Sportdipiù 17/2012

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ANNO 4 - N. 17 - MAGGIO-GUGNO 2012 - Periodico - Copia gratuita - Testata giornalistica registrata al Tribunale di Verona n. 1807 / 2008

ANNO 4 - N. 17 MAGGIO-GIUGNO 2012

e inoltre...

CICLISMO RUGBY AUTOMOBILISMO SUB

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sdp sommario sommario

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7 L’editoriale La vera storia di un vero sportivo cio Scolastico Verona 8 Uffi La Festa Scuola Sport fa venti! Verona 10 Diocesi La vittoria? Nasce dalla sconfitta 5 12 Calcio Verona Calcio 5 in serie A1 15 Evento Le “Serate Gialloblù” 16 Calcio Intervista ai fratelli Cossato punto 18 IlLuciano chiama Verona 21 Pattinaggio Le ragazze del Cus Verona 22 Windsurf Once into the tunnel, never back! Football americano 24 Tato, un “mastino” per i Mastini

basket 27 Mini Pedro Paiola: il nonno del basket estivi 29 Camp Basket Camp Folgaria 2012 legale 30 Tutela Infortuni a scuola: cosa fare? dello sport 32 Medicina Il mal di schiena nel golf 34 Pallavolo Marco Meoni si racconta 36 Pallavolo Intervista a Chiara Dall’Ora a 360° 38 Sportivi Marina Resani 40 Evento Young Sport 2012 veronamania 41 Speciale Un’estate con Veronamania Biciclette e mostra fotografica 45 Evento

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sdp sommario sommario cus 46 Rugby Trofeo Città di Verona 48 Alimentazione Conoscere e difendersi dallo stress Villafranca 50 Sub Aquadive Apnea Team 52 Hockey Intervista ad Ana Scarone 54 Kart RTC Sport & immagine guida sicura 56 Speciale Sottosterzo e sovrasterzo 58 Automobilismo Stallavena-Bosco 2012 60 Danza Intervista a Nando De Bortoli fiscale 62 L’angolo Il Prospetto Riepilogativo ogativo

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70 IL SORRISO DI BEATRICE PRESENTA

Premio Beatrice PREMIO SOLIDARIETÀ 2012 COLLABORA ALL’INIZIATIVA L’UFFICIO SCOLASTICO XII DI VERONA

26 maggio

ore 21.00 Teatro Filarmonico di Verona PRESENTA FRANCESCA CHEYENNE RTL 102.5

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Olimpici 64 Giochi Le Olimpiadi tra ieri e oggi 66 Ciclismo Intervista a Paolo Salvoldelli 68 Handbike Il Giro d’Italia di handbike 70 Evento Trofeo Tommasi 2012 72 Ciclismo Villafranca Bike Racing 76 Foto&sport Setting della fotocamera digitale 78 Iniziativa Campo dei Bimbi 80 Psicomotricità Psicomotricità e tono muscolare 82 Evento Il Sorriso di d Beatrice


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editoriale

sdp

a cura del Direttore Anno 4 - Numero 17 -maggio-giugno 2012 Testata giornalistica registrata al Tribunale di Verona n. 1807/2008

La vera storia di un vero

Proprietario ed editore: GMC Communication s.a.s. di Matteo Cristani & C. Sede legale: Via Vaghetto, 11 37030 Lavagno - Verona Redazione: Via Scuderlando, 350 37135 Verona

ANNO 4 - N. 17 MAGGIO-GIUGNO 2012

ANNO 4 - N. 17 - MAGGIO-GUGNO 2012 - Periodico - Copia gratuita - Testata giornalistica registrata al Tribunale di Verona n. 1807 / 2008

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Direttore editoriale Piergiorgio Giambenini Direttore responsabile Alberto Cristani Vice Direttore Alessandra Rutili Caporedattore Marco Hrabar Redazione Alberto Cristani, Alessandra Rutili, Luca Mazzara, Marco Hrabar, Elena Bazzoni, Andrea Etrari Grafica e impaginazione Silvia Sorio per GMC Communication s.a.s. Stampa Grafiche Cortella s.r.l - Verona Contattati: redazione@sportdipiu.com info@sportdipiu.com www.sportdipiu.com - Facebook Hanno collaborato per questo numero don Andrea Giacomelli, Alberto Fabbri, Alessandro Betteghella, Andrea Costa, Benedetta Sartori, Bruno Mostaffi, Dino Guerrini, Emanuela Biondani, Emanuele Arbetti, Francesca Paradiso, Giorgio Pasetto, Lorenzo Fabiano, Luciano Marangon, Marco Meoni, Marco Trettene, Marina Soave, Michele Corato, Mirko Simonaio, Monica Magnone, Patrizia Zanetti, Silvia Ferrari, Silvia Zanolli, Simona Pettinato, Stella Mazza Foto Archivio Sportdipiù, Centri Bernstein Verona, Foto Liborio Verona, Andrea Costa, Mastini Verona, Hockey Villafranca, Daniele Ghinassi, Aquadive Apnea Team, Cus Verona Rugby, Veronamania. Foto copertina: Andrea Costa

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uando il 14 aprile scorso Piermario Morosini si è accasciato al suolo, durante la partita Livorno-Pescara, è morto un ragazzo. Mi fanno imbestialire i discorsi che sento e i commenti che leggo nei quali si sintetizza che “... se muore un calciatore tanto clamore, se muore una persona qualunque, silenzio”. Chi dice questo non ha capito o non vuole capire. O forse vuole fare semplicemente inutile polemica. Non entro nel merito del perché della morte di Morosini e nemmeno sul cosa si poteva (se si poteva) fare per salvarlo. Non sono un esperto in materia tantomeno un medico. Analizzo solo l’unico dato ad oggi incontrovertibile: Piermario Morosini non c’è più. La sua breve vita non è stata per niente facile: rimane orfano di mamma 15 anni, a 17 gli muore anche il papà. Si suicida anche suo fratello disabile. Piermario era rimasto solo con una sorella disabile. Sembra il triste e surreale copione di un film. Invece si tratta della realtà incredibilmente vera e straordinariamente crudele. Ma non mi voglio soffermare nemmeno su questo argomento. Morosini non deve essere ricordato per questo. Mi piace invece evidenziare come per lui lo sport sia stato la sua salvezza, il suo “credo”, il suo nuovo mondo, dove trovare la forza e il coraggio per andare avanti, per dire no al destino infame, dire no alla

Sportivo sfortuna. Soprattutto dire no ad una vita triste. Tanti avranno passato - e purtroppo tanti passeranno ancora - quello che Piermario ha subito. Ma quanti sono riusciti - e riusciranno - a reagire? Quanti sono riusciti - e riusciranno - a rialzarsi e vivere a testa alta? Vasco Rossi canta: “Voglio trovare un senso a questa vita, anche se questa vita un senso non ce l’ha…”. Morosini nonostante tutto (si diciamolo pure nonostante una incomprensibile sfiga) un senso alla sua vita l’aveva trovato, grazie allo sport. Un messaggio di speranza, pulito, sano. Un messaggio che deve, e sottolineo deve, arrivare a tutti, specialmente ai più giovani. Sport non è sinonimo di vittoria e di campioni. Sport significa mettersi in gioco, sfidarsi per trovare la forza di affrontare le difficoltà della vita. Tanti trovano “un senso a questa vita” creandosi un mondo parallelo con senza regole, senza leggi. Forse più facile da raggiungere. Ma a quale prezzo? E soprattutto per quale futuro? Piermario Morosini di Bergamo è stato un ragazzo sfortunato che ha avuto la forza di andare avanti, senza compromessi. Avanti per costruirsi una vita bella. Avanti cercando di non farsi annullare da un passato infame. Avanti finchè il cuore lo ha guidato. Piermario Morosini, un ragazzo che ha vissuto da grande uomo. E da vero sportivo.

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ufficio scolastico verona

Il 5 giugno al Palazzo della Gran Guardia

La Festa Scuola Sport fa venti! Durante la festa verrano inoltre premiati gli istituti vincitori del concorso “Scatta lo Sport a Scuola”

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iniziato il conto alla rovescia: martedì 5 giugno 2012 ore 16.30 a Verona, Palazzo della Gran Guardia, il mondo dello sport scolastico veronese si prepara a celebrare la XX edizione della Festa Scuola Sport! La manifestazione vanta una lunga tradizione di continua e consolidata collaborazione di successo tra l’Ufficio scolastico del MIUR per l’educazione fisica e sportiva e l’amministrazione comunale di Verona - Assessorato allo Sport. Si presenteranno all’appuntamento oltre 500 studenti delle scuole secondarie di 1° e 2° grado, vincitori delle varie specialità sportive contemplate nel panorama dei Giochi Sportivi Studenteschi, i loro Insegnanti ed i Dirigenti più attenti a questo aspetto formativo e di riconoscimento dell’attività scolastica. Anche le Scuole Primarie della città coinvolte nel Pro-

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getto Gioco saranno rappresentate dai docenti referenti per l’educazione motoria. Le Autorità che negli anni si sono avvicendate nell’esprimere vive congratulazioni ai protagonisti non mancheranno anche quest’anno nel complimentarsi con gli studenti sottolineando il pregevole valore di questa esperienza formativa scolastica. Saranno attesi: l’Assessore allo Sport del Comune di Verona, il Preside della Facoltà di Scienze Motorie di Verona, il Dirigente dell’Ufficio Scolastico XII, il presidente del CONI provinciale e numerose autorità civili, religiose, culturali e sportive del nostro territorio: i rappresentanti della Polizia Municipale, della Motorizzazione Civile, il rappresentante della Curia Vescovile, Ispettori e Dirigenti Scolastici. Va citata l’azione di grande rilievo progettuale ed organizzativo posta al servizio della popolazione scolastica e


ufficio scolastico verona l’opera di promozione della salute e del benessere, avanzata attraverso le attività motorie, fisiche e sportive. Un ringraziamento sarà espresso inoltre ai Presidenti delle organizzazioni sportive, Federazioni e Enti di Promozione ed ai responsabili delle organizzazioni pubbliche e private che a vario titolo, sono coinvolti anche nella realizzazione di varie manifestazioni, inclusa la festa scuola sport, che sta via, via diventando un appuntamento culturale per la città di Verona. Queste agenzie educative e formative contribuiscono alla concreta messa in atto di innumerevoli progetti. Di grande rilievo l’educazione stradale per la quale si assegnerà il riconoscimento per “20 anni di educazione stradale a Verona” al miglior progetto scolastico realizzato nel 2011/12. Preziosa in merito la collaborazione con le Polizie Municipali, il MIT, la Provincia, l’ACI e molti altri. Da evidenziare inoltre lo sviluppo delle attività in ambiente naturale, con il CTG e l’Azienda Funivie di Malcesine, Gardaland SeaLife, il Parco Sigurtà e molti altri partners attenti alla promozione del gioco e delle attività motorie come momento didattico ed interculturale rivolto al mantenimento delle tradizioni, ai concorsi per gli studenti meritevoli nello studio e nello sport, con il supporto della Ditta Airone e del Parco acquatico Riovalli, per l’assegnazione del XX Premio “Studente Atleta 2012”. Durante la Festa ScuolaSport 2012 verranno anche premiati gli Istituti e gli studenti vncitori del Concorso “Scatta lo sport a scuola” organizzato da Sportdipiù magazine in collaborazione con Decathlon, Paliuani Life, Banca della Valpolicella, Olympus e Ennevi Foto di Verona. Le Organizzazioni provinciali donatori di sangue AVIS E FIDAS, da alcuni anni collaborano e progettano con l’Ufficio Educazione Fisica contribuendo allo sviluppo delle attività culturali e di solidarietà civile che gradualmente si stanno promuovendo all’interno delle Istituzioni Scolastiche grazie alla collaborazione ed alla sensibilità comune degli operatori di queste organizzazioni. Nei tornei e nelle gare compaiono spesso le premiazioni delle due organizzazioni affiancate, nelle Palestre degli Istituti gli striscioni e nuove sezioni; sono presenti anche all’interno di progetti didattici per gli studenti e di convegni dedicati alla formazione degli Insegnanti dimostrando così come di anno in anno la progettazione comune offra nuove ramificazioni e nuovi frutti. Il Logo “AVIS - FIDAS Insieme nella scuola - Insieme nello sport” che compare a fianco dello slogan “Sport @ Scuola” e del marchio dell’Istituzione scolastica provinciale, stanno a sottolineare la concreta collaborazione ed il significato che deriva dalla comunione d’intenti che ha unito questi soggetti nel nome della cultura della solidarietà, della donazione, del vivere sano e del valore della convivenza civile. Gli Studenti, con il loro ridondante gioioso entusiasmo, i

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Docenti, i Dirigenti e le Autorità, siamo fiduciosi, daranno vita ad un incontro intriso di questi messaggi e valori. Non resta che dare appuntamento a tutti , anche alle famiglie dei premiati, che vorranno presenzia all’evento, al 5 giugno 2012. Che sia per tutti una speciale ed indimenticabile XX FESTA SCUOLA SPORT!! Monica Magnone Coordinatore Ufficio Educazione Fisica

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diocesi di verona ufficio scolastico

verona diocesi verona

Ufficio Pastorale dello Sport diocesi di Verona

La vittoria? Nasce dalla sconfitta Il gesto sportivo è metafora di vita che educa e trasmette incitamento ed energia buona

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na vittoria che ribalta il risultato libera il corpo in un grido di gioia o in un semplice sorriso. Come quello di Carolina Kostner nella sua danza mondiale. Inevitabile l’ammirazione e lo stupore per una perfezione che incanta. Una vittoria in una carriera atletica con cadute e riprese, liberatoria. Stupendo corpo leggero e libero non perché svagato e in fuga, ma perché concentrato e attento. Lo sport ha un rapporto tutto particolare col corpo. Un corpo finalmente libero e leggero, non “umiliato” dai graffi del ghiaccio mondiale, ha profetizzato un’armonia solo sognata da tanti “corpi” gravati e offesi. “Quotidiani” limiti fisici e psicologici della precarietà della vita, esiti di una natura fragile, ma purtroppo anche frutto amaro dell’egocentrismo dis-umano. Movimenti armonici fendono l’aria e lievitano figure alle quali si vorrebbe partecipare. Non improvvisazione o performance, ma il guadagno della pazienza nella ripartenza possibile se la passione conta più dell’orgoglio e della sfida. Una vittoria attesa eppure sorpresa, perché come ha raccontato una cronista il successo o meno in questo sport - in tanti sport - può variare di un niente. I successi sono frutto di allenamento disciplinato intenso e continuo ma, “si sa”, l’impegno non è garanzia di vittoria. Chi “perde” non ha faticato o si è preparato meno. Lo sport è vita anche in questo. Si può gustare e gioire per un primato, ma ci sono valori e successi da riconoscere senza crollare nella “sconfitta”. Di fronte c’è un’altra gara ancora da fare, una partita da giocare. Quando il risultato si ribalta l’urlo di gioia diventa abbraccio. È l’immagine sperata nella vita. Mi vien spontaneo pensare alla risurrezione, alla gioia che possono aver provato gli amici di Cristo nell’incontrarlo vivo e al desiderio rinato di ripartire di rifare sorprendentemente la strada con il coraggio che si era perso nella rassegnazione della delusione.

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La Pasqua che è figura nuova vita richiama il faticoso e talvolta contradditorio rapporto col nostro corpo fra potenzialità e limiti. Nella danza sul ghiaccio di Carolina c’è si può leggere una profezia di liberazione e di ripresa possibile. Liberazione di cui abbiamo bisogno. Il gesto sportivo è metafora di vita che educa e trasmette incitamento ed energia buona anche per gli ultimi impegni scolastici e per ogni ambito dell’esistenza. A tutti l’augurio di una buona estate a “corpo libero”. Info: www.diocesiverona.it

don Andrea Giacomelli


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calcio 5

Promozione inaspettata ma meritatissima

Verona Calcio 5: finalmente è A1! Una calvalcata esaltante per i ragazzi capitanati da Tres e guidati da mister Langè. Contro ogni pronostico.

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n’impresa ancora difficile da credere. Una favola, di quelle che puoi solo immaginare. Un’emozione pazzesca, come solo lo sport riesce a regalare. Il Verona Calcio a 5 ha vinto il campionato nazionale di serie A2 dopo una stagione da urlo e giocherà il prossimo anno in A1 nell’olimpo del futsal italiano. Partita in sordina con l’obiettivo di una salvezza tranquilla, la squadra guidata da mister Marco Langè e dal suo vice Alberto Anici ha fatto capire partita dopo partita che per ogni avversario sarebbe stata dura contro i gialloblu: e vittoria dopo vittoria la classifica è diventata sempre più entusiasmante fino alle ultime gare decise negli ultimi secondi, e capaci di emozionare come poche altre volte nella storia del calcio a 5 veronese. Su tutte il match casalingo contro Pesaro, chiuso con un rigore decisivo di capitan Tres a meno di un secondo dalla fine, e la partita di Loreto quando

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il gol di Fedele a pochi secondi dalla sirena ha dato la matematica certezza della promozione. Una gioia infinita per tutti, giocatori, tecnici e dirigenti, come Luigi e Massimo Gianmoena, cuore ed anima di una società che in estate aveva rischiato di sparire. Poi la passione e l’amore per questo sport hanno fatto scegliere alla famiglia Gianmoena di andare avanti, aiutati dal direttore generale Stefano Cacciatori e da tante persone che hanno avuto la fortuna di vincere un campionato che resterà nella storia. Con meriti da dividere tra tutti, e con un gruppo di giocatori amalgamato alla perfezione dai tecnici gialloblu. Da Brumatti, portiere capace di parate strepitose e di aiutare la squadra anche in fase di attacco con gol pesanti, ad Alessandro Fontaniello, il suo vice arrivato dal campionato di C2 ed in grado di calarsi subito in una realtà come quella della serie A2 senza mai far mancare il suo apporto. Dalla forza e la tranquillità


calcio 5

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IL CAMMINO DEI GIALLOBLÙ Verona Civitanova Verona Cus Chieti Verona Brillante Futsal Villorba Verona Italservice Pes. Verona Comelt Toniolo Nautica Store C. Verona Canottieri Bell. Verona Domus Chia Verona Verona Gruppo Fassina Verona Tubi Spa Loreto Verona

Nautica Store C. Verona Canottieri Bell. Verona Domus Chia Verona Verona Gruppo Fassina Verona Tubi Spa Loreto Verona Verona Civitanova Verona Cus Chieti Verona Brillante Futsal Villorba Verona Italservice Pes. Verona Comelt Toniolo

3-2 4-3 5-2 1-7 9-2 3-3 3-7 2-1 1-3 4-3 3-3 2-2 6-2 6-3 4-0 1-8 4-1 6-4 2-5 5-4 5-6 3-3

di Thiago Resner in difesa, senza dimenticare il suo tiro bomba e i gol da lontano, alla bella scoperta di un Lestingi ancora giovane ma di ottime prospettive, alla voglia e alla grinta di Moris. Passando poi alle emozioni di Enrico Frusciante, anche lui catapultato in A2 direttamente dalla C2 e con tanta voglia di imparare ed aiutare i suoi compagni in allenamento, o alla freschezza di Otero, giovane talento arrivato in estate e capace di far intravedere un futuro da campioncino. Senza dimenticare i giovani Carone, classe 1992 e in pianta stabile nel giro della prima squadra, e Cecchini, che nonostante la sua età ha convinto in fretta mister Langè e tutti gli addetti ai lavori sulle sue qualità di oggi e di domani. Arrivando alla classe di Pedrinho, ex Benfica e Barcellona, capace di giocate da urlo ma anche di mettersi sempre al servizio della squadra, o al talento di Fedele, formidabile in zona gol e attaccante temibile da tutti gli avversari. Per chiudere con Anzolin, il capocannoniere della squadra, di quelli con l’argento vivo addosso e la capacità di inventare sempre qualcosa, e ovviamente con Tres, il capitano, gran giocatore ma soprattutto anima di una squadra che ha già voglia di regalare altre sorprese. Dopo aver scritto la storia del calcio a 5 veronese con un risultato incredibile, e dimostrando a tutti che a volte i sogni diventano realtà. Luca Mazzara Info: www.www.veronacalcioa5.it

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Organizzate dal Comune di Castel d’Azzano

Le “Serate Gialloblù”: una festa per lo sport veronese Marmi Lanza, Hellas Verona, Chievo e Tezenis ospiti del comune di Castel d’Azzano. E l’11 maggio il gran finale...

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ontinua a riscuotere grande successo l’iniziativa “Serate Gialloblu” organizzata dall’Assessore allo sport del Comune di Castel d’Azzano, Massimiliano Liuzzi. Dopo aver ospitato lo scorso febbraio all’Hotel Malaspina la Marmi Lanza Verona, con protagonisti coach Bagnoli, Meoni, Patriarca ed il consigliere Bazzoni, mercoledì 28 marzo, presso la Baita degli Alpini di via Barbarani 6, l’ospite d’onore è stato l’Hellas Verona. La cittadinanza di Castel d’Azzano, ancora una volta, ha risposto presente. Grande l’atmosfera e l’attaccamento dimostrato nei confronti dei colori gialloblù dell’Hellas. Per la società di via Torricelli, erano presenti il team manager Sandro Mazzola ed il responsabile comunicazione Simone Puliafito, che hanno accompagnato la star della serata, l’allenatore Andrea Mandorlini. Non hanno voluto mancare a questo appuntamento anche AGSM, con il vice presidente Mirco Caliari e Davide Maggiotto, l’assessore Federico Sboarina, Gianluca Tavellin di Telearena e Giuseppe Bilotta di Studio 7. Più di 500 le persone che hanno preso d’assalto la Baita degli Alpini, alla caccia di una foto o di un autografo con i protagonisti della gloriosa società veronese. Mandorlini ha avuto un pensiero per tutti, mostrandosi molto disponibile, sia con i più piccoli che con i loro genitori. Una serata molto piacevole, presentata da Alberto Fabbri, dove i ragazzi delle scuole Cesari e Salgari hanno potuto porre le loro domande ai presenti ed in chiusura hanno gustato, insieme ai loro beniamini, un ottimo risotto al tastasal (sfornati oltre 400 risotti) preparato dagli Alpini con la solita passione che li contraddistingue.

