Pet Family News La Ciotola Marzo

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MENSILE DI INFORMAZIONE E ANNUNCI SUL MONDO DEGLI ANIMALI

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La Ciotola ANNO IX - N.4 - APRILE 2010 - SPEDIZIONE ABB. POSTALE - D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n.46) art. 1 c.1, DCB Lucca

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MENSILE DI INFORMAZIONE E ANNUNCI SUL MONDO DEGLI ANIMALI

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S P E C I A L E

La Ciotola

La Ciotola ANNO IX - N.4 - APRILE 2010 - SPEDIZIONE ABB. POSTALE - D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n.46) art. 1 c.1, DCB Lucca

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DISPLASIA

Peccati di gola

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Che fare

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Il parto tta della ga

Direttore responsabile Giuseppe Brandani Redazione Viale Europa 1 55013 LAMMARI (LU) Tel 0583.470.140 info@laciotola.com Progetto grafico e composizione Giampiero Orsi Ilaria Ammazzini Serena Danti Lisa Calamari Collaboratori Angelica D’Agliano Roberto Allegri Alessio Arbuatti Dott.ssa Marta Avanzi Dott. Alessandro Bianchi Dott. Gino Conzo Angela Corti Dott. Alessandro Cozzi Dott.ssa Sabrina Dominio Dott. Angelo Gazzano Prof. Alessandro Gramenzi Dott. Diego Manca Cristiana Marangoni Dott.ssa Chiara Mariti Dott.ssa Silvia Macelloni Dott. Giovanni Melegari Dott. Marco Melosi Dott.ssa Federica Micanti Claudio Minoli Dott.ssa Francesca Papi

La foto del MESE: AQUILA: un anno dopo

10 DISPLASIA: che fare?

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STAMPA Printedita Negrar (VR) REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI LUCCA n. 772 del 23/09/2002

Come abbonarsi: Tramite versamento di € 12,00 su c/c postale nr. 54166566 intestato ad EDIPET srl - Viale Europa 1 - 55013 LAMMARI (LU). Non dimenticare di riportare il tuo codice fiscale, se sei possessore di cane, gatto o altro animale da compagnia e (se lo possiedi) il tuo indirizzo e.mail.

Per la pubblicittà su questo giornale

MEDIATIC - via donizetti, 2 - 42100 Reggio Emilia (RE) Tel. 0522.383.620 - fax 0522.381.484 e.mail: pets@mediatic.it - www.mediatic.it

Al mio cana manca la parola

Pepito e Jack Inviaci una foto divertente del tuo amico a quattro zampe... La pubblicheremo il mese prossimo! Inviare con il proprio indirizzo a: PET FAMILY NEWS Viale Europa 1 - 55013 LAMMARI (LU) oppure all’indirizzo e-mail: internet@petfamilynews.it

24 Dai faraoni alle oasi feline

28 I Siberiano

*Le foto inviate non verranno restituite

Le Rubriche

32 Un casa dorata

L’istruttore risponde

20

Eventi

22

Il Veterinario risponde

23

Prodotti in primo piano

26

Acquaforum

44

Allevatori e Istruttori

46

Esposizioni di Marzo

48

Annunci

49

36 ACQUARIO: l’allestimento

42

8 Conigliando a tutto pelo

12 Il parto della gatta

18 Un amico speciale

27 Il Bovaro del Bernese

30 La malattia del fegato grasso

34 I Discus

38 Virus... in vasca


Peccati di gola Dott.ssa SABRINA DOMINIO - Medico Veterinario

diverse fra loro per composizione, consistenza, forma e uso. I biscotti simulano i nostri prodotti dolciari e sono preparati con farine di cereali aromatizzate con carne, frutta o vaniglia. Alcune ditte hanno anche creato dei veri e propri pasticcini per cani e gatti, dalla consistenza soffice e dal ripieno goloso.

Sento odor di salamino Se anche per voi il vostro amico peloso è un vero e proprio membro della famiglia, sicuramente non riuscirete a resistere alla tentazione di riempirlo di coccole, attenzioni... e di viziarlo con qualche prelibatezza tutta speciale.

Buoni ma incompleti

Dal punto di vista nutrizionale, snack e biscottini sono indicati come “mangimi complementari”. Ciò significa che si differenziano dagli alimenti completi, ossia crocchette e scatolette, per il fatto che non sono bilanciati e non possono costituire l’unico elemento della dieta. Al contrario, devono essere integrati con altri prodotti. 4

Capricciosi

Il pasto principale del vostro amico a quattro zam-pe deve essere costituito da crocchette o mangimi umidi di qualità. Quanto gli snack, teniamo conto che per i nostri beniamini essi sono l’analogo di ca-ramelle e merendine per i bambini. E, sempre come succede coi bambini, in alcuni casi i nostri pet pos-sono arrivare addirittura a fare i “capricci” e rifiutar-si di mangiare l‘alimento abituale che diventa così una “seconda scelta” ri-spetto ai prelibati boccon-cini fuori pasto.

L’imbarazzo della scelta!

Gli snack si suddividono in moltissime categorie,

Tra le leccornie più invitanti troviamo le salsicce essiccate per cani. Sono salamini secchi, che al loro interno racchiudono un ripieno di carni prelibate. Si tratta di un vero e proprio peccato di gola, quindi fate attenzione a non esagerare con le dosi e non fate diventare questi snack un’abitudine. Se somministrati una tan-


tum, il vostro cane li ap apprezzerà ancora di più!

Per te, qualsiasi cosa!

I bastoncini e le barrette energetiche sono più ricchi di carne rispetto ai biscottini ed alcuni ne contengono percentuali che sfiorano il 75%. Anche il potere nutrizionale è quindi più alto, così come l’appetibilità, visto che sprigionano un penetrante aroma di carne. Tra questi snack, preferite quelli a base di sola carne o pesce, senza aromatizzanti e coloranti artificiali. Di solito i prodotti migliori hanno elevate percentuali di proteine e bassi tenori di grassi, caratteristica che testimonia l’utilizzo di carni magre. Questi stick e barrette sono ideali per chi utilizza il bocconcino durante l’addestramento: facili da spezzare, non un un-gono e non sporcano ma,

nello stesso tempo, sono molto amati dai cani, che per un pezzetto di snack impareranno a fare qualsiasi cosa!

ziare anche il vostro amico allergico, perché ultimamente sono usciti degli snack studiati apposta per loro. Si tratta di prodotti completamente naturali, privi di conservanti ed altri additivi chimici, a base di una sola fonte proteica, come pesce essiccato, pollo disidratato o altre carni nobili, senza additivi e aromatizzanti artificiali.

Gustosi... e morbidosi

Buoni per la salute

E se il nostro beniamino non riesce a masticare o ha problemi dentali? Niente paura: in nostro aiuto vengono alcuni snack dalla consistenza morbida, che qualsiasi animale riesce a mangiare. Ad esempio, per i gatti si trovano in commercio piccole striscioline di carne e pesce essiccati e ammorbiditi con glicerina.

Anallergici

Se il veterinario ha diagnosticato al vostro animale un’allergia o un’intolleranza alimentare, è tassativamente vietato somministrare snack e bocconcini che contengono ingredienti “sospetti”. Anche se assunti in piccole quantità, infatti, questi prodotti possono vanificare il successo della dieta di eliminazione. Ma niente paura, potete viCome tutti i peccati di gola, gli snack, se somministrati nelle giuste quantità, non danno nessun tipo di problema e possono solidificare il rapporto con il vostro animale, soprattutto se li utilizzate in fase di addestramento, come premio per la buona condotta del cane.

Le ultime trovate delle ditte produttrici di snack sono i peccati di gola che apportano dei benefici, in quanto sono integrati con sostanze nutritive utili alla salute. Ecco che si possono trovare biscotti a base di condroitina e glucosammina, che aiutano le articolazioni a mantenersi sane (ottima

Il proprietario responsabile deve evitare di somministrare gli snack al proprio amico per farsi “perdonare” delle ore in cui lo lascia solo... o al posto di una bella passeggiata all’aria aperta.

scelta per i cuccioli in crescita e gli animali anziani). Oppure ci sono snack arricchiti di acidi grassi omega-6 ed omega-3, che aiutano la cute e a proteggersi dalle aggressioni di batteri e fattori atmosferici e rendono il mantello folto e lucente. Infine, esistono fuori pasto arricchiti di sostanze antiossidanti come selenio, vitamina E e zinco, per rendere più efficiente il sistema immunitario del nostro beniamino.

Nuovi Hill’s™ Science Plan™ SNACKS Per i nostri amici cani, Hill’s™ propone una gamma completa di 5 snack sani e gustosi con tutti i benefici della nutrizione correttamente bilanciata e su misura Hill’s™ Science Plan™. Ogni delizioso e croccante snack Hill’s™ Science Plan™ Snacks è lo spuntino fuori pasto sano, che soddisfa anche i palati più esigenti.

Perchè la sua salute è la migliore ricompensa Non resta che scegliere lo snack giusto per il proprio amico tra le 5 esclusive varianti: Immunity Support aiuta a rinforzare le difese immunitarie del cane, Light lo aiuta a mantenere il peso ideale, Skin&Coat, per una cute sana e un mantello splendente, Oral Care, efficace come uno spazzolino da denti, lo aiuta ad avere alito fresco e denti puliti e, per finire, Healthy Mobility, che è appositamente studiato per aiutarlo a mantenere le articolazioni in salute.

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ALIMENTAZIONE

Masticami!

Accanto ai bocconcini e ai fuori pasto propriamente detti, esistono alcuni prodotti studiati per garantire l’igiene orale del nostro animale. Essi sfruttano la naturale tendenza dei carnivori a masticare: la loro efficacia è scientificamente dimostrata nel cane, mentre il gatto è poco propenso ad utilizzare questi prodotti. Il cane, infatti, discende da specie che cacciavano grossi erbivori e dedicavano molto tempo a rosicchiare ossa e lacerare i tessuti delle prede. Il gatto, al contrario, ha come progenitore un felino selvatico africano che si nutriva principalmente di piccoli roditori, che catturava e mangiava molto velocemente, deglutendoli quasi interi.

Abrasione meccanica

I prodotti utili a garantire l’igiene orale sono numerosi e tra i principali troviamo sicuramente gli ossi di pelle di bufalo, le orecchie di suino essiccate ed i bastoncini masticabili. L’ulteriore vantaggio di questi prodotti è che contengono pochissime calorie, in quanto costituiti da proteine non digeribili e possono essere somministrati a volontà, anche nei cani con qualche chilo di troppo. La maggior parte della loro efficacia si basa sull’abrasione meccanica degli accumuli di placca e dei residui di cibo presenti su denti e gengive. In pratica simulano l’azione di uno spazzolino da denti.

I prodotti per l’igiene orale si frantumano in piccoli pezzetti di tessuto elastico, che non provocano rischi di ostruzioni intestinali. Naturalmente, è assolutamente scorretto pensare che dare al cane gli ossi avanzati dalla nostra tavola sia la stessa cosa! Questi ultimi, infatti, sono composti da tessuto mineralizzato molto duro, che potrebbe provocare la frattura dei denti o ferire gengive e palato, e soprattutto rischierebbe di frantumarsi in piccole schegge che, se deglutite, potrebbero ledere la delicata mucosa dell’apparato digerente oppure ostruire il tratto intestinale. Tassativamente da evitare sono gli ossi di pollo (dei volatili in genere) e del coniglio, ma sarebbe preferibile eliminare anche gli altri.

