

Soul RUNNING

Cover
Story CHAMPOLUC La grande bellezza della cultura di montagna… tutta da correre!
THE SOUL EXPERIENCE
Welcome to Lesvos.
Esino Skyrace - La prima volta non si scorda mai.
Le Porte di Pietra, il più antico e autentico trail d’Italia!
La val di Zoldo viaggia a 103... e non si ferma più.



editoriale CHANGE
A volte conservare vuol dire valorizzare, bisogna però fare attenzione. Non tutto ciò che è vecchio, è antico; non tutto ciò che si conserva si mantiene fresco, a volte sa di stantio. Occhio alla data di scadenza!
In questo periodo vedo tante cose, parlo con tantissima gente, l’ho sempre fatto è vero, ma nel 2016 tra la The Running Clinic e i Footwear Test itineranti ho avuto l’occasione di entrare in contatto con migliaia di runner e appassionati di outdoor, ancor più rispetto agli scorsi anni e non c’è dubbio. Solo dal confronto nascono progetti validi, solo dal dialogo si risolvono problemi e si rinnovano rapporti. Non sempre, però, è possibile perseguire quest’obiettivo, ci si imbatte in persone, progetti, company, editori, giornalisti o sedicenti tali, fotografi… o sedicenti tali, con i quali il dialogo e il confronto sono assolutamente inutili. Una fastidiosa perdita di tempo. In questi casi l’unica scelta doverosa è il cambiamento, immediato, senza ripensamenti. Inizialmente potrebbe essere anche doloroso o faticoso ma, credetemi, certamente porterà buone nuove e sviluppi inaspettati.
Questo 2016 per Soul Running è un anno di grandi cambiamenti, li abbiamo fatti tutti (ma forse non è vero), e tutto si è evoluto in maniera grandiosa, quasi per magia!
E allora sono grato alle negatività, ai periodi duri, agli incontri che appaiono sfortunati inizialmente, sono grato ai momenti di difficoltà in gara, ai passaggi tecnici più critici in montagna. Sono grato a tutto ciò che mi obbliga o mi consente il cambiamento, la maturazione, la crescita.
Soul Running è cresciuto affrontando tanti periodi difficili e splendidi, come è successo a me… unica differenza… io invecchio mentre Soul Running ringiovanisce con lo staff più numeroso e meno… datato!
Le avventure non finiscono mai qui in redazione e la voglia di raccontarvele è sempre altissima. Lo continuiamo a fare tutti i giorni attraverso il magazine, il sito soulrunning.it, la web app soulrunning.it/ test, il canale you tube con la nostra produzione video, la The Running Clinic, le Guide, gli eventi, i Footwear test, etc.

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Rapida, stabile, leggera: studiata, sviluppata e testata in Val di Fiemme, Trentino, Dolomiti. L’evoluzione del trail running







Val di Fiemme, Trentino


La lotta. Si cercano forze dove non si pensava di trovarle. Si trovano appigli dove non si credeva esistessero. Più su. Sempre più su.
Dove: Esino Sky Race 2016 –Lombardia –Italy
Click: Francesco Di Domenico

Il piacere di fermarsi.
Dove: Isola di Lesbo – Grecia
Click: Francesco Di Domenico

Muoversi nel verde intenso.
Verde di questa primavera piovosa, fiorita, illuminata. Plaisir.
Dove: ChampolucVal D’AostaItaly
Click: Francesco Di Domenico


SOMMARIO

COVER STORY
26 Champoluc - La grande bellezza della cultura di montagna… tutta da correre!

SPECIAL
18 The North Face. Footwear Test
22 Intervista: Manuela Corona - Soul Ceo

48 I Test di Soul Running: Mizuno Wave Mujin 3 e Mizuno Wave Daichi

36 Welcome to Lesvos.
54 Esino Skyrace - La prima volta non si scorda mai.
62 Le Porte di Pietra, il più antico e autentico trail d’Italia!
66 La val di Zoldo viaggia a 103... e non si ferma più.

EXTRA
14 Alpe di Siusi Running Expo 2016 - V edizione
16 The Running Clinic 2016
70 Soul Shop 2016
72 La distribuzione di Soul Running SOUL EXPERIENCES




ALPE DI SIUSI RUNING EXPO 2016 – V EDIzIONE




















5 anni di lavoro. 5 anni di Alpe di Siusi. Il prossimo 24-25 Luglio saremo ancora lì a suggellare un’alleanza con uno dei luoghi preferiti dai runner di tutto il mondo. Saremo lì con oltre 46 brand e 200 running shop da tutta Italia. Saremo lì per creare il mercato, per capire i prodotti, per testarli in anteprima con i negozianti sui sentieri e sulle strade dell’altopiano più famoso d’Europa.
La formula non cambia i running shop vengono ospitati da noi e hanno un’opportunità grandiosa: testare prodotti 2017 e siglare accordi per avere il privilegio di vendere per primi le collezioni dei più grandi marchi e le novità del mercato.
Sei un running shop e vuoi entrare a far parte dei soul shop e venire a Siusi durante l’Expo?
scrivi a davide@soulrunning.it entro il 30 Giugno!


Uno degli obbiettivo che Soul Running si è da subito posto con il primo numero nel 2011 era di provare i prodotti REALMENTE non solo per giudicarli, ma soprattutto per poter indirizzare ad un acquisto corretto e consapevole i runner. In sei anni ci siamo evoluti e voi che ci seguite ormai aspettate le nostre guide, la nostra web app al sito soulrunning.it sotto la voce test e in particolar modo i nostri video tutorial con gli high lights dei prodotti top di gamma al nostro canale You Tube. Li cercate, vi abbonate, li divorate e poi comprate prodotti adatti a voi, riducendo il margine di errore, ottimizzando l’acquisto!
Quest’anno abbiamo voluto esagerare e veniamo a portarveli alle gare per farveli addirittura provare!! Ovviamente gratis!! Si avete capito bene, quando vedrete alle gare lo stand della The Running Clinic e il nostro mitico furgone brandizzato, prendete il vostro documento e correte da noi. Potrete testare in gara trail shoes della Merrell, backpack di Camelbak, Raidlight e Eagle Creek, supporti ortopedici di Compex, MC David e Revenge, occhiali da sole di Cébé e Bliz, i favolosi bastoni Cober, le potentissime e leggere lampade frontali di Fenix, le super solette Noene e alcuni prodotti Buff.







MAKE EVERY RUN AN ADVENTURE
fai di ogni sentiero l’inizio di una nuova avventura. Con Wings Pro 2 potrai goderti una nuova esperienza di corsa che ti offrirà la sicurezza necessaria a gestire anche le situazioni inattese.









