








• LUCa CaLamai
Ètornato uno di famiglia. Non è poco. Stefano Pioli ha riannodato il filo con quella che ha sempre considerato la sua seconda casa. Il Normal One, così è stato etichettato nella sua fantastica esperienza sulla panchina del Milan, ha messo davanti alle telecamere il suo sorriso, la sua serenità, le sue ambizioni. La sua voglia di portare Firenze nella dimensione che fa parte del suo prestigio. Vorrei dire, della sua storia. Certo, non basta Pioli per andare in Champions. O per vincere finalmente la Conference. Ma l'autorevolezza di un allenatore del suo valore (sono pochi quelli che possono vantarsi di aver vinto uno scudetto) regala al mondo viola un'estate piena di sogni. E di speranze.
il 22/07/2025 alle ore 13
Come sarà la sua Fiorentina? Di sicuro avrà un'identità forte. E cercherà fin dalla prima partita ufficiale di affrontare l'avversario con il giusto equilibrio. Quello che, possiamo dirlo, non avevano né la Fiorentina di Italiano troppo sbilanciata in avanti, né quella di Palladino costruita con l'obiettivo primario di non subire gol. Il fascino di un tecnico come Pioli ha sicuramente aiutato anche la complicata scelta di Kean. L'offerta dei ricchi arabi non può essere scivolata via come acqua fresca nella testa di Moise. Quindici milioni netti a stagione erano una montagna di soldi. Ma Kean ha scelto il calcio vero, ha scelto la passione di Firenze, ha scelto di non tradire l'amore che i tifosi viola gli hanno trasmesso fin dal primo allenamento.
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Pioli e Kean formano una coppia perfetta. La mente e il braccio. Un'idea di calcio e chi può finalizzarla con i suoi colpi. Sull'asse Pioli-Kean ci sono le condizioni per costruire qualcosa di importante. Non a caso il nuovo tecnico ha subito inserito nel vocabolario della sua Fiorentina la parola Champions. Giusto così. Anzi, mi verrebbe da dire: finalmente. Una società deve alzare l'asticella senza avere paura di mettersi in gioco. Di correre dei rischi.
A Pioli chiedo anche di rendere sempre più forte il rapporto tra la Fiorentina e Firenze. Non mi riferisco solo al legame con la Curva Fiesole e i club che la popolano. Quel mondo non ha mai tradito anche quando ha alzato la voce. Per evidenziare cosa non piaceva. Parlo del rapporto con la gente di strada. Penso al barista, al ristoratore, al bambino che chiede un autografo. La Firenze che, insomma, incontri per strada passeggiando magari per le vie del centro. Il dialogo quotidiano tra un allenatore e il suo popolo è importante. Pioli andrà
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a vivere la città giorno per giorno. Cogliendo al volo spunti che poi lo aiuteranno nel suo percorso. Non si vince grazie a questo dialogo. Ma il dialogo aiuta. E state sicuri che Pioli non si offenderà davanti alle prime critiche. Stefano sa bene che quasi sempre sono solo e soltanto testimonianze d'amore. Del resto, tante volte regalano persino un sorriso perché sono figlie dello spirito di Firenze. Uguale nei secoli dei secoli.
La sua Fiorentina sarà come lui: equilibrata, ma coraggiosa Con una forte identità
andrea Tarozzi e Riccardo Taddei sono i volti già noti a Firenze del nuovo e nutrito staff di Stefano Pioli, composto da 12 professionisti. Rispettivamente Allenatore in Seconda e Collaboratore Tecnico, i due sono stati calciatori della Fiorentina in un non troppo lontano passato. Partendo da Tarozzi, che vestirà come detto i panni del vice, la sua carriera di calciatore è stata colorata di viola per ben 5 stagioni. Sbarcato in riva all’Arno nel 1997, la Fiorentina di Cecchi Gori lo aveva strappato al Bologna per la considerevole cifra di 6,2 miliardi delle vecchie lire. Di ruolo terzino destro, fu impiegato con continuità da Alberto Malesani, un po’ meno da Giovanni Trapattoni, da Fatih Terim e dai successivi tecnici gigliati. Andrea
restò, comunque, fedele alla maglia viola fino al fallimento del 2002, mettendo insieme 109 presenze e una rete (segnata al Lecce nel 99/2000). Per lui anche la soddisfazione di un coro della Fiesole: “Accelera, Andrea Tarozzi accelera!”, sulle note del più famoso canto dedicato a Stefan Schwarz. Con Pioli il primo incrocio risale al 2009/2010 che lo vedeva come team manager del Sassuolo. Poi la lunga carriera di vice che lo ha visto affiancare Pea, D’Aversa e Bocchetti, fino alla chiamata a Firenze dove si è precipitato con entusiasmo. Meno importante la carriera gigliata di Taddei che, però, è stato un talento cristallino delle giovanili. Classe 1980 di Vecchiano, è stato un numero 10 di gran classe, fermato da un grave infortunio.