Mercoledì 11 aprile, all’Hotel Malaspina, ospite d’onore di “Serate Gialloblu” il Chievo Verona. Accompagnati dall’addetto stampa Tommaso Franco, davanti a oltre 200 persone, si sono presentati e hanno risposto alle curiose domande dei ragazzi delle scuole Cesari e Collodi, i giocatori Stefano Sorrentino e Sergio Pellissier, il dirigente Fabio Moro ed il vice allenatore, Roberto Murgita. Una serata piacevole, dove i protagonisti sono stati i ragazzi accorsi numerosi alla terza serata organizzata dall’Assessore Massimiliano Liuzzi. Al termine del dibattito, risotto per tutti, due chiacchierare con i giocatori del Chievo Verona condite con autografi e foto di rito. Dopo i successi con Marmi Lanza, Hellas Verona e Chievo Verona, il prossimo appuntamento è in programma il 2 maggio, quando arriveranno a Castel d’Azzano i giganti del basket veronese, la Tezenis. Il gran finale è in programma venerdì 11 Maggio, presso la Sede Comunale di via Castello. In quella occasione si eleggerà il vincitore del Concorso “Disegna la tua maglia gialloblu”. Soddifazione infine espressa dall’Assessore allo sport del Comune di castel D’Azzano Massimiliano Liuzzi: “Ringrazio personalmente tutte le Società sportive veronesi e locali, l’Associazione Nazionale Alpini, gli insegnanti e tutti gli alunni della scuola primaria e secondaria per il loro impegni e dedizione, insieme a tutti i Calcio Club, gli sponsor ed il gruppo di genitori che ha aderito a questa nuova iniziativa del mio Assessorato”. Alberto Fabbri

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calcio ufficio

scolastico verona diocesi verona

Ex bandiere di Hellas e Chievo

Mike & Fede: i fratelli gialloblù Due attaccanti generosi, due fratelli accomunati dal gol e dalla passione per il calcio. E dall’amore per la loro città

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ichele e Federico Cossato, i fratelli gialloblù. Il primo ribattezzato da tutti “L’eroe di Reggio Calabria” in ricordo di quella rete che permise al Verona di salvarsi dalla retrocessione, il secondo capace di far perdere lo scudetto all’Inter e di diventare l’incubo del Milan. Due carriere tutte da raccontare. Perchè il calcio? M e F. Come tutti i bambini sognavamo di diventare calciatori. Eravamo mossi da una grande passione, avevamo sempre il pallone tra i piedi. Abbiamo iniziato nel Parona a muovere i primi passi ma non potevamo immaginare che saremo riusciti a sfondare in un mondo complicato come quello del calcio.

Cosa invidiate l’uno dell’altro? M. Il colpo di testa è sempre stato l’arma in più di mio fratello. F. Michele oltre ad essere abilissimo nel gioco aereo aveva anche un gran sinistro. Cosa serve oggi per sfondare nel calcio? M. Serve tanta buona volontà e soprattutto spirito di sacrificio. Ci può essere il colpo di fortuna ma se non si ha voglia di soffrire non si va da nessuna parte. F. Quando passa il treno occorre prenderlo al volo anche se è necessario avere la testa a posto per mantenersi a certi livelli. Michele, com’è stato il passaggio dal Chievo al Verona? Direi stupendo. Sognavo di giocare nella squadra di cui sono sempre stato tifoso. Il presidente Campedelli non ha mai accettato questa mia scelta ma io non ho fatto un torto a nessuno. Federico, qual è stato il “tuo” Chievo? Sicuramente il secondo anno di serie A con Del Neri. Ho fatto nove gol ed è arrivata anche la convocazione in Nazionale che purtroppo ho dovuto saltare per la rottura della fascia plantare. Quell’anno andavo a mille all’ora e quell’infortunio 16 • www.sportdipiu.com

non ci voleva. Come si sente oggi l’eroe di Reggio Calabria? M. Mi sento ancora apprezzato per quel gol a distanza di tanti anni. Mi vengono i brividi ogni volta che ci ripenso, è stato il momento più bello della mia carriera. Porterò sempre nel cuore quei ricordi. Due derby in serie A da avversari... M. Ricordo una partecipazione incredibile da parte dei tifosi. In città non si parlava d’altro. Vincere quel primo derby ha dato grande soddisfazione a tutti noi: peccato che il secondo sia stato favorevole al Chievo. Avessimo anche pareggiato ci saremmo salvati. F. Il primo lo vidi inizialmente dalla panchina. Certo che quarantamila persone al Bentegodi e gli occhi di tutta Italia puntati addosso non sono cose da tutti i giorni. Il secondo (24 Marzo 2002 ndr) lo ricordo molto volentieri perchè il giorno prece-


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solo alla televisione. Ho avuto grandi soddisfazioni, quindi rifarei tutto quello che ho fatto. F. Potevo andare in una grande, perchè la Roma mi aveva cercato ma non mi hanno fatto andare. Il rimpianto che mi porterò sempre dentro è di non aver potuto salutare i tifosi del Chievo da giocatore nell’ultima partita del 2008 al Bentegodi. Sapevano che avrei smesso, perchè fisicamente non ce la facevo più. Non pretendevo di giocare tutta la partita, mai l’ho preteso, ma meritavo di entrare almeno per tutto quello che ho dato al Chievo nella mia carriera. Non me l’hanno permesso, questo non lo posso dimenticare.

dente era nata mia figlia Gaia. Avevo raggiunto in ritardo i compagni in ritiro ma sentivo una gran spinta dentro: doveva giocare Marazzina e non io che avevo anche i crampi dalla tensione. Ho fatto due gol, abbiamo battuto il Verona. Col senno di poi mi spiace pensare che con un risultato favorevole l’Hellas avrebbe potuto salvarsi. L’allenatore che ti ha dato di più... M. Sicuramente Malesani. L’ho avuto sia al Chievo che al Verona e credo che tutt’oggi come organizzazione di gioco non sia secondo a nessuno. Mi ha dato tanto anche sotto il profilo umano: sapeva come incoraggiarmi e caricarmi. F. Malesani e Del Neri. Il primo non mi ha mai allenato ma tramite un amico di mio fratello, Antonino Di Giulio, mi aveva fatto arrivare al Chievo. Il secondo ha capito che io davo il cento per cento sia che giocassi tutta la partita, sia che entrassi a un minuto dalla fine. C’è sempre stata grande stima reciproca.

Oggi di che cosa vi occupate? M e F. Stiamo organizzando un camp estivo a Vipiteno per ragazzi dai 7 ai 14 anni. Già due anni fa l’avevamo fatto nella Valpolicella ma nel nostro territorio non ci sono strutture attrezzate per queste attività. Per un giovane riteniamo sia un’esperienza importante non tanto per insegnargli a giocare a calcio ma come vera esperienza di vita. L’idea è nata qualche anno fa ed è un sogno che ci portiamo dentro da tanto. Nel tempo libero comunque giochiamo a golf. Ci ha preso questa passione; anni fa andavamo spesso in bicicletta ma oggi preferiamo il green. Alesandro Betteghella

Il più grande di tutti i tempi con cui hai giocato... M. Penso che la tecnica di Mutu fosse qualcosa di unico. Era imprevedibile, inventava sempre la giocata. Infatti, poi abbiamo visto tutti che carriera ha fatto. F. Oliver Bierhoff. Quando facevamo le azioni undici contro zero a chi andava sul fondo a crossare urlava “Basta metterla” e faceva sempre gol di testa. E’ arrivato a fine carriera ma vedevi proprio un campione, un esempio di professionalità. Il rimpianto più grande della carriera... M. Non ho rimpianti, sono orgoglioso di quello che ho fatto. Sono riuscito a raggiungere la serie A, ho affrontato giocatori che pensavo di vedere

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il punto

In collaborazione con Radio RCS

Luciano chiama Verona L’ex terzino del Verona commenta in esclusiva per Sportdipiù magazine gli eventi dello sport scaligero

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iao amici di Sportdipiù magazine, rieccomi di nuovo qui con voi. Il nostro amato Hellas è sempre lassù, nonostante i continui blackout in trasferta. Diciamo che in alcune occasione arbitri (Nocera) e sfortuna (Brescia e Crotone) non ci hanno assistito. Ma l’impressione è che Maietta e compagni lontani da Verona non sappiano essere la squadra quadrata, cinica e schiacciasassi che ammiriamo al Bentegodi. Io però rimango fiducioso: anche Pescara e Sassuolo - le altre due formazioni che se la giocano con l’Hellas per la promozione diretta (il Torino lo reputo già in A...) faticano e perdono punti. Perciò tutto sommato le nostre sconfitte in trasferta non sono così deleterie. Se continuiamo a vincere al bentegodi e magari riusciamo a conquistare - facendo tutti gli scongiuri del caso e toccando tutto quello che c’è da toccare - un paio di vittorie in trasferta credo propro che il 27 maggio ci troveremo tutti in Piazza Brà a festeggiare!!! E proprio in previsione di una festa tutta gialloblù l’Associazione Culturale Hellas Verona e gli Ex Calciatori Hellas Verona hanno “creato” «Il Veterano», un vino rosso di grande intensità che riporta sulle etichette due foto

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storiche dell’Hellas. Questo buonissimo vino è stato presentato presso la cantina Terre di Pietra di Marcellise insieme ai titolari Laura Albertini e Cristiano Saletti, i veri esperti di vino. La produzione del «Veterano», nella prima annata, è di 1800 bottiglie, sono tutte numerate e il ricavato della vendita andrà all’Associazione Culturale Hellas Verona e gli Ex Calciatori Hellas Verona che poi lo devolveranno in beneficenza. Insomma non ci resta che acquistare questo buonissimo vino, per due semplici ma importantissimi motivi: per aiutare chi sta peggio di noi e per brindare. A cosa? Beh, io la mia idea ce l’ho. E voi? Un abbraccio a tutti Luciano Marangon


IL VETERANO non è solo un vino, è anche un ricordo, una passione e una storia centenaria unite in un ambizioso progetto. Quello di dedicare ogni annata di questo vino ad una delle squadre che hanno fatto la centenaria storia del Verona Hellas. Le etichette dell’ annata 2009 sono dedicate a due diverse formazioni: quella del 1946/47 e quella del 1956/57 che ha ottenuto la prima storica promozione in serie A. Il risultato è un’elegante e prestigiosa bottiglia, non solo da bere, ma da collezionare nei prossimi anni. Dalle prossime annate nuove foto arricchiranno le etichette con cui verrà commercializzato IL VETERANO. IL VETERANO è un vino che nasce dalla passione, l’esperienza e la tradizione; è dedicato agli uomini che da più di cento anni fanno la storia calcistica del Verona Hellas.

L’azienda agricola TERRE DI PIETRA è una piccola azienda viticola a conduzione familiare che produce i vini classici della Valpolicella: il Valpolicella, il Valpolicella Superiore e l’Amarone. La cantina ha iniziato la propria attività a Torbe di Negrar, mentre dal 2012 è stata inaugurata la nuova cantina a Marcellise. Il Veterano 2009, è un vino rosso importante ottenuto da uve Corvina, Cabernet e Merlot,vinificate dopo un leggero appassimento. Il vino così ottenuto è stato affinato per 2 anni in botti di legno da 500lt. È un vino rosso di grande struttura e corpo, che si sposa molto bene con i piatti più importanti della tradizione veronese. La pastissada, le carni rosse alla brace e i formaggi stagionati sono gli abbinamenti più indicati.

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pattinaggio

sdp

Maggio e giugno, mesi ricchi di impegni

Ma che brave le ragazze del Cus Verona Pattinaggio! Le esperienze - più dei risultati - sono tappe fondamentali del percorso di crescita delle giovani (e promettenti) leve

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rosegue con successo la stagione sportiva del Cus Verona sez. Pattinaggio Artistico. La società ha portato in pista ai Campionati Provinciali dell’ 11-12 marzo scorso, l’atleta Elisa Pagani (cat. Giovanissimi B - 2003), che si è aggiudicata un meritato 3° posto negli esercizi obbligatori, il 5° negli esercizi liberi, ed il 4° nella combinata. Sempre Elisa Pagani, Domenica 15 aprile scorso, ha partecipato alla 1^ tappa di obbligatori del Trofeo “Gran Prix Giovani 2012”, svoltasi a Spresiano (TV) migliorando nettamente il risultato dello scorso anno. Il mese di aprile ha visto partecipare il Cus Verona Pattinaggio anche alla sua prima gara ACSI (Associazione Centri Sportivi Italiani), svoltasi il 14-15 aprile nella città di Chiarano (TV), portando in pista 8 delle 50 atlete iscritte quest’anno, 3 delle quali alla loro prima gara in assoluto. L’atleta Arianna Rossettini neofita di questa disciplina ha debuttato nella categoria Pulcini Master (anno 2003), conquistando il 15° posto. Nella categoria Principianti Master hanno invece partecipato Ginevra Paladino e Maren Lehner (anno 2001), entrambe alla loro prima esperienza agonistica, raggiungendo rispettivamente il 10° e 13° posto. Sempre nella categoria Principianti Master, è stato ottenuto un ottimo risultato dall’atleta Alice Antonini (anno 2000) che ha conquistato la 7^ posizione, l’ 11° posto è stato portato a casa da Michela Chizzola (anno 1999), seguita subito dopo da Veronica Rinaldi ed Elena Menato (anno 2000), rispettivamente al 14° e 15° posto. Nella categoria Ragazzi Master il Cus Verona Pattinaggio ha sfiorato il podio per un soffio, grazie all’atleta Alice Fantato (anno 1995), che ha portato a casa una meritata 4^ posizione. “Si può sempre migliorare - commentano le insegnanti Serena, Stella, Martina e Silvia - ma siamo comunque contente dei risultati raggiunti dalle nostre piccole leve, che nonostante la loro prima “trasferta” in una nuova città, fuori dai loro ambienti familiari, hanno tentato di

tenere a freno ansia e agitazione, terminando così il loro disco di gara”. E ancora aggiungono: “Le esperienze sono importanti perché fanno parte del percorso di crescita e maturità in ognuno di noi, quindi, forti di quanto costruito e conquistato, ci prepariamo per le prossime gare a calendario!”. I prossimi appuntamenti saranno il “Trofeo Gruppi Spettacolo Memorial Todisco” a Udine a cui parteciperà il Quartetto Div. Nazionale “Eumenidi”, formato da Stella Mazza, Martina Burato, Silvia Piazza ed Elisa Petrini; la 2^ tappa del Trofeo “Gran Prix Giovani 2012” per Elisa Pagani a Treviso e la 3^ tappa (19 Maggio) a Verona; i Giochi Giovanili Provinciali 20 Maggio a Verona per tutte le atlete del Cus Verona Pattinaggio, grandi e piccine. Tante altre gare sono previste per la fine di maggio e inizio giugno che chiameranno le atlete ad altrettante importanti conferme e vittorie. Fiore all’occhiello di questo bimestre è il raggiungimento del 2° gradino del podio ai Campionati Italiani di Federazione e la conseguente qualificazione agli Europei di Blanes, in Spagna, del Gruppo Sincronizzato Senior, “Sincro Roller” di Bologna, in cui è presente anche la Società Cus Verona con una delle sue atlete, Giorgia Cavalleri, che porterà alto il nome della Società veronese impegnandosi al massimo per la vittoria. Complimenti quindi e un grande in bocca al lupo alle atlete e alla Società Cus Verona Pattinaggio! Stella Mazza

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windsurf

Disciplina in Europa dal 1972

Once into the tunnel, never back! Il Lago di Garda è una delle migliori palestre del mondo per praticare ed apprezzare questo spettacolare sport

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on ce n’è. Nossignore. Non ce n’è di sport come il windsurf. Non c’è sensazione più entusiasmante, più appagante, più gloriosa dello sfrecciare sul pelo dell’acqua, sospinti dalla sola forza del vento. Planare, carvare, saltare, bordeggiare per infinite distanze. Qualcosa che va oltre la mera classificazione di sport. Oltre la massificazione. Oltre gli schemi. Ed assurge quasi più a filosofia di vita. Massima espressione di libertà. Tutto ciò che è, nella sua semplicità, lo rende puro. Esso è al tempo stesso benessere per il corpo e cibo per la mente, lo spirito. Sublime unione tra uomo e natura, simbiosi con i suoi elementi. L’ acqua e il vento. Per secoli l’uomo ha percorso rotte note o sconosciute, ha solcato mari e oceani, ha esplorato, si è confrontato con le avversità marine. Navigare. Cosa rappresenta dunque per noi? un’ antica reminiscenza che riaffiora dai più reconditi meandri della nostra anima? un bisogno atavico? Fu nel lontano 1968 che

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Hoyle Schweitzer e Jim Drake brevettarono il windsurf. Insieme cominciarono a produrre i primi Windsurfer, con l’intento di poter continuare a fare surf anche senza le onde. L’idea era quella di fissare un giunto cardanico per governare in piedi una tavola con la vela, la quale era avvolta da un boma a wishbone per poterla impugnare e manovrare. Chi avrebbe mai immaginato che si sarebbe rivoluzionato per sempre il concetto di imbarcazione a vela? Nacque così il Windsurfer Ten Cate che apparve per la prima volta in Europa nel 1972. Successivamente nel 1978 entrò in produzione il Mistral Competion, un nuovo concetto di tavola, più leggera e dotata di deriva basculante. Gli anni a seguire segnarono il boom. Un tripudio di colori sgargianti, migliaia di vele fluo invasero le spiagge, l’eco del windsurf conquistò il globo terracqueo. Le prime uscite ufficiali del Mistral avvennero proprio sul Lago


windsurf

sdp

di Garda che acquisì presto fama internazionale grazie ai suoi venti costanti e divenne una vera e propria sorta di laboratorio europeo per lo sviluppo di nuovi prototipi e una fucina di talenti. E Il filo diretto tra Maui - la mecca del surf- ed il Garda, è stato per anni una formula vincente nella sua crescita e sviluppo. L’evoluzione dei materiali dell’ultimo trentennio, ha giocato un ruolo fondamentale, rendendo questa disciplina oramai accessibile a chiunque. I materiali di allora (il legno, la stoffa nautica, l’alluminio) sono stati lentamente soppiantati da vetroresina, carbonio, e da fibre sintetiche altamente tecnologiche. Dunque, mentre un tempo, agli albori, chi praticava il windsurf - annoverato allora come sport estremo - era considerato un duro, oggi tutto è cambiato. Non c’è nulla di più semplice ed accessibile . Perfino i bambini a partire già dai 4-5 anni possono cominciare. Per loro imparare diventa un gioco. Così come per le ragazze, tanto preoccupate e convinte di “non avere la forza per tirar su la vela dall’acqua”. Giovani surfiste provette, non temete: la vecchia, pesante e poco maneggevole attrezzatura di un tempo è un ricordo ormai lontano! La cosa importante per chi si avvicina a questo sport, anche solo per provare, è quella di affidarsi ad una struttura attrezzata e ben organizzata, dove in poco tempo e con il minimo dispendio di energie si ottengono ottimi risultati. Il nostro centro vanta la presenza di operatori del settore con esperienza oramai pluridecennale. Un team di professionisti vi guiderà, con i consigli giusti e una metodologia adeguata, portandovi già dopo le prime due ore di lezione a muovere i vostri primi passi sulla tavola a vela. E credeteci, once into the tunnel, never back! Alberto Fabbri

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football americano ufficio scolastico

verona diocesi verona

Esperienza e carisma

Tato, un “mastino” per i Mastini Francesco Zamicheli ha le idee chiare: lavorando tanto e con serietà qualsiasi obiettivo è raggiungibile

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luglio aveva firmato un ingaggio come coordinatore dell’attacco dei Seaman Milano, poi il destino ha deciso per lui diversamente e ha improvvisamente dipinto la sua strada di gialloblù riscrivendo la sua storia sotto il gonfalone dei Mastini, da quest’anno unica franchigia veronese nel panorama del football americano di serie A. Coach Francesco Zamichieli, alias “Tato”, con un viso pacioso e dai forti connotati adolescenziali non ha sfidato il fato e si è fidato dell’istinto assecondando immediatamente il forte legame d’amicizia che da lunga data lo lega al presidente degli scaligeri Simone

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De Martin. Storia di vite parallele e di stima reciproca. Uniti dalla passione per il football, dall’ambizione e dalla fame di vittorie, nemmeno la distanza geografica poteva essere un impedimento. Sì perché il nuovo Head Coach gialloblù è solito abbattere le distanze con una propensione prettamente cosmopolita. Nato a Genova l’11 luglio del 1964, Zamichieli ha vissuto per molti anni a Milano, oggi vive in Brianza, lavora a Novara e da quest’anno, tre volte alla settimana, “scende a patti” con Verona per guidare i suoi ragazzi alla conquista di ragguardevoli traguardi.


football americano

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“La gestione dell’agenda - chiarisce il coach - non è delle più semplici. A volte passo più tempo in macchina che con le mie attività giornaliere. Ho scelto Verona soprattutto perché credo nel progetto prospettatomi”. Tre anni con una clausola di way out introdotta più per stimolo che per riserve è il contratto. “Con la famiglia De Martin - chiosa Tato - abbiamo parlato chiaro. Gli obiettivi sono importanti ma non devono essere invasivi, soprattutto per le casse della società. L’imperativo di quest’anno è il raggiungimento dei play-off, nel medio lungo termine invece la salita in serie A1”. E così, passo dopo passo, i Mastini vogliono trasformare i denti “da latte” in pericolose armi contundenti per sbranare gli avversari. “Ma attenzione - sottolinea ancora il coach - il lavoro deve essere continuo e progressivo senza farci prendere dagli spasmi di non farcela. Siamo una squadra giovane che quest’anno è partita da una buona base ma che nulla ha ancora dimostrato. Strada facendo abbiamo inserito qualche elemento di valore che già avevo avuto modo di apprezzare, i fratelli Mereu su tutti e, complici le sventure dell’altra squadra di football di Verona, i Redskins, altri atleti di qualità che hanno impreziosito ulteriormente il nostro roster. Senza dubbio ora le aspettative dei tifosi sono aumentate e di conseguenza anche le mie responsabilità. A gioco lungo sono convinto che avremo ragione anche degli avversari più ostici perché non sono abituato a perdere e perché voglio che il movimento del football veronese targato Mastini varchi al più presto i confini della A1 per potersi confrontare nell’Olimpo del circuito contro le formazioni più quotate del panorama italiano”. Info: www.mastiniverona.net

Michele Coratto

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mini basket

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Passione senza fine

Pedro Paiola: il nonno del basket Per Paiola - da 12 anni responsabile del Biddy Basket - la pallacanestro è ancora un grande divertimento

«

Il minibasket è un rimbalzar di suoni e di palloni, un cesto di allegria, visi di bimbi e... fantasia! Il minibasket è un gioco, divertimento, amicizia, libertà di giocare, un impegno da non rinunciare». E’ questo il credo di Gianfranco “Pedro” Paiola, il decano degli istruttori di minibasket veronesi: 70 anni portati benissimo, una vita in palestra con mille e mille minicestisti/e, attuale addetto alle relazioni esterne della Scaligera Basket Tezenis, da 12 anni dirige ed organizza in prima persona il Biddy Basket Scaligero. Il settore giovanile della Scaligera parte proprio da qui: Paiola è l’istruttore di due gruppi minibasket che svolgono l’attività presso la palestra dell’Istituto Tecnico “G. Marconi” in piazzale Guardini a Verona. Una quarantina di bambini e bambine, dai 5 agli 11 anni, si ritrovano due volte alla settimana agli ordini di “Pedro”: tra essi i figli di due grandi campioni dello sport veronese, Thomas Pichlmann e Dusan Vukcevic. «Nonostante la mia età – ci confida Paiola – la voglia e l’entusiasmo di stare con i bambini è sempre la stessa.

