicchia cariche di identità, come il cappero, l’origano, le olive e l’olio e poi i formaggi e naturalmente lo zibibbo e i vini passiti, oggi l’emblema più alto del comparto agricolo. Il mare e la natura vulcanica sono altri elementi attrattivi di turismo che privilegia i ritmi lenti grazie a veri e propri gioielli della natura come il Lago Specchio di Venere, situato nel cratere di un antico vulcano, con i suoi colori in cui si riflettono le inflorescenze delle piante dell’isola e con le sue acque sulfuree e i fanghi ricchi di sostanze minerali, Cala Gadir, con le sue acque calde, e lo Scoglio dell’Elefante. Ma Pantelleria non è

ph. G. Caruso

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Dammuso ph. G. Caruso

solo mare, anche l’interno regala emozioni. Da questo punto di vista, memorabile è la macchia mediterranea che è possibile ammirare dalla Montagna Grande, un vulcano spento che raggiunge gli 800 metri di altitudine, mentre alcuni angoli più nascosti dell’isola possono essere scoperti con specifici percorsi trekking. Infine, gli amanti dell’archeologia possono ripercorrere la storia dell’isola attraverso le sue costruzioni murarie più importanti come l’Acropoli di San Giorgio con la città romana, le Tombe dei Sesi, e il Castello Barbacane eretto dagli Aragonesi e, andando per contrade, scoprire Dammusi – la tipica abitazione rurale di Pantelleria – che sfidano li secoli.

Scoglio dell’Elefante ph. G. Caruso


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Benessere e Natura. La vacanza ideale.

Wellness and Nature. The ideal holiday.

Pantelleria è una SPA a cielo aperto. Grotte termali, acque sulfuree, fonti d’acqua calda lungo la costa e nel mare. Vivere l’isola vulcanica per il corpo è un assoluto ristoro. I fenomeni di vulcanesimo secondario, riscontrabili su tutta l’isola di Pantelleria generano sorgenti termali, saune naturali, fanghi benefici e grotte dagli effetti terapeutici situati in luoghi differenti sull’isola: dalla montagna alla costa e sin dentro il mare. L’ampio percorso dedicato al benessere attraverso i vari fenomeni termali che fanno dell’isola una SPA a cielo aperto può iniziare da Gadìr, piccolo borgo di pescatori. Qui è possibile rilassarsi con un bagno caldo termale e praticare il rito del calidarium - frigidarium già in voga al tempo dei romani. Le acque delle sorgenti marine hanno una temperatura che va dai 39°C fino ai 50°C. Di grande impatto sul visitatore il Lago di Venere, alimentato dalle acque piovane e da sorgenti di origine vulcanica: in questo scenario di straordinaria bellezza, sono assolutamente da provare i fanghi sulfurei che, in tanti, praticano lungo le sponde di questo specchio d’acqua dai colori cangianti. Mentre, nella grotta di Benikulà, prendendo la strada che da Sibà scende verso Scauri, si può invece fare il cosiddetto “bagno asciutto”, una sorta di bagno turco all’interno di questa cavità naturale alimentata dal calore residuo del vulcano.

Pantelleria is an open-air SPA. Thermal caves, sulphur water, hot springs along the coast and in the sea. Living the volcanic island for one’s body is absolute refreshment. Secondary volcanic phenomena, which can be found throughout the island of Pantelleria, generate thermal springs, natural saunas, beneficial mud and caves with therapeutic effects located in different places on the island: from the mountain to the coast, and into the sea. The broad trail dedicated to wellness through the different thermal phenomena that make the island an open-air SPA can start from Gadìr, a small fishing village. Here you can relax with a hot thermal bath and practice the calidarium and frigidarium ritual, already in vogue in Roman times. Marine spring waters have a temperature ranging from 39°C to 50°C. Lago di Venere, with its rainfall and volcanic springs, has a great impact on the visitor: in this scene of extraordinary beauty, you should not miss the sulphurous mud that many people practice along the banks of this water surface of iridescent colors. In the Benikulà grotto, instead, taking the road that from Sibà goes down towards Scauri, you can take the socalled “dry bath”, a sort of Turkish bath inside this natural cavity fed by the residual heat of the volcano.