Alito fresco

Trainer Fit Snack®

Trainer Fit-snack® sono una deliziosa leccornia prodotta con ingredienti naturali, sani e particolarmente appetitosi. Cotti al forno secondo una ricetta esclusiva a base di carne di anatra, coniglio o prosciutto, non contengono aromi o coloranti artificiali ma solo vitamina E come unico conservante naturale. Questo permette di premiare, con uno snack sfizioso e sano, anche quei soggetti che soffrono di allergie, disturbi alimentari o devono seguire un regime di dieta privativa.

Quale regalo migliore per premiarlo o coinvolgerlo in un simpatico gioco? Trainer Fit-snack® si trova nelle referenze: Anatra&Riso Mini Size, Prosciutto&Riso Mini Size, Coniglio&Polenta Mini Size, Anatra&Riso Medium/Maxi Size, Prosciutto&Riso Medium/Maxi Size e Coniglio&Polenta Medium/Maxi Size. Per maggiori informazioni: www.novafoods.it

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Ossa? No grazie

Oltre agli snack dentali tradizionali, sono sempre più diffusi i prodotti che, oltre a stimolare l’animale a masticare, contengono sostanze in grado di deodorare l’alito e detergere il cavo orale. Tra queste sostanze ricordiamo i polifosfati, che “catturano”

Spesso gli snack vengono acquistati dai proprietari di cani e gatti per dimostrare ai loro amici il proprio affetto e non hanno una vera e propria utilità dal punto di vista nutrizionale.

i minerali presenti nella saliva ed impediscono che si depositino sui denti, formando il tartaro. Pensate che gli ultimi studi hanno dimostrato che questi sali riducono la formazione del tartaro del 45%! I polifenoli, invece, sono sostanze naturali, estratte dal tè verde e dall’uva, che ostacolano la proliferazione dei batteri della placca. Alcuni oli essenziali, come quello di rosmarino ed eucalipto, sono in grado di ridurre l’infiammazione delle gengive e l’alitosi. Essi sono in grado di eliminare i composti responsabili dell’alito cattivo e non mascherano semplicemente gli odori. Infine, alcuni di questi prodotti vengono addizionati con enzimi, che debellano i batteri di placca e tartaro.



UZZO ABRUZZO ABRUZ È difficile parlare di una ricorrenza così dolorosa. Da una parte è come se tutto si fosse fermato, dall’altra sembra che molte cose siano fuggite veloci…

li (mettendosi da subito a disposizione della Protezione Civile, dell’Unità di Crisi Veterinaria, presso cui la Lega del Cane di L’Aquila è stata immedia-

Per aiutarci

N

Ccp n° 14046676 intestato a Lega Nazionale per la Difesa del Cane Sez. L`Aquila. Conto Banco Posta IBAN IT 61 O 07601 03600 000014046676 intestato a: Lega Nazionale per la Difesa del Cane Sez. L`Aquila; Paypal: info@cuccefelici.com (Mastercard, Visa, Visa Electron, Carta Aura, PostePay).

onostante la tragedia umana che ha colpito tutti noi, la città, le vite, le nostre case, come volontari abbiamo deciso di andare avanti e di aiutare con ancora più forza quelle creature sfortunate che ci riempivano il cuore e la vita anche prima del 6 aprile 2009. La sezione di L’Aquila della Lega Nazionale per la Difesa del Cane gestisce dal 1998 l’unico rifugio per cani abbandonati di zona che ospita mediamente 400 cani: dal 2000 opera in convenzione con il Comune di L’Aquila, soccorrendo anche i cani raccolti sul territorio di altri comuni limitrofi, a proprio totale carico. Contro il randagismo L’associazione combatte da sempre il fenomeno del randagismo attraverso gli unici strumenti concreti: la sterilizzazione, l’identificazione attraverso l’iscrizione all’anagrafe canina e l’adozione responsabile, ma anche attraverso un’opera di sensibilizzazione, informazione e supporto alla cittadinanza.

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In prima linea La Lega del Cane di L’Aquila collabora con Enti, istituzioni e associazioni riconosciute. Nei giorni immediatamente successivi al sisma del 6 Aprile, la Sezione di L’Aquila si è occupata, oltre che dei propri 400 ospiti, dei cani e gatti randagi che vagavano in città e dintorni, smarriti, feriti, affamati o in difficoltà. In collaborazione con il Servizio Veterinario della Asl l’associazione è riuscita a mettere in salvo molti animali che sono stati restituiti ai proprietari o – quando non identificati né reclamati – affidati. Un aiuto concreto Grazie all’aiuto di associazioni e privati venuti da tutta Italia è stato possibile aiutare anche le persone in difficoltà con il proprio animale domestico e ottenere delle buone adozioni per i trovatelli: la Lega del Cane di L’Aquila ha distribuito cibo, cucce, coperte, guinzagli, collari, ma anche medicinali (antiparassitari, sverminanti e altro) al canile sanitario della Asl, all’unica pensione per cani di zona, alle tendopo-

È possibile anche donare il 5 per mille alla nostra associazione (codice fiscale 93009090668), effettuare un’adozione a distanza o richiedere i nostri gadget. Tutto il ricavato delle donazioni verrà devoluto a favore dei 400 ospiti del Rifugio della Sezione di L’Aquila della Lega Nazionale per la Difesa del Cane e per le attività sul territorio a favore degli animali randagi.

Di cosa abbiamo bisogno - cibo secco (junior, adult e senjor); - cucce grandi; coperte; - trasportini e gabbie grandi; - strumenti da cattura; - medicine (vaccini, antiparassitari esterni, vermifughi, appertex, antiemetici, antimicotici, antibiotici iniettabili, antibiotici in compresse, antinfiammatori, analgesici, antispastici, galastop, metoclopramide iniettabile, ranitidina, colliri, creme, zoolobelin, farmaci contro la rogna, farmaci per il trattamento della leishmaniosi). IL MATERIALE PUO’ ESSERE SPEDITO A: Lega Nazionale per la Difesa del Cane sezione di L`Aquila S.s. 17 Bis n° 49 67100 Paganica (AQ) Tel.: 329.9064859. Per qualsiasi informazione la nostra segreteria di Sezione è a vostra disposizione: 329.9064859 info@cuccefelici.com www.cuccefelici.com oppure seguiteci su Facebook e Twitter


ZZO ABRUZZO ABRUZZ tamente accreditata) ai volontari che si occupavano dei randagi di città e zone limitrofe e alle persone in difficoltà con il proprio animale al seguito.

L’emergenza resta Il cammino da fare è ancora molto lungo e l’emergenza è tutt’altro che terminata: prima del sisma, infatti, erano stimati nel solo territorio del Comune di L’Aquila dai 4 ai 6mila cani vaganti, anche se un censimento vero e proprio non è mai stato effettuato. La situazione dopo il terremoto non può essere che peggiorata, fra nuovi abbandoni e le numerose nascite dovute alle mancate sterilizzazioni da parte della Asl.

Ad un anno dal terremoto di L’Aquila, i box Giuntini donati alla Protezione Civile sono a disposizione dei proprietari di cani che occupano le abitazioni provvisorie.

Lo scorso luglio 2009 Giuntini, azienda produttrice di alimenti per cani e gatti, aveva donato 15 box e 30 cucce per cani, all’Unità di CRISI VETERINARIA della PROTEZIONE CIVILE impegnata a L’Aquila dopo il tragico sisma. Alla presenza della Protezione Civile Italiana e delle Autorità della città di L’Aquila il 13 luglio nasceva ufficialmente il Centro Mobile di Accoglienza Giuntini. Il progetto, completamente finanziato dall’azienda di Città di Castello, è consistito nella donazione alla Protezione Civile di 15 box e 30 cucce che fino allo scorso settembre hanno consentito una più facile gestione dei cani costretti a vivere all’interno dei vari campi tenda. Come è nato il progetto Il sisma dello scorso aprile 2009 non ha risparmiato gli animali dell’Abruzzo, molti sono rimasti uccisi, altri feriti e altri ancora si sono ritrovati senza padrone e senza una casa. Sono stati numerosi i casi di cani e gatti che si erano smarriti o che vagavano impauriti dalla notte del 6 aprile. Con il trascorrere dei giorni, chi era riuscito a salvare il proprio animale lo aveva portato con sé al riparo nei campi tenda. Tuttavia, in una situazione di tale disagio, in cui risultava complicato condividere uno spazio anche con altri esseri umani, diventava ancora più difficile accettare la presenza degli animali. Proprio per fronteggiare tale emergenza era stata creata una Unità di Crisi specifica che potesse occuparsi degli animali

scampati al terremoto. L’unità di Crisi Veterinaria della Protezione Civile ha di fatto segnalato gravi problemi legati alla convivenza di cani e gatti con le persone che vivevano nelle tendopoli. Riflettendo su queste problematiche, Giuntini ha così deciso di offrire il proprio contributo, ipotizzando differenti possibilità di intervento. “In un primo momento, - racconta Gino Giuntini, Direttore Commerciale di Conagit S.p.A.- si era pensato alla costruzione di un canile in prossimità delle tende, ma in questo modo proprietari e cani avrebbero dovuto separarsi”. “Proprio per evitare questa separazione – prosegue Gino Giuntini – nacque l’idea di un Centro Mobile di Accoglienza, iniziativa immediatamente approvata e supportata dalla stessa unità di Crisi Veterinaria della Protezione Civile”. I 15 box prefabbricati capaci di ospitare due cucce ognuno e di proteggere gli animali dalla calura dell’estate, nonché dalle piogge, erano stati in un primo momento collocati in specifiche aree all’interno dei campi tenda dove vivevano i proprietari dei cani. Giuntini ha provveduto anche all’alimentazione dei cani ospiti del Centro Mobile di Accoglienza per un anno intero. Oggi, a distanza di un anno, le 30 cucce sono a disposizione dei cani di coloro che abitano nelle case prefabbricate e sono in attesa di un nuovo alloggio definitivo o di rientrare nella propria abitazione. “È stato naturale – spiega Gino Giuntini, Direttore Commerciale di Conagit S.p.A – dedicare maggiore attenzione all’Abruzzo e offrire il nostro contributo. Nei giorni immediatamente successivi al terremoto inviammo 15.000 kg di prodotti per cani e gatti al centro raccolta E.N.P.A. (Ente Nazionale Protezione Animale) di Sulmona per tamponare nell’immediato l’emergenza cibo che si era creata”. “Ma non era abbastanza, desideravamo contribuire ulteriormente e provare ad attenuare, per quanto fosse difficile, il disagio degli sfollati”. Dopo aver pensato ai cani delle tendopoli con la creazione del Centro Mobile Accoglienza e al loro sostentamento per un anno, Giuntini ha inoltre offerto un ulteriore contributo, aderendo all’iniziativa SOS Gatti Terremotati, volta a sostenere le numerose colonie feline create nei pressi di L’Aquila. “La nostra Azienda è sempre stata molto attenta alle esigenze e alle necessità degli animali – spiega Gino Giuntini -, per questo siamo stati e saremo sempre protagonisti di iniziative volte a migliorarne le condizioni di vita, la salute e il benessere, condividendo gli ideali e la logica del rispetto dei diritti degli animali”.