The North Face Footwear Test 2016 by Soul Running

Il 23 Marzo 2016 è iniziata una nuova era per sell in e sell out, un nuovo modo di far conoscere il prodotto. Professionale, onesto, autentico. The North Face e Soul Running hanno tracciato la via!
testo di Davide Orlandi - foto di Davide Orlandi e Francesco Di Domenico
Sei anni di Soul Running Magazine, sei edizioni della ormai mitica Guida Test, l’unica che mantiene l’impegno di provare realmente tutti i prodotti e farli testare a giornalisti, amateur accuratamente scelti e top runner in un unico grande Test Event in Versilia ogni anno a fine febbraio. 441 modelli di calzature per il running provate, fotografate, filmate. Le abbiamo fatte conoscere, scoprire al pubblico, ma soprattutto, con l’Alpe di Siusi Running Expo ai dealer. Un impegno che la redazione si è presa nel 2010 e che continua a portare avanti, evolvendolo, con caparbietà, professionalità e massima serietà… e poi arriva il 2016 o meglio si avvicina perché chi lavora nel settore ha circa otto mesi di anticipo sulla stagione. È quindi luglio 2015 quando il brand più famoso dell’outdoor ci contatta; lavoriamo insieme da tanti anni tra discese in powder, “prese smagnesate”, vette raggiunte e raccontate e km di outdoor macinati con gambe e volontà, ma questa avventura appare subito come la più stimolante. C’è un prodotto: la Ultra Endurance! Nuova. Bella. Scarpa completa, scarpa sincera… il nome non lascia spazio a dubbi sul suo utilizzo, sul motivo per cui è stata

creata. Una Scarpa SOUL! La testiamo, ma non ci accontentiamo del “solito” test, la “stressiamo” la portiamo ai piedi di campioni, amateur e giornalisti che si impegnano per consumarla su tutti i terreni, dislivelli e distanze. La Ultra Endurance risponde alla grande; c’è! Ma, come si sa, i prodotti bisogna venderli, perché poi sono solo i numeri a decretare il successo o meno, che piaccia o meno, questa è la regola. E allora via con un cavalcato per l’Italia in partnership con i running shop al top nelle loro aree. Il coinvolgimento e le sinergie tra punto vendita, azienda, fornitori di tecnologia come Vibram, local ambassador e la redazione sono massime e quando questo avviene il successo non può mancare. Ogni tappa raduniamo runner, 50 a numero chiuso e diamo loro un servizio unico, taylor made e allo stesso tempo autentico, come si dice oltre manica: grassroots!!! Obiettivi raggiunti e grande gratificazione… si, siamo fortunati, facciamo davvero un gran bel mestiere e nel 2017…
Stay Tuned!!!




Maratonando - 11 marzo

Maratonando – Viareggio – Running Shop. Alessandra, Enrica e Angelo, belli, bravi, competenti e super forniti! L’indirizzo giusto per chi corre in Versilia www.maratonando.com


Makalu sport - 13 aprile
Makalu Sport – Rovereto – Outdoor & Running Shop
Renato ha scelto un nome per il suo negozio che non lascia dubbi sulla sua passione. The place to be in Trentino se ami correre in montagna! www.makalu.it




Gialdini Sport – Brescia – Outdoor & Running Store
Un’istituzione a Brescia e non solo. Uno staff preparato e appassionato e iper disponibile! Se corri a Brescia e dintorni non c’è altro posto dove rifornirti! www.gialdini.com

Emmerunning – Bassano del Grappa – Running Shop
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da Sportivo 20 maggio
Cuore da Sportivo – Torino –Running Shop Sei di Torino? Sei preparato per correre? Si o no, poco importa! Da Federica troverai tutto ciò che serve e devi sapere! www.cuoredasportivo.com


Nome: MANUELA
Cognome: CORONA
Classe: 1963
Professione: DIRETTORE
COMMERCIALE BV SPORT
Passione: ARREDARE, RESTAURARE, CUCINARE
Libro da consigliare:
LETTERA AD UN BAMBINO
MAI NATO (Oriana Fallaci)
Citazione preferita: OggI è
gIà DOMANI (me l'ha detta mio figlio a sei anni....)
Posto preferito per correre:
OVUNqUE CI SI SENTA
VERAMENTE LIBERI DA
OgNI PENSIERO

SOUL CEO
Da quando BV SPORT è approdata in Italia, Manuela Corona ne è il direttore commerciale, ha contribuito in prima persona alla grande crescita del brand. Nella nostra rubrica cerchiamo di conoscerla meglio e di "rubarle" qualche segreto.
domande a cura di Mirko Mottin
Come "nasce" la Manuela Corona di oggi? È la tua passione sportiva che ti ha portato a essere direttore commerciale di BV SPORT?
Nasco dall'entusiasmo che ricerco in ogni cosa a cui mi approccio. Non saprei vivere senza una "scintilla" che ogni giorno mi guida ad intraprendere un percorso che, per il mio modo di vivere, non può mai presentarsi monotono. La noia mi uccide.
Nessuna passione sportiva. Sono stata coinvolta dal presidente/ proprietario di BV Sport. L'origine del prodotto è francese, la nostra sede produttiva e amministrativa è a Saint Etienne (F) ma a capo di tutto ciò vi è un italiano con il mio stesso cognome: Salvatore Corona, mio cugino.
Pur abitando lui in Francia e io in Italia siamo sempre stati molto uniti: mi ha proposto di seguire il mercato italiano e io non ho saputo resistere a questa "tentazione".
Hai sempre lavorato nell'ambiente sportivo?
Assolutamente no, il mio percorso professionale spazia in direzioni totalmente diverse da quelle dell'ambito sportivo: in realtà nessuna di loro è collegata all'altra. La mia crescita professionale è fortemente collegata alla crescita della mia persona: conoscere, ampliare gli orizzonti,
incontrare nuove persone, vivere nuove situazione ed emozioni. Questi sono i veri obiettivi della mia vita. Ora sono ormai "grande" e penso di potermi fermare e continuare a imparare nell'ambito in cui sono attualmente impegnata.
Oggi BV SPORT è uno dei marchi top e meglio distribuiti. Quali sono state le mosse vincenti che ti hanno portato a questo risultato?
Forse proprio il fatto di non conoscere questo mercato. Sono arrivata in punta di piedi non conoscendo nulla e nessuno in quest'ambito. L'ho studiato, ho chiesto "permesso" ogni volta. Non ero "arrivata", dovevo "arrivare". Ci sono riuscita forse grazie alla mia determinazione ma soprattutto perché avevo da proporre un prodotto che ancora oggi credo non abbia eguali sul mercato.
Che effetto ti fa vedere nelle maratone e nei trail il "tuo" brand addosso agli atleti? E quanto è importante il rapporto con loro? È bellissimo, emozionante. Li vorrei stringere tutti. Perché noi di BV Sport mettiamo passione in tutto ciò che facciamo. E chi ci ricambia con la fiducia merita il nostro "abbraccio".
Quali sono le differenze del mercato e delle scelte di marketing che affronti oggi rispetto agli anni in cui hai iniziato?
"Uno scaldamuscoli che costa così tanto deve farti vincere". Uno scaldamuscoli... Questo era considerato il nostro Booster quando lo presentammo nelle prime manifestazioni sportive. Che lo si creda o no il nostro maggior "investimento" marketing, ai nostri esordi, è stato il "passa 23

