Pet Family News La Ciotola Giugno

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MENSILE DI INFORMAZIONE E ANNUNCI SUL MONDO DEGLI ANIMALI

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La Ciotola ANNO IX - N.6 - GIUGNO 2010 - SPEDIZIONE ABB. POSTALE - D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n.46) art. 1 c.1, DCB Lucca

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MENSILE DI INFORMAZIONE E ANNUNCI SUL MONDO DEGLI ANIMALI

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La Ciotola

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La Ciotola ANNO IX - N.6 - GIUGNO 2010 - SPEDIZIONE ABB. POSTALE - D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n.46) art. 1 c.1, DCB Lucca

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La dieta del cane

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Direttore responsabile Giuseppe Brandani Redazione Viale Europa 1 55013 LAMMARI (LU) Tel 0583.470.140 info@petfamilynews.it www.petfamilynews.it

ATLETA

Progetto grafico e composizione Giampiero Orsi Ilaria Ammazzini Serena Danti Lisa Calamari Collaboratori Angelica D’Agliano Roberto Allegri Alessio Arbuatti Dott.ssa Marta Avanzi Dott. Alessandro Bianchi Dott. Gino Conzo Angela Corti Dott. Alessandro Cozzi Dott.ssa Sabrina Dominio Dott. Angelo Gazzano Prof. Alessandro Gramenzi Dott. Diego Manca Cristiana Marangoni Dott.ssa Chiara Mariti Dott.ssa Silvia Macelloni Dott. Giovanni Melegari Dott. Marco Melosi Dott.ssa Federica Micanti Claudio Minoli Dott.ssa Francesca Papi Aldo Violet

Come abbonarsi: Tramite versamento di € 12,00 su c/c postale nr. 54166566 intestato ad EDIPET srl - Viale Europa 1 - 55013 LAMMARI (LU). Non dimenticare di riportare il tuo codice fiscale, se sei possessore di cane, gatto o altro animale da compagnia e (se lo possiedi) il tuo indirizzo e.mail.

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Senza peli sullo stomaco

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STAMPA Printedita Negrar (VR) REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI LUCCA n. 772 del 23/09/2002

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La foto del MESE:

Omeopatia: la medicina dolce

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Leishmaniosi: un collare per la vita

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CANI E BAMBINI: Preveniamo i pericoli

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Il lupo che c’è in lui

Inviaci una foto divertente del tuo amico a quattro zampe... La pubblicheremo il mese prossimo!

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Quei tremori dopo il parto

Inviare con il proprio indirizzo a: PET FAMILY NEWS Viale Europa 1 - 55013 LAMMARI (LU) oppure all’indirizzo e-mail: internet@petfamilynews.it

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Il West Highland White Terrier

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La Gabbia per criceti

*Le foto inviate non verranno restituite

Le Rubriche L’istruttore risponde

Il SIamese

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I roditori: questi sconosciuti...

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Un pappagallo per amico 20

Prodotti in primo piano

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Acquaforum

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Allevatori e Istruttori

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Esposizioni di Luglio e Agosto

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Annunci

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ACQUARIO: Un pagliaccio in acqua

ACQUA IN BOCCA: Il linguaggio non verbale dei pesci

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ACQUARIO: I funghi


ALIMENTAZIONE

La dieta del cane

ATLETA

Dott.ssa SABRINA DOMINIO - Medico Veterinario

Se siete persone attive e sempre pronte a misurarvi in nuove esperienze, sicuramente avrete pensato di cimentarvi in qualche attività sportiva con il vostro fedele amico a quattro zampe. Ormai il mondo cinofilo non offre che l’imbarazzo della scelta: agility, gare per cani da slitta, prove di caccia, dog dance... e chi più ne ha più ne metta.

Quando si fa sport col proprio migliore amico, la parola d’ordine è sicuramente “divertimento”. Attenzione però: non dimenticate mai di essere padroni coscienziosi! Innanzitutto, scegliete la disciplina che più si addice al fisico del vostro beniamino; se avete un terranova, magari l’agility non fa per lui, visto il fisico pesante, ma non avrà eguali se lo farete partecipare a qualche prova di salvataggio in acqua! Prima di iniziare, quindi, documentatevi sulle attitudini della razza a cui appartiene il vostro cane e chiedete consiglio al vostro veterinario e ad un istruttore qualificato.

Ci vuole il fisico...

Il cane sportivo deve possedere muscoli ed articolazioni in grado di supportare il tipo di esercizio che deve affrontare. Ad esempio un levriero, selezionato per svolgere un sforzo breve e intenso come la corsa di velocità, deve essere dotato di un fisico asciutto e slanciato, mentre un cane da slitta,

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a cui viene richiesto uno lavoro fisico lungo e prolungato in condizioni atmosferiche estremamente rigide, deve poter contare su una muscolatura ben sviluppata, protetta da un notevole strato di grasso sottocutaneo e da un mantello folto.

La dieta giusta

Naturalmente, la regola fondamentale, che non deve mancare nemmeno nel cane da salotto ma che è indispensabile in un cane sportivo, è il buono stato di salute generale dell’animale. L’alimentazione, come sappiamo, ci può garantire questa condizione, ma, quando al nostro amico richiediamo anche una certa prestazione atletica, essa diventa ancora più importante. Ecco perché la sua dieta deve apportare tutte le sostanze nutritive di cui il suo organismo ha bisogno. Una dieta corretta, infatti, rafforza i muscoli, salvaguarda le ossa e i tendini, sottoposti a fortissime sollecitazioni, e infine aiuta a mante-

nere il peso-forma. Un’ alimentazione mirata, oltre ad ottimizzare la resa atletica del cane, ne aumenta la concentrazione sul lavoro e permette di sfruttare al meglio i suoi sensi.

Calore e acqua

Solamente il 25% dell’energia assunta con l’alimento viene utilizzata per far funzionare i muscoli, mentre il restante 75% viene trasformato in calore. È per questo motivo che, maggiore è l’intensità dello sforzo, maggiore sarà l’aumento della temperatura corporea del cane, di norma compreso fra 1 e 3 °C. Il cane non è in grado di su-


completamente imbibite. Durante il lavoro, somministrate piccole quantità d’acqua a cadenze regolari, in modo da prevenire il colpo di calore ed aumentare la resa sportiva.

di mantenimento di 1250 Kcal al giorno, mentre un soggetto con lo stesso peso che vive tutto il giorno in appartamento necessiterà di circa 1000 Kcal al giorno.

Sport ed energia

Rinforzino

Il cane atleta necessita di una quota energetica per mantenere il suo stato di forma e di una quota ulteriore proporzionale allo sforzo cui è sottoposto. Il primo, detto “fabbisogno di mantenimento”, corrisponde al fabbisogno del cane sportivo nei giorni di riposo ed è maggiore del 25% rispetto a quello di un cane sedentario. Ad esempio, un Border Collie di 20 Kg che pratica regolarmente attività sportiva avrà un fabbisogno

All’energia necessaria per il mantenimento, dovremo sommare la quota necessaria per supportare l’organismo durante l’attività sportiva, che si ottiene grazie a calcoli abbastanza complicati, in cui intervengono diversi fattori, come la velocità e la durata dell’esercizio fisico, la pendenza e le asperità del terreno, la temperatura ed il grado di umidità dell’ambiente; tutti elementi che possono aumentare sensibilmente il dispendio energetico.

La Ricetta del Buon Appetito Disidratati

dare come noi e, in caso di temperature esterne e umidità molto elevate (specialmente se sottoposto ad esercizio fisico), rischia il colpo di calore, dovuto all’eccessivo surriscaldamento del corpo. I soggetti a pelo lungo e folto e quelli un po’ sovrappeso sono i più a rischio, soprattutto se sottoposti ad esercizio fisico con temperature ambientali superiori ai 25°C, con una percentuale d’umidità superiore al 75%.

L’acqua è il fattore nutritivo più importante, anche se spesso ce ne dimentichiamo. Se le scorte idriche non vengono rapidamente ricostituite, l’organismo, che è fatto per circa 2/3 da acqua, può disidratarsi. Pensate che un cane da caccia di 20 kg, che lavora per 4 ore dovrebbe assumere 2,5 litri d’acqua al giorno!

Alta resa

Oltre a lasciare sempre una ciotola d’acqua fresca e pulita a disposizione, è molto importante fornire ulteriori quantità di liquidi inumidendo le crocchette (es: 2-3 parti d’acqua ogni parte di crocchette) e somministrandole solo quando

La nuova linea di alimenti per cani e gatti Crancy Italian Way – Ricetta del Buon Appetito ispirata alla tradizione alimentare italiana, include anche la referenza cani adulti sportivi, un alimento completo e bilanciato per tutti i cani che necessitano di un apporto energetico e vitaminico superiore. Per questo è ideale anche per le cagne durante l’allattamento. Crancy Italian Way per cani adulti spor-tivi contiene proteine del pesce e della carne (manzo pollo e tacchino), ed è ricco di vitamine e minerali. Contiene inoltre cereali come riso, grano e mais che forniscono anche le fibre necessarie al benessere intestinale.

Per cani sportivi L’apporto di acidi grassi del gruppo Omega 3 e Omega 6 è assicurato anche da semi integrali di lino (Omega 3) e dai semi di soia (Omoga 6). Crancy Italian Way - sport e allattamento - è disponibile nei nuovi sacchi in alluminio salvafragranza, nei formati da 3 kg e 15 kg. Tutti gli alimenti Giuntini vengono prodotti nel pieno rispetto degli animali, senza provocare loro maltrattamenti e senza operare alcuna sperimentazione in vivisezione. CONAGIT Sp.A Via R. Luxemburg 30 - 06012 CITTA’ DI CASTELLO (PG) Tel. 075.85.17.81 - Fax 075.85.17.804 info@conagit.it - www.conagit.it

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Dolori muscolari

Il cane, a differenza dell’uomo, ricava la maggior parte dell’energia dai grassi, mentre un’alimentazione ricca di carboidrati, specie se lo sforzo è di lunga durata, non solo è inutile, ma può addirittura essere dannosa, in quanto questi ultimi riducono la prestazione atletica e possono causare dolori muscolari. La sua discenden-

Super premium

Per soddisfare elevate richieste di energia, occorre somministrare un alimento altamente digeribile e concentrato in fattori nutritivi. È estremamente difficile preparare a domicilio una dieta che soddisfi i fabbisogni dei cani sportivi. In ogni caso le quantità di alimento sarebbero troppo elevate ed il cane finirebbe con l’avanzare una parte

Quantità di alimenti a diversa concentrazione calorica necessarie per coprire i fabbisogni calorici di un border collie da ricerca di 20 kg che lavora per 5 h in pianura. TIPO DI ALIMENTO Mangime alta energia

( 4,2 kcal EM/g)

Mangime normale

(3,5 kcal EM/g)

Zuppa casalinga

(2,0 kcal EM/g)

za dal lupo, infatti, fa del cane un carnivoro a tutti gli effetti, che si è adattato nel corso dei secoli a mangiare anche cereali. Il suo organismo tuttavia non è in grado di utilizzarli in maniera efficiente per la produzione di energia.

della razione. Parallelamente, utilizzare un normale mangime di mantenimento per cani adulti, comporterebbe gli stessi svantaggi. Il consiglio è quello di orientarsi verso mangimi commerciali specifici per le esigenze del cane da lavoro, meglio se appartenenti alla categoria dei super premium (elevata digeribilità e fattori nutritivi di ottima qualità), che creano un ingombro più ridotto a livello dello stomaco ed uno sforzo digestivo inferiore.

Grasso è bello

Il mangime che dovete scegliere per il vostro atle-

ta deve possedere un maggiore contenuto energetico ed una maggiore percentuale di grassi, che sono la principale fonte energetica utilizzata dall’organismo del cane. Inoltre, i grassi aumentano l’appetibilità dell’alimento, aspetto particolarmente utile nel cane atleta, che in alcuni casi, presenta un appetito ridotto, a causa di stanchezza e disidratazione.

Frattaglie

L’organismo del cane tollera quantità di grassi molto elevate; l’unico accorgimento consiste nell’associare alcune sostanze antiossidanti, come vitamina E e selenio, in grado di prevenire la formazione dei radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento e del danno a organi e tessuti. Un cane sportivo necessita anche di una maggiore quota di proteine, indispensabili per mantenere i muscoli

tonici ed il cuore efficiente. Queste proteine devono possedere un’elevata digeribilità e valore biologico, apportando tutti gli aminoacidi essenziali di cui l’organismo necessita. Questi propositi sono soddisfatti utilizzando come ingredienti del mangime materie prime di origine animale e di elevata qualità, come carne, frattaglie, pesce e uova.

Sostanze nutritive: quali?

Dovete considerare il vostro cane come un atleta a tutti gli effetti e, come tale, aiutarlo con una buona integrazione dietetica. Se scegliete un mangime specifico per cani sportivi troverete tutto ciò di cui il vostro cane necessita già incluso nel prodotto, quindi non dovrete assolutamente utilizzare altri integratori.

Vitamina B

I sali minerali, come calcio e magnesio ed alcuni oligoelementi (ferro, rame, selenio) devono essere contenuti in maggiori quantità,

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no in sinergia; la prima stimola la produzione di nuova cartilagine, mentre la condroitina diminuisce la distruzione del tessuto cartilagineo da parte degli enzimi. Il risultato finale è una cartilagine più robusta, elastica e resistente.

di somministrare il pasto, per permettere all’organismo di recuperare le sue normali condizioni fisiologiche. E’ meglio moderare anche la quantità di acqua assunta dal cane subito dopo l’attività sportiva, che va invece somministrata frequentemente in piccole quantità. Nel caso di attività fisiche particolarmente impegnative, che richiedono maggiori quantità di cibo, sarà opportuno suddividere la razione in tanti piccoli pasti, in modo da non affaticare l’apparato digerente e permettere la completa assunzione dell’alimento da parte dell’organismo.