Per informazioni: info@aaeconigli.it Telefono: 346 3197367 Il 2 maggio prossimo si svolgerà l’ediziol’edizio ne 2010 di Conigliando, la manifestazione che vede protagonisti i conigli e i piccoli roditori. L’evento è organizzato da AAEAssociazione Animali Esotici, in collacolla borazione con la SIVAE (Società Italiana Veterinari per Animali Esotici) e con il patrocinio del Comune di Ferrara. La giorgior nata, rivolta ai conigli da compagnia, ai roditori e alle persone che se ne prendono cura, rappresenta l’occasione per stare insieme e divertirsi in compagnia dei nostri amici “pelosi” ma anche approfondire la conoscenza di questi splendidi animali con veterinari specializzati. La mattina si terranno delle relazioni tenute da veterinari SIVAE. Il pubblico potrà liberamente porre domande che riguardano alimentazione, gestione, comportamento, sterilizzazione e tutti i dubbi che riguardano la convivenza con i conigli da compagnia e i roditori. Al pomeriggio i conigli e i piccoli roditori potranno partecipare alla sfilata, in cui verranno premiati non per l’aspetto ma per la simpatia e il carattere. Tutti possono partecipare, non importa la razza, l’età o il colore! Non si tratta di un concorso di bellezza, perché sono tutti belli! La partecipazione alla sfilata è facoltativa e prevede una quota di iscrizione di 15 euro per i conigli e 10 euro per le cavie e altri roditori. Per partecipare i conigli devono essere in regola con le vaccinazioni per mixomatosi e MEV (occorre esibire il libretto vaccinale). Tutto il ricavato della giornata sara’ interamente devoluto alle attivita’ di soccorso per gli animali in stato di abbandono e maltrattamento.

10.00 Presentazione dell’AAE, della manifestazione e dei relatori (Dr. Marta Avanzi)

PROGRAMMA della giornata

10.10 Il coniglio dal dottore: prevenire è meglio che curare. Interpretazione estemporanea dei Dr. Fabrizio Benini e Marta Avanzi 11.30 Pausa caffè 12.00 Chiedilo al veterinario: domande e risposte.

13.00 Buffet facoltativo vegetariano (15 euro a persona ) 14.30 Raduno e sfilata di cavie e conigli: Concorso fotografico Premiazione dei vincitori e tanti premi per i partecipanti alla sfilata e al concorso fotografico e omaggi per tutti i piccoli amici pelosi.

CONCORSO FOTOGRAFICO Durante il Conigliando 2010 verranno messe in mostra le fotografie inviate per il concorso fotografico, con premiazione dei vincitori.

REGOLAMENTO Il concorso è aperto a tutti, ad eccezione dei fotografi professionisti. Verrà valutata la qualità tecnica della foto oltre al soggetto.

Categorie: 1. CONIGLI 2. CAVIE 3. RODITORI Temi per ogni categoria: 1. TEMA LIBERO 2. PRIMI PIANI 3. AMICI E COPPIE


MICROCHIP E ISCRIZIONE ALL’ANAGRAFE CONIGLI La manifestazione si terrà all’interno dell’hotel Duchessa Isabella, splendida dimora cinquecentesca, situata nel cuore della città, con parco interno, ristorante, hotel, bar, sale soggiorno e sale riunioni. Hotel-Ristorante DUCHESSA ISABELLA Via Palestro, 70 (Ferrara) 0532 202121 http://www.duchessaisabella.it

COME ARRIVARE?

AUTOSTRADA: uscita FERRARA NORD seguire per il centro percorrere Via MODENA percorrere Viale PO a sinistra in Corso PORTA PO percorrere Corso ROSSETTI a destra in Via PALESTRO.

in TRENO: dalla stazione FS prendere l’autobus numero 3 circolare e scendere alla fermata Corso Porta Mare “Certosa”

O AMATORIALE - Sono richieste foto in formato DIGITALE: dimensione minima 1600 x 1200 pixel - 5 € per una foto, 10 € per 3 foto (per ogni categoria)

- Termine per l’invio: 1 maggio 2010 - Inviare le foto a: krikkia.aae@gmail.com - Per info e amministrazione: sara@aaeconigli.it

- Le foto inviate partecipano automaticamente alla selezione per la - Massimo 3 foto (per ogni categoria) pubblicazione sul calendario AAE CONIGLI 2011 per partecipante

Chi sarà presente al Conigliando avrà la possibilità di iscrivere il proprio coniglio al censimento dell’Anagrafe Conigli (compilando e consegnando la scheda) e di far applicare il microchip al proprio coniglio grazie ai veterinari presenti. Sarà possibile chiedere informazioni riguardo questa importante iniziativa. Cos’è l’Anagrafe Conigli? L’Anagrafe Conigli è la registrazione della popolazione cunicola collegata ai dati del proprietario. L’identificazione degli animali avviene tramite registrazione del loro microchip. A cosa serve? A garantire la veloce restituzione dei conigli smarriti ai legittimi proprietari. A conoscere la consistenza e la distribuzione della popolazione dei conigli pet. A prevenire e combattere il fenomeno dell’abbandono. A riconoscere il coniglio come animale di affezione a livello legislativo nazionale garantendogli la stessa tutela di cani e gatti con assoluto divieto di macellazione. Come funziona il microchip? Il coniglio viene identificato con un microchip, che viene applicato dal Medico Veterinario per via sottocutanea, in modo rapido, innocuo e indolore. Il microchip è contenuto in una capsula di pochi millimetri e contiene un numero di identificazione univoco, che viene rilevato mediante uno strumento denominato “lettore”. Dopo aver applicato il microchip, il Medico Veterinario invierà all’Anagrafe Conigli il numero del microchip, i dati segnaletici del coniglio e i dati relativi al proprietario. Da questo momento il coniglio è correttamente iscritto all’Anagrafe. Al proprietario verrà consegnato un certificato di iscrizione. E’ possibile iscrivere un coniglio non microchippato in anagrafe? Solo i conigli correttamente identificati con microchip possono essere iscritti all’Anagrafe Conigli. E’ tuttavia attivo un altro progetto atto al censimento dei conigli presenti in Italia, al quale si può partecipare compilando un modulo di iscrizione. I dati ricevuti verranno trattati per le sole finalità inerenti lo svolgimento del servizio ed in piena ottemperanza della legge sulla privacy. Quanto costa la registrazione in Anagrafe Conigli? La registrazione è sempre gratuita. Quanto costa l’applicazione del microchip? L’applicazione del microchip, a cura dei veterinari dell’Associazione, costa 16 euro, il cui ricavato verrà interamente devoluto all’AAE per la cura degli animali abbandonati. Sito dell’anagrafe: www.anagrafeconigli.it


? SALUTE

DISPLASIA:

che fare Per ANMVI Dott. MARCO MELOSI e Dott.ssa SILVIA MACELLONI Medici Veterinari

Negli articoli precedenti abbiamo parlato di displasia, cercando di capire di cosa si tratta e soprattutto di come prevenirla e diagnosticarla. Una volta però che la displasia è stata diagnosticata cosa possiamo fare? Fondamentale è la prevenzione, attraverso la selezione dei riproduttori e la diagnosi radiografica precoce.

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Un esame approfondito

Dobbiamo subito dire che molto dipende dalla precocità della diagnosi e dalla gravità del grado di displasia riscontrata. Importante è anche valutare il livello di artrosi presente a livello dell’articolazione, se è colpito un arto o se risultano colpite più articolazioni, la

taglia e l’età del cane, nonché il livello di sofferenza dell’animale e se questo debba svolgere una particolare attività.

La gestione corretta

La displasia può essere affrontata tramite terapia medica o chirurgica. Si può anche decidere di

non intervenire affatto se si ritiene che la patologia non incida in modo evidente sul normale svolgimento delle azioni quotidiane del cane. E’ comunque sempre importante, una volta diagnosticata, gestire l’animale in modo accorto: un cane con displasia non dovrebbe effettuare salti, corse prolungate o scatti repentini.

Occhio ai gradini

Anche fare le scale non è particolarmente indicato, soprattutto in salita per la displasia d’anca ed in


SALUTE discesa per la displasia di gomito. Se non è possibile evitarle, si può aiutare il nostro amico sorreggendolo con una pettorina per gli arti anteriori ed una fascia sotto l’addome per gli arti posteriori, in modo che le zampe non siano gravate dal peso dell’animale.

Guardando al futuro

Per quanto riguarda la displasia d’anca, se al controllo radiografico ai tre mesi di vita il cucciolo risulta sano si effettua un controllo dopo l’anno per escludere definitivamente la patologia. Se invece si notano segni di displasia si può sceglie scegliere tra terapia conservativa (accorgimenti per la ge gestione e terapia medica all’occorrenza) o per un intervento chirurgico che riduca il danno futuro. Anche se la diagnosi av avLa displasia è una pa patologia di sviluppo: non immediatasi manifesta immediata mente dopo la nascita ma nei mesi successivi (dai tre mesi a un anno circa).

viene quando in articolazione si è già formata artrosi (diagnosi tardiva) si può scegliere tra intervenire chirurgicamente o in modo conservativo.

Estremi rimedi

In genere gli interventi risolutivi sono l’ostectomia della testa del femore (in cani di piccola taglia) o la protesi totale d’anca (tutti i cani, in particolar modo in casi gravi ed in cani di media-grande taglia).

In alcuni casi possiamo osservare gradi anche piuttosto gravi di displasia in cani che apparentemente non dimostrano sofferenza, mentre in altri casi anche un grado lieve di displasia può causare impedimenti al normale svolgimento della vita quotidiana.

Questi interventi, pur necessitando ovviamente di un periodo di recupero più o meno lungo, risolvono il problema del dolore articolare rendendo la vita del cane sicuramente più semplice. Si tende comunque ad effettuare interventi chirurgici laddove il cane manifesti sofferenza. Un cane non sofferente raramente viene operato.

Una lotta contro il tempo

Ancor più che per la displasia d’anca, la diagnosi di displasia di gomito dovrebbe essere effettuata il prima possibile. Questo perché la displasia di gomito predispone alla formazione precocissima di artrosi e quindi ad invalidità permanente (anche se, come più volte ripetuto, di grado molto variabile). Una volta effettuata una diagnosi precoce, il cane può essere sottoposto a interventi chirurgici che correggano il difetto di accrescimento delle ossa interessate oppure a interventi di pulizia dell’articolazione. Gli interventi chirurgici, se effettuati tempestivamente, possono ritardare e ridurre la formazione di artrosi e quindi diminuire il grado di invalidità.