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Pantelleria, prodigy of history, nature and culture in the middle of the Mediterranean

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Unique and irresistible for its geological and natural characteristics, it is the largest of the Sicilian minor islands. Farmers have shaped its outline, creating terraces, dry stone walls and Dammusi. A prestigious destination to live in all seasons of the year. Lava rock cliffs dropping sheer to the sea, and then again Africa appearing on the horizon on clear days and the wind caressing the outline of the island. Here is Pantelleria, with its black lands, the cobalt blue sea, and then again the rocks outlining the landscape with dammusi and terraces supporting caper fields and alberello vineyards, today a Unesco heritage. From the land or the sea, through its history or agricultural products, Pantelleria has much to tell, and those who land there can begin to know one of the Mediterranean’s most loved territories. Pantelleria was dominated by the Phoenicians, the Saracens, the Arabs, the Byzantines, and each of these peoples left indelible traces in the island’s civilization. The wind, which sweeps the clouds away, involves a shortage of rainfall that has pushed the inhabitants on the island to implement techniques and tricks to preserve its territory and above all to ensure survival. It is from this instinct that quality products have originated, such as capers, oregano, olives and oil, zibibbo grapes and passito wines, which are today

the highest emblem of the agricultural sector. The sea and the volcanic nature are other attractive elements of a tourism that privileges slow rhythms thanks to natural jewels such as Lago Specchio di Venere e Cala Gadir, and Scoglio dell’Elefante. Pantelleria is beautiful everywhere you see a landscape with only the sea; even its interior gives emotions. From this point of view, Montagna Grande is memorable. Finally, the enthusiasts of archaeology can retrace the island’s history through its most important masonry buildings such as Acropoli di San Giorgio and the archaeological excavations of Roman settlement, Tombe dei Sesi, Castello Barbacane, and the magic of some really centuries-old dammusi – Pantelleria’s typical houses. Castello Barbacane

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Andar per cantine.

Maurizio Turrisi

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L’unicità di una viticoltura antica e immersa nella natura vulcanica. Pantelleria è un modello produttivo che esprime equilibrio sostenibile, qualità e specializzazione. i vini stanno diventando sempre di più elementi di attrazione per i turisti che giungono sull’isola. Ecco gli indirizzi giusti per un itinerario enosensoriale che coniuga accoglienza e sapienza.

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Pantelleria, isola dall’eccezionale ricchezza naturalistica, è anche una straordinaria tavolozza di espressioni vitivinicole. Il Passito di Pantelleria, vino dolce ricavato dall’uva di Zibibbo (Moscato d’Alessandria) è un prodotto conosciuto e richiesto in tutto il mondoal riconoscimento dll’Unesco giunto nel 2014. Ma i vini che quest’isola sa offrire vanno anche oltre il celebre Passito, e le cantine presenti sul territorio


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sono tutte organizzate affinché visitatori e winelovers possano apprezzarli appieno. Donnafugata (Contrada Khamma Fuori 6; tel. +39 0923 915 649, +39 335 624 2563) offre nella propria cantina una degustazione di 4 vini, perfetti per l’aperitivo e accompagnati da stuzzichini siciliani; inoltre, dal 2008, dopo averlo recuperato e donato al FAI, l’azienda ha reso disponibile alla visita uno dei pochi esemplari restaurati e visitabili di Giardino Pantesco, inserendolo nel percorso di visita dei vigneti della cantina. Coste Ghirlanda (Piana di Ghirlanda; tel. +39 338 8244649, per prenotazioni all’officina +39 333 3913695) oltre alle degustazioni e al ricco menù gourmet de L’Officina, dà la possibilità di visitare i suoi antichi Dammusi, le ph. G. Caruso

tipiche abitazioni Pantelleria. De Bartoli (Contrada Bukkuram; tel. +39 0923 918344) organizza diverse visite guidate nei propri vigneti e degustazioni dei suoi vini più rappresentativi, il tutto della durata di circa un’ora e mezza. Alle richieste di scoperta della nascita e sviluppo del vino e relative degustazioni non si sottraggono nemmeno Cantine Basile (Contrada Bukkuram San Michele tel.+39 0923.917205) che trasmette attraverso il racconto dei suoi proprietari la passione e l’entusiasmo di fare vino a Pantelleria, e Cantine Pellegrino (Contrada Cuddie Rosse; tel. +39 0923 912730) – storica azienda di Marsala – riceve in cantina con degustazioni e visite guidate, quanti vogliono cogliere l’importanza dei prodotti enologici di Pantelleria anche nella versione liquorosa e moscato; mentre l’Azienda Agricola Salvatore Murana (Via Salita Mueggen, tel. +39 329 2227183, +39 339 1478607) accoglie i visitatori nella propria “foresteria” dove la sera, oltre alla semplice degustazione dei vini, è possibile provare in una vera e propria osteria i piatti della tradizione contadina pantesca. Infine, Vinisola (Contrada Kazzen 11, tel. +39 0923 912078, +39 335 6042155), che oltre alle visite in cantina e la degustazione dei vini, completa l’offerta enoturistica con l’abbinamento dei propri vini a base di Zibibbo ai piatti del ristorante Due Palme (Contrada Bukkuram, tel. +39 331 7081693). Vivere il vino a Pantelleria è un piacere assoluto e tutte le aziende concorrono a celebrare una grande tradizione, parte importante dell’identità dell’isola. 25