parola" di chi lo provava e ne parlava bene all'amico, al compagno di squadra. Il nostro maggior investimento è stata la tecnologia del prodotto. Bisognava che gli atleti credessero nel prodotto e non in ciò avremmo potuto passare per mezzo di un messaggio pubblicitario. Ci siamo riusciti. Oggi abbiamo piani mktg diversi: ma possiamo permetterceli solo perché tutti già cosa metteranno sulle loro gambe.
In questi ultimi anni la distribuzione è davvero cambiata? La vostra è molto capillare nei negozi specializzati. Andrete avanti così oppure ci potrebbero essere novità future da svelare? Flagship store o simili?
Penso lo si sia compreso dalle mie risposte precedenti. Noi puntiamo sul prodotto. In questo concentriamo il massimo delle nostre energie. Ma l'occhio vuole la sua parte, è normale e non possiamo perdere di vista le dinamiche del mercato. Per questo ora ci dedichiamo tanto anche alla nostra immagine, all'identificazione del nostro brand nel contesto
dei punti vendita che non necessariamente devono essere specializzati. Oggi siamo in grado di proporre gamme che si diversificano e spaziano dal mondo dell'amatoriale al settore dell'alto livello. Serviamo l'atleta che corre per passione e l'atleta che lo fa per professione con prodotti adattati ma sempre di grande qualità.
Per arrivare a ottenere certi risultati basta la passione o serve qualche altro ingrediente? Per esempio costruire un team di lavoro vincente? Qual'è la ricetta segreta?
La passione è la chiave del successo ma non basta. Bisogna avere alla base una progettualità, una visione a breve/lungo termine, credere nelle persone che lavorano insieme a te e mai sentirsi arrivati. La ricetta segreta? Saper ascoltare e costruire mattoncino su mattoncino. Non credo a ciò che si erige in un solo giorno. Può sembrare un controsenso da parte di chi ha detto di farsi guidare dall'entusiasmo ma bisogna sempre fare attenzione a non perdere il cammino intrapreso.
Qual’è la scelta più difficile che hai dovuto fare in questi anni in BV SPORT, e la più gratificante? Il più grande successo? Il miglior evento che hai sponsorizzato? Il prodotto che ha avuto più successo?
Parto dall'ultima perché è la più semplice: il BOOSTER un prodotto che racchiude tecnologie sorprendenti! Il nostro fiore all'occhiello e la nostra grande soddisfazione senza nulla togliere a tutti gli altri prodotti che oggi BV Sport distribuisce. Basti pensare che oggi, qualsiasi calza senza piede viene chiamata BOOSTER indipendentemente dal marchio che la distribuisce ma Booster è in realtà il nome commerciale del nostro gambale.
Senza falsa retorica tutto ciò mi gratifica: mi sono sentita felice quando l'altro ieri ho visto i calciatori della nostra nazionale di calcio con i nostri prodotti indossati ma la stessa gratificazione la provo quando un mio amico mi fa i complimenti per il nostro brand. È un successo per me entrare con i nostri prodotti in una grande catena di distribuzione tanto quanto annoverare tra i nostri clienti un piccolo punto vendita.
Manuela ci hai già detto tutto oppure ci nascondi ancora qualcosa? Cosa vuoi fare “da grande”?
Sono già "grande" purtroppo!!! Ma ho ancora tante cose da fare, lo stupore con cui convivo mi permette di farlo quotidianamente.

Alcuni la chiamano ossessione, noi la chiamia mo dedizione.
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ChampoluC
Un’ora e mezza di auto da Milano o Genova, un’ora scarsa da Torino. Quanto è lontano il paradiso?
Ho passato alcuni tra gli anni più belli della mia vita in Val D’Ayas. Ho avuto una piccola casa di gneis, legno e vetro al limitare di un borgo incantato senza alcun servizio. Dietro la casa, un sentiero verticale, dritto fino all’Alpe di Mulaz, 800 metri sopra, un allenamento perfetto tra boschi immensi sospesi su strapiombi.
Ho iniziato, per scommessa, a correre in montagna proprio li, alla prima edizione della Mezzalama Skyrace, abbigliato in maniera bizzarra e splendidamente fuori luogo tra i 150 al via, arrivai orgogliosamente penultimo, lasciandomi alle spalle un ultra ottentenne di Saint Jacques… amore a prima vista per questo sport! Si può dire, in un certo senso, che Soul Running è nato proprio a Champoluc.
Mi ricordo tutto di quegli anni, le giornate in falesia a Extrepieraz con Alberto che quando ero in difficoltà mi ripeteva: “un petit pas en session e sei fuori”… e io a ravanare, le camminate “plaisir” con i miei cani in completo isolamento tra boschi, cascate, pascoli infiniti fino al Colle di Chasten, i 4000 scalati con Cesare: Castore, Polluce, la traversata dei Breithorn e dei Lyskamm. Le passeggiate a funghi, more, lamponi, castagne lungo i “Ru”, le sciate senza fine nei giorni “rubati” al lavoro, con bugie pietose, non appena il meteo indicava “powder”. Ma soprattutto l’accoglienza e gli amici che mi hanno trattato sempre come un local!
Sono passati otto anni dal mio ultimo giorno in Val D’Ayas, da allora è successo di tutto, sembra un’altra vita. La sorpresa e la gioia sono state

testo di Davide Orlandi e foto di Francesco Di Domenico
Musica consigliata per la lettura di questo articolo










Red Hot Chili Peppers ~ Aeroplane







immense quando per una serie di casualità e coincidenze sono entrato in contatto con Luigi, Lorenza, Federica, Henri e tanti altri e si è iniziato a parlare di lavoro, di progetti che per me restano sempre dei piccoli sogni da realizzare proprio lì nella anche un po’ mia, Champoluc!
Quando la passione incontra suoi simili le cose partono, corrono veloci come fulmini, proprio quelli che hanno ritardato e caratterizzato la nostra giornata by run con Henri Grosjacques in questa VERA primaVERA, quella che non si vedeva da tanti anni, quella che a volte stufa per la pioggia ma che fa esplodere di bellezza le nostre valli, quella che le fa fiorire, germogliare, quella che fa ruggire l’Evancon quando iniziamo a muovere i primi passi sul verde e il giallo fluorescente del pratone di Champoluc.
Dopo un chilometro nel bello più puro, ci inoltriamo nel silenzio grandioso del bosco. Si sale in diagonale puntando verso nord.
Obiettivo: Mascognaz il primo villaggio Walser del nostro tragitto. Sbuchiamo in un prato che non ha né un inizio né una fine, come un immenso tapis roullant verde che ci conduce nell’incanto. Tutto è in continuo restauro e recupero per consentire ai turisti di soggiornare con comfort e stile in uno


dei siti più antichi della Valle.
Lasciato alle spalle il borgo, proseguiamo a mezza costa su un single track che lotta con i fiori per trovare spazio e mantenere la direzione. Puntiamo diritti a Cunéaz, il più alto dei villaggi che attraveseremo. È come una favola; intatto. Ricordo che ogni volta che passavo di qui con i miei cani dovevo aggirarlo, in mezzo alle ortiche, perché uno dei miei si sfidava da sempre con un magnifico maremmano “local”, finalmente sono riuscito dopo anni a visitare il paese.
Da Cunéaz scendiamo correndo. Passiamo prima dal minuscolo e affascinante villaggio di Frantze per poi puntare e raggiungere, dopo una breve ma intensa rimonta, il Crest, dove incontriamo le piste da discesa e gli impianti, che non hanno rovinato il senso di antico che ci pervade anche qui.
Il tempo peggiora, tanto per cambiare, e i primi tuoni si avvertono in lontananza. Allunghiamo il passo e arriviamo a Soussun, qui non ero mai stato in tutti quegli anni, la Val D’Ayas continua a regalarmi sorprese! Dopo quest’ultimo borgo il meteo diviene inclemente e ci costringe a rientrare saltando il mitico Villaggio di Resy, dove, quando mi allenavo per le mie prime gare, ero solito fare base.
Corriamo bene con leggerezza nel bosco, morbido. Arriviamo al fondo













valle e trovo tante novità, frutto del lavoro di questi ultimi anni in cui sono mancato da Champoluc. Una stradina serpeggia nel bosco, pulito, ordinato. La strada è indicata da un numero infinito di sculture di legno, è
percorribile da tutti, famiglie con passeggini comprese. È incantevole. La strada porta alle terme, un’opera grandiosa che completa l’offerta turistica di Champoluc. A lato un bar con dehor, tutto costruito con materiale da


Designed for the max.
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recupero, un’iniziativa, mi dice la mia giuda Henri, di ragazzi local. Per rientrare in paese, si percorre infine la passeggiata lungo il torrente, anch’essa ultimata in questi ultimi anni.
Qui sono stanno riuscendo a creare servizi mantenendo la tradizione e valorizzando la loro cultura. I percorsi di questa breve e magnifica giornata sono tre. Tutti anelli con partenza e arrivo dall’ufficio informazioni turistiche di Champoluc. Anelli da 6, 13 e 20km con dislivelli moderati, ristori e panorami unici, adatti a tutti e perfetti per il training dei più forti runner e trekker. Unico!!!
Per tracce, informazioni e… altro, dovrete pazientare un po’, come ho fatto io per tornare in Val D’Ayas, ma ne varrà la pena, credetemi!