Energia

perché vengono consumati durante lo sforzo. Stesso discorso vale per le vitamine, cui va prestata particolare attenzione ai dosaggi di quelle del gruppo B.

Cuscinetto

Tra le sostanze di particolare utilità troviamo senz’altro i condroprotettori, quali condroitina e glucosamina che, come dice il nome, sono molecole in grado di proteggere la cartilagine articolare. Quest’ultima è un tessuto che ricopre e protegge le articolazioni, agendo come un “cuscinetto”, che assorbe i piccoli traumi dovuti al movimento e permette che gli arti si muovano con il minimo attrito. Si tratta di un tessuto “vivo”, che viene continuamente demolito e rimpiazzato nell’animale sano, ma può consumarsi eccessivamente nei soggetti sottoposti ad attività sportiva.

Gli amici delle articolazioni

Glucosamina e condroitina sono sostanze naturalmente presenti a livello della cartilagine, che agisco-

Un’altra sostanza molto utile nell’alimentazione del cane sportivo è la Lcarnitina, che viene spesso aggiunta nei prodotti spe-cifici per questi soggetti. Si tratta di una molecola che convoglia l’energia al muscolo, rendendolo più tonico ed evita che i grassi si depositino a livello dei tessuti adiposi. Visto che il cuore è un muscolo, l’ag-giunta di L-carnitina nella dieta aiuta anche a miglio-rare la funzionalità di que-sto organo.

Digiuno

Una volta scelto il prodotto più adatto al vostro atleta e dopo aver calcolato le quantità di cui necessita (magari con l’aiuto di un veterinario), dovrete anche somministrarglielo nel modo giusto. Nei giorni di riposo, il cane deve ricevere la razione giornaliera suddivisa in 2 pasti, somministrati preferibilmente al mattino ed alla sera. Il giorno della gara o dell’allenamento, invece, è meglio che il cane sia a digiuno da almeno 3 ore, meglio se 5. In questo modo, si eviterà che alla fatica muscolare si aggiunga lo sforzo digestivo.

Poco e spesso

Una volta terminato il lavoro, è consigliabile attendere almeno 2 ore prima

Runner all breeds All’interno della gamma prodotti dry di Alta Qualità Club Prolife con Vitality System, Zoodiaco propone Runner, un alimento completo con Pollo Fresco e Riso per il benessere del cane sportivo e/o in attività. Gli sforzi prolungati richiedono un alimento concentrato e digeribile, iperproteico e ipercalorico che permetta al cane di ottenere le migliori prestazioni.

Energia allo stato puro L’elevata presenza di Acido Folico e Colina (miglior recupero dopo uno sforzo intenso), Taurina (per una ottimale tonicità cardiaca), L-Carnitina (maggior energia e sprint), Condroitina e Glucosamina (per articolazioni e cartilagini sane e robuste) con un’ energia metabolizzabile di 4480 Kcal/kg, contribuiscono a rendere l’alimento perfetto per il cane in attività. Confezionato in pack salva-freschezza, lo si ritrova in pratici formati da 800 g, 3 kg e 15 kg. Club Prolife con Vitality Sistem è la nuova frontiera dell’alimentazione dry in grado di soddisfare a pieno tutte le esigenze alimentari dell’animale in ogni fase di vita a garanzia di un ottimale stato fisico. ZOODIACO Area nord Tel.0425.474645 - Fax 0425.474647 Area centro-sud Tel.075.8987602 - Fax 075.8987333 www.zoodiaco.com – zoodiaco@zoodiaco.com

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Senza peli sullo stomaco Dott.ssa FEDERICA MICANTI - Medico Veterinario

SALUTE

Quello della formazione dei boli di pelo – detti anche, in un linguaggio più tecnico, tricobezoari – è uno dei problemi più temuti tra i proprietari di gatti. Ma cosa sono i boli di pelo e per quale motivo si formano?

Cento colpi di spazzola

Per prevenire la formazione dei boli di pelo possiamo agire principalmente su due fronti: la pulizia e l’alimentazione. Spazzolare il gatto è il modo più semplice ed economico per combattere i tricobezoari, tuttavia può risultare sgradito a molti esemplari.

gatti (ma in generale i felini) sono animali famosi per la loro pulizia. Soprattutto i soggetti che vivono in casa, non avendo la possibilità uscire all’aperto, occupano molto tempo leccandosi il mantello. Questo può causare l’ingestione di molti peli, che normalmente vengono eliminati attraverso le feci.

Masse compatte

Se però i peli sono presenti in notevoli quantità, possono creare delle vere e pro8

prie masse, estremamente compatte, nello stomaco o nell’intestino del nostro micio. A volte quest’ultimo riesce ad espellere i boli di pelo attraverso il rigurgito, in altri casi si può arrivare a una vera e propria ostruzione intestinale, con gravi conseguenze. Di solito i momenti più critici per quanto riguarda l’insorgenza di questi pericolosi boli di pelo sono rappresentati dalla primavera e dall’autunno, quando avviene la muta.

Il periodo della muta è il più pericoloso per la formazione dei boli di pelo. I gatti d’appartamento (che vivono in condizioni di temperatura e luce assolutamente diverse da quelle naturali), hanno una muta più o meno costante durante tutto l’anno



SALUTE Perciò, soprattutto se possediamo un gatto a pelo lungo, dovremo cercare di abituarlo alla spazzola fin da cucciolo.

Calma e coccole

Bisogna cominciare gradualmente, con dolcezza e utilizzando spazzole morbide. Tutta l’operazione deve essere accompagnata da calma e coccole. Il modo migliore per convincere un gattino a farsi spazzolare è rendere l’operazione un momento piacevole, insistendo sulle parti, come collo e testa, che dovrebbero procurargli piacevoli sensazioni. Il micio comincerà ad associare gli strumenti della pulizia al gioco e al divertimento e non si ribellerà. Soprattutto nei gatti a pelo lungo e durante la muta, sarebbe preferibile spazzolare il nostro micio quotidianamente, o almeno due o tre volte alla settimana.

Acqua e sapone

Altro capitolo importante nella lotta ai boli di pelo è il bagnetto. Lavare un gatto decisamente non è un’impresa facile. Spesso questo splendido animale non ha bisogno di essere lavato, perché dedica molte ore al giorno alla pulizia del mantello, tuttavia il bagno può esserci utile per eliminare il pelo in eccesso dal nostro animale. Anche in questo caso la prima regola da rispettare affinché il nostro micio accetti di buon grado di farsi fare il bagno, è abituarlo fin da piccolo.

Tappetini antiscivolo

Prima di procedere col bagno, sarebbe buona norma 10

spazzolare il nostro micio, in modo da rimuovere la maggior parte del pelo morto e preparare tutto l’occorrente a portata di mano per rendere l’intera operazione abbastanza veloce. Se è inverno meglio riscaldare bene la stanza in modo da evitare pericolosi colpi di freddo. È sempre bene mettere sul fondo del lavandino un tappetino antiscivolo in modo che il micio abbia una superficie stabile su cui appoggiarsi.

Massaggi e phon

L’operazione successiva consiste nel riempire d’acqua calda (circa 38-39°C, come la temperatura corporea del micio) il fondo del lavandino o della vasca. A questo punto è possibile far entrare il gatto, bagnare il pelo, insaponarlo. Una volta massaggiato per qualche tempo lo shampoo, si può passare al risciacquo. Per asciugarlo è possibile avvolgerlo in un panno e massaggiarlo, oppure, se il felino lo tollera, utilizzare il phon.

Paste scacciaboli

Per quanto riguarda l’alimentazione, è possibile prevenire l’insorgenza dei boli di pelo agendo sia sulla dieta quotidiana (crocchette o scatolette), sia attraverso l’utilizzo di prodotti specifici in pasta. Questi ultimi aiutano il gatto ad espellere i boli di pelo con le feci. Di solito le paste sono a base di sostanze vegetali, acidi grassi essenziali omega 3 ed omega 6. Si tratta di prodotti agevoli da somministrare e decisamente graditi al gatto, perché aromatizzati con estratti di carne.



SALUTE

Dott.ssa RUINI SILVIA - Medico Veterinario

icina dolce per i n ostri anim sostanza che in un soggetto “Legge ali sano causa determinati di-

ed La m

sturbi, in un soggetto malato che presenta gli stessi disturbi essa sarà capace di curarli.

Mamme e neonati

T

ra le medicine non convenzionali per animali, l’omeopatia è quella che sta suscitando maggior interesse. Questo grazie alle sostanze che usa, di origine naturale e prive di effetti collaterali, ma anche ai grandi risultati che sta ottenendo sia negli animali domestici sia negli allevamenti a indirizzo biologico.

Hahnemann

La medicina omeopatica nasce agli inizi dell’Ottocento ad opera del medico tedesco Samuel Hahnemann (1775-1843) medico e ricercatore tedesco che fondò i principi di base di questa disciplina, sviluppando la concezione secondo la quale il simile può curare il simile: una 12

L’omeopatia utilizza sostanze provenienti dal mondo animale, vegetale e minerale che vengono diluite e scosse centinaia di volte in modo che nel rimedio omeopatico finale non siano più presenti le molecole originarie. Con questo procedimento l’effetto tossico delle sostanze viene annullato mentre ne viene potenziato l’effetto biologico. Per questo motivo i rimedi omeopatici non presentano gli effetti collaterali tipici dei farmaci e possono essere utilizzati anche nei neonati e nelle femmine in gravidanza.

Malattia come difesa

A differenza della medicina ufficiale che confina la malattia in un determinato organo o tessuto, l’omeol’omeo patia considera la malattia come il modo con cui il nostro organismo tenta di ricondursi a uno stato di salute. La febbre, ad esemesem pio, è il modo in cui l’orl’or ganismo limita la diffusiodiffusio ne di un agente patogeno penetrato al suo interno; il vomito e la diarrea servono per eliminarlo all’esterno. Questa capacità di reagire ai fattori patogeni è diversa da individuo a individuo, ed è strettamente legata alla scelta del rimedio da utilizzare.

di similitudine”

Il rimedio omeopatico viene scelto dal medico in base ai sintomi secondo la “legge di similitudine”: i sintomi indotti dalla somministrazione del rimedio devono assomigliare ai sintomi presentati dal paziente. La puntura di un’ape, ad esempio, causa gonfiore, arrossamento e dolore: quando un paziente presenterà una parte del corpo gonfia, rossa e dolente, prendendo il rimedio Apis mellifica (rimedio ottenuto dall’ape del miele) riuscirà a curare il suo problema. Maggiore è la somiglianza, migliori sono i risultati che si ottengono. Per questo motivo la scelta del rimedio omeopatico deve essere fatta da un medico omeopata competente, che possa valutare tutti i sintomi presentati dal paziente e prescrivere il rimedio più adatto tra le migliaia di rimedi esistenti.

Multiuso

L’omeopatia può essere utile in tante patologie acute e croniche dei nostri ani-

mali: nei problemi respiratori, gastroenterici, urinari e genitali, nelle patologie cutanee, neurologiche ed immunitarie. Negli animali anziani e nelle malattie terminali il corretto rimedio omeopatico può attenuare i sintomi delle patologia in corso e sostenere il benessere fisico e mentale del nostro amico a quattro zampe fino alla fine.

Da soli o in squadra

I rimedi omeopatici possono essere utilizzati sia da soli che in associazione alle terapie tradizionali senza alcun tipo di interazione. L’importante è affidarsi ad un medico veterinario omeopata che sappia valutare la situazione clinica del paziente e consigli di volta in volta la terapia più giusta da seguire per la salute del nostro animale.



SALUTE

Leishmaniosi

UN COLLARE PER LA VITA

U

na famiglia su quattro possiede almeno un cane, ma solo il 15% dei proprietari di cani, o di chi se ne prende cura, conosce la leishmaniosi, una malattia molto grave, in continua ascesa e che può essere trasmessa anche all’uomo. Il livello d’informazione sulla leishmaniosi è contenuto: il 70% di coloro che la conoscono l’hanno solamente sentita nominare, il 20% la conoscono abbastanza bene e solo il 10% molto bene. E tra i pochi che conoscono la malattia soltanto una persona su tre sa che la leishmaniosi può essere trasmessa anche all’uomo. Sono i risultati di un’indagine di Doxa Pharma sul livello di conoscenza intorno alla malattia e sul grado di sensibilizzazione tra i proprietari di cani o chi se ne prende cura. La leishmaniosi è una zoonosi di tipo indiretto la cui trasmissione avviene tramite un insetto vettore, il flebotomo o pappatacio che, infettato sull’unico serbatoio di infezione comprovato, il cane, va a pungere una varietà ampia di animali a sangue caldo, tra cui anche l’uomo

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“La nostra ricerca mostra che nonostante ci sia una conoscenza diffusa di una serie di malattie trasmesse da parassiti esterne, la notorietà della leishmaniosi è molto bassa. È infatti una malattia conosciuta da pochissimi, solo il 15% delle persone che hanno un cane” (Paola Parenti, direttore ricerca DoxaPharma)

Cinque mesi Oggi i proprietari di cani sono molto attenti alla salute del loro amico a quattro zampe ma, paradossalmente, inconsapevoli, nella maggioranza dei casi, della temuta leishmaniosi. Uno tra i metodi più efficaci per controllare la diffusione della leishmaniosi canina è applicare al cane un collare a base di deltametrina che si distribuisce sulla superficie dell’animale e impedisce la puntura dell’insetto vettore, il flebotomo o pappatacio, per un periodo di 5 mesi. LeishMap In Italia le regioni più colpite sono quelle della costa tirrenica, del basso Adriatico e le isole maggiori. Ma anche le regioni preappenniniche e addirittura quelle prealpine a clima continentale, tradizionalmente indenni, sono oggi bersaglio dei flebotomi: lo dimostrano i dati della LeishMap, il network scientifi-