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VISITING WINE CELLARS

ph. G. Caruso

The uniqueness of ancient viticulture immersed in the volcanic nature. Pantelleria is a productive model that expresses sustainable balance, quality and specialization. Wine is increasingly becoming an element of attraction for the tourists coming on the island. Here are the right addresses for an eno-sensory route that combines hospitality and knowledge. Pantelleria, island of exceptional natural riches, is also an extraordinary palette of viticulture expressions. The Passito di Pantelleria, sweet wine made from the zibibbo grape (Moscato d’Alessandria) is a product known and in great demand throughout the world thanks to the recognition by the Unesco in 2014. But the wine that this island can offer go beyond the famous Passito, and the cellars located in the territory are all organized in order for visitors and wine lovers to fully appreciate them. Donnafugata (Contrada Khamma Fuori 6; phone +39 0923 915 649, +39 335 624 2563) offers in its own cellar a tasting of 4 wines, perfect for an aperitif and accompanied by Sicilian appetizers; moreover, since 2008, after recovering and donating it to FAI, the company has made one of the few restored and visitable exemplary places of Giardino Pantesco available for visit, inserting it in the route along the vineyards of the winery. Coste Ghirlanda (Piana di Ghirlanda, phone +39 338 8244649, for reservations at the workshop +39 333 3913645), as well as L’Officina’s tastings and rich gourmet menu, gives you the opportunity to visit its ancient Dammusi, Pantelleria’s typical houses. De Bartoli (Contrada Bukkuram; phone +39 0923 918344) organizes several guided tours in its vineyards and tastings of its most representative wines, all lasting about an hour and a half. Even Cantine Basile (Contrada Bukkuram San Michele; phone +39 0923.917205), that transmits the passion and enthusiasm for making wine in Pantelleria through its owners’ story, cannot avoid the requests for the discovery of the birth and development of wine and its tastings, and Cantine Pellegrino (Contrada Cuddie Rosse; phone +39 0923 912730) – Marsala’s historical company – receives, in the cellar with 26

tastings and guided tours, those who want to grasp the importance of Pantelleria’s wine products in the liqueur and Moscato version as well, while Azienda Agricola Salvatore Murana (via Salita Mueggen, phone +39 329 2227183, +39 339 1478607) welcomes visitors in its own “guesthouse” where in the evening, in addition to simply tasting wine, it is possible to try the dishes of Pantelleria’s rural tradition in a proper tavern. Finally, Vinisola (Contrada Kazzen 11, phone +39 0923 912078, +39 335 6042155), which besides the visits to the cellar and wine tasting, completes its wine tourism offer with the combination of its own Zibibbo wines with the dishes of restaurant Due Palme (Contrada Bukkuram, phone +39 331 7081693). Enjoying wine in Pantelleria is a sheer pleasure, and all companies contribute to celebrating a great tradition, an important part of the island’s identity.


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L’anima contadina di Pantelleria Maurizio Turrisi

Terrazzamenti, muretti a secco e dammusi. La pietra è un elemento vitale e necessario a Pantelleria. Il lavoro di oltre cento generazioni di contadini hanno modellato un paesaggio straordinario ed in armonia con l’ambiente. 27


