24 SCHWALBE AEROTHAN: NUOVI MATERIALI, STESSA FILOSOFIA
26 LA GAMMA LUM-X DI MVTEK
27 IL COMPRESSORE TASCABILE DI BARBIERI
28 ANANDA: UNA PIATTAFORMA APERTA, PIÙ CATEGORIE DI PRODOTTO
FOCUS TECH
30 SCORPION XC RH DI PIRELLI
FIERE
32 LA PRIMA EDIZIONE DI SAUDI LIFESTYLE WEEK
33 TTG TRAVEL EXPERIENCE DI RIMINI
SOTTO LA LENTE
34 AMMIRAGLIA: LA COLLABORAZIONE COME VERO MOTORE DI CRESCITA
FOCUS SHOP
36 CONERO BIKE STORE DI ASPIO TERME (AN)
RIDE THE WORLD
38 GRAVEL IN BURUNDI: QUANDO LA FATICA DIVENTA SCOPERTA
RETAIL COACHING
40 L’INVERNO COME ALLEATO PER IL RETAILER
DIGITAL BY RIDE ON 41 DAL RICORDO ALLA SCELTA ACTIVE TRAVEL
42 ALLA CONQUISTA DEL PASSO RESIA
DI BENEDETTO SIRONI
benedetto.sironi@mag-net.it
VL’IMPORTANZA DI ESSERCI
iviamo in un’epoca in cui tutto sembra a portata di clic. Dalla bici dei sogni all’ultimo accessorio, ogni desiderio è potenzialmente realizzabile online. Eppure, mai come oggi, il mondo bike (e non solo) sta riscoprendo il valore insostituibile del contatto umano. Quello che si costruisce solo tra le mura di un negozio, guardando una bici da vicino, parlando con chi la conosce davvero, sentendo l’odore della gomma nuova e il rumore dei “ferri” in officina.
Come spieghiamo nell’articolo di questo numero dall’emblematico titolo “Perché abbiamo bisogno del B2B”, il modello Direct to Consumer, per quanto innovativo, ha mostrato tutti i suoi limiti strutturali. Il caso di YT Industries (produttore tedesco di mtb che deve il suo successo alla qualità delle bici, ma anche al prezzo aggressivo di vendita) entrata in autoamministrazione dopo anni di crescita impetuosa, è emblematico. Il sogno di eliminare i passaggi intermedi per offrire prezzi più bassi si è scontrato con la realtà: costi logistici, customer service, marketing e resi gratuiti hanno eroso i margini fino a mettere in crisi il sistema. E non è un caso isolato. Anche realtà solide come Canyon e Propain stanno ripensando il proprio equilibrio tra online e distribuzione fisica, mentre i grandi marchi tornano a investire con maggiore convinzione in reti retail e partnership con i dealer.
Un dato di fatto supportato anche dai numeri a livello macro-economico: secondo i dati
Confcommercio e Nomisma, nel 2025 l’e-commerce rappresenta circa il 18% delle vendite complessive nel settore sportivo, ma oltre il 70% dei clienti continua a dichiarare di preferire l’acquisto in negozio per prodotti tecnici (come le biciclette), dove la consulenza e la prova restano determinanti. Un segnale chiaro: la rivoluzione digitale non sostituisce l’esperienza, semmai la completa.
In questo scenario, il negozio fisico non è un residuo del passato, ma un presidio strategico di fiducia. A patto di essere sempre “sul pezzo” in tutte le stagioni, inverno compreso. Come sottolineiamo nell’articolo “L’inverno non è una pausa”, chi resta visibile e attivo anche nei mesi freddi diventa un punto di riferimento, un luogo dove la relazione con il cliente non si interrompe mai. La passione del resto si costruisce nella costanza, non solo nell’attesa della primavera.
Forse il valore più grande che un negoziante può offrire oggi è proprio questo: esserci quando il cliente ha bisogno. Non solo al momento dell’acquisto, ma ogni giorno, in tutte le stagioni.
Ecco perché, anche oggi e crediamo negli anni a venire, il cuore pulsante del mercato non batte in un algoritmo. Bensì dentro i bike shop, le officine, i negozi che illuminano la passione ciclistica italiana. Che nonostante le difficoltà e i chiaroscuri ancora ben marcati, resiste, si rinnova e continua a far girare le ruote del nostro settore.
Editors: Davide L. Bertagna, Dino Bonelli, Sara Canali, Daniele Pansardi, Riccardo Penna, Karen Pozzi, Gabriele Vazzola Art Director: Simone Comi
Redazioni: Corso della Resistenza, 23 - 20821 - Meda (MB) Via Tertulliano, 68 - 20137 - Milano - Tel. 02.87245180-1-2 - Fax 02.87245182 redazione@bike4trade.it - bikefortrade.it
Anno 13 - Numero 8 - 2025 - Periodico mensile
Registrazione al Trib. di Milano n. 39 dell’8 febbraio 2013 Poste Italiane SpA Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 - Conv. in Legge 46/2004 - Art.1 Comma 1 LO/MI Iscrizione al ROC n.16155 del 23 Novembre 2007
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INTRODUCING THE NEW LEVEL
MERCATO
BELGIAN CYCLING FACTORY
LANCIA
IL NUOVO BRAND AERES
Belgian Cycling Factory (BCF), la società madre di Ridley, Eddy Merckx e Nukeproof, ha presentato il suo nuovo marchio, Aeres, durante i Partner Days. L’appuntamento, svoltosi presso la sede centrale di BCF a Beringen, ha attirato oltre 500 rivenditori, riuniti per scoprire in anteprima i modelli in arrivo di Ridley, Eddy Merckx, Nukeproof e ora anche Aeres. Il lancio di questo marchio rappresenta, secondo l’azienda, “un’importante espansione del portafoglio BCF, con un’identità nuova pensata per servire il mercato dell’eMobility e rafforzare l’offerta”. Pieter Potters, responsabile Ricerca e Sviluppo di BCF, ha dichiarato: “Aeres è stato creato per completare perfettamente Ridley, Eddy Merckx e Nukeproof. Ogni nostro brand ha un’identità forte e un posizionamento ben definito sul mercato e Aeres ci permette di raggiungere utenti a cui finora non ci eravamo rivolti”.
ZOOT SPORTS (MVC GROUP) CON TAILWIND BRANDS PER ACCELERARE LA CRESCITA IN EUROPA
Zoot Sports, marchio americano tra i leader nella produzione e commercializzazione d’abbigliamento e accessori per il triathlon, controllato dal gruppo italiano MVC Group, ha annunciato l'acquisizione di Tailwind Brands GmbH, storico partner per la distribuzione in Europa di Zoot che ha permesso al brand di affermarsi in quest’area geografica. Grazie a questa operazione, MVC Group rafforza il proprio commitment nei confronti del triathlon. Da oltre un decennio Tailwind Brands distribuisce i prodotti Zoot in UE e ha contribuito al rafforzamento del brand all'interno della sempre più importante community della triplice. “Crediamo fortemente in Zoot e vogliamo accelerarne la crescita in Europa, rafforzando la piattaforma distributiva nel continente con un player riconosciuto e di primario valore”, ha commentato Emilio Foà, amministratore delegato di MVC Group.
DAHON AMPLIA LA PRODUZIONE CON UNA NUOVA FABBRICA A TIANJIN IN CINA
Dahon ha inaugurato il 16 ottobre una nuova fabbrica a Tianjin, in Cina. David Hon, fondatore e ceo del brand, ha spiegato: “La nuova base di produzione ci offrirà vantaggi in termini di costi per ampliare la capacità produttiva dei modelli di fascia base. In questo modo, i team commerciali potranno offrire una gamma più ampia di prodotti per stimolare la crescita nei mercati emergenti”. Negli ultimi due anni, Dahon ha accelerato la crescita dell’intera gamma di eBike grazie all’implementazione della tecnologia Dahon-V. Attraverso la strategia “Sharing 360”, l’azienda ha già fornito componenti brevettati a 18 partner del settore. Durante l’inaugurazione, Hon ha aggiunto: “Oggi segniamo un deciso passo in avanti nell’espansione della nostra capacità produttiva. Sfrutteremo la forza manifatturiera di Tianjin per promuovere ulteriormente l’applicazione della tecnologia Dahon-V”.
LA SOCIETÀ DI PRIVATE EQUITY CAUSEWAY CAPITAL ACQUISISCE WHYTE BIKES
La società di private equity Causeway Capital acquisisce Whyte Bikes Causeway Capital, società di private equity con sede a Dublino, ha annunciato l’acquisizione di Whyte Bikes, confermando che l’attuale team dirigenziale rimarrà in carica. Le due realtà hanno comunicato che la collaborazione migliorerà l’innovazione del marchio britannico, la rete di rivenditori e i fornitori chiave. Con il supporto di Causeway Capital, il brand inglese intende espandere la propria presenza raggiungendo l’Europa continentale e il resto del mondo. Nikki Hawyes, ceo di Whyte Bikes, ha dichiarato: “Questa nuova partnership è un entusiasmante passo avanti, che si basa sui nostri 25 anni d’esperienza nella produzione di bici di alta qualità. Miglioreremo la nostra offerta di prodotti ed espanderemo la nostra presenza globale”.
LIDL ASSUME LA QUOTA DI MAGGIORANZA DEL TEAM PROFESSIONISTICO LIDL-TREK
A seguito della notizia trapelata qualche mese fa circa la volontà di Lidl di acquisire la quota di maggioranza della squadra WorldTour Lidl-Trek, è stata annunciata ora la conclusione positiva dell’accordo. A fine ottobre è stata ufficialmente firmata la nuova struttura proprietaria, in tempo per la conclusione del tradizionale Lidl-Trek October Camp. Per la prima volta, l’appuntamento si è svolto presso la sede di Lidl Germania a Bad Wimpfen. Oltre 160 dipendenti, tra cui i corridori dei team maschile, femminile e giovanile, si sono riuniti per l’inizio ufficiale della preparazione per la stagione 2026. La decisione d’ospitare l’evento presso la sede aziendale sottolinea il profondo legame della squadra con Lidl. Inoltre, una parte della sede a Bad Wimpfen diventerà in futuro la casa del team, con un nuovo centro logistico che includerà l’organizzazione della compagine e un’area dedicata alle performance.
GALFER INAUGURA UNA FILIALE A ORLANDO IN FLORIDA
Galfer, tra i leader mondiali nella produzione di sistemi frenanti ad alte prestazioni per moto e biciclette, ha annunciato l’apertura di una filiale nordamericana. Situata a Orlando, è la nuova unità operativa per la distribuzione dei prodotti negli Stati Uniti e Canada. Il nuovo stabilimento, guidato da Armando Riva, professionista con ampia esperienza nel mercato nordamericano dei freni, garantirà un catalogo completo, supporto tecnico specializzato, formazione continua tramite la Galfer Academy, oltre a un notevole miglioramento dei tempi di consegna. Con l’apertura della filiale americana, Galfer completa così la sua struttura internazionale, aggiungendo Orlando a quella già attiva in Italia dal 2018. Entrambe riportano direttamente alla sede centrale in Spagna.
SPORTLAND: +3% NEL 2025 E PIANI DI ESPANSIONE FINO AL 2030
Sportland, realtà italiana di riferimento nel settore dello sport retail, continua il proprio percorso di sviluppo. Dopo un 2024 stabile sui livelli dell’anno precedente, con un fatturato di circa 30 milioni di euro, il 2025 segna una crescita del 3%, confermando la solidità del modello di business dell’azienda bresciana che conta 17 punti vendita in Italia e una piattaforma e-commerce in costante evoluzione. L’obiettivo dichiarato è ambizioso: raggiungere i 50 milioni di fatturato entro il 2030, grazie a una rete retail in espansione e a un canale digitale sempre più integrato. Il core market rimane l’Italia, ma non mancano le prospettive di crescita all’estero. Il piano di sviluppo prevede l’apertura di 20 negozi entro il 2027 e 23 entro il 2030, con l’obiettivo di presidiare nuove città ancora non coperte dalla rete attuale. Nel 2023 Sportland ha inoltre lanciato Sportland Bike, format che integra vendita, assistenza tecnica e community.
BELTAIN SCHMID NUOVO COUNTRY MANAGER DI HEPHA
HEPHA, azienda tedesca specializzata nella progettazione e produzione di eBike, ha annunciato la nomina di Beltain Schmid come nuovo country manager per l’Italia. Schmid porta con sé un’esperienza consolidata nel settore: dopo aver ricoperto ruoli commerciali in Shimano e in Pierer Mobility, ha collaborato anche con GHOST Bikes Italia e Accell Group. “Sono orgoglioso di portare in Italia HEPHA: un marchio che unisce altissima qualità e un posizionamento prezzo estremamente competitivo. Il cuore del progetto risiede nella completa proprietà del sistema motore-elettronico, un vantaggio che ci consente di distinguerci e introdurre significative innovazioni tecniche. Il mio obiettivo è creare una rete vendita forte e capillare, capace di rappresentare al meglio HEPHA su tutto il territorio nazionale”, ha dichiarato Schmid.
SUPERIOR BIKES: CLAUDIO
CANNIZZARO NOMINATO SALES REPRESENTATIVE PER L’ITALIA
Claudio Cannizzaro, dopo una lunga esperienza nel ramo delle vendite e del marketing in Giant Italia, entra ufficialmente nel team di Superior Bikes. Claudio guiderà lo sviluppo del brand ceco nel nostro Paese. Negli ultimi tre decenni Superior ha fatto molta strada: le bici e le eBike del marchio sono progettate, sviluppate e prodotte da Bike Fun International a Kopřivnice, città che ha dato i natali ad atleti di fama mondiale come Emil Zátopek. “La nostra visione è quella di affermare Superior come marchio dinamico con una forte identità sportiva. L’arrivo di Marek Sebek all’inizio di quest’anno e ora di Claudio Cannizzaro dimostrano che siamo in grado di attrarre i migliori professionisti nella bike industry”, ha affermato René Gasser, amministratore delegato di Bike Fun International.
POLTRONE
PIETRO CAUCCHIOLI
DIVENTA GENERAL MANAGER DI MUMU APPAREL
Il marchio statunitense Mumu Apparel ha nominato Pietro Caucchioli nuovo general manager. L'incarico riflette l’ambizione di potenziare lo sviluppo dei prodotti, rafforzare l’identità del brand e ottimizzare i processi aziendali, gettando una solida base per la crescita futura. “L’ampia esperienza di Pietro nel mondo delle corse e la sua profonda conoscenza del settore dell’abbigliamento ciclistico lo renderanno una risorsa preziosa mentre continuiamo a far crescere il nostro brand e la nostra offerta. Stiamo costruendo un team di persone fortemente motivate, che condividono i nostri valori e i nostri sogni, e che desiderano avere successo insieme nel realizzare la nostra mission”, ha dichiarato Jan Heylen, proprietario di Mumu. Caucchioli è un ex ciclista professionista e un dirigente esperto con una lunga carriera nella sport industry. Prima di entrare in Mumu Apparel, è stato socio fondatore di FZ Import, dove ha gestito la distribuzione negli Stati Uniti dei marchi Alé, DMT e Cipollini.
Siamo il vostro esperto di soluzioni eDrive complete.
Asse passante da 142 mm, connettore magnetico
Da oltre dieci anni in Ananda sviluppiamo, produciamo e forniamo sistemi di trazione elettrica intelligenti, accelerando la transizione verso una mobilità più sostenibile.
Amiamo ogni forma di ciclismo e crediamo che la tecnologia per le eBike debba essere accessibile a tutti. Grazie a solide capacità di ricerca e sviluppo, impianti produttivi interni, controlli di qualità rigorosi e un servizio a livello globale, progettiamo sistemi di trazione elettrica su misura per ogni progetto. Le nostre soluzioni eDrive comprendono:
Sistemi eBike completi e personalizzati in base alle tue esigenze
Motori compatti ed efficienti per ogni eBike, con un’ampia gamma di HMI e sensori
Protocolli open system, firmware personalizzabili, IoT e opzioni di connettività
Un team di supporto reattivo ed esperto
Siamo Ananda, il vostro esperto di soluzioni eDrive complete.
L’argomento più caldo nell’industry negli ultimi giorni è sicuramente l’annuncio fatto dalle due più grandi associazioni di produttori tedesche, ZIV (Zweirad-Industrie-Verband) e Zukunft Fahrrad, d’interrompere la collaborazione con Eurobike. Da quando è stato fatto questo annuncio si sono susseguite speculazioni a riguardo, portando in molti a chiedersi cosa effettivamente questa notizia significherà nel futuro della più grande fiera mondiale del settore. Per fare chiarezza abbiamo incontrato Stefan Reisinger, ceo di fairnamic GmbH, la società organizzatrice di Eurobike, in pratica il “capo” della fiera tedesca. Reisinger ci ha assicurato che “Eurobike 2026 non è in dubbio”, spiegando che molte aziende appartenenti proprio alle due associazioni tedesche hanno già confermato la loro partecipazione nella consueta location di Messe Frankfurt. Il manager ha ricordato che le modifiche previste per l’edizione 2026 (tra cui una riduzione di un giorno della durata dell’evento e costi più contenuti per gli espositori) erano già state concordate con le associazioni, nell’ambito di un accordo di dieci punti che rimane valido. “Sappiamo che l’industria è sotto pressione e sta rivedendo i propri budget. Abbiamo cercato di dare risposte concrete, ad esempio permettendo ai partner di invitare gratuitamente i dealer in fiera”, ha sottolineato. Sulla possibilità che l’uscita delle associazioni possa spingere alcune aziende a non partecipare, Reisinger ammette che il rischio c’è, ma si dice fiducioso: “Ho già parlato con molti rappresentanti del settore e in molti mi hanno confermato la presenza”. Il ceo ha aggiunto che fairnamic resta aperta al dialogo con le associazioni: “Non abbiamo chiuso alcuna porta. Le aziende non sono vincolate alle scelte delle associazioni. C’è sempre stato un turnover tra gli espositori, è fisiologico”. Sulle motivazioni che hanno portato ZIV e Zukunft Fahrrad a rompere la collaborazione, Reisinger spiega di non aver avuto segnali premonitori: “Abbiamo sempre cercato un dialogo costruttivo e applicato i punti concordati per un futuro condiviso all’interno della piattaforma Eurobike. Non conosco le ragioni profonde della loro decisione”. Riguardo alle voci di possibili nuove fiere alternative, Reisinger si mostra scettico: “Organizzare un evento di questa portata richiede tempo, competenze e un’industria unita, e oggi non vedo nulla di tutto ciò. Non è qualcosa che possa accadere nel breve termine, di certo non nel 2026. Auguro buona fortuna a chi vorrà provarci, ma non è semplice replicare un modello come Eurobike. L’industria ha bisogno di una piattaforma internazionale dove confrontarsi e collaborare. L’Europa è il più grande mercato mondiale e un punto d’incontro serve a tutti. Anche chi non espone spesso è presente, perché è lì che si fa networking, si parla di innovazione e si costruiscono relazioni”.