Quest’anno l’apporto dei minicestisti e dei loro genitori è stato importante: pensando all’anno prossimo, confido in nuove forze per poter allargare la nostra attività grazie all’innesto di nuovi collaboratori». L’obiettivo del Biddy Basket Scaligero non è certo quello di “costruire” campioni o di vincere le partite: «Tutte le attività che vengono proposte nel mio centro, sono di tipo multilaterale in modo da ampliare le competenze motorie del bambino – conclude “Pedro” – La vittoria è importante ma in una società dove tutti vogliono primeggiare, ci sono sempre più perdenti. A questa età il bambino ha bisogno di serenità, sicurezza, divertimento e stimoli positivi per apprendere le capacità motorie necessarie ad una crescita armonica. Accompagniamo i nostri figli verso uno sviluppo graduale e non priviamoli dell’entusiasmo che hanno dentro. Nello spirito educativo del minibasket». Andrea Etrari

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camp estivi

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Dal 17 giugno al 21 luglio

Basket Camp Folgaria 2012 Venticinquesimo anno di attività per il “FBC” diretto e coordinato dal deus ex machina Renato Caroli

I

l Basket Camp dei veronesi: così era chiamato il Folgaria Basketball Camp, che quest’anno taglia il prestigioso traguardo dei 25 anni. Sì, perché, quando nel 1988 il vice allenatore della Glaxo (e responsabile del settore giovanile) Renato Caroli portò a Folgaria 25 ragazzini delle giovanili, tutti di Verona, non avrebbe mai pensato di arrivare al “quarto di secolo” e che il suo camp potesse diventare uno tra i più importanti e frequentati d’Italia. “Renatone” è tuttora il direttore del Folgaria Basketball Camp, ma non dimentica quegli anni a cavallo del 1990 in cui, come detto, tante famiglie veronesi decisero di iscrivere il proprio figlio al FBC. Con il passare degli anni il camp si è allargato prima a 2 settimane, poi a 3 fino ad arrivare alle attuali 5 per un totale di circa mille “camperini”, quota raggiunta e pure superata negli ultimi anni. Naturalmente con numeri del genere, anche l’organizzazione e la preparazione dello staff si è affinata: per ogni turno sono presenti un responsabile organizzativo, un responsabile dello staff, un capo allenatore e circa 20-25 istruttori, a seconda del numero dei ragazzi. Lo staff tecnico è composto da diversi nostri concittadini o da veronesi acquisiti come Alessandro Giuliani, Roberto Rugo, Gianfranco Paiola, Marcello Ruffo, Mario Reali, Moreno Passatutto, Alberto Zanetti, Marco Fosser. Il Folgaria Basketball Camp, che verrà presentato alla stampa molto probabilmente nella sede della GlaxoSmithKline a Verona, prenderà il via con il primo turno il 17 giugno e si concluderà, al termine della quinta settimana, il 21 luglio. Numerose le star per queste nozze d’argento del FBC, come ama chiamarle Renato Caroli: in primis un personaggio che non ha bisogno di presentazioni, Dan Peterson, e poi altri ‘head coaches’ da tutto il pianeta come Rollie Massimino, Terence Stansbury, Alberto Blanco, Miguel Angel Hoyo, Naoufal Uariachi, Frank Vitucci, senza dimenticare i tecnici passati da Verona come Rudy D’Amico, Paolo Moretti e Alberto Martelossi, attuale coach della Tezenis Verona Andrea Etrari Info: www.folgariabasketballcamp.it

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tutela legale triathlon

Per genitori e insegnanti

Infortuni a scuola: cosa fare? Come comportarsi in caso di infortunio di un giovane studente durante l’orario scolastico

Q

ual è la responsabilità di un istituto scolastico in caso di infortunio subito da un minore durante l’attività scolastica? L’Istituto scolastico potrebbe essere considerato responsabile per “culpa in vigilando”, ovvero per l’omessa vigilanza sul minore, con un duplice profilo di responsabilità contrattuale, nel caso di danni subiti dal minore su di sé (Cass. civ. n. 9906/10), e di responsabilità extracontrattuale, ex art. 2048 c.c., in caso di danni cagionati dal minore ad altri. L’istituto sarà esente da responsabilità, solamente provando che l’evento dannoso è derivato da una causa non imputabile alla scuola o ad un suo docente, per la sua riconducibilità ad una sequenza casuale non evitabile ed imprevedibile. Vige in materia il principio dell’inversione dell’onere della prova: dovrà essere l’istituto a fornire tale prova liberatoria. Diventa allora fondamentale assicurare il rispetto delle più elementari regole di prudenza e vigilanza da parte degli insegnanti e del personale, tanto più cogenti quanto più bassa sia l’età del minore. Nell’ipotesi di danno cagionato dal minore ad altri (compagni/terzi) alla responsabilità della scuola con-

corre quella dei genitori per “culpa in educando”, ex art 2048 c.c.. Il presupposto di tale principio normativo si fonda sulla capacità dei genitori di impartire ai figli un’educazione normalmente sufficiente ad impostare una corretta vita di relazione in rapporto al proprio ambiente, abitudini e personalità (Cass. Civ., n.7459, del 11.08.1997). Entrambi i profili di responsabilità per “culpa in vigilando” della scuola e “culpa in educando” dei genitori potranno concorrere tra di loro, dando origine ad obblighi di risarcimento del danno in proporzione al grado di responsabilità accertato, di ciascuno. Un’ultima valutazione viene, infine, effettuata anche sulla condotta della vittima del danno. Ove infatti il danno fosse riconducibile a condotta imprudente o negligente del minore, ex art. 1227 c.c., ciò sarebbe sufficiente ad escludere in tutto o in parte le responsabilità dell’Istituto. Tali profili di responsabilità vengono estesi a tutti i momenti in cui lo studente sia affidato alla vigilanza dell’Istituto scolastico, sia durante le ore di lezione, ed in particolare nell’ora di educazione fisica, che durante l’intervallo, ove sussiste maggiore probabilità statistica di infortuni e quindi l’attenzione dell’insegnante preposto alla sorveglianza deve essere di grado superiore. Diventano fondamentali, in tali occasioni, le polizze assicurative per la responsabilità civile sottoscritte dal singolo istituto scolastico, che tuttavia spesso non coprono per intero tutte le voci di danno subito o causato dal minore, con inevitabili oneri economici ulteriori per l’Istituto scolastico, qualora l’importo del risarcimento del danno accertato sia superiore alla copertura assicurativa. Avv. Simona Pettinato Presidente Camera Minorile di Verona

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medicina dello sport

Centro Bernstein di Verona

Il mal di schiena nel golf Il mal di schiena (lombalgia) nel golfista è una patologia che va analizzata in relazione alle cause scatenananti

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pesso mi capita di incontrare golfisti che lamentano dolore lombare in particolare a livello L5-S1. Abbiamo recentemente maturato con dei colleghi, una ipotesi teorica specifica per il mal di schiena del golfista. Il movimento dello swing è un movimento asimmetrico ed inoltre è un movimento che viene ripetuto infinite volte. In particolare il drive richiede una forza esplosiva (potenza) significativa. Questo gesto tecnico può determinare una disfunzione vertebrale adattativa a livello D12-L1. Il tratto vertebrale D12-L1 rappresenta il “giunto cardanico” della nostra colonna vertebrale, ovvero la zona che consente la massima libertà nei movimenti di torsione toraco-lombare. Se per qualche ragione microtraumatrica e/o macrotraumatica il giunto cardanico va in disfunzione (disfunzione toraco-lombare) determina un sovraccarico funzionale sulle vertebre lombari sottostanti. Le vertebre lombari sono costruite biomeccanicamente per la compressione e per la flesso-estensione della colonna vertebrale, ma sono deboli se sottoposte a torsione ed in particolare il disco intervertebrale è l’anello debole della struttura vertebrale lombare (da L1 a S1). Se il disco intervertebrale si indebolisce possiamo passare attraverso 4 livelli successivi di lombalgia: - lombalgia lieve da discopatia, ovvero iniziale sofferz discale; - protrusione discale lieve, di grado 1 / 2, ovvero derangement (debordamento) lieve del disco intervertebrale posteriormente; - protrusione discale media, di grado 2 / 3 con peggioramento del derangement discale; - ernia discale e/o protrusione grave, con fuoriuscita di liquido dal nucleo polposo e possibile compressione della radice nervosa.

Come trattarla? L’importante è cercare la causa biomeccanica dello squilibrio della cinematica vertebrale e cercare di normalizzare la situazione. La conseguenza della normalizzazione biomeccanica determinerà la riduzione del dolore, della contrattura e dell’infiammazione. Come mantenere i benefici aquisiti? I test effettuati nel GolfLab hanno la funzione di ottimizzare il gesto tecnico, riducendo i compensi ed i momenti di forza potenzialmente dannosi per la colonna vertebrale. Inoltre suggerisco gli esercizi di Core Stability per rinforzare la muscolatura addominale e paravertebrale profonda. Giorgio Pasetto

Info: www.www.centrobernstein.it

Test dei Pollici montanti

Questa progressione evolutiva negativa può fortunatamente essere bloccata e regredire. Come valutare la disfunzione toraco-lombare? La modalità per valutare le disfunzioni vertebrali viene fatta con il test dei pollici montanti. 32 • www.sportdipiu.com

Disco intervertebrale


WWW.BANCAVALPOLICELLA.IT

Banca della Valpolicella promuove e sostiene iniziative volte a trasformare e migliorare la realtĂ sociale e culturale della comunitĂ . Collabora con scuole ed associazioni sportive per fare assieme un percorso di crescita e di formazione generale.

SEMPLICEMENTE DIFFERENTE...

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pallavolo ufficio meoni

scolastico verona diocesi verona

Il palleggiatore gialloblù si racconta

Marco Meoni, il politicamente (S)corretto Il “Meo” questa volta ci spiega il ruolo del palleggiatore. Ricordando anche il suo grande amico Bovo...

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opo aver conquistato l’ennesima, sofferta ma meritata salvezza in con la maglia gialloblù, ed essere stato “incoronato” dai tifosi Mvp della stagione 2011-2012, Marco-Meo Meoni torna a scrivere i suoi pensieri sulle pagie di Sportdipiù magazine. Tra aneddoti, curiosità e simpatici ricordi.

Dopo il primo articolo dello scorso numero, quello di presentazione di chi sono e di cosa ho fatto, e cosa farò, nella mia lunga ed onorata (questa frase l’ha aggiunta Alberto Cristani , la più classica delle n.d.r ;-) ) carriera, voglio pararvi con queste righe del ruolo del palleggiatore e di come lo vivo. Per i neofiti della pallavolo il palleggiatore o alzatore è il ruolo meno appariscente ma più strategico. (A tal proposito mi ricordo che un giorno un mio allenatore molto simpatico dopo aver assistito ad una serie di alzate non

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proprio perfette del secondo palleggiatore, gli disse: “Azz! Tu non sei un palleggiatore, sei un...deviatore!”. Ah ah ah ah!!!) Ruolo meno appariscente perchè difficilmente il palleggiatore è il protagonista nella conclusione del punto, più strategico perché, come i migliori registi, è un po’ l’autore e lo sceneggiatore del film che in questo caso è il match. Così come il direttore d’orchestra dirige il violino, la tromba e l’oboe, io palleggiatore ho da “gestire” lo schiacciatore il centrale e l’opposto. Ognuno con il proprio timbro e con il suo momento d’ingresso. Ecco così che uno vuole la palla più alta, uno più veloce, una più in là, uno più in qua.... Una volta il coreano Kim Ho Chul - uno dei più grandi palleggiatori del mondo – mi disse: “Il nostro ruolo è un po’ come il cameriere, dobbiamo cercare di servire al compagno la palla che preferisce in modo da rendergli la vita


pallavolo meoni

(punto) più facile”. Parole molto belle, anche se alle volte altro che cameriere, mi sento più domatore di leoni! Ci vuole frusta e sgabello per gestire questi energumeni di due metri e passa e più di cento chili! Tutti che chiedono la palla e tu che puoi darla solo a uno, cercando di accontentare tutti! Una partita nella partita… Alcune volte penso che forse aveva ragione anche un altro grandissimo palleggiatore, l’olandese Peter Blangè, che diceva: “tu trova la palla che pensi sia la migliore da giocare per la tua tattica, è lo schiacciatore che si deve adattare. Filosofia molto lontana dalle mie caratteristiche ma che riesce a raddrizzare alcuni caratterini meno docili. In questo caso l’esperienza è determinante perchè ti permette di saper gestire tutte le situazioni - anche quelle apparentemente più complicate - sia con i compagni che con l’allenatore. Anche il rapporto con quest’ultimo è mutato molto nel corso degli anni. Inizialmente era un po’ come il maestro e il bambino, ora è quasi tra professore universitario e studente che porta la tesi, o addirittura tra due professori, un rapporto paritetico e di confronto. (rileggendo quest’ultima frase dopo la stesura ho letto patetico al pasto di paritetico, sarà mica un lapsus freudiano…) Per farvi capire il palleggiatore dovete immaginarvi la preparazione alla gara come ad una partita di scacchi. Io studio il gioco avversario e provo a intuire come si comporteranno contro di me. Cerco di carpire, tramite filmati video, i loro punti deboli e i segnali, alle volte quasi impercettibili, che possono darmi delle indicazioni sui loro movimenti. Studio poi in contemporanea anche il mio gioco, proprio come fossi “avversario di me stesso”, in modo di cercare di prevedere le loro contromosse nelle nostre situazioni di gioco. Insomma…un bel casino! Ma anche una grandissima soddisfazione, credetemi. Insomma, quando sento dire “scacco al Meo” non è un bel segno. Altra circostanza determinante nel corso di una sfida è l’osservare la panchina avversaria dopo le nostre fasi di attacco per vedere se ad una mia giocata di un certo tipo

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corrisponde una reazione dell’allenatore nei confronti sia del suo assistente che del suo giocatore. Questo può dire molto perché, per esempi,se si arrabbia con i ragazzi del campo vuol dire che è una cosa che avevano studiato e che io ho fatto ma che loro non sono riusciti a fermare, mentre se parla col secondo in panchina probabilmente è per segnalare che è una cosa da segnare e da memorizzare per il proseguo della gara perché di più raro accadimento. Di esempi ce ne sarebbero una marea, solo che alcuni mi vengono in mente solo scrivendo perché non li penso, avvengono per naturalezza, o esperienza, sembra che la chiamino così. È strano perché non so se mi f apiù piacere quando mi fanno i complimenti perché ho fatto ciò che non si aspettavano o perché sono riuscito a fare bene (sempre supportato dalle mie bocche da fuoco, i famosi leoni di prima) le cose che faccio più spesso. Io ho un sacco di storie da dire e raccontare e anche oggi ne dirò una che mi metterà un pochino in imbarazzo ma non ci sono problemi: sembra infatti che Sportdipiù magazine lo leggiamo in pochi intimi… ;) È il 1995, secondo anno in Nazionale seniores, trasferta a Cuba (vi prego evitate battute e pensieri in merito, sono un bravo ragazzo!) albergo all’Havana non proprio recente nè tanto meno il massimo della pulizia. Dopo 5 giorni di ritiro in queste camere umide e sporche avevamo trovato il nostri ritmi di “regolarità” io ero in camera con Vigor Bovolenta (proprio in questi giorni ricordavo questa scena). Fatto sta che un giorno Bovo sente dal bagno un urlo e un gran tonfo. Corre, apre la porta e...mi trova nudo nato con il lavandino tra le mie braccia (ma dietro, come se fosse una sedia tenuta da me) e un getto d’acqua che usciva dalle tubature ruggini che arrivava al soffitto. Lui scivola e resta a terra piegato a ridere per 5 minuti fino a che riesce a prendere fiato e chiamare gli altri e la reception per un aiuto. In fondo non è colpa mia se all’estero non usano avere nei bagni il bidet… Con questo chiudo e vi saluto. Mandatemi le lettere in redazione per qualsiasi curiosità o saluto, vi risponderò. Un saluto a tutti e un bacio particolare al mio amico BOVO. Marco-MEO-Meoni PS: spero di non essere stato pesante e di difficile comprensione e soprattutto di non avere annoiato nessuno. Se vi va di farmi delle domande o darmi degli spunti di conversazione contattatemi pure via mail scrivendo a: meo@sportdipiu.com Ciao!!! Info: www.marcomeoni.it www.sportdipiu.com • 35


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pallavolo

Campionessa d’Italia con Busto Arsizio

Chiara Dall’Ora: uno scudetto (e non solo) a tinte gialloblù Con la vittoria dello scorso 15 aprile è la prima pallavolista veronese a fregiarsi del tricolore

Foto: Photofortina Novara - Andrea e Luca Fortina

C

hiara Dall’Ora si racconta con molta semplicità e ironia ai giovani lettori di Sportdipiù. L’atleta veronese in un solo campionato, quello 2011-2012, è riuscita a raggiungere quasi tutti i traguardi che un’atleta di pallavolo si può prefiggere. Con la maglia della Yamamay Busto Arsizio ha infatti vinto lo Scudetto, la

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Coppa Italia e la Coppa CEV. Chiara, classe 1983, è nata a Negrar e con la vittoria dello scorso 15 aprile contro Villa Cortese è la prima pallavolista veronese a fregiarsi del tricolore. Una ragazza molto semplice, che fin da piccola adorava stare in compagnia e che andava sempre d’accordo con tutti.


pallavolo

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Chiara, come è nata la tua passione per la pallavolo? Dal cartone animato più famoso del genere: Mila e Shiro. I primi palleggi li ho fatti in spiaggia e durante le scampagnate con mio padre, anche lui pallavolista. In quali società veronesi hai fatto i tuoi primi salti? I primissimi allenamenti sono stati nella società del mio quartiere Porto San Pancrazio. Poi US Intrepida Under14, Anatres Sommacampagna e Cerea Verona. Avresti mai immaginato di riuscire a fare “il triplete” durante la tua carriera? Decisamente mai, anzi... fino all’anno scorso persino lo scudetto rappresentava un sogno difficile da realizzare. Quando ero bambina sognavo la nazionale, di riuscire a fare schiacciate forti come Mila e di saltare sempre più in alto. Quando a 19 anni sono andata a Padova a giocare in B1 ero già contentissima di giocare titolare e vincere il campionato sembrava la più bella soddisfazione. Ritenevo la serie A riservata ad atlete più forti. E invece… Come ti trovi nel ruolo di Centrale? È sempre stato tuo? Agli inizi ho provato sia da banda che da palleggiatore, poi vista la mia altezza e un bagher “lasciato a casa” anche se adesso sono migliorata - mi hanno affibbiato il ruolo del centrale. Il fondamentale che mi piace di più è senza dubbio il muro: non c’è soddisfazione più grande che stampare un bel murone alle avversarie. Quale partita di questa stagione ti è piaciuta di più? Senza dubbio la semifinale di Coppa Italia, la prima partita da “dentro o fuori” della stagione. Partiamo malissimo: al secondo set eravamo ancora sotto, ma poi la svolta! Volevo avere il pallone a tutti i costi: quella partita la dovevamo vincere noi!