I risultati di un’indagine Doxa Pharma dicono come la lotta alla malattia sia ancora una partita aperta co per il monitoraggio e la mappatura della leishmaniosi canina in Italia. Al sicuro in città “L’aumento della temperatura insieme al fenomeno del turismo con cane al seguito, favoriscono la diffusione della leishmaniosi “precisa Luigi Gradoni, Reparto di Malattie Trasmesse da Vettori e Sanità Internazionale, Dipartimento di Malattie Infettive, Parassitarie e Immunomediate, Istituto Superiore di Sanità (ISS)”. Ad oggi le uniche aree non endemiche sono i centri urbani delle città medie e grandi, la pianura padana e i rilievi montuosi sopra i 400-800 metri”. Profilassi Purtroppo ancora oggi non esiste un vaccino anti-leishmania per uso umano o canino. L’unica profilassi disponibile rimane la prevenzione dalla puntura del flebotomo. Piani di sorveglianza Il cane che sia infettato o che sviluppi la malattia tende a non guarire mai neanche dopo successive terapie; può infatti evidenziare dei miglioramenti clinici, ma il parassita non viene mai eradicato. Al contrario nell’uomo il

trattamento terapeutico si è dimostrato altamente efficace nel 98% dei casi ed è anche ben tollerato. Per arginare la diffusione della malattia è fondamentale che i piani di sorveglianza della leishmaniosi canina siano applicati correttamente. Malati e isolati Spetta al Medico Veterinario, in qualità di Ufficiale di Polizia Giudiziaria, prescrivere l’adozione di una serie di misure cautelative. “Il medico veterinario deve in primo luogo tenere l’animale sotto sequestro fiduciario per isolarlo, in particolar modo nei riguardi dei bambini, degli anziani, degli immunodepressi e degli altri cani.” Sempre al Medico Veterinario del Servizio Sanitario Nazionale spetta la disinfestazione degli ambienti dove vive l’animale e l’applicazione di presidi ‘no-feeding’ come il collare a base di deltametrina durante tutto il periodo di attività del vettore (aprileottobre) per impedire la diffusione della malattia fino a guarigione clinica avvenuta che dovrà essere certificata dal veterinario curante”, sottolinea Aldo Benevelli, Vice Presidente Ordine Medici Veterinari di Roma e provincia.

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EDUCAZIONE L’adozione giusta Prima di tutto adottare con cura: scegliere razza, taglia, attitudini del cane con oculatezza, in base alle proprie esigenze. Preferire cani con caratteristiche di socievolezza, docilità, tranquillità, non toglie i rischi in modo assoluto ma di sicuro li abbassa. Adottare dei cuccioli che abbiano trascorso almeno otto settimane di vita con la madre e i fratellini garantisce una buona base di adattabilità. Un’adozione troppo precoce o molto tardiva può talvolta compromettere il futuro equilibrio.

P

Rispetto Genitori e bambini devono imparare a riconoscere i segnali comunicativi del cane, per potere, se necessario, intervenire in tempo.

CANI E BAMBINI

reveniamo i pericoli

Per ANMVI Dott. MARCO MELOSI Dott.ssa SILVIA MACELLONI

Per un bambino l’animale può essere un amico insostituibile, un compagno nella crescita, un aiuto nei momenti di difficoltà e nelle crisi di passaggio. Ciò non toglie che purtroppo, in alcuni casi, questa amicizia possa diventare pericolosa...

ove convivono bambini e animali il grado di attenzione degli adulti deve sempre mantenersi alto: come sempre, vale il principio che è meglio prevenire. Cani e bambini hanno un linguaggio simile, utilizzano in modo prevalente la comunicazione corporea e vivono nel qui ed ora: ciò rende in molti casi il loro dialogo immediato e intuitivo. Ma proprio l’immediatezza, la franchezza, e anche la rapidità della comunicazione, e delle azioni-reazioni che ad essa seguono, possono trasformare, in certe situazioni, un incon-

tro o una convivenza in tragedia. Qui pro quo Un cane che non conosce i bambini può avere difficoltà a comprendere i loro comportamenti. Comunicare non è sempre sinonimo di comprendere. Un cane può fraintendere un bambino e un bambino può non riuscire a decifrare il messaggio di risposta. I bambini corrono verso il cane, lo fissano negli occhi, agitano le braccia, gridano: un animale non abituato a questo tipo di atteggiamento può scambiare questa gioia ed il gioco per aggressione, e reagire di conseguenza. Cosa fare allora per evitare i pericoli? Ecco alcuni consigli.

Cani e bambini possono essere inseparabili compagni di giochi e coccole per tutta la vita ma un cane può fraintendere un bambino e un bambino può non riuscire a decifrare il messaggio di risposta.

È necessario insegnare ad un bambino a rispettare i bisogni del cane ed i suoi spazi: non si deve disturbare Fido nei suoi luoghi di isolamento (cuccia, angoli, brandina), in particolar modo quando dorme e quando mangia. Sotto controllo Regola fondamentale è non lasciare mai bambini sotto i sette-otto anni e cani da soli, nemmeno per un minuto e nemmeno se si conoscono bene. Se accadesse qualcosa, oltre a



Il volto del bimbo è ad altezza di muso di cane: se questo morde le ferite possono es essere anche molto gravi, anche se vengono inferte accidentalmente o con un morso moderato si conoscono bene. Se accadesse qualcosa, oltre a non poter intervenire per prevenire il danno, l’adulto non saprebbe mai come si è svolto l’incidente e difficilmente potrebbe prevenirne ulteriori. Premiato e contento Socializzare il proprio cane è la base, insieme alla giusta età di adozione, per la sua l’adattabilità futura. Un cane ben socializzato accetterà meglio i cambiamenti e di conseguenza si

abituerà prima e più facilmente alla presenza di un bimbo. Fin da subito, il cane va premiato e considerato in presenza del bambino e non in sua assenza o quando questo dorme. In questo modo esso assocerà il bimbo ad esperienze positive. Uomo avvisato... Ossa od oggetti particolarmente interessanti per il cane potrebbero rappresentare un pericolo: spesso i bambini si avvicinano al

cane per giocare e questo, nel timore di perdere l’oggetto per lui tanto prezioso, reagisce avvisando (ringhio, che può essere anche sommesso ed appena percepibile) e talvolta mordendo, se l’avviso non ha funzionato. Al guinzaglio Quando in casa ci sono amichetti, in particolar modo durante feste e compleanni, è bene mettere il cane almeno mezz’ora prima in un’altra stanza o portarlo temporaneamente altrove (da amici, parenti o altro). Potrebbe non riuscire a sottrarsi alle troppe attenzioni e reagire di conseguenza. Conducete il vostro cane nei luoghi pubblici sempre con il guinzaglio, o se necessario con la museruola. Non lasciate mai libero il cane se ci sono bambini e soprattutto se questi corrono o giocano con un pallone o altri oggetti.

Il peso del fisco sulla sanità animale ANMVI: “Necessario aumentare la detraibilità fiscale delle spese veterinarie e abbattere l’Iva sulle cure e alimenti per animali” Per l’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (ANMVI) non basta la ratifica della Convenzione Europea per la protezione degli animali da compagnia: per qualificare l’Italia come una nazione al passo con gli altri Paesi, bisogna agevolare in concreto la salute degli animali. Come? Aumentando la detraibilità fiscale delle spese veterinarie e abbattendo l’Iva che grava sulle cure e sugli alimenti degli animali. Oggi le detrazioni sono ferme a soglie di recupero fiscale irrisorie, circa 250 euro all’anno a conti fatti, e l’aliquota Iva sulle cure veterinarie è la stessa dei beni superflui: il 20%. E’ urgente cambiare rotta Governo e Parlamento ci riflettano seriamente nel varare la manovra finanziaria. Secondo i veterinari dell’ANMVI basta poco per rendersi conto dell’importanza della sanità veterinaria: le zoonosi, quelle ricorrenti e quelle riemergenti come la rabbia, le incognite epidemiologiche dei virus influenzali, la mutata geografia di malattie un tempo “esotiche” che i cambiamenti climatici hanno reso endemiche anche in Italia, sono tutti fattori che dovrebbero allentare la presa fiscale, premiando i comportamenti virtuosi della prevenzione veterinaria. E invece, in Italia lo Stato grava sulla salute animale più di quanto sarebbe ragionevole attendersi da politiche fiscali realmente allineate con gli indirizzi di prevenzione sanitaria dettati dagli organismi nazionali, regionali e internazionali. In tutto il mondo la salute degli uomini è considerata tutt’uno con la salute degli animali.



EDUCAZIONE

Il LUPO che c’e’ in lui Aldo Violet - Educatore e Rieducatore Cinofilo APNEC

Il cane è un lupo? Biologicamente potremmo dire che il cane altro non è che la forma domestica del lupo, visto che oltre che a discendere da esso ne condivide la quasi totalità del patrimonio genetico. Tuttavia, sia sul piano morfologico sia su quello comportamentale, cani e lupi sono molto diversi.

Riproduzione controllata

Non sappiamo con esattezza quando sia avvenuta la prima domesticazione, comunque sono passati molti millenni dalla cosiddetta “rivoluzione neolitica”. È da questo momento che il cane inizia a vivere in un rapporto di strettis-

sima collaborazione con l’uomo, il quale comincia ad allevarlo con una forma di riproduzione controllata.

Fasi concatenate

Molti comportamenti del cane sono riconducibili al comportamento predatorio del lupo. In esso viene eseguita una sequenza di atti contraddistinta dalla successione di fasi consecutive concatenate: la localizzazione della preda da catturare; la fase di avvistamento della preda (sguardo); l'avvicinamento; l'inseguimento; il morso per immobilizzare; il morso per uccidere; il consumo dell’animale ucciso.

La giusta sequenza

Nei comportamenti tipici delle varie razze, l’uomo ha modulato questa sequenza, interrompendola prima del completamento oppure esaltandone alcune fasi o inibendone altre. Alcune razze da caccia mettono in atto tutta la sequenza predatoria ad esclusione del consumo. Un esempio sono i segugi, che trovano, scovano, inseguono e uccidono la preda.

Localizzatori

Altre razze arrivano all’immobilizzazione della preda ma non la uccidono: per esempio i levrieri arabi, perché i mussulmani non possono consumare

carne di animali non uccisi dall’uomo. Altre razze, invece, si limitano a localizzare e ad avvistare la preda, esasperando la fase dell'avvistamento (così tutti i cani da ferma come i setter, i pointer, i bracchi). La sequenza predatoria, infine, è riscontrabile anche al di fuori di un contesto di caccia; la possiamo ritrovare, ad esempio, an anche nella conduzione delle greggi.



EDUCAZIONE

L’ISTRUTTORE risponde Egregio Istruttore, ho da poco acquistato una splendida cucciola di 4 mesi di Setter Irlandese. E’ un cane molto intelligente, vispo, ma il mio problema è che non mi ascolta. Non riesco a farmi obbedire. Continua a saltarmi addosso ed io non riesco a frenare la sua irruenza. Mi piacerebbe riuscire a farmi obbedire...nelle piccole cose quotidiane. Vorrei dei consigli pratici su come riuscire a ”domarla”, ma senza dover ricorrere a metodi aggressivi. Grazie, Valeria Innanzi tutto le voglio chiedere di non pensare a quelli che chiama “metodi aggressivi” perché non darebbero risultati ma soprattutto perché non sarebbe giusto nei confronti della sua cagnetta che ha soltanto bisogno di un po’ di educazione. Il cane non va “domato”, ma va creata prima di tutto una corretta relazione con il proprietario, il quale dovrà inoltre utilizzare i metodi corretti di educazione. Così, quando la cagna le salta addosso, basterà che lei la ignori, voltandosi, incrociando le braccia senza più interagire. Tenterà di rifarlo fintanto che si accorgerà che il sistema non serve per ottenere le attenzioni della proprietaria: a quel punto smetterà e lei premierà il comportamento corretto, cioè quando le si avvicinerà con le quattro zampe a terra. Immaginando che i suoi problemi di gestione sono molteplici; le consiglierei pertanto di rivolgersi ad un buon educatore cinofilo presente nella sua zona di residenza, il quale saprà creare la corretta relazione di cui le parlavo e spiegarle i metodi migliori per ottenere un cane perfettamente educato. Cordiali saluti Ciao sono Consuelo proprietaria di un maltese di 9 mesi molto affettuoso. A casa non abbaia mai è molto educato e paziente sopprattutto con mia figlia di 3 anni, ma quando andiamo a spasso apriti cielo! sembra isterico abbaia anche per una foglia che si muove, e non parliamo con gli altri cani se potesse li sbranerebbe! Da premettere che il cane l’ho comprato a ottobre che aveva 3 mesi e visto il clima molto rigido non l’ho mai portato fuori molto a lungo se non per fargli fare i bisogni ma ora che il tempo è bello usciamo sempre ma diventa molto snervante anche per me.Come posso rimediare? vorrei tanto che il mio cane fosse più sereno fuori e socializzasse con i suoi simili. Grazie Gentile Consuelo, Ritengo che la risposta se la sia data da sola. Mi dice infatti che nei primi mesi di vita il cane è stato segregato in casa a causa delle avverse condizioni atmosferiche. Il problema è che in questo modo il cane non ha avuto un minimo di socializzazione sia con i conspecifici che con l’ambiente. L’unica soluzione che le posso proporre è quella di affidarsi ad un Educatore Cinofilo professionista che provvederà a risocializzare il cane nel miglior modo possibile.

Aldo Violet Educatore e Rieducatore Cinofilo APNEC

Libri genealogici

L’uomo ha pescato a suo piacimento fra i repertori comportamentali del cane, isolando i comportamenti che gli erano più utili. Fino alla seconda metà dell'Ottocento la quasi totalità delle razze che oggi conosciamo praticamente non esisteva. Da quel momento l’uomo ha cominciato a mettere in atto programmi di allevamento evoluti, effettuando una vera e propria selezione artificiale e registrando gli accoppiamenti in appositi libri genealogici.