Fans... della salute

La terapia medica di elezione per la displasia è a base di farmaci antinfiam-

matori, steroidei (cortisone) e non steroidei (i cosiddetti FANS). Si possono somministrare anche antidolorifici, da soli od in associazione con gli antinfiammatori, o ricorrere a fitofarmaci. Come supporto in molti ritengono utile la somministrazione di integratori a base di sostanze protettive della cartilagine (in commercio esistono anche formulazioni alimentari già correttamente integrate). Come abbiamo già detto, è assolutamente da evitare la somministrazione di integratori a base di calcio.

Una marcia in più

Un aiuto alla lotta contro la displasia può derivare dalla fisioterapia, cui si può ricorrere sia nei casi in cui si sia scelta una terapia conservativa, sia pri-

ma o dopo un intervento chirurgico. La fisioterapia manuale o strumentale aiuta a mantenere un corretto tono muscolare e una buona mobilità articolare, diminuisce il dolore e permette in genere di ricorrere in modo meno frequente all’utilizzo dei farmaci. Il consiglio che sempre ci sentiamo di dare è quello di rivolgersi comunque al proprio Medico Veterinario che, conoscendovi, saprà consigliare la strada giusta da intraprendere. La displasia è una patologia multifattoriale (causata cioè da vari fattori predisponenti che si sommano l’uno con l’altro): per questo è importante la gestione accurata del cucciolo dal punto di vista alimentare, dell’esercizio fisico e dell’attenzione in situazioni come i traumi.


SALUTE

IL PARTO E’ sempre emozionante assistere una micia che partorisce; spesso, però, i proprietari di un felino prossimo a diventare mamma commettono degli errori grossolani, che generano solo apprensioni inutili.

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Vademecum per padroni… in dolce attesa

della gatta

e si lascia fare alla natura, di solito, tutto avviene senza problemi. I segni che confermano una gravidanza sono rappresentati da rigonfiamen-

to dell’addome, aumento di peso e arrossamento dei capezzoli intorno alla terza settimana.

Ecografia

La diagnosi di gravidanza potrà essere formulata dal vostro veterinario di

fiducia con un’ecografia già verso le due settimane, oppure con una radiografia dopo i 40 giorni perché prima le strutture ossee dei feti non sono visibili.

Il posto giusto

La durata della gravidanza in una gatta è in media di due mesi (63-66 giorni); generalmente una micia sana e di giovane età non ha difficoltà a partorire e


SALUTE

Dott. DIEGO MANCA Medico Veterinario

ha un buon istinto materno. Un consiglio molto importante è quello di creare un ambiente ideale per il parto e l’allattamento.

Spazio per tutti

Un eventuale giaciglio dovrà avere dimensioni adeguate per permettere alla gestante di stendersi facilmente lasciando spazio ai piccoli. È meglio lasciare il nido a disposizione della femmina una settimana prima del parto per farla abituare.

Le prime contrazioni

Nella prima fase del parto la neomamma può essere inquieta poiché le contrazioni cominciano a manifestarsi (si concluderanno con la completa dilatazione cervicale). Questa fase può durare da poche ore fino alle 24.

Inizia la discesa

La fase successiva inizia dalla dilatazione cervicale fino all’espulsione del primo feto. La micia si leccherà la regione vulvare fino a che si romperanno gli invogli fetali. A questo punto la testa del primo feto si impegnerà nel canale del parto e dopo più spinte il micino scivolerà fuori.

A intervalli regolari

L’intervallo tra le nascite è variabile, in media tra i 10 e i 60 minuti. Il tempo per la nascita di un’intera cucciolata può comunque protrarsi anche per più di 24 ore. L’emissione della placenta, che viene solitamente

mangiata dalla neomamma, segue di circa 5-15 minuti la nascita del neonato ed è denominata secondamento e corrisponde al terzo stadio del parto.

Non disturbare

In genere la gatta lecca vigorosamente ogni cucciolo concentrandosi di più a livello del muso per liberarlo dalle membrane placentari

e stimolarlo a respirare. La femmina recide con i denti il cordone ombelicale e alcune allattano anche durante l’espletamento del parto. Se volete proprio aiutare la vostra micia, asciugate i piccoli con un panno pulito e morbido frizionandoli dolcemente per stimolarne la circolazione, ma evitate ogni fattore di disturbo ambientale.

Cassetti chiusi

Verso gli ultimi giorni di gestazione, noterete che la gatta comincerà a ridurre la sua attività, dedicandosi al riposo e alla toeletta. Si consiglia di chiudere armadi, cassetti, credenze perché le micie prediligono questi luoghi per mettere al mondo i piccoli.

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Cani Super Eroi Per la prima volta, un libro racconta la storia della Scuola Italiana Cani Salvataggio attraverso i ricordi, le sensazioni e le emozioni del suo fondatore Ferruccio Pilenga. Sono i soli cani al mondo a lanciarsi da un elicottero sospeso sull’acqua per salvare chi sta annegando. Vegliano sull’incolumità dei bagnanti sulle spiagge, forti di un vero e proprio brevetto operativo. Prestano servizio a bordo delle motovedette della Guardia Costiera e collaborano con l’Aeronautica Militare, la Protezione Civile, la Guardia Costiera, la Polizia, i Carabinieri, i Vigili del Fuoco, la Guardia di Finanza. Troupe televisive da tutto il mondo vengono in Italia per documentare quello che sanno fare. Ricevono premi, vengono citati in libri prestigiosi e la prossima estate saranno tra i protagonisti del documentario dell’anno del National Geographic. Si può dire che i cani della SICS, la Scuola Italiana Cani Salvataggio, per la maggior parte Terranova e Labrador, sono unici al mondo. La loro storia approda ora per la prima volta in libreria, nel volume “Cani Supereroi” edito da Armenia e magnificamente scritto da Roberto Allegri. E’ un racconto che ha il sapore del romanzo e illustra il sogno che il fondatore della Scuola, Ferruccio Pilenga, ha saputo realizzare insieme al suo terranova Mas in vent’anni di esercitazioni, avventure, progetti, conquiste, atti di eroismo e tanta opera volontaria per la salvaguardia della vita umana nelle fredde acque interne od al mare. <<Nel libro è raccontata la nostra avventura dai sogni alla realtà nei particolari degli avvenimenti>>, dice Ferruccio Pilenga. <<Vi sono descritti i momenti più importanti come il primo salvataggio in mare, il primo volo in elicottero, l’esperienza fatta a bordo della nave scuola Palinuro. Ma soprattutto la filosofia che anima tutti noi della Scuola, un modo di vivere in totale simbiosi con i

nostri cani>>. La Scuola oggi comprende 300 cani e tutti hanno un brevetto che viene rinnovato ogni anno in seguito a difficili prove operative. In estate i cani della SICS, che di recente hanno ricevuto dal ministro del turismo Michela Brambilla il premio “Amico del turismo” per l’attività svolta sulle spiagge a salvaguardia dei turisti, pattugliano diversi lidi a partire da quelli direttamente sorvegliati dalla sede nazionale e cioè Idroscalo di Milano in collaborazione con la Provincia stessa, per proseguire con Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Abruzzo, Puglia, Calabria, Campania, Lazio, Toscana, Liguria, Lombardia, Sardegna, e compiono almeno una decina di salvataggi l’anno. <<Ogni volta che una motovedetta della Guardia Costiera esce in mare e a bordo, insieme all’equipaggio militare, c’è anche uno dei miei cani, addestrato e brevettato da me, mi sento orgoglioso>>, continua Ferruccio Pilenga. <<E’ un risultato straordinario, quasi impensabile. Unico nel suo genere. E’ possibile solo perché le nostre unità cinofile si sono conquistate la credibilità, agiscono da professionisti e come tali sono rispettate>>. Per informazioni www.canisalvataggio.it presidente Ferruccio Pilenga 338 9052656

UN PATENTINO PER I PROPRIETARI E adesso anche la Gran Bretagna pensa al “patentino” per i proprietari di cani. Per una volta a fare “scuola” in Europa siamo noi. Infatti, per gestire in modo corretto l’animale, in famiglia come nella società, nel nostro Paese è già possibile frequentare dei corsi di formazione, facoltativi, della durata di 10 ore. Li organizzano i Comuni, avvalendosi di docenti veterinari qualificati. L’obiettivo del “patentino” è duplice: prevenire gli episodi di aggressione e di morsicatura e assicurare lo sviluppo di una relazione armoniosa fra l’uomo e il cane. I corsi per i proprietari sono previsti da un decreto del Ministero della Salute che dà solide basi giuridiche al concetto di “possesso responsabile del cane”. L’educazione in forma di prevenzione è resa facoltativa, ma l’indirizzo culturale sugge-

rito dal Legislatore va seguito con il massimo scrupolo e la massima osservanza. Parte dei contenuti di base del “patentino” sono già a disposizione di tutti i cittadini, gratuitamente, sul sito del Ministero della Salute, nella sezione dedicata a “cani e gatti”. E’ invitato alla lettura anche chi non è proprietario, ma intende diventarlo o semplicemente vive in contesti familiari e sociali che lo portano a contatto con un cane. Diverso il discorso dei cani aggressivi o morsicatori. Per loro e per i loro proprietari, il Ministero della Salute ha previsto la frequenza di corsi obbligatori per un recupero della relazione proprietario-cane basato sulla rieducazione del proprietario e sul recupero terapeutico del cane. Sono i Servizi Veterinari delle ASL a stabilire

l’obbligo di frequenza di questi corsi sulla base della valutazione fatta da un medico veterinario esperto in medicina comportamentale del cane e sarà sempre un medico veterinario in possesso di questa qualifica ad occuparsi della terapia più idonea sull’animale e a gestire il recupero del binomio proprietario-cane. Nel nostro Paese ci sono due valori da salvaguardare: la tutela dell’incolumità pubblica e il rispetto di principi di salute e benessere animale che sono tutelati per legge. Il medico veterinario comportamentalista è un “esperto” in una disciplina specialistica da molti anni oggetto di studi e ricerche nella comunità scientifica veterinaria internazionale, che può offrire un contributo indispensabile ai proprietari, ai Comuni e alle ASL.



EDUCAZIONE

Al mio cane manca la PAROLA Quante volte ci siamo detti, in un impeto di entusiasmo verso il nostro cane, che “gli manca solo la parola”! I nostri amici a quattro zampe hanno una grande capacità cognitiva che li porta ad avvicinarsi molto al nostro essere “uomo”…

T

anti cani si siedono, vanno giù, restano fermi se invitati a farlo; pur non avendo noi provato a spiegare realmente cosa si intenda o come si faccia, molti cani “sorridono”; molti altri si fanno abbracciare, baciare, prendere in braccio; molti danno la zampa. I nostri amici si prestano a tutta una serie di azioni prettamente umane, poiché, da grandi osservatori quali sono, hanno imparato a dare ad azioni oggettivamente lontane da loro, un significato “amicale” se proposto da noi umani: indubbiamente tutto ciò necessita una grande intelligenza.

Da migliaia di anni, i cani parlano con noi ogni giorno usando il nostro linguaggio. Il cane si muove spesso molto bene nel campo della comunicazione “a parole”: in questo terreno fatto di una voragine di suoni familiari e non, entra, esce, e a volte decide persino di restare!