inflight Giardino Pantesco Pantelleria è un paesaggio ricco di ph. G. Caruso storia e di civiltà. All’interno di questo territorio sono custoditi secoli di tradizioni produttive e una biodiversità che, insieme, raccontano di un legame unico tra uomo e natura. Questa simbiosi ancora oggi può essere decifrata in alcune peculiari strutture nate dalla necessità di contrastare alcune specificità climatiche e geologiche di quest’isola, come il vento, il caldo, l’assenza di fonti d’acqua e la scarsità di piogge, per garantire un’agricoltura in grado di sostenere, nel tempo, la popolazione dell’isola. È così che è nata quest’architettura del creato, dove la mano dell’uomo è intervenuta come in un dipinto, definendo scorci e paesaggi mozzafiato. L’intensità dei venti e l’irrilevanza delle precipitazioni hanno obbligato nei secoli il contadino pantesco a ottimizzare le risorse a sua disposizione: da qui le vere e proprie invenzioni come la caratteristica abitazione dell’isola, il dammuso, che con il suo tipico tetto a cupola convoglia l’acqua piovana in cisterne, o il giardino pantesco, che favorisce l’accumulo dell’umidità garantendo un microclima in grado di proteggere e far fruttificare un unico albero di agrumi, anche in un contesto arido come quello pantesco. Tuttavia è so-

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prattutto l’adozione del sistema dei muretti a secco l’opera più determinante nello sviluppo economico e sociale dell’isola, grazie alla sua duplice valenza: proteggere le piante dal vento e favorire la conservazione dell’umidità dei terreni che delimitano. Lo scorso mese di dicembre quest’arte è entrata a far parte dei Patrimoni Immateriali dell’Umanità protetti dall’Unesco grazie ad una candidatura che ha visto scendere in campo insieme Italia, Croazia, Cipro, Francia, Slovenia, Grecia, Spagna e Svizzera. A Pantelleria l’uomo ha dovuto letteralmente strappare le pietre dalle sciare di lava per aumentare la superficie coltivabile grazie alla costruzione dei caratteristici


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Pantelleria, il primato del cappero I capperi sono uno dei tipici sapori mediterranei e della tradizione culinaria italiana A Pantelleria questa pianta ha trovato le condizioni ideali per la sua crescita, grazie al sole, al vento e ai suoli vulcanici ricchi di minerali. Sull’isola la sua coltivazione si tramanda di generazione in generazione lungo i terrazzamenti, soprattutto nella parte meridionale, dove si può osservare l’immenso patrimonio costruito attraverso un immane lavoro operata nel tempo. Ogni anno, tra maggio e settembre, il contadino pantesco aspetta la fioritura per raccoglierne all’alba i boccioli non ancora schiusi, che dopo un accurato processo di maturazione in salamoia diventano capperi pronti per essere consumati. I capperi di Pantelleria si distinguono per profumo, aroma e carnosità data da un processo di crescita naturale che non prevede l’uso di trattamenti con antiparassitari o concimi chimici. Il cappero di Pantelleria

terrazzamenti formati proprio a partire da i muretti a secco. Oggi sono ben 12.000 i kilometri di questa complessa venatura che intreccia tutta l’isola. Grazie a questo sistema l’agricoltura a Pantelleria si è specializzata, ha saputo - e al meglio – interpretare il contesto pedoclimatico, dando vita a coltivazioni che hanno dell’incredibile, anche per la fatica che questa agricoltura estrema richiede. La coltivazione della vite al alberello, prima pratica agricola iscritta dall’Unesco nel Patrimonio Immateriale dell’Umanità nel 2014 è indubbiamente il risultato più eclatante che il contadino pantesco ha raggiunto sull’isola. Ma è altrettanto eroica quella dell’ulivo, piegato a crescere lungo l’orizzonte e non in altezza, restando molto basso, in modo da preservarne la fioritura e poi il raccolto. E vale anche per il cappero, altra stella di Pantelleria che, viene coltivato in tutto e per tutto e non affidato ad una agricoltura spontanea che si limita alla sola raccolta dei boccioli della pianta. Qui il cappero si alleva, si pota e si mantiene produttivo nel tempo. Analogo discorso si può estendere alle piante d’origano che, a Pantelleria, sembrano dei piccoli ciuffi tondeggianti quasi ornamentali. L’intensità aromatica dell’infiorescenza e delle piccole foglie anche ques non hanno eguali. Magnifico ed esemplare per una cucina centrata sulla corposità dei sapori di terra. Si Pantelleria è proprio il Giardino del Mediterraneo.

è alla base di molti piatti della tradizione italiana e anche molti chef stellati lo usano nelle loro preparazioni di alta cucina. A Pantelleria è presente una cooperativa fondata nel 1971 che raccoglie circa 250 soci produttori che ogni anno producono circa 1.500 quintali di capperi, selezionati accuratamente dopo un attento esame qualitativo.