Cani urbanizzati?

Il criterio prevalentemente utilizzato sino a quel momento era quello di scegliere gli individui che

meglio sapevano svolgere un lavoro specifico. I criteri di ordine estetico (lunghezza del pelo, colore del mantello, portamento delle orecchie e altro) sono stati presi in considerazione solo a partire da quel periodo. È normale, quindi, che i comportamenti selezionati vengano riproposti anche dai nostri cani ormai troppo spesso forzatamente urbanizzati.

Patrimonio scomodo

Un comportamento che non sarebbe considerato un problema nel contesto in cui la razza si è originariamente sviluppata, spesso diventa indesiderabile in ambiente domestico: ad esempio se un cane pastore cerca di radunare, magari mordendo le caviglie, i componenti della famiglia, dobbiamo pesare che ciò è riconducibile al patrimonio genetico della razza. Quando adottiamo un cane, quindi, cerchiamo di ricordare che se si tratta di un soggetto da lavoro potremmo ritrovare in lui dei comportamenti indesiderati che potranno essere in parte corretti ma mai annullati.



IL GATTO SACRO

Siam e È

una delle razze feline più antiche. Questo gatto così famoso prende il nome dalle sue origini esotiche: si narra infatti che i primi Siamesi siano stati introdotti in Europa direttamente dal Siam. Antichi documenti attestano la presenza dei Siamesi già dal 1330, presso la corte reale dell’attuale Thailandia, dove erano molto apprezzati come animali da compagnia.

I poemi del gatto

Fra le rovine di Ayuthia, la capitale di questo regno, è stato trovato un libro dell’epoca, intitolato “Poemi del gatto”, nel quale questi felini dallo splendido mantello sono stati ritratti accanto ai reali del tempo. Sembra infatti che questi gatti fossero talmente considerati dai regnanti, che era proibito esportarli senza la loro autorizzazione; erano gatti sacri, allevati dai sacerdoti come guardiani dei templi. 24

Pho e Mia

In Europa questi gatti giun giunsero solo alla fine dell’Ot dell’Ottocento, e dopo le prime difficoltà di adattamento al clima cominciarono ad affascinare la gente e a diffondersi. La razza ven venne riconosciuta in Europa intorno agli anni Venti. I capostipiti della razza che sembra siano stati donati all’Inghilterra dal re del Siam, erano due splendidi esemplari di nome Pho e Mia. Negli Anni Sessanta, la voglia di rinnovamento toccò anche questa razza, che venne modificata ed estremizzata: nacque così il Siamese attuale. Gatti sottili ed elegantissimi, con occhi blu zaffiro e orecchie enormi. Più che un gatto, una vera e propria opera d’arte.

Look e salute

Dopo un periodo in cui sembrava che il Siamese avesse un po’ perso il favore del pubblico, dalla fine degli anni Novanta un nutrito gruppo di allevatori italiani ed europei, ha ini-

ziato la selezione di questi stupendi gatti, lavorando moltissimo sul look e sulla salute di questi soggetti. Oggi nella sola Italia troviamo moltissimi allevatori di Siamesi e il numero degli estimatori di questi gatti è in costante aumento. Proprio per tutelare i gatti di tipo Siamese, nel 2007 è nato in Italia il Boss & Co. Cat Club (Balinese Orientale Siamese Seychellois & Co Cat Club) che ha come scopo primario la selezione, diffusione e miglioramento dei gatti di IV Categoria.

Colorazione himalayana

I Siamesi sono gatti inconfondibili. Dopo il Persiano sono la razza più nota al mondo. Le A un Siamese è stato dedicato un film intero, “FBI Operazione Gatto”, in cui un curiosissimo Siamese aiuta a rintracciare una donna sequestrata.

caratteristiche principali sono i meravigliosi occhi a mandorla di un bellissimo colore blu zaffiro, contornati dalla tipica mascherina. Il colore nel mantello si concentra sulla punta delle zampe, sulla coda, il muso e le orecchie, con la tipica colorazione “colourpoint”. Tale colorazione Himalayana si trova anche in altre specie animali come i furetti, i topi, le cavie, i conigli e altri.

Il levriero dei gatti

La pelliccia nel Siamese deve essere corta e compatta, morbida ma senza sotto pelo. Il Siamese moderno è un gatto agile


O

m ese

crema e le squame di tartaruga (tortie). Sono ammesse anche le varianti tabby (tigrate) e le varianti tortie tabby (tabby mescolato a tortie) di tutti i colori menzionati.

Albicocca e caramello

e snello, con un corpo filiforme ma muscoloso, la coda lunghissima e sottile, e il collo sinuoso. L’attuale selezione sta lavorando per ottenere gatti con delle orecchie grandi, ben aperte alla base, portate basse, tanto da formare un triangolo equilatero ideale con il mento. Il mento deve essere forte e il profilo dritto. Proprio per le sue caratteristiche fisiche, il Siamese viene spesso definito il “levriero“ dei gatti.

Squame di tartaruga

L’unica colorazione ammessa per i Siamesi è quella colourpoint, con l’unica eccezione del Foreign White (ovvero un Siamese rarissimo, comple completamente bianco). Il colore come già detto si concentra sulle estremità del corpo. I colori am ammessi sono il bian bianco, il nero (detto seal), il cioccolato (chocolate), il blu , il lilla (lilac), il can cannella (cinnamon), il fawn, il rosso, il

Attualmente in alcuni paesi si sta lavorando su nuove colorazioni come l’albicocca (apricot) e il caramello (caramel) che però ancora non sono state riconosciute ufficialmente. La variante bicolore del Siamese è ammessa ma ha preso un nuovo nome: Seychellois. Non sono ammessi siamesi di colore silver.

Impavidi

Nessun gatto ha un carattere equiparabile ai gatti di tipo siamese, legati in maniera quasi morbosa al loro padrone: se potessero condividerebbero tutto con lui. Sono gatti che ricercano le coccole di continuo, amano stare in braccio e salire sulla spalla del proprietario. I gatti di tipo siamese sono così legati al padrone da sfidare perfino i cani di grossa taglia pur di difendere il loro amato proprietario.

Sotto l’acqua

Nulla spaventa questi gatti, tanto che spesso sono dei veri scavezzacollo: non c’è armadio o porta che essi non riescano ad aprire, non c’è cornicione dove essi non amino passeggiare. Perfino l’acqua non li inti-

B.O.S.S.

& Co Cat Club Si tratta del club interamente dedicato ai gatti della IV categoria. Nasce il 3 novembre 2007 a Firenze, grazie all’impegno di un gruppo di allevatori e appassionati di gatti di tipo Orientale che si sono consorziati insieme per perseguire un fine comune: la diffusione e la conoscenza delle razze di IV categoria. Il club persegue i propri scopi divulgando materiale informativo, organizzando speciali e rassegne per consentire al grande pubblico di avvicinarsi a conoscere meglio le razze della quarta categoria, e per permettere agli appassionati utili scambi di opinioni ed esperienze.

morisce. Essendo dei gatti molto curiosi e intraprendenti amano viaggiare insieme alla loro famiglia umana e possono facilmente essere abituati a girare al guinzaglio. Sono gatti con una intelligenza davvero sviluppata, tanto da essere tra le razze più facilmente addestrabili per svolgere piccoli numeri da circo.

Aceto di mele

Lasciati da soli, i Siamesi si intristiscono e spesso smettono perfino di alimentarsi. Per il resto sono gatti molto forti, necessitano di po-

chissime cure. Un panno leggermente inumidito con aceto di mele servirà per rendere il loro pelo lucido e brillante. Solo gli esemplari a pelo lungo (Balinesi e Javanesi) hanno bisogno di qualche cura in più: una bella spazzolata settimanale renderà il loro pelo folto e soffice, evitando la formazione di nodi. Un bagno mensile è più che sufficiente.


IN VETRINA

ANIMONDA Semplicemente la prima scelta per cani e gatti Gusto per la vita, vitalità e buona salute sono gli ingredienti che mettiamo nella ciotola. I prodotti Animonda sono frutto delle più recenti scoperte scientifiche, per una sana e appropriata nutrizione animale. Ingredienti freschi selezionati e lavorati con cura, affinchè le sostanze vitali rimangano intatte. Abbiamo sviluppato solo prodotti di altissimo valore dal punto di vista nutrizionale-fisiologico, rispondenti alle necessità di ciascun animale. Animonda è riservata ai migliori negozi specializzati, dove il venditore deve fornire consigli e informazioni anche per problemi nutrizionali specifici, consigliando i prodotti della linea Integra, che si affianca alle cure veterinarie in modo specifico assicurando un approccio terapeutico olistico ed efficace. Il pro-gramma dietetico Integra, è consigliato per la nutrizione durante le fasi acute delle malattie o per l’intera vita dell’animale, in caso di sintomatologie croniche.

Oltre al 40° compleanno della casa madre tedesca, il 2010 celebra anche il 25° anniversario della nascita di Sera Italia. Per tutti coloro che condividono con Sera la passione per l’acquario, il laghetto e il terrario, questo significa 40 anni di ricerche e continui sviluppi per creare prodotti a 360 gradi che rendono questi hobby più semplici e piacevoli. In occasione di questo anniversario Sera Italia vuole premiare i suoi clienti con il concorso “40 anni Sera”. Le confezioni speciali per l’anniversario sono: Sera vipan 60 + 15 grammi (+25% di prodotto); Sera vipan 210 + 53 gram-

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INNOVET Alitosi: dalle alghe un supplemento di igiene orale quotidiana Si chiama Ascophyllum nodosum ed è un’alga bruna delle coste dell’Atlantico del Nord. Somministrata oralmente, viene assorbita a livello gastro-enterico e, attraverso la circolazione, si concentra nella saliva, dove inibisce la crescita dei batteri della placca e, così facendo, migliora l’alito. È infatti da un eccessivo accumulo di placca, e da una altrettanto eccessiva produzione di particolari sostanze (i composti volatili solforati) da parte dei batteri che la compongono, che deriva il classico odore di uova marce o pesce, tecnicamente detto “alitosi”. Un recente studio clinico nel cane ha confermato i benefici effetti della somministrazione di Ascophyllum nodosum sulla placca e sull’alitosi. Lo studio è stato condotto in America su 60 cani, in base ai protocolli stabiliti dal VOHC (Veterinary Oral Health Council). Solo i cani cui veniva quotidianamente somministrata l’alga bruna per tre mesi dimostravano un significativo controllo del grado di alitosi, misurato con uno specifico strumento (alitometro), in grado di rilevare la quantità di composti volatili

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solforati responsabili dell’alito cattivo. Anche la placca, valutata con un metodo colorimetrico, si riduceva solo in quei soggetti trattati quotidianamente con l’alga. Oggi l’alga Ascophyllum nodosum è disponibile anche in Italia per cani e gatti, con il nome Restomyl®supplemento. Info su www.innovet.it

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EVENTI

Con il Ministro Brambilla per un’Italia davvero “animal friendly”

Riportiamo alcune parti dell’intervento di Michela Vittoria Brambilla, Ministro del Turismo, del 13 maggio 2010. Il discorso è stato tenuto in occasione della presentazione del manifesto “La Coscienza degli Animali”, per raccogliere l’adesione di tutti quei cittadini che “credono che gli animali nascano uguali davanti alla Vita e per questo abbiano il diritto di essere rispettati”. uando si parla di coscienza, la mente vola immediatamente alle sfere più alte e preziose dell’essere umano. Lo stesso termine può essere usato in una diversa accezione, ossia come “consapevolezza” di ciò che accade intorno e dentro noi stessi. È con questo duplice significato che nasce qui oggi “La Coscienza degli Animali”. Nove interpreti di questa coscienza, ognuno con la forza della propria affermazione professionale ed umana, che vogliono dare voce a chi voce non ha. Un oncologo di fama mondiale, Umberto Veronesi, un ministro della repubblica, ma poi anche un grande giornalista, scrittrici molto amate dal pubblico, un artista di indiscusso talento, uno stimato teologo, un imprenditore di successo e un avvocato di riconosciuta professionalità. Abbiamo coinvolto diversi

illustri personaggi ai quali ci lega lo stesso modo di intendere il rispetto delle vita in tutte le sue forme. Noi siamo qui e vogliamo metterci la nostra faccia. D’ora in poi “faremo” e “saremo” la coscienza degli animali e la nostra voce sarà forte e chiara. Il primo diritto degli animali è proprio il diritto alla vita, perché essi hanno un elevato livello di consapevolezza, coscienza, sensibilità e molti di loro hanno la capacità di sviluppare sentimenti. Infliggere sofferenze agli animali per crudeltà, o peggio per divertimento, è un atto di violenza e un segno di arretratezza morale che non fa parte del mondo civile. Per questo oggi affronteremo alcuni temi che sono pagine da cancellare per il nostro paese. In primo luogo, il massacro degli animali nella stagione venatoria. Non è degno di un Paese civile uccidere per sport, spesso con metodi crudeli, esseri viventi ignari e indifesi. I 750mila cacciatori recentemente censiti dall’Istat non possono pretendere di conti-

nuare a portare avanti una pratica che la stragrande maggioranza degli italiani ritiene inaccettabile. (...) I cacciatori si dovranno rassegnare: noi proseguiremo nella nostra battaglia di civiltà per l’abolizione della caccia. Come proseguiremo sulla strada dell’abolizione degli zoo, nei quali gli animali sono costretti a trascorrere

ve esistenza in allevamenti nei quali gli è spesso impedita persino la libertà di movimento. Per non parlare della strage degli agnelli e dei capretti che ogni anno si verifica nel nostro paese. Quasi 6milioni di cuccioli uccisi con metodi cruenti perché questa è la tradizione. Io vi annuncio che chiederò al Governo di porre fine alla macellazione rituale che prevede lo sgozzamento dell’animale. Ma le cose devono cambiare anche per gli animali domestici. Il maltrattamento di animali e l’abbandono rappresentano due grandi vergogne del nostro paese. Dovremo arrivare, inoltre, ad abolire la vivisezione che non ha alcuna validità scientifica e a promuovere un’azione di sensibilizzazione contro l’uccisione di animali per ricavarne capi di abbigliamento, come le pellicce, che nel mondo di oggi sono inutili e pure fuori moda. Non è più necessario vestirsi di cadaveri per ripararsi dal freddo. Questa grande opera di crescita civile e culturale credo che sia il dovere di ogni cittadino.