LOOK CYCLE LANCIA IL CONFIGURATORE
“YOUR LOOK A LA CARTE”
Look Cycle ha presentato "Your Look a la Carte", un nuovo configuratore online che offre una personalizzazione esclusiva, consentendo ai clienti di customizzare il proprio equipaggiamento fino al minimo dettaglio. La nuova piattaforma si concentra sulle di opzioni di personalizzazione per i principali prodotti da strada Look, a partire dalla 795 Blade RS e dei pedali Keo Blade. Sébastien Coué, direttore vendite e marketing internazionale di Look Cycle, ha dichiarato: "Con il lancio del nuovo configuratore offriamo ai clienti la possibilità di progettare la personalizzazione perfetta, dalla bici ai pedali, con la stessa precisione e passione che caratterizzano ogni nostro prodotto. È un entusiasmante passo avanti nella personalizzazione delle prestazioni e nella celebrazione del legame unico tra ogni ciclista e la sua bicicletta”.
GATHERING IMBA ITALIA 2025 CHIUDE CON UNA COMMUNITY PIÙ FORTE
Il 25 e 26 ottobre, presso il Castello di Miradolo a San Secondo di Pinerolo (TO), si è svolta la quinta edizione del Gathering IMBA Italia, evento che quest’anno ha coinciso con il decennale dell’associazione. Un traguardo celebrato in una location d’eccezione che ha stupito i partecipanti. Dalla serra neogotica dove si è tenuta la conferenza, agli ambienti storici che hanno ospitato i momenti conviviali, fino al giardino del castello, visitato in pieno spirito cicloturistico. L’evento ha visto la partecipazione di quasi 100 persone: appassionati, tecnici, amministratori e operatori turistici, uniti dal desiderio di confrontarsi sul futuro. Il Gathering ha unito la dimensione formativa a quella esperienziale. Dopo la conferenza di sabato, la domenica è stata dedicata alle attività sul campo: tour in bici sui sentieri dell’area Pinerolese, con momenti di confronto tecnico.
SELLE ROYAL OTTIENE LA CERTIFICAZIONE
ISCC+ PER LA TRACCIABILITÀ DELLE MATERIE PRIME
Selle Royal Group ha annunciato di aver ottenuto la certificazione ISCC+, riconoscimento internazionale che attesta la tracciabilità e la sostenibilità delle materie prime lungo tutta la filiera. A partire da quest’anno, i prodotti della gamma integreranno l’uso di polimeri certificati ISCC+, realizzati con materie prime provenienti da fonti rinnovabili e fossili combinate attraverso l’approccio “mass balance” previsto dallo standard. L’adozione della certificazione rappresenta un traguardo chiave in un percorso che ha già visto l’introduzione della tecnologia Stracciatella, sviluppata per ridurre le emissioni legate ai materiali e alla CO 2. “La certificazione ISCC+ consolida il nostro impegno per una filiera più sostenibile. Siamo i primi nella industry ad adottare una certificazione di questo genere fornendo un esempio di come rendere più sostenibili prodotti, servizi e supply chain; un modo concreto per ridurre l’impatto ambientale e creare nuove opportunità di sviluppo per il settor e”, ha commentato Marco Malfatti, Selle Royal Group R&D Director.
Stefan Reisinger
INEOS GRENADIERS E PINARELLO INSIEME PER UN ALTRO TRIENNIO
INEOS Grenadiers e Pinarello hanno comunicato l’estensione triennale della loro partnership. Uniti fin dalla nascita del team nel 2010, le due realtà hanno sviluppato, testato e gareggiato con alcune delle bici più avanzate e di successo dello sport, ottenendo vittorie nelle corse più importanti al mondo e nei Grand Tour. Il presidente Fausto Pinarello: “Sono felice che la nostra partnership continui. Insieme a INEOS Grenadiers abbiamo raggiunto risultati incredibili negli anni – Campionati del Mondo, Record dell’Ora, successi nella mountainbike e nel ciclocross, e naturalmente vittorie nei Grand Tour e altre grandi gare su strada. Per entrambi, questa partnership è del tutto naturale. Condividiamo la stessa voglia di vincere e, grazie alla continua collaborazione tra Dave Brailsford, Carsten Jeppesen e la dirigenza del team, crediamo che INEOS Grenadiers possa essere di nuovo la squadra migliore al mondo”.
IL PILOTA FERRARI ANTONIO FUOCO RINNOVA LA COLLABO CON OFFICINE MATTIO
Per il secondo anno consecutivo, Antonio Fuoco rinnova la sua collaborazione con Officine Mattio. Il pilota ha scelto di allenarsi su una Lemma RT, il modello di punta della gamma RT: una linea innovativa con prestazioni senza compromessi. Antonio Fuoco vanta una carriera di grande rilievo nel motorsport internazionale, con esperienze in monoposto, Gran Turismo e Hypercar. Tra i suoi successi più importanti spicca la vittoria alla 24 Ore di Le Mans 2024. “Antonio rappresenta perfettamente lo spirito di Officine Mattio: determinazione, talento e una costante ricerca della perfezione”, ha commentato Giovanni Monge Roffarello, ceo di Officine Mattio.
PARTNERSHIP
DRALI-REPSOL: IL MARCHIO MILANESE TITLE
SPONSOR DELLA SQUADRA NORVEGESE
Drali Milano ha annunciato la collaborazione con la squadra Continental norvegese, ormai ex Coop–Repsol, che a partire da gennaio 2026 prenderà ufficialmente il nome di Drali–Repsol. Con un contratto che si estenderà fino al 2028, il marchio italiano supporterà la compagine in un percorso di crescita sportiva, sostenendo un progetto ambizioso che rappresenta un’opportunità unica per valorizzare e far crescere entrambe le realtà. La squadra Continental rappresenta un punto di riferimento per il ciclismo del nord Europa dal 2004. A rafforzare ulteriormente il team ci sarà Alexander Kristoff, ex campione europeo e vincitore di Milano–Sanremo e Giro delle Fiandre, che dal 2026 diventerà coproprietario della squadra, portando la sua leadership al servizio della squadra. In foto: il presidente di Drali Milano Robert Carrara e il general manager della squadra Roy Hegreberg
THE PINK EFFECT
Il Giro anche nel 2025 si è confermato uno straordinario motore economico, in grado di generare 2,1 miliardi d’impatto con ricadute anche sul piano sociale. Un evento che punta sempre più all’internazionalizzazione, come dimostrano le partenze dall’estero che suscitano dibattito, ma incontrano il favore del pubblico generalista
di Davide L. Bertagna
La Corsa Rosa si conferma tra i grandi eventi sportivi più rilevanti del panorama nazionale e internazionale. Non solo per la dimensione agonistica e la partecipazione popolare, ma soprattutto per il valore generato in termini economici, sociali e culturali. Lo attesta l’analisi condotta da Banca Ifis, presentata al Festival dello Sport di Trento. Dal 2022, l’istituto pubblica l’Osservatorio sullo Sport System italiano, un prezioso strumento di analisi che monitora trend, dati e impatti legati al mondo dello sport, con un focus su eventi strategici come il Giro d’Italia e le Olimpiadi Milano Cortina 2026. L’obiettivo: contribuire alla definizione di nuove politiche di sviluppo sostenibile del settore.
UN IMPATTO ECONOMICO DA 2,1 MILIARDI DI EURO
L’edizione 2025 ha generato un valore economico complessivo di 2,1 miliardi di euro, distribuiti lungo tutta la filiera coinvolta: turismo, hospitality, retail, media, logistica e indotto territoriale. Il dato più rilevante riguarda il moltiplicatore economico, stimato in 2,8x: per ogni euro investito nell’organizzazione dell’evento, ne sono stati generati quasi tre in ritorni diretti e indiretti. Un effetto leva significativo, che conferma il ciclismo come motore di economia reale, soprattutto per i territori attraversati dalla corsa, spesso lontani dai grandi circuiti turistici tradizionali.
IL VALORE SOCIALE DELLA CORSA ROSA
Lo studio di Banca Ifis ha analizzato anche le ricadute sul benessere psico-fisico e sulla propensione all’attività sportiva di chi ha partecipato come spettatore. È stato inoltre valutato il ruolo del Giro nella promozione di pratiche sostenibili, sia sul piano ambientale che sociale.
Secondo l’analisi, il valore sociale generato nel 2025 è stato pari a 79 milioni di euro, calcolato con un modello proprietario sviluppato da Banca Ifis. Si tratta di un risultato significativo, dovuto all’ampia partecipazione e alla capacità della manifestazione di generare cambiamenti concreti nello stile di vita delle persone:
• il 71% degli spettatori dal vivo (pari a circa 1,6 milioni di persone) ha dichiarato un miglioramento del proprio benessere psico fisico grazie all’evento;
• il 23% dei non sportivi ha affermato che inizierà a praticare attività fisica dopo l’esperienza del Giro;
• il 57% degli sportivi abituali ha dichiarato che aumenterà la frequenza degli allenamenti.
La Corsa Rosa si conferma una vera infrastruttura sociale itinerante, capace di generare impatti positivi duraturi in termini di salute pubblica, inclusione e capitale umano.
IL GIRO SI INTERNAZIONALIZZA (NON SENZA POLEMICHE)
L’edizione 2025 ha registrato un incremento del 4,5% degli spettatori dal vivo, per un totale di 2,3 milioni lungo le strade italiane ed estere. La partenza da Tirana, in Albania, ha rappresentato una scelta strategica per rafforzare la dimensione internazionale del Giro. Non si tratta di una novità: nella sua storia, la Corsa Rosa è già partita da Paesi Bassi, Irlanda, Israele, Danimarca, e nel 2026 sarà la volta della Bulgaria. Tuttavia, ogni edizione con partenza estera è spesso accompagnata da polemiche, legate a un presunto allontanamento dell’evento dalle sue radici italiane.
I dati, però, raccontano una realtà diversa:
• il 36% degli spettatori ha seguito il Giro per la prima volta;
• la spesa media pro capite è stata di 110 euro;
• il 74% ha riconosciuto alle tappe in Albania un forte valore di promozione turistica;
• il 92% degli spettatori dal vivo ha giudicato positivamente la partenza dall’estero;
• il 38% ha interpretato la scelta come un rafforzamento dei legami culturali tra Italia e Albania.
UNA VETRINA GLOBALE PER IL MADE IN ITALY
Il Giro d’Italia si conferma una delle principali piattaforme di promozione del Made in Italy, capace di esaltare l’eccellenza del nostro Paese attraverso lo sport e la narrazione visiva dei territori.
I dati dell’indagine lo dimostrano chiaramente:
• l’89% degli spettatori stranieri ha acquistato prodotti italiani dopo aver seguito l’evento;
• il 45% ha migliorato la percezione del nostro Paese come meta culturale e turistica;
• l’81% degli intervistati internazionali aveva già visitato l’Italia, spesso spinto dalla passione per il ciclismo e dalla bellezza dei paesaggi attraversati dalla corsa.
I numeri parlano chiaro: il Giro è un asset strategico per l’Italia, capace di generare valore economico, benessere sociale e visibilità internazionale. Un evento che fonde sport, promozione territoriale, industria e cultura in una piattaforma unica e ad alto impatto, in grado di dialogare con pubblici diversi, innovare senza perdere le radici e proiettare il Paese nel futuro attraverso la lente delle due ruote.
Simon Yates (Visma | Lease a Bike) festeggia la vittoria del Giro d’Italia 2025 con il Trofeo Senza Fine
Credits: Giro d'Italia
Il 90% degli spettatori live ha giudicato positivamente la scelta di far partire il Giro d’Italia in Albania. I social media superano tv e giornali come fonte d’informazione principale sulla partenza
VALUTAZIONE SULL’ORGANIZZAZIONE
Canali d’innformazione principali sulla partenza in Albania Valutazione sull’organizzazione della partenza del Giro d’Italia
DELLA PARTENZA DEL GIRO IN ALBANIA
/ Giornali
SEGUITO E FRUZIONE GIRO
Il Giro d’Italia – senza dimenticare il Giro-E - si conferma una manifestazione di interesse all’estero: il 32% dichiara di seguirlo, cifra che sale all’88% per chi è appassionato di sport
Il 90% degli spettatori live ha giudicato positivamente la scelta di far partire il Giro d’Italia in Albania
Fonte: survey sulle tappe in Albania del Giro d’Italia a cura dell’Ufficio Studi di Banca
Seguito di Giro d’Italia e Giro-E da
La Corsa Rosa nell’ultimo triennio ha beneficiato di una costante crescita d’interesse sul web a livello mondiale
Giro d'Italia Giro-E
SPETTATORI E VALORE ECONOMICO
Fonte: survey sul Made in Italy
Francia (314) e
(280) e
I social media superano tv e giornali come fonte d’informazione principale sulla partenza
COME GLI STRANIERI FRUISCONO DEL GIRO D’ITALIA?
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sottoposta in altri Paesi esteri (186) tramite newsletter di RCS Sport, a stranieri iscritti alla mailing list.
Il Giro d’Italia si conferma una manifestazione d’interesse all’estero: l’84% segue l’evento in tv, mentre cresce al 33% la fetta di chi si informa sui social media
(253
Country Of Origin effect legata all’esperienza positiva vissuta durante il Giro d’Italia, marginale o inesistente il peggioramento
Il Giro 2025 si conferma un’edizione con numeri in crescita, sia per gli spettatori lungo le strade sia nella spesa totale sul territorio
La partecipazione al Giro ha prodotto un cambiamento positivo sullo spettatore, generando un effetto moltiplicatore del valore sociale molto elevato
L’Italia può contare su un rilevante Country Of Origin effect legata all’esperienza positiva vissuta durante il Giro d’Italia
COME È CAMBIATA LA PERCEZIONE DELL’ITALIA DOPO AVER ASSISTITO AL GIRO?
SULLA CRESTA DELL’ONDA
Tra i nomi più riconosciuti e influenti nel mondo gravel e allroad, 3T continua a pensare al futuro e a costruire il proprio marchio (e la propria community), grazie a vision e scelte coraggiose. Come quella di riportare la produzione in Italia
di Gabriele Vazzola
Anche se nell’immaginario del ciclista contemporaneo 3T è percepita come un’azienda giovane, in realtà è stata fondata parecchi anni fa, precisamente nel 1961. Inizialmente il brand era identificato come 3TTT, acronimo di Tecno Tubo Torino e ha prodotto componentistica di vario genere, principalmente manubri e stem molto apprezzati da stradisti e mtbiker. Come spesso è accaduto anche per altre aziende in Italia, la Tecno Tubo Torino ha attraversato una fase di difficoltà con l’avvento del carbonio. Il suo nome però non hai mai perso l’allure. Nel 2007 ci fu l’acquisizione da parte di René Wiertz, che venne presto raggiunto da Gerard Wroomen, co-fondatore del noto brand Cervélo (anche lui approdato poi in 3T dal 2012). I due hanno quindi preso le redini dell’azienda e avuto l’intelligenza di circondarsi da un team giovane, motivato e soprattutto competente e attento a quelle che erano le nuove direzioni del mondo bike, tanto che in pochi anni 3T è risorta come la fenice, diventando ora uno dei brand più apprezzati e influenti,
L'intervista
Edi Jareci, ceo
Raccontaci la tua storia e di come sei approdato in 3T.
Il mio percorso nel mondo della bike industry inizia 15 anni fa. Sono sempre stato nel mondo dello sport ma prima mi occupavo di tennis fino a quando una piccola realtà che arrivava dal Piemonte (Tecno Tubo Torino) si stava rilanciando e necessitava di figure e di persone giovani, volenterose e che potessero fare un po’ di tutto e mettere le mani ovunque. In questo tempo ho cercato di percorrere tutte le fasi dei processi aziendali. A quell’epoca non sembrava più coerente la tipologia di prodotto che avevamo a catalogo, abbiamo quindi deciso di modificare in maniera strategica il percorso dell’azienda.
Com'è avvenuto questo cambiamento?
Il passaggio è stato mutuato dal cambiamento che ha subito il mercato quando è arrivato il carbonio. Le prime produzioni avevano evidenziato i problemi che si avevano in Italia a produrre prodotti di qualità in composito. Questo ha portato alla scelta di un rinnovamento complessivo dell’azienda. All'epoca molte realtà erano interessate a noi e c’era l’idea di creare un hub strategico italiano che potesse soddisfare tutti i segmenti della bike industry. Un’idea sulla carta vincente ma non si sono allineati
soprattutto quando si parla di gravel e allroad. Non solo, l’azienda ora trasferita in provincia di Bergamo viene ritenuta tra gli inventori del gravel per come lo conosciamo oggi, soprattutto grazie alla presentazione, nel 2016 della prima bici a marchio 3T, l’Exploro. Oggi, grazie anche alla collaborazione con il fondo italiano UTurn Investments e a scelte intelligenti, guarda al futuro con progetti concreti e ottimismo.
Il ceo Edi Jareci è in azienda dagli albori della sua ri-fondazione. Si è occupato un po’ di tutto in 3T e si può dire che ne sia il suo più profondo conoscitore. Lo abbiamo intervistato e ci ha raccontato la storia di come 3T abbia contribuito a scrivere le prime pagine del movimento gravel e di come è ben intenzionata a mantenere un ruolo leader anche nel futuro. Obiettivo numero uno: riportare entro pochi anni tutta la produzione in Italia a un prezzo competitivo.
i pianeti perché si potesse concretizzare. Era un bel progetto, ma piano piano le aziende si staccarono da questa progettualità e da quel momento le decisioni interne andavano prese senza partner importanti come quelli con cui stavamo trattando. Non volevamo perdere il nostro dna spinto sempre all’innovazione e quindi abbiamo deciso di buttarci in un segmento nascente, quello del gravel. Tutto nacque anche grazie anche a Gerard Vroomen, fondatore di Cervélo, che era fuoriuscito dal gruppo Pon e desiderava dare un’altra impronta personale al mercato bike. Qui ha trovato terreno fertile e ha potuto esprimere tutta la sua vena creativa. Il gravel in Italia era ancora difficile da tradurre, pronunciare, legare a determinati eventi. Tanti consumatori non comprendevano ancora di cosa si trattava.
Il gravel è una disciplina, ma anche un movimento che sta crescendo. 3T si sta evolvendo di conseguenza?
Scherzando con la nostra community diciamo sempre che: “Il gravel non esiste” oppure “Il gravel è sempre esistito”. Sono due concetti agli antipodi ma che di fatto dicono la stessa cosa. Il modo in cui ognuno di noi va in bici è molto personale, che sia su asfalto o su sterrato: è un'espressione della propria personalità. Facendo un paragone con la musica possiamo dire che all’inizio ci identificavamo molto con uno stile un po’ “punk”, ora siamo cresciuti e passati dall’essere come i Ramones all'essere come i Pearl Jam, con lo stesso spirito, ma di sicuro più affinati, centrati ed evoluti. Questo è visibile anche con il lancio del nuovo catalogo. Siamo più maturi ma manteniamo la stessa anima, un po’ come sta facendo anche il movimento gravel.