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Le unicità di questi anelli di running e trekking sono davvero tante, l’accessibilità, la vicinanza con Champoluc, la sicurezza ma la più incredibile sta nel fatto che vi sono ben sei punti di appoggio dove bere, mangiare ed eventualmente soggiornare. No si tratta di posti qualsiasi, bensì di sei villaggi Walser antichissimi, conservati e ristrutturati nel migliore dei modi e, a loro volta, punti di partenza per svariate attività outdoor!
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Frazione Cunéaz
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Frazione Frantze
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Frazione Crest
Rifugio Vieux Crest www.refugevieuxcrest.com
Frazione Soussun
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Frazione Resy
Rifugio G.B.Ferraro www.rifugioferraro.com
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FRANÇOIS D’HAENE // TRAIL RUNNING
Raggiungici
WELCOME
Sita nel Mar Egeo nordorientale, Lesbo è la terza isola greca per superfice con i suoi 1.630 km2. Soul Running è stato invitato a scorprirla... no non tutta, ma già quello che abbiamo visto, è magia!
Ora dovete "correrla" con noi.


testo e foto di Francesco Di Domenico
TO LESVOS



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Sia ~ Alive

Siamo a fine Marzo, quel periodo dell’anno in cui non ci si aspettano tante belle giornate, né tantomeno il caldo. È normale aspettarsi tempo pazzo e temperature poco accoglienti… Così com’è normale affidarsi alle “voci di quartiere” - anche se sono le voci ufficiali dei media che parlano – che ti danno solo notizie non molto positive ultimamente. Ma quest’isola ha voglia di farsi conoscere, di rilanciare la propria immagine e di far capire realmente di che pasta sia fatta.
E così noi di Soul Running siamo stati invitati lì, insieme ai nostri amici Sergio e Francesco, i Pisa Road Runners, per esplorare il territorio e scegliere il miglior percorso per la gara che si terrà a ottobre.
Primo giorno, arriviamo nella capitale, Mitilene. L’atmosfera è perfetta: cittadina di mare, caldo "inaspettato", un drink affacciati sul mare al tramonto. Iniziamo subito a guardare le carte e parlare del percorso, la gara si terrà nella parte nord dell’isola, un anello con partenza e arrivo a Molyvos (Mithymna), si progetta di fare la gara lunga da 40-45 km, un’idea, quella di correre per tutti quei chilometri, che ai ragazzi di Lesbo appare inverosimile! Ma l’obiettivo sarebbe arrivare ai 35 km, distanza ottimale. Sistemati i dettagli per il giorno dopo, è ora di cena, ci dedichiamo a delle piacevoli chiacchiere con Tasos -

nostra guida e organizzatore dell’evento – e alla deliziosa cucina greca. Una passeggiata tranquilla tra le viottole interne della città, tra un motorino che ci sfreccia vicino e dei murales incredibili, ci mostra degli scorci che richiamano il mix inevitabile con la cultura turca, che a loro è molto vicina; ma Mitilene è anche una cittadina universitaria, quindi non mancano i locali e la tipica movida generata dagli studenti, che si tuffano in un fast food o in un cocktail bar a trascorrere questa calda serata. Il giorno seguente mi concedo la vista dell’alba, una cosa comune, che magari passa inosservata, ma che a me dona un piacere unico. Con molta pseudo-poesia e anche un pizzico di presunzione, credo che “puoi dire di aver visitato veramente un posto sul mare solo se hai visto l’alba (o il tramonto)”.
Dopo questo piccolo piacere personale, raggiungo gli altri per colazione e poi partiamo in macchina verso Molyvos. Il viaggio è abbastanza lungo e si riescono a vedere degli angoli di paesaggio che mi ricordano molto la mia terra, il Gargano, se non fosse per la differenza netta tra il colore bianco della roccia garganica e quello rossiccio di Lesbo. Per un’ora e anche più - infatti lo dirò per buona parte del nostro soggiorno - mi sento un po’ a casa.
La temperatura è elevata, la giornata perfetta, la voglia di correre è come


sempre padrona di noi. Ci concediamo una visita alle sorgenti di acqua calda di Megala Therma – che poi si deciderà essere il punto di partenza più adatto – e uno sguardo rapido al porto turistico di Skala Sikamineas e poi finalmente partiamo, da un sentiero che ci porta al piccolo villaggio di Sykamia, attraversando una tipica distesa di ulivi (e qui mi sento di nuovo a casa).
Altro elemento inaspettato, i sentieri ci sono già, sono mappati e segnati, pensati per il trekking e la mountain bike; ma il trail running qui non è ancora arrivato, non lo conoscono, ma sono curiosi e impazienti di scoprirlo!
Attraversato il primo – bellissimo – villaggio e, ringraziata una fontana, che ci ha salvato da una triste fine per colpa del caldo, il paesaggio cambia… attraversiamo la Foresta dei Platani, un paio di chilometri camminando lungo il letto di un fiume prosciugato, in mezzo a degli alberi secolari, con delle cavità nei tronchi capaci di ospitare fino a due persone! Un passaggio unico! Salendo, il paesaggio continua a cambiare, si va su fino a lasciarsi dietro la vegetazione fitta e trovarsi l’elemento inaspettato: paesaggio quasi alpino, rocce, tante, vegetazione rada, un paio di passaggi da fare in scalata… ah già, ma siamo “solo” a 968 m.s.l.m., sul monte Lepetymnos-Vigla. Per alcuni