Che rapporto di squadra siete riuscite a creare quest’anno alla Yamamay? Il nostro unico obbiettivo era di vincere la partita successiva e ognuna di noi sapeva che doveva arrivare dove non riuscivano le compagne. La pallavolista a cui ti ispiri o che ti piace in modo particola? Manuela Leggeri: per la sua grinta, il carisma e l’agonismo pur avendo delle doti fisiche nella media. Simili alle mie... Chi ti è stato maggiormente vicino durante questi anni? Senza dubbio i miei genitori che mi hanno sempre aiutata a fare le scelte giuste, non solo per quanto riguarda la pallavolo ma anche nella vita, permettendomi di conciliare lo sport con lo studio e la vita privata. Qual è la difficoltà maggiore nel tuo lavoro? Gli allenamenti nei giorni in cui il tuo fisico ti fa capire in tutti i modi che hai il bioritmo sotto terra e che vuole andare in vacanza, ma non puoi far altro che infilarti le ginocchiere e andare in palestra. Proporrei almeno due giustificazioni all’anno come a scuola... Quali sono stati quei fattori in più che ti hanno permesso di arrivare a giocare a questi livelli? Costanza, umiltà e procedere per piccoli passi. Quali sono i tuoi progetti futuri? Spero di giocare a pallavolo ancora per qualche anno (ancora non si sa se rimarrà alla Yamamay ndr). Nel frattempo voglio finire l’università ed avere una famiglia e almeno tre bambini. Così potrò palleggiare con loro durante le scampagnate o in spiaggia. Come facevo da piccola con mio papà. Marina Soave

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Dal tatami al successo come consulente Just

Marina Resani: una campionessa nella vita e nel lavoro Raggiungere l’obiettivo, precisione, condividere i risultati con la squadra e sentirsi in forma: caratteristiche comuni e riscontrabili nello sport e nell’azienda veronese

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eri sul tatami e oggi nel lavoro, con la stessa grinta e concentrazione: è passata dal karate ai prodotti cosmetici (è responsabile di un gruppo di incaricati alla vendita Just Italia in Piemonte) sempre determinata, e attenta agli obiettivi. Marina Resani è l’esempio ideale di come l’agonismo sia una palestra per la vita e la professione, e di come se ti piace lo sport apprezzerai anche Just. Ecco il suo racconto. “Ho sempre fatto sport, fin da piccola: prima danza classica, poi nuoto e infine sono passata alle arti marziali – spiega –. Avevo otto anni e il karate mi ha entusiasmato. La mia carriera agonistica è durata 13 anni, in cui ho raggiunto

obiettivi importanti: sono stata a lungo campionessa regionale e italiana, sia individuale che a squadre. Arrivata alla cintura nera secondo Dan avrei dovuto dare l’esame per il terzo, ma ho dovuto dare altre priorità alla mia vita. Il mio sogno – aggiunge Marina – era diventare istruttore e aprire una palestra, ma avevo trovato un lavoro, e non potendo più allenarmi spesso ho preferito smettere”. Il karate richiede impegno, fatica e voglia di fare; è una disciplina dura e occorre essere sicuri di sé, e avere fiducia nella squadra. Doti importanti anche nel lavoro e nella vita. Per 14 anni in fabbrica tra officina e uffici, poi in famiglia, con il marito Sandro e i figli Alessio di 12 anni e Sara di 38 • www.sportdipiu.com


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fino al Relax Attivatore per ritrovare una sensazione di carica e serenità nel periodo stressante degli incontri. “Ora che sono anch’io nella famiglia Just so di aver fatto la scelta giusta: posso gestire la famiglia, la casa, i figli e i loro impegni, i party a domicilio in cui propongo i prodotti Just ai miei clienti. Sono molto felice, ma anche qui non deve mai mancare la voglia di andare avanti e di raggiungere nuovi traguardi”. Nello sport Marina ha salito i gradini più alti del podio, e anche con Just ha fatto grandi passi: è diventata capogruppo dopo solo sei mesi e oggi guida 19 consulenti. “Nella vita bisogna avere degli obiettivi – conclude –: se lo vogliamo, tutti possiamo raggiungere un risultato, anche se all’inizio il traguardo sembra lontano e la fatica può essere molta. Ma con la determinazione e un po’ di testardaggine ci si arriva!” 10, da sei anni Marina è con Just Italia, l’azienda veronese che porta in tutto il Paese l’eccellenza dei prodotti svizzeri Just. Con Just Marina ha infatti trovato un’interessante opportunità di lavoro, la vendita diretta a domicilio: e con il mondo Just l’agonismo ha in comune la precisione, la tensione verso buoni risultati, il piacere di essere in forma e di stare con le persone. “Uso i prodotti Just fin da bambina: Crema Attiva, fantastica nel punto soggetto ai dolori muscolari degli allenamenti, o Pedicream per ammorbidire e dare sollievo alla pelle dei piedi “strapazzati” dai combattimenti. Mia suocera ha venduto prodotti Just per vent’anni e mi faceva provare le novità”, dice Marina. E molti altri possono essere i prodotti adatti a chi pratica un’intensa attività sportiva: il Balsamo Corpo per il suo effetto rinfrescante, l’Olio Riattivante come base perfetta per massaggi ritempranti,

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Quarta edizione

Young Sport 2012: e la festa continua Una tre giorni di sport, gioco e divertimento per i giovani (e non) presso gli impianti sportivi di San Martino B.A.

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a Young Community, la grande comunità che riunisce ragazzi e adulti sanmartinesi, sarà protagonista della manifestazione, in programma da nei giorni 15 16 17 giugno 2012 negli impianti sportivi di Borgo della Vittoria, nel Comune di San Martino Buon Albergo. La kermesse, giunta alla sua quarta edizione, si inserisce all’interno del progetto Young Sport e Cultura, che, afferma l’assessore allo Sport Amedeo Poddi, «si propone di sostenere i giovani nel loro cammino di crescita, attraverso un progetto di sponsorizzazione che permetta loro di esprimere al meglio le proprie potenzialità umane e sportive». A questa iniziativa, promossa dall’amministrazione comunale con l’obiettivo di sostenere tutte le società sportive e le attività culturali del paese, hanno aderito molte realtà imprenditoriali del territorio e oltre 1500 atleti appartenenti alle società sportive del paese. Secondo Poddi, «sono proprio quest’ultime le vere protagoniste della Festa dello Sport, che insieme all’unità pastorale stanno facendo davvero un lavoro prezioso sui giovani». La Festa dello Sport Young Community è un polo d’attrazione molto importante e rappresenta l’occasione ideale per pro-

muovere tutti gli sport: atletica, tennis, pallavolo, basket, baseball, softball, karate, calcio maschile e femminile. Lo sport ha delle grandi potenzialità: può far riscoprire il senso del sacrificio, il senso dell’impegno e della lealtà. A San Martino Buon Albergo si allenano ben 1500 atleti, e saranno proprio loro i protagonisti di tre giornate all’insegna dello sport e della condivisione. Emanuela Biondani

pro programma programma ogramma programma programma programma programma programmaprogramma ogramma p g mm pro VENERDI 15 GIUGNO Ore 19 Show Young Sport condotto da Gigi Vesentini. Presentazione degli atleti di ogni società sportiva Gli atleti possono preparareranno un mini show a loro sceltaper dimostrare le loro capacità all’esterno dell’attività sportiva. Ore 21 Serata musicale con ABBA SHOW TRIBUTE BAND, non il solito entusiasmante spettacolo, ma un nuovo show con nuove coreografie, luci e canzoni...

SABATO 16 GIUGNO A partire dalle ore 9.00 e fino alle 16.00 tornei per ragazzi/e di età compresa tra i 12 e 16 anni. Nella giornata saranno allestiti giganteschi Giochi d’acqua: CALCIO SAPONATO - VOLLEY ACQUATICO - CALCIO BALILLA UMANO Strutture gonfiabili sportive adatte a tutti, dando la possibilità di misurarsi e di divertirsi in tutta sicurezza, dato che grandi, piccoli, anziani ...e bambini possono partecipare a tutte le nostre attrazioni sportive. L’unica regola è divertirsi! ORE 16 NOTTE YOUNG Notte Young... dedicata a ragazzi e ragazze dai 12 ai 16 anni. Una vera e propria notte per i ragazzi/e che si dovranno attrezzare con tende e sacchi a pelo. Sarà offerta la cena, la pasta Notturna e la ormai famosa Colasion de na olta!! Spettacolo musicale compreso..una notte...solo per loro...i genitori ovviamente sono...a casa!!! DOMENICA 17 GIUGNO A partire dalle ore 9.00 tornei riservati ai ragazzi/e under 12 mini-tennis, mini-basket, mini-volley, mini-calcio, karatè, mini-baseball

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e mini-bike. Per tutta la giornata saranno sempre in funzione i giochi d’acqua. Ore 21 Spettacolo musicale con STAND TOGETHER GROUP VERONA I grandi successi di oggi e di un tempo rivivono in musical inediti e coinvolgenti concerti dal vivo, trascinando il pubblico in serate indimenticabili all’insegna dell’arte e della musica di qualità.

Durante i tre giorni funzioneranno stand gastronomici, che saranno aperti sia a pranzo che a cena.

Per informazioni visitate la pagina Facebook Young-Sport-Cultura-Community o inviate una mail a manubi05@alice.it


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Tornei di pallavolo estate 2012

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’associazione Veronamania promuove e organizza, anche in collaborazione con enti pubblici, associazioni e sdpper diffondere e ampliare privati, iniziative che servano la cultura sportiva e la fotografica amatoriale. L’associazione offre occasioni di incontro e di aggregazione, realizza e sostiene iniziative nel settore sociale, svago, formazione e sport per i giovani. Date di alcuni tornei dell’estate 2012 con servizio fotografico: Mila & Shiro 2012 - 9/10 giugno Quaderni di Villafranca (VR) greenvolley 3x3 maschile e femminile - 4x4 misto (2 m. + 2 f.) Info: 347.5234220 - 347.7782838 www.estateinvolley.net - info@estateinvolley.net Volta in Volley 2012 - 17 giugno Cascina Boschi - Volta Mantovana (MN) greenvolley 3x3 maschile e femminile - 4x4 misto (2 m. + 2 f.) Info: 347.5234220 - 347.2306700 www.estateinvolley.net - info@estateinvolley.net 12° Havana Volley - 30 giugno/1 luglio Caprino Veronese (VR) greenvolley 4x4 misto (2 m. + 2 f.) Info: 348.3048575 - 347.2306700 - 347.4090079 www.eventimania.com/vm/havana_volley.asp biasini.0331@allianzlloydadriatico.it 6° BeachVibes - 7/8 luglio Marina di Ravenna (RA) beachvolley 4x4 misto (2 m. + 2 f.) basket su piastra 3x3 Info: 347.4474121 - 347.7782838 www.eventimania.com/vm/beachvibes.asp Miki Volley 2012 - 14 luglio Cascina Boschi - Volta Mantovana (MN) greenvolley 3x3 maschile e femminile - 4x4 misto (2 m. + 2 f.) Info: 347.2306700 - 347.5234220 www.estateinvolley.net - info@estateinvolley.net Mojitorneo - 21/22 luglio Colognola ai Colli (VR) - Impianti sportivi “G.Fano” greenvolley 4x4 misto (2 m. + 2 f.) Info: 347 9641723 - 349 6162650 www.freskovolley.it - mojitorneo@freskovolley.it Eno Torneo 2012 - 26 agosto Cascina Boschi - Volta Mantovana (MN) greenvolley 3x3 maschile e femminile - 4x4 misto (2 m. + 2 f.) Info: 347.5234220 - 347.2306700 www.estateinvolley.net - info@estateinvolley.net

Sul sito www.veronamania.com è possibile trovare informazioni sugli eventi, i reportage fotografici e le riprese video. Gli organizzatori di tornei di pallavolo possono inserire gratuitamente le proprie manifestazioni nella sezione “volley” del sito inviando una email a eventi@veronamania.com

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HAVANA VOLLEY: ECCO LE NOVITÀ DELL’EDIZIONE 2012 Il 12° Havana Volley si terrà a Caprino Veronese nelle date del 30 giugno e 01 luglio 2012. Con il patrocinio del Comune e la collaborazione di varie associazioni (Polisportiva e Pro-Loco in primis) cercheremo di dare sostegno come sempre ad enti benefici, senza dimenticare chi da sempre ci ha dato aiuto ma che ha altrettanto bisogno di tutti noi e delle nostre donazioni di sangue: l’AVIS. Cercheremo il più possibile di fare tesoro del bello e del brutto che 11 anni di Havana ci hanno regalato e sopratutto vogliamo fare “un passo indietro” e riconsegnare il tutto al legittimo proprietario: il popolo del Volley! Vedremo quindi di tarare Torneo e Festa in modo che gli iscritti e gli accreditati possano godere di questa due giorni nel modo migliore; vogliamo fare in modo che il campeggio sia recintato ed accessibile solamente a chi realmente partecipa al Torneo, insieme ai suoi accompagnatori che saranno comunque accreditati e muniti di braccialetto. Sarà quindi fatto divieto di campeggiare a tutte le altre persone, cosÏ come non sar‡ garantita l’entrata alla Festa ed agli impianti una volta raggiunto un tot di persone a chi non sia munito di idoneo riconoscimento. Verrà ridimensionata la musica sia nei watt, che nel genere, che nella durata. Alla sera faremo “solamente” Festa... la nostra Festa! Havana Staff L’ATTIVITÀ DELL’A.S.D. FRESKO VOLLEY La prima edizione del Mojitorneo, Green Volley 2+2 misto con 200 atleti iscritti, si è conclusa con un bilancio positivo; hanno vinto i giocatori, gli organizzatori, ma vince soprattutto la voglia di aiutare i meno fortunati, grazie al contributo che è stato devoluto in beneficienza. Gli organizzatori, Claudio Ambrosi e Francesco Pozzani è già da qualche anno che si sono affezionati all’Istituto Gresner di Colognola ai Colli che accoglie una struttura diurna (C.E.O.D.) per utenti disabili di ambo i sessi; i ragazzi provengono sia dal territorio veronese sia da altre provincie, sono inseriti su volontà dei familiari in accordo con i servizi territoriali di competenza di ogni utente. L’associazione sportiva dilettantistica Fresko Volley nasce dall’idea di Claudio Ambrosi e Francesco Pozzani. L’ A.S.D. ha una squadra Regionale maschile di serie C e un settore giovanile a supporto della stessa. L’idea cardine alla base del progetto è quella di sviluppare un “network” di club nel volley, con una significativa presenza sul territorio veronese, in particolare nella zona Est. Mediante questa collaborazione si può pensare di consorziarsi anche con altre Società sportive, al fine di organizzare eventi comuni e di sviluppare sinergie importanti per il Comune dove il progetto prende piede e per le Società stesse. Sono testimonianza di tutto ciò l’All Star Game della pallavolo, organizzato con l’egida della FIPAV VR, che si terrà il 1° maggio 2012 e il Mojitorneo seconda edizione, prevista per il 21 e 22 luglio 2012. Il punto di partenza del Fresko è sicuramente la collaborazione con l’ Intrepida Volley A.S.D., associazione sportiva di Madonna di Campagna con cui da un quinquennio collaborano, allestendo e organizzando insieme a loro tutto ciò che concerne la prima squadra maschile (in 5 anni sono stati vinti 2 campionati, portando la squadra dalla Prima Divisione Provinciale fino allíattuale Serie C Regionale). Il progetto giovani è uno dei punti cardine del programma presentato. StaFFFresKo

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evento

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Interessanti progetti educativi

Biciclette e mostra fotografica per gli studenti veronesi Banca Valpolicella attiva sul territorio con iniziative che coinvolgono studenti e insegnanti delle scuole veronesi

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a Il 27 marzo scorso, in Sala Rossa al Palazzo Scaligero, il presidente Giovanni Miozzi ha presentato i progetti sostenuti dalla Banca della Valpolicella Credito Cooperativo di Marano per i licei scientifici “Messedaglia” di Verona e “Calabrese Levi” di San Pietro in Cariano negli ambiti ambientale e artistico. Erano presenti: Marco Luciani, assessore alle Politiche per l’Istruzione; Gabriele Maestrelli, sindaco di San Pietro in Cariano; Zeno Pescarin, vice presidente del consiglio provinciale; per la Banca della Valpolicella Gianmaria Tommasi, presidente, Giovanni Sartori, direttore generale, e Roberto Mascalzoni, direttore della filiale di Piazzale Cadorna. Per il Liceo Scientifico “A.Messedaglia” il dirigente scolastico Giancarlo Peretti e la curatrice del progetto Clotilde Ambrosetti; per il Liceo Scientifico “Calabrese Levi”, il dirigente scolastico Gian Pietro Tiozzo e Elena Ciresola, curatrice della mostra fotografica; Pietro Sabelli, studente del Liceo “Messedaglia” e vincitore del concorso grafico; Marco Zanette, rappresentante degli studenti del Liceo “Calabrese Levi”. Sono state acquistate 35 biciclette per gli studenti del Liceo Scientifico “Messedaglia” ed è stata allestita una mostra fotografica nella sede di San Floriano dal titolo, “Ritratti del potere. Volti e meccanismi dell’autorità a scuola”. Banca della Valpolicella persegue così l’obiettivo di avvicinare il mondo economico e finanziario a quello dell’istruzione. “Attraverso queste due iniziative – ha spiegato il presidente Miozzi - la Banca della Valpolicella dimostra, ancora una volta, grande attaccamento al territorio e alla comunità veronese. In un momento difficile come quello attuale diventa fondamentale porre delle solide basi per il futuro, con particolare riguardo alle nuove generazioni. Il mondo della scuola ha una rilevanza sociale di primaria importanza e i due progetti dimostrano la volontà dei giovani di essere protagonisti del loro avvenire: nostro dovere è ascoltarli e supportarli”. Il presidente della Banca Valpolicella Gianmaria Tommasi: “Abbiamo riscontrato nei ragazzi e nei loro insegnanti entusiasmo, voglia di crescere e sperimentare: ci siamo dunque sentiti in dovere di finanziare questi due progetti, un esempio di crescita collettiva della nostra comunità”. La consegna delle biciclette è avvenuta giovedì 29 marzo presso il negozio Zanchi di Verona mentre le immagini e l’elaborazione visiva della realtà sono state proposte e presentate alla città di Verona venerdì 30 presso la Filiale della Banca della Valpolicella Credito Cooperativo di Marano di Piazzale Cadorna con la mostra fotografica dal titolo: “Ritratti del potere. Volti e meccanismi dell’autorità a scuola”. Silvia Ferrari

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rugby

Presso il nuovo centro di Parona

Palla ovale protagonista al Torneo Città di Verona Si terrà il 27 maggio la prima edizione del torneo per formazioni giovanili di età compresa tra i 5 e i 14 anni

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e belle novità e tutti gli avvenimenti importanti vanno festeggiati come si deve. E per una società di rugby il modo migliore di farlo è quello di organizzare un torneo nazionale di Minirugby, dove i bambini di differenti regioni, culture e tradizioni (non solo sportive) si confrontano imparando a conoscersi, oltre a condividere la passione per la palla ovale.

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Sono queste le basi di partenza del primo “Torneo Città di Verona”, che il Cus Verona Rugby organizza quest’anno domenica 27 maggio ai nuovi campi di Parona. La manifestazione aprirà i festeggiamenti per il 50esimo della società e non a caso si svolgerà ai nuovi impianti di via della Diga, che saranno ufficialmente inaugurati in questa occasione.


rugby l’iniziativa

I nuovi campi da rugby, immersi nella natura del parco dell’Adige, offriranno l’ideale cornice a un evento che ha l’ambizione di diventare un appuntamento significativo e costante per le realtà giovanili del rugby italiano. Al torneo “Città di Verona” parteciperanno le squadre giovanili delle categorie Under 6, Under 8, Under 10, Under 12 e Under 14 (queste ultime giocheranno allo stadio Gavagnin di via Montorio). Quindici società iscritte, al momento, per un totale di 56 squadre in gioco. Dai più piccoli dell’Under 6 ai più grandi dell’Under 14 sarà uno spettacolo di rugby per tutte le età. Questa la lista delle società che hanno già aderito al “Torneo Città di Verona”: Arezzo, Bologna, Firenze, Caimani Secchia, Fiumicello, Lumezzane, Mantova, Monza, Napoli, Valeggio, Varese, Velate, Venezia Mestre e Vicenza, oltre ai padroni di casa del Cus Verona. “Siamo molto contenti di poter organizzare questo evento in occasione delle ricorrenze e degli avveni-

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menti che riguardano la nostra società – commenta Loris Renica, direttore del Settore Giovanile del Cus Verona Rugby – e l’obiettivo è quello di allargare negli anni futuri questa manifestazione anche a società europee. Nelle nostre intenzioni c’è sicuramente la volontà di far diventare questo torneo un appuntamento fisso che abbia un suo fascino. Vogliamo far divertire i ragazzi e creare una manifestazione rugbystica competitiva e di buon livello, affinché il confronto tecnico e tattico sia buono”. Il Cus Verona Rugby è stato fondato nel 1962 e dal 2005 con l’arrivo di Loris Renica come responsabile di tutto il settore giovanile verdeblù ha deciso di puntare anche sul settore giovanile. Una scelta lungimirante, che dopo tanto seminare sta facendo raccogliere a tutto lo staff del Cus Verona Rugby frutti di primissima qualità. Info: www.rugbyverona.it

Dino Guerrini

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alimentazione

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Come conoscere, gestire e difendersi dallo stress Nuovo appuntamento con i consigli del Dottor Landi, per una vita sana all’insegna del benessere

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r. Landi nelle precedenti interviste abbiamo affrontato i problemi di una vita sedentaria e di una alimentazione scorretta: quali altri fattori sono importanti per adottare uno stile di vita corretto? La maggior parte delle malattie croniche che affliggono il nostro tempo sono legate in modo significativo agli stili di vita che vengono adottati da ciascun individuo ma è chiaro che una componente importante è anche la predisposizione genetica individuale che gioca un ruolo altrettanto importante. Ogni qual volta stili di vita scorretti agiscono su individui predisposti abbiamo le maggiori probabilità di insorgenza di malattie croniche. Un fattore che gioca un ruolo importante ma non ancora del tutto compreso, è certamente lo stress. Si abusa spesso di questa parola, alla quale si attribuiscono spesso diversi significati ma, che nel linguaggio comune identifica uno stato di malessere in conseguenza di un evento esterno (o interno) alla persona che lo subisce. Da un punto di vista medico lo stress assume invece un significato multidimensionale e viene piuttosto inteso come la fisiologica (o patologica) interazione tra un individuo ed un evento esterno o interno all’individuo stesso in grado di modificare in senso negativo la propria vita. Un concetto interessante. Può aiutarci a descrivere meglio come lo stress influenza negativamente la nostra salute? Certamente, lo stress di per se è una risposta diremo fisiologica utile a mantenere o ripristinare un equilibrio attraverso una serie di processi piuttosto complessi. Questi meccanismi coinvolgono sia il sistema nervoso centrale che il sistema ormonale e quello immunitario e si attivano in risposta ad un evento che in base alla nostra individualità al nostro comportamento e alle esperienze passate ci influenza negativamente. Di per se lo stress, se riusciamo a gestirlo, non è necessariamente negativo perché ci consente di sperimentare fino in fondo le nostre capacità di risposta e adattamento. L’esempio classico sono coloro che sotto “pressione” riescono ad esprimersi al meglio adattandosi quindi agli eventi avversi in modo da superarli. Il problema è piuttosto quando non riusciamo a controllare questi eventi

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e ci lasciamo soverchiare dagli stressori con un conseguente peggioramento delle nostre condizioni sia a livello fisico che psicologico. Ecco che possiamo avere delle ripercussioni fisiche oggettive come ad esempio la tachicardia (palpitazioni), disturbi gastrointestinali (cattiva digestione), dolori muscolo scheletrici, stanchezza o mal di testa senza che da un punto di vista medico sia possibile riscontrare una patologia ben evidente. E’ altrettanto evidente che l’apparire di questi sintomi creano nel soggetto ansia e preoccupazione per patologie latenti che non fanno altro che innescare un circolo vizioso che diminuisce sempre più la capacità di adattamento aumentando e perpetuando lo stress. Quindi lo stress può essere considerato un vero e proprio fattore di rischio per alcune malattie sistemiche? Una domanda ricorrente è se lo stress sia in grado o meno di determinare ad esempio un infarto del miocardio. Oggi, alla luce dei dati a disposizione, possiamo ben definire lo stress come un fattore di rischio alla stregua del fumo di sigaretta, della ipercolesterolemia o del diabete ad esempio. Infatti lo stress può influire con una duplice azione nel causare alcune patologie come per esempio l’infarto: Da un lato attraverso quella serie di