Qual è stata l’idea dietro la prima Exploro?
L’evento forse più importante del settore si chiamava Dirty Kanza che cambiò il nome in Unbound Gravel nel 2020. Questa è una manifestazione molto riconosciuta, forse
l’evento gravel più importante per i “duri e puri”. Da lì abbiamo preso spunto per creare una bici che potesse andare sullo sterrato, sporca di fango ma comunque veloce. Per fare questo siamo partiti dalle ruote, come del resto continuiamo a fare. Dopo un anno dal lancio dell'Exploro vincemmo l’evento che ci aveva ispirato e il cerchio si chiuse. Da lì non ci siamo mai fermati, e l’anno scorso abbiamo rivinto con la nuova bici grazie a Svenja Betz. Non abbiamo proprio inventato il gravel, ma abbiamo cavalcato una piccola onda che si iniziava a intravedere, l’abbiamo accolta e abbiamo messo tutto il nostro impegno per rendere al meglio in quel tipo di eventi e questo ci ha premiato a livello strategico. Ci siamo concentrati su quel segmento che andava costruito da zero. Un’azienda più istituzionalizzata avrebbe fatto più fatica a essere sul pezzo dall’inizio in così breve tempo. Se non sei dentro la comunità, fai fatica a capire cosa le persone vogliono davvero e noi ne siamo parte integrante.
Cosa è cambiato dalla prima Exploro a quella attuale? Come si sono evoluti i prodotti di 3T?
Dal primo modello a quello attuale che si chiama Primo², la bici non ha subito grandi cambiamenti: abbiamo aggiornato l’integrazione, qualche piccola specifica e apportato alcune migliorie. Questa cosa mi ha sorpreso in positivo, ho capito che avevamo creato un telaio dietro a un concetto davvero all’avanguardia. Il nostro prodotto si è sempre evoluto come si sono evoluti gli eventi. Adesso ci sono sempre di più gare gravel dove si cerca la massima performance. La RaceMax² Italia è la nostra proposta per chi vuole una bici veloce da gravel race. Abbiamo inserito lo storage nel tubo obliquo, integrato anche la luce al reggisella, cambiato le geometrie rendendole più racing e più veloci. Continuiamo in questo modo a cavalcare quella piccola onda che ora si è fatta grande, cercando però di anticiparne la direzione.
Come è avvenuto il rientro di parte della produzione in Italia, e che valore aggiunto vi ha dato?
Abbiamo innanzitutto imparato dagli errori del passato e non ci siamo buttati nella produzione senza prima avere un know how che ci permettesse di fare le cose nel modo migliore. Nel 2018 iniziammo a intravedere la possibilità di produrre a Bergamo, grazie anche all’acquisizione dell’azienda tedesca THM, specializzata nella lavorazione del carbonio ad altissimi livelli nel mondo bike e biomedicale. Tutto il valore che vediamo ora in Asia sulla fibra, in Europa in parte si è perso, tranne che in piccole realtà dalla qualità e artigianalità estrema. La grande domanda ora è come portare quella qualità a livello industriale. I passaggi successivi sono stati quelli di conoscere i fornitori per avere il carbonio di qualità più alta, che costo poteva avere e quali erano le lavorazioni più convenienti. Facendo questo abbiamo acquisito le conoscenze che dovevamo avere per fare un prodotto di grande qualità anche internamente. Dovevamo capire “solo” come industrializzarlo. Qui entrò in gioco Enrique Romeo Pineda, il nostro ingegnere che ebbe la visione di sviluppare il nostro esclusivo metodo costruttivo in cui le fibre di carbonio vengono intessute a secco e poi impregnate nello stampo. Abbiamo assemblato noi i prototipi di macchina con cui abbiamo costruito il primo telaio. È un processo completamente diverso da quello asiatico. Noi partiamo da un prodotto ancora grezzo, dalla fibra di carbonio in filamenti, acquistiamo gli stock in rulli e non in pezze preimpregnate. È stato un processo lungo ma appassionante. Il primo stampo che abbiamo fatto è stato sui telai Strada e abbiamo visto che ciò che avevamo in testa era realizzabile. Il primo telaio commercializzato è stato chiamato Founder Edition, proprio in quel momento arrivò il Covid e subito prendemmo la consapevolezza di avere preso la direzione giusta. Eravamo diventati indipendenti da un mercato che è spesso in balia di agenti esterni incontrollabili, che ci rendeva schiavi del prezzo e delle quantità generando grandi problematiche ai retailer. Se produci in Asia sei sempre condizionato da aspetti esterni. Per competere sul prezzo devi fare ordini enormi che poi non riesci a smaltire e quindi inizi a svendere svalutando il tuo brand.
Parlaci del rapporto speciale che avete con i vostri retailer e con la community. Cerchiamo di stare sempre in contatto con i nostri retailer sul territorio, per noi sono una figura fondamentale. Ci permettono un contatto diretto anche con i clienti. Al negoziante dimostriamo sempre la nostra presenza sul territorio non solo a livello di vendite, ma creando valore anche nel suo network. A noi piace utilizzare la realtà del negozio fisico per portare la nostra esperienza nel mondo gravel alla sua clientela, perché quando i clienti entrano nella family 3T molto spesso rimangono con noi negli anni. Non siamo un’azienda che offre solo un prodotto e cavalca l’onda, ma abbiamo partecipato in modo attivo alla sua creazione. Quello che diamo come servizi e come eventi sul territorio è importante anche a livello di immagine e storytelling. Vorrei riuscire a far capire al negoziante di non dimenticarsi di questo aspetto perché a lungo termine porta un valore tangibile che io stesso ho percepito in prima persona. Con 3T si entra anche in una comunità. Al consumatore finale vorrei comunicare di guardare al prodotto italiano con maggior fiducia, senza sempre arrivare al punto di valutare e giudicare unicamente il prezzo. Produrre qui costa tanto, ma nonostante questo abbiamo dei prezzi sul prodotto italiano che sono paragonabili a quelli di chi produce in Asia. Proponiamo bici per molte tasche, a partire da circa tremila euro della Primo², con telaio prodotto in Asia.
Prodotta in Italia nello stabilimento di Presezzo partendo dalla fibra di carbonio secca e non pre-impregnata, ogni singolo filamento è intrecciato automaticamente (filament winding technique) e solo successivamente segue l'iniezione della resina direttamente nello stampo. Questo processo produttivo è ciò che 3T chiama Jazz Carbon. La RaceMax² Italia beneficia di una nuova geometria con spazio per gli pneumatici fino a 51 mm, vano portaoggetti integrato nel tubo obliquo e luce posteriore all'interno del reggisella. La sua geometria segue i principi del realfast gravel: un equilibrio ideale tra prestazioni e comfort, che consente a chi pedala di mantenere la massima efficienza più a lungo. Lo stesso vale per l’aerodinamica che, partendo dalle gomme, ha un cutout anteriore e posteriore perfettamente sagomati e un tubo obliquo largo 75 mm che segue da vicino il flusso d’aria proveniente dalle ruote anteriori, schermando al tempo stesso le borracce. Il tubo sterzo è estremamente stretto e la forcella a sezione variabile ha viti dei freni schermate e dettagli aerodinamici che si estendono al carro posteriore e al reggisella. Il tutto è stato ingegnerizzato considerando velocità realistiche e la velocità del vento, larghezze reali degli pneumatici, posizioni delle borracce e perfino fango sulla bici. 3T RaceMax² Italia è disponibile in varie colorazioni e versioni. Presentiamo qui il modello secondo noi più iconico, montato con il nuovo gruppo Campagnolo Super Record 13v.
SCHEDA TECNICA
Telaio: RaceMax² Italia Integrale Jazz
Carbon, made in Italy
Forcella: 3T Fango RaceMax²
Gruppo: Campagnolo Super Record
WRL 13S, cassetta 10-33
Guarnitura: Campagnolo Super Record
Power Meter 45/29
Freni: Campagnolo Super Record (rotori 160 mm)
Ruote: 3T Discus 45|40 LTD
Gomme: Schwalbe G-One RS 700×45
Sella: Fizik Vento Argo R1 Light 140 mm
3T
RACEMAX² ITALIA
TUTTE
LE “CREPE” DEL MODELLO D2C
Le recenti difficoltà del brand tedesco YT Industries hanno messo a nudo i limiti della strategia “Direct to Consumer”. Forse non è così conveniente saltare la filiera, soprattutto in tempi complicati per il mercato
di Gabriele Vazzola
Già da tempo tra appassionati e operatori del settore si parla dei problemi finanziari di YT Industries, noto produttore di mtb che deve il suo successo alla qualità delle bici, ma anche al prezzo aggressivo di vendita. I guai sono iniziati da tempo, ma da luglio 2025 è entrata in autoamministrazione, una caratteristica unica del diritto fallimentare tedesco, che permette al team dirigenziale esistente di mantenere il controllo delle operazioni quotidiane, pur lavorando sotto la supervisione di un esperto in ristrutturazione nominato dal tribunale. Questo accordo offre a YT un’opportunità fondamentale per stabilizzare l’attività senza la minaccia immediata di azioni legali da parte dei creditori. L’azienda propone un modello di business D2C (Direct to Consumer) non nuovo e portato avanti anche da brand come l’avanguardista Canyon o Propain (anche se non in maniera del tutto uguale). Un comparto a trazione tutta teutonica che si è retto per anni su prezzi aggressivi con ordini in continua ascesa e sulla forza di un mercato, quello tedesco (ed europeo), che continuava a macinare numeri. Questi fattori hanno sempre permesso la sostenibilità di tale modello d’impresa che fonda le sue basi su minori costi di distribuzione, ma su un magazzino e un customer service ipertrofici. Proprio questi due comparti, in certe condizioni di mercato, possono risultare un pesante fardello da gestire.
COLPA DEL CASO, DEL MODELLO O DELLA GESTIONE?
Iniziano a sorgere parecchi dubbi sul fatto che il modello di vendita diretta al consumatore sia sostenibile a lungo termine. Quello che è sembrato un approccio rivoluzionario alla vendita di biciclette, si trova ora ad affrontare parecchie difficoltà e ci si chiede se i fondamenti su cui si basa siano in realtà applicabili alla bike industry in maniera profittevole. Molti top brand in ambito sport (come anche il colosso Nike), che hanno puntato fortemente su modelli di business D2C, si sono trovati difficoltà a dover fare i conti con un calo dei fatturati e delle vendite. YT Industries ha presentato
istanza di fallimento in Germania dopo aver attuato una campagna di sconti senza precedenti. Come spesso accade in questi casi, c’è di mezzo un fondo di private equity che finanziava il marchio e che ha lasciato YT in “braghe di tela” ritirando i finanziamenti e lasciando il fondatore Markus Flossmann a lottare per riacquistare la propria azienda. A ciò vanno aggiunti i dazi USA, i disastri nella catena di approvvigionamento e un eccesso di scorte. Una sfortunata serie di eventi sembra aver messo a nudo la debolezza del modello D2C puro applicato al mondo degli sporting goods.
Teoricamente, YT Industries, vendendo direttamente ai consumatori online, avrebbe potuto eliminare i margini dei rivenditori e trasferire i vantaggi di questo risparmio al consumer. Nessun intermediario nei negozi significava bici premium a prezzi inferiori rispetto a quelli della concorrenza. Il modello ha funzionato durante gli anni del boom, quando YT promuoveva una visione del futuro in cui la vendita al dettaglio tradizionale sarebbe divenuta obsoleta (il condizionale, in questo caso, è più che mai d’obbligo).
MODELLO D2C VS MERCATO IN FLESSIONE
In realtà gli operatori che hanno creduto nel modello Direct to Consumer non hanno tenuto conto del fatto che i margini verso dealer e agenti o distributori non venivano del tutto eliminati, ma (almeno in parte) allocati altrove. I budget marketing per costruire la brand awareness senza l’aiuto dei negozi fisici sono altissimi, così come quelli per mantenere un team d’assistenza clienti in grado di risolvere da remoto ogni problematica. A questi vanno aggiunti: la spedizione gratuita in entrambe le direzioni, le politiche di reso e le complicate reti logistiche. Sommando tutto, la struttura dei costi del D2C puro non sembra in realtà così più snella della distribuzione tradizionale. Inoltre, tale modello manca anche dell’ammortizzatore insito nella distribuzione tradizionale che tende a distribuire lungo tutta la catena di fornitura le problematiche e gli invenduti. Tutti subiscono i disagi, ma tutti in una certa misura li condividono. Nel modello D2C puro, tutta questa compressione dei margini ricade direttamente sul marchio. Quando YT ha dovuto adeguarsi agli sconti elevati che la concorrenza ha applicato per movimentare l’inventario, ha da sola dovuto sobbarcarsi il 100% delle perdite.
L’ACQUISTO ONLINE NON È PER TUTTI
Forse una delle problematiche più grosse del modello D2C nasce proprio dal fatto che non tutti i consumatori desiderano acquistare un prodotto molto costoso senza averlo prima provato, visto o toccato con mano. Certo le offerte online possono anche essere allettanti, ma per convincere tutti devono essere tali da erodere (come si è detto) ogni marginalità. Inoltre, si sottovaluta la necessità di molte persone, spesso alto spendenti, di desiderare una pronta assistenza fisica in caso di problemi. Queste persone vogliono avere sempre la loro bici a disposizione perfettamente funzionante, senza perdere tempo in manutenzioni caserecce o spedizioni. In molti desiderano un rapporto diretto con un negoziante amico e disponibile. I marchi più solidi oggi mantengono infatti ecosistemi diversificati costituiti da: negozi monomarca, reti di concessionari e vendite online, in modo che quando un canale soffre, gli altri siano in grado comunque di garantire una certa stabilità.
UNO SPORT PER TUTTI
Visto come una disciplina costosa e impegnativa, da vicino il triathlon non sembra essere poi così lontano dalle persone comuni. Le formule e le distanze sono molte, e non serve per forza vincere: lo scopo è soprattutto sfidare sé stessi e divertirsi. Parola di pro di Gabriele Vazzola
Lo scorso anno, con lo speciale triathlon, abbiamo inaugurato il ciclo di interviste esclusive che ogni numero ci stanno accompagnando per parlare con un protagonista del settore e portare sulle nostre pagine una testimonianza, vera e approfondita, dal punto di vista di chi vive in maniera totalizzante ogni sfaccettatura del nostro mondo. All’epoca parlammo con Max Rovatti che si occupa dell’organizzazione del triathlon “più grande del mondo”, ovvero l'Ironman di Cervia. Questa
L'intervista
Gregory Barnaby, atleta
Quando e come hai iniziato a praticare triathlon?
"Il mio consiglio è quello di non bruciare le tappe. Il triathlon è una sfida contro se stessi e tutti vorrebbero vedere i miglioramenti in poco tempo, ma i risultati veri si vedono in anni. La cosa che dico sempre è che comunque bisogna divertirsi, è il segreto per migliorare"
Ho iniziato a nove anni qui in provincia di Verona dove sono nato. Ho mosso i primi passi partendo dalla piscina del mio paese. Per iniziare uno sport a tratti così impegnativo è importante avere un gruppo in cui ci si possa riconoscere, che ti supporti e che ti permetta anche di divertirti. In quegli anni ho avuto la fortuna di avere un allenatore molto bravo e un bel gruppo. Giocavo a calcio da quando avevo cinque anni e facevo quindi entrambe le cose, anche se erano molto diverse. Anche i miei genitori erano sportivi e quindi ero già abituato a correre, nuotare e ad andare in bici lungo le sponde del lago di Garda, poi ho conosciuto questo gruppo e ho voluto iniziare questa avventura. A un certo punto, quando avevo circa 14 anni, il tutto iniziava a essere un po’ troppo impegnativo e mi sono trovato di fronte alla necessità di effettuare una scelta. Con lo stupore di tutti ho optato per la cosa meno scontata e percepita come controcorrente: il triathlon.
Quando hai capito che la passione per questo sport poteva diventare un lavoro? Per me da ragazzino era poco più che un divertimento, e lo è tuttora. Non la presi così seriamente fino ai 18 anni. Da lì ho iniziato a crederci quando hanno iniziato anche ad arrivare i primi piazzamenti importanti. A 20 anni capii che questo poteva essere il mio lavoro. Da piccolo non ho fatto tutta la trafila delle nazionali giovanili, facevo comunque delle buone prestazioni ma non ho mai vinto nulla di importante
volta abbiamo incontrato l’atleta più rappresentativo del panorama italiano: Gregory Barnaby. Negli ultimi anni è passato dalle distanze olimpiche a quelle più lunghe dell’Ironman e del 70.3 (per i profani il mezzo Ironman). Lontano dal peso dei cinque cerchi, sembra aver trovato la sua dimensione nelle distanze più lunghe ed è reduce dal sesto posto ai Mondiali di Kona e dalla vittoria della classifica finale nella prima edizione del circuito professionistico Ironman Pro Series, che si è aperto proprio in Italia a Jesolo.
anche se andavo forte. Poi sono arrivati i primi risultati importanti, e ho capito che quella poteva essere la mia strada e che avrei potuto tentare di avere una carriera da professionista nel triathlon.
Cosa significa essere un pro in uno sport tutto sommato di nicchia?
Penso di essere il primo atleta triathlon ad avere un manager in Italia, lavoro con Stefano Castioni, che mi aiuta a gestire la mia carriera con un approccio al 100% professionale. È una disciplina in cui non girano molti soldi e servono delle figure che credano in te e ti aiutino. Alcuni atleti sono pagati dai gruppi sportivi e le squadre cercano gli sponsor, sono stato fortunato a trovare la mia che mi ha supportato molto negli anni. Si guadagna dalle gare vinte e dagli sponsor della squadra. Fino al 2020 ho fatto sempre le corte distanze cercando la qualifica per l’Olimpiade e c’era per questo anche un supporto economico dalla federazione, invece nelle lunghe distanze Ironman e 70.3 (che non si corrono alle Olimpiadi ma sono le più seguite dalla comunità degli appassionati), gli atleti agiscono in maniera individuale. Serve quindi un manager che trovi gli sponsor e si punta anche ai montepremi delle gare. Ad oggi sono supportato da Pinarello, DMT, Hardskin, adidas, Livigno, Rudy Project e DT Swiss. Dall’anno scorso partecipo attivamente anche allo sviluppo dei prodotti. Questa è una parte che mi piace molto, con DMT per esempio ho sviluppato una nuova scarpa da triathlon. Noi utilizziamo il prodotto al massimo delle sue possibilità, e spingiamo per avere tutto il guadagno possibile nella prestazione. Il triathlon però è uno sport in cui professionisti e amatori corrono lo stesso giorno sulle stesse distanze, quindi comprendiamo anche le esigenze dell’amatore, che spesso è alla ricerca di qualcosa di più comodo.