minuti ho dimenticato totalmente quella sensazione di “sentirsi a casa” che fino a poco prima riuscivo a percepire così netta e chiara. Ma fa presto a tornare, quando iniziamo a scendere e man mano che ci avviciniamo al punto di arrivo, il paesaggio torna ad assumere le sembianze mediterranee, il mare non è più lontano e distante, laggiù, il caldo è ancora con noi… E grazie all’aiuto di un fuoristrada, evitiamo di correre sui tratti d’asfalto e riusciamo a completare il nostro giro. Erano poco più di 20 km da esplorare, mentre i restanti erano già abbastanza chiari e non c’era bisogno di particolari decisioni da prendere in merito. Pranzo. Porto di Molyvos, ristorantino sul mare, quasi nessuno in giro nonostante siano le quattro del pomeriggio e la giornata sia bellissima e poi il momento più bello dopo una corsa: un tuffo in mare! A fine marzo! Magari qualcuno ci ha anche dato dei matti, ma al richiamo di quell’acqua non si poteva resistere!
Forse abbiamo fatto la figura dei turisti tamarri, quegli stessi che noi critichiamo quando li vediamo girare a piedi nudi al ristorante, o appunto buttarsi a mare in qualunque periodo dell’anno, quelli che noi guardiamo e ci diciamo “Pf! Saranno nordici, per forza, noi non le faremmo ‘ste figure”. Magari è così, o magari no, ma quando lo vivi, quel momento è il migliore che ci sia, quindi al diavolo le brutte figure!
Una volta terminato il pranzo, la nostra agenda è libera, così dopo la doccia – e un gelato sulla terrazza, affacciato sul mare al tramonto – ci concediamo una passeggiata e poi a letto presto, perché l’indomani corriamo di nuovo!
Dobbiamo saziare la nostra fame di trail e andiamo alla volta del Monte Olimpo. No, non è quell’Olimpo lì, ce ne sono tanti in tutta la Grecia, ma questo si rivelerà degno del suo nome. Si parte dalla cittadina di Agiasos (Ayàsos), un bellissimo villaggio con negozietti che vendono prodotti tipici in legno, in cui un anziano proprietario prima ci segnala la strada per il monte – perché sa che tutti vanno lì per salire su quel monte – e poi ci inviterà a fermarci nel suo negozio, per una chiacchierata fatta in chissà quale lingua, tuttavia durata veramente tanto!
Il sentiero che porta in cima inizia con una bellissima mulattiera circondata da alberi, ricoperta di foglie giallognole che iniziano a rinsecchire, ma purtroppo è una giornata “no”, di quelle in cui qualunque parte del mio corpo si rifiuta di collaborare e dichiara bandiera bianca alla salita. Arrancando, salgo fino a trovare nuovamente un paesaggio inaspettato: ancora una volta, nel raggio di pochissimi metri, la vegetazione sparisce e il monte irrompe; anche qui, sulla nostra strada ci sono solo rocce nell’ultimo chilometro di salita. Però qui qualcos’altro cambia, oltre al paesaggio, qualcosa che fa ricordare alle mie membra, mollicce e arrendevoli, che sono perfettamente in grado di









muoversi e correre, e che addirittura la discesa gli piace! E allora sarà proprio la consapevolezza che poi scenderemo, o magari la vista mozzafiato del paesaggio (certo, è vero che il fiato l’avevo già mozzato dal km 1 circa, ma… questo secondo fiato mozzato è diverso, è metaforico, poetico), magari la consapevolezza che la strada che abbiamo percorso è meta di pellegrinaggio dei credenti, o magari il semplice fatto di voler fare bella figura con i trekker tedeschi che abbiamo incontrato all’inizio del sentiero, fargli vedere che corriamo realmente, come gli avevamo detto… insomma, non lo so cosa è stato, ma la discesa diventa un piacere unico, in cui riesco a divertirmi come faccio di solito, e a risollevarmi un po’ il morale.
Da qui in poi tutto inizia a scorrere via veloce, perché si avvicina la fine del viaggio, quindi le emozioni prendono a mescolarsi, le immagini che vedo scorrere negli occhi sono confuse, un po’ offuscate, ma alcune cose restano impresse ben chiare nella mente… come la passeggiata che Io e Tasos ci concediamo tra le vie della città, in cui chiacchieriamo e mi fa notare una cosa molto importante e nuovamente inaspettata: il famoso problema dei rifugiati, di cui tanto si parla, in realtà non è affatto un problema. Ci sono due

semplici motivi alla base: il primo, più semplice, è che durante il periodo dei numerosi sbarchi c’era una gran confusione, ovvia, ma poi la maggior parte di loro è andata via, altrove; il secondo, che a mio parere rende molto più onore a questa gente, è che i rifugiati sono ben accolti, sono rispettati e camminano tranquillamente tra la gente del posto come se fossero turisti; non li noti,


non danno nell’occhio e non sono irrispettosi. Proprio come i tantissimi cani randagi che si trovano in giro per la città, a prima vista fanno un certo effetto, ma poi ti rendi conto che sono amici di tutte le persone, che gli danno da mangiare, sono parte integrante della comunità, semplicemente vivono a modo loro, liberi; liberi anche, e questo mi ha fatto sorridere, di sedersi a uno dei cocktail bar, come se fossero normali clienti che si godono la serata. Mi sono permesso, con la mia pessima e irrispettosa fantasia, di creare un acronimo per questa gente e questa città, TTT - Tutti Tollerano Tutto, che magari non è perfetto, o magari non è poetico, ma nella mia testa rende perfettamente l’idea. E l’ultimo elemento che me l’ha confermato è stata la scritta, indicatami da Tasos, su un muro di fronte a una moschea che dice “I rifugiati sono i benvenuti a Lesbo”.
Non credo ci sia altro da aggiungere, chiudo così, con questa immagine che mi ha trasmesso la vera essenza di questa gente.

Le info sul progetto F.O.O.T. www.olivetrails.eu/it/
Le info sull'isola di Lesvos Greece www.lesvosgreece.gr/en
Le info sulla gara www.lesvostrail.eu/en-us/
Le info sui percorsi www.walking-trails.net/




Mizuno Wave Mujin 3 Il salto di qualità!
Ufficio. Citofono. Pony. Sacchetto bianco e blu Mizuno. All’interno so che c’è la terza versione in anteprima della calzatura da trail della casa nipponica. Poter testare prima di tutti un prodotto, non lo nego, è uno dei motivi che mi ha spinto verso il mestiere. Apro la scatola, sposto delicatamente la velina che avvolge le scarpe, le prendo tra pollice e indice da sotto. Le guardo dall’alto, le giro e rigiro tra le mani, mi soffermo sui particolari che mi colpiscono di più. Mi siedo, tolgo le mie scarpe e calzo le Wave Mujin 3. Cammino per l’ufficio. So che il giorno dopo sarò al Mottarone per provarle. Non vedo l’ora!
Immediatamente si fa notare la forma, uno dei due più grandi cambiamenti di questa versione della calzatura, spesso viene “banalizzata” o considerata come scontata, ma così non è, anzi! Si chiama forma, lo studio e la conseguente costruzione dell’alloggiamento del piede all’interno della scarpa. Credete ci sia cosa più importante? A mio parere no! Si nota subito che il cambiamento e lo studio qui c’è stato e anche immenso. Affiancando la 2 alla 3, le cose in comune visibili sono davvero poche. L’investimento della casa giapponese è stato prima di tutto sul concept e il risultato è una forma che permette al piede di trovare il corretto spazio all’interno, di allargare bene le dita senza perdere la sensazione di avvolgimento e sicurezza, il tutto accentuando anche la
comodità della calzata. Ottimo!
Il secondo punto è la suola, targata Michelin!
Si avete capito bene, proprio loro, l’emblema della miscela perfetta per l’aderenza su strada degli pneumatici. La suola è morbida, si può dire che ha una deformazione gestita, controllata per permettere l’aderenza al terreno costante, quindi accentuare la tenuta su qualunque superifce. In salita si “aggrappa” a tutto permettendo una spinta in avampiede ottimale e in discesa regala ciò che tutti cerchiamo quando si corre: certezza nell’appoggio!
L’ho provata su asfalto, strada bianca, single track, con pietre e radici bagnate, tratti fangosi, piccoli guadi, tratti di grande pendenza su pietra sconnessa sia in discesa sia in salita.
Tra le tecnologie all’interno ritroviamo alcuni punti cardine che hanno caratterzzato la struttura delle scorse versioni sui quali il