Pantelleria, the primacy of the capers Capers are a typical mediterranean flavor used in the traditional italian cuisine. The most famous productions come from Pantelleria. The flowering and harvesting take place from may to september. Caper is the protagonist of delicious dishes.

ph. R. Cappadona

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Pantelleria’s peasant soul Pantelleria, productive traditions and great biodiversity tell about a unique bond between man and nature. This symbiosis can be deciphered in some peculiar structures born to guarantee agriculture that is able to sustain the island’s population. The intensity of winds and the irrelevance of rainfall have forced Pantelleria’s farmer to give life to the dammuso, which with its typical dome roof conveys rainwater into cisterns, or to Giardino Pantesco, that favors an ideal microclimate and makes a single citrus tree bear fruit. However, the most decisive work in the island’s economic and social development is above all the adoption of the dry stone wall system, thanks to its dual purpose: to protect plants from the wind and favor soil moisture conservation. Last December, this art became part of the Intangible Heritage of Humanity protected by Unesco. Pantelleria’s people have literally been forced to tear the stones from lava flows to increase the cultivable area thanks to the construction of the terraces formed from the dry stone walls. Today there are 12,000 kilometers of this grain that weaves the whole island. Thanks to this system, Pantelleria’s farmers have been able to interpret the context of Giardino Pantesco ph. G. Caruso

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the island’s soil and climate. The growing of sapling vines, inscribed in the Intangible Heritage of Humanity by Unesco in 2014, is the most striking result that Pantelleria’s farmers have achieved on their island. But heroic is also the cultivation of the olive tree, as well as that of capers. The same applies to oregano plants that, in Pantelleria, look like small, almost ornament roundish tufts. Yes, Pantelleria is really the Garden of the Mediterranean.


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L’identità della tavola pantesca

Maurizio Turrisi

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Un concentrato di sapori e profumi senza eguali. La Cucina Pantesca è soprattutto di terra. I prodotti dell’orto, i capperi, l’olio e l’origano ne sono i protagonisti. Anche i dolci sono importanti ed hanno un’origine araba. La cucina pantesca si contraddistingue per la sua pienezza sensoriale che deriva dalla consistenza di una materia prima plasmata da una natura forte ed espressiva. L’intensità gusto-olfattiva di frutta, verdura e ortaggi qui non ha eguali: la melanzana, il pomodoro, la zucchina, il basilico, coltivate e raccolte a Pantelleria, hanno un altro sapore grazie alla natura vulcanica dei suoli che rende la terra molto fertile e ricca di minerali. La tavola dei sapori che si può godere sull’isola è essenzialmente di terra, con qualche apporto di mare, e l’armonia dei sapori delle preparazioni tradizionali riflettono il retaggio di più culture riconducibili ai diversi popoli che hanno popolato questa meravigliosa isola. In ogni piatto c’è una commistione derivante da queste influenze culturali che lentamente si sono stratificate una sul’altra sino a plasmare in un stile i differenti usi culinari dei prodotti tipici dell’isola come capperi, olive, grano, lenticchie, origano e ovviamente, tutto ciò che cresce in questo magnifico orto mediterraneo. A Pantelleria, infatti con molta frequenza potete assaggiare il Cous Cous e altre pietanze di origine araba, così come il Pesto

Pantesco (Ammoghiu), un vero e proprio tripudio di profumi, preparato con pomodoro crudo, olio d’oliva, aglio, capperi, basilico, mandorle, mentuccia, origano e peperoncino, nato dalla mutazione di quello genovese, apporto dovuto alla permanenza secolare dei liguri. La cucina è essenzialmente contadina per vocazione e tra le pietanze più rappresentative è d’obbligo ricordare i succulenti Ravioli Amari (ripieni di tumma - una locale ricotta - e foglie di menta), la çiakiçiuka (caponata calda di verdure con miele e mandorle) e la cucurummà (con le saporitissime zucchine locali). L’isola è ricca anche di conigli selvatici che vengono