Cosa cambia nell’approccio alla frazione in bici tra lunghe e corte distanze? Tanto. Nei corti ancora in molti sottovalutano la parte di manutenzione della bici e di come possa influire sulla prestazione e sui marginal gain. Mentre nelle lunghe
distanze, la percezione che ogni aspetto influisca è più chiara e quindi è spesso tutto più curato, dalla pulizia della bici alla posizione in sella. Nell'Ironman si sta sulla bici per 180 km e ci possono essere anche minuti di differenza. Il mio allenatore, Luca Zenti, è anche il mio biomeccanico; è in grado sempre di mettermi nella posizione corretta, lavoriamo insieme da cinque anni e mi conosce molto bene, anche se ci possono essere sempre delle evoluzioni. Da quest’anno corro con la Pinarello Bolide, per noi un bel salto di qualità, con cui abbiamo fatto anche sessioni sessioni in velodromo e in galleria del vento. Esco in bici molto spesso, anche sei volte alla settimana, è la frazione più lunga del triathlon e va allenata molto. Se sto bene in sella poi corro anche bene, quindi è molto importante scendere dalla bici con le gambe a posto, altrimenti non riesco a performare al meglio nella maratona.
Come gestisci gli allenamenti nel tempo a disposizione?
L’allenamento deve adattarsi alle gare e ai periodi di off-season. Quest'anno ho puntato molto su lavori veloci, che trovo più difficili date le mie caratteristiche che mi portano a performare meglio sulle distanze lunghe. Invece lo scorso anno ero più focalizzato sull’Ironman perché puntavo anche a far bene al Mondiale e facevo lavori molto lunghi e concentrati in Z2. Ogni giorno alleno almeno due sport e per farlo necessito di circa 30 ore alla settimana. Se si fanno sei ore in bici poi la corsa è più leggera, i giorni di scarico prevedono tutti gli sport ma in maniera molto leggera. Nei giorni off e nel periodo di altura c’è anche la palestra. Insomma, non ci si annoia mai.
Qual è stato il tuo anno migliore come atleta professionista?
Sicuramente quello scorso, da quando sono passato alle lunghe distanze penso di aver iniziato una seconda carriera, migliore di quella di prima. Sono sempre stato più portato per i lunghi ma le Olimpiadi mi hanno sempre condizionato da questo punto di vista. Anche in Italia i professionisti in questo segmento stanno aumentando e migliorando. Ho vinto la classifica generale del nuovo circuito professionistico Ironman, l’hanno presentato a ottobre 2023 e quando ho visto come si sarebbe svolto mi sono confrontato con il mio manager e abbiamo capito che si poteva far bene. Nessuno in Italia aveva mai vinto un evento internazionale così importante. Il prossimo obiettivo sarà quello di presentarmi nella massima forma al Mondiale di Kona dove ho fatto sesto lo scorso anno. Ci sono tanti atleti forti però, tra cui un trio di norvegesi. C’è molta rivalità e vorrei migliorare puntando al podio.
Quale pensi che sia la gara più bella della stagione? È difficile dirlo. Come atmosfera la migliore è di sicuro Kona dove ci si gioca il Mondiale, ma il percorso in sé non è così bello, soprattutto la parte in bici, sono 180 km avanti
e indietro in un’autostrada e poi il caldo mette molto in difficoltà. Come percorso mi piace molto l’Ironman di Nizza, la frazione in bici è molto mossa e prevede salite impegnative con molto dislivello. Anche le gare in Germania sono molto belle e c’è un pubblico pazzesco, e lo percepisci soprattutto nella frazione di corsa.
Che consigli daresti a chi vuole iniziare da zero a praticare triathlon?
Il mio consiglio è quello di non bruciare le tappe. Il triathlon è una sfida contro se stessi e tutti vorrebbero vedere i miglioramenti in poco tempo, ma i risultati veri si vedono in anni. La cosa che dico sempre è che comunque bisogna divertirsi, è il segreto per migliorare. Non bisogna approcciare il triathlon pensando che possa diventare un lavoro, ma per passione. Vedo tanta gente che si allena troppo, si stressa e arriva alle gare stanca ancora prima di partire. Bisogna godersi anche il percorso di avvicinamento alla gara, che è solamente l’atto finale di un viaggio, soprattutto per le lunghe distanze. Preparare una gara come un 70.3 non richiede un impegno eccessivo. Direi che possono bastare 8/10 ore alla settimana, dividendo i lavori su più giorni e magari facendo qualcosa in più nel weekend allenando il fondo. Comunque ammiro gli amatori che lo fanno perché è molto complicato mettere insieme sport, famiglia e lavoro. Per l’attrezzatura dipende dall’ambizione personale e dalle tasche, di sicuro ci sono delle opzioni meno costose della bici specifica: si può tranquillamente usarne una da strada con le prolunghe. Ho gareggiato in tutto il mondo e in posti come gli Stati Uniti c’è gente che corre con bici improbabili. Per loro l’importante è sfidare se stessi, al contrario dell’Italia. Il triathlon è visto come uno sport eccessivamente costoso e complicato, ma penso che possa essere uno sport per tutti, è solo una questione di approccio. Alla fine è la somma di tre disciline semplici, che molte persone di base sanno fare. Poi si può affinare la tecnica e imparare a gestire nel modo corretto le transizioni, ma la base per iniziare l’avrebbero tutti.
PINARELLO
BOLIDE F TR
La risposta di Pinarello all’evoluzione del mondo triathlon. Ha debuttato nel fantastico scenario di Kona, alle Hawaii ha subito stabilito il record nel segmento su strada che già deteneva dalla scorsa edizione. Bolide TR, realizzata in carbonio TorayCa T1100 1K, grazie alle straordinarie caratteristiche di rigidità e comfort è adatta a tutti i triatleti impegnati nelle più dure competizioni no-draft (dove non è permesso stare in scia). I tecnici del PinaLab hanno lavorato su guidabilità e comfort, disegnando anche dei porta oggetti perfettamente integrati sul telaio e testati in galleria del vento.
GIANT /RIVET MIPS
Progettato per cronoman e triatleti d’élite che cercano il massimo vantaggio aerodinamico, Rivet Mips è il risultato di ricerca scientifica, feedback da parte dei professionisti e test prestazionali sul campo. Dalle simulazioni CFD all’ottimizzazione in galleria del vento, ogni dettaglio è stato progettato dai tecnici Giant per aiutare a fendere i flussi con la minima resistenza. Il posizionamento delle prese d’aria e il sistema di regolazione si uniscono in questo casco ad alte prestazioni capace di garantire velocità pura e comfort ventilato. La sicurezza è al primo posto grazie all’integrazione del sistema Mips Air Node, alla valutazione a cinque stelle del Virginia Tech Helmet Safety Lab e al sistema di chiusura Fidlock che mantiene tutto ben saldo. Da segnalare la visiera aerodinamica rimovibile con protezione UV, con trattamento anti appannamento e deviazione del vento per una concentrazione e visibilità ottimali.
Giant - info@giant-italia.it
RUDY PROJECT /ASTRAL SPHERE
Astral Sphere è il modello versatile di Rudy Project che completa l'offerta della famiglia Astral, ora arricchita della variante con lente sferica. Questo occhiale è compatibile con le lenti fotocromatiche ImpactX, infrangibili dall'eccezionale adattabilità alle diverse condizioni di luce, che offrono una chiarezza visiva di prima classe e una protezione UV completa. Il modello viene proposto anche nella variante con lenti Polar 3FX Multilaser, la scelta privilegiata per le attività nelle quali sia necessario ridurre l'abbagliamento e migliorare il contrasto dei colori. Il telaio è realizzato in Rilsan Clear, una bioplastica derivata dall'olio di ricino, priva di BPA e prodotta in modo responsabile, ma con eccezionali prestazioni in termini di leggerezza, resistenza chimica e flessibilità. La struttura leggera, i naselli ergonomici e le aste regolabili permettono di adattarli a diverse forme del viso e garantiscono sicurezza e comodità anche durante situazioni di grande intensità.
Rudy Project - 0422 433011 - info@rudyproject.com
WILIER TRIESTINA
/SUPERSONICA SLR
Supersonica SLR è il frutto di mesi di lavoro insieme a Stefan Küng e allo staff della Groupama – FDJ. Secondo i dati registrati da Wilier, il nuovo telaio da crono migliora di quasi il 16% l’efficacia aerodinamica rispetto al modello precedente, a parità di condizioni registrate in galleria del vento. La realizzazione della Supersonica SLR è partita dai primi prototipi stampati in 3D, per poi passare ai test su bici in carbonio su cui veniva messo in sella un manichino delle stesse dimensioni di Stefan Küng, in modo da accelerare i tempi di produzione. Il telaio è in monoscocca con reggisella integrato ed è la dimostrazione del know-how raggiunto da Wilier con questa lavorazione. Il montaggio di una monocorona all’anteriore permette di avere una guarnitura fino a 70 denti
Wilier Triestina – 0424.540442 – info@wilier.it
SCHEDA TECNICA
Freni: Shimano Dura-Ace
PROLOGO
Telaio: carbonio monoscocca
Forcella: Supersonica SLR carbonio
Gruppo: Shimano Dura-Ace
Ruote: Miche Kleos RD SPX3 F/Kleos RD Crono
Pneumatici: Vittoria Corsa Pro 700x26C
Predator 01TT CPC, sella da crono dotata di Connect Power Control (tecnologia brevettata da Prologo) ha accompagnato Jonas Vingegaard nelle prove contro il tempo dell’edizione 2025 del Tour de France consentendogli di ottimizzare la posizione in sella e la performance. Fin da subito il progetto si è contraddistinto per la sinergia con il team Visma | Lease a Bike, che dall'inizio di questa stagione ha scelto Prologo come Innovation Technical Partner. La forma ergonomica di questa sella V-shape (260x110 mm) è stata studiata per agevolare la massima rotazione del bacino dell’atleta, permettendogli di assumere e mantenere più a lungo una posizione estremamente aerodinamica. La seduta, lunga 170 mm, presenta una superficie con imbottitura maggiorata in materiale EVA, per offrire il massimo supporto. L’ampio canale centrale PAS, che contraddistingue tutta la lunghezza dell’area di appoggio, permette di ridurre i picchi di pressione sui tessuti molli migliorando il comfort. Inoltre, il naso largo 50 mm, garantisce una superficie più generosa che consente all’atleta di sprigionare tutta la potenza anche in punta di sella.
Prologo - 039.6823507 - info@prologotouch.com
SANTINI /LINEA LEAF
Disponibile in tre colorazioni per uomo e donna, il body Leaf è realizzato con un tessuto a effetto fresco, studiato per garantire una rapida dispersione del calore corporeo e un comfort ottimale nelle competizioni più impegnative. Le maniche, costruite in rete con protezione UPF30, offrono un equilibrio ideale tra protezione dai raggi solari e ventilazione, mentre la finitura con una banda elastica traforata assicura una tenuta stabile senza compromettere traspirabilità o libertà di movimento. Il design con apertura frontale totale consente una gestione avanzata della termoregolazione, permettendo agli atleti di adattarsi rapidamente alle variazioni di temperatura durante la gara. Il pantaloncino, realizzato in tessuto compressivo, è progettato per offrire un supporto muscolare ottimale. La struttura è completata da una banda elastica traforata sul fondo gamba, pensata per favorire la traspirazione e garantire stabilità senza esercitare una compressione eccessiva. Il body integra una doppia tasca posteriore con apertura laterale per un accesso rapido agli oggetti essenziali, ottimizzando la gestione dei rifornimenti senza rallentamenti durante la gara. Santini - 035.690566 - info@santinisms.it
GARMIN /EDGE 850
Edge 850 è il nuovo ciclocomputer compatto di Garmin, dotato di touchscreen a colori, progettato per offrire dati e suggerimenti utili a migliorare le proprie prestazioni. Grazie ai piani d’allenamento adattivi di Garmin Cycling Coach, è possibile monitorare i progressi in modo intelligente e arrivare al giorno della gara nella migliore forma possibile. Durante l'attività, Edge 850 fornisce avvisi personalizzati su alimentazione e idratazione, mentre le previsioni meteo in tempo reale aiutano a gestire al meglio ogni fase dell’uscita. Il display a colori da 2,7” è luminoso e altamente reattivo, con un aggiornamento delle mappe rapido e fluido per una navigazione sempre precisa. L'autonomia è un altro punto di forza: fino a 36 ore in modalità risparmio energetico e fino a 12 in uso intenso, ideale anche per le uscite più impegnative. Inoltre, la funzione Group Ride consente di confrontare in tempo reale dati come velocità, frequenza cardiaca, potenza e cadenza con gli altri membri del gruppo, oltre a sfruttare le classiche funzioni di condivisione e competizione. garmin.com
HARDSKIN
/BODY FORMULÆ
Il body FORMULÆ è un capo perfetto per le gare più veloci e intense, che combina la leggerezza di un costume intero con la funzionalità di un pantaloncino tecnico, offrendo un equilibrio ideale tra prestazioni aerodinamiche e libertà di movimento. Progettato per le atlete che cercano un modello esteticamente unico e tecnicamente superiore, si distingue per le cuciture sul pantaloncino, che offrono un ottimo comfort e un supporto muscolare mirato. Questo dettaglio, unito alle maniche ergonomiche, garantisce una copertura ottimale e una riduzione della resistenza aerodinamica, sia in sella sia durante la corsa. Realizzato con due tessuti altamente performanti, il FORMULÆ Body offre compressione strategica, traspirabilità avanzata e una sensazione di seconda pelle. Il design posteriore con apertura ergonomica migliora la ventilazione e contribuisce a mantenere il corpo fresco anche durante gli sforzi più intensi. Il fondello specifico per triathlon ad asciugatura rapida garantisce comfort senza compromettere la libertà di movimento, rendendo questo capo ideale per affrontare transizioni rapide e performance esplosive.
Hardskin - 030.6481208 - info@hardskin.it
DEDA /TT 314
Prodotto, brevettato dall’azienda cremasca e realizzato in Italia, TT 314 è un adattatore clipon progettato per i manubri integrati con sezione superiore aero, su cui è possibile montare estensioni per la crono e il triathlon. Il kit include una clip composita che consente di adattarsi alla forma aerodinamica del manubrio, mentre l’installazione richiede solo cinque minuti. Il kit è dotato di un distanziale angolato da 60 mm/30°, ma sono disponibili come pezzi di ricambio tre opzioni di altezza (80, 100 e 120 mm) e quattro spessori angolati (10°, 15°, 20° e 25°) per una regolazione ad hoc. La compatibilità è con estensioni Deda come JET2 Evo e JET2 Hydro, progettate per un montaggio diretto, mentre è disponibile un kit speciale per la compatibilità con Fast Pro e Parabolica Pro, Fastblack 2 e Parabolica Uno e Due in modo da garantire un fissaggio preciso e stabile. Questo adattatore permette agli specialisti di poter convertire il proprio manubrio aero: non solo con Alanera RS di Deda, ma anche con altri modelli presenti sul mercato. info@dedaelementi.com - dedaelementi.com
Q36.5 /GREGARIUS PRO JERSEY X DANIELA RYF
La nuova collezione di Q36.5 dedicata a Daniela Ryf celebra la forza e la grazia di una campionessa unica. La capsule collection si declina in due colorazioni opposte ma complementari: Volcanic Black e Lava Red, rappresentazione visiva delle diverse facce dell’identità agonistica di Ryf. L’una, “Angry Bird”, intensa e determinata, e l’altra, il piacere puro di quando tutto si allinea e l’atleta “vola con passione”. Tra i prodotti di questa collezione c’è la jersey Gregarius Pro, una maglia pensata per le uscite ad alta intensità. Con un peso di 112 grammi nella taglia M, offre ottima ventilazione grazie al pannello frontale microforato e a una struttura posteriore a nido d’ape che parte dalla nuca e si estende sulle spalle fino all’altezza delle tasche. Il taglio raglan e le maniche realizzate con tessuto a coste favoriscono l’aerodinamicità, mentre il sistema a tre tasche posteriori, in rete espandibile, permette di portare gel, telefono o kit senza compromettere il profilo aerodinamico. La composizione tessile è 79% poliestere e 21% elastan, garantendo leggerezza, traspirazione e comfort anche nelle giornate più calde. La maglia dedicata all’atleta presenta grafiche che si ispirano ai paesaggi lavici di Kona.
Q36.5 – 0471.285169
WIN THE WIND
Un nuovo cockpit per un sistema aerodinamico che punti alla perfezione.
La linea Metron di Vision si rinnova tenendo fede ai suoi principi: garantire ergonomia e integrazione
Il legame tra Vision e il triathlon affonda le sue radici proprio a Kona, la patria dell'Ironman e il teatro delle competizioni di endurance più impegnative del mondo. È qui che negli Anni '90 Vision ha preso vita, influenzato dalle esigenze degli atleti che cercavano soluzioni innovative. Da allora, il marchio ha mantenuto un focus costante sulla ricerca aerodinamica, pionieristica già all’epoca, perfezionando ogni dettaglio grazie all’analisi in galleria del vento e alle simulazioni CFD (fluidodinamica computazionale).
LA RICERCA AERODINAMICA: UN APPROCCIO SISTEMICO
La filosofia di Vision si basa sull’aerodinamica dell’intero sistema atleta-bici. Grazie alla collaborazione con ciclisti professionisti, Vision ha sviluppato una gamma di prodotti ad alte prestazioni, progettati per affrontare le sfide più estreme. In questo caso, parliamo delle ultime novità legate al cockpit.
METRON TFA EVO: NUOVA COSTRUZIONE MONO-RISER
Il lancio della basebar Metron TFA EVO segna un'audace evoluzione nel design del cockpit, in troducendo un'architettura mono-riser che sostituisce il tradizionale sistema dual-stack. Un cambiamento strategico guidato non solo dall’estetica, ma anche dalla ricerca di maggiori standard di prestazioni, precisione e praticità, oltre che di peso. Gli ingegneri Vision hanno ridotto drasticamente la superficie frontale e la turbolenza intorno alla zona del cockpit. Il flusso d'aria, ora più pulito, si traduce in un miglioramento aerodinamico misurabile, consentendo di risparmiare watt e guadagnare secondi nelle prove a cronometro e nelle gare di triathlon. Il sistema mono-riser della basebar TFA EVO è stato progettato considerando anche i feedback di meccanici e atleti, che affrontano molto spesso trasferimenti o modifiche di fitting. Il lavoro si è concentrato sul rendere più semplici i micro aggiustamenti per l’altezza e l’angolazione delle estensioni, oltre che sulla riduzione del numero di viti e di minuteria.