Per sottoscrivere il manifesto de “La coscienza degli animali”: www.lacoscienzadeglianimali.it la propria esistenza dietro le sbarre, in spazi angusti, umiliati rispetto alla propria natura che li ha creati liberi e ridotti all’ombra di loro stessi. E lo stesso vale per i circhi. “Le cirque du soleil”, il grande circo canadese, ha dimostrato che si possono realizzare meravigliosi spettacoli senza obbligare gli animali ad esibizioni vergognose. Ma il problema non riguarda solo le tigri o gli elefanti. Sono milioni i bovini, i maiali, i cavalli e gli altri animali allevati ogni anno per finire sulla nostra tavola, che trascorrono la loro bre-

Certamente è anche un dovere per il Ministro del Turismo. Come tale ho intenzione di promuovere ogni azione necessaria a sostenere ed incrementare un cambiamento culturale verso la costruzione di una nazione “animal and pet friendly” a 360°. Nel fare questo non posso che chiedere il sostegno e la collaborazione di quelle preziose realtà che fino ad oggi si sono battute coraggiosamente per la tutela dei nostri piccoli amici: le Associazioni animaliste, che qui ringrazio per l’insostituibile lavoro svolto. 27


West Highland W h

Un cacciatore che viene dalla S c

L

a razza nasce in Scozia e più precisamente nella sua parte occidentale, le Highlands. I terreni di caccia offrono in queste zone un’ampia varietà di prede che dimorano in tane scavate nel terreno, da qui la necessità di avere come ausiliario un piccolo cane agile, dal forte temperamento disposto ad intrufolarsi negli anfratti e nelle gallerie scavate da volpi o tassi.

Piccoli e bianchi

Il primo lavoro di selezione per creare una razza pura fu quello del colonnello Malcolm di Poltalloch che, intorno al 1870, riuscì ad ottenere soggetti omogenei, di colore bianco e di taglia adeguata. Sembra che a spingere il colonnello Malcolm verso la selezione di soggetti bianchi invece dei più diffusi cani rosso-bruno sia stato un incidente durante una giornata di caccia. Uscito con il suo terrier favorito, un soggetto marrone, si venne a trovare sulla traccia di una lepre, che per sfuggirgli scappò in un cunicolo seguita a ruota dal piccolo terrier. Il colonnello

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W hite Terrier S cozia

A cura di www.westy.it

Sono molto attaccati alla famiglia, ma a volte non particolarmente propensi ad essere coccolati. In caso di pericolo abbaiano in modo intenso, e sono ottimi cani da guardia.

sparò alla forma che vide uscire in corsa dalla tana e solo dopo averla colpita a morte si rese conto di aver ucciso il proprio cane invece della preda.

A colpo d’occhio

Il dolore per l’accaduto convinse Malcom ad allevare i suoi cani privilegiando il colore bianco del mantello, senz’altro più riconoscibile a colpo d’occhio rispetto al bruno-marrone. Il colonnello Malcolm mise molta cura nell’identificare le caratteristiche che avrebbero differenziato la razza da lui selezionata dai parenti più prossimi quali il Cairn Terrier e lo Scottish Terrier e, con il passare degli anni, l’omogeneità e le particolarità dei Westie divennero evidenti e portarono all’inserimento della razza fra quelle riconosciute dal Kennel Club.

Allegri compagni

Le qualità, le caratteristiche e la personalità dei West Highland White Terrier li distinguono nettamente dagli altri terrier. Nell’ambito familiare sono allegri compagni che si inseriscono con discrezione nell’ordine delle cose, anche se tal talvolta si mostrano un po pochino individualisti. Come cuccioli, sono una delle razze più facili da avere in casa, e anche quando provengono da un

ambiente esterno, hanno la capacità di adeguarsi in pochi giorni alle abitudini della nuova famiglia. Il loro comportamento in casa è molto corretto, poiché, sebbene possiedano una incredibile dose di vivacità, è estremamente raro che perdano la testa e partano all’attacco delle suppellettili di casa.

Pasta, carne e verdure

La dieta di uno Westie, se di tipo casalingo, composta cioè da riso o pasta con carne e verdure, è molto gradita, ma deve essere integrata con sali minerali, vitamine e calcio, specie per quanto riguarda il periodo della crescita. I mangimi specifici sono invece già adeguatamente integrati e, soprattutto per quanto riguarda i mangimi secchi, estremamente pratici da usare.

Cioccolatini mortali

Alcuni alimenti possono essere mortali per un Westie; il cioccolato, ad esempio, è uno dei cibi proibiti: anche una piccola dose può essere fatale. Il cioccolato contiene infatti sostanze altamente nocive per la salute di questi cani. Altri cibi a cui fare attenzione sono gli ossi; certi tipi di ossi tendono infatti a scheggiarsi facilmente e queste schegge possono rimanere in gola, provocando lesioni o soffocamenti. Attenzione poi alle araSono affettuosi con i bambini, ma solo se questi dimostrano rispetto e buone attitudini verso di loro.

chidi e alle cipolle; molti Westie hanno avuto reazioni allergiche a questi cibi.

Strippati

Con il termine “stripping” si intende comunemente la toelettatura mediante epilazione. In realtà, gli West Highland White Terrier vivono benissimo anche senza alcuna toelettaura. La cosa importante è una spazzolatura un paio di volte la settimana con una spazzola a denti di acciaio, curando di districare gli eventuali bioccoli nei punti più difficili (sotto le ascelle, sul ventre e sotto le orecchie). Questa pratica permette anche di controllare la presenza di scomodi ospiti quali pulci o zecche.

A ciocche

Molte persone amano il loro Westie in versione “da esposizione” e quindi preferiscono portarlo a toelettare. I toelettatori professionisti sono parecchi ma non tutti effettuano lo stripping manuale, il solo a garantire un miglioramento della qualità del pelo. La tosatura meccanica ha lo scopo di radere il pelo ma non promuove una migliore crescita di quello nuovo. È comprensibile che l’idea che al proprio cane venga strappato il pelo a ciocche possa destare qualche apprensione, va però detto che questa operazione, se fatta da toelettatori esperti nella razza e di buon livello, non disturba il cane più di tanto. Inoltre il risultato finale può essere veramente piacevole.

Raduno Nazionale WESTY Si terrà a Ferrara, organizzato dal Social Network Westy.it all’Hotel Club Villaggio Spiaggia Romea del Lido delle Nazioni il 18, 19 e 20 Giugno prossimi, inoltre il 20 Giugno verrà celebrato un Westy-Matrimonio tra due partecipanti: Westy sposo&sposa saranno rigorosamente in abito nuziale. Al raduno sono attesi oltre 90 esemplari: affronteranno (a modo loro) prove di obbedienza, concorsi e sfilate per eleggere il migliore. Che non sarà necessariamente il più bello. “Tutto nasce, praticamente, per caso – spiega Laura Bonetti, l’amministratrice del sito www.westy.it – quando 7 anni fa ho messo in rete le foto del mio Westy Duke. Oggi il sito conta un migliaio di iscritti in tutta Italia. Si è venuto così a creare un vero e proprio Social Network, dedicato solamente a questa razza e che in breve tempo è diventato un punto di incontro per scambio di opinioni, suggerimenti e semplici curiosità. Questo è il secondo Raduno Nazionale, ma nel corso dell’anno si tengono molti “mini” raduni locali organizzati spontaneamente da gruppi di singoli iscritti”.

Per informazioni: www.westy.it Email: info@westy.it

I VINCITORI riceveranno in regalo l'’’ abbonamento alla rivista!!!! news

La Ciotola


Sono tra gli animali da affezione più piccoli, ma anche i più attivi: per la loro la piccola taglia, insieme alla vivacità e velocità di fuga, i criceti non possono essere lasciarli

liberi in casa. Il rischio, infatti, è che vadano incontro a innumerevoli pericoli e alla possibilità di fuga, per non parlare dei danni che possono causare rosicchiando il mobilio.

GABBIA

a misura di criceto AAE (Associazione Animali Esotici) Dott.ssa MARTA AVANZI - Medico Veterinario

a gabbia dei criceti deve rappresentare non solo il mezzo per tenerli al sicuro, ma anche un ambiente quanto più possibile confortevole e “a misura di criceto”. Vediamo i principali accorgimenti per rendere la gabbia una “casa”, sicura e piacevole per l’animaletto che custodisce, anziché una prigione.

Spazio

Per essere confortevole, la gabbia deve essere il più grande possibile, sempre in relazione alle possibilità economiche e allo spazio a disposizione. Evitiamo quindi di comprare minuscole gabbiette di 30-40 cm di lato: maggiore sarà lo spazio a disposizione, migliore sarà la qualità di vita del piccolo roditore. I criceti in natura compiono ogni notte diversi chilometri alla ricerca del cibo, e hanno un bisogno innato di fare attività.

Pareti lisce

La gabbia deve ovviamente essere a prova di fuga, di materiale facilmente lavabile e non assorbente e ben aerata. Le comuni gabbie per criceti, con il fondo di plastica e le sbarre di metallo non sono la soluzione ideale. I criceti cercano in continuazione una via di fuga; per que30

sto motivo tendono ad arrampicarsi sulle sbarre e spesso restano con le zampine impigliate, oppure

Parco giochi Le gabbie per cavie hanno i bordi molto rialzati per impedire la fuoriuscita della lettiera e dispongono superiormente di un’apertura a griglia, che consente anche un’adeguata areazione. Una gabbia di questo tipo è anche abbastanza grande da consentire di allestire, con un po’ di fantasia e inventiva, un piccolo parco giochi con tubi di cartone, casette, mucchietti di fieno e altri elementi per arricchire l’ambiente. Variando di tanto in tanto questi oggetti, si consentirà al criceto di esplorare sempre nuove cose.

cadono, e questo provoca fratture degli arti che sono molto difficili da guarire. Spesso l’unico modo per risolvere il problema consiste nell’amputazione della zampa. Per prevenire questi sfortunati incidenti la gabbia ideale dovrebbe essere a pareti lisce, senza appigli per arrampicarsi.

Gallerie

Anche le scalette per collegare eventuali ripiani della gabbia devono essere solide, senza gradini sui cui facilmente si incastrano le zampette. Per ampliare lo spazio, si possono unire più gabbie in verticale, collegandole tra loro con tubi e rampe. Nei negozi possiamo trovare anche gabbie per criceti dotate

di una serie di gallerie di plastica trasparente; sono molto divertenti per il criceto e per chi lo sta osservare, ma piuttosto laboriose da pulire.

Fondo pieno

La ruota per fare esercizio è indispensabile in ogni gabbia, per permettere ad animali tanto vivaci e attivi di sfogare la loro vitalità. Tuttavia anche la ruota può costituire un pericolo per le zampette del criceto. Le ruote devono avere il fondo pieno, non a sbarre, e la loro collocazione va studiata con particolare attenzione per evitare che le zampe restino incastrate tra la ruota e la parete della gabbia, altra causa frequente di incidenti.


Un elemento della gabbia che non deve mai mancare è una casetta, una piccola tana che darà al criceto un senso di sicurezza e protezione. Il criceto imbottisce la tana di materiale morbido, costruendo così un nido caldo per dormire. Allo scopo gli si può lasciare a disposizione della carta da cucina a pezzetti o della semplice carta igienica.

Acqua e sapone

Il fondo della gabbia deve essere assorbente, non abrasivo e non polveroso.

tidianamente riguardare anche l’abbeveratoio e il ricambio d’acqua. In più è necessaria anche l’eliminazione degli alimenti deperibili come verdura e frutta.

Ricerca

Assolutamente controin controindicato il ghiaino per gatti, mentre sono più o meno adatti vari materiali, ad esempio: carta a pezzetti; pellet di carta riciclata, fieno o legno; fieno morbido sopra uno strato di trucioli di legno. Indipendentemente dal tipo di materiale usato, l’importante è curare sempre con attenzione l’igiene, essenziale per la salute dei piccoli roditori. Il fondo va cambiato tutte le volte che si rende necessario, provvedendo nel contempo a lavare con cura la gabbia con acqua calda e sapone.

Gabinetto

Molti criceti utilizzano un angolo della gabbia per i bisogni: allestendo un piccolo “gabinetto” si può facilitare molto le operazioni di pulizia. A proposito di pulizia, questa deve quo-

Per stimolare l’attività del criceto è preferibile non offrire il cibo in una ciotola. In quel caso, infatti, l’alimento viene consumato senza sforzo; cerchiamo invece di sparpagliare il cibo per la gabbia (anche mischiato al materiale del fondo), in modo che il roditore debba cercare e scavare per trovare la sua razione alimentare. In questo modo stimoliamo il comportamento di ricerca che si osserva in natura.

Asociali

L’ultima precauzione riguarda la collocazione della gabbia: evitiamo di esporla al sole diretto o alle correnti d’aria, ma assicuriamoci anche che sia al sicuro da cani e gatti, che non rappresentano certo una compagnia adatta ai piccoli roditori. Attenzione infine a rispettare la natura spesso asociale di questi animali. Il criceto dorato (il più grande dei criceti venduti come pet) è un animale assolutamente solitario e va sempre alloggiato singolarmente: la convivenza con un altro suo simile (o con qualunque altro criceto di altre specie) causerebbe lotte feroci che si concluderebbero solo con la sopravvivenza del più forte.