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cucinati in umido, con pomodoro e olive, al forno con patate e verdure. Menzione speciale merita l’origano di Pantelleria ricavato da una pianta di biotipo autoctono, così come il fragrante e delicatissimo olio extravergine da varietà Biancolilla, ottenuto dalle olive raccolte a mano da ulivi che vengono cresciuti bassi e orizzontalmente. L’insalata pantesca, altro emblema della gastronomia dell’isola, è preparata normalmente con pomodori crudi, patate bollite, cipolla rossa, olive e capperi. Il mare cristallino e ostico regala ricciole, dentici, cernie, pagri, pescato che viene cucinato in modo molto semplice (alla brace o al forno, sempre con pomodoro e gli immancabili capperi) e soprattutto i profumatissimi ricci che vengono mangiati direttamente dal loro guscio appena pescati o con la pasta, uniti in un soffritto d’aglio, ma levando lo spicchio. La pasticceria presenta alcune particolarità come il Cannateddro, tradizionale dolce pasquale, i Mustazzola, di origine araba, che sono sfoglie ripiene di un impasto di semola, miele o vino cotto, cannella, scorza d’arancia candita ed altre spezie. Da provare i Ravioli Dolci ripieni di ricotta zuccherata e cannella, le sfinci, frittelle ricoperte di miele, i Cassateddri e i Pasticciotti. Ma indiscutibilmente il must amato tanto dagli autoctoni quanto dai turisti sono i Baci, croccanti cialde fritte a forma di stella o ruota ripiene di ricotta dolce, e in qualche variante anche di scorzette di limone e pezzetti di cioccolato. 34


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The identity of Pantelleria’s table Pantelleria’s cuisine is characterized by its sensory fullness. Here the taste-olfactory intensity of fruits, legumes and vegetables has no equal thanks to the volcanic nature of the soils that makes the land very fertile and rich in minerals. The table of flavors you can enjoy on this island is essentially of land, with some contribution from the sea, and traditional preparations reflect the heritage of the different dominions that there have been over time. Each dish has a mixture deriving from these cultural influences that have slowly been stratified one on top of the other to shape in a unique way the different uses of products like capers, olives, and everything that grows in this magnificent Mediterranean garden. In Pantelleria, you can taste the Couscous and other dishes of Arab origin, as well as the Pesto Pantesco made with raw tomatoes, olive oil, garlic, capers, basil, almonds, wild mint, oregano and chilli. Among the most representative dishes, there are the Ravioli Amari (fresh pasta stuffed with ricotta – and mint leaves), the çiakiçiuka (hot vegetable caponata with honey and almonds), and the curucummà (with local courgettes). This island is also rich in wild rabbits

which are cooked in stews with tomatoes and olives, and in the oven with potatoes and vegetables. Special mention deserve the oregano and the fragrant extra virgin olive oil from the Biancolilla variety. Pantelleria salad is prepared with raw tomatoes, boiled potatoes, onions, olives and capers. The fish is cooked in a very simple way (grilled or baked). Confectionery presents some peculiarities such as the Bacio Pantesco, crispy fried wafers stuffed with sweet ricotta.

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Enoturismo a Pantelleria

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Salvatore Spatafora

La Viticoltura eroica e lo Zibibbo protagoniste a settembre del Pantelleria DOC Festival. Il presidente del Consorzio di Tutela, Benedetto Renda, traccia le linee guida dell’evento che celebra l’agricoltura sull’isola e il prestigioso Passito. Aprire l’isola e farla conoscere durante la vendemmia. Chi la vive se ne innamora perdutamente. A stregarvi sarà l’incanto del paesaggio rurale di un verde tenero, incastonato tra il blu profondo del mare e il celeste del cielo, o lo sguardo di questa gente che, di generazione in generazione, ha tramandato fatica e orgoglio per la vigna e il suo frutto prezioso: il Passito di Pantelleria. 36

Assistere e farsi catturare dalla raccolta dei grappoli sull’isola, merita sicuramente un soggiorno sull’isola e può essere un fattore importante per sviluppare la presenza dei winelovers, soprattutto stranieri. È il progetto su cui punta il Consorzio Volontario di Tutela e Valorizzazione dei vini DOC Pantelleria, nato nel 1997 e che, oggi, raccoglie la maggior parte di coltivatori e aziende dell’isola. Nell’estate del 2018, in collaborazione con il Consorzio Pantelleria Island, è stata organizzata la prima edizione del Pantelleria Doc Festival: dieci giornate per scoprire la Perla Nera del Mediterraneo e i suoi vini, frutto della viticoltura eroica ad alberello riconosciuta, nel 2014, Patrimo-