Una sorta di “piccolo Zola” come lo chiamava Claudio Ranieri, ha giocato 5 gare con la Fiorentina in serie A, tra il 99 e il 2002, con una presenza in Nazionale Under 21. A lungo secondo di D’Angelo, anche a Pisa e Spezia, sarà Collaboratore Tecnico di Pioli in questo suo ritorno fiorentino.
A proposito di ritorni, anche Gianmarco Pioli, il figlio di Stefano, farà parte dello staff, anch’egli come Collaboratore Tecnico. Presente nella precedente gestione, rieccolo a Firenze con un bagaglio d’esperienza molto cresciuto.
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Allenatore in seconda Collaboratore tecnico Collaboratore tecnico Collaboratore Tecnico Collaboratore Tecnico Preparatore Atletico Preparatore Atletico Preparatore Atletico Match Analyst
Allenatore dei Portieri
• DaLL’omo aLEssanDro Allenatore dei Portieri
""“Perché Firenze?
Perché la sento dentro
Vivo di emozioni
E non ho mai avuto dubbi a dire sì!”
"“Allegri ci ha escluso dalla lotta Champions... Me lo sono segnato sulla lavagna dello spogliatoio”
“Ho firmato un triennale e in tre anni
vorrei vincere e tornare in Champions”
"“Kean è molto forte Ci ho parlato spesso Felicissimo che resti Mi piacerebbe giocasse con Gud e Dzeko”
"“Dzeko lo volevo già al Milan al posto di Ibra alza il livello di tutta la squadra”
""“Rocco Commisso
è un uomo di cuore D’accordo su tutto per far crescere la Fiorentina”
"“La Curva Fiesole è la nostra forza Nessuno sa motivare e dare più energia dei nostri tifosi”
“Luca Ranieri è il capitano giusto Astori? Lo sento sempre accanto e qui ancora di più”
"“Quale modulo? Quello conta poco Voglio una squadra con uno stile chiaro e con tanta qualità”
“Sono fiducioso perché c’è tanto spessore umano: Penso a De Gea, Gosens e Mandragora”
"“Dodo è bravissimo e punto forte su di lui Vorrei che incidesse di più in attacco e facesse più gol”
• Tommaso Borghini
Un sorriso grande così e una serie di parole al miele che hanno chiuso il discorso – clausola, prima della sua naturale scadenza. Moise Kean si è presentato allegro e pimpante nel giorno del Viola Carpet, la kermesse andata in scena il 14 luglio scorso al Viola Park. Una serata che è stata tutt’altro che banale, visto che tutti i riflettori erano puntati sul centravanti viola e che mancavano poche ore alla scadenza della famigerata clausola. La cui vicenda è nota: se fosse arrivata una pretendente a Kean con “in bocca” 52 milioni dal primo al 15 luglio, il club gigliato sarebbe stato costretto a cederlo, a meno di un rifiuto da parte dello stesso calciatore. Quindici giorni di passione per il popolo viola, quindici giorni di voci incontrollate su interessamenti arabi e da parte della Premier League. Quindici giorni
di vere o presunte offerte “monstre” all’attaccante ex Juve (si è parlato addirittura di 20 milioni all’anno solo per lui). Un periodo di tempo che è parso infinito e che si è, però, concluso con 24 ore di anticipo rispetto alla naturale scadenza. Quella sera al Viola Park, infatti, la faccia di Moise era tutt’altro che quella di uno che prepara l’addio e i tifosi presenti sugli spalti dello stadio Curva Fiesole (circa 3mila) lo hanno capito subito, tributandogli calorosissimi applausi. E il ragazzo nativo di Vercelli, una volta chiamato al microfono, ha pronunciato parole dal sapore più dolce del miele per la stessa tifoseria: “Sono davvero motivato a ripartire. La Fiorentina mi è sempre stata vicina e mi ha aiutato e ora è il momento di tornare con nuove energie e dare sempre il massimo per questa maglia”. Della serie: questo club ha creduto in me in un momento di estrema difficoltà della mia carriera, quando il gol non arrivava e nessuno mi aveva cercato. Adesso è il momento di ripagare questa fiducia. Voi mi avete aiutato e ora io aiuto voi. E poi dicono che la riconoscenza nel calcio non esista più… Questo ragazzo ha dimostrato il contrario, anche se (come è giusto che sia) si è preso tutto il tempo necessario per riflettere e ascoltare eventuali pretendenti. Del resto, dopo l’ultima trionfale stagione nella quale ha realizzato la bellezza di 25 reti e, soprattutto, ha giocato alla grande, facendo a sportellate contro chiunque pur di aiutare la squadra, chi avrebbe scommesso che alla fine sarebbe rimasto?