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FLAVIA BACCILE Educatrice/Rieducatrice A.P.N.E.C

Molti dei nostri amici a quattro zampe hanno imparato così bene il nostro linguaggio da uscire dalla loro specie e assumere quasi una natura “antropomorfa”. Per scelta o per for forza Forse potremmo però fermarci a riflettere sul fatto che un cane esiste a prescindere da noi, comunica a prescindere da noi, sa come comportarsi a prescindere da noi in quanto essere vivente “altro da noi”, e come tale provvisto di un registro comunicativo, espressivo, stabilito dal suo DNA di cane. Il suo avvicinarsi al nostro modo di essere e vivere rappresenta quindi una scelta se non a volte addirittura una forzatura da noi imposta. Nei loro panni Perché allora non provare a mettere da parte, per quanto possibile, il nostro bagaglio di uomini e provare a scoprire il loro modo di essere, di vivere e anche il loro linguaggio? Seppure a loro modo i cani la parola ce l’hanno, eccome. Ogni volta che scegliamo di comunicare con il cane esclusivamente con la parola, lo stiamo invitando



il cane. Comunicare anche con il corpo, e non solo con le parole, imparando da lui i silenzi, la calma, fermandoci a capire ed osservare cosa un cane recepisce dal mondo e come lo esterna, ci permetterebbe di comprenderlo fino in fondo e andare incontro a una delle sue prime, se non la più importante caratteristica: la socialità.

ad entrare in un terreno a lui per nulla familiare. Sarebbe opportuno, se non necessario, metterci anche noi in cammino e provare ad incontrarlo a metà strada cercando di conoscerlo attraverso il suo linguaggio di specie, fatto di posture, vocalizzi e tanto altro; di provare a capirlo tutte le volte che cerca disperatamente di trasmetterci la sua gioia, la sua diffidenza o paura; di aprire una autentica comunicazione con lui, che in caso contrario, difficilmente ci sarà. Facciamo conversazione Così facendo potremmo finalmente entrare in un meccanismo che si chiama “conversazione” con

Un gioco di squadra Il cane comunica perché, in quanto animale sociale, ha bisogno di interagire, condividere, organizzare la propria esistenza con l’uomo; osservare per imparare a conoscerci sempre meglio; svegliarsi con un senso di appartenenza verso il nostro gruppo familiare (che si riconferma nel corso di tutta la giornata); sapere a chi affidarsi sempre; riuscire a confermare, crescendo, la propria autonomia e il proprio legame con l’altro.L’incapacità di entrare in comunicazione con il cane ha quindi come ulteriore conseguenza il rischio di frustrare continuamente il bisogno che esso ha di vivere la concertazione, le scelte di gruppo, il gioco di squadra.

L’ISTRUTTORE

risponde

EgregioDr. Violet, ho un pastore Tedesco di tre anni. Posso definirlo un buon cane. E’ socievole, lascia entrare in casa tranquillamente le persone ma quando ci troviamo per strada e vede un altro cane, sia esso di piccola o di grossa taglia, sembra diventare pazzo, soprattutto se l’altro cane è di sesso maschile. A volte lo fa anche con le femmine quando si trovano a una certa distanza; quando si avvicinano si calma. Quando incrociamo questi cani, comincia ad abbaiare, ringhiare e gli viene addirittura la bava alla bocca, anche se l’altro cane tenta di scappare. E pensare che quando era cucciolo l’ho fatto socializzare con gli altri cani. Cosa pensa che possa fare? Grazie. Luigia – Prato Gentilissima Signora Luigia, da quello che mi dice mi sembra che ci troviamo di fronte a un cane con aggressività intraspecifica legata al sesso. E’ una forma di aggressività intraspecifica che, in larga parte, dipende dal livello ormonale del cane. In questi casi basta la vista di un altro maschio o semplicemente l’odore che esso emette, a scatenare l’aggressività, indipendentemente dall’atteggiamento assunto dall’atro cane . A malincuore le dico che questo è l’unico caso nel quale la castrazione può essere utile per ridurre l’aggressività del cane; la riuscita riguarda il 60% dei casi. Non produce effetti quando la componente appresa è prevalente , soprattutto se il problema si manifesta da lungo tempo. L’intervento, se è efficace, riduce l’aggressività in brevissimo tempo, interrompendo i messaggi ormonali inviati al sistema nervoso del cervello. Le consiglio, pertanto, di rivolgersi al suo Medico Veterinario, il quale potrà darle i migliori consigli sull’intervento e potrà agire ulteriormente, aumentando le possibilità di successo, prescrivendo al cane una terapia ormonale. Ciò tuttavia non esimerà dall’ effettuare il trattamento di desensibilizzazione consigliato per ogni tipo di aggressività intraspecifica. A cura di Aldo Violet Educatore e Rieducatore Cinofilo APNEC

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IL SENSO del cane

Sentimenti, ricordi, gesti quotidiani rappresentano il senso della vita di ogni persona: un mondo interiore di cui vogliamo rendere partecipi le persone a noi più care e che esprimiamo attraverso pensieri, parole e gesti. Il cane, al nostro pari, si comporta e vive in funzione di stimoli esterni, pulsioni e sentimenti. Privo di parola, ci trasmette in altre forme le sue passioni e il suo affetto. Frontline Combo Education Program, con il Patrocinio del Garante per la Tutela degli Animali, Assessorato Arredo, Decoro Urbano e Verde, Assessorato alla Famiglia, Scuola e Politiche Sociali del Comune di Milano e coerentemente con la sua missione di facilitare la vicinanza tra le persone e i cani e i gatti, dà voce al cane per educare i bambini a tendere l’orecchio ai bisogni, necessità e comportamenti del quattro zampe più conosciuto, attraverso il Progetto Scuola condotto dalla Dott.ssa Emanuela Valena con una serie di lezioni presso il Parco Canile Rifugio di Milano. Il Progetto “Il Senso del Cane” si compone di due iniziative: il Progetto scuola “Ti presento il cane” e la Campagna Sociale “Adozione a distanza”. Il progetto didattico “Ti presento il cane” ha l’obiettivo di sensibilizzare e informare i bambini delle classi elementari sulla natura del cane e tutto ciò che concerne il suo mondo: dalla corretta alimentazione al linguaggio del corpo, passando per la prevenzione di pulci, zecche e parassiti fino all’educazione di base. Il Parco Canile di Milano, via privata Aquila 81, considerato modello di eccellenza per gestione organizzativa e infrastrutture, ospiterà ogni martedì da Febbraio a Maggio le lezioni dell’innovativo programma. Un’insegnante particolare, la Dott.ssa Emanuela Valena, Medico Veterinario specializzata in clinica e patologia degli animali da affezione, e il suo meticcio Whisky interagiranno con gli alunni per spiegare la fisiologia del cane, i comportamenti, i segnali del corpo e le basi dell’educazione. La campagna di sensibilizzazione “Adozione a distanza”, invece, è rivolta agli alunni della scuola primaria di Milano e Provincia a cui – gratuitamente – verrà spedito un kit didattico con un Poster illustrato che avrà come tema principale il cane e il problema dell’abbandono. I bambini, sotto la guida dell’insegnante, saranno chiamati a redigere un elaborato (pensiero, disegno, foto) e, insieme con la famiglia, a rispondere ad un semplice questionario. Gli elaborati, inviati entro il 30 Aprile, saranno valutati da una Commissione che sceglierà – a giudizio insindacabile – la classe che avrà espresso al meglio “Il Senso del Cane”. I questionari saranno la base di un’indagine sul comune sentire in merito al fenomeno dell’abbandono e per realizzare la Campagna “Adozione a distanza”, rivolta a tutti coloro che, per motivi diversi, non possono avere un cane in casa e desiderano dare affetto agli ospiti del Parco Canile di Milano.

Dopo il successo delle passate edizioni, Allegra, la dolcissima bulldog che vive nelle campagne piemontesi, presenta il progetto “Allegra, Yes I Am”, ricchissimo di novità, per il 2010. Durante i 2 anni di vita, il progetto educativo è stato rivolto alle scuole elementari su scala nazionale con lo scopo di stimolare ed incanalare la creatività dei bambini verso un problema sociale, ora apre le iscrizioni anche agli adulti sempre rigorosamente “accompagnati” dai bambini e l’oggetto del concorso diventa il reportage abbinato a un “claim”. Il compito dei bambini nelle scorse edizioni era di trovare una formula per sensibilizzare gli adulti. Nel 2008 l’oggetto del concorso richiedeva la realizzazione di uno spot che invitasse gli adulti a non abbandonare i nostri migliori amici: i bambini con il supporto della loro insegnante hanno pensato di mostrare ai propri genitori quanto l’intensità dello sguardo di un cane sia simile a quella di un bambino. Hanno realizzato lo spot “Io non lo abbandono! E tu?” Nel 2009, l’oggetto del concorso richiedeva di realizzare una campagna pubblicitaria contro l’abbandono. I bambini seguendo le linee guida dell’insegnante hanno realizzato 27 disegni nei quali hanno evidenziato la contrapposizione tra la tristezza e il dolore che seguono all’abbandono e la felicità di una vacanza tutti insieme. Da queste considerazioni è nato lo spot “Con noi le vacanze sono più belle!”. Entrambe sono diventate campagne di comunicazione sociale e sono state trasmesse dalle più importanti tv nazionali. L’idea per l’edizione 2010, considerato che una delle cause principali dell’abbandono resta la difficoltà di andare in vacanza con il proprio animale domestico, è di far realizzare dei reportage fotografici nei quali i piccoli devono mostrare quanto sia dog friendly la loro regione/città. I bambini dovranno inoltre inviare una frase che inviti al non abbandono. I migliori saranno inseriti in una mini guida, che offrirà una panoramica dal nord al sud Italia. E la frase più convincente darà il nome alla guida stessa. L’obiettivo di quest’anno è di dare un reale aiuto, di pubblica utilità, a chi ha un animale domestico e si appresta a scegliere la meta delle vacanze estive. Infatti se è vero che negli ultimi anni risulta abbastanza semplice trovare strutture ricettive che li ammettono, è altrettanto vero che esistono parecchie difficoltà pratiche, quali per esempio i mezzi di trasporti per raggiungere la località prescelta, la presenza di spiagge attrezzate in loco che permettano di non dover tenere il cane chiuso tutto il giorno in una stanza di hotel. Partecipare è semplice. Basta accedere al sito

www.allegrayesiam.it


Rubrica a cura della Dott.ssa FEDERICA MICANTI - Medico Veterinario

V R

il eterinario isponde Salve, possiedo una cagnolina di 7 anni meticcia (incrocio bassotto-jack russel) che pesa 11,8 kg e sta sempre in cucina a elemosinare cibo. Potreste dirmi quale dovrebbe essere il peso forma della mia piccolina, come farla eventualmente dimagrire e che trucchi usare per farle smettere di cercare il cibo soprattutto quando siamo a tavola? Il veterinario mi ha detto di suddividere la quantità giornaliera di crocchette in più pasti, ma non è servito a nulla. Grazie, la mamma di Birba Ci sono molti “amici a quattro zampe” con i problemi della sua Birba. In effetti così a occhio, senza averla vista, posso dirle che il suo peso è un po’ elevato: dovrebbe perdere almeno uno o due chili. Per ottenere questo risultato può servirsi o dei mangimi commerciali a ridotto contenuto calorico, oppure farsi fare dal suo veterinario di fiducia una dieta studiata per la sua cagnolina. Poi sarebbe consigliabile eliminare o ridurre al minimo gli extra (snack, biscottini e altro). Il tutto deve essere unito a delle sane passeggiate, sia perché una vita sedentaria non è salutare per la “linea”, sia perché uscire, sentire gli odori degli altri cani e socializzare con loro, crea un diversivo al cane che in questo modo non è concentrato solo sul mangiare. Fare in modo che Birba non chieda più cibo dalla tavola non è cosa semplice, soprattutto se è stata abi-