Domenica 2 maggio si è tenuta a Ferrara l’edizione 2010 del Conigliando, la giornata dedicata al coniglio da compagnia, alla cavia e ai piccoli roditori, organizzata da AAE (Associazione Animali Esotici), in collaborazione con i veterinari della SIVAE (Società Italiana Veterinari per Animali Esotici). Svoltasi nella raffinata e bellissima cornice dell’antico Hotel Duchessa Isabella e nel verde del suo giardino interno, la manifestazione ha visto come ogni anno una grande partecipazione di famiglie giunte con i loro beniamini a quattro zampe, tantissimi conigli ma anche cavie, criceti e simpaticissimi ratti. Durante la mattinata i veterinari Marta Avanzi, Marco Bedin e Giordano Nardini si sono intrattenuti con il pubblico per parlare di gestione, alimentazione, comportamento e salute, rispondendo alle domande più varie. Nel pomeriggio si è svolta la sfilata per gli animali, una mostra non di bellezza ma di simpatia e amicizia. Tra i vincitori, Dumbo, un ratto che ha conquistato le simpatie di tutti i giudici. Al termine della manifestazione vi è stata la premiazione dei partecipanti alla sfilata e dei vincitori del concorso fotografico, le cui foto serviranno alla preparazione del calendario AAE 2011. Le bancarelle allestite dai volontari per la vendita di piccoli oggetti e per la pesca di beneficienza hanno permesso di raccogliere fondi per aiutare i tanti animali abbandonati che AAE accoglie in attesa di trovare loro una nuova casa. La giornata ha anche avuto lo scopo di presentare il nuovo progetto della AAE sull’anagrafe dei conigli, che mediante l’applicazione del microchip, come si effettua di routine nei cani, permette di identificare i conigli e di iscriverli ad un registro nazionale. Si tratta di un progetto che la AAE considera particolarmente significativo affinché anche ai conigli venga riconosciuto ufficialmente lo status di animali da affezione. La giornata, trascorsa in relax e allegria, ha avuto lo scopo di informare correttamente sulla gestione, di far conoscere le attività della AAE, e soprattutto di celebrare il rapporto di amicizia tra gli umani e il loro amici animali che, anche se diversi dai tradizionali cani e gatti, sono comunque capaci di stabilire un profondo rapporto di affetto reciproco. A fine settembre a Milano si terrà un’altra edizione del Conigliando, su cui troverete i dettagli su questa rivista e sul sito AAE aaeweb.net. Siete tutti invitati a partecipare insieme ai vostri piccoli amici per trascorrere insieme una giornata indimenticabile.


IQuesti roditori sconosciuti... Alcuni di loro, come i criceti e i topolini, sono già da tempo considerati animali domestici. Altri solo di recente sono entrati a far parte della schiera dei nuovi animali da compagnia. Ma nonostante piacciano a grandi e piccini, spesso accade che chi decide di acquistare un roditore ignori completamente le sue necessità...

Un errore che comunemente viene fatto, ad esempio, è quello di ritenere che gli alimenti e le gabbie per i criceti possano essere adeguate anche per altre specie. Spesso infatti non si considera che le varie specie di roditori si differenziano profondamente per caratteristiche fisiologiche e comportamentali. Esigenza comune a tutti i roditori è quella di disporre di spazio per muoversi e un luogo appartato (può andar bene una cassettina

di legno o una casetta di plastica) che fungerà da tana. Una lettiera costituita da paglia, trucioli o altro materiale vegetale assorbe le urine e al contempo consente ai roditori di esercitare l’attività di scavo, propria degli animali che vivono in gallerie sotterranee.

Crescita no stop

La maggior parte dei roditori è di abitudini notturne e quindi è maggiormente attiva dopo il crepuscolo (mentre trascorre dormendo le ore diurne). Come indica chiaramente il nome, i roditori sono soliti rosicchiare qualsiasi materiale capiti sotto la loro dentatura. Ecco alcuni cenni sulle specie più diffuse nei pet shop. Chi adotta un roditore, spesso non si cura di raccogliere informazioni attendibili, in particolare sulle sue esigenze alimentari e di alloggiamento.


Caratteristiche fisiologiche delle varie specie di roditori SPECIE

LONGEVITA’ MEDIA IN ANNI

MATURITA’ SESSUALE

GRAVIDANZA IN GIORNI

PICCOLI PER PARTO

Criceto

2-4

2-3 mesi

16-20

4-10

Cincillà

12

6-8 mesi

110

1-3

Cavia

4 (rar. 7-8)

2-3 mesi

60-70

1-6

Gerbillo

2-3

2-3 mesi

23-26

4-5

Scoiattolo

6-12

10-11 mesi

30-35

4-5

Topo ballerino

2-3

2 mesi

18-21

5-10

Cane della Prateria

5-10

2 anni

30-35

5

Privare i roditori di cose da rosicchiare li espone a patologie dentali più o meno gravi che richiedono spesso l’intervento veterinario

Russo... o dorato

Il Criceto dorato (Mesocricetus auratus) è probabilmente il più conosciuto tra i roditori da compagnia. Di recente nuove specie, denominate genericamente con il termine di “Criceto russo” (più piccole, ma anch’esse originarie dell’Asia centrale), sono state introdotte nel nostro paese divenendo anche più comuni del Criceto dorato. Questi criceti (Phodopus campbelli, P. sungorus, P. roborovskii) sono particolarmente apprezzati perché più socievoli del Criceto dorato. A differenza di quest’ultimo i Criceti russi possono essere tenuti in piccoli gruppi nei quali non si evidenzia aggressività, specie se il gruppo viene formato in età giovanile.

Insalata e tarme

La dieta dei Criceti può essere considerata onnivora. Comprende infatti semi vari, vegetali freschi e alimenti d’origine animale (formaggio, yogurt, tarme

della farine), oltre a pellets specifici. L’innato comportamento di conservare grandi quantità di cibo in vista delle carenze invernali viene mantenuto in cattività, cosicché il criceto usa raccogliere semi e altri alimenti nelle tasche guanciali per poi svuotarli in alcuni punti della gabbia che fungono da vere e proprie “dispense”. La gabbia è bene che sia realizzata in materiale plastico o che sia un vero e proprio terrario, comprensivo di cunicoli e la classica “ruota” che permette agli animali di compiere il necessario moto.

Animale da pelliccia a chi?

Originario delle regioni andine del Sud America e tradizionalmente allevato come animale da pelliccia, il Cincillà (Chinchilla laniger) ha assunto il nuovo “status” di animale da compagnia. Il morbidissimo mantello di questo roditore è generalmente di colore grigio, meno frequentemente bianco o nero. Il Cincillà diviene un animale attivo e vivace soprattutto nelle ore serali, ma, come molti

roditori, è di base timido e risente di improvvise variazioni ambientali. Il Cincillà può essere ospitato in un’ampia gabbia,

lo. L’alimentazione deve essere basata su fieno di buona qualità e pellets specifici, mentre i vegetali

Nel periodo della maturità sessuale il maschio di Cane della prateria può risultare aggressivo

meglio se a vari livelli e sufficientemente alta (almeno 40 cm), in modo da permettere all’animale di drizzarsi agevolmente sulle zampe posteriori.

Lavaggi a secco

Nella gabbia del Cincillà conviene sempre immettere una vaschetta piena di sabbia e un po’ di borotalco, per permettere al nostro amico di fare i bagni “a secco”, necessari a mantenere nelle migliori condizioni il folto mantel-

freschi (frutta e verdura) devono essere forniti in modica quantità. Qualsiasi variazione alimentare deve essere apportata gradualmente in quanto il sistema digerente di questi animali è particolarmente sensibile.

Coccoloni

Originaria delle pianure aperte sudamericane, la Cavia o Porcellino d’india (Cavia porcellus) è un roditore che ha buone tradizioni come animale da 33


Se si decidete di adottare un singolo esemplare di Cane della prateria dedicategli molte attenzioni: vi ripagherà con un comportamento affettuoso (specie se avrete acquistato il vostro amico in età molto giovane)

Le abitudini del Gerbillo non sono spiccatamente notturne: esso alterna cicli di veglia e sonno nell’ambito delle 24 ore

compagnia ed è da tempo presente sul mercato con individui a pelo lungo o corto, dalle diverse combinazioni di colore. Si tratta di animali piuttosto docili, timidi e sociali che amano vivere in gruppo. Se tenuta come singolo pet, la Cavia necessità di contatto frequente col padrone.

Erbe di campo

L’alloggio migliore per le Cavie è un’ampia gabbia che deve privilegiare, nelle dimensioni, la lunghezza e la larghezza, mentre un’altezza di 20 cm è sufficiente per animali che non usano arrampicarsi alle sbarre. L’alimentazione deve essere basata su fieno, pellets specifici e vegetali freschi (erbe di campo, frutta e ortaggi).

Scorbutici

La Cavia è uno dei pochissimi animali che necessitano della vitamina C come integrazione della dieta; la mancata aggiunta di tale La dentatura dei roditori è caratterizzata da incisivi a crescita continua il cui sviluppo viene limitato dalla possibilità di rosicchiare rami o altro materiale ligneo 34

vitamina causa lo “scorbuto”, malattia che porta a morte l’animale. Conviene permettere alle Cavie di effettuare il primo parto non prima di 3-4 mesi di vita, ma non oltre i 7. In quest’ultimo caso il bacino della femmina è completamente ossificato e non permetterà un parto regolare. A differenza di molti roditori le piccole Cavie nascono coperte di pelo, con gli occhi aperti e perfettamente in grado di muoversi.

Coda fragile

Originario della Mongolia, il Gerbillo (Meriones unguiculatus) si è diffuso di recente come pet, dopo essere stato “scoperto” negli anni ‘60 come animale da laboratorio, grazie alla sua indole vivace e poco timorosa dell’uomo. Dal classico mantello agouti sono state selezionate nuove variazioni di colore che aumentano l’attrazione per questo roditore. I Gerbilli sono animali sociali che mal si adattano a vivere in isolamento. Per ciò che riguarda alimentazione e alloggiamento, vale

quanto riferito a proposito del Criceto. La lunga coda del Gerbillo è piuttosto fragile e per nessun motivo deve essere afferrato tramite essa.

Terricoli

Lo scoiattolo striato (Tamias striatus) e lo scoiattolo giapponese (Tamias sibiricus) sono due specie molto simili (la presenza di una sottile striscia bianca tra due nere e il colore tendente al nero grigio delle striature, piuttosto che al nero rossiccio, differenzia lo striato dal giapponese). Sono originarie la prima del Nord America, la seconda delle ampie regioni asiatiche. A differenza dei suoi parenti europei, si trat-

ta di scoiattoli di abitudini terricole che richiedono una gabbia più ampia che alta (ma mai più piccola di 80x50x80 cm), sebbene non sia male fornire piattaforme e cunicoli, oltre ad una casetta che possa fungere da tana.

Morsicatori

Di abitudini diurne, lo Scoiattolo è un animale vivace e dal temperamento deciso, poco adatto ai bambini in quanto mantiene un’indole selvatica e può facilmente mordere. Lo Scoiattolo risente più degli altri roditori delle basse e delle alte temperature, casi in cui cade sovente in uno stato letargico di durata variabile. Trattandosi di un roditore onnivoro, la sua dieta deve


essere costituita da frutta, semi, pellets specifici, verdure e pochi alimenti di origine animale.

Il topo ballerino

Mus musculus chinensis Questo piccolo roditore deve il suo nome alla caratteristica andatura “roteante”, causatagli da un difetto dell’organo dell’equilibrio e trasmissibile geneticamente. Come tutti i topolini è di abitudini notturne e, a causa le sue ridotte dimensioni (può fuggire attraverso le sbarre della gabbia), deve essere ospitato in terrario, opportunamente arredato con casetta, labirinti di plastica e altri oggetti che possano simulare una tana. La dieta del Topo ballerino è onnivora, basata su semi, frutta, verdura, fieno, pane

secco e piccole quantità di formaggio ben stagionato, in grado di coprire il fabbisogno di proteine d’origine animale.

Il cane della prateria

Cynomys ludovicianus Originario delle praterie nordamericane, questo roditore deve il suo nome al verso, simile al latrato di un cane, che emette per avvisare i suoi simili di un pericolo. In natura il Cane della prateria vive in colonie (dette anche “città”), divise in “famiglie” costituite da un maschio, alcune femmine ed i figli da loro generati al di sotto dei 2 anni d’età. La colonia di Cani della prateria scava complesse gallerie nel sottosuolo che possono rag-

giungere un’estensione notevole. Tale organizzazione sociale determina, ananche in cattività, la necesneces sità del roditore di avere contatto con suoi simili per non soffrire di solitudine.

Gallerie

Il Cane della prateria deve essere alloggiato in ampie gabbie, munite di ripiani e gallerie, in modo da simulare i cunicoli scavati in natura. È possibile permettere all’animale di trascorrere del tempo fuori della gabbia e anche, se abituato in tenera età, di essere condotto al guinzaglio (quello con pettorina). Il Cane della prateria è un erbivoro stretto per cui la sua dieta deve essere ba-

sata su fieno e verdura fresca, con piccole quantità di frutta e pellets. Evitate assolutamente noci, semi di girasole e noccioline, che rendono facilmente obeso l’animale e lo predispongono a sviluppare patologie anche gravi. La maggior parte dei roditori è sensibile alle malattie gastroenteriche e alle patologie cutanee. Un controllo delle feci, eseguito da un veterinario esperto in questi animali, può evidenziare la presenza di possibili parassiti

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o l l a g a p p a p n U o c i m per

A

Educare il target Il target accresce non solo la fiducia nell’animale verso il suo nuovo gruppo familiare ma anche in voi, perché avrete a disposizione uno strumento per comunicare senza fraintendimenti.