• Costruzione in carbonio
• Pad ed estensioni integrate acquistando il bundle TFA Aerobar)
SOLUZIONI INTEGRATE PER LA MASSIMA PERFORMANCE
I prodotti da triathlon Vision sono progettati per essere utilizzati insieme come un sistema integrato, ottimizzando sia l'aerodinamica sia la loro integrazione. Dal Metron Drinking System, una soluzione di idratazione che mantiene la posizione aerodinamica dell'atleta, all'aerobar Metron TFA EVO, costruita per una facile guidabilità e in grado di garantire un coefficiente di penetrazione dell'aria senza eguali. Questi componenti non sono solo parti singole, ma sono sviluppati per funzionare in armonia, creando una configurazione coesa che consente agli atleti di dare il meglio di sé, riducendo al minimo la resistenza aerodinamica e massimizzando la velocità e il comfort durante le gare di endurance più dure.
METRON TFE EVO AERODINAMICITÀ E COMPATIBILITÀ AL 100%
Le estensioni Metron TFE EVO rappresentano il prodotto Vision più all’avanguardia in termini di sviluppo aerodinamico, know-how di design e produttivo relativo al cockpit in carbonio per il segmento time-trial. Sviluppate in collaborazione con triatleti pro e i team World Tour, le estensioni TFE EVO presentano una piattaforma con rise di 20°, un profilo più profondo e pad ergonomici migliorati per una vestibilità personalizzata. Questa soluzione semi-custom consente di raggiungere il perfetto equilibrio tra comfort e velocità, rendendola la scelta ideale per i triatleti di alto livello e gli specialisti delle cronometro. Le taglie a disposizione sono quattro, le possibilità di regolazioni sono diverse sia in ampiezza sia in longitudine. Le estensioni TFE EVO sono state progettate con l'obiettivo di essere compatibili al 100% con la maggior parte delle bici da Triathlon - TT sul mercato, senza alcun compromesso in termini di prestazioni o design aerodinamico.
• Costruzione in carbonio
• Ampia possibilità di regolazione
• Peso 350 gr (solo basebar)
• Pad integrati
• Compatibili con basebar Metron TFA EVO e Trimax Carbon Si032
FSA – 039.6885265 – fullspeedahead.com
• 4 misure: dalla XS (280 mm) alla L (340 mm)
• Ampia possibilità di regolazione
• Peso 578 grammi la coppia (taglia L)
SCHEDA TECNICA
SCHEDA TECNICA
BIKE CALENDAR
Dalle fiere alle gare più attese, una panoramica degli appuntamenti italiani e internazionali a nostro avviso più interessanti
GENNAIO MARZO FEBBRAIO APRILE MAGGIO
16-18
VELOFOLLIES
Kortrijk (Belgio)
Anche nel 2026, Velofollies darà il via alla stagione delle fiere nel mondo bike. Ormai riconosciuta come la manifestazione più importante del Benelux, l'edizione 2025 ha visto la partecipazione di oltre 300 espositori e 40.000 persone.
GRANFONDO STRADE BIANCHE
La rinomata gara di gravel che si tiene a Girona, in Catalogna, è considerata una delle più importanti a livello mondiale. L'evento offre diverse distanze, dalla 100 km per i neofiti fino all'epica 360 km, e un tracciato che mescola strade bianche, fiumi da attraversare e sterrati impegnativi. 8
La Granfondo che si corre sugli stessi sterrati percorsi dai grandi campioni del ciclismo torna domenica 8 marzo. La partenza è dalla Fortezza Medicea con arrivo in Piazza del Campo. Anche nel 2026 ci sarà la possibilità di scegliere il percorso da 144,3 km (2.000 metri di dislivello) o quello breve da 93,3 km (1.350 metri di dislivello).
CYCLINGWORLD EUROPE
Dusseldorf (Germania)
Ottava edizione di Cyclingworld Europe, che andrà in scena nei suggestivi spazi industriali dell’Areal Böhler, riunendo espositori e consumatori in un’atmosfera unica dedicata alla cultura ciclistica. Con oltre 18.000 m2 espositivi i visitatori troveranno marchi esclusivi, possibilità di test e un ricco programma di workshop.
THE TRAKA
Girona (Spagna)
16-19
SEA OTTER CLASSIC
Monterey (California)
Torna come ogni primavera Sea Otter Classic, appuntamento imperdibile per la comunità internazionale di biker e stradisti a Monterey, in California, sul celebre circuito di Laguna Seca per quattro giorni di gare, spettacolo e divertimento. Da oltre trent’anni, è l’evento più importante di tutto il Nord America. 29-3
BIKE FESTIVAL
Torna a inizio
Nata nel 1996, la BGY Airport Granfondo è una delle manifestazioni più rilevanti nel panorama internazionale. Il tracciato, con partenza nei pressi dello stadio di Bergamo, attraversa un territorio ricco di salite iconiche. I partecipanti potranno scegliere tra quattro percorsi: Sprint: (63 km), Corto (91 km), Medio (130 km) e Lungo (148 km). 20-22
25-28
TAIPEI CYCLE SHOW
Taipei (Taiwan)
Organizzata presso il Taipei Nangang Exhibition Center, questo appuntamento viene considerato da molti operatori del settore come la “vera fiera internazionale”, con un'ampissima gamma di prodotti e brand. L'evento del 2026, con lo slogan "Cycling to Wellness", si concentrerà su benessere, sostenibilità e innovazione nel ciclismo.
27-29
FIERA DEL CICLOTURISMO
Padova (Italia)
A marzo presso il Padova Hall si terrà la quinta edizione della Fiera del Cicloturismo, la manifestazione italiana rivolta a destinazioni e produttori di componenti e accessori. L’evento metterà in contatto tra loro tour operator e professionisti, ma anche famiglie e appassionati in cerca di consigli per i propri viaggi in bici.
24
GRANFONDO NOVE COLLI
Forlì-Cesena (Italia)
Sulle strade più belle della Romagna domenica 24 maggio andrà in scena l’edizione numero 55 della Nove Colli. Tante le novità che verranno svelate nei prossimi mesi. Una fra tutte è un ritorno alle origini: con la scalata al Gorolo, con il tracciato riportato alla tradizione.
Siena (Italia)
Bergamo (Italia) GRANFONDO BGY
Riva del Garda (Italia)
maggio come da tradizione il Bike Festival di Riva del Garda. Tre giorni (e non quattro come nel 2025) pieni di energia con area expo, test ride e gare per ogni livello (dalla Bike Marathon alla eMTB Challenge), show, musica live e momenti da condividere. Il tutto nella fantastica cornice del lago di Garda.
CALENDAR 2026
interessanti che animeranno il mondo bici il prossimo anno. Un’agenda utile per restare sempre al passo con le novità del settore
Bertagna
BAM!
Il grande raduno europeo dei viaggiatori in bicicletta dà appuntamento a tutti gli appassionati nel parco monumentale di Villa Contarini. Giunto alla dodicesima edizione, a ospitare il BAM! sarà dunque una delle più belle ville d’Italia.
Bormio (Italia)
MARATONA DLES DOLOMITES
La Villa (Italia)
La 39ª edizione Maratona dles Dolomites si terrà il 5 luglio 2026 e partirà da La Villa con arrivo a Corvara. L'evento, che attraversa i passi dolomitici, prevede tre percorsi: Maratona (138 km), Medio (106 km) e Sellaronda (55 km). Il tema dell'edizione 2026 sarà "Pace" (Pax).
ITALIAN BIKE FESTIVAL
EROICA
Forte dei numeri registrati nell’ultima edizione (63 mila ingressi ed espositori provenienti da 18 Paesi) IBF rinnova la sua presenza al Misano World Circuit. Nel corso degli anni, la manifestazione ha puntato anhce su talk e workshop che hanno coinvolto atleti, ambassador, pubblico e istituzioni in un dialogo a più voci sul futuro della bici.
La manifestazione cicloturistica per eccellenza, nata da un'idea di Giancarlo Brocci ed altre persone, che si svolge dal 1997 in provincia di Siena. Ha la particolarità di rievocare il ciclismo di un tempo, con percorsi che si svolgono in buona parte su strade bianche con biciclette e abbigliamento d'epoca.
La Granfondo Stelvio Santini 2026 si terrà domenica 7 giugno e prevede tre percorsi: Corto (64 km, 2.280 m D+), Medio (108 km, 3.050 m D+) e Lungo (130 km, 4.270 m D+). Tutti le tre frazioni includono la salita finale dello Stelvio da Bormio. Al debutto nel 2026 nella giornata di sabato una prova gravel.
HERO SÜDTIROL DOLOMITES
Selva di Val Gardena (Italia)
La 16ª edizione della HERO Südtirol Dolomites avrà luogo sabato 13 giugno con i tre percorsi di 86 km con 4.500 metri di dislivello, 71 km e 4.100 m D+ e 60 km con 3.200 m D+. Tutte e tre le opzioni saranno da affrontare in sella immersi nella magnificenza delle Dolomiti, patrimonio mondiale UNESCO.
VELO-CITY
Piazzola sul Brenta (Italia) Rimini (Italia)
Dopo Lipsia nel 2023, Gand nel 2024 e Danzica nel 2025, sarà Rimini a ospitare Velo-city, il summit mondiale dedicato alla ciclabilità. L’evento attirerà oltre 1.500 delegati da più di 60 Paesi e rappresenterà un’occasione unica di scambio di conoscenze tra pubblica amministrazione, decisori politici, mondo accademico e aziende.
24-27
LA STELVIO SANTINI EUROBIKE
Francoforte (Germania)
La kermesse internazionale (nata nel 1991 a Friedrichshafen) nel 2026 andrà ancora in scena al Frankfurt Exhibition Centre. Visto il calo di presenze nel 2025, l’obiettivo è quello di creare una piattaforma molto più compatta ed economica. Per questo la durata dell’evento sarà ridotta di un giorno rispetto agli ultimi anni.
LA FAUSTO COPPI
Cuneo (Italia)
La 37ª edizione de La Fausto Coppi sarà il 28 giugno con partenza da piazza Galimberti a Cuneo. Due i percorsi: Granfondo (172 km e 4.300 metri di dislivello) e Mediofondo (111 km e 2.500 m D+). Tra le novità la frazione non competitiva di 101 km Fauniera Classic, che celebra il piacere di pedalare in un contesto straordinario.
5-7
PRO DAYS
Parigi (Francia)
Nel 2026 ci sarà la 25ª edizione di Pro Days, la fiera b2b più importante in Francia, presso il centro congressi Paris Expo Porte de Versailles. L’appuntamento transalpino rappresenta l’occasione perfetta per incontrare clienti, trovare partner, farsi conoscere dai protagonisti del settore e scoprire le nuove tendenze del mondo delle due ruote.
18-20
SEA OTTER EUROPE
Girona (Spagna)
Nata nel 2017 a Girona, in una delle mete più amate dagli appassionati di ciclismo, la fiera è diventata ormai un appuntamento fondamentale per gli addetti ai lavori. Il format, grazie a una vasta area expo di 40 mila metri quadrati, sta avendo un continuo sviluppo grazie anche all’evoluzione del comparto nella regione iberica.
19-20
IRONMAN
Cervia (Italia)
Dopo un’edizione da record nel 2025 con oltre 6.000 atleti da tutto il mondo, l’IRONMAN torna sul litorale di Cervia a settembre. Come da tradizione, sabato si disputerà la distanza Full, mentre domenica il 70.3 per un weekend di sport, adrenalina e spettacolo lungo la costa romagnola.
Misano (Italia)
Gaiole in Chianti (Italia)
aggiornamento prevede una filettatura esterna in lega leggera e una maggiore rigidità, che garantisce una migliore stabilità e maneggevolezza, ma anche diversi vantaggi per quanto riguarda la compatibilità. L’impatto sul peso complessivo della camera è minimo. Le Aerothan sono disponibili in tre versioni (40-60-100 mm) e per tutti i segmenti: road, mtb, gravel, bmx, cargo e urban. Esiste anche la versione Plus, che ha uno spessore maggiorato e una protezione dalle forature ancora più elevata.
DAGLI PNEUMATICI USATI ALLE NUOVE AEROTHAN
Anche dal punto di vista del rispetto dell‘ambiente, con queste camere d‘aria Schwalbe prosegue con coerenza il suo percorso verso un‘economia circolare. Insieme alle sue aziende partner, l‘azienda a conduzione familiare garantisce il riciclo degli pneumatici usati e l’utilizzo delle materie prime da
certificato Ccycled.
4. Recupero del rCB (nerofumo rigenerato), che sostituisce quello di origine fossile e copre oltre il 70% del nerofumo utilizzato nei nuovi pneumatici Schwalbe.
PERFORMANCE AI GLASSES
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Mark Cavendish
NON PENSARE
ALLA STRADA, VIVILA
Con la nuova gamma di fanalini LUM-X, il marchio italiano MVTEK, distribuito da Mandelli, conferma la propria missione: unire innovazione e convenienza per rendere il ciclismo più sicuro e accessibile per tutti
MVTEK è un marchio creato e distribuito da Mandelli, che negli anni si è affermato come sinonimo di accessori e ricambi per bici capaci di coniugare funzionalità, qualità e prezzo competitivo. Il catalogo spazia dalle selle alle ruote, dai pedali ai caschi, passando per nastri manubrio, lucchetti, borse e attrezzi da officina. La nuova gamma di fanalini LUM-X si inserisce
FANALE ANTERIORE DA 1000 LUMEN: la potenza che fa la differenza
Il top di gamma della collezione è il fanale da 1000 lumen, costruito in una robusta e compatta struttura in alluminio che ne assicura resistenza e durata. La luce bianca intensa, modulabile su cinque modalità, trasforma la notte in giorno, rendendo sicura ogni uscita anche nei percorsi più bui. Con una batteria ricaricabile da 5000 mAh e un’autonomia che si adatta all’intensità della luce, questo fanale è pensato per chi non vuole limiti. L’indicatore a LED consente di monitorare facilmente il livello di carica, mentre l’attacco quarter-turn e il peso contenuto di 150 grammi lo rendono un accessorio potente e pratico.
Prezzo al pubblico consigliato: € 49.00
LE VERSIONI COMPATTE DA 200 E 100 LUMEN: essenzialità e praticità
Quando la priorità è avere un fanalino leggero, compatto e immediato nell’utilizzo, i modelli da 200 e 100 lumen rappresentano la soluzione perfetta. Con un peso di 60 grammi, si montano facilmente tramite l’attacco a slitta con fascetta in silicone e offrono quattro modalità di luce per adattarsi alle diverse condizioni di guida. L’indicatore integrato nel pulsante segnala lo stato della batteria, evitando sorprese durante l’uscita. Questi modelli sono pensati per chi cerca la massima semplicità, senza rinunciare alla sicurezza e alla qualità costruttiva.
Prezzo al pubblico consigliato: € 19.00 (200 lumen) e € 15.00 (100 lumen)
in questo percorso, confermando l’impegno del marchio nel proporre soluzioni concrete e funzionali. Potenza luminosa, autonomia, resistenza agli agenti atmosferici e praticità di utilizzo, grazie alla batteria integrata e ricaricabile tramite USB-C, sono gli elementi che distinguono questi accessori, progettati per garantire sicurezza e visibilità a ogni pedalata.
LE VERSIONI DA 550 E 300 LUMEN: equilibrio ideale tra versatilità e leggerezza
Per chi cerca una combinazione ideale tra intensità luminosa e budget, MVTEK propone le varianti da 550 e 300 lumen. Entrambe impermeabili con certificazione IPX4, offrono quattro modalità d’illuminazione e si distinguono per un design leggero e maneggevole (108 g). La batteria da 1800 mAh assicura una lunga autonomia, mentre l’attacco a slitta con fascetta in silicone permette un montaggio rapido e sicuro su ogni tipo di manubrio. I fanali sono ideali per chi cerca la versatilità, adatti tanto per gli spostamenti urbani quanto per le pedalate fuori città.
Prezzo al pubblico consigliato: € 25.00 (550 lumen) e € 21.00 (300 lumen)
IL KIT ANTERIORE/POSTERIORE: sicurezza a 360°
Per completare l’offerta, MVTEK propone un kit combinato con fanalino anteriore da 300 lumen e posteriore da 30. È la scelta ideale per chi desidera un set completo e pronto all’uso, progettato per muoversi in sicurezza nel traffico urbano o per affrontare uscite serali. L’anteriore riprende le caratteristiche della versione singola da 300 lumen, mentre il posteriore, compatto e leggero, offre quattro livelli di luce fissa e altrettante modalità lampeggianti. Anche in questo caso non mancano impermeabilità IPX4, attacco a slitta con fascetta in silicone e indicatore di stato della batteria.
Prezzo al pubblico consigliato: € 29.00
TASCABILE, UNIVERSALE, INDISPENSABILE
Sono queste le tre caratteristiche principali del nuovo compressore di Barbieri. Un prodotto con display digitale, semplice da utilizzare e in grado di funzionare con tutte le valvole
Quante volte può capitare di rimanere a piedi per aver dimenticato di fare scorta di bombolette o dei kit gonfia e ripara? Barbieri ha sviluppato la soluzione ideale: un compressore tascabile indispensabile per ogni ciclista, che permette di non avere intoppi durante le proprie ride, evitando che un semplice problema rovini una giornata in sella. Compatto (85x50x32 mm) e leggero (150 g), questo compressore unisce potenza e prati cità: raggiunge 8 bar e dispone di display digitale per un gonfiaggio preciso e semplice. Con la batteria completamente carica, si possono gonfiare:
• quattro copertoni corsa 700x25 a 6 bar
• quattro copertoni gravel 700x45 a 3 bar
• quattro copertoni mtb 29" x 2.3 a 1,3 bar
Il kit è completo di tutto il necessario: attacco reversibile per tutte le valvole, cavo USB Type-C, manuale in italiano e inglese, borsellino resistente alla pioggia e adattatori per palloni e gonfiabili. Perfetto da portare sempre con sé, versatile e universale,
funziona con tutte le valvole, eliminando la necessità di strumenti aggiuntivi. Da segnalare che per le camere in TPU è consigliato non gonfiare per più di 30 secondi, perché il compressore potrebbe surriscaldarsi e compromettere la valvola: consigliato quindi lasciare raffreddare la valvola e procedere con altri 30 secondi.
CARATTERISTICHE PRINCIPALI
• Capacità di gonfiaggio: fino a 8 bar, ideale per road, mountainbike e gravel
• La batteria si ricarica in 25 minuti
• Display digitale di facile lettura per monitorare la pressione in tempo reale
• Leggero e compatto: solo 150 grammi e dimensioni di 85x50x32 mm, facile da riporre e trasportare
• Compatibilità universale per tutte le valvole (Presta, Schrader, Dunlop, Regina)
• Istruzioni in italiano incluse
Barbieri snc – 051.6646278 - info@barbieripnk.it
UNA PIATTAFORMA APERTA, PIÙ CATEGORIE DI PRODOTTO
In un settore con una concorrenza sempre più agguerrita e un numero crescente di fornitori, la vera sfida è diventata l’integrazione. Per questo Ananda ha scelto una strategia chiara: riunire tutto sotto lo stesso tetto, con soluzioni in grado di soddisfare una vasta gamma d’applicazioni
Con una linea di prodotti estremamente ampia che include motori nel mozzo e centrali, controller, display e sensori per diverse tipologie di mezzi (tutti sviluppati internamente) Ananda consente ai brand di centralizzare lo sviluppo dei propri prodotti con un unico partner di fiducia. Combinata con una struttura d’assistenza solida e ben organizzata, questa filosofia offre agli OEM semplicità e affidabilità in un mercato sempre più frammentato.