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complesse reazioni biochimiche, ormonali e immunologiche che alterano l’equilibrio del nostro organismo aumentando la possibilità di avere problemi cardiovascolari e dall’altro dal fatto che l’individuo sotto stress può avere un atteggiamento psicologico negativo che può indurre l’adozione di stili di vita non corretti come una cattiva alimentazione, il fumo di sigaretta e la mancata attività fisica etc. Ecco che quindi l’importanza che stili di vita corretti vengano adottati fin da adolescenti, considerando che essere fisicamente attivi, alimentarsi con equilibrio ed evitare abitudini viziose ha una azione nel migliorare e potenziare le capacità di risposta e di adattamento del nostro organismo. Come ci si può difendere dallo stress? Ci sono vari livello di intervento che possono essere consigliati ed adottati. E’ evidente che ciascun individuo ha una soglia di tolleranza specifica verso situazioni o eventi stressanti e ciò che è stressante per una persona può non esserlo in generale. In ogni caso il primo passo è prendere coscienza dei propri limiti e cercare di eliminare, modificare o limitare gli eventi della vita quotidiana che provocano stress. In questo contesto iniziative educative e informative come Paluani Life , che si rivolgono ai più giovani stimolandoli ad adottare uno stile di vita corretto ed equilibrato, sono strumenti fondamentali per ridurre gli effetti negativi derivanti da comportamenti viziosi. Lo sport ed una alimentazione appropriata infatti intesi come elementi fondamentali per il raggiungimento di un benessere non solo fisico ma anche psicologico sono strumenti preventivi formidabili per preparare i giovani a gestire ed affrontare lo stress che la vita quotidiana può causare. E’ chiaro che da solo questo non basta e che non sempre è possibile gestire lo stress in modo positivo. Nel caso sintomi fisici o disagio psicologico si affacciassero è utile consigliare un consulto medico, per escludere la presenza di eventuali patologie sistemiche, e successivamente cercare anche un supporto di natura psicologica professionale evitando di banalizzare il problema o di affrontarlo in modo inadeguato con l’assunzione di farmaci senza controllo medico o rivolgendosi a individui impreparati ad affrontare tali situazioni . Per la complessità dei risvolti che situazioni come queste possono avere e’ chiaro che ogni sforzo deve essere teso quindi ad evitare che comportamenti scorretti vengono erroneamente adottati come elemento anti-stress (ad esempio fumare, mangiare in modo compulsivo etc ) poiché in sintesi determinano un ulteriore peggioramento delle condizioni di salute. Lo stress influenza anche malattie del cavo orale? Come per altre malattie croniche anche per alcune malattie del cavo orale ed in particolare per alcune le lesioni della mucosa orale, come l’aftosi ricorrente e

la parodontite, lo stress sembra giocare un ruolo non marginale. In particolare sono stati recentemente condotti degli studi di popolazione che hanno riscontrato come soggetti “stressati” avevano una maggiore incidenza di lesioni delle mucose orali e una maggiore gravità della parodontite rispetto a soggetti non stressati. Un esempio classico dell’effetto che situazioni di stress hanno sul cavo orale è rappresentato dalla gengivite ulcero necrotica che è una condizione dolorosa che colpisce la gengiva marginale ed è caratterizzata da ulcere sanguinanti e maleodoranti che si accompagnano a malessere generale e febbre. Questa condizione era molto frequente in condizioni di elevato stress come ad esempio nelle reclute impegnate in scenari di guerra (gengivite da trincea) o negli studenti impegnati a sostenere esami. Oggi una fetta più grande di popolazione sperimenta questa condizione per la quale purtroppo non ci sono terapie preventive ma solo sintomatiche. Anche in questo caso si deve tenere conto della duplice influenza che lo stress può avere sulle condizioni del cavo orale che da un lato può essere direttamente influenzata da un abbassamento delle difese immunitarie indotto dallo stress e dall’altro in modo indiretto grazie alla mancata adozione di stili di vita e misure di igiene del cavo orale idonee. Alberto Cristani Info: www.dentalgroupverona.it

Dr. Luca Landi - Odontoiatra - C.so Milano 127 - Verona Chiarimenti e domande scrivere a: info@dentalgroupverona.it Risposte su www.sportdipiu.com e www.paluanilife.tv Questo articolo si può leggere e commentare anche su paluanilife.tv

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subacquea

Fondata nel 2011

Con Aquadive Apnea Team il divertimento è sott’acqua Con le numerose iniziative - aperte a tutti - il team presiduto da Luca Rossi vuole portarci tutti...”in fondo al mare”

È

nata solamente pochi mesi fa, ed esattamente il 6 ottobre 2011, ma l’Aquadive Scuola Sub e Apnea Team è senza dubbio una delle realtà più importanti e attive sul territorio veronese per quanto riguarda questo affascinante sport acquatico. Subacquea e apnea sono le discipline che lo staff, coordinato dal presidente-fondatore Luca Rossi, propone agli iscritti e a tutti coloro che, anche per semplice curiosità, viene a conoscenza del “mondo Aquadive”. “La scuola Aquadive - spiega il presidente Rossi - è un’associazione sportiva no profit nata dalla passione e dall’esperienza quasi ventennale di un gruppo di amici amanti del mare. Aquadive è iscritta al CONI e ad oggi vanta ben 100 iscritti, di cui 6 istruttori apnea, 5 istruttori bombole, 3 istruttori di salvataggio e primo

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soccorso, 1 istruttore trainer, 2 assistenti istruttori e 1 istruttore di nuoto. Durante l’anno organizziamo corsi di apnea e di subacquea di ogni livello, aperti a tutti e per tutte le età. Proponiamo inoltre corsi per disabili e, novità che sta riscuotendo grande successo, corsi di tiro al bersaglio subacqueo. Inoltre la scuola collabora con la protezione civile in addestramenti di ricerca, recupero e salvataggio e promuove corsi tecnici di immersioni profonde”. La sede dell’Acquadive è a Valgatara di Fumane e sempre in Valpolicella la scuola svolge i propri corsi indoor, presso il centro sportivo di Fumane. “La nostra attività - prosegue Rossi - trova però ampio sviluppo a Torri del Benaco, sul Lago di Garda, una palestra eccezionale, che ci invidiano in tutto il mondo. L’immersione nelle acque


subacquea del gardesane è davvero qualcosa di unico, sia per i fondali molto profondi sia per l’eccezionale fauna ittica presente. Il Garda è misterioso, imprevedibile, a tratti difficile, ma senza dubbio affascinate e unico”. Ma l’immersione è uno sport per tutti? Rossi non ha dubbi: “Assolutamente si. I nostri tesserati hanno dai 6 agli 80 anni. C’è da sottolineare che la nostra attività è ricreativa e quindi non si richiedono doti straordinarie, specialmente per quanto riguarda l’attività con le bombole. L’apnea è senz’altro più impegnativa ma con questo non significa che sia proibitiva. Per esempio un nostro socio ha deciso di iscriversi al corso di apnea pur non sapendo nuotare: una sfida con sé stesso e contro i suoi limiti per sconfiggere la paura dell’acqua. Una sfida che ha vinto alla grande”. La didattica alla quale fa riferimento Aquadive Verona è quella proposta da Gianluca Genoni, responsabile della sezione apnea per la didattica subacquea Professional Scuba Schools (PSS). “Con Gianluca - evidenzia Rossi - c’è un grande rapporto di amicizia e di stima reciproca. Lui è un grande esponente di questo sport (attuale detentore del record mondiale di immersione in apnea a -152 metri n.d.r.) e collaborare con lui è per noi un grande onore. Insieme organizziamo eventi, corsi e seminari a Verona, in Italia

ma anche all’estero. In programma abbiamo infatti uscite in Sardegna a matà di maggio con i corsisti della pesca in apnea e nel Mar Rosso per corsi di immersione con le bombole. Inoltre a ottobre organizzeremo un evento di quattro giorni sul Lago di Garda denominato “Il nostro piccolo mare” durante il quale presenteremo corsi, prove di apnea e di tiro a segno subacqueo, oltre a mostre fotografiche, proiezioni di film documentari. Ci sarà inoltre la possibilità di sorvolare in elicottero e rive del lago e di assistere a lanci di sommozzatori”. La domanda finale è d’obbligo: perché praticare questo sport? Luca Rossi non ha dubbi: “Semplicemente perché si può scoprire un mondo affascinate e unico che altrimenti non si potrebbe vedere. Inoltre ogni immersione è una piccola-grande conquista, un’avventura sempre nuova e sempre diversa, da vivere tutta d’un fiato. Tuffarsi…per credere!” Bruno Mostaffi Info: www.aquadivesubverona.com

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hockey

Un famiglia, uno sport

Scarone, la mamma okay che vive per l’hockey Ana Scarone, argentina di nascita, da dieci anni vive, gioca (...e fa la moglie-mamma) a Villafranca

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ome avrete potuto leggere sui numeri di Sportdipiù, il nostro intento è quello di dare visibilità alle realtà sportive, ma sopratutto è quello di farvi conoscere meglio le persone che vivono lo sport come parte importante della propria esistenza. Vogliamo raccontarvi le ansie, i sacrifici, ma anche le gioie e le mille gratificazioni che la pratica dello sport porta nella vita degli sportivi. Anche questo contribuisce a fare cultura sportiva perché va oltre le statistiche i numeri, quello che vorremmo raccontarvi sono le mille sfumature di colore che ci sono nell’opera più grandiosa... la vita dell’essere umano. Il mondo dello sport è pieno di esempi che ci testimoniano come possa cambiare la vita praticando una qualsiasi disciplina sportiva. Ad esempio Fiona May e Giovanni Iapichino forse non si sarebbero mai conosciuti! Anche noi a Verona abbiamo un esempio simile e i due atleti che vi andiamo

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a presentare sono Andrea De Bortoli e Ana Scarone. Militano entrambi nelle formazioni di Hockey su prato, precisamente nell’Hockey Villafranca lui e nell’Hockey club femminile Villafranca lei. Questi due atleti sono all’apice della propria carriera e più volte hanno difeso i colori della Nazionale. Diamo precedenza alle donne e andiamo a scoprire cosa significa vivere l’hockey per una donna attraverso le risposte che ci dà Ana Scarone. Ana Scarone ci puoi raccontare molto sinteticamente come hai conosciuto l’hockey e come sei arrivata in Italia? Sono nata a Buenos Aires il 30 giugno del 1983, io e mia sorella, Mariela Scarone, abbiamo conosciuto da piccole l’hockey frequentando uno dei clubs polisportivi e incuriosite da questo sport abbiamo deciso di praticarlo. L’hockey su prato, in Argentina, ha molto seguito e per me non è


hockey stato difficile scoprirlo. Da subito ho lavorato molto anche se non mi pesava perché la gratificazione e il divertimento mi appagavano. Ho ancora buoni ricordi di quel periodo che mi sembra ora molto lontano. A 16-17 anni ero pronta per entrare in prima squadra nell’ Arcquitectura dove ho giocato per una stagione e poi è arrivata la proposta, per me inaspettata, di venire a giocare in Italia, qui a Villafranca. Un po’ presa dalla curiosità di conoscere il mondo e un po’ presa dall’entusiasmo giovanile ho deciso di accettare, ma non avrei mai pensato che il mio futuro fosse lontano dall’Argentina. Sono già passati più di 10 anni vivo ancora a Villafranca dove ho un lavoro, un marito, due figli e gioco a hockey su prato in serie A. Hai anche una sorella che gioca a hockey, vero? Si, e di lei sono molto orgogliosa! È una gran giocatrice (centrocampista n.d.r.) della Nazionale Argentina campione del mondo in carica. Avere una sorella così forte per te ha significato competizione o stimoloper fare di più? Competizione o gelosia sono lontane dal mio modo di pensare e di vivere. Per me è solo motivo di orgoglio e sono fiera di averla come sorella. Posso solo essere contenta per lei perché so quanto ha lavorato e quanto ancora suda per restare a quei livelli. Dietro un tale successo ci sono anni di sacrifici che solo la passione vera permette di sopportare.

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manca è la laurea in biologia che rimane a questo punto un sogno nel cassetto. Ipotizziamo che un giorno uno dei tuoi figli ti dicesse che vorrebbe giocare, per esempio, a basket. Che reazione avresti? Lo sport è sport qualsiasi esso sia. Se i miei figli volessero seguire altri sport io di certo non li ostacolerei perché, come io ho seguito il mio sogno e la mia passione, è giusto che anche loro seguano i propri sogni e le proprie passioni.” Cosa ricordi con più piacere della tua carriera fino ad oggi? La cosa che più mi fa stare bene, se penso al passato, è legata al ricordo del gruppo vincente che ho trovato appena arrivata qui a Villafranca, quindi non penso alle singole vittorie o ai trofei ma al rapporto umano costruito con quelle ragazze, la voglia di trovarsi anche fuori dal campo di gioco, quel senso di appartenenza al gruppo che solo allora ho percepito veramente a pieno. Con l’arrivo del nuovo allenatore “Kata” si sta ricreando anche in questa stagione una situazione simile e questo mi fa ben sperare per i prossimi anni. Mirko Simonaio

Tu arrivi in Italia a 17 anni conosci tuo marito Andrea con il quale hai due bellissimi figli, Santiago che già da tempo frequenta la scuola di mini-hockey e Federico di 2 anni. Cosa vuol dire vivere una vita “normale” fatta di lavoro e famiglia e contemporaneamente una vita da atleta? Per me è una cosa naturale vivere la mia passione per lo sport e coinvolgere la famiglia. Sono stata fortunata perchè ho conosciuto Andrea che come me non vive senza Hockey. Ovunque andiamo con i bambini abbiamo sempre la nostra borsa con i 4 bastoni e le palline, così ogni momento è buono per giocare con i nostri figli. Fino ad oggi la passione e i buoni risultati mi incentivano a continuare a giocare in serie A anche se un po’ cominciano a pesare gli allenamenti in settimana. Quando gioco in trasferta mio figlio Federico, il più piccolo, mi segue ovunque, mentre il più grande sta con il padre. A volte capita che facciamo tornei o trasferte tutti insieme e questa diventa una vacanza per tutta la famiglia. Quando giochiamo in casa tra il pubblico ho i miei tre fans “personali” che mi sostengono gioiosi. A cosa hai dovuto rinunciare o cosa ti sarebbe piaciuto fare? Recentemente ho dovuto dire di no alla Nazionale perché implicava la mia assenza da casa per 2 mesi, ma di questo di certo non mi pento. La cosa che un po’ mi www.sportdipiu.com • 53


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kart triathlon

Nuova scuderia, grande esperienza

RTC Sport & immagine: una passione a tutta velocità In questo articolo Massimo Zanetti ci presenta il neonato team di Cavaion Veronese e i suoi progetti futuri

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umero dopo numero, Sportdipiù magazine amplia i propri orizzonti offrendo ai lettori nuovi contenuti e presentando le numerose realtà sportive del nostro territorio. In questo numero abbiamo il piacere di conoscere il team RTC Sport & immagine che gareggia per il Trofeo italiano Easykart/Kart Grandprix categoria KZ. Questo campionato prevede un motore 125 cc a 6 marce uguale per tutti mentre il telaio è libero. Il team RTC Sport & immagine nasce a Cavaion Veronese nel 2010 grazie alla collaborazione tra Massimo Zanetti, da tempo impegnato attivamente nel mondo del rally e delle gare automobilistiche in generale, e Alessandro Zanoni, vincitore del titolo Italiano ed Europeo Easykart nel 2008. Questa squadra ha tutte le carte in regola per puntare veramente in alto grazie 54 • www.sportdipiu.com

anche all’apporto degli sponsor (RTC-technologies & components, Rotal Met srl, Immergas ag. Tonini Fabrizio, Easyservice, Eximag, Vefim, Wurth, Ethos, Elettro Zampini e Gopax) che contribuiscono economicamente a mantenere vivo il sogno. “Quando abbiamo deciso di fondare questa squadra - spiega Massimo Zanetti la nostra priorità fu quella di puntare sul divertimento, facendo conoscere lo sport kartistico. Lavorando con passione e vedendo che i risultati erano più che incoraggianti, siamo cresciuti fino alla fondazione, quest’anno, della vera e propria squadra corse”. “Per dare vita a questa realtà - prosegue Zanetti - abbiamo puntato, come consigliato dall’esperienza di Alessandro Zanoni, su tecnici di qualità come Paolo Malvezzi (Paolone), Michele Gorreri e Loris Pezzato. Paolo e Michele, insieme al nostro team leader Alessandro Zanoni,


kart sono stati i fautori dei successi ottenuti nel 2008. Dopo esserci garantiti i responsabili tecnici abbiamo lavorato per ingaggiare anche chi si occupa dell’aspetto pratico ovvero…della guida! Quest’anno abbiamo puntato su ragazzi come Emanuele Quintarelli di Villafranca (attuale leader della classe Over), Marco De Marco di Costermano (al suo esordio con la specialità ma già due volte sul podio di classe Over) e Diego De Marchi di Bussolengo (autore di un ottimo pre-season ma sfortunato nella prima gara, coinvolto in un incidente)”. “I punti di forza del team - prosegue Zanetti - sono Radim Maxa (rep. Ceca) pilota 17enne già plurititolato e Davide Padovani al rientro dopo 15 anni di inattività e dopo aver perso l’utilizzo del braccio destro per un incidente automobilistico. Davide al suo esordio a Castelletto di Branduzzo (PV) si è posizionato 2° assoluto, dietro a Maxa e primo di classe (Over) tenendo dietro concorrenti ben più giovani e allenati. La volontà e la determinazione di Davide hanno sbaragliato la concorrenza. In occasione della seconda gara Davide è partito 9° ed è stato autore di una rimonta esaltante, peccato che una noia tecnica lo abbia costretto al ritiro, dopo aver comunque divertito il pubblico.” Velocità, spettacolo e grande competizione nelle gare di kart: questo garantisce divertimento assicurato sia per i piloti sia per il pubblico. Una domanda però sorge spontanea: questo sport gode della giusta visibilità?

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La risposta di Zanetti non lascia spazio a dubbi: “Assolutamente no! Questo sport non gode della giusta e meritata attenzione mediatica. Noi ci muoviamo con iniziative personali. Per esempio io pubblico ogni weekend sul sito del team gli eventi motoristici che ci riguardano, dando la possibilità all’utente di guardare le dirette delle gare in streaming. Questo è possibile grazie alla collaborazione tra l’organizzatore del campionato e il canale web/satellitare Primocanale Sport (515 di SKY). Stiamo inoltre mettendo a punto una App per smartphone e tablet con lo scopo di coinvolgere gli utenti kartisti a sfidarsi in un gioco fatto da tempi veri in pista ma senza l’obbligo di partecipare a campionati o trofei. Lo sport nazionale è il calcio e questo mette in secondo piano qualsiasi altra disciplina, è inevitabile. Se a questo aggiungiamo la mancanza di adeguati investimenti, anche pubblici, per le altre discipline è ovvio che se ne limita la crescita allontanando i più giovani dalle altre discipline come ad esempio la nostra. Ma non solo. Si allontana anche il pubblico e di conseguenza gli sponsor, rendendo la nostra attività sempre più complicata. Come ovviamo? Anche qui la risposta è scontata: con la passione. Una passione che ci fa superare anche i momenti difficili e ci spinge a dare sempre il massimo. Perché questa è la vera e unica essenza dello sport.” Mirko Simonaio

TROFEO NAZIONALE ROUND 1° Round 2° Round 3° Round 4° Round 5° Round 6° Round 7° Round 8° Round 9° Round

DATA 26 Febbraio 11 Marzo 15 Aprile 06 Maggio 20 Maggio 17 Giugno 15 Luglio 15 Settembre 16 Settembre

PISTA Castelletto Siena Viterbo Pomposa Lignano Sabbiadoro Cervia Corridonia Ottobiano Ottobiano

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speciale guida sicura

Quarta puntata

Sottosterzo e sovrasterzo: attenti alle insidie delle curve Emanuele Arbetti, pilota veronese di rally, ci accompagna alla scoperta del mondo dei motori e della guida

U

n saluto a tutti i cari lettori di Sportdipiù magazine. Con questo nuovo appuntamento analizzeremo il comportamento di una autovettura durante la percorrenza di una curva. Esistono due situazioni differenti: il sottosterzo e il sovrasterzo. Vediamo le differenze.