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Litfiba ~ Tex
di Davide Orlandi - foto di Michele Evangelisti




progetto è stato migliorato: Wave per la stabilità, XtaRide per l’adattabilità e DynamotionFit che rende la scarpa un tutt’uno con i movimenti del piede.
La Wave Mujin 3 di Mizuno reagisce! È una scarpa che non subisce la corsa. Restituisce l’energia impressa dal runner e regala comodità, piedi asciutti grazie alla membrana Gore, sicurezza e stabilità!
Good Job!
Mizuno Wave Daichi Il nuovo che avanza!
Wave Daichi è la new entry in casa Mizuno, e non posso nasconderlo, mi è piaciuta subito appena l'ho calzata. Ho avuto quest'opportunità grazie a un invito di Mizuno Italia, aggregatasi a un test organizzato da Mizuno France a La Clusaz. Una due giorni nell'Alta Savoia Francese che mi ha permesso di testare la scarpa su ogni tipo di terreno.
Un terreno reso insidioso dalla pioggia che ha acompagnato quasi tutti i due giorni. La Wave Daichi si è comportata egregiamente, grazie a una struttura avvolgente, accompagnata da una chiusura "fissa" anche con i lacci bagnati, è da una stabilità in corsa, soprattutto nelle discese tecniche, che mi ha dato subito fiducia.
La nuova suola Michelin, completa l'opera garantendo grande aderenza su ogni superfice e in particolare, sulla roccia bagnata.

Sia la struttura della scarpa sia la suola fanno si che quetsa sia una calzatura estremamente dinamica e leggera, e il classico "taglio" a X, progettato da Mizuno e chiamato XtaRide, la rende adattabile a tutti i terreni
che durante la nostra corsa andremo ad affrontare. Il Wave, l'ormai famosa onda, permette un'appoggio morbido e fluido durante la prima fase della rullata. Sicuramente meno ammortizzata della sorella maggiore, di Mirko Mottin - foto di Andrea Vagliengo e Mizuno


la Wave Mujin 3, la Wave Daichi è dedicata e studiata per un trail veloce, reattivo e tecnico, anche se testata anche su tratti in falso piano, discesa non tecnica e su strade bianche si è fatta apprezzare per il supporto e la facilità di corsa.
Una scarpa che fa percepre con grande sensibilità il terreno e trasmette piacevoli sensazioni durante l'appoggio e la spinta




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La PRIMa VoLTa NoN SI SCoRDa MaI



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Jonny Lang ~ Bump in the road
Ansia, preoccupazione, aspettative, paure... il dietro le quinte della Esino Skyrace è un susseguirsi di emozioni che si placano con il posizionamento dell'ultima balise!
testo Organizzatori Esino Skyrace foto di Francesco Di Domenico


“Chiama gli sponsor, sistema le carte per l'assicurazione, scrivi la mail ai cronometristi, fai la news su facebook per ricordare il materiale obbligatorio, hai poi risolto la questione delle magliette per lo Staff?”
Dall'altro capo della cornetta aspetto impaziente il momento per rispondere a questa sequela di imperativi e mitragliare impietosamente la mia lista di consegne per Roberto. Nelle ultime settimane le nostre conversazioni sembrano un duello all'ultimo impegno, quello che ti capita all'improvviso e non sai a chi delegare.
Soltanto qualche mese fa correvamo insieme sui sentieri di Esino Lario e battagliavamo su ogni singola salita, fermandoci poi in cima, a ipotizzare il percorso migliore per la nostra Skyrace. “Passiamo da lassù, tagliamo sotto la croce e andiamo dritti verso il Cainallo! Ma no, sarebbe meglio se andassimo in verticale dal sentiero dei cacciatori dopo la porta di Prada! 55

Forse c'è una via che possiamo ripulire, sarebbe perfetta per arrivare all'Alpe!” Ore di sudore e di parole, occhi pieni di sentieri immaginari e la frontale sempre in tasca perchè “partiamo presto che siamo a casa prima di sera” è sempre stata la nostra barzelletta preferita. In questi posti mi sento spiritualmente a casa, Roby invece ci vive seriamente: abita in una delle prime case sulla destra, all'inizio del paese.
La decisione di organizzare una gara nostra su queste montagne probabilmente non appartiene a nessuno di noi, era semplicemente lì che aspettava di essere raccolta, su qualche mulattiera o dietro al petalo di una primula. Sono tre anni ormai che tentiamo di organizzare l'edizione definitiva, quella da cui iniziare a contare le successive e così, dopo la zero nel 2014 e la prima nel 2015 siamo arrivati alla “prima per davvero” nel 2016.








































































































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La corsa inizia dal campo sportivo del paese e attraversa i suggestivi vicoli dell'antico borgo di Esino superiore. Lasciato il centro abitato ci si inerpica lungo l'ascesa che conduce ai Pizzi di Parlasco. La salita ripida e selvaggia apre la vista sul lago di Como e su tutto l'arco alpino ma non è possibile distrarsi perchè il sentiero sulle creste è estremamente tecnico e nervoso. Giunti al Cainallo il single track si trasforma in una distesa d'erba ricoperta da un tappeto di tarassaco giallo che accompagna
IL PERCoRSo
il percorso lungo le piste da sci. Il sentiero che conduce sul versante occidentale del Grignone è una morbida passerella incantata che, fra radici e ponticelli, saltella verso il rifugio Bogani e la bocchetta di Piancaformia. La discesa decisa dai 1800m di quota della cresta riporta lo sguardo verso il basso e costringe a cercare l'appoggio più sicuro in un labirinto di gradoni e pietre aguzze. Raggiunta la porta di Prada si può osservare parte del percorso rimasto attraverso il suo foro centrale e restare affascinati
dalla sua bizzarra architettura. L'ultima salita è una vera tortura per le gambe: 200m verticali verso il monte Pilastro, dritti come una spada e pesanti come una quercia. La vetta però è un balcone a 360° illuminato dal riflesso del lago, dalla neve sulla Grigna e dal morale riconquistato. Non resta che buttarsi in discesa verso l'alpe di Esino e rientrare in paese dall'antico sentiero che sfiora il lavatoio e si immette sulla via crucis che termina col traguardo della Esino Skyrace.






Ci guardiamo negli occhi anche se siamo a 80km di distanza, lo sguardo di Roberto è serio e corrucciato, lo avverto attraverso la rete UMTS del cellulare che trasporta anche le nostre ansie e frustrazioni: manca meno di un mese alla gara e non ci sono iscritti a sufficienza. Abbiamo comunicato l'evento attraverso tutta la stampa specializzata, realizziamo migliaia di visualizzazioni sui social network e centinai di apprezzamenti pubblici da parte dei più noti atleti nazionali eppure la lista dei partenti è ferma a meno di 50 concorrenti.
“Chiama gli sponsor, sistema le carte per l'assicurazione, scrivi la mail ai cronometristi, fai la news su facebook per ricordare il materiale obbligatorio, hai poi risolto la questione delle magliette per lo Staff? Si, lo so, te l'ho già detto prima ma l'hai fatto?”
La mia di raffica di incombenze me la tengo per me stavolta e, piano piano, Esino Lario si fa sempre più lontano. Parliamo meno io e Roby, lui si impegna per conto suo e io faccio tutto ciò che posso senza neanche più 59