“La Fiorentina mi ha aiutato, Ora tocca a me dare il massimo per questa maglia!”
Crediamo in pochissimi. Ma la realtà (almeno al momento della chiusura del nostro giornale) racconta l’opposto. Kean non solo resterà alla Fiorentina, ma addirittura si parla di rinnovo del contratto imminente, con un accordo che si allungherà fino al 2030. Naturale anche l’adeguamento degli emolumenti e, in tal caso, il presidente Rocco Commisso avrebbe deciso di fare uno strappo alla regola che concesse solo all’inizio della sua avventura al vecchio campionissimo Frank Ribery. Per Moise sarebbero pronti 4 milioni netti a stagione, se non addirittura 4,5. Un
investimento necessario per alzare davvero l’asticella degli obiettivi, sovvertendo la regola in base alla quale (fino a oggi) per un motivo o per l’altro il club era stato costretto a vendere i suoi migliori giocatori, spesso per cifre iperboliche. Di sicuro i 52 milioni della clausola, alla luce della sua ultima stagione, erano inferiori al valore del centravanti gigliato che, dal 15 luglio in poi, è entrato nel libero mercato. Quindi da ora in avanti la Fiorentina non è più prigioniera della clausola e sarà lei, eventualmente, a stabilire un prezzo del cartellino di Kean. E, se è vero che le vie del mercato sono infinite e che può succedere tutto e il contrario di tutto, a oggi il club viola non sembra voler affatto cedere il suo campione attorno al quale, al contrario, pare voler costruire la squadra della stagione del centenario. Il tutto avvalorato dalle parole di Stefano Pioli che, nel giorno della conferenza stampa di presentazione ha detto: “Ho parlato tanto con Moise in questo periodo ma non so
quanto io possa aver inciso. Il club gli ha però dato tanta fiducia. Lui è molto forte, siamo entrambi soddisfatti che rimanga. Sto anche pensando al modo di farlo coesistere con Gudmundsson e Dzeko”. Quindi largo alla qualità là davanti, per provare finalmente a vincere un trofeo e a qualificarsi per l’Europa che conta.
• mario TEnErani
Una suggestione, forse più estiva che tattica, ma talmente bella da far sognare subito i tifosi. Pioli ha detto che non ha escluso di vedere assieme, magari a seconda delle situazioni, i tre tenori dell’attacco viola: Kean, Dzeko e Gudmundsson. Lasciamo perdere i moduli perché anche in questo caso Pioli si è espresso: oggi conta il movimento che fanno i cal-
ciatori in campo, la posizione che vanno a scegliere di volta in volta. Quindi parlare di Gud a ridosso degli altri due o magari l’islandese che parte dai lati o si sistema alle spalle del centravanti, ha poco senso. Importante è capire e sperare che il trio di cachemere possa esibirsi spesso in Italia e all’estero. Di sicuro nel calcio servono equilibri tra le due fasi, offensiva e difensiva, ma con la buona volontà si può fare tutto. Kean, Dzeko e Gudmundsson sono un capitale prezioso, poche squadre in serie A possono vantare un terzetto del genere. Con loro le partite si possono sboccare e vincere. Altrimenti partiranno in due, mentre l’altro comincerà in panchina e poi potrà subentrare in corso d’opera.
Diciamo che la triade può valere complessivamente un bottino da 45-50 gol. Non male, insomma. Pioli lavora anche su questo oltre che su tutto il resto. E ha un vantaggio: Kean, Dzeko e Gud sono portatori sani di entusiasmo. Non solo sono felici di essere a Firenze, ma lo sono ancora di più nel sapere che potranno essere allenati da Pioli. Sembrano sfumature, invece sono certezze.
Kean con Dzeko
Classe, gol, personalità e dosi massicce di esperienza. Edin
Dzeko è una garanzia per Stefano Pioli e un “vice” perfetto per Moise Kean. Un centravanti intelligente, capace di adattarsi a ogni evenienza tattica: con un compagno di reparto o da solo, per il “Cigno di Sarajevo” non fa molta differenza, tanto che può essere definito a tutti gli effetti un regista offensivo. Il neo? L’età molto avanzata (è un classe 1986 e il 17 marzo prossimo compirà 40 anni), ma nel percorso delle ultime stagioni ha dimostrato di essere ancora integro fisicamente e di non aver perso il fiuto del gol. Del resto i numeri registrati nei due campionati trascorsi in Turchia parlano chiaro: 99 gare ufficiali e 46 reti, tanto per chiudere la bocca a chi lo descrive
ormai come un pensionato del calcio.