Sottosterzo Il sottosterzo avviene quando vi è perdita di aderenza dell’anteriore del veicolo. Più in dettaglio, quando sterziamo per entrare in curva e la vettura tende a proseguire dritta, invece che seguire la traiettoria. Ciò accade a volte per fattori meccanici, come geometria delle sospensioni, pneumatici anteriori usurati o sgonfi, ma generalmente per errori di guida del conducente, tra i quali: - se alla guida di una trazione anteriore viene effettuata una troppo forte accelerata con marce basse (sottosterzo di potenza) - un troppo veloce ingresso in curva (sia con trazione anteriore che posteriore)

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- una brusca sterzata (sia con trazione anteriore che posteriore) Sovrasterzo Il sovrasterzo avviene quando vi è perdita di aderenza del posteriore della vettura, il quale allarga verso l’esterno della curva, mentre invece l’anteriore rimane in traiettoria. in questo modo l’auto sbanda e và, se non corretto tempestivamente, in testacoda. Ciò accade a volte per fattori meccanici, come geometria delle sospensioni, pneumatici anteriori usurati o sgonfi, ma generalmente per errori di guida del conducente, tra i quali: - se alla guida di una trazione posteriore viene effettuata una troppo forte accelerata con marce basse (sovrasterzo di potenza) - un brusco rilascio o frenata in curva (sia con trazione anteriore che posteriore) In conclusione possiamo vedere come alcuni comportamenti siano comuni ai due tipi di trazione. Viene così sfatata la convinzione comune che solo la trazione anteriore sia sottosterzante e che solo quella posteriore sia sovrasterzante.


speciale guida sicura l’iniziativa

Commettere errori durante la guida di un’auto può avere conseguenze molto gravi: se il muso allarga la curva e non siamo pronti a reagire, arriveremo contro il guardrail, oppure finiremo in un fosso, o ancora, invaderemo la corsia opposta. Se invece è il posteriore ad allargare (sovrasterzo) si rischia un testacoda con tutte le conseguenze che ne possono derivare. Infine occorre ricordare la trazione integrale: essa presenta sottosterzo e sovrasterzo come gli altri due tipi di trazione ma ha dei limiti di tenuta in accelerazione maggiori, soprattutto con fondo stradale viscido. Ricordiamo che c’è sovrasterzo quando la parte posteriore della vettura tende ad uscire dalla traiettoria. In questo caso bisogna prontamente alleggerire la pressione sull’acceleratore, se non rilasciare totalmente, e controsterzare. Controsterzare vuol dire girare il volante dalla stessa parte della sbandata, in modo rapido e bilanciato dalla gestione dell’acceleratore. Occorrerà poi - in base alla vostra sensibilità ed esperienza - stabilire quando controsterzare e quando riallineare le ruote anteriori. Questo perché altrimenti rischiamo di subire l’effetto pendolo: una scodata dalla parte opposta alla prima sbandata, per colpa del brusco trasferimento di carico dovuto al rilascio dell’acceleratore. Nei momenti critici occorrre dimenticarsi della posizione delle mani alle 9:15 perchè può succedere di dover girare il volante molto più di 90° gradi; in questo caso la manovra corretta è di passarsi il volante tra le mani come se dovessimo fare un parcheggio, nel modo più rapido possibile. Inoltre il freno durante una sbandata controllata, non deve essere toccato; il posteriore infatti è già più leggero dell’anteriore e se freniamo diminuisce ancora di più l’aderenza. Esiste inoltre un altro tipo di sbandata del retrotreno,

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quella dovuta al trasferimento di carichi dal posteriore all’anteriore in fase di brusca frenata o rilascio dell’acceleratore in curva. Questa è una situazione che accade quando ad esempio ci accorgiamo che stiamo effettuando una curva troppo velocemente in rapporto alle condizioni atmosferiche. In questo caso succede che la prima reazione istintiva sia quella di rilasciare l’acceleratore oppure frenare. A questo punto entra in gioco il trasferimento di carichi longitudinale mentre siamo in curva, e la sbandata del posteriore è assicurata. Ovviamente il controsterzo è la prima cosa da effettuare, ma anche riallineare il volante quando la macchina inizia a tornare dritta, altrimenti rischiamo di subire “ l’effetto pendolo “. Come controllare il sottosterzo Analizziamo il caso di una troppo veloce entrata in curva: quando proviamo a sterzare, l’auto tende ad andare dritta e più aumentiamo la sterzata o acceleriamo, più la situazione peggiora. Questo è il sottosterzo: possiamo dire che avviene una sbandata dell’anteriore. Per recuperare l’auto, occorre staccare l’acceleratore, affinché il trasferimento di carichi sull’anteriore faccia riprendere aderenza ai pneumatici. Se abbiamo esagerato con il volante, la diminuzione dell’angolo di sterzata fa recuperare direzionalità all’avantreno. Da non dimenticare, che in questa situazione, il comportamento del guidatore deve essere uguale sia se alla guida di una trazione anteriore che di una trazione posteriore. Emanuele Arbetti Info: www.emanuelearbetti.it - www.arbettimotors.it

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automobilismo triathlon

Prima edizione nel 1997

Rombano i motori alla Stallavena-Bosco 2012 Belle, mitiche, aggressive e veloci: sono loro le protagoniste della rievocazione di una classica degli anni Cinquanta

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l 17 giugno prenderà il via l’edizione numero 16 della rievocazione storica “Stallavena-Bosco” la corsa in salita che fra il 1958 e il 1968 era considerata tre le più veloci ed importanti d’Europa e che per molti sportivi veronesi rappresentò l’ evento automobilistico dell’ anno. Tra i vincitori scaligeri ricordiamo Giulio Cabianca su Osca (edizioni 1958 e 1959) e “Noris” su Porche 906 nel 1966. L’evento è organizzato dal Veteran Car Club Enrico Bernardi e il Stallavena – Bosco Club Veicoli d’Epoca. Tutto iniziò nel 1997 quando due amici appassionati di auto d’epoca, Giannantonio Bortoletto e Flavio Massella, idearono la 1° edizione della rievocazione. Dopo

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la scomparsa di Giannantonio, sotto la guida di Flavio altri due amici, Rino Boschi e Flavio Bortoletto, hanno portato avanti la tradizione e l’organizzazione di questa spettacolare ed affascinante manifestazione. Sono ammesse tutte le auto iscritte o certificate ASI, FIVA, CSAI, REGISTRI di MARCA o autovetture di particolare interesse storico in attesa di certificazione nazionale o internazionale. Il percorso complessivo è di circa 130 chilometri totali che verranno percorsi dagli equipaggi alla velocità consentita con media a codice, come da regolamento A.S.I. Saranno “toccate” dalla manifestazione le località di


automobilismo

Grezzana, Stallavena, Cerro Veronese, (dove in Piazza Alferia si svolgerà la più spettacolare prova di abilità su pressostati) Bosco Chiesanuova e Roverè Veronese. Il percorso sarà predisposto su un particolare “radar” Road-Book e da cartografie che saranno consegnati al momento delle verifiche. Gli equipaggi si presenteranno dalle ore 08.30 alle ore 09.30 del 17 giugno presso il fran-

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toio Redoro (Via Marconi Grezzana Verona) per espletare le formalità di rito. Verso le ore 16 in Piazza della Chiesa a Boscochiesanuova verranno premiati i più abili nelle varie categorie, e in particolare: -Primi 10 classifica assoluta (in base ai coefficienti A.S.I.) -Primi 5 con cronometri analogici -Al miglior equipaggio femminile -Trofeo Flavio Massella al Navigatore più giovane -Trofeo Giannantonio Bortoletto: all’auto di particolare interesse storico. La rievocazione storica “Stallavena- Bosco” vuole essere, come sottolineano gli organizzatori, un momento di incontro e divertimento ma in particolare un veicolo per far conoscere ai più giovani veri pezzi di storia che viaggiano su quattro ruote, ricordi di un tempo passato che ritornano a far sentire il loro rombo, sempre più affascinante, sulle nostre strade. Un evento per tutti: per i giovani per sognare e per i “meno giovani” per ricordare e, probabilmente, rimpiangere i bei tempi passati. Alberto Cristani Info: www.stallavenabosco.it

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danza triathlon

Un vero punto di riferimento

Nando De Bortoli, il profeta dell’hip hop A nessun danzatore scaligero il suo nome è sconosciuto. Con alcuni ha ballato mentre per molti ha coreografato. Per Sportdipiù magazine, invece, si è semplicemente raccontato

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ando De Bortoli è un promoter di eventi, che ha portato a Verona nomi famosi della danza HIP-HOP quali Marty Kudelka (coreografo-ballerino di J.Timberlake), Eddie Morale (coreografo-ballerino di Mariah Carey-J.Timberlake, J.Jackson), Dante Harper (ballerino nel film Street Dance Fighters), Kevin Maher (ballerino nel film Street Dance Fighters, Roro Tabor (coreografo di Omarion), Misha Gabriel e Nick Bass (dancers nel film This is it) e tanti altri. Con questa intervista conosciamo da vicino la sua passione. Nando come e quando ti sei avvicinato alla danza? Nel lontano 1979. Con un gruppo di amici si è organizzato uno spettacolo nel teatro del paese. Oltre ad una band c’era un corpo di ballo formato da tre coppie di ballerini (tra cui io). Da quell’esperienza è scattata la voglia di imparare sempre più e ho iniziato quindi a frequentare i corsi jazz di Sisina Augusta a Verona. Raccontaci della tua formazione fra Italia, States, Londra e Parigi… Dopo aver studiato rock’n roll acrobatico, boogiewoogie e jazz, volevo smettere di ballare: mi mancavano gli stimoli. Nel ’94, però, un’amica mi fece vedere la registrazione del suo saggio e lì conobbi lo stile funky: fu amore a prima vista. Mi iscrissi subito ai corsi di Rita Pavanello, alla quale devo molto perché, oltre a portarmi con sé a Los Angeles, mi aiutò ad aprire le porte del Paradiso!! Da allora le mie ferie lavorative servirono per studiare e perfezionare lo stile hip hop tra New York, Londra, Parigi e Roma. Cosa rappresenta per te la danza, e dove trovi ispirazione per le tue coreografie? Dopo ore seduto davanti ad un computer, la danza diventa il momento di sfogo fisico e creativo. I punti d’ispirazione sono tanti e vari: la musica, lo stato d’animo, ma soprattutto una classe da coordinare. Non si può pretendere che gli allievi facciano quello che vuoi tu, devi rispettare il loro livello tecnico ed

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è responsabilità dell’insegnante farli crescere passo dopo passo. Che opinione hai della danza in Italia, e che possibilità hanno i giovani ballerini, secondo te, di affermarsi nel nostro Paese? Sinceramente in Italia più che ballerini, ci sono tanti insegnanti. Vivere di danza sul palcoscenico, soprattutto per uno che balla hip hop, è matematicamente impossibile perché la richiesta è troppo bassa. Ho alcuni amici che hanno deciso di lasciare l’Italia per gli States, dove magari le possibilità di lavoro, se hai talento, ci sono. Ma il sostentamento di base rimane l’insegnamento. Pensi che la Tv sia un mezzo di diffusione della danza? Oppure il teatro rimane il palcoscenico migliore per l’irripetibilità del movimento? Sono due realtà completamente diverse: chi balla nei teatri si nutre dell’applauso sincero del pubblico. Una volta in scena non puoi più fermarti. La televisione offre sicuramente più visibilità ma, spesso, fa perdere la coscienza della realtà. In Italia vige una brutta regola: basta fare qualcosa in TV per sentirsi arrivati.


danza Da cosa riconosci il talento di un ballerino? Sicuramente l’elemento essenziale è la tecnica. Poi, a parità, vince chi emoziona. Sport e adolescenti: consigli da dare ai nostri giovani lettori? Dico sempre che il nostro corpo è una macchina: se la lasci in garage prima o poi non parte più. Lo sport inteso come movimento è alla base fisica e soprattutto psicologica del nostro star bene. Quando sei

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arrabbiato prova a fare una bella corsa: vedrai che come per magia il nero sfuma verso il grigio fino a divenire bianco. La danza, ed in particolare la danza hip hop, è sempre stata per me una valvola di sfogo proprio per l’apporto di energia che richiede. La mia formula magica è: il movimento è salute, la musica è divertimento, mettili insieme e... balla anche tu!! Elena Bazzoni

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l’angolo fiscale

Obblighi e adempimenti per le Associazioni e Società Sportive

Il Prospetto Riepilogativo Il Prospetto Riepilogativo, di cui al D.M. 11/02/1997, è un adempimento obbligatorio troppo spesso ignorato

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rosegue il viaggio di Sportdipiù magazine nel mondo fiscale sportivo. Grazie alle indicazioni e ai chiarimenti del Risponde alle nostre domande il Dott. Giuliano Zocca dello Studio Leonardo Ambrosi & Partners, specializzato nella consulenza alle Associazioni no profit, qu

Innanzitutto, cos’è il prospetto riepilogativo di cui al D.M 11/02/1997? Il prospetto riepilogativo di cui al D.M. 11/02/1997 rappresenta il modello espressamente previsto per la registrazione delle fatture e degli altri proventi costituenti ricavi, da parte delle associazioni che hanno optato per il regime forfetario previsto dalla legge n. 398/1991. È un adempimento contabile obbligatorio per tutte le Associazioni? Innanzitutto è doveroso premettere che per quanto riguarda gli obblighi contabili, la legge n. 398/1991 esonera sia da quelli di tenuta delle scritture contabili prescritti dagli articoli 14, 15, 16, 18 e 20 e D.P.R. n. 600/73 e successive modificazioni, sia da quelli previsti nel titolo II del D.P.R. n. 633/72. Unico limite all’esonero degli obblighi di cui al Titolo II del D.P.R. n. 633/72 (fatturazione delle operazioni, registrazione delle fatture e dei corrispettivi), è quello relativo ad alcune prestazioni tassativamente indicate: sponsorizzazione, cessione o concessione di diritti di ripresa televisiva e di trasmissione radiofonica, prestazioni pubblicitarie. E’ previsto, invece, l’obbligo per le società e le associazioni sportive dilettantistiche e similari (del tempo libero, musicali, teatrali, ecc.), di annotare nell’apposito modello di cui al D.M. 11/02/1997, entro il giorno 15 del mese successivo a quello di riferimento, l’ammontare dei corrispettivi e di qualsiasi altro provento conseguito nel mese, nell’esercizio di attività istituzionali e commerciali. In alternativa, si può utilizzare il registro dei corrispettivi? Dal punto di vista operativo, è preferibile che il sodalizio osservi l’obbligo di registrazione degli incassi ai fini Iva utilizzando il predetto prospetto. Tuttavia, ove fosse istituito il registro dei corrispettivi di cui all’art. 24 del D.P.R. n. 633/1972 non dovrebbe scatu62 • www.sportdipiu.com

rire alcuna conseguenza. Naturalmente la circostanza è subordinata al fatto che l’associazione indichi nel registro tutti i dati che andrebbero inseriti nel prospetto osservando altresì i termini di registrazione. L’Ufficio non dovrebbe infliggere alcuna sanzione in quanto sembra applicabile l’art. 6, comma 5-bis del D.Lgs n. 472/1997 in base al quale le violazioni formali che non incidono sull’attività di controllo non sono punibili. Dove è possibile reperire un modello che fa al caso delle Associazioni? Al fine di agevolare il lavoro dei responsabili amministrativi delle associazioni e, inoltre, di non correre il rischio che qualche dato nella trasmissione telematica vada smarrito, lo Studio Leonardo Ambrosi & Partners ha predisposto, peraltro come impone la normativa in vigore, un prospetto riepilogativo su foglio elettronico di facile utilizzo. Invitiamo i dirigenti sprovvisti di tale prospetto a contattarci, lo Studio provvederà ad inviarlo senza alcun impegno. Non ci stancheremo, infine, di ricordare, che il puntuale ed ordinato adempimento degli obblighi contabili ed amministrativi posti a carico delle Associazioni, costituisce la prima essenziale forma di auto tutela in caso di verifica da parte degli Organi preposti. Info: www.ambrosiepartners.it

Alberto Cristani


l’angolo fiscale l’iniziativa

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nde

L’associazione domanda, l’esperto rispo

Per rivolgere le vostre domande all’esperto fiscale scrivete a info@ambrosiepartners.it Sui contributi comunali erogati alla nostra associazione che tipo di ritenuta deve essere operata? L’associazione sportiva dilettantistica è assoggettata alla ritenuta del 4% qualora il contributo erogato da regioni, province, comuni e da altri enti pubblici e privati sia destinato allo svolgimento di attività commerciali. Se il contributo sempre erogato, da regioni, province, comuni e da altri enti pubblici e privati, finanzia esclusivamente l’attività istituzionale dell’associazione o l’acquisto di beni strumentali non è soggetto a ritenuta. Stante però la delicatezza della materia è bene considerare singolarmente caso per caso. Buongiorno, rappresento un’associazione sportiva dilettantistica in regime 398. Vorrei sapere a quali adempimenti fiscali siamo sottoposti nel caso in cui decidessimo di aprire un piccolo bar all’interno del centro sportivo. Dobbiamo emettere scontrino fiscali? È a tutt’oggi in vigore l’esonero dall’obbligo di rilascio dello scontrino fiscale per le associazioni sportive dilettantistiche (art. 1, n. 15 del D.M. 21/12/1992) che si avvalgono delle disposizioni di cui alla legge n. 398/91 e limitatamente alle operazioni commerciali diverse rispetto a quelle che fino al 31 dicembre 1999 erano soggette all’imposta sugli spettacoli. L’associazione sportiva che gestisce un bar presso l’impianto sportivo deve limitarsi ad annotare i corrispettivi percepiti nel prospetto approvato con il D.M. 11/02/97 e reso obbligatorio per le associazioni sportive dall’art. 9, comma 3, del D.P.R. N. 544/1999 senza certificare gli incassi con l’emissione degli scontrini fiscali.

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giochi olimpici triathlon

In cammino verso Londra 2012

Le Olimpiadi tra ieri e oggi Interessante parallelo tra le Olimpiadi antiche e quelle moderne tra novità, innovazioni, cultura e tradizione

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uove discipline, nuove regole, fattori esterni diversi, sembrano allontanare sempre di più le Olimpiadi moderne da quelle antiche. Ma è davvero così grande la distanza che le separa? Lo sport ha assunto un valore del tutto nuovo? E quelle che vengono definite oggi da molti come “degenerazioni” dei valori sportivi antichi – il doping, la parzialità delle giurie, la corruzione, e la specializzazione sempre maggiore delle discipline, che porta a dover battere record sempre più difficili – sono effettivamente da considerarsi tali? Davvero nel passato esistevano solo campioni veri, che contribuivano a formare quell’antico esempio di perfezione e purezza a cui spesso ricorriamo? Alcune fonti in realtà ci dicono proprio il contrario: molti erano i modi in cui gli atleti antichi infrangevano le regole del gioco. Le irregolarità più tipiche riguardavano patteggiamenti per la vittoria, ricatti nei confronti degli avversari e corruzione di allenatori o giudici di gara. Ma gli atleti ricorrevano anche ai trucchi più disparati per riuscire ad ottenere van-

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taggi che li portassero più facilmente alla vittoria: nelle gare di corsa cercavano di spintonare l’avversario, di spingerlo fuori pista o fare uno sgambetto per tentare di assicurarsi la migliore posizione di partenza. Molti falli venivano commessi anche nelle discipline dell’atletica pesante, come la lotta, la boxe e il pancrazio. Sono molti gli esempi che mettono in luce quanto il modo di gareggiare degli antichi fosse in realtà molto spesso spietato e senza riguardi per l’avversario. Noto già a quei tempi era anche lo stretto rapporto tra politica e sport. Vincere una gara non significava ottenere un successo momentaneo, bensì una fama duratura, e non solo per l’atleta, ma anche per la città di appartenenza. Tipico esempio di politicizzazione dei Giochi Olimpici fu quello dell’imperatore Nerone nel I secolo d.C. In perfetta coerenza con il suo stile di vita, Nerone commise scorrettezze ed irregolarità di ogni tipo pur di poter celebrare con enorme sfarzo le sue vittorie ed ottenere un grande prestigio politico. L’unico ostacolo alle irregolarità fu il sistema dei controlli esercitato dagli ellanodici, giudici sorteggiati e vincolati da giuramento. Per punire i vari tipi di infrazione essi potevano ricorrere a sanzioni diverse: multe salate, castighi corporali, o esclusione dell’atleta (o della sua città d’appartenenza) alle Olimpiadi. Anche nei Giochi Moderni, nonostante le pretese di richiamo all’antica “purezza”, a governare le decisioni in merito all’andamento delle Olimpiadi, è la ricerca di prestigio e di denaro, anche sotto forma di finanziamenti e sponsorizzazioni. L’aspetto economico infatti ebbe sicuramente la meglio nella scelta di Atlanta come sede dei Giochi del 1996, preferita ad Atene, scenario dei Giochi di cent’anni prima. Peso determinante in questa decisione lo ebbero Coca Cola e Cnn, in grado di mettere sul piatto le loro enormi possibilità finanziarie. Di tale edizione è importante ricordare il record ottenuto nella partecipazione, essendo questa la prima volta in cui tutti i 197 paesi membri accettarono l’invito del Cio. È inoltre l’anno in cui fecero il loro ingresso il calcio femminile, la mountain bike e il beach volley. Come ogni edizione, anche quella del centenario fu caratterizzata da sospetti di doping e polemiche per la presunta parzialità


giochi olimpici di arbitri e giurie in discipline in cui voti e giudizi sono fondamentali per la determinazione della vittoria. Ma ciò che nessuno potrà dimenticare è l’immagine del pugile Muhammad Ali, meglio conosciuto come Cassius Clay, medaglia d’oro nei Giochi di Roma del 1960, che, nel corso della cerimonia iniziale, raggiunse il braciere, e con la mano tremante accese il fuoco sacro. Questo grande campione, colpito dal morbo di Parkinson, è l’immagine più vera dello sport, capace di superare ogni meschinità e ogni barriera. L’Italia in queste olimpiadi riuscì ad ottenere un ottimo risultato, conquistando il sesto posto nel medagliere. Con i Giochi di Sidney del 2000 il clima olimpico sembrò rinascere, e questa edizione viene ricordata per l’ottima organizzazione, la qualità degli impianti e la novità del “Villaggio olimpico”. Sempre più spazio fu dato alla spettacolarizzazione: aumentò il numero delle gare (l’arte marziale del taekwondo ed il triathlon), diminuì il numero di atleti per ogni gara, cambiarono le divise in molti sport. Il tutto a beneficio di TV e sponsor. Anche il professionismo ormai era pienamente accettato, e la lotta al doping sempre più rigida, o, almeno, provò ad esserlo, in quanto i sospetti erano sempre numerosi, soprattutto per quanto riguardava l’atletica. Una nuova serie di record mondiali venne offerta invece dal nuoto, in cui anche l’Italia riuscì ad ottenere ben tre ori. Nel 2004 i Giochi furono disputati ad Atene, che, riuscendo ad ottenere la fiducia del Cio, tornò, dopo 108 anni, ad essere lo scenario dei Giochi Olimpici. Un grande spettacolo venne offerto dalla cerimonia iniziale e dalle ambientazioni splendide e suggestive. In particolare la maratona venne fatta ripercorrendo l’itinerario seguito da Filippide (soldato morto dopo aver corso da Maratona ad Atene per riportare la notizia della vittoria greca nella guerra contro i persiani) per recuperare in qualche modo il mito dei Giochi Olimpici antichi, e, allo stesso tempo, anche di quelli moderni, con l’arrivo fissato nello stadio costruito per i Giochi del 1896, il Panathinaikon. Questa gara venne vinta proprio da un italiano: Stefano Baldini. Molteplici, però, furono i casi di eliminazioni e sospetti a causa del doping anche in questa edizione, importante anche per aver rappresentato un momento di pulizia del Cio stesso, che eliminò alcuni dei suoi membri per aver accettato denaro sporco in cambio di voti o di altri favori. Ma quello che è stato considerato a tutti gli effetti, e non a torto, un vero e proprio furto fu quello perpetrato nella ginnastica: numerose le contestazioni del pubblico contro i giudici per alcune decisioni più che discutibili, prima fra tutte quella dell’oro assegnato