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nio dell’Umanità dall’Unesco. “Siamo già al lavoro - afferma Benedetto Renda, Presidente del Consorzio - per la realizzazione della seconda edizione della manifestazione. Il periodo è sempre quello della vendemmia, nella prima decade di settembre, il momento più bello per vivere e apprezzare l’essenza autentica dell’isola. Anche questa volta sarà fondamentale, per la buona riuscita dell’evento, la sinergia con il Consorzio Pantelleria Island, l’amministrazione comunale e le aziende private che operano sul territorio”. Cosa volete ottenere? “Vogliamo far vivere l’isola durante la vendemmia, poter fare assaggiare gli acini direttamente dalla pianta, insomma far conoscere dalla viva voce di chi coltiva la vigna il racconto fantastico di questa viticoltura così estrema e difficile. Per chi ama il vino può diventare un appuntamento da non mancare, se vissuto con lo spirito della scoperta del territorio e delle sue risorse che, tutte insieme, concorrono a rendere unica Pantelleria. Replicheremo sicuramente le attività all’aria aperta, immersi nelle bellezze naturalistiche, e quelle legate all’enogastronomia nei ristoranti e wine bar coinvolti, molto apprezzate l’anno scorso dal pubblico. Per quanto riguarda le novità, l’intenzione è quella di dare maggiore spazio all’arte e alla cultura. Tra le proposte, stiamo valutando l’idea di organizzare una grande mostra fotografica interamente dedicata ai volti dei contadini panteschi”.

Su che nazionalità puntate? “Guardiamo a mercati già maturi, dove la conoscenza del vino costituisce un valore culturale importante e può capire meglio cosa significa coltivare la vite in condizioni ambientali così difficili eppure uniche. Francia, Germania e ovviamente Italia, ma anche i Paesi del Nord Europa, a partire dalla Danimarca, ma anche Olanda e i paesi scandinavi. Contiamo molto anche su questi mercati che possono coniugare il tema del vino con una fruizione del territorio attenta alla Natura e al benessere fisico”.

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WINE TOURISM IN PANTELLERIA Heroic viticulture and Zibibbo as protagonists of Pantelleria DOC Festival in September. The president of the Consorzio di Tutela, Benedetto Renda, outlines the guidelines of the event that celebrates agriculture on this island and the prestigious Passito. Opening the island and making it known during the harvest. Those who enjoy it fall madly in love with it. Be enchanted by the charm of the light green rural landscape nestled between the deep blue of the sea and the clear blue of the sky, or the gaze of these people who, from generation to generation, have passed down fatigue and pride for the vineyard and its precious fruit: the Passito di Pantelleria. Assisting in and getting caught by the harvesting of grape bunches on the island certainly deserves a stay in Pantelleria, and it can be an important factor to develop the presence of especially foreign wine lovers. This is the project supported by the Consorzio Volontario di Tutela e Valorizzazione dei Vini DOC Pantelleria, born in 1997, and that gathers today most of the island’s growers and companies. The first edition of Pantelleria Doc Festival was organized in

the summer of 2018, in collaboration with Consorzio Pantelleria Island: ten days for discovering the Black Pearl of the Mediterranean and its wines as the result of heroic alberello viticulture, recognized as a Unesco World Heritage in 2014. “We are already at work – says Benedetto Renda, president of the Consorzio – for the realization of the second edition of the event. The period is always that of the harvest, in the first ten days of September, the best time to experience and appreciate the island’s authentic essence. Even this time, for the success of the event, the synergy with Consorzio Pantelleria Island, municipal administration and the private companies operating in the territory will be fundamental”. What do you want to achieve? “We want to make the island live during the harvest, be able to let people taste the grapes directly from the plant; in short, make people know from vine growers’ lively voice the fantastic story of such extreme and difficult viticulture. To wine lovers, it may become a not-to-be-missed date if it is lived with the spirit of the discovery of the territory and its resources that contribute all together to make Pantelleria unique. We will certainly replicate outdoor activities, immersed in natural beauties, and those related to food and wine in the restaurants and wine bars involved, much appreciated by the public last year. As regards novelties, the intention is to give more space to art and culture. Among the proposals, we are evaluating the idea of organizing an important photographic exhibition entirely dedicated to the faces of Pantelleria’s farmers”. What nationalities do you bet on? “We target mature markets, where wine knowledge is an important cultural value and can understand better what it means to grow a vine in such difficult but unique environmental conditions. France, Germany, and of course Italy, but also the countries of Northern Europe, starting from Denmark, but also the Netherlands and Scandinavian countries. We also rely a lot on these markets which can combine the topic of wine with a fruition of the territory concerned about nature and physical well-being”.