tuata così da una vita. Il modo migliore è non farla assistere ai vostri pasti. Siamo i padroni di un Beagle di 8 mesi e mezzo. Il nostro cane fa i suoi bisogni indifferentemente fuori e dentro casa. Preciso che la notte le mettiamo una traversa dove la nostra cagnolina sporca liberamente. La mattina subito dopo le 8 la portiamo fuori e poi facciamo altrettanto circa ogni due ore. La mattina si trattiene; il pomeriggio invece si trattiene solo se dorme, altrimenti c’è la possibilità che tra una discesa e l’altra la faccia in casa. Se ciò avviene, di solito la rimproveriamo; al contrario le diamo un premio quando la fa fuori. Non sappiamo se dobbiamo fare qualche cosa di particolare, se sbagliamo qualcosa o se dobbiamo rassegnarci a questo ritmo. Massimo Caro Massimo, da quello che mi scrive non riesco a capire se la vostra cucciola fa i bisogni in casa perché non ha ancora imparato a farli fuori, oppure perché avete scelto voi che può sporcare anche in casa. Comunque devo dire che permettere al proprio cane di fare i suoi bisogni anche in casa non sarebbe mai consigliabile. Può capitare che ad otto mesi un cane ancora non riesca sempre a trattenersi, però è meglio che impari prima possibile, anche perché non sarete sicuramente in grado di portarla fuori ogni due ore per tutta la vita. Sarebbe troppo lungo e complicato spiegarvi passo passo il comportamento da seguire, comunque è probabile che la piccola non abbia ancora chiaro che deve sporcare solo fuori. Ciò può essere dovuto a numerosi motivi. Per questo le consiglio di consultare un veterinario esperto nel comportamento animale oppure un addestratore capace, per chiarire un po’ la situazione e per capire dove sbaglia. Ricordi che il Beagle ha un carattere molto forte e deciso, quindi è bene che impariate il prima possibile a gestirlo nel modo migliore.

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CURIOSITA’

Adottiamo un trovatello Li vediamo qualche volta in tv, ne leggiamo sui giornali se c’è qualche annuncio animalista, ce ne parlano i volontari che li conoscono bene e stanno con loro ogni giorno: sono gli ospiti dei canili, gli amici a quattro zampe meno fortunati. E se prendere con sé un cane abbandonato è un gesto d’amore e grande civiltà, è pur vero che dobbiamo stare attenti a quello che facciamo.

U

na scelta consapevole

Adottare un cane è prima di tutto una grossa responsabilità. Ricordiamoci che abbiamo a che fare con una creatura che stringerà con noi un rapporto per la vita, avrà bisogno di cure, di tempo, di affetto. Se non siamo in grado di offrire tutto questo è bene rinunciare ai nostri propositi di adozione.

Q

uestioni materiali

Fatta questa doverosa premessa, è bene prendere in esame prima di tutto le nostre possibilità Un cane adulto di solito già conosce le regole della buona educazione: basterà “rinfrescargliele” con un po’ di pazienza e tanta voglia di giocare. 24

materiali. Cosa possiamo offrire al nostro nuovo amico? Abbiamo una casa spaziosa, un giardino accogliente, le risorse economiche per sostenere spese veterinarie, l’acquisto di mangimi di qualità, le normali operazioni di toeletta?

L

e misure perfette

Molto spesso si pensa che la scelta del proprio nuovo amico sarà una specie di colpo di fulmine: basterà uno sguardo per capire che quel delizioso batuffolo di pelo dietro alla gabbia, proprio lui, sarà il nostro nuovo compagno. Ciò in parte è vero. Ma è pur vero che una scelta così importante dovrà tenere conto delle nostre possibilità materiali. Un esempio? Un cane piccolo ha bisogno di poco spazio e mangia molto meno cibo di un collega di taglia grande. Un animale malato richiederà spese mediche più o meno consistenti da parte nostra. Un soggetto adulto e dal carattere dominante difficilmente potrà convivere con altri animali.

G

iovani e vecchi

Gli aspiranti padroni che si rivolgono a un canile spesso cercano di adottare un cucciolo o un cucciolone, magari con l’idea che un cane vecchio non abbia la possibilità di imparare a vivere in una nuova casa. In realtà qual-

Un AMICO SPECIALE ANGELICA D’AGLIANO

Se siamo persone sedentarie la cosa migliore è adottare un animale non più giovane che non chiederà nulla di meglio che dividere con noi i lunghi pomeriggi invernali sul divano del salotto.

siasi cane può apprendere le regole della buona educazione e, purché non si tratti di soggetti disturbati o pazzi, è sufficiente un po’ di pazienza e di costanza per ottenere ottimi risultati anche da animali adulti o vecchi.

M

i scappa!

Sempre parlando delle diverse esigenze dei cuccioli rispetto ai colleghi senior, ricordiamoci che ci sono altre cose delle quali tenere

conto. Ad esempio il capitolo bisognini: un cucciolo (diciamo dai due mesi all’anno di vita) almeno all’inizio della nuova convivenza può aver difficoltà a trattenere i propri bisogni e può capitare dunque che sporchi in casa. Per questo avrà bisogno di uscite frequenti e di un’adeguata gestione da parte del nuovo proprietario. La cosa, ovviamente, non si verifica praticamente mai coi cani adulti, che sanno già dove sporcare e sono abituati a


stre abitudini. Gli operatori dei canili sono persone esperte e conoscono molto bene ciascuno degli ospiti della struttura in cui prestano servizio: ci sapranno consigliare al meglio.

N

ella nuova casa

L’arrivo nella nuova casa è un momento delicato: ci vorranno diversi giorni prima che il nostro amico capisca e faccia proprie le nuove abitudini, per questo dobbiamo essere pazienti e costruire fin da subito un rapporto basato sulla fiducia reciproca, il gioco e il rispetto.

N

on disturbare

Se abbiamo adottato un animale adulto, dobbiamo fin da subito mettergli a disposizione un posto tranquillo che sarà il suo “angolo privato”. In realtà anche i cuccioli hanno bisogno dei propri spazi, ma nei cani adulti questa esigenza è ancora

“tenerla” in attesa di uscire col proprio padrone.

D

immi chi sei.

Importantissimo, infine, è farci guidare nella scelta del nostro nuovo amico dalle persone che sono a contatto quotidiano con gli animali del rifugio in cui intendiamo adottare il nostro futuro cane. Parliamo coi volontari: mettiamoli al corrente degli spazi che abbiamo a disposizione, della vita che facciamo, delle persone che abbiamo in famiglia, del tempo libero, delle no-

più forte. Quando vorrà, Fido dovrà potersi ritirare nella propria “tana” senza essere disturbato. Non dovremo mai svegliare il nostro amico all’improvviso, o forzarlo a giocare o interagire con noi se lui ha bisogno di tranquillità e riposo.

M

angiare tranquilli

Anche il momento della pappa è sacrosanto per i nostri amici animali. Quando Fido consuma il proprio pasto dovrà essere lasciato in pace, in un luogo riparato e silenzioso. Se ci sono altri pet a casa sarebbe saggio servire le razioni di cibo in luoghi separati, per lo meno finché non si sarà stabilito un buon rapporto fra i membri della famiglia a quattro zampe.

P

oche cose ma buone

L’educazione del cucciolo come quella del cane adulto seguono gli

Le regole per convivere al meglio col nostro nuovo cane sono poche: rispondere al richiamo, non tirare al guinzaglio, eseguire semplici comandi come il “seduto” o il “terra”.

stessi principi generali: poche regole, insegnate con costanza e pazienza, ma soprattutto con l’uso di strumenti formidabili come il gioco.

U

n aiuto qualificato

Se l’adozione di un trovatello dal canile è la nostra prima esperienza in campo cinofilo, la cosa migliore da fare è quella di affidarsi all’aiuto di un professionista che sappia darci una mano per muovere i primi passi insieme al nostro nuovo amico. Un esperto educatore cinofilo è in grado di risolvere la maggior parte dei possibili problemi di convivenza, e soprattutto di darci consigli mirati per la nostra situazione.

I bambini non dovrebbero essere mai lasciati da soli con gli animali: cerchiamo di insegnare loro le regole della buona educazione e facciamogli capire che i pet, per quanto adorabili, non sono giocattoli ma creature viventi da rispettare!

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IN VETRINA

CANDIOLI Cystocure soluzioni innovative per le infiammazioni delle vie urinarie Le cistiti nel cane e nel gatto hanno come caratteristica comune quella di recidivare con notevole facilità, con la possibilità di trasformarsi da forme acute a forme croniche. Oggi l’Istituto Candioli, all’inteno della sua Linea Urologica, mette a disposizione della classe veterinaria un nuovo strumento, completamente naturale, di supporto per la prevenzione e il controllo delle cistiti, in particolare per quelle di origine batterica: Cystocure. L’attività di Cystocure si basa sulla documentata efficacia dei principi attivi naturali contenuti nell’ estratto fitoterapico standardizzato di Vaccinium macrocarpon (Cranberry) e nei bioflavonoidi di agrumi.

L’estratto di Cranberry contiene proantocianidine tipo A, in grado di ridurre oltre 200 volte rispetto alle proantocianidine contenute in altri vegetali l’adesività dei batteri patogeni, in particolare di E.coli, all’epitelio urinario, impedendone la possibilità di penetrazione e di replicazione all’interno delle cellule epiteliali di rivestimento. Cystocure è disponibile in polvere, da miscelare alla consueta razione alimentare, per gatti e per cani di piccola taglia, e in confezione da 30 compresse per cani di media-grossa taglia. ISTITUTO PROFILATTICO CANDIOLI Via Manzoni, 2 - 10092 Beinasco (TO) Tel. 011.34.90.232 Fax 011.34.90.526 info@candioli.it - www.candioli.it

ZOODIACO Club prolife dog Pork&Rice, la rivoluzione nella ciotola All’interno della gamma Dry, nelle tipologie di alimenti Sensitive, ovvero quelli destinati a prevenire e combattere le problematiche che più frequentemente colpiscono il cane con sensibilità digestive, articolari e cutanee, Zoodiaco propone il rivoluzionario Pork & Rice: un alimento completo ipoallergenico, monoproteico, con unica fonte di carboidrati, con Maiale Fresco (senza cotenna) e Riso. L’utilizzo di una carne non familiare quale il maiale come unica fonte proteica e del riso quale unica

fonte di carboidrati, entrambe ad elevata digeribilità e tollerabilità, permettono all’organismo di ritrovare il suo naturale equilibrio. Inoltre l’integrazione di nobili elementi come polpa di barbabietola, cicoria, estratti di yucca, bioflavonoidi, omega 3 e omega 6 (antiossidanti e antinfiammatori) oltre ad un ridotto livello di fosforo, assicurano un benessere effettivo dell’animale. I prodotti Dog vengono confezionati in sacchetti salva-freschezza da 800 g, 3 kg e 15 kg.