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al greco Tampakos nella prova agli anelli, vittoria assolutamente immeritata, che penalizzò anche l’italiano Yuri Chechi, il quale riuscì comunque ad ottenere una medaglia di bronzo all’età di 35 anni. L’edizione del 2008 fu disputata, tra diverse polemiche, a Pechino. Tale scelta venne contestata da molti, specialmente per questioni politiche. Curiosa la decisione del regista Steven Spielberg di abbandonare l’incarico della regia della cerimonia inaugurale, in segno di protesta contro la gestione della crisi del Darfur da parte della Cina. Vi furono inoltre delle novità per quanto riguarda le gare, tra cui l’introduzione dei 3000 siepi donne e la nuova disciplina ciclistica della BMX (Bicycle Motocross). In questa edizione l’Italia si posizionò al nono posto, con 27 medaglie, di cui otto ori. Sono trascorsi molti secoli dalle prime Olimpiadi, durante i quali lo sport ha mantenuto intatto il suo valore, nonostante, oggi come allora, le irregolarità siano innegabili. Da sempre, però, praticare una disciplina sportiva è e resta un mezzo per fortificare il fisico e la mente: abitua al sacrificio, alla tenacia nel perseguire una meta, all’autocontrollo e allo spirito di squadra, oltre che offrire momenti di aggregazione e, nel caso delle Olimpiadi, di sospensione di eventuali conflitti tra le nazioni. Benedetta Sartori

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ciclismo

Il ritorno del Falco

Salvoldelli: “Verona, sei grande!” Alla presentazione del Prestigio d’Oro 2012 l’ex campione elogia la passione dei veronesi per il ciclismo

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l Falco non è voluto mancare alla presentazione della 17° edizione del Prestigio d’Oro Fiera del Riso. A Villa Bevilacqua Paolo Savoldelli, classe 1973, ha onorato gli organizzatori della serata, primo fra tutti l’ideatore della Challange Agostino Contin, della sua presenza. Ha voluto tenere a battesimo le gare in programma in Veneto e da quest’anno anche in Lombardia. Lui, lombardo della Val Seriana, amato professionista, ricordato da tutti gli appassionati delle due ruote per le doti di discesista ha raccontato della sua nuova carriera. “Il ciclismo è la mia vita, per questo, dopo tanti anni di bici ha scelto di dedicarmi a qualcosa che fosse sempre legato al mondo dello sport. Sono felice di poter dare ancora qualcosa al ciclismo, ora però sto affrontando il mio nuovo impegno con tanta umiltà”. Per i pochi che non lo sapessero, Savoldelli, vincitore del Giro d’Italia nel 2002 e nel 2005, sceso dalla bicicletta ha intrapreso la carriera di commentatore televisivo in Rai. “Non è facile, lo posso assicurare, mentre i miei colleghi studiavano io correvo. Proprio per questo cerco di apprendere il più possibile dai giornalisti e da quanti mi sono vicini. Da parte mia però ci metto impegno e tanta buona volontà. Ovviamente aver corso per anni ed essere stato un corridore mi aiuta molto. Ma ripeto, ho ancora tanto da imparare! Savoldelli, vincitore nel 1999 del Giro del Trentino, del Trofeo Laigueglia ottenne per un giorno la maglia rosa del Giro di quell’anno, arrivando secondo nella classifica finale. Quella maglia però Paolo non la volle indossare. Motivo? La squalifica di Marco Pantani. Un carriera costellata anche da infortuni; il primo nel 2000, e a seguire nel 2003 e nel 2005, anno nel quale, con la maglia della Discoveri Channel, vinse il Giro. Come compagno di squadra un certo Lance Armstrong. Cambia ancora casacca, aggiudicandosi nel 2007 il cronoprologo di Friburgo e il Giro di Romandia. Tutti però lo ricordiamo nel giorno della Festa della Repubblica, il 2 giugno del 2007 nella cronometro individuale da Bardolino a Verona. Il Falco, determinato, caparbio e intelligentissimo, decide di ritirarsi il 4 luglio del 2008. Non ha ripensamenti, non tentenna e, nonostante gli sportivi sperino in un suo ritorno sulla strada, ancora una volta lui spiazza tutti. “Dal 2010 sono a bordo delle moto-cronaca della RAI, seguo le dirette del Giro e di tante altre corse da un’al-

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tra prospettiva. Mi emoziono ancora, sempre. E osservo i ragazzi che come facevo io pigiano sui pedali. Ripenso a quando correvo. Sono orgoglioso dei corridori italiani, perché penso che si stia facendo un ottimo lavoro. Ritengo fondamentale puntare sui giovani, investire su di loro. Sono il nostro futuro, sono loro gli unici in grado di tenere alti i nostri colori. Quest’anno ci sono anche le Olimpiadi, io faccio il tifo per i nostri Azzurri e per il nostro Ct.” Savoldelli sottolinea anche l’apporto che i ciclisti veronesi stanno dando al movimento: “Il Veneto è da sempre terra di ciclismo e di ciclisti. Siete fortunati, il vostro territorio è eccezionale. Qui si ha la possibilità di correre ogni specialità. Avete grandi atleti. Non parlo solo degli uomini, parlo anche delle donne. La Pezzo in primis. Non solo ma ho appreso con piacere che anche le donne qui hanno la possibilità di crescere. Le bambine, come le ragazzine. E poi c’è anche la squadra di professioniste. Insomma Verona è da applausi!” Se a dirlo è uno come Savoldelli... dobbiamo credergli! Ascolteremo i suoi commenti, ci emozioneremo con lui, dalle Tappe del Giro alle Olimpiadi. Quel che conta è che a farlo sia uno che ama ciò che fa. Alessandra Rutili


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Ennesimo grande evento per lo sport veronese

Il Giro d’Italia di handbike fa tappa a Verona Dopo le edizioni maschile e femminile la nostra città accoglie un altro Giro d’Italia, quello dedicato agli handbikers

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mici sportivi veronesi, segnatevi bene in agenda questa data: 29 Luglio 2012. Quel giorno Verona ospiterà una tappa del Giro D’Italia Handbike patrocinato dall’UCI. Un’ora di gara su un distanza prevista di quindici chilometri circa con partenza e arrivo in Corso Porta Nuova: premiazioni e festa alla Gran Guardia. Sarà una grande giornata di sport e solidarietà: le premesse per una forte partecipazione di pubblico ci sono tutte.

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Non è un caso che la nostra città sia una delle otto sedi che ospiteranno la kermesse nazionale: Verona è da anni ormai una delle capitali dell’Handbike italiana grazie all’incontro tra persone con cui la vita è stata particolarmente crudele, ma che hanno trovato nello sport una forma di rinascita personale e chi ha deciso d’intraprendere con loro un percorso di impegno civile e solidale. Questo intreccio si chiama CSG Giambenini: i protagoni-


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sti sono gli atleti disabili della squadra ed il patròn Piergiorgio Giambenini; tutto ha inizio nel laboratorio meccanico della Maddiline Cycles a Ponton una decina di anni fa... Andrea Conti, Marina Perlato e Graziano Buffo, amici e atleti costretti su una sedia a rotelle che cercano nello sport una nuova via, scoprono l’Handbike, fanno qualche uscita insieme, ci prendono gusto e cominciano a partecipare a qualche garetta. Pian piano inziano a fare sul serio; si rivolgono ai fratelli Madinelli che sposano la loro causa e gli costruiscono le bici su misura. Destino vuole che quello stesso laboratorio sia frequentato anche da Piergiorgio Giambenini, imprenditore di successo innamorato del ciclismo. Piergiorgio è da anni impegnato con la moglie Laura in progetti a sfondo sociale. Scopre le handbikes, ne rimane colpito e s’illumina: la sua mission diventa il connubbio tra sport e solidarietà. Così nel 2004 nasce la squadra Handbike CSG Giambenini. Partiti con soli cinque atleti, oggi sono esattamente il triplo. L’ex professionista Pietro Caucchioli ne è il testimonial d’eccezione. Al gruppo storico si sono oggi uniti campioni del calibro di Fabrizio Macchi, due volte campione del mondo a cronometro su strada nel 2009 e 2010, Fabio Triboli, oro nella prova in linea su strada alle Olimpiadi di Pechino 2008, ed un certo Alex Zanardi, che con la sua eccezionale carica di umanità ha dato un contributo enorme a tutto il movimento. I tre si stanno ora preparando per i Giochi di Londra con grande dedizione e spirito di sacrificio. Ogni loro successo è un messaggio di grande efficacia per la sensibilità di chi è lontano da queste problematiche ed una dose di carica vitale per chi invece ha subìto lesioni gravi ed ha avuto compromesse importanti funzioni organiche. Piergiorgio Giambenini ha da poco ricevuto il Premio Cangrande dal Comune di Verona quale riconoscimento per il suo impegno solidale: una grande gratificazione per tutta la squadra.

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Cosa li spinge? La soddisfazione personale nella consapevolezza di avercela fatta, qualunque sia il risultato ottenuto, perché quando si arriva si vince tutti, è forse la vera motivazione, oltra alla loro presenza a fianco di atleti normodotati in occasione delle maratone. Presenza che è di monito ma anche d’incoraggiamento per tutti coloro che li guardano: “forza ragazzi...coraggio: se ce la facciamo noi potete farlo anche voi!!!”. E allora eccoli i nostri campioni di sport e di umanità: Bignotti Dario, Bordignon Paolo, Brigo Roberto, Buffo Graziano, Conti Andrea, Garbin Gianni, Linfozzi Gianvito, Perlato Marina, Rizzato Omar, Sacchet Eros, Zanardi Alessandro e Zecchinato Roberto. Uno dei loro obiettivi più importanti è stimolare con il loro entusiasmo altre persone disabili a praticare uno sport bello e senza barriere come il ciclismo. Da diversi anni dedicano tutto il tempo libero a questa attività e grazie a Piergiorgio Giambenini si sono organizzati in una squadra al fine trovare un supporto tecnico ed economico per poter fare di più, sia nella preparazione che nella partecipazione alle gare. Quale miglior occasione quindi del 29 Luglio con il Giro d’Italia a Verona...!!! Dalla nostra città parte non solo una squadra ciclistica ma un un vero e proprio movimento, che tende idealmente una mano ad un paese come l’Italia che non ha ancora completato un percorso di maturazione sufficientemente civile e sensibile a questo tipo di problematiche. Il nostro appello rappresenta in questo senso una grande occasione per crescere tutti: vediamo di non sprecarla. In fondo non chiediamo molto: quella domenica di mezza estate rinunciate ad un paio d’ore di ombrellone, e venite numerosi a dare il vostro piccolo contributo: poi, andare a fare il bagno al lago sarà decisamente più bello. Lorenzo Fabiano

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Diciasettesima edizione

Tutti sul podio al Trofeo Tommasi Una gara di handbike che diventa un momento di crescita e di riflessione per gli studenti delle scuole veronesi

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ncora una volta al Trofeo Tommasi hanno vinto tutti: organizzatori, volontari, atleti, studenti, istituzioni. L’edizione numero 17 della gara di handbike - alla faccia della cabala e del meteo - ha fatto registrare lo scorso 14 aprile un boom di presenze, sia come atleti sia come “semplici” spettatori, coinvolgendo migliaia di persone. Sul percorso cittadino di Pedemonte sabato 14 aprile si è assistito ad una gara bella, vibrante, vinta sul filo di lana da Roland Ruepp, atleta della Val Venosta, campione olimpico nello sci da fondo alle Paralimpiadi di Salt Lake City davanti a Roberto Brigo, atleta di punta del Gsc Giambenini. Ma la di là del risultato sportivo, chi ha reso ancora più “grande” l’evento, sono stati i ragazzi delle scuole della Valpolicella e della città che hanno ideato e realizzato il libro «I like... handbike» (promosso da Giuseppe Degani, Marina Perlato, Andrea Conti, Piergiorgio Giambenini e da Ezio e Luciana Tommasi) un’ incredibile (per qualità e contenuti) raccolta di testi e disegni dedicata ai ragazzi che “pedalano con le mani”. Una grande dimostrazione di maturità e sensibilità da parte degli studenti che, se ancora ci fossero dubbi, evidenzia come i giovani non siano solo “pc e telefonino” ma anzi, se stimolati con input intelligenti, sanno positivamente stupire ed emozionare. Ecco i premiati del concorso: - Liceo di San Floriano: Mattia Danese 1^B e Marco Peretti - Istituto Agrario di San Floriano: Riccardo Castioni 1^C e Amanda Veira della 1^B - Calabrese-Levi di San Pietro: Alice Zancarli e Martina Ferrari della 1^C - Medie di Pescantina: Giulia Benvenuti classe 1^C e Anna Penna della 1^D - Medie di Ospedaletto: Leonardo Biasi, Riccardo Fedrigo, Andrea Savoia della 1^F - Medie di Negrar: Isacco Nicolis della 2^F; Francesca Fedeli e Laura Zantedeschi della 2^E - Medie di Caprino: Adina Popa e Damiano Vigliano, classe 1^D - Medie di Ronco: Lorenzo Caldogno della 2^B e Yasmin Tangou della 2^C. E per ricordare la bellissima giornata ecco di seguito una carrellata di immagini del Torfeo Tommasi 2012.

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ciclismo triathlon

Edizione 2012

In sella con il PaluaniLife Villafranca Bike Racing Otto gare per un evento che, dopo il successo della prima edizione, promette spettacolo e sano agonismo

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Villafranca Bike Racig 2012, è un circuito dedicato agli appassionati della due ruote e non solo. Dopo il successo dell’edizione 2011, quest’anno si ripresenta più ricco e interessante. Conosciamo direttamente dalle parole di Alberto Albertini, ideatore ed organizzatore, le novità e il calendario delle gare. Innanzitutto Alberto racconta ai lettori di Sportdipiù magazine come è nata questa bellissima idea… Il circuito è nato lo scorso anno come “mezzo” di aggregazione delle varie realtà ciclistiche già esistenti nel villafranchese, con una unica ed innovativa formula di presentazione di tutte le manifestazioni. Abbiamo inteso valorizzare il ciclismo a 360 gradi e per qualsiasi fascia d’età. Sono presenti le due discipline del ciclismo, strada e mountain bike, con le varie tipologie di gara (linea e crono, diurna e notturna) e le varie età (cicloamatori e giovani). Il nostro obiettivo è quello di incentivare la

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pratica dello sport ciclistico in tutte le fasce d’età, realizzando manifestazioni di alto livello tecnico e agonistico. Qualche indicazione per quanto riguarda il regolamento 2012? Per le gare previste nel calendario di quest’anno verrà redatta una classifica finale individuale con premiazione ai primi 3 classificati di ogni categoria, ed una classifica finale per società con premio per la prima classificata. Saranno utilizzati i piazzamenti dei singoli atleti nelle seguenti gare: Trofeo “Lamacart - Museo Nicolis” (strada 1/4), Trofeo “Tamburino Sardo” (MTB 25/4), Memorial “Tre Amici” (strada 19/5), Trofeo “Qualità Leone” (strada notturna 14/6), Trofeo “San Matteo” (strada 24/9). Al termine di ogni gara verrà redatta una classifica di tappa e una classifica generale con assegnazione della Maglia del Leader (una per ogni categoria prevista dal regolamento Udace), con obbligo di indossarla nella gara


ciclismo successiva pena penalizzazione di 5 punti. Alla fine del Villafranca Bike Racing la maglia verrà definitivamente aggiudicata. Saranno dati i punti dal primo al ventesimo classificato di ogni categoria. La somma dei punteggi acquisiti, gara per gara, senza scarto, determinerà i vincitori individuali del Villafranca Bike Racing. In caso di parità tra due o più atleti della stessa categoria sarà applicato il regolamento Udace. Il primo classificato di ogni categoria potrà indossare la maglia di “Campione 2012”. Inoltre per i primi tre di ogni categoria sono previsti premi di elevato valore. Per le stesse gare valide per la classifica individuale, ad ogni società verrà attribuito 1 punto per ogni corridore iscritto. Inoltre le società che saranno tra le prime 10 in classifica dopo il Trofeo “Qualità Leone” del 14/6, saranno ammesse a disputare la Cronosquadre “Trofeo Giordana” - Memorial “Manessi - De Angelis” del 30/9, che attribuirà i seguenti punteggi: 18-15-12-109-8-7-6-5-4. In caso di parità tra due o più società varrà il miglior tempo ottenuto nella cronosquadre del 30/9. Anche per le società il premio sarà di valore elevato.

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CALENDARIO GARE 2012 01/04/2012 - 2° Trofeo “Lamacart-Museo Nicolis” strada 25/04/2012 - 17° Trofeo “Tamburino Sardo” MTB 19/05/2012 - 21° Memorial “Tre Amici” strada 14/06/2012 - 20° Trofeo “Qualità Leone” strada notturna 19/08/2012 - 2° Trofeo “PaluaniLife” strada 22/09/2012 - Junior Bike Villafranca gara bambini MTB (promozionale) 24/09/2012 - 26° Trofeo “San Matteo” strada 30/09/2012 - Memorial “Manessi – De Angelis” cronosquadre

La prima edizione, quella del 2011, ha fatto registrare un successo che forse non vi aspettavate… Lo scorso anno abbiamo superato ogni aspettativa sia di presenze nelle gare che di prestigio nel mondo del ciclismo giovanile e amatoriale. I numeri parlano chiaro: 1.460 ciclisti partiti, 260 società iscritte, 28 province rappresentate, 10 regioni rappresentate e ben 21.450 pagine web visitate sul nostro sito www.villafrancabikeracing.it. Questo a testimoniare una partecipazione davvero totale. Il tutto grazie e soprattutto all’intervento degli sponsor che ci sostengono. Banca Mediolanum, Multiutility, La Fortezza, Giordana Novità per quest’anno? Direi che abbiamo puntato a confermare quanto di buono abbiamo fatto nell’edizione 2011 aggiungendo qualche piccola ma “gustosa” innovazione. Per esempio il pacco gara per tutti gli iscritti è ancora più ricco grazie anche all’aiuto dei nostri sponsor. Il percorso gare ripreso con go pro e le altimetrie e i gps ssono scaricabili caricabili dal sito internet. Inoltre i vincitori circuito si aggiudicheranno un weekend premio. È stata poi aggiunta la categoria Allievi nel 2° Trofeo “Paluani Life”, per rendere la gara ancora più avvincente. Infine, per quanto riguarda la comunicazione, abbiamo trovato in Sportdipiù magazine un alleato e un compagno di viaggio che ci accompagnerà fino all’ultima tappa. Insomma, i presupposti per bissare il successo dello scorso anno ci sono tutti. Ora non ci resta che…pedalare! Info: www.villafrancabikeracing.it

Alberto Cristani

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foto&sport triathlon

Tempo, apertura e sensibilità

Il setting della fotocamera digitale Il fotografo veronese Andrea Costa ci spiega come diventare bravi fotografi. O almeno come provarci...

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ffrontiamo su questo numero di Sportdipiù il settaggio della macchina fotografica digitale. Voglio iniziare prendendo spunto da una domanda che mi viene spesso posta: “Come imposti la macchina fotografica quando scatti?” Un quesito che può sembrare banale ma che invece va affrontato in mondo abbastanza complesso, partendo innanzitutto dai...compromessi. Già, perchè i compromessi esistono sempre e per qualsiasi foto. Purtroppo capita rarissimamente di poter fotografare in condizioni ottimali (diciamo pure quasi mai). Ecco che per “sopperire” alle difficoltà o facciamo spostare il soggetto, nel caso di modelle, oppure utilizziamo un treppiede o i flash nei casi di poca luce. Nella fotografia “action” invece solo la capacità del fotografo può fare la differenza. Queste capacità servono per saper gestire nel modo migliore il compromesso tra le tre principali e importanti impostazioni della fotocamera: velocità (tempo), diaframma (apertura) e ISO (sensibilità). La variazione di solo uno di questi tre parametri porta ad un diverso risultato; ecco perchè vanno usati con particolare attenzione. La gestione dei parametri avviene con modalità diverse, impostabili direttamente dal corpo della macchina fotografica. Queste modalità sono: automatico, a priorità di tempi, a priorità di diaframma e manuale. Con “automatico” la macchina imposta automaticamente i parametri in base alla lettura eseguita dall’esposimetro. Non si avrà così nessun genere di controllo se non quello sull’inquadratura. Con “priorità di diaframma” possiamo invece impostare manualmente il diaframma/tempo mentre la macchina regolerà automaticamente solo la velocità. Questo ci consente di avere pieno controllo sulla profondità di campo che il nostro scatto avrà (quindi su quanto apparirà a fuoco nel nostro scatto). La funzione “priorità di tempi” è l’opposto della precedente in quanto permette la scelta manuale della velocità di scatto e sull’apertura. Serve principalmente quando abbiamo dei soggetti in movimento e quindi la necessità di tempi particolari per poterli “congelare”. Con il “manuale” (impostazione che io uso praticamen-

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te sempre...) possiamo ottenere ogni genere di scatto essendo personalizzabile al 100% dall’operatore. In base allamia esperienza sconsiglio il modo automatico almeno a chi fosse intenzionato ad imparare a fotografare in modo più “elaborato”. Per chi invece inizia e non se la sente di lanciarsi subito sul “manuale” le altre due opzioni sono perfette. Si possono così testare i vari effetti che si possono ottenere senza andare in panico e bruciare o sottoesporre gli scatti: priorità di diaframma per panorami e ritrattistica mentre priorità di tempi per sport e reportage. Ovviamente in base alla situazione si valuterà se utilizzare una funzione piuttosto che l’altra. Si cerca, ad ogni modo, di tenere sempre sotto controllo quali impostazioni automatiche ci da la macchina in modo da non trovarci in priorità di tempi corretta, ma un diaframma troppo aperto (e quindi con una profondità di campo ridotta) e avere delle parti importanti della foto non a fuoco, o con un diaframma corretto ma una velocità troppo bassa che renderà tutti i soggetti in movimento, mossi! Il modo che trovo migliore per imparare a fotografare in qualsiasi situazione - e che permette di avere lo scatto perfettamente come lo si vuole - è quello manuale. In manuale possiamo, come suggerito sopra, cercare i compromessi per lo scatto perfetto, mentre con le altre modalità, sarà sempre un automatismo della macchina a scegliere il “come verrà la foto”. Trattandosi di fotografia sportiva, un fattore fondamentale è la velocità di scatto. In base alla situazione e al


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tipo di sport, la velocità di scatto non dovrà mai essere troppo bassa. In genere difficilmente si scende sotto ad 1/400 o 1/500 di secondo. Condizioni di luce permettendo, cerco sempre di aggirarmi da 1/640 – 1/800 in su. Sulle impostazioni del diaframma invece abbiamo abbastanza libertà. Questo lo considero un lato a volte creativo e a volte di necessità. Se abbiamo abbastanza luce, e lo sfondo della fotografia che stiamo per eseguire è piacevole, possiamo chiudere il diaframma in modo da aumentare la profondità di campo e quindi avere più immagine a fuoco. Nel caso invece avessimo uno sfondo caotico che disturba il soggetto ripreso possiamo aprire molto il diaframma e sfuocare lo sfondo in modo che disturbi meno l’osservazione. Ovviamente quando le condizioni di luce sono scarse siamo costretti a tenere il diaframma sempre molto aperto. Nel caso in cui le combinazioni di diaframma e tempi non ci permettano un’immagine sufficientemente luminosa, saremo costretti a regolare gli ISO, sinora tenuti il più bassi possibile). Qualcuno pone dei limiti nell’utilizzo di sensibilità ISO alte: il tutto però dipende dal come volete l’immagine. Se l’azione deve essere congelata e la luminosità è scarsa siete obbligati ad impostare un’alta sensibilità. Il compromesso in questi casi sta nell’impostare la vostra macchina in modo che i tempi siano sufficenti a “fermare” il soggetto, il diaframma permetta di averlo tutto a fuoco e gli ISO non siano troppo alti dando così molto rumore, ne troppo bassi rendendo la foto esageramente sottoesposta. Un amico tempo fa mi ha chiesto : “Ma come fai ad impostare la macchina in modo quasi perfetto solo guardando una scena da fotografare?” La risposta è molto semplice. Ho imparato e studiato molto in questi anni, ho lavorato a fianco di ottimi fotografi professionisti...e ho scattato molte foto e in svariate situazioni. Ora quindi mi viene molto semplice impostare i parametri giusti preventivamente allo scatto. Diciamo quindi che l’esperienza e una buona dose di passione e studio possono portare alla realizzazione di ottime foto.