SoUL aDVICE
Esino Lario è denominata “la perla delle Grigne” e si trova sul ramo lecchese del Lago di Como, a 900m di quota. L'antico borgo ha un passato storico ricco di avvenimenti che i suoi stretti vicoli e le suggestive piazze custodiscono tuttora gelosamente.
Da qui è possibile raggiungere in pochi chilometri l'alpe Cainallo da dove partono decine di sentieri diretti alla scoperta della Grigna Settentrionale e delle sue attrattive geologiche.
Nelle sere d'estate è possibile passeggiare sotto uno sfavillante mantello di stelle e raggiungere alcuni punti panoramici che consentono agli occhi di mescolare insieme la luce degli astri con quella proveniente dai paesi sottostanti, allineati sulle sponde del Lario.
Durante l'inverno il paese diventa un campo scuola per tutti gli sciatori inesperti che necessitano di un luogo calmo e accogliente dove compiere le prime cadute sulla neve, affiancati sempre e comunque da personale esperto.
Quest'anno, dal 22 al 28 Giugno, Esino Lario ospiterà il raduno mondiale di wikipedia e approfitterà dell'occasione per rinnovare il proprio look e darsi un'aria più internazionale. Non resta che consultare i siti di riferimento per trovare tutte le informazioni turistiche necessarie e correre a visitare la perla delle Grigne: www.alpecainallo.it www.esinolario.org www.parcogrigna.it

aggiornarlo. La nostra gara sta diventando una rincorsa fra noi due e temo che, comunque vada a finire, non ci sarà nessun vincitore.
Oggi sono in cima al Monte Pilastro, l'ultima terribile ascesa prima del traguardo della Esino Skyrace. Ripenso a tutto il percorso fatto per arrivare fino a qui, penso alla Grigna immobile dietro di me, al lago calmo che riflette gli ultimi raggi di sole e ai ragazzi in paese che mi aspettano per andare a cena. Penso che domani passeranno di qui più di 300 persone e che alla fine ce l'abbiamo fatta. Pianto l'ultima balisa e faccio a gara col sole a chi scende prima verso valle!



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Contatto: Massimo Domaine

2016 2006


Le Porte di Pietra i L P iU ! antico e a U tentico trai L d ! i ta L ia!

testo di Davide Orlandi
Ci sono persone che sono ciò che fanno. Limpide e trasparenti. Filtri quel tanto che basta per la sopravvivenza nella giungla. Diretti quindi semplici.
Quando incontro queste persone, rare, i rapporti sono sempre lineari, senza curve, spigoli, cambi di direzioni, improvvisi. Si parla, ci si confronta e tutto trova una linea d’azione pulita, condivisa o meno poco importa, l’essenziale è il rispetto dell’altro e delle sue idee.
Queste persone quando hanno un progetto riusciranno nel loro intento, lo porteranno avanti senza curarsi degli imprevisti e della fatica, lo faranno egregiamente e il successo ottenuto sarò duraturo perché poggia su solide basi.
Le Porte di Pietra, storica gara italiana di trail running, ha toccato quota undici, questo il numero degli anni trascorsi dall’edizione zero, eroica e pionieristica. Già, solo così si può definire l’esordio, nel 2006, dove tecnicismi, attenzioni e sottigliezze non erano certo all’ordine del giorno e bastava uno sparo al via e un cronometraggio più o meno preciso per fare contenti tutti.
Tanti in quegli anni hanno iniziato così e continuato così, nel bene e nel male, tanti non sono riusciti ad avere una continuità e si sono
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persi, altri hanno cambiato veste mille volte.
Fulvio Massa e gli Orsi, l’ASD che organizza l’evento, hanno saputo fare una cosa rara. Hanno creato un evento “grassroots”, autentico all’anglosassone, ma preciso e tecnologicamente avanzato come un evento teutonico, insomma un ottimo evento made in Italy!! Diciamolo, quando l’Italia lavora bene si vede, si apprezza e fa cose uniche ma si dice poco!!
Quello che mi ha davvero stupito di Fulvio e il suo team è l’approccio, sempre in punta di piedi, sempre con il senso di rispetto di chi fa cose in casa d’altri, sempre con la passione inalterata del primo anno. Non ho mai visto un moto di vanità, una voglia di protagonismo, seppur non avrebbe stonato.
Quest’anno, poi, il top! Già perché uno crede che la decima edizione del 2015 ricca di eventi possa essere stata una tantum, poi ci si ritrova di nuovo in Val Borbera, per me la quarta volta di seguito, e si scopre che la special edition è questa!

Mi ritrovo con Simona e Fulvio a San Lorenzo, inedita finish line, ad attendere già il venerdì gli arrivi della Diagonale di Pietra, overtour di questa magnifica edizione, un galoppata di 7 km con 700D+, un’altra sfida vinta dagli Orsi! All’arrivo si può cenare, bere qualche birra in compagnia,S in un posto paradisiaco. E poi via con il valzer delle partenze della 100 Porte, la storica PdP, la Val Borbera Marathon che sostituisce le Finestre di Pietra, con una distanza che a mio avviso è il futuro del trail: 42km per 2200D+, per chiudere con la festa de il Castello di Pietra, corta ma dura e la favolose gare delle “young guns”, i bambini… ormai di Pietra anche loro!!!
Un evento, ecco cos’è!
Un evento!
Un grande evento sempre più ricco di novità e di runner, ma che resta sempre vero, autentico, sincero… esattamente come il suo ideatore!
Bravo Fulvio e bravi gli Orsi!!
Ci vediamo il prossimo Maggio!!!















EN D UR O RU N






E' quel momento speciale, in cui una semplice uscita si trasforma in una sessione tecnica, una corsa facile in una competizione e dove l'amicizia incontra la competitività. Un vero momento Enduro.
























La vaL di ZoLdo viaggia a 103... e non si ferma piU,.
Quarta edizione della Dolomiti Extreme Trail. Quarto successo internazionale. Tre gare in programma, dalla ormai mitica, prima e originale 53Km, alla corta da 23Km, all’ultima creazione degli inesauribili organizzatori: la 103km!!!
testo di Davide Orlandi foto di Francesco Di Domenico
Il tris è servito. Ce n’è per tutte le gambe! La Val di Zoldo festeggia la quarta edizione con uno nuovo percorso da 103km e oltre 7000m D+, certamente una delle gare più dure in tutto il panorama europeo. Forno di Zoldo è ormai un nome che viene sempre più pronunciato in tutte le lingue. Arrivano da oltre 30 paesi al mondo per correre sulla dolomia più pura del Civetta e del Pelmo.
Da qualche anno noi di Soul Running portiamo giornalisti da tutto il mondo a conoscere la magnificenza di quello che un settembre di ormai tre anni fa battezzavamo “il bivio sbagliato” e che oggi è diventato il “the place to be” del trail running, grazie al lavoro costante e coordinato di Paolo, Corrado, Arcangelo, tutto il loro gruppo di runner e appassionati di montagna, i comuni coinvolti, l’associazione albergatori e le centinaia di volontari.
I giornalisti svedesi, inglesi, spagnoli, francesi, italiani, tedeschi, austriaci, americani, sudcoreani si sono innamorati dell’unicità della Valle, affezionati alla spontaneità dei suoi abitanti, esaltati sui suoi trail, rilassati


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Rod Stewart ~ Passion











con i suoi ritmi di vita, saziati con i famosi gelati zoldani… e non solo!!!
Quest'anno erano 37 le nazioni presenti al via, indipendentemente dal colore del pettorale e quindi dalla lunghezza scelta. L'importante era esserci, assaporare ogni km, ogni angolo di questa magnifica Valle. Stare a stretto contatto con gli organizzatori significa vedere quante soluzioni "B" ci sono lungo il tracciato, per combattere il possibile maltempo, con quanta premura ascoltano ogni concorrente e con quanta pazienza rispondono alle mille domande che vengono loro sottoposte





prima dello start, durante la gara e dopo il passaggio sotto l'arco di arrivo. Alla fine, che si tagli la finish line per primi, come hanno fatto Lisa Borzani tra le donne e Daniel Jung tra gli uomini della 103km o Flammersfeld Anne-mari e Jiri Cipa sul percorso della 53km o ancora Katarina Lovrantova e Stefano Maran nella "corta" da 23km o che si arrivi con le scope a chiusura della gara, l'importante è aver assaporato tutti i gusti e i colori di Zoldo e aver conosciuto e toccato con mano la passione dello staff che ogni anno fa viaggiare veloce questa DXT!