Fondata nel 2011, Ananda è cresciuta fino a diventare uno dei protagonisti globali nei sistemi di trazione elettrica. Mentre molti fornitori si concentrano su un singolo componente, Ananda propone un approccio completamente integrato: motori, controller, display e sensori progettati, prodotti e testati all’interno della stessa organizzazione. Per i brand, questa integrazione si traduce in vantaggi concreti: maggiore controllo qualità, sviluppo più rapido e rischio minimo di problemi di compatibilità, permettendo di “costruire un’intera eBike con un unico partner affidabile.
UN’UNICA PIATTAFORMA, INFINITE APPLICAZIONI
Il portafoglio prodotti Ananda copre l’intero panorama dell’eMobility, dalle eCity ed eTrekking leggere fino ai sistemi per eCargo ed eMtb. Ogni unità motrice è progettata specificamente per la propria categoria, bilanciando coppia, peso, dimensioni ed efficienza. Per ogni applicazione, il marchio cinese offre una soluzione pronta all’uso, consentendo ai brand di passare rapidamente dal prototipo alla produzione.
Ad esempio, un marchio può scegliere:
• il motore nel mozzo R/F400 (45 Nm) per una eCity,
• il potente motore centrale M100 (110 Nm) per una eCargo,
• oppure l’R900 nel mozzo, con cambio automatico che riduce la manutenzione. Questa ampia gamma di applicazioni permette ai brand di crescere in modo efficiente: un’unica piattaforma aperta, più categorie di prodotto e prestazioni di alto livello.
ASSISTENZA COMPLETA
Avere tutto sotto lo stesso tetto significa anche offrire assistenza in modo rapido ed efficiente. L’ampio portafoglio di sistemi Ananda è supportato da Ananda Link, un ambiente diagnostico unificato che consente a brand e rivenditori d’individuare, diagnosticare e risolvere i problemi in autonomia. Se è necessaria assistenza aggiuntiva su motori, controller o software, tutto viene gestito tramite la sede europea nei Paesi Bassi, dove il team d’assistenza coordina direttamente con gli stabilimenti di produzione in Cina e con le stazioni regionali nel mondo. Questo assicura comunicazioni rapide, disponibilità di ricambi e supporto tecnico efficiente. È una struttura che porta benefici sia ai brand sia ai rivenditori: per i primi garantisce coerenza e trasparenza, mentre per i negozianti semplifica la formazione e accelera la risoluzione dei problemi. Ma, soprattutto, consente agli utenti di tornare in sella più rapidamente, con meno attese e maggiore fiducia.
PRONTI PER IL FUTURO
Ananda continua a innovare anno dopo anno, lanciando nuovi sistemi di trazione e migliorando quelli esistenti per rispondere all’evoluzione del mercato. Per i brand, questo significa libertà di crescita: che decidano di espandersi nel segmento eCargo o eMtb, non è necessario cambiare fornitore. L’ecosistema, i dati e la struttura d’assistenza rimangono gli stessi, garantendo scalabilità e continuità senza compromessi.
Il tessuto che respira con te.
ROLLING ON THE VOLCANO
Scorpion XC RH è il nuovo pneumatico mtb made in Italy di Pirelli. Siamo andati a scoprirlo (e provarlo) sulle pendici dell'Etna, dove ha sede il centro test della casa milanese di Gabriele Vazzola - Photo credit: onorato produzioni
Le aziende si sfidano continuamente ad alzare il livello di tecnologia, cercando di migliorare ogni aspetto dei propri prodotti per portare i professionisti alla vittoria e gli amatori a superarsi ogni giorno. In questo contesto, abbiamo tutti imparato a familiarizzare con il concetto di marginal gain. Quando il lavoro del binomio atleta/mezzo raggiunge livelli esasperati, ogni piccolo vantaggio può fare la differenza tra il podio e l'anonimato. Ci sono dei casi in cui questo miglioramento nella performance non può essere definito “marginale” ma è più evidente, tangibile e soprattutto misurabile. È proprio il caso dell’oggetto del Focus Tech di questo numero. Protagonista la nuova gomma semislick da cross country di Pirelli, la Scorpion XC RH realizzata negli stabilimenti di Bollate (MI); in misura da 2.4” e tecnologia Pro Wall per il rinforzo del fianco e protezione dalle forature.
LA SCORREVOLEZZA NON È LA SUA UNICA ARMA
Scorpion XC RH affianca nella gamma dedicata all’off-road endurance il già apprezzato Scorpion XC RC, modello più versatile che mixa rolling e grip, e Scorpion XC M, adatto a terreni inconsistenti e bagnati. L’ultimo prodotto punta tutto sulla scorrevolezza (ma non solo), grazie a una fitta tassellatura semislick nella parte centrale e a un nuovo compound. La gomma a prima vista sembra più adatta a terreni duri, compatti e asciutti, che siano trail, strade bianche o asfalto. In realtà Pirelli trova una quadratura del cerchio lavorando sulla nuova mescola che sorprende per grip, trazione, durata e su una tassellatura laterale simile a quella del cugino RC. Ciò ne fa una gomma adatta anche a fare del vero fuoristrada e, con qualche accortezza e un po’ di aggressività in fase di guida, permette di non sfigurare anche in discese veloci e impegnative. Stupisce la trazione in pedalata, anche su terreni compatti bagnati o rock garden. Scorpion XC RH si pedala senza incertezze, donando al riding una leggerezza percepibile in ogni situazione. La bici accelera, cambia direzione e avanza con un'agilità che la rende più veloce e divertente, ma anche più sfidante.
L'APPROCCIO RIGOROSO DEI TEST PRESTAZIONALI DI PIRELLI
Come facciamo ad affermare con sicurezza queste cose sulla nuova arma racing di Pirelli? Semplice, siamo andati a visitare il loro centro test in Sicilia. Lo scopo era quello di farci provare le prestazioni della nuova gomma e di misurarle per resti tuirci un parametro analitico delle sue prestazioni. Le caratteristiche di scorrevolezza sono all’apice della categoria degli pneumatici semislick racing
oriented per il cross country e marathon. Oltre alle sensazioni di guida, abbiamo avuto modo di toccare l’approccio scientifico del team test di Pirelli che non lascia davvero nulla al caso. Per avere un riscontro certo dei vantaggi offerti abbiamo eseguito dei test in salita utilizzando prima gli Scoprion RC, e poi i nuovi RH. Questo a parità di ogni altro parametro: dai watt di percorrenza, alla cadenza della pedalata, dalla bici, alle ruote, fino al peso stesso delle gomme (che possono talvolta variare di qualche grammo anche nello stesso modello). L’unica variabile doveva essere il modello di pneumatico montato sulle nostre ruote. Il test è avvenuto sui percorsi dell’Etna Marathon, pedalando in Z3, quindi in una relativa zona di comfort che ha permesso di effettuare la stessa salita più volte senza perdere di prestazione. Non si trattava più quindi di sensazioni, ma di dati oggettivi e riscontrabili. Rispetto al cugino RC abbiamo percorso la stessa salita (di circa tre km) in quasi un minuto in meno. Secondo Alberto Giacoppo, del team di test, nel conto dei secondi risparmiati entra anche un aumento delle endorfine derivanti dalla maggior facilità di marcia e la conseguente sensazione di essere più performanti e quindi sentirsi meglio e più confidenti in bici.
Torniamo quindi all’introduzione, quando parlavamo di marginal gain: è chiaro come il nuovo Pirelli Scorpion RH regali un vantaggio che travalica questo concetto. Certo, non è una gomma per tutti i biker e nemmeno per tutti i terreni (anche se si adatta a molti), ma si tratta di un prodotto tecnico dedicato all’xc racer, al granfondista che cerca una gomma per migliorare i propri tempi; ma anche, perché no, al viaggiatore che cerca prestazioni e scorrevolezza su terreni misti.
ARABIA SAUDITA, UN POTENZIALE TUTTO DA ESPLORARE
Si è appena conclusa la prima edizione della Saudi Lifestyle Week, che ha aperto nuove prospettive per le aziende italiane. Cultura sportiva in espansione, interesse delle istituzioni e un mercato in trasformazione offrono reali opportunità di crescita. Il feedback di Assosport
di Karen Pozzi
Questo evento b2b, tenutosi per la prima volta in Arabia Saudita, ha portato nel Regno un format fieristico internazionale, posizionando Riad come punto di riferimento per professionisti e brand in cerca di opportunità nel mercato lifestyle saudita, in rapida evoluzione. L’evento ha ospitato 168 brand internazionali, rappresentanti i settori della moda, calzature e accessori, sportswear, tessile e interior design, distribuiti su 4.750 metri quadrati di spazio espositivo al RICEC di Riad. Aziende provenienti da dodici paesi – tra cui Belgio, Germania, India, Italia, Arabia Saudita, Nuova Zelanda, Portogallo, Spagna, Svizzera, Turchia, Emirati Arabi Uniti e Regno Unito – hanno confermato la forte attrattiva internazionale della fiera. Oltre 2.800 visitatori del settore, provenienti da 36 Paesi, hanno partecipato alla Saudi Lifestyle Week, confermando l’evento come piattaforma chiave per il networking tra aziende, buyer, rivenditori e media, favorendo nuove collaborazioni e opportunità di crescita.
L’EVENTO
La Saudi Lifestyle Week (SLW) è un evento b2b cruciale per i brand internazionali che mirano a penetrare il mercato saudita. Organizzata dalla Riyadh Exhibitions Company LTD e da Honegger, si è svolta dal 6 all’8 ottobre presso il Riyadh International Convention & Exhibition Center. L’evento riunisce in un’unica piattaforma tre settori sinergici fondamentali per l’evoluzione del lifestyle nel Paese: fashion, sport e design. L’Arabia Saudita sta attraversando una fase di profonda trasformazione guidata dalla Vision 2030, l’ambizioso piano strategico promosso dal Principe Mohammed bin Salman con l’obiettivo di diversificare l’economia e ridurre la dipendenza dal petrolio, aprendo le porte a nuove opportunità per le imprese di tutto il mondo. Questa area sta diventando sempre più un hub per gli investimenti internazionali e la Saudi Lifestyle Week è un palcoscenico per entrare in contatto con questo mercato in crescita.
SAUDI SPORT
Pensata per interagire con la crescente economia sportiva dell’Arabia Saudita. Il settore è guidato da una trasformazione culturale che pone enfasi sul benessere, gli stili di vita sani e l’attività fisica, sostenuta da grandi investimenti pubblici e privati, dall’organizzazione di eventi internazionali (tra cui la FIFA World Cup 2034, la Formula 1, la Saudi Cup e i Neom Beach Games) e dall’espansione dell’ecosistema distributivo, sia fisico (mall, centri sportivi, flagship multimarca) che digitale (ecommerce in rapida crescita).
LE OPPORTUNITÀ DI MERCATO Nel 2024, il mercato dell’abbigliamento sportivo è valutato a 1,9 miliardi di dollari, e si prevede che crescerà fino a 2,9 miliardi di dollari entro il 2033, con un tasso di crescita annuo composto (CAGR) del 4,7%. Il segmento Activewear (che include
abbigliamento da palestra, yoga e athleisure) è ancora più dinamico. È stimato a 3,8 miliardi di dollari nel 2024 e si prevede che raggiunga i 6 miliardi di dollari entro il 2033, con un CAGR del 5,05%.
IL FEEDBACK DI ASSOSPORT Il resoconto di Assosport sulla partecipazione alla prima edizione della Saudi Lifestyle Week evidenzia che l’evento è stato, a tutti gli effetti, un esperimento per tutti i partecipanti: aziende, organizzatori e visitatori. Assosport ha partecipato con una collettiva alla quale hanno preso parte cinque aziende associate del comparto Winter & Outdoor: CMP, Ferrino, Fizan, Gruppo Tecnica e Oberalp Group. Oltre agli incontri in fiera, le aziende hanno avuto l’opportunità di partecipare a una Round Table con Ibrahim Bazim, direttore del Dipartimento Sport del MISA (Ministry of Investment of Saudi Arabia). Una figura molto aperta al dialogo, che ha confermato l’interesse del governo saudita a collaborare con l’Italia e a facilitare l’ingresso delle aziende italiane nel mercato locale. Ha affrontato vari temi, come le barriere doganali, la registrazione dei marchi e l’accesso al mercato, sottolineando la volontà del governo di aprirsi sempre di più agli investitori stranieri. È emerso, tra l’altro, che i visti turistici in Arabia Saudita sono stati introdotti solo nel 2018, cosa che rende evidente quanto il Paese sia ancora all’inizio del proprio percorso di apertura al mondo.
Dal punto di vista dell’attività sportiva, chi pratica outdoor lo fa nel deserto, durante i weekend, dove campeggia o cucina all’aperto, e questo può generare una domanda specifica per tende, sacchi a pelo e attrezzatura da campeggio. Le temperature esterne elevate per buona parte dell’anno non permettono una reale attività outdoor in città e le montagne artificiali, come nel progetto Neon, sono un progetto ancora in costruzione. Nonostante le criticità outdoor, il settore del fitness appare invece come un’opportunità concreta. Lo sport si pratica quasi esclusivamente in ambienti chiusi e climatizzati. Sono state visitate grandi palestre, anche di 20.000 metri quadri, dotate di attrezzature moderne e curate nei minimi dettagli. In questo ambito, il mercato c’è già ed è pronto a crescere. Eventi recenti come FIBO Riyadh confermano questo trend positivo.
In conclusione, la partecipazione italiana a Saudi Sport ha rappresentato per Assosport e le aziende associate una prima esplorazione strategica del mercato saudita: un’occasione preziosa per conoscere da vicino un Paese in forte espansione e comprendere le nuove opportunità di crescita per il settore sportivo italiano. Le aziende presenti hanno accettato di fare da pioniere, con la consapevolezza che i risultati economici immediati saranno limitati, ma che essere tra i primi ad arrivare può rappresentare un vantaggio competitivo quando il mercato inizierà davvero a svilupparsi. Per questo si dichiarano soddisfatte.
La prossima edizione della Saudi Lifestyle Week si terrà dal 5 al 7 ottobre 2026, a Riad, presso il RICEC
La delegazione Assosport alla Saudi Lifestyle Week
Da sinistra: Marisa Bosa, segretaria IOG, Ibrahim Bazim, direttore del Dipartimento Sport del MISA e Anna Ferrino, presidente IOG
NATURA, SPORT, FUTURO
Sono alcuni dei temi emersi dall’edizione 2025 della fiera TTG Travel Experience di Rimini, dove molto spazio è stato dedicato alle Regioni Italiane e alle loro offerte di esperienze autentiche, esplorazione e benessere di Sara Canali
Cresce del 3% l’affluenza alla fiera di Rimini TTG Travel Experience 2025 rispetto all’anno precedente, confermando l’evento come il più grande marketplace del turismo e un hub internazionale cruciale per il settore. La manifestazione ha ospitato 2.700 brand e facilitato oltre 19.500 meeting di business, con un focus tematico su “Awake to a New Era”, che ha esplorato temi come l’intelligenza artificiale e la sostenibilità. Quello che è emerso dalla kermesse che ha animato la città romagnola dall’8 al 10 ottobre è un turismo sempre più vari, con un’offerta completa che spazia dal super lusso ai cammini di pellegrinaggio, rispondendo alle esigenze di un viaggiatore consapevole e alla ricerca di esperienze autentiche. La riflessione sulle “nuove regole” del turismo ha attraversato ogni panel: un invito a sviluppare competenze trasversali, integrare visione etica e tecnologia, e costruire modelli di business capaci di anticipare il futuro. TTG ha confermato la sua vocazione internazionale, con buyer provenienti da 75 Paesi: dagli Stati Uniti al Canada, dal Regno Unito alla Germania, fino a India, Cina e Sud America, con padiglioni dedicati all’offerta turistica globale. In contemporanea, poi, è stato organizzato il InOut | The Hospitality Community sempre nei padiglioni della Fiera di Rimini. Se il TTG rappresenta il punto d’incontro tra destinazioni, operatori e buyer del turismo, InOut ne racconta invece il “dietro le quinte”: è qui che prende forma l’esperienza dell’ospitalità, dagli arredi alle tecnologie, dai materiali al comfort degli spazi. InOut si propone come un laboratorio di idee per il futuro dell’accoglienza, dove architetti, interior designer, imprenditori e costruttori si incontrano per condividere visioni e tendenze.
LE ANIME DEL TURISMO
Diversi i trend emersi durante la fiera di Rimini 2025. In primis, la conferma del turismo di lusso come uno dei segmenti in maggiore crescita: solo in Italia vale oltre 9 miliardi di euro di spesa diretta negli alberghi a 5 e 5 stelle lusso, pari al 16,8% del fatturato complessivo dell’offerta alberghiera nazionale. Grande novità lanciata al TTG è Aura, il nuovo evento che segna l’evoluzione dell’ecosistema TTG e ne consolida la leadership come piattaforma di sviluppo per l’intero settore turistico. L’appuntamento debutterà a Firenze dal 27 al 29 ottobre 2026, come nuovo hub internazionale dedicato al luxury travel. Altro focus centrale è stato quello sull’innovazione, con oltre 200 eventi distribuiti in sette arene tematiche che hanno esplorato le nuove frontiere del settore: intelligenza artificiale, formazione, sostenibilità e design
• Turismo di lusso
solo in Italia vale oltre 9 miliardi di euro di spesa negli alberghi a 5 e 5 stelle lusso, pari al 16,8% wdel fatturato complessivo dell’offerta alberghiera nazionale
• Innovazione oltre 200 eventi in sette arene tematiche hanno esplorato le nuove frontiere del settore: intelligenza artificiale, formazione, sostenibilità e design dell’accoglienza
dell’accoglienza. In crescita anche il segmento dedicato a camping e glamping, a testimonianza di come la voglia di natura oggi possa essere alla portata di tutti, assecondando diversi standard e stili di viaggio. Ben due padiglioni sono stati riservati alle regioni italiane, che hanno presentato l’offerta completa dell’incoming nazionale: dai borghi ai cammini, dai paesaggi rurali al turismo enogastronomico. Le destinazioni estere, invece, hanno offerto un panorama globale di nuove opportunità di turismo esperienziale. L’Italia del turismo sembra aver trovato la propria vocazione nella dimensione attiva, sostenibile e a contatto con la natura.