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MONGE Natural Quality Monodose g.80 E’ finalmente completa la linea di Monodose Monge g.80 di qualità Superpremium. La nuova linea Monge 5 stelle, che firma solo prodotti Superpremium di altissima qualità, aveva presentato alcuni mesi or sono 8 items, a base di pollo e tonno con ingredienti selezionati, con una qualità pari a quella dei cibi ad uso umano. Queste referenze, senza coloranti, conservanti, grassi idrogenati e con un’appetibilità straordinaria, hanno avuto sin da subito un eccellente riscontro da parte dei Consumatori. Oggi Monge presenta il completamento della gamma con il lancio di 7 nuove referenze Monge Natural in acqua di cottura e quindi ancora più saporiti, gustosi ed appetibili per i nostri Piccoli Amici. La linea Monge Natural è contraddistinta da un lay-out ancora più accattivante con la presenza di colori e tratti distintivi tipici dei prodotti di alta qualità.

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CURIOSITA’ A Teramo un convegno dedicato al gatto

Dai Faraoni alle oasi feline Un’amicizia millenaria da non interrompere anche in ambito domestico piccoli gruppi di gatti.

Censiti e mappati

Sulle navi vichinghe

Il gatto accompagna da secoli la storia delle diverse civiltà umane sul nostro pianeta: lo ritroviamo ritratto sotto forma della Dea Bastet , figlia di Ra, il Dio sole, nei bassorilievi del 1200 a.C., come divinità dal volto di felino, fino al seguito delle legioni romane, e infine imbarcato, come animale d’utilità, a bordo delle navi vichinghe.

Un animale tanto odiato e tanto amato

Non vanno dimenticati i momenti più bui del rapporto uomo-gatto, durante i secoli dell’Inquisizione, quando migliaia di felini furono bruciati al rogo con l’accusa di essere l’incarnazione del male. Oggi le cose sono cambiate e il gatto è

il mammifero più presente nelle case italiane, con più di 7 milioni di soggetti di proprietà censiti.

Un incontro tutto per loro

Da questo rapporto profondo e millenario è nata l’idea di celebrare il gatto con un convegno che si è svolto il 18 febbraio scorso presso la facoltà di Medicina Veterinaria dell’università degli studi di Teramo, grazie alla volontà comune del gruppo studentesco Ateneo Sport e Cultura e del preside il professor Fulvio Marsilio. Nella mattinata si sono avute due relazioni. La prima è stata quella della dottoressa Olga Pattacini, dell’Ausl di Reggio, che ha illustrato la realtà a volte poco conosciuta dell’oasi felina dove i gatti possono essere gestiti correttamente sia dal punto di vista sanitario che etologico.

Soluzioni low cost

Luana Stefani: “L’unica soluzione valida per abbattere i numeri del randagismo è la sterilizzazione, anche quella precoce”.

L’oasi felina è un luogo aperto, non un comune “gattile”. Si tratta di un posto dove gli animali hanno i propri spazi in cui sviluppare le corrette esperienze etologiche, e nel frattempo vengono controllati dal punto di vista sanitario. Oltre a ciò sono state illustrate anche diverse soluzioni low-cost per gestire

Il secondo intervento ha avuto come relatrice Luana Stefani che ha riportato l’esperienza delle colonie feline riconosciute e ufficializzate dalla legge nazionale sulla prevenzione del randagismo (legge nazionale 281/91 “Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo”). La Stefani, vicepresidente dell’associazione Animal Welfare onlus, gestisce la colonia felina nel cimitero monumentale del Verano di Roma, dove ha provveduto a un primo censimento e mappatura dei gruppi felini.

Un impegno prezioso

Questa attività ha permesso di realizzare piani di controllo demografico tramite la sterilizzazione di tutti i componenti della colonia; contenere gli abbandoni anche con l’educazione degli operatori e dei visitatori; creare postazioni coperte per l’alimentazione della colonia felina.

Una lezione... speciale

Il pomeriggio ha avuto come protagonista una personalità in campo dell’etologia italiana: il professor Giorgio Celli, un vero e proprio “gattofilo” che ha dedicato gran parte della sua vita allo studio di questi felini. Celli è intervenuto con la sua lectio magistralis: “Il gatto di casa:

Autori: Alessio Arbuatti, Dr.ssa Sonia Amendola Facoltà di Medicina Veterinaria, Università degli Studi di Teramo Alla presenza del rettore dell’università di Teramo, la professoressa Rita Tranquilli Leali, che ha partecipato attivamente raccontando alla platea le sue esperienze con gli amici felini, sono intervenuti il presidente del corso di laurea in Medicina Veterinaria, professor Lamberto Lambertini ed il professor Augusto Carluccio, presidente del corso di laurea in Tutela e Benessere Animale, laurea triennale unica nel suo genere in Italia, che conta 500 iscritti.

etologia di un’amicizia”, spaziando dai riferimenti storici fino a quelli “condominiali” riguardanti il gatto.

Fusa mistiche

Chi di noi non ha mai attribuito alle fusa del gatto un significato mistico? Celli ha fatto notare come le fusa sembrino quasi una formula magica che il gatto recita per tranquillizzare il proprio padrone. Che poi è quanto dimostrato da numerosi studi di pet therapy riguardanti l’effetto benefico che il gatto ha sulla pressione cardiocircolatoria del padrone che lo accarezza. Alla fine è stato inevitabile anche un accenno alla polemica che negli ultimi mesi ha visto protagonista Beppe Bigazzi e le ricette a base di carne di gatto. A tutto ciò Celli ha risposto ironicamente sconsigliando il consumo di carne di gatto in quanto ricca di acidi urici. Per concludere, l’etologo ha anche immaginato un suo ipotetico stemma familiare con un gatto accompagnato dalla dicitura: “non amo comandare … ma nemmeno obbedire”. 27


SCHEDA

NELLA VECCHIA FATTORIA

Il Bovaro del Ber

C

iò che balza agli occhi del bovaro del bernese – grosso cane dal pelo lungo e ondulato – è il disegno simmetrico e delimitato dai tre colori di base: nero, bianco e bruno rossiccio, che lo rende più che mai attraente. Il Bovaro del Bernese deve le sue origini ai cani da fattoria tipici del Cantone di Berna, di cui però si ignorano sia la provenienza sia l’età, anche se tutto lascia supporre che la razza sia molto vecchia e cresciuta sul territorio svizzero.

Da guardia… e da traino

È nella terra di Schwarzenburg, a sud di Berna, che questo buon cane si è a poco a poco sviluppato. Dapprincipio paesani di quella regione l’apprezzarono come cane da traino, da guardia e conduttore del bestiame. Nella stessa regione si trova il paese di Dürrbach, che donò il suo nome alla razza; il Bovaro

del Bernese venne infatti chiamato Dürrbachler.

Nuovo

nome…

Nel 1907, nell’esposizione di Lucerna, il Bovaro del Bernese suscitò l’interesse del giudice Albert Heim, che pubblicò un articolo sulla rivista ufficiale della All’inizio il bovaro fu definito un cane da traino perché veniva usato dai contadini nelle fattorie per trasportare il carretto con i bidoni pieni di latte appena munto dalle stalle al caseificio.

Società Cinologica Svizzera: lo stesso Heim propose di cambiare il nome Dürrbachler in Bovaro del Bernese per analogia con le altre razze: Bovaro dell’Appenzel, Bovaro dell’Entlebuch e il grande Bovaro Svizzero.

… e nuova fama

Il Bovaro del Bernese trovò nel dottor Heim un grande promotore della razza; è sua la frase che divenne famosa: “Il Bovaro del Bernese è senza dubbio uno dei cani più belli nella sua normalità”.

Cuore d’oro

Al giorno d’oggi, il Bovaro del Bernese è un cane agile anche se grosso. Dietro la sua apparenza e i modi rustici si nasconde una natura sensibile e affettuosa. È intelligente, allegro, socievole, mai sazio di affetto e coccole. Si presenta tranquillo e pacato, forse memore delle fatiche dei tempi passati, ma in caso di necessità sa proteggere il suo amico uomo e i suoi beni.

Cattivi per caso

Questa razza cerca uno stretto contatto con le per-


SCHEDA

rnese Quando il “Durrba “Durrbachler” debuttò alla prima mostra, nessuno immaginava che questo semplice cane da lavoro si sarebbe fatto strada in tutto il mondo…

Dobbiamo portare fuori il cucciolo ogni due ore al massimo, soprattutto dopo aver mangiato e dormito, lodandolo con entusiasmo ogni volta che avrà sporcato nel posto corretto.

® cane. Urlare è inutile e disorienta il cane e dimostra, ai suoi occhi, la mancanza di polso del proprietario. Amore e autorità vanno sapientemente dosati come calma, pazienza e costanza: i risultati arriveranno sicuramente.

Angolo fresco

Il bovaro del bernese è un cane adatto a molti ma, data la sua mole, non è per tutti. Per vivere con un Bernese bisogna disporre di una casa adeguata con un piccolo giardino che offra riparo dalla calura estiva, dato (soffre molto il caldo).

Qua la zampa sone e soffre la solitudine: tenere un Bovaro del Bernese al di fuori della famiglia non soddisfa i suoi bisogni. Se un Bovaro del Bernese deve passare la sua vita in un recinto o lontano dalla persona tutta la sua personalità ne risente ed è possibile che il cane sviluppi un’aggressività che esula dalla sua natura.

Il polso giusto

Nell’educazione non dobbiamo mai brutalizzare il

Mettiamoci bene in testa che è necessario concedere l’accesso in casa al nostro bovaro del bernese. Questo implica che non si deve essere maniaci dell’ordine e che si deve sopportare qualche ciuffo di pelo sul pavimento o qualche zampata sugli abiti (magari appena indossati), perché è nella sua natura richiedere la nostra attenzione dato che si sente un componente della famiglia. Per evitare di arrabbiarci impariamo a considerare tutto questo come una serie di dimostrazioni d’affetto.

Il club nasce il 18 febbraio 1995 dall’attiva collaborazione di amatori ed appassionati del Bovaro del Bernese (soci fondatori: Salvatore Clericò, Nadia Rizzatti, Enzo Manzalini, Paola Biangini, Marco Giovannelli, Valentina Reffi, Michele Mantovani, Luisa Ruffoni). Il Club persegue lo scopo di salvaguardare e tutelare la razza da qualsiasi forma di lucro e speculazione; si adopera in difesa della salute del Bovaro del Bernese; segue il cucciolo nella crescita, lo sviluppo e anche in età adulta, assicurando assistenza e supporto al proprietario. Tra le attività del club ci sono convegni con veterinari specializzati ed esperti cinofili; raduni annuali; socializzazione per cuccioli; Pet therapy; la Giornata del Bovaro Bernese; escursioni ricreative. Il CABBI svolge inotre varie attività per far conoscere e valorizzare il bernese e le sue innate caratteristiche comportamentali quali: amabilità, equilibrio, sensibilità e affetto verso il padrone.

bovaro del bernese cabbi PER MAGGIORI INFORMAZIONI: CABBI (Club Amatoriale Bovero Bernese Italia) Via Salgarola 7 - 36010 Velo D’Astico (VI) Tel. 0445/741347 - Cell. 338/1613919 www.cabbi2000.it -cabbi2000@libero.it

Praticamente tutti i Bernesi sono buoni nella loro prima giovinezza. Un cambiamento in negativo è da ricollegare nella maggior parte dei casi a un trattamento non appropriato. 29


Dalla Russia con amore 30


a cura di Lucia Diaferia socia Anfi –sezione Liguria

pellente e dalla cute spessa che dà vita ad un naturale sistema di termoregolazione.