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IL MARATONETA – Via Camolia, 201 – SIENA – tel 057744277
MARATONANDO – Via Aurelia Sud, 160 – VIAREGGIO – LU –tel 0584928988
MORINI SPORT – Via De Santis, 80 – FIRENZE – tel 055677229
SPORT TIME – Via Dei Montefeltro, 1/C – SANSEPOLCRO – AR –tel 0575742038
TRENTINO ALTO ADIGE
MAKALU’ SPORT – Corso Bettini, 29 – ROVERETO – TN – tel 0464480346
SPORTLER BOLZANO – Via Portici, 1 – BOLZANO – tel 0471208139
SPORTLER BRESSANONE – Vicolo Sant Erardo, 8/A Porta Sole – BRESSANONE –BZ – tel 0472802001
SPORTLER BRUNICO – Via Centrale, 48 – BRUNICO – BZ – tel 0474556023
SPORTLER MERANO – Portici, 270 – MERANO – BZ – tel 0473211340
SPORTLER TRENTO – Piazza Cesare Battisti, 28 – TRENTO – tel 0461260486
SKI SPORT KLINIKK – Largo Pina, 6/B – ARCO – TN – tel 0464531330
UMBRIA
SCARPE & SPORT – Via G. Di Vittorio, 9 – CITTA’ DI CASTELLO – PG – tel 0758522913
VALLE D’AOSTA
LES PARADIS DES SPORT – Rue Bourgeois, 10 – COGNE – AO – tel 016574882
LES PYRAMIDES – Viale Monte Bianco, 21 – COURMAYEUR – AO – tel 0165841925
VENETO
BARIZZA SPORT – Via Della Vittoria, 82 – MIRANO – VE – tel 0414761442
EMME RUNNING – Via Calibri, 91 – SAN GIUSEPPE DI CASSOLA – VI –tel 0424383728
FINISH LINE – Via Danieli, 60 – BADIA POLESINE – RO – tel 3475127960
FINISH LINE – Via Giordano Bruno, 94 – PADOVA – tel 0498806009
IRUN – Via Moneta, 204 – VICENZA – tel 0444964079
PURO SPORT – Viale Dal Verme, 3 – VICENZA – tel 04441442884
PURO SPORT – Via Prà Bordoni, 14 – ZANE’ – VI – tel 0445314863
KM SPORT – Via Verona, 8/2 – BUSSOLENGO – VR – tel 0458781949
KM SPORT – Via Vespucci, 13 – S.MARTINA B.A. - VR – tel 0457151300
ROBI SPORT – Via Roma, 14 – BELLUNO – tel 0437948044
RUNNING STORE – Via Pascolara, 10 – BASSANO DEL GRAPPA – VI –tel 0424504269
SPORTLER CALALZO – Via Stazione, 12 – CALALZO – BL – tel 0435501083
SPORTLER PADOVA – c/o CC Ipercity – Via Verga, 1 – ALBIGNASEGO – PD –tel 0498625372
SPORTLER TREVISO – Via Eroi di Podrute, 2 – SILEA – TV – tel 0422362300
SPORTLER VERONA – c/o CC Le Corti Venete – Viale Commercio, 1 –
S.MARTINO B.A. - VR – tel 0458780985
SPORTLER VICENZA – c/o CC Le Piramidi – Via Pola, 20 – TORRI DI QUARTESOLO – VI – tel 0444267133
SPORT VUERICH – Viale Alpago, 165 – PUOS D’ALPAGO – BL – tel 043746256
TERZO TEMPO RUNNING – Via Pasubio, 69 – 36033 – Isola Vicentina - VI – tel 0444557336
UNITED SPORTS EQUIPMENT – Via Monte Grappa, 14 – SELVAZZANO DENTRO –PD – tel 049634158
VERONA RUNNER – Via 1° Maggio, 26 – BUSSOLENGO – VR –tel 0456717240


LA DISTRIBUZIONE DI SOUL RUNNING

Da anni il progetto “Soul Shop”, la distribuzione unica ed esclusiva all’interno dei negozi specializzati running e outdoor, è diventato un punto fermo per voi lettori e per le aziende, un grande strumento di controllo e ottimizzazione della distribuzione per l’editore.
Le vendite sono aumentate notevolmente così come la diffusione sul territorio nazionale, con un trend in costante crescita!
I professionisti del running e il lettori si sono abituati alla presenza del nostro magazine nei nostri luminosi espositori, siamo diventati parte integrante dei nostri Soul Shops, sempre più partner e amici.
Si è creato così un network a carattere nazionale che vede Soul Running e i negozi sempre più legati e attivi nella promozione del magazine ma anche di tantissimi eventi, primo fra tutti il nostro Alpe di Siusi Running EXPO, che a luglio 2016 festeggerà la quinta edizione.
Soul Running è lì, dove
batte il cuore di ogni runner! E lo è ancora di più con un aumento dei punti vendita: come promesso nel 2016 siamo in più di 270 Soul Shops in tutta Italia!
Anche in questo 2016 la stagione di Soul Running si apre con l’uscita, ai primi di aprile, delle nostre due GUIDE TEST ROAD E TRAIL alla loro SESTA edizione.
Due prodotti unici dedicati al trail e al running dove, grazie a un team composto da quasi 100 atleti provenienti da Italia, Spagna e Germania, abbiamo realmente testato più di 400 prodotti tra scarpe, accessori, abbigliamento, hi-tech... più di 40 brand coinvolti. 300 pagine, 30 prodotti top di gamma approfonditi in 3D con la nostra WEB APP e 27 Tutorial sul nostro sito www.soulrunning.it/test che consigliano, indirizzano, creano cultura del prodotto... diventate ormai strumento irrinunciabile per aziende e appassionati.
Confermate le uscite del nostro
Book magazine che, anche nel 2016, arriverà nei nostri Soul Shops a maggio, giugno, luglio e novembre.
Sempre più attiva anche la rinnovata piattaforma web www.soulrunning.it. Un portale dedicato all’approfondimento degli aspetti turistici e di scoperta del territorio.
Inaugurata anche la nuova sezione dedicata al prodotto con videotutorial realizzati in esclusiva per voi.



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N . 530 DEL 25/10/2011
numero 24 - GI u G no 2016



Il trail running trova un alleato in questa scarpa aggressiva, protettiva e confortevole, ma soprattutto dal grip eccezionale su tutti i terreni, grazie all’esclusiva suola Michelin.