Per target si intende un oggetto generalmente di forma allungata come una bacchetta cinese o uno spillone per capelli in legno (fondamentale però che non sia appuntito). All’apice di questa bacchetta, se si vuole, si può aggiungere a incastro una pallina di legno colorata (la si trova facilmente tra i giochi per bambini, blu o verde andranno benissimo).

www.abctraining.it A cura di SARA MAINARDI Naturalista, Animal Trainer

Per scelta

La prima fase sarà quella di desensibilizzare il no nostro amico a prendere frut frutta, estrusi e semi dalle no nostre mani. In questa fase è sempre bene non inseguire l’animale per offrire il cibo. Meglio proporglielo stando fermi in un punto facile da raggiungere, anche lontano da lui, attendendo che si avvicini per scelta. Nel caso non si avvicinasse si può tornare dopo pochi minuti riproponendo un seme o qualcosa di gradito all’animale, senza forzature. La pazienza in questi casi vi sarà molto utile.

Eccolo arrivare a casa. Mi osserva, lo osservo e penso: <<Se fosse un cane saprei cosa fare, ma un pappagallo non si lascia nemmeno toccare: come farò a educarlo?>>. Al momento di accogliere in casa un nuovo amico pennuto, mentre si cerca un veterinario esperto in esotici per una prima visita e un educatore aviare, esiste un modo per farsi conoscere da un animale che non vuole farsi toccare, per aumentare gradualmente la fiducia ed educare comportamenti utili a una gestione positiva e non invasiva: stiamo parlando del target.

Preliminari

Possiamo definire tre fasi per l’educazione del target. La prima, è la desensibilizzazione del target (ma ogni nuovo gioco, oggetto, persona dovrebbe avere una fase di desensibilizzazione). È il momento in cui il target (come precedentemente con la mano e il cibo) viene proposto ad una certa distanza, viene tenuto fermo fuori dalla gabbia o appoggiato sopra un tavolo se l’animale è a suo agio sopra questo.


Piccoli passi

Il nostro compagno verrà rinforzato con un seme o con qualcosa di gradito (meglio se di piccole dimensioni in modo da poter fare più ripetizioni) ogni volta che proporrà un comportamento che può portare all’avvicinamento

al target, come guardarlo, spostare il peso del corpo verso il target, fare qualche passo verso il target, e via discorrendo: l’importante è che siano sempre piccoli passi.

Il tocco

La seconda fase è il tocco del target fermo: il nostro compagno viene educato a toccare questa pallina o l’apice della bacchetta. Il target può essere tenuto all’altezza della rete della voliera se l’animale non è abituato a uscire o a rientrare. Quando proporrà il comportamento del tocco (sono animali curiosi e nella maggior parte dei casi sperimentano toccando con il becco), verrà Saper comunicare con i nostri compagni animali significa anche creare l’ambiente adatto e trovare le soluzioni di apprendimento che facilitino comportamenti costruttivi senza innescare paure o aggressioni

rinforzato con qualcosa di gradito, ma anche vocalmente.

Percorsi

La terza fase è il tocco del target in diverse posizioni. È la fase in cui il pappagallo viene educato a toccare il target in qualunque posizione sia posto. Gradualmente si sposta il target di pochi centimetri da dove l’abbiamo sempre posizionato, poi man mano anche in basso o più in alto, fino ad arrivare a fargli fare dei percorsi (scende da un trespolo, cammina sulla corda e arriva a un altro trespolo dove può toccare il target).

Trespoli

Si passerà da una fase all’altra quando nella precedente l’animale è a suo agio e il comportamento

avviene senza tentennamenti. Importante per i tragitti è la predisposizione dell’ambiente. Se la sessione di educazione avviene dentro la voliera, questa dovrà essere arricchita di trespoli, corde e rami per permettergli di spostarsi facilmente in più direzioni senza doversi per forza arrampicare solo sulla rete; se la sessione è sopra un tavolo è consigliabile utilizzare un substrato non scivoloso.

Fuori e dentro

L’educazione al target, oltre a creare un rapporto di fiducia senza dover toccare e infastidire l’animale, è utile perché con questa metodologia si possono educare molti altri com-

Una chiara e semplice comunicazione sta alla base di qualunque rapporto positivo. portamenti, fondamentali per una gestione non invasiva. L’animale, ad esempio, seguendo il target potrà imparare ad uscire, ma soprattutto a rientrare dentro la voliera o nel trasportino senza forzature; le persone della famiglia che non hanno un rapporto stabile, completamente positivo o che non hanno confidenza, potranno comunque chiedere al nostro amico pennuto di rientrare nell’alloggio (senza doverlo rincorrere!). 37


Un PAGLIACCIO nell’acquario

Pacifici

Dott.ssa FEDERICA MICANTI - Medico Veterinario

I

l “pesce pagliaccio” è forse il più conosciuto e apprezzato tra i pesci tropicali d’acqua marina. Ma più che di “pesce pagliaccio” sarebbe meglio parlare di “pesci pagliaccio”. Infatti si tratta di un piccolo gruppo di pesci appartenenti alla famiglia dei Pomacentridae, il cui nome è legato al loro particolare modo di nuotare, ritenuto da alcuni un po’ goffo.

Simbiosi

I “pesci pagliaccio” vengono anche chiamati “pesci anemone” perché vivono in stretto contatto (simbiosi) con gli anemoni di mare. I meravigliosi tentacoli degli anemoni per i pesci sono un ottimo nascondiglio. I nostri amici pinnuti riescono a difendersi dal veleno di questi tentacoli grazie a uno speciale strato di muco che possiedono sulla parte esterna del corpo.

Testa smussata

Amphiprion ocellaris è il “pesce pagliaccio” più comune. Il suo habitat sono le barriere coralline di tutto l’Indo-Pacifico, dallo Sri-Lanka alle Filippine e all’Australia settentrionale. Ha il corpo gialloarancione, attraversato da tre bande bordate di nero. Tutte le pinne sono arrotondate, hanno la stessa colorazione del corpo e sono segnate da contorni bianchi e neri. Il centro dell’occhio è nero e la testa abbastanza smussata.

In acquario il “pesce pagliaccio” può essere anche molto longevo (riesce a sopravvivere diversi anni). È una specie molto socievole, tranquilla e pacifica. Gli adulti tendono a formare delle coppie fisse e isolarsi dai propri simili. Diventano aggressivi solo durante la riproduzione per la difesa della prole. L’alimentazione può essere rappresentata da mangimi secchi per pesci marini oppure cibo surgelato (dafnie, polpa di cozza tritata, artemie e altro), o vivo.

Dal Vietnam con amore

Amphiprion frenatus abita il Pacifico occidentale tropicale, dal Vietnam alle Filippine. Ha una particolare colorazione rosso-mattone, molto appariscente. Una striscia bianca bordata di scuro passa dietro l’occhio. I giovani possono avere due strisce. Le pinne

Parte della sua celebrità è legata al famosissimo film Disney che lo ha visto protagonista qualche tempo fa. Con le sue fantastiche avventure ha incantato e divertito milioni di bambini in tutto il mondo.


Per allevare i “pesci pagliaccio” necessario inserire nel nostro acquario un anemone di mare.

facili da allevare, conviene acquistare individui giovani che si adattano più facilmente alla vita in acquario.

Larve… difficili

sono arrotondate e più pallide rispetto al corpo. Le femmine sono leggermente più grandi.

simbiosi con un anemone, l’Entacmaea quadricolor, ma si adatta bene anche ad altri anemoni.

Litigiosi

Adattabili

I giovani esemplari e gli adulti sono molto litigiosi tra loro e verso gli altri “pesci pagliaccio”; gli adulti vanno allevati in coppia. Come Amphiprion ocellaris, anche Amphiprion frenatus vive in

Amphiprion clarkii è diffuso sempre nell’IndoPacifico, nelle lagune e nei reef corallini, dove sono presenti gli anemoni con cui vive in simbiosi. Pur essendo uno dei “pesci pagliaccio” più robusti e

I giovani esemplari sono socievoli e vivono in branco a contatto con gli anemoni. Crescendo diventano più territoriali e tendono a vivere in coppie, riproducendosi sempre presso gli anemoni. La deposizione delle uova si può osservare anche in acquario, tuttavia l’allevamento delle piccole larve che vengono fuori dopo la schiusa è un po’ complicato. Una coppia adulta ha bisogno di un po’ di spazio (vasca di un centinaio di litri) e non sopporta molto la convivenza con altri “pesci pagliaccio”.

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ACQUARIO

ACQUA

in bocca

Il linguaggio non verbale dei pesci

I pesci trasmettono a loro modo il malcontento o la soddisfazione e lo fanno attraverso il cambio di colore della livrea, il differente modo di nuotare e molto altro ancora... Per questa caratteristica, capire se un pesce “sta bene” non è molto facile e questo può creare problemi sia al momento dell’acquisto sia durante l’allevamento in acquario. Con un’attenta e regolare osservazione degli ospiti in acquario, entro breve anche l’acquariofilo meno esperto si “farà l’occhio” e percepirà se qualche cosa all’interno dell’acquario non va per il verso giusto. 40

SANO COME UN PESCE Diversa è la situazione di fronte a pesci in negozio, quasi sempre esposti in vasche spoglie, prive di nascondigli e intensamente illuminate. Giudicare in queste condizioni se i pesci sono sani risulta difficile. Ecco alcuni suggerimenti per evitare delusioni. Prima di tutto non si deve avere fretta: un buon negoziante non solo lascerà tutto il tempo per la scelta, ma darà anche suggerimenti qualificati. QUARANTENA E’ importante accertarsi che i pesci siano “quaran-

tenati”; ciò significa che dopo l’importazione (la maggior parte dei pesci d’acquario d’acqua dolce è allevata in impianti di acquacoltura del Sudest asiatico), i pesci hanno passato un periodo di almeno 8 giorni sotto osservazione, godendo eventualmente anche di cure contro malattie, prima di essere messi in vendita. Non si dovrebbero mai acquistare pesci appena importati; il rischio di trasferire in acquario assieme a questi pesci anche delle malattie o come minimo di venire in possesso di animali ancora molto stressati dal lungo viaggio è molto elevato.

Come per ogni altro animale, anche l’acquisto di un pesce d’acquario richiede fiducia nel venditore. L’acquisto spontaneo, eventualmente di qualche offerta speciale, in un negozio sconosciuto può rivelarsi un pessimo affare.


ACQUARIO MALATTIE INCOMBENTI Sarà poi necessario osservare con attenzione i pesci prescelti. I loro occhi non devono essere opachi, ma vispi e dai colori vivaci; il ventre sarà pieno e tondeggiante, mai incavato o troppo rigonfio; sul corpo e sulle pinne non si devono notare macchie o gibbosità che non facciano parte della loro normale livrea (sarebbero indice di qualche malattia incombente). PREZZI SPECIALI Ovviamente i pesci non devono presentare ferite o pinne danneggiate. Animali non perfetti, anche se offerti a “prezzi speciali”, vanno rifiutati, perché la loro cura in acquario richiede molta esperienza. Infine sarebbe un’ottima cosa assistere alla somministrazione del cibo: in qualsiasi momento pesci sani e ben acclimatati accettano avidamente il mangime. AFFAMATI La somministrazione del mangime ai pesci è tra i momenti più appassionanti per l’acquariofilo. Dopo pochi giorni i pesci sembrano riconoscere la persona e “accorrono” per accaparrarsi la loro razione di cibo.

I pesci, al contrario di molti altri animali, sembrano continuamente affamati: anche a distanza di pochi minuti dall’ultimo pasto possono nuovamente cibarsi, sebbene magari a rilento. Purtroppo questo è un “difetto” del loro metabolismo che induce facilmente l’acquariofilo a somministrare troppo mangime. CRONOMETRATI Di norma si dovrebbe somministrare una piccola quantità di mangime che i pesci assumono completamente in 2-3 minuti. Se dopo questo tempo resta ancora del cibo, la prossima volta si ridurrà la dose. L’ideale sarebbe nutrire i pesci due o tre volte al giorno, per esempio la mattina poco dopo l’accensione della luce, verso mezzogiorno e nel tardo pomeriggio o verso sera, almeno mezzora prima di spegnere le luci dell’acquario. Sarà importante offrire il cibo sempre nello stesso punto della vasca. Così anche i pesci un po’ lenti a raccogliere il cibo si abitueranno ad avvicinarsi in tempo, senza subire la concorrenza di mangiatori veloci. BILANCIATI Fondamentale è l’uso del mangime di marca, studia-

Un piccolo “trucco”: offrite il mangime lontano dal tubo d’entrata del filtro, eviterete che in parte venga aspirato Somministrando troppo cibo si rischia di far ingrassare i pesci e di inquinare inutilmente l’acqua con residui di cibo non consumati.

to espressamente per il nutrimento di pesci tropicali d’acqua dolce. Riso, pezzetti di pane o altri surrogati non sono cibi idonei per i pesci d’acquario, anche se vengono eventualmente accettati. L’industria mette a disposizione dell’acquariofilo un vasto assortimento di mangimi, formulati in base a precise ricerche scientifiche che assicurano un’alimentazione bilanciata, corrispondente alle specifiche esigenze dei pesci d’acquario. DIETA VARIA Il cibo per pesci, come qualsiasi altro alimento, alla lunga perde la sua freschezza e le caratteristiche organolettiche possono alterarsi se esso non viene conservato in un luogo fresco e asciutto. Per questo motivo sarebbe opportuno acquistare una confezione non troppo grande, sufficiente per circa 2 mesi di alimentazione. La dieta dei pesci deve essere varia.