VACANZE ATTIVE
Nel giugno 2025 l’Osservatorio TTG ha pubblicato un report (TTG Monitor) che segnala come, tra le preferenze dei viaggiatori, emergano con forza esperienze, natura e viaggi multigenerazionali, spesso considerati più importanti della mera destinazione turistica. La vacanza diventa sempre più esperienza trasformativa, di riscoperta interiore e spirituale, spesso attraverso la riconnessione con la natura. Cresce anche la domanda di soggiorni capaci di generare emozioni ispirate al mondo del cinema, della musica e della letteratura, oppure a saghe e leggende popolari. Molte destinazioni hanno scelto il TTG come vetrina per raccontare progetti di valorizzazione territoriale legati a sport e ambiente. La ligure Sestri Levante, ad esempio, ha presentato un piano integrato per l’outdoor che abbraccia trekking, mountain bike, arrampicata, sport acquatici e parapendio, con l’obiettivo di rendere il turismo sportivo una leva di sviluppo locale. Anche la Costiera Amalfitana ha puntato sul turismo attivo con il progetto Authentic Outdoor Amalfi Coast, che propone itinerari e attività all’aperto nelle aree interne del territorio. L’Emilia-Romagna, regione ospitante, ha confermato la propria vocazione all’outdoor presentando al TTG 2025 un’offerta centrata su cicloturismo e “vacanze lente e sostenibili”, con oltre 80 operatori del territorio coinvolti. Il turismo internazionale segue la stessa rotta: l’Ente del Turismo Irlandese, per esempio, ha evidenziato una crescita della domanda di cicloturismo e golf tra i viaggiatori italiani nel 2024 rispetto al 2023. Se c’è un messaggio che emerge con forza dal TTG 2025, è che il turismo del futuro sarà sempre più attivo, sostenibile e legato al benessere fisico e mentale. La vacanza all’aperto non è più una nicchia, ma una dimensione trasversale che interessa mare, montagna, città d’arte e aree interne. Un modo di viaggiare che unisce salute, natura e scoperta, e che – non a caso – sta diventando il cuore pulsante dell’offerta turistica italiana.
• Camping e glamping a testimonianza di come la voglia di natura oggi possa essere alla portata di tutti, assecondando diversi standard e stili di viaggio
• Incoming italiano dai borghi ai cammini, dai paesaggi rurali al turismo enogastronomico
• Le destinazioni estere hanno offerto un panorama globale di nuove opportunità di turismo esperienziale
LA COLLABORAZIONE COME VERO MOTORE DI CRESCITA
RMS vede nella sinergia con i brand il cuore della propria strategia. Lavorare insieme, condividendo obiettivi e strumenti, permette di creare valore per l’intero ecosistema commerciale. L’evento Ammiraglia rappresenta questa filosofia: un momento d’incontro, formazione e dialogo diretto tra aziende e clienti
RMS crede che il valore aggiunto di un distributore non si misuri solo nella capacità logistica o commerciale, ma anche nella collaborazione sinergica con i brand che rappresenta. Quando obiettivi e visioni si allineano, nasce una forza comune che spinge tutti a mettere in campo strategie condivise, capaci di generare risultati più solidi e duraturi. Collaborare non significa confondere i ruoli: ogni player mantiene la propria identità e le proprie competenze. Ma le attività che ruotano attorno alla vendita (dal branding al posizionamento, dalla comunicazione al supporto tecnico e promozionale) sono quelle in cui la condivisione fa davvero la differenza. Perché, quando si rema tutti nella stessa direzione, l’obiettivo si raggiunge prima e con maggiore energia.
È proprio con questa filosofia che la realtà italiana prosegue il suo percorso di crescita e consolidamento del legame con i marchi distribuiti, dando vita a una nuova edizione di “Ammiraglia”, l’evento che si terrà a inizio marzo 2026 nell’headquarter di Seregno (MB). Un evento pensato per riunire tutto ciò che rende RMS il partner ideale per chi ripara, vende e ama la bicicletta: novità prodotto, test tecnici, formazione, promozioni e momenti d’incontro diretto con i brand. La presenza delle case madri è infatti il cuore pulsante di Ammiraglia: i clienti possono confrontarsi faccia a faccia con i rappresentanti dei marchi, durante un’intera sessione mattutina dedicata al dialogo e allo scambio tecnico.
L’allestimento, gli spazi espositivi e la presenza attiva dei brand sono il frutto di una collaborazione autentica tra RMS e i suoi partner. È questo approccio condiviso a trasformare una semplice esposizione commerciale in una vera esperienza di valore, capace di rispecchiare ciò che i clienti cercano: competenza, innovazione e una relazione diretta con chi crea i prodotti che usano ogni giorno. Con l’ingresso progressivo di nuovi marchi nel catalogo RMS, però, la sfida si amplia: non basta
replicare un unico modello per tutti. Aumentare la rete di brand richiede pensieri e azioni diversificate per garantire a ciascuno il giusto spazio e la corretta visibilità. Significa progettare aree espositive dedicate, calibrare percorsi formativi specifici, costruire piani di comunicazione su misura e sincronizzare promozioni e disponibilità di magazzino. Tutto questo comporta un incremento dei flussi operativi: più coordinamento, più contenuti da produrre, più touchpoint con i clienti, ma è anche l’unico modo per mantenere qualità e coerenza nella proposta commerciale.
In pratica, RMS sta scalando un livello operativo: segmentare le attività per brand, definire KPI condivisi, adottare strumenti di reporting comuni e creare roadmap promozionali che non si sovrappongano ma si integrino. Questo processo richiede risorse e rigore, ma quando viene realizzato con cura il risultato è concreto: ogni marchio trova la propria voce, il cliente riceve messaggi chiari e coerenti, e l’intero ecosistema commerciale guadagna credibilità. Ed è qui che si vede il ritorno dell’investimento: avere i brand allineati con le attività di RMS e, soprattutto, contenti del lavoro fatto insieme, ripaga tutti gli sforzi. Le relazioni costruite sul confronto diretto, sulle attività condivise e sulla trasparenza producono fiducia, incrementano la qualità delle vendite e consolidano la fedeltà del cliente finale. In altre parole, la complessità gestionale si traduce in valore competitivo concreto.
E poi c’è tutto ciò che solo Ammiraglia sa offrire: un clima di entusiasmo e condivisione, attività e un’accoglienza curate, trasferimenti organizzati e una giornata ricca di formazione e momenti di incontro. Perché, in fondo, RMS non invita semplicemente i propri clienti: li ospita, li accoglie e li fa sentire parte di un grande progetto comune, un progetto che cresce insieme ai brand e che trova nell’Ammiraglia la sua espressione più autentica.
IL CICLISMO
DA UN'ALTRA PROSPETTIVA
Dopo aver concluso la carriera da pro, Antonio Nibali ha iniziato un nuovo percorso di vita come store manager di Conero Bike Store. A un anno dall’apertura, facciamo con lui un primo bilancio dell’attività
di Daniele Pansardi
La fine della carriera per un ciclista professionista è sempre un momento delicato. Si spegne la fiamma dell’agonismo, si perdono i riferimenti acquisiti durante tanti anni di attività sportiva e da un giorno all’altro ci si deve reinventare. Come tanti ex colleghi, anche Antonio Nibali si è ritrovato nella stessa situazione a ottobre 2023, dopo nove anni da pro in Nippo-Vini Fantini, Bahrain Merida, Trek-Segafredo e Astana. Il siciliano, classe 1992, aveva iniziato il corso da direttore sportivo, ma nel frattempo gli si è aperta un’altra strada, lontana dalle corse, e inaspettata anche per lo stesso Nibali viste le circostanze. Da un colloquio per lavorare in una concessionaria
L'intervista
Antonio Nibali, store manager Conero Bike Store
Come e quando è nato Conero Bike Store?
Il negozio è stato ufficialmente aperto il 12 ottobre 2024. Si è arrivati a questa idea un po’ per caso. Dopo aver chiuso la mia carriera agonistica, mi son ritrovato un attimo a capire cosa fare, visto che fino a quel momento avevo dedicato tutto allo sport. Mia moglie Michela mi vedeva bene come venditore di auto, per cui attraverso un contatto personale sono riuscito ad avere un appuntamento con la concessionaria Conero Car. Durante l’incontro, mi hanno detto che avevano intenzione di aprire un negozio di bici, ma non sapevano mai a chi affidarlo. A quel punto lo hanno proposto a me e siamo partiti con il progetto, che poi si è completato insieme a William Dazzani, il meccanico che lavora con me.
Come avete scelto le aziende con cui collaborare? Abbiamo cercato di capire le aziende di maggior tendenza della zona, visto che ciascuna ha le sue peculiarità. Siamo partiti con Bianchi e Trek, affidandoci poi anche a Scott. Con Bianchi, in particolare, abbiamo avuto ottimi riscontri perché non era molto presente in questa area. Lavoriamo anche con Sportful, Northwave, Met, Q36.5 e DMT, oltre che con i distributori come RMS, Gist e BRN.
Qual è il bilancio del negozio in questo primo anno?
Molto positivo, anche perché pensavamo peggio. Ci siamo comportati bene e possiamo essere soddisfatti. Con il passare dei mesi dobbiamo capire come aggiustare l’offerta.
di auto come venditore, Antonio è stato scelto come store manager per un nuovo negozio di bici nell’anconetano da Conero Car, che voleva espandere la propria offerta di mobilità entrando anche nel settore del pedale. Con l’inaugurazione a ottobre 2024, alla presenza anche del fratello maggiore Vincenzo, Antonio Nibali ha dunque iniziato la sua seconda carriera ciclistica dietro al bancone di Conero Bike Store. Una prospettiva diversa rispetto a quella che probabilmente aveva immaginato, ma che a un anno dall’apertura sembra aver dato i suoi frutti. Lo abbiamo intervistato per farci raccontare come sta proseguendo la sua nuova vita.
Quali sono i segmenti che hanno il maggior successo in negozio?
La bici da strada è la più richiesta, con fasce di prezzo in media dai 2000 ai 4000 euro. Oltre si fa un po’ più fatica. Ritiriamo anche l’usato, che può offrire sempre delle buone opportunità. L’elettrico mi ha sorpreso molto, soprattutto le biammortizzate.
Chi è la vostra clientela di riferimento? Quali sono le loro richieste? È molto eterogenea, perché accogliamo in negozio tanto i bambini quanto i settantenni. Bisogna essere bravi a costruire un’esperienza customizzata per ogni amatore, perché ciascuno ha le proprie esigenze particolari.
Oltre al negozio e all’officina, avete anche altre attività con squadre o come sponsor?
Abbiamo dato delle bici all’HG Cycling Team, che ha un proprio settore giovanile, e facciamo qualche piccola sponsorizzazione con squadre amatoriali.
Nella tua nuova carriera da responsabile del negozio, cosa hai imparato dal mercato della bici?
Bisogna immergersi in un mondo in cui si devono captare continuamente i segnali dalle persone, in particolare su quanto vogliono spendere. Dall’altra parte, è necessario trovare l’equilibrio con i rappresentanti e le loro proposte, per capire quali sono effettivamente i prodotti ideali per il negozio.
Hai corso per tanti anni ai massimi livelli: come stai sfruttando la tua esperienza in negozio?
Essere stato un professionista mi aiuta nel dare consigli alle persone soprattutto su allenamento, nutrizione e messa in sella. Non abbiamo il servizio di biomeccanica, ma riesco a dare un parere anche a occhio sulla posizione più corretta da assumere.
In tanti poi arrivano in negozio perché sentono i classici “rumorini” dalla bici, che la gente odia e vuole risolvere immediatamente. In questi casi, il mio orecchio è più allenato e magari riesco a capire meglio da dove arrivano.
SCHEDA NEGOZIO Conero Bike Store
Sede: 1
Indirizzo: SS16, 16/Km 309.700 -
Aspio Terme (AN) 60021
Telefono: 071.7108074
Mail: info@conerobikestore.it
Sito: conerobikestore.it
Instagram: @conerobikestore
Facebook: Conero Bike Store
Numero dipendenti: 2
Superficie negozio: 250 mq
Marchi bici: Bianchi, Corratec, Scott, Trek
Marchi abbigliamento, accessori e componenti: DMT, Met, Miche, Northwave, Q36.5, Scicon, Sportful, Vittoria
Altri servizi: officina, ritiro usato
Classe 1992, Antonio Nibali è nato a Messina, ma, come il fratello Vincenzo è cresciuto ciclisticamente in Toscana, passando per il Team Toscano, la Iperfinish FM Plastic e la Mastromarco. Nel 2014 ha corso per la Marchiol, una squadra Continental, prima di iniziare la carriera professionistica con la Nippo-Vini Fantini nel 2015, rimanendo con il team italo-giapponese fino al 2016. Nel 2017 ha raggiunto lo Squalo alla Bahrain Merida, ottenendo nel 2018 la sua unica vittoria in carriera in una tappa del Giro dell’Austria. Nel 2020 ha firmato un contratto biennale con la Trek-Segafredo, mentre nel 2022 si è accasato all’Astana; ha annunciato il ritiro al termine della stagione 2023. In carriera ha disputato tre Giri d’Italia, due Vuelta di Spagna, tre Giri di Lombardia, una Liegi-Bastogne-Liegi e una Parigi-Roubaix.
A BUON INTENDITOR...
LA CARRIERA DI ANTONIO NIBALI
L'esultanza nella tappa vinta durante il Giro dell’Austria 2018
Antonio Nibali in maglia Trek-Segafredo
GRAVEL IN BURUNDI: QUANDO LA FATICA DIVENTA SCOPERTA
Due bici in bambù, un continente da attraversare e la curiosità di vedere l’Africa da vicino. Così Dino Bonelli racconta il suo avvicinamento ai Mondiali di Kigali, tra la povertà
dignitosa dei popoli locali e le emozioni di un viaggio autentico
“Non sono gli uomini a fare i viaggi ma i viaggi a fare gli uomini”. Questa citazione mi gironzola silenziosa nella testa da parecchi anni, e salta sempre fuori ogni volta che una differente valigia mi accompagna in aeroporto, e ogni volta, questo aforisma, si fa sempre più pesante e nel contempo veritiero. Lo scorso settembre, per sfruttare l’occasione tanto unica quanto rara dei campionati del mondo di ciclismo su strada, assegnati per la prima volta al continente africano a Kigali (capitale del Ruanda), con l’amico Roberto Cravero, ottimo viaggiatore ed esperto ciclo-turista, decidiamo di fare un viaggio un po' differente. Per raggiungere la rassegna iridata (di cui abbiamo già dato un ampio resoconto sullo scorso numero), infatti, optiamo di atterrare a Bujumbura, la città più importante del Burundi, e proseguire via terra, in bici. La bicicletta, si sa, unisce la bellezza del contatto diretto con il mondo che ci circonda tanto quanto una camminata a piedi, e una velocità che permette di macinare chilometri e chilometri ogni giorno.
Il Burundi, unanimemente conosciuto come lo stato più povero del mondo, grazie alla dignitosa quotidianità del suo popolo, non mostra questo triste primato, e si rivela a noi come estremamente tranquillo e decisamente sorridente. Le strade principali, larghe e ben asfaltate, sono deserte in quanto c’è una grossa crisi energetica e non si trova benzina se non nei pochissimi distributori aperti, dove per fare un pieno ci vogliono anche due giorni di coda. Strade semi vuote quindi, con qualche camion, tante moto e una miriade di biciclette che da queste parti sono il mezzo di trasporto preferito. Sulle bici portano sacchi di carbone, bombole del gas, porte, materiale edile, frutta, sacchi di ortaggi, animali e ovviamente persone. Di modelli a uso sportivo nemmeno uno, se non le nostre gravel. Noi, per un viaggio comodo all’insegna dell’ecologia, abbiamo optato per due bici BAM con telaio in bambù. Leggere e resistenti, le nostre gravel Made in Italy hanno entrambe il mono corona da 40. La mia monta un gruppo Shimano RX600 a 12 rapporti con 42 denti, mentre quella di Roberto un Campagnolo Ekar 13 v con la cassetta 10-44. A ogni bici abbiamo agganciato otto borse della linea gravel della TAAC, dove abbiamo stivato il completo d’abbigliamento casual con cui abbiamo viaggiato in aereo, un outfit da corsa comprensivo di scarpe, in quanto siamo entrambi dei runner e qualche sera andremo anche a correre, il beauty con un po' di farmaci, una borsa di cavi e cavetti
per ricaricare orologi, telefoni e ciclo computer e una buona scorta di prodotti d’integrazione alimentare della Cetilar Nutrition, per ovviare a eventuali carenze di cibo. Sulle strade c’è poco traffico e la cosa ci piace, ma non appena si può, ci infiliamo nelle magnifiche strade sterrate che fanno di questo continente il paradiso del gravel. Strade più o meno larghe e quasi sempre rosse, di una terra che trasuda la fatica di un popolo indigente ma orgoglioso. Ogni tanto ci perdiamo in sentieri che si infilano in bananeti o coltivazioni di caffè, ma in qualche modo, senza dover mai tornare indietro, ritroviamo sempre la giusta via. Al grido Mzungu Mzungu, uomo bianco nella locale lingua Swahili, la gente del posto ci indica, ci saluta, ci chiama, se siamo fermi ci circonda, qualcuno tenta anche un’improbabile dialogo che favoriamo con gesti e sorrisi. Molto probabilmente la gente di queste zone remote, perse sulle montagne che abbiamo scelto di attraversare, non ha mai visto un uomo bianco. E anche noi, nell’intera attraversata del Burundi, ne abbiamo visti solo due che, per una fortuita coincidenza, erano all’ingresso del Santuario dei tamburi, in attesa di altri eventuali fruitori per raggiungere il numero minimo di quattro affinché potesse esserci la tanto conclamata esibizione corale. Uno spettacolo di una quarantina di percussionisti che con una sobria coreografia di salti, hanno suonato ritmi intensi altamente coinvolgenti. Bello e, per fortuna, ancora molto autentico. Particolare anche il siparietto post esibizione, dove i percussionisti, scoperte le nostre bici in bambù, increduli, hanno iniziate ad accarezzarle, auto convincendosi che le avessimo fatte noi. Ovviamente, e anche per la solita incomunicabilità linguistica, non li abbiamo contraddetti.