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Volare in Sicilia. Nuovi scenari per le isole

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Con Volidisicilia la DAT sviluppa un progetto che punta a realizzare il sogno di una compagnia dedicata ai collegamenti con le isole minori e i principali aeroporti dell’isola. Parola a Luigi Vallero, Direttore Generale della DAT in Italia. 41


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Quando sono partiti i nuovi collegamenti di Volidisicilia della DAT con Lampedusa e Pantelleria? Siamo partiti il primo luglio dello scorso anno, con una programmazione estiva intensa e forti di una grande novità nel panorama dei vettori che operano e hanno operato tra la Sicilia e le sue isole minori. Parlando di Lampedusa, avevamo previsto voli sia per Palermo che per Catania: durante il picco estivo, abbiamo raggiunto anche i quattro voli giornalieri da e verso il capoluogo; due, invece, per quanto riguarda Catania, con un raddoppio delle frequenze estive rispetto agli anni precedenti. Spostandoci sull’isola di Pantelleria, i viaggiatori hanno potuto scegliere la propria destinazione o partenza sia per gli aeroporti di Palermo e Trapani che, inedito assoluto, Catania. Una tratta, quest’ultima, su cui Danish Air Transport ha puntato con forza, credendo fermamente, grazie all’esperienza maturata in Danimarca e Norvegia durante quasi 30 anni di servizio, nell’importanza dei collegamenti regionali, soprattutto per coloro che vivono il territorio. E per quanto riguarda la frequenza dei voli? Da e verso Trapani, abbiamo garantito due voli al giorno; con Palermo, invece, nei periodi di massima richiesta, ci sono stati fino a tre collegamenti. La novità Catania, quando il flusso turistico estivo ha raggiunto il proprio apice, è stata servita da quattro voli settimanali, per poi essersi ridotti a due con l’approssimarsi dell’autunno. Date, orari e biglietti sono disponibili presso il sito della Compagnia, dat.dk, tradotto integralmente in italiano, e che contiamo di

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arricchire con ulteriori pagine contenenti informazioni mirate al pubblico locale. Ovviamente, come dettato dalla Continuità Territoriale, abbiamo previsto delle tariffe speciali sia per i residenti che per altre particolari categorie di passeggeri: obiettivo della DAT, infatti, è quello di avvicinare il più possibile la Compagnia al passeggero locale. Si tratta di un vero e proprio servizio di assistenza al territorio, attraverso il quale DAT Volidisicilia intende diventare un punto di riferimento per i cittadini delle isole siciliane. Avete in mente delle iniziative specifiche per rafforzare questo legame? Il servizio che offriamo ai nostri passeggeri è caratterizzato da una forte sicilianità: per questo, abbiamo scelto di assumere personale locale, oltre a voler dare un tocco di Sicilia anche nei servizi a bordo. All’efficienza e qualità di servizio tradizionalmente attribuite agli operatori scandinavi, vogliamo coniugare il calore e lo spirito d’accoglienza tipico dei popoli mediterranei: è a questo melting pot europeo, infatti, che desideriamo la gente pensi quando sente parlare della DAT, un’eco che, se l’esperienza in Sicilia si rivelerà positiva, potrà espandersi nel resto del paese attraverso lo sviluppo di nuove rotte, con una particolare predilezione verso quelle tratte regionali che, seppur importanti, vengono trascurate dagli altri vettori operanti in Italia.


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Danish air transport takes off for Lampedusa and Pantelleria The flights operated by the Danish company guarantee the connections between Sicily’s main airports and the two smaller islands. An interview with Luigi Vallero, DAT’s general manager in Italy. When did DAT launch its new planned connections for Lampedusa and Pantelleria? We took off last year, on July 1st, with a new and intense summer flight schedule. Lampedusa was connected both to Palermo, with four daily flights, and to Catania, with two flights, twice ph. G. Caruso as many compared to previous years. As for Pantelleria, aside from the connections to Palermo and Trapani, last summer, for the first time in history, we had flights to and from Catania.

website dat.dk, with a complete Italian user interface. DAT’s end goal is to satisfy the needs of the domestic flyer: we have become a point of reference for residents of the Sicilian islands. What initiatives do you have in mind to strengthen this relationship? Firstly, we have sought to hire local staff and we have also given a Sicilian touch to our on-board services. If the outcome proved positive, DAT would be able to expand in the rest of the country by establishing new routes, with a focus on those important regional connections that are currently neglected by other carriers operating in Italy.

How often? Two daily connections to and from Trapani. As for Palermo we have planned up to three flights. Catania is served by four weekly flights reduced to two in the fall. Dates, times and tickets are already available on the Company’s 43


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