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Nel prossimo numero tratteremo le lunghezze focali, ovvero i millimetri degli obbiettivi: a cosa servono, come si differenziano e che effetti sulle foto. Andrea Costa Info: www.andrea-costa.org https://www.facebook.com/pages/TIX-Photography/309118975800344

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Il Campo dei Bimbi Redoro approda a Gardaland Frantoi Redoro e Gardaland insieme per regalare alle famiglie un’estate di divertimento. All’insegna dell’oro verde... tembre, i visitatori potranno scoprire e conoscere il mondo dell’olio, dalla coltivazione delle olive, fino alla produzione del prezioso “oro verde”. Potranno inoltre effettuare acquisti di buon olio Extravergine d’oliva Redoro, rilassarsi tra un’attrazione e l’altra nell’area contigua, assaporando una buona bruschetta e infine partecipare a un fantastico concorso a premi che garantirà al vincitore una fornitura “formato famiglia” di olio Extravergine d’oliva per un anno intero! Da cosa nasce l’idea di questa originale sinergia tra il mondo dell’olio e il parco dei divertimenti più importante d’Italia? “Ci sembrava doveroso - evidenzia il direttore commer-

Vinci un anno di

olio Redoro

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È possibile immaginare una simpatica olivetta di nome Redorina a manina con il draghetto Prezzemolo? Certo! Le due mascotte passeranno insieme la prossima stagione estiva 2012 all’interno di Gardaland, il famosissimo parco dei divertimenti a Castelnuovo del Garda (VR). Animata dalla più grande passione per la produzione dell’olio 100% italiano di altissima qualità e il desiderio di accogliere tutti i piccoli amici e le loro famiglie, la mascotte dei Frantoi Redoro, Redorina, aspetta i visitatori di Gardaland per dar loro il benvenuto all’interno del Campo dei Bimbi, area accanto alla giostra dei cavalli. Nel Campo dei Bimbi allestito dai Frantoi Redoro e presente all’interno del parco fino all’inizio del prossimo set-

Redorina ti aspetta a Gardaland per partecipare al concorso Redoro e vincere 50 kg d’Olio Extravergine Redoro per tutta la famiglia! 78 • www.sportdipiu.com


ciale dei Frantoi Redoro - riservare un tributo al comparto olivicolo, fiore all’occhiello della gastronomia del nostro territorio: così quale miglior vetrina scegliere, se non Gardaland con i suoi milioni di visitatori che ogni anno trascorrono almeno una giornata in questo straordinario parco dei divertimenti? Finalmente un bel palcoscenico per parlare di un prodotto alimentare che tutto il mondo ci invidia”. Ma cos’è il “Campo dei Bimbi” ideato e promosso dai Frantoi Redoro? “Essere imprenditori non vuol dire soltanto produrre; oggi significa anche far conoscere il proprio mondo produttivo, promuoverlo e valorizzarlo, soprattutto se l’azienda, come i Frantoi Redoro, vanta una tradizione produttiva che nasce nel 1895. Non tutti i bambini sanno che da un olivo si ricava la materia prima per ottenere l’olio. Così nel Campo dei Bimbi si punta a stimolare l’interesse dei più giovani per il mondo olivicolo. Il Campo dei Bimbi invita bambini e famiglie a due appuntamenti all’anno: la potatura degli olivi in primavera e la raccolta delle olive in autunno. I Frantoi Redoro aprono le loro porte per mostrare la bellezza di un ciclo produttivo legato alla buona tavola, ma anche alla salute garantita da una sana alimentazione”.

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psicomotricità

Federazione Italiana Psicomotricisti

Psicomotricità e tono muscolare I muscoli non sono solo “strumenti” per il movimento ma anche veri e proprio veicoli per trasmettere sensazioni Il tono muscolare non si lascia concepire staticamente. L’apparente immobilità di un corpo non è che l’apparente assenza di reazione di una vigilanza tonica sempre desta. Esiste un fondo tonico che dipende dalle organizzazioni neurologiche maturate progressivamente e dai modi di reazioni ugualmente variabili secondo il grado di maturazione. Ma tanto il fondo tonico dinamico, che la reattività, si modificano mediante la relazione. (Cahen M., De Ajuriaguerra)

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Il tono muscolare e la funzione tonica sono elementi fondamentali sia nell’intervento psicomotorio sia nelle tecniche di rilassamento. Analizziamo, in questa prima parte dell’articolo (seconda parte sul numero di luglio-agosto), alcune tematiche. Origine: interazioni precoci e immagine corporea Nella relazione primaria con la madre il bambino vive molte sensazioni. Le manipolazioni corporee, le situazioni di equilibrio/squilibrio (es. essere preso in braccio e spostato), di tensione e distensione (es. allattamento) creano un primo involucro contenitore del corpo. La madre può trasformare gli stati dolorosi del corpo (freddo, caldo, fame, etc.) in stati di piacere. Lo sguardo, la voce, le mani, il contatto provocano, dunque, nel bambino sensazioni piacevoli, diffuse, interne, propriocettive, legate al tono muscolare, base su cui si costruiscono gli atteggiamenti. Questi elementi, costituenti il dialogo tonico di Wallon, diventano essenziali per la strutturazione della relazione. Gli studi di Wallon appunto, di De Ajuriaguerra, di Spitz, di Bergès hanno evidenziato come l’interazione tonico-emozionale primaria madre/bambino sia fondamentale nel determinare ogni sviluppo successivo del bambino sul piano motorio, affettivo, intellettivo, influenzandone tutta la personalità. Sembra, quindi, esistere un legame molto stretto tra tono ed emozioni. Le emozioni rimandano a variazioni toniche e queste rendono possibile la comunicazione del bambino con l’ambiente. La madre trasforma le emozioni in linguaggio gestuale significativo, dandogli un senso. Il dialogo tonico evolve nel linguaggio parlato e questo passaggio è possibile in quanto l’emozione precede ogni formazione mentale. È attraverso il tono, che sottende tutta la vita di relazione e l’affettività in generale, che il bambino incontra l’altro da sé nella figura iniziale della madre ed entra, così, in contatto con il movimento e l’organizzazione tonica dell’altro. Gli scambi tonici ed emozionali, inoltre, favoriscono nel bambino la ricerca di sperimentazione del movimento. Attraverso le attività motorie, che sono centrate essenzialmente sulle sensazioni propriocettive ed enterocettive (interne) e hanno il carattere di piacere narcisistico, il bambino arriva ad intuire la totalità del suo corpo. Il successivo spostamento dell’investimento libidico, affettivo dalle sensazioni propriocettive-enterocettive verso quelle

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esterocettive (che provengono dall’esterno e sono elaborate dai recettori periferici del corpo) costituisce un requisito essenziale per la formazione dell’Io corporeo. Le percezioni a distanza (immagini uditive e visive) contribuiscono al riconoscimento del mondo oggettuale e alla distinzione da esso. La percezione dei processi interiori, quindi, completata poi dalla percezione a distanza, forma la base dell’immagine del corpo. L’immagine corporea rappresenta il primo oggetto narcisistico ed è partecipata affettivamente. È la fase del “corpo vissuto” durante la quale il bambino vive con totale globalità le emozioni, le comunicazioni, le relazioni. Successivamente questa immagine inizierà a staccarsi dalle sensazioni corporee attraverso la fantasmizzazione, in assenza della madre, delle sensazioni vissute precedentemente nella relazione con lei. L’individuazione continuerà attraverso la relazione oggettuale che favorisce l’avvio al processo simbolico. Nel processo di separazione/individuazione si attua il primo livello di integrazione del senso di identità. L’immagine del corpo costituisce, pertanto, il primo nucleo dell’idea di Io, il centro attorno al quale cominciano a strutturarsi e organizzarsi le tracce corporee, i sentimenti e le idee. Questa immagine, prevalentemente inconscia, è il risultato complessivo di tutti gli stimoli, di tutte le azioni, di tutte le emozioni, che permettono al bambino di viversi come soggetto differenziato dall’altro. È la risultante delle esperienze avute nei primi anni di vita,


psicomotricità vissute ed espresse soprattutto come desideri, frustrazioni, gratificazioni, fantasmi, risposte. È un’immagine che, pur rimanendo l’esperienza di base, è ristrutturata continuamente attraverso nuovi vissuti. Tono Il tono si manifesta in uno stato di tensione muscolare variabile ed è l’espressione, da un lato del livello di maturazione e organizzazione neurofisiologica e, dall’altro, della modalità specifica di risposta emotivo-relazionale del soggetto all’ambiente. In ogni azione c’è sempre una doppia connotazione tonica: neurologica e psicologica. Dal punto di vista neurofisiologico, il tono è lo stato di tensione costante del muscolo che permette l’esecuzione del movimento riflesso o volontario. Questo stato di tensione permanente varia da persona a persona e costituisce la soglia tonica, cioè un limite standard, che sparisce soltanto nel momento della morte. Inoltre il tono muscolare non sempre è distribuito in maniera uniforme, ma possono esserci parti del corpo più ipertoniche di altre. Nelle attività toniche sono coinvolte le strutture nervose e neuromuscolari. Le prime, situate a vari livelli del sistema nervoso (centri spinali, vie spinali e sopraspinali, centri sottocorticali e corticali) sono adibite alla regolazione del tono. L’apparato neuromuscolare svolge l’attività di effettore dei movimenti e quella di recettore degli stimoli che sono generati dai movimenti stessi (stimoli propriocettivi). I recettori neuromuscolari - fusi - creano l’arco diastaltico tra il muscolo e il midollo spinale, favorendo le contrazioni toniche. Gli effetti di questo processo automatico sono regolati a livello del Sistema Nervoso Centrale e, in particolare, della sostanza reticolata e del talamo; quest’ultimo funge da mediatore tra le vie sensitive grezze provenienti dalla sostanza reticolata e l’analisi differenziale della corteccia e fa parte dei meccanismi fisiologici dell’emotività. Il cervelletto regola le sequenze temporali dei movimenti e delle contrazioni muscolari. Il sistema limbico (sottocorticale) esercita la sua azione su funzioni che sono collegate con la vita istintivo-affettiva. Il tono è una funzione inconscia dell’uomo; in presenza di un comando motorio volontario, infatti, avviene una sconnessione del sistema tonico. Ciò significa che quando si vuole lavorare sul tono bisogna eliminare ogni contrazione volontaria e mettere il muscolo in connessione con il sistema automatico, il cosiddetto tono di base. Il tono, quindi, è il substrato del movimento in quanto prepara la muscolatura all’azione, cioè dà qualità all’azione. Dal punto di vista psicologico il tono assume una funzione comunicativa. Esso rappresenta una delle categorie della comunicazione analogica: è la base della comunicazione primaria del dialogo tonico e della comunicazione gestuale e verbale successiva. Il tono assume significato in rapporto all’altro. Il tono è il modo di sentire se stessi, gli altri, il mondo. Wallon vede il tono come espressione delle emozioni, per cui ogni emozione fa aumentare o diminuire la tensione creando ipertonia, ipotonia o distensione, e sottolinea il nesso esistente tra tensione tonica (rigidità muscolare) e tensione psichica (alterazione degli stati emotivi e mentali riscontrabili a livello somatico con l’alterazione della respirazione, della pressione sanguigna, del battito cardiaco, dell’ambiente biochimico interno).

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La comunicazione tonica è indipendente dal movimento ed è legata al contenuto affettivo ed emozionale di un determinato gesto. Le modulazioni toniche, che rappresentano la valenza comunicativa che il tono assume nella relazione, permettono di “sentire” più che di capire le produzioni corporee ed emotive dell’altro. Esse sono estremamente importanti nelle situazioni terapeutiche in quanto rappresentano una modalità intuitiva ed immediata di conoscere e comprendere il paziente e di identificarsi parzialmente con lui. Funzione tonica Dai primi legami tonici madre/bambino nasce la strutturazione della funzione tonica, che si inscrive a livello del CORPO VISSUTO. Durante lo sviluppo, attraverso gesti intenzionali e significativi, la funzione tonica si struttura in rapporto alle azioni, allo spazio, agli altri. Per comprendere meglio questa funzione complessa è importante ricordare che il tono si ripartisce nel corpo secondo una duplice organizzazione: assiale o posturale e periferica o cinetica. La prima è legata alla vita primitiva ed emotiva, all’equilibrio, a sentimenti di sicurezza e stabilità di sé; la seconda esprime la vita cognitiva e indica il controllo di sé e la capacità di adattamento alla realtà. Dalla funzione tonica, percepita come “sfondo” del movimento, dipende la qualità del gesto in quanto il soggetto, per poter compiere l’azione, deve poter disporre di possibilità di tensione e di distensione equilibrate tra loro, deve poter dominare gli impulsi, immobilizzare una parte del corpo quando l’altra continua a lavorare, creare una sinergia nel movimento senza che scariche toniche di origine affettiva intervengano a disturbarlo. Tale abilità e precisione del gesto si stabiliscono solo se alla base c’è un buon equilibrio, che deriva da un’esatta conoscenza del proprio corpo, dello spazio e del tempo. La funzione tonica è soggetta a molteplici fluttuazioni e agisce, spesso in maniera inconscia, in ogni relazione che l’individuo instaura con il mondo. Assume un’importanza rilevante nell’integrazione e nella differenziazione, a livello psicofisiologico, delle diverse modalità comunicative della personalità umana. È un vero e proprio linguaggio corporeo non-verbale. Emanuela Caliari: psicomotricista - formatore AIFP emanuela.caliari@fipm.com tel. 3332938623 Marco Trettene: psicomotricista marcotrettene@alice.it tel. 3487646902 Rispettivamente Presidente Nazionale e socio della FIPm Federazione Italiana Psicomotricisti - Tel. 04578700409 Info: www.fipm.com - afipm@tin.it afipm@vodafone.it Centro di psicomotricità e rilassamento Lo spazio creativo IL MOSAICO, via Zeila, 4/a 37131 Verona - Tel . 045/972652 BIBLIOGRAFIA AA.VV., Iter psicomotorio, Lib. Universitaria Ed., Verona,1992 AURIOL B., Tutti i metodi di rilassamento, Red edizioni, Como, 1982 BERGES J., BOUNES M., Il rilassamento terapeutico nel bambino, Masson, Milano, 1978 BOSCAINI F., Elementi di psicomotricità, Lib. Universitaria Ed., Verona, 1983 BOSCAINI F., I disturbi psicomotori come disturbi della comunicazione, in “Riabilitazione Oggi” n. 7, Settembre 1988 COSTE J. C., Psicomotricità: le 50 parole chiave, La Scuola Ed., Brescia, 1978 LEMAIRE G.J., Il rilassamento, Ceduc Libri, Milano, 1978

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evento ufficio

scolastico verona diocesi verona

Il 26 maggio al Teatro Filarmonico

Il Sorriso di Beatrice premia gli studenti-artisti Un evento organizzato in collaborazione con l’Ufficio Scolastico di Verona. Sportdipiù magazine media partner

L

’Associazione “Il Sorriso di Beatrice – ONLUS”, con sede a Colognola ai Colli e operante nella Provincia di Verona con iniziative a favore degli ammalati oncologici ha organizzato in collaborazione con l’Ufficio Scolastico n°12 di Verona un concorso a premi denominato Premio Beatrice. L’obiettivo dell’evento è quello di sensibilizzare la fascia giovanile della popolazione per stimolare i ragazzi alla riflessione sulle tematiche dell’impegno sociale e del volontariato. Oltre ai premi - ciascuno del valore di mille euro assegnati a tre elaborati scelti tra tutti i partecipanti al Concorso da una apposita commissione - saranno assegnati anche alcuni riconoscimento a personalità che si sono distinte per la loro attività nel campo medico, della solidarietà sociale e dell’impegno civile. L’evento è patrocinato dalla Provincia di Verona, UIL Verona, Patronato ITAL Nazionale, Comune di Verona, F.A.V.O. - Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia. All’evento parteciperanno, e si esibiranno in qualità di ospiti numerosi, artisti nazionali ed internazionali come la Nazionale Cantanti, i Sonohora, I ragazzi di Ti Lascio (RAI 1), Iskra Menarini (vocalist Lucio Dalla), Benedetta Caretta (vincitrice Io Canto - Canale 5), Cecilia Cesario, Musica Aspettando Broadway diretto da Robert Steiner, Enzo e Ramon di Colorado Cafè. L’obbiettivo del Premio Beatrice è di svolgere un’opera di sensibilizzazione verso i giovani segnalando singole persone, gruppi scolastici, gruppi di volontari, gruppi parroc-

chiali, istituzioni, associazioni che nei settori della scienza, della scuola, della cultura, del lavoro, della politica, dell’economia, dello sport e dello spettacolo, offrono parte della loro vita a favore di chi soffre nel mondo. Il Premio Beatrice viene assegnato, a insindacabile giudizio del Comitato Organizzatore, alle tre differenti categorie segnalate nel bando, nell’ambito della cerimonia pubblica che si svolgerà sabato 26 maggio 2012 ore 21 presso il Teatro Filarmonico di Verona alla presenza delle autorità veronesi. Eventuali altre opere meritevoli saranno premiate dall’organizzazione con il Premio Beatrice. Il premio in denaro è destinato quindi alle categorie (singoli o gruppi) che abbiano presentato un progetto (musica, canzone, video, foto, ballo ed altre forme artistiche, slogan sui diritti sociali) con caratteristiche sociali (oncologiche e non). Il Premio Beatrice è inoltre riservato a personalità emerite e a professionisti che si sono distinti nell’ambito oncologico ma anche nell’ambito di progetti di solidarietà a favore di chi soffre nel mondo. Le personalità scelte dalla commissione per l’edizione 2012 sono: Dottor Enrico Buttitta (Procuratore militare della Repubblica), Adriana Musella (presidente di Riferimenti, Coordinamento nazionale antimafia ), Dottoressa Anna Lisa Tiberio (responsabile interventi educativi presso Ufficio Scolastico Provinciale di Verona), Colonnello Roberto Poni (comandante 3° Stormo Supporto Operativo Villafranca di Verona), Dottor Roberto Magarotto (responsabile Unità di Cure Palliative Dipartimento Oncologico Ospedali Don Calabria - Sacro Cuore di Negrar), Dottor Maurizio Cianfarini (piscologo e presidente associazione Moby Dick), Lucia Perina (Segretario Generale UIL Verona), la Nazionale Cantanti in qualità di ospite e premiata. Sarà inoltre assegnato un premio speciale a Marco Meoni, capitano della Marmi Lanza - BluVoley Verona. La direzione artistica del Premio Beatrice 2012 è ad opera di Rino Davoli, Gigi Giordano, Francesco Davoli mentre la direzione tecnica e di palcoscenico è di Alberto Zennaro. Marina Soave Info: www.ilsorrisodibeatrice.com mobile: +39 347 870 8011

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IL SORRISO DI BEATRICE PRESENTA

Premio Beatrice PREMIO SOLIDARIETÀ 2012 COLLABORA ALL’INIZIATIVA L’UFFICIO SCOLASTICO XII DI VERONA

26 maggio

ore 21.00 Teatro Filarmonico di Verona PRESENTA FRANCESCA CHEYENNE RTL 102.5

arini vocalist Lucio D alla Men RA K S I

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I PREMI SONO REALIZZATI DALLA SCUOLA D’ARTE PAOLO BRENZONI DI SANT’AMBROGIO DI VALPOLICELLA

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OSPITI SPECIALI Sonohra, Nazionale Cantanti, Compagnia Musical “Aspettando Broadway, Enzo e Ramon di Colorado Cafè, i ragazzi di “Ti lascio una Canzoneâ€?, Cecilia Cesareo, Iskra Menarini e Benedetta Carettawww.sportdipiu.com vincitrice “Io Cantoâ€? • 83 -RJS 6MRS (EZSPM ˆ 7EVE &IZMPEGUYE ˆ [[[ MPWSVVMWSHMFIEXVMGI GSQ



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