Per Pioli, dicevamo, sarà prezioso perché porterà mentalità vincente allo spogliatoio e di certo non disturberà Moise Kean con il quale potrebbe anche tranquillamente giocare assieme se il tecnico viola glielo chiederà. Altrimenti potrà svolgere il ruolo di vice, subentrando nei minuti conclusivi di una partita o sostituendo il giovane collega dal primo minuto nelle tante partite che intasano il calendario gigliato. Averlo a disposizione, ad esempio, nei primi match di Conference League sarà determinante e consentirà a Kean di riposare in vista delle più complicate sfide di campionato. E da uno come lui anche Moise potrà imparare qualcosa da aggiungere al suo già importante ba-
gaglio tecnico-tattico. “Non vedo l’ora di cominciare!”. Nelle sue prime parole da giocatore della Fiorentina ha già espresso grande entusiasmo per la nuova avventura in riva all’Arno, elogiando il club per le bellissime strutture del Viola Park e ringraziando il presidente Commisso per la fiducia ricevuta. Adesso la parola passerà al campo, dove Dzeko dovrà dimostrare di essere ancora competitivo dall’alto dei 439 gol realizzati in carriera, tra campionati e nazionale, e con l’obiettivo personale di raggiungere le mille presenze ufficiali complessive, un record a cui mancano “soltanto” 22 gettoni. Su di lui Pioli è stato chiaro: “Lo volevo al Milan in caso di addio di Ibrahimovic, per noi sarà importantissimo”.
• Tommaso Borghini
non solo Kean e Dzeko. La Fiorentina, a detta dello stesso Stefano Pioli, “è molto ricca di giocatori di personalità, esperienza e dal grande spessore umano”. E, in effetti, a guardare la rosa dei convocati
è difficile dargli torto perché nel ritiro del Viola Park spiccano alcuni nomi di livello internazionale che il club ha avuto la forza di confermare o di riscattare. Andando con ordine, la prima grande conferma della Fiorentina del prossimo centenario è David De Gea.
Pioli spegne il caso del brasiliano e punta forte su Gudmundsson
Il portiere spagnolo, grande protagonista con prestazioni superlative nella stagione scorsa, è stato il primo a essere blindato dal club, proprio in un momento di pericoloso caos, determinato dalle improvvise dimissioni di Raffaele Palladino.
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Il contratto triennale che ha convinto il campione iberico a restare a Firenze è stato un segnale “urbi et orbi” della volontà della Fiorentina di ripartire su basi solide e tra averlo e non averlo in rosa ce ne corre, eccome. L’altro punto fermo per Stefano Pioli sarà Robin Gosens. Signore della fascia sinistra, capace di mettere insieme lo scorso anno la bellezza di 8 gol tra campionato e coppe, l’ex atalantino sarà fondamen tale anche per l’apporto che riesce a dare allo spogliatoio. Una sorta di secondo capitano (il primo resterà Luca Ranieri, come spiegato da Pioli) che con la sua esperienza darà una grande mano anche all’inserimento dei nuovi arrivi. Sul versante opposto ci sarà, a meno di sorprese dell’ultim’ora, Dodò.
Edin Dzeko
Il brasiliano pareva lontano dalla Fiorentina e al centro di un caso di difficile risoluzione, ma il modo in cui si è posto nel giorno della presentazione della squadra, promettendo massimo impegno per la maglia, sempre col sorriso e, soprattutto, le parole del suo nuovo allenatore sembrano aver dissipato i dubbi. “Punto forte su Dodò – ha spiegato Pioli – perché è fortissimo. È stato uno dei pochi a mettere in difficoltà Leao sul piano della gamba. L’unica cosa è che vorrei che determinasse di più là davanti e che facesse più gol”.
Della serie:
ci stiamo lavorando per un futuro immediato nel quale risulta difficile vederlo lontano da Firenze. Risalendo il campo, la conferma di Alfred Gudmundsson, addirittura con lo sconto, è stata un’altra piacevole sorpresa di questo primo scampolo di mercato. Il destino dell’ex Genoa pareva tutt’altro che viola, ma all’ultimo giorno della risoluzione dei prestiti con diritto di riscatto, Pradè e Goretti hanno piazzato il colpo, convincendo i rossoblù a concedere un taglio rispetto alla cifra concordata che sarà, solo parzialmente, compensata dai bonus. Fatto sta che in questo modo la Fiorentina ha accontentato anche Stefano Pioli che ha avuto parole d’elogio sull’islandese: “Voi dite che è un anarchico – ha detto – io dico che sa trovare la posizione giusta in campo. Ha dribbling, tiro in porta e personalità e spero di riuscire a farlo coesistere con Kean e Dzeko”. Insomma un altro tassello che va a comporre il mosaico di una squadra alla quale personalità, esperienza e talento non mancano davvero.