In caso di impegni di lavoro, si può tranquillamente saltare la somministrazione del mezzogiorno. Non affidiamo la somministrazione del cibo a persone inesperte, che quasi sempre abbondano nella quantità di mangime. Pertanto si dovrebbero alternare regolarmente almeno due tipi di mangimi (in commercio si trovano decine di cibi per pesci di vario tipo tra quelli in scaglie o in granuli, quelli liofilizzati e quelli congelati). A cura di AIPA

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PATOLOGIE DEI PESCI

FUNGHI in acquario ALESSIO ARBUATTI Facoltà di Medicina Veterinaria Università degli Studi di Teramo Laboratorio di Psicobiologia, Cognizione e Benessere Animale

Q

uelle causate da agenti fungini, sono le malattie più comuni e facilmente riconoscibili fra i pesci ospiti di acquari casalinghi. Da un punto di vista descrittivo, possiamo differenziare due classi di malattie da funghi: le cosiddette micosi esterne e le micosi interne.

Fotosintesi, no grazie

Le micosi esterne sono tra le forme più comuni, e sono un problema anche nell’acquacoltura commerciale, dove causano perdite nel settore riproduzione e avannotteria. I funghi sono Per prevenire l’ittiosporidosi in acquariofilia si consiglia di: acquistare solamente esemplari da negozi che si riforniscono di pesci correttamente quarantenati, migliorare la qualità dell’acqua e infine usare lampade a raggi uvc.

organismi comunemente presenti sia in acqua dolce che marina. Dato che, a differenza delle piante, sono incapaci di effettuare la fotosintesi, per sopravvivere i funghi hanno bisogno di materiale organico come quello che spesso si trova in abbondanza sul fondo degli acquari.

Apripista

La Famiglia di agenti patogeni maggiormente coinvolta nelle micosi esterne è quella delle Saprolegnacee. La malattia prende il nome di Saprolegniasi. Perché questa si scateni, però, ci devono essere delle cause primarie che fungano da “apripista” e permettano alle spore dei funghi di svilupparsi sugli animali. Queste cause possono essere molte, ad esempio infezioni batteriche, ferite (che possono derivare da urti occasionali, combattimenti tra maschi, lotte tra soggetti di specie diverse), o anche la scarsa qualità dell’acqua in vasca dovuta ad una scorretta manutenzione.

Ciuffi biancastri

Le lesioni sono caratteristiche: si presentano come uno o più ciuffi biancastri che fuoriescono dal corpo del pesce, oppure come macchie biancastre che non sono sempre facili da

differenziare rispetto ad altre malattie batteriche o (in alcuni casi) parassitarie. Nonostante lo sviluppo avvenga principalmente verso l’esterno del corpo, in parte può coinvolgere anche gli organi interni. I ciuffi bianchi sono segno caratteristico dell’infezione fungina; al distacco di questi si nota spesso un vero e proprio cratere ulceroso che necessita di

Gli agenti fungini sono comunemente presenti in tutte le acque e colpiscono animali già stressati o ammalati.

tempo ed acqua correttamente gestita per una lenta guarigione.

Alla radice

In commercio vi sono numerosi prodotti attivi nei confronti delle patologie



a cura di ALESSIO ARBUATTI

Ciao Alessio, da qualche tempo si sta formando sul substrato del mio acquario una patina con una colorazione verdognola, a volta quasi smeraldo. Si estende in poco tempo, che cosa posso fare? Saluti Patrizia Ciao Patrizia, penso che il tuo problema sia da riferire a ciano batteri. Va detto che questi batteri sono tra i primi comparsi sulla Terra ed il loro successo sta proprio nella fotosintesi, stesso processo che viene comunemente utilizzato dalle piante. Ciò rende la gestione di questi batteri in acquario alquanto particolare. Infatti macronutrienti, micronutrienti ed anidride carbonica che vengono somministrati per la crescita delle piante possono essere utilizzati anche da questi microrganismi. Anche le notizie bibliografiche sono discordanti, non sempre queste crescite batteriche si accompagnano a parametri chimico-fisici alterati: c’è chi ipotizza anche una maggior capacità di formare colonie su alcuni substrati rispetto che su altri. Personalmente posso consigliarti innanzitutto di vedere se il fenomeno è autolimitante oppure se tende ad invadere tutto l’acquario, in secondo luogo utilizzare se puoi una filtrazione UVc ed, in casi estremi, somministrare (come consigliato da alcuni libri d’acquariologia) antibiotici in vasca (tetraciclina), ricordando comunque che tali principi farmacologici possono alterare anche la normale flora”utile” del filtro. Saluti Alessio. Ciao a tutti, devo trasportare i miei pesci poiché sto effettuando un trasloco a circa 300 km di distanza, come posso fare per evitare lo stress e la loro morte durante il viaggio? Biagio da Lecce Ciao Biagio, la cosa migliore sarebbe far partire anticipatamente il nuovo acquario arricchendo intanto il nuovo filtro con inoculi batterici di alta qualità in maniera tale da avere la “nuova casa” già disponibili a ricevere i pesci trasportati. Per quanto riguarda i pesci, se non hai gli appositi sacchetti da negozio spesso forniti dalle ditte, puoi acquistare dei sacchetti da surgelatore. A questo punto li riempirai per 1/3 d’acqua e metterai dello scotch sugli spigoli inferiori per evitare che i pesci possano “insaccarsi negli angoli”. In base alle dimensioni del sacchetto e dei pesci sceglierai quali e quanti pesci mettere all’interno,ti consiglio pochi pesci per sacchetto. Fatto ciò, lasciando 2/3 d’aria chiuderai i contenitori con degli elastici, Potrai porre la prima busta all’interno di un’altra e riporre tutti i sacchetti in una borsa termica o in un contenitore di polistirolo con carta all’interno. La temperatura in macchina d’inverno non richiederà un riscaldamento supplementare. Una volta a destinazione ricordati di non liberare subito i pesci, ma di farli riadattare molto lentamente alla temperature ed all’acqua della nuova vasca, saluti Alessio. Per i tuoi quesiti scrivi a: AQUAFORUM - LA CIOTOLA 55013 LAMMARI (LU) oppure: info@petfamilynews.it

Per prevenire malattie fungine esterne è necessario una corretta management dell’acquario, dal momento della scelta dei pesci fino alla gestione dei cambi d’acqua e del cibo.

fungine esterne. In alternativa si possono usare sostanze come blu di metilene, formalina (tossica per inalazione) o altre ancora le cui modalità di somministrazione sono reperibili sui testi patologia ittica. Oltre a trattare queste forme, spesso dovranno essere trattate le patologie batteriche alla base e la causa primaria che ha portato l’infezione iniziale.

Mangiaspore

Il secondo gruppo di malattie da miceti è quello delle micosi interne ed ha in acquariofilia due agenti ben conosciuti, che gli esperti chiamano Ichthyophonus hoferi e I. gasterophilum. Essi sono i responsabili dell’ittiosporidosi. Tale Genere di patogeni può causare gravi perdite tra i pesci. Fino ad oggi, l’ittiosporidosi è stata vista in più di 80 specie ittiche. Il fungo arriva in vasca

Le micosi si distinguono in interne o esterne, in base alla localizzazione nell’animale.

generalmente tramite soggetti portatori sani, malati o tramite pesci morti. Le spore vengono ingerite e si sviluppano nell’apparato digerente.

Cambia colore

I segni clinici dipendono dal grado d’infestazione e comprendono, tra le altre cose, inappetenza, problemi di coordinazione, lesioni delle pinne, tremori e cambiamento della colorazione. Spesso si ha anche il coinvolgimento dei reni e della milza. Contro l’ittiosporidosi purtroppo oggi non esistono cure particolarmente efficaci, specie se l’infezione si è propagata agli organi vitali. In acquacoltura vengono utilizzati, seppur con pochi risultati, blu di metilene e antibiotici (come la kanamicina). Spesso i funghi hanno anche un’azione pratica: aiutano la decomposizione dei resti di cibo in acquario.



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ESPOSIZIONI E RADUNI DI LUGLIO-AGOSTO 2010 Esposizioni Internazionali

3-4 Luglio ROMA Gruppo Cinofilo Capitolino Tel. 06-4067413

Esposizioni Nazionali

4 Luglio BRA (CN) Gruppo Cinofilo Delle Langhe E Roeri Tel. 0173-363044 SAN GIORGIO A CREMANO (NA) Gruppo Cinofilo Partenopeo Tel. 081-405155 11 Luglio CINGOLI (MC) Gruppo Cinofilo Cingolano Tel. 0733-963470 CROCETTA DEL MONTELLO (TV) Gruppo Cinofilo Trevigiano Tel. 0422-235998 18 Luglio CEFALU’ (PA) Gruppo Cinofilo Cefaludese Tel. 091-8142513 SALICE D’ULZIO * SAUZE D’OULX (TO) Gruppo Cinofilo Torinese Tel. 011-857639 1 AGOSTO LAVENO MOMBELLO (VA) Gruppo Cinofilo Varesino Tel. 0332-229600 15 AGOSTO GRADISCA D’ISONZO (GO) Gruppo Cinofilo Isontino Tel. 0481-532102 22 AGOSTO SACILE (PN) Gruppo Cinofilo Pordenonese Tel. 0434-366726

Esposizioni REGIONALI

3 Luglio LUGO (RA) Gruppo Cinofilo Lughese Tel. 0545-25438 10 Luglio BARBARIGA (BS) Gruppo Cinofilo Bresciano Tel. 030-3542540 RAVENNA Gruppo Cinofilo Ravennate Tel. 0544-400130 17 Luglio FERMO (AP) Gruppo Cinofilo Fermano Tel. 0734-623009

48

18 Luglio MONZA (MB) Gruppo Cinofilo Monzese Corona Ferrea Tel. 039-360321 REZZOAGLIO (GE) Gruppo Cinofilo Tigullio E Grande Genova Tel. 0185-234038 24 Luglio AMASENO (FR) Gruppo Cinofilo Frosinone Tel. 0775-824126 CORIANO (RN) Gruppo Cinofilo Riminese Tel. 0541-28754 30 Luglio CASATENOVO (LC) Gruppo Cinofilo Provinciale Lecchese Tel. 0341-369740 28 Agosto BEDONIA (PR) Gruppo Cinofilo Parmense Tel. 0521-944580 29 Agosto MONDRAGONE (CE) Gruppo Cinofilo Casertano Tel. 0823-323879

RADUNI

3 Luglio PALAZZONE (SI) BLEU DE GASCOGNE Club Italiano Bleu De Gascogne Tel. 0321-824241 4 Luglio BOFFALORA SOPRA TICINO (MI) ALANO Società Italiana Alani Tel. 0143-743621 4 Luglio CERNUSCO LOMBARDONE (LC) Sas Milano Parco Lambro Tel. 039/460903 4 Luglio SCIACCA (AG) Sas Sciacca Tel. 0925-23019 10 Luglio SANTA VITTORIA D’ALBA (CN) Bci Gruppo Albese Tel. 011-3185700 11 Luglio CALDES (TN) BRACCO ITALIANO Società Amatori Bracco Italiano Tel. 0377-801022 11 Luglio CHIESINA UZZANESE (PT) Rci - Sezione Tel. 335-7810357

ETROUBLES (AO) SAN BERNARDO Club Italiano San Bernardo Tel. 0382-868514 PONTECAGNANO (SA) Sas Salerno Tel. 089-761064 17 Luglio ORVIETO (TR) BRACCO ITALIANO Società Amatori Bracco Italiano Tel. 0377-801022 17 Luglio SALICE D’ULZIO (TO) ALPENLAENDISCHE DACHSBRACKE Associazione Italiana Alpenlaendische Dachsbracke Tel. 347-8140684 17 Luglio SALICE D’ULZIO (TO) BOVARO DEL BERNESE Club Italiano Amatori Bovari Svizzeri Tel. 0431-973242 18 Luglio ANCONA (AN) Aiad Sezione “Ancona” Tel. 071-899394 APPIGNANO DEL TRONTO (AP) POINTER Gruppo Cinofilo Piceno Tel. 0736-403319 FIRENZE Sas Firenze Tel. 055-318402 PIANDISPINO (FC) SETTER INGLESE Tel. 0543-704441 23 Luglio GROSSETO (GR) SETTER INGLESE Gruppo Cinofilo Grossetano Tel. 0564-450440 24 Luglio SEZZADIO (AL) BLEU DE GASCOGNE Club Italiano Bleu De Gascogne Tel. 0321-824241 25 Luglio FERENTINO (FR) Sas Frosinone Tel. 0775-200269

31 Luglio ASCOLI PICENO Gruppo Cinofilo Piceno Tel. 0736-403319 LAVENO MOMBELLO (VA) BOVARO BERNESE Club Italiano Amatori Bovari Svizzeri Tel. 0431-973242 1 Agosto SAN GIOVANNI POSADA (NU) BLEU DE GASCOGNE Club Italiano Bleu De Gascogne Tel. 0321-824241 8 Agosto PIANA CRIXIA DEGO (SV) Kci Delegazione Liguria Tel. 347-7265267 PORDENONE Sas Nord Est Tel. 0434-957765 9 Agosto SOVIGLIANA EMPOLI (FI) Gruppo Cinofilo Empolese Tel. 0571-508107 15 Agosto LORETO APRUTINO (PE) Sas Walter Martin Tel. 085-4478523 29 Agosto ANNONE DI BRIANZA (LC) Sas Von Stephanitz Tel. 0362-343550 29 Agosto MODENA Gruppo Cinofilo Modenese Tel. 059-211062 SUZZARA (MN) SETTER INGLESE Gruppo Cinofilo Virgiliano Tel. 0376.558272

La redazione consiglia di contattare i recapiti pubblicati per maggiori e più dettagliate informazioni. Il nostro giornale è disponibile alla pubblicazione di eventi cinofili o gattofili. Contattare il numero: 0583.470.140 o e.mail: info@petfamilynews.it


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