In questo viaggio, dove abbiamo dormito dove capitava ma sempre in strutture ricettive di una certa decenza e pranzato e cenato a base di riso in bianco e banane fritte o bollite, con qualche pezzo di pollo ogni tanto e frutta comprata nei mercati, non ci siamo mai dati una distanza da percorrere, ma solo una direzione da tenere. Il nostro scopo non erano i chilometri da macinare, le medie da tenere o altro, ma un girovagare esplorativo che ci ha fatti perdere più volte, scoprendo ogni volta qualcosa di nuovo. Poi, l’ennesima salita con pendenze oltre al 15% che, con bici cariche dal peso iniziale di 24 kg, non sono uno scherzo, e in cima la prima delle frontiere da attraversare. Al di là dei controlli c’è la Tanzania, tappa indispensabile per raggiungere il Ruanda, ma il prosieguo di questo viaggio ve lo racconteremo sul prossimo numero.
testo di Dino Bonelli
foto di Dino Bonelli
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L’INVERNO COME ALLEATO PER IL RETAILER
Ogni anno si ripete la stessa scena: con l’arrivo delle temperature più fredde, lo store si svuota e si abbassa l’aspettativa. Eppure, proprio quando la maggior parte dei clienti smette di pedalare, chi sa leggere il mercato scopre che questo periodo non è un nemico, ma un alleato
di Riccardo Penna
Chi pedala d’inverno non è un cliente qualunque: è un ambasciatore del brand, un utilizzatore fedele, disposto a investire pur di continuare a vivere la propria passione. È esigente, informato e non si accontenta di ciò che “basta per non avere freddo”. Questo significa una cosa: il valore medio dello scontrino invernale può essere più alto di quello estivo, se il negozio è capace di raccontare l’abbigliamento tecnico nel modo giusto. In inverno il mercato non scompare: cambia volto. Il pubblico si restringe, ma si qualifica. E chi sa intercettarlo scopre un segmento ad alto margine, con meno concorrenza e più fedeltà. A patto di saperlo valorizzare, non relegando fatiscenti camerini senza specchi o spazi improvvisati per le prove.
ESPORRE È RACCONTARE, NON SOLO APPENDERE Troppi negozi espongono giacche e guanti come se fossero “scarti di stagione”. Ma l’inverno va messo in scena, non solo in vetrina. L’allestimento deve comunicare comfort, performance, stile. Un esempio efficace? Creare una mini-area tematica “Winter Experience”: un manichino completo, luce fredda, una didascalia che spiega la tecnologia del tessuto, e accanto un piccolo pannello con un termometro e il claim: “–3°C, zero scuse. Così resta caldo chi pedala davvero.” Non serve un grande investimento, serve un racconto coerente. Perché i materiali parlano, se il negoziante dà loro voce.
FAR TOCCARE IL VALORE
Il vantaggio competitivo dell’abbigliamento tecnico è sensoriale: va toccato, piegato, provato. Il cliente non si convince guardando una giacca appesa, ma quando infila la mano nella fodera antivento o sente la leggerezza dell’intimo termico rispetto a quello che usa normalmente. Chi vende bici deve imparare a vendere esperienze termiche, non solo taglie. Un’idea utile? Creare un piccolo corner test: una lampada riscaldante, un ventilatore, due capi diversi da provare. In due minuti il cliente percepisce la differenza tra un tessuto tecnico e un capo qualunque. E la percezione, nel retail, vale più di ogni sconto.
SPIEGARE LA TECNOLOGIA COME EMOZIONE
Molti venditori spiegano i capi invernali come schede tecniche. Ma il cliente non compra colonne d’acqua: compra la libertà di continuare a pedalare quando gli altri restano a casa. La comunicazione in questi casi deve spostarsi dal dato tecnico al beneficio emotivo. Non “giacca antivento in softshell”, ma “giacca che ti fa dimenticare il vento”. Non “scarpe termiche”, ma “calzature che tengono viva la sensazione di pedalare, non di resistere”. Il linguaggio cambia la percezione del valore e chi lavora nel retail deve essere il primo a crederci. Bisogna dedicare tempo a questo cliente, evitando le scene tipiche in cui chi prova un capo si sente osservato dagli altri che aspettano in negozio.
STRATEGIE CONCRETE PER UNA STAGIONE CALDA (DI VENDITE)
1. Offerte “a strati”
Proporre bundle intelligenti: giacca + intimo + guanti. Non sconti casuali, ma kit pensati per specifiche temperature o condizioni meteo. L’approccio funzionale e non stagionale rende l’acquisto più razionale e più ricco. Vai in gravel? Su strada? In città? Ogni ciclista ha esigenze diverse.
2. Servizi e manutenzione invernale
Chi entra per sistemare la bici prima della stagione fredda è già un potenziale
cliente per l’abbigliamento.Offrire un Winter Check-Up con sconto su guanti o scarpe termiche è una leva potente per generare cross-selling.
3. Eventi esperienziali
Organizzare un Winter Ride Test o un workshop su come vestirsi per pedalare sotto zero non solo attira pubblico, ma crea una narrazione attorno al negozio. Le persone comprano dove imparano qualcosa.
Ricordo ancora quel negozio che mi chiese, settimane prima dell’evento, la taglia senza spiegarmi il motivo. Quando arrivai, mi fece trovare il prodotto pronto da indossare. Risultato? L’80% dei partecipanti acquistò quel giorno.
4. Storytelling digitale
L’inverno è perfetto per comunicare online: consigli pratici, video brevi, storie di clienti che pedalano col freddo, tutorial su come asciugare i capi o gestire gli strati. Un contenuto utile genera fiducia, e la fiducia porta vendite.
PERSONALE DEDICATO: QUANDO IL CONSIGLIO VALE PIÙ DEL TESSUTO
Nel retail ciclistico invernale, il fattore umano può fare la differenza più della membrana o del prezzo.
Eppure quasi nessuno ci pensa davvero. Ci si concentra su materiali, esposizione, sconti… ma si dimentica che a vendere è la relazione, non la giacca. Non servono commessi enciclopedici, ma persone capaci di entrare nel vissuto del cliente. Ricordo una giovane commessa appassionata di bici che mi consigliò taglie e colori con una naturalezza sorprendente. Non usò termini troppo tecnici né parlò di colonne d’acqua. Mi chiese semplicemente come e dove avrei pedalato, poi mi fece provare due combinazioni diverse, spiegandomi perché uno dei capi “respirava meglio in salita”. In dieci minuti aveva creato fiducia, e io avevo comprato più di quanto pensassi. Quell’episodio mi ha insegnato una cosa semplice ma spesso dimenticata: la competenza è importante, ma l’empatia vende.
Nel periodo invernale, quando i clienti sono più selettivi e meno impulsivi, avere anche solo una persona dedicata, magari ingaggiata per un evento o per un mese di focus sull’abbigliamento, può cambiare completamente la percezione del negozio. Eppure pochissimi lo fanno. Ci si affida al meccanico di turno per spiegare la differenza tra due tessuti, senza capire che serve un consulente d’esperienza, non un tecnico. Qualcuno che conosca il ciclismo vissuto, che ascolti, osservi e sappia tradurre le esigenze in soluzioni pratiche e coerenti. Il suo compito non è spiegare il prodotto, ma far immaginare la sensazione di usarlo. Perché nel retail invernale, più che vendere protezione dal freddo, si vende il piacere di continuare a pedalare quando gli altri smettono.
L’INVERNO NON È UNA PAUSA: È UNA PROVA DI FIDUCIA! Il negoziante che resta visibile e attivo quando gli altri si spengono diventa un punto di riferimento. Perché accompagna il ciclista nel momento in cui la passione richiede più impegno. Non è il freddo a ridurre le vendite: è la mentalità. Chi smette di comunicare appena cala la temperatura perde mesi preziosi di relazione con i clienti. Chi invece trasforma l’inverno in narrazione commerciale, conquista la fiducia e la fedeltà dei ciclisti più veri. Alla fine, come in ogni buona avventura ciclistica, non esiste maltempo: esiste solo il modo giusto di affrontarlo. Nel retail, quel modo si chiama visione.
RICCARDO PENNA è un executive business & sport coach con 45+ anni di esperienza in vendite e marketing nei settori della mobilità (auto, moto, bike). Ex responsabile della Formazione Commerciale Worldwide per Alfa Romeo in FCA, specializzato in Digital Transformation. Offre check-up strategici gratuiti per potenziare brand e retailer. Docente in master e atleta-manager, è il partner ideale per eccellere nel mercato della mobilità.
DAL RICORDO ALLA SCELTA
Perché alcuni brand restano nella mente di chi li intercetta e altri no?
Ecco alcune delle strategie di conversione della visibilità in vendite
In un mercato dove la visibilità sembra tutto, i brand rischiano di essere ovunque ma di non lasciare traccia. La vera sfida non è apparire, ma essere ricordati. Nel rumore costante dei messaggi commerciali, solo chi costruisce riconoscibilità e fiducia conquista davvero la mente e la scelta del consumatore. Ed è qui che nasce il paradosso della visibilità: più i brand cercano di farsi notare, più diventano indistinguibili. Per emergere serve un cambio di prospettiva.
IL PARADOSSO DELLA VISIBILITÀ
Notifiche, banner, offerte, contenuti social. Il mercato contemporaneo bombarda i consumatori con migliaia di stimoli ogni giorno. Eppure, la maggior parte dei brand resta invisibile. Non per mancanza di presenza, ma per assenza di riconoscibilità. Essere ovunque non garantisce di essere ricordati. I consumatori scelgono i marchi che percepiscono come autorevoli e coerenti. Gli altri saranno dimenticati nel giro di pochi secondi. La vera battaglia non si gioca sull'attenzione momentanea, ma sulla conquista di uno spazio stabile nella mente delle persone. Due principi psicologici spiegano come riuscirci: il brand positioning e l'effetto di mera esposizione.
I
DUE PILASTRI DELLA MEMORABILITÀ
La scienza del comportamento e il marketing strategico convergono su due principi fondamentali. Il primo spiega perché alcuni brand ci appaiono istintivamente più affidabili. Il secondo definisce cosa li rende unici e irrinunciabili. Separati, sono potenti. Insieme, diventano un sistema di difesa competitiva.
L'EFFETTO DI MERA ESPOSIZIONE: LA FAMILIARITÀ GENERA FIDUCIA
Negli Anni '60 lo psicologo Robert Zajonc dimostrò qualcosa di controintuitivo: la semplice ripetizione di uno stimolo, un logo, un suono, un volto, ne aumenta automaticamente il gradimento. È l'effetto di mera esposizione: ciò che vediamo più spesso ci appare familiare, e ciò che è familiare viene percepito come più affidabile. Il meccanismo si chiama perceptual fluency: il cervello elabora più facilmente ciò che già conosce, e questa facilità viene interpretata come un segnale positivo. È per questo che tendiamo a scegliere brand visti più volte, anche senza ricordare consciamente dove o quando. Ma attenzione: la ripetizione va dosata. Oltre una certa soglia subentra il wear-out, la saturazione che trasforma familiarità in fastidio e porta al rifiuto.
BRAND POSITIONING: POSSEDERE UNA PAROLA NELLA MENTE
Al Ries e Jack Trout hanno dimostrato che il posizionamento non è ciò che l'azienda dichiara di sé, ma lo spazio che occupa nella mente del cliente. Il principio è netto: per emergere bisogna "possedere una parola", un tratto distintivo chiaro, difendibile e immediatamente riconoscibile. Volvo ha scelto "sicurezza". FedEx "affidabilità". Tesla "innovazione elettrica". Quando un brand riesce a radicare questa associazione, diventa il riferimento automatico per quella categoria di bisogno. Il posizionamento non vive sugli scaffali o nelle campagne pubblicitarie. Vive nella percezione, dove avviene ogni decisione d'acquisto.
PERCHÉ DEVI CONOSCERLI (E APPLICARLI) ENTRAMBI
Governare la psicologia della scelta e la strategia di differenziazione significa pa-
droneggiare entrambi i concetti. Separatamente, funzionano a metà. Insieme, si amplificano. La mera esposizione spiega perché un consumatore si sente istintivamente più vicino a un marchio visto di frequente: la ripetizione riduce l'incertezza e abbassa le barriere cognitive che frenano l'acquisto.
Il brand positioning fornisce il contenuto di quella familiarità. Non basta essere riconosciuti, serve dare una ragione chiara per cui scegliere proprio quel brand e non un altro. Ecco il punto critico:
• senza esposizione ripetuta, anche il posizionamento più brillante fatica a radicarsi nella mente del consumatore;
• senza posizionamento chiaro, l'esposizione diventa rumore indistinto che si dissolve nel giro di ore.
Integrarli significa ottenere tre asset strategici che il mercato contemporaneo premia più del prezzo: fiducia, riconoscibilità e memorabilità.
E questi tre elementi decidono chi vince e chi viene dimenticato.
COME APPLICARLI PER OTTENERE CONVERSIONI
Nel marketing digitale, la combinazione tra mera esposizione e positioning diventa particolarmente potente. Vedere più volte lo stesso brand costruisce familiarità e predispone all'acquisto. Ma se l'annuncio è generico, la ripetizione non porta conversioni. Diventa solo un costo ripetuto. Serve un posizionamento distintivo che attraversi ogni touchpoint: ogni banner, ogni post, ogni e-mail deve ribadire l'elemento unico che il brand vuole possedere nella mente del consumatore.
UN ESEMPIO CONCRETO
Un marchio di abbigliamento outdoor si posiziona come "il più resistente agli agenti atmosferici". Questa promessa diventa il filo conduttore di advertising, storytelling e customer experience. Ogni esposizione lavora su due livelli: rafforza la familiarità con il brand e ribadisce la narrazione della resistenza. La ripetizione trasforma la percezione in preferenza d'acquisto.
Il risultato: il marchio evita la guerra sul prezzo e diventa il punto di riferimento automatico per chi cerca qualità e durevolezza. Non compete più su chi costa meno, ma su chi rappresenta meglio quel bisogno specifico.
CONCLUSIONI: DALLA VISIBILITÀ ALLA SCELTA
Non vince chi urla di più. Vince chi riesce a farsi ricordare nel modo giusto. La mera esposizione crea familiarità. Il brand positioning dà significato a quella familiarità. Insieme, trasformano la visibilità in fiducia e la fiducia in scelta d'acquisto. Per le aziende questo si traduce in risultati misurabili: più conversioni, margini difesi e budget spesi con maggiore efficacia. Dal ricordo alla decisione d'acquisto, il passo è breve. A vincere saranno i brand capaci di presidiare entrambi i territori: quelli che restano riconoscibili nella ripetizione e unici nel posizionamento. Tutto il resto è solo rumore di fondo che i consumatori hanno già imparato a ignorare.
Ride On è una digital agency che unisce strategia, marketing e tech per supportare i brand nei settori sport, lifestyle e fashion. Si distingue per un approccio collaborativo e data-driven, affiancando i marchi come partner strategico e integrando competenze in e-commerce, marketing automation e sviluppo di prodotti digitali. La mission dell’agenzia è contribuire alla crescita dei brand attraverso strategie di comunicazione pertinenti, relazioni solide con gli utenti, processi di conversione ottimizzati e soluzioni digitali su misura. Partner certificato di Shopify e Klaviyo, Ride On combina creatività, tecnologia e analisi dei dati per generare risultati concreti e misurabili, con l’obiettivo di attrarre traffico qualificato e favorire una crescita sostenibile nel tempo.
ALLA CONQUISTA DEL PASSO RESIA
Dove Italia, Austria e Svizzera si incontrano senza “scontrarsi” nasce 3 Lander Enduro Trails, una bike area, ma non solo. Qui la vacanza attiva è una religione, sia d’estate che d'inverno
di Gabriele Vazzola
Iconfini sono spesso strani, ma quelli sulle Alpi sono quasi sempre ben definiti. Si trovano alla sommità di un passo, su una dorsale, su una cima; in questi casi è molto chiaro quando si è “di qua” e quando si è “di là”. Anche lungo l’arco alpino ci sono però delle eccezioni e una di queste è sicuramente il Passo Resia. Si lascia l’Italia costeggiando l’omonimo lago, reso famoso per la presenza del celebre campanile (mezzo) sommerso, ma non si ha la sensazione di valicare alcun limite fisico per recarsi in Austria e Svizzera. Un triplo confine che, date queste caratteristiche peculiari, diventa elemento d’unione più che di separazione. Un luogo che per molti è solo di passaggio, ma che, dopo esserci stati, siamo sicuri che meriti una permanenza. Le attività che si possono svolgere sono molteplici, dalla bici da corsa, passando per il trekking, fino agli sport acquatici. La parte da padrone la fa di sicuro la mtb, soprattutto dopo l’istituzione di: “3 Lander Enduro Trails", un bike park con sentieri per lo più naturali, ma per tutti i gusti, dove c’è la possibilità di servirsi di ben sei impianti aperti da maggio a ottobre, mentre i sentieri sono percorribili fino al sopraggiungimento della
LAGO DI RESIA
neve. Un paradiso per gli amanti del gravity e dell’eBike, visto che i trails sono tutti raggiungibili facilmente anche pedalando.
3 LANDER ENDURO TRAILS
Vai al sito
Come detto ci troviamo nei territori circostanti il Passo Resia, tra i paesi di Curon Venosta e Resia (in Italia), Nauders (Austria) e la direttrice Svizzera dell’Engadina. Un crocevia dove è possibile trovare viste imponenti, ampi altipiani, un'esperienza naturale unica e sentieri in tutte le sfaccettature. La maggior parte dei tracciati sono su single trails, si dividono in settori naturali e nuovi percorsi flow, particolarmente giocosi che possono essere facilmente padroneggiati anche dai principianti. Il tutto passando da un ambiente alpino lungo uno sfondo di alta montagna imponente e spettacolare, a percorsi lungo laghi e paesaggi naturali boschivi fino alla pausa caffè/aperitivo nei villaggi della valle. Gli impianti di risalita e i sentieri sono sempre accessibili e ideali per tutte le età e per tutti i livelli di abilità in mtb.
NAUDERS
AM RESCHENPASS
Un centro unico e fuori dalle destinazioni più inflazionate sia estive sia invernali che offre oltre alla pratica di mtb e bdc anche impegnative escursioni, kite surf, vela sul ghiaccio, pesca, sci di fondo, tiro con l'arco; una regione turistica adatta ai vacanzieri attivi con una vasta gamma di attività. La regione turistica del Lago di Resia è composta dai villaggi di Resia, Curon e San Valentino: cuore della regione turistica è il campanile sommerso nel lago di Resia. In altitudine, d’inverno, la regione diventa luogo d’incontro per sciatori, pattinatori su ghiaccio, scialpinisti, sciatori di fondo ed scursionisti.
Nauders è una perla nel Tirolo austriaco, situata a pochi chilometri dal Passo Resia; un villaggio ideale per le vacanze tra le più belle cime dell'Austria, dell'Italia e della Svizzera. La posizione unica del pittoresco villaggio permette avventure di ogni tipo nella vasta area naturale al suo intorno. Un vero paradiso anche per chi ama la bici, non solo l'enduro, ma anche per i ciclisti su strada. Sono presenti anche strutture bike friendly di altissima qualità, come ad esempio l’Hotel Central, dotato di garage per bici, officina e di ogni comfort per agevolare i biker. Qui lo chef Herry Ploner, che è un appassionato ciclista, è sempre disponibile a consigliare i trail migliori dell’area.