Di bosco

Si pensa che il gatto Siberiano sia stato uno dei primi gatti a pelo lungo al mondo e che sia quindi progenitore di una varietà di gatti con questa caratteristica. Tra queste razze ricordiamo l’Angora Turco, il Maine Coon, il Turco Van, il Norvegese delle Foreste; generazioni di gatti denominati “di bosco” con origini naturali (e quindi sviluppatisi senza l’intervento dell’uomo), ambientatisi poi in habitat diversi.

Tima e Mussa È una delle razze feline russe riconosciute dall’AnfiFife. Per il suo aspetto maestoso, la sua indole mansueta e la sontuosità del pelo potrebbe benissimo essere definito lo Zar dei gatti.

Il gatto della taiga

Una documentata ricostruzione dell’origine di questa razza e del suo nome si deve all’allevatrice russa Irina Sadovnikowa. Il Siberiano, conosciuto oggi come “Siberian Cat”, “Sibi” o “Gatto delle Foreste Sibe Siberiane” è uno dei nomi dato dai Russi a questo grosso e soffice gattone, ma costi costituisce anche materiale per miti e mistificazioni. Uno di questi miti vuole che il Si Siberiano sia originario della Taiga, foresta di conifere con betulle e rado sottobo sottobosco tipica delle regioni fred fredde continentali.

Domestici e selvatici

La folta pelliccia del Siberiano e la sua indole particolare hanno fatto sì che mercanti ed aristocratici lo introducessero nella Russia occidentale e centrale allargando la sua area di diffusione; il risultato di una naturale selezione, avvenuta fra gatti domestici che vivevano nelle masserie degli antichi Russi, e l’originario gatto selvatico che viveva liberamente sulle cime dei monti Urali e nell’Altopiano della Siberia centrale (Russia), è il gatto Siberiano.

Da guardia

Questo bellissimo felino venne utilizzato da monaci russi come gatto da guardia, per la sua prontezza nell’attaccare e per il suo istinto selvatico modificato poi a seguito dell’addomesticazione. Adattato alle condizioni climatiche in cui era costretto a vivere, conserva ancora oggi la caratteristica di un gatto forte e muscoloso, dal lucido pelo idrore-

La prima segnalazione ufficiale di questa razza è degli anni ’20 del secolo scorso e viene riportata da un giornale tedesco che parla di Tobolkser, un robusto gatto rosso proveniente dal Caucaso, dal pelo semilungo. I primi esemplari di Siberiano arrivati in Europa provengono dalla famosa cittadina russa di San Pietroburgo (ex Leningrado) e furono portati a Berlino dagli allevatori tedeschi Hans e Betty Schulz; da qui i cuccioli nati dal maschio Tima e dalla femmina Mussa si distribuirono in diversi Paesi dell’Europa Occidentale, Italia compresa.

Giganti contro il freddo

Il Siberiano è un gatto di taglia medio grande, e la sua mole è un fattore molto stimato in esposizione; la taglia grande lo ha infatti difeso dalle condizioni climatiche spietate come quelle della Siberia, permettendogli una maggiore sopravvivenza. Il Siberiano ha un corpo compatto, di forte struttura

ossea e muscolare; il maschio può arrivare anche ai 12 chili di peso, la femmina, invece, è decisamente più piccola.

Idrorepellente

Il mantello è semilungo: sotto il ventre, sul collare, sul petto, sul posteriore e sulla coda è presente una folta pelliccia morbida e vaporosa detta gorgiera. Sulla nuca e sulle spalle invece il pelo è piuttosto corto e morbido; sul dorso il pelo lucido è forte, lungo ed idrorepellente, ossia respinge l’acqua e l’umidità. La pelliccia è formata da tutti i tre tipi di pelo ed in particolare il sotto pelo è molto folto.

Bagno di crusca

Il Siberiano è un “gatto rustico”, che deve quindi presentare un aspetto naturale; la sua toelettatura si riduce a una spazzolata con una cardatrice, ogni 15 giorni, a esclusione dei periodi di muta, in primavera ed autunno, in cui bisogna intensificare le spazzolature. In vista delle esposizioni o di rendez-vous amorosi, si consiglia il vecchio ma sempre valido, bagno di crusca, utilizzando appunto della crusca fine essiccata al forno, cosparsa tiepida sul mantello e successivamente asportata con energiche spazzolate. Per dare maggiore lucentezza al pelo possiamo infine passarci sopra un panno inumidito con acqua e aceto. Una caratteristica molto apprezzata sono ciuffi di pelo che fuoriescono dai padiglioni auricolari, ciuffi chiamati “Piume di Lince”, mentre è obbligatoria una folta chioma di pelo soffice e morbido all’interno dell’orecchio. 31


SALUTE

La malattia del FEGATO Dott. GINO CONZO Medico Veterinario Specialista in Patologia Aviare

I

l fegato degli uccelli è molto voluminoso e facile bersaglio di molti agenti patogeni: virus, batteri, parassiti e sostanze tossiche possono causare gravi problemi epatici, fino a mettere a repentaglio la vita stessa dei volatili.

Un organo “infarcito”

Tra le varie malattie che affliggono il fegato degli uccelli ornamentali la lipidosi epatica è forse quella più frequentemente osservabile nella pratica veterinaria. In questa malattia si osserva una progressiva sostituzione delle cellule epatiche con grasso: quando il fegato ne è ormai in gran parte “infarcito” compaiono i primi sintomi, segno evidente del cattivo funzionamento dell’organo.

Respiro difficile

Gli uccelli affetti dalla lipidosi epatica mostrano generalmente difficoltà nella respirazione in quanto il grasso occupa anche gran parte dell’addome, comprime i sacchi aerei e riduProbabilmente a causa dell’attività ormonale nel periodo riproduttivo, le femmine si ammalano più frequentemente dei maschi. 63

ce lo spazio respiratorio a disposizione del volatile. Le difficoltà nella respirazione sono osservabili soprattutto quando gli uccelli svolgono un’attività fisica, come il volo.

Mezzaluna scura

Il fegato aumenta di volume e deborda in addome oltre il limite dello sterno; tale caratteristica si può notare facilmente nelle specie di piccola taglia e dalla pelle sottile, come i canarini, in cui il fegato si evidenzia come una “mezzaluna” scura. L’addome degli uccelli con lipidosi appare molto spesso rigonfio.

Pelle secca e petto grasso

L’aspetto delle penne è scadente e non di rado mostrano colori anomali, ad esempio giallastro invece che verde o rossastro invece che grigio. La pelle è generalmente secca e causa prurito ai volatili. La malattia può colpire virtualmente tutti gli uccelli, anche se sono predisposte maggiormente alcune specie, come le cocorite, le calopsitte e le amazzoni tra i pappagalli; i lucherini, i ciuffolotti ed alcune razze di canarini (Border, Gloster) tra i passeriformi.


SALUTE

GRASSO Molto spesso gli uccelli con lipidosi epatica appaiono grassi, con accumuli adiposi sottocutanei a livello di addome, petto, fianchi, clavicole.

Intossicati

Non di rado si assiste ad una crescita eccessiva della punta del becco e delle unghie, oltre a difetti della coagulazione del sangue per cui la semplice rottura di una penna in crescita può determinare un prolungato sanguinamento. Nelle fasi finali della malattia si possono avere disturbi dell’equilibrio o crisi epilettiformi, per il

passaggio di tossine nel circolo ematico.

Quando il troppo stroppia

Quasi sempre una cattiva alimentazione è alla base della lipidosi epatica e la causa va ricercata in particolare nella dieta ipercalorica, basata per esempio su semi di girasole, di niger o di altri alimenti grassi. Le probabilità di ammalarsi aumentano notevolmente se gli uccelli non possono compiere sufficiente moto, come avviene per i soggetti costretti a svolgere una vita sedentaria in gabbie di ridotte dimensioni.

Dieta ipocalorica

Da queste ultime considerazioni si evince facilmente come il fegato grasso sia facilmente prevenibile con una migliore gestione degli uccelli in cattività. Anche il trat-

tamento dei volatili sofferenti di lipidolipido si epatica prevede la somministrazione di una dieta più consoconso na alle esigenze degli uccelli. A tale scopo vanno benissimo gli aliali menti formulati (estrusi o pellet) a basso tenore caca lorico. Frutta e verdura sono di valido aiuto perché riducoriduco no ulteriormente il livello di grassi della dieta ed allo stesso tempo saziano i vovo latili.

Dillo al veterinario

Come già detto anche altri fattori patogeni possono determinare danni epatici: alcuni sintomi osservati nelle lipidosi sono comuni ad altre malattie coinvolgenti il fegato. Per questo motivo è consigliabile, nel caso in cui si sospetti una patologia del fegato, rivolgersi al veterinario che, grazie ad esami di laboratorio, potrà giungere alla diagnosi di certezza.

Fondamentale nel trattamento della lipidosi è la somministrazione di integratori dietetici a base di sostanze disintossicanti ed in grado di eliminare i grassi dal fegato. Come i preparati contenenti vitamine del gruppo B, colina, metionina ed alcuni particolari estratti vegetali (ad esempio quelli di cardo mariano e tarassaco) dalla spiccata attività epatoprotettiva.

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EDUCAZIONE

“Arricchimento” e “foraggiamento” contro la noia della vita in gabbia

Una casa dorata www.abctraining.it A cura di SARA MAINARDI Naturalista, Animal Trainer

In natura gli Psittaciformi vivono in un ambiente ricco di stimoli: vegetazione varia, suoni, colori, odori, movimenti, altri animali.

olano molti chilometri per spostarsi dalle zone di riposo notturno a quelle di alimentazione; si arrampicano per scegliere il posatoio migliore; restano all’erta per non essere catturati dai predatori (terrestri o volanti); socializzano con il partner o con altri membri del gruppo; curano il piumaggio che deve essere perfetto per ottimizzare le attività del volo e della termoregolazione.

Che noia!

Ma in casa quasi sempre i nostri compagni pappagalli non hanno la stessa quantità di stimoli. L’alloggio è una gabbia con dimensioni definite e non sempre è facile gestire la loro uscita e il rientro da questa. I posatoi delle nuove gabbie sono orizzontali e lisci. Cibo e acqua sono I pappagalli vanno stimolati. Proporre stessempre gli stessi giochi negli stes si luoghi o riempire la gabbia fino a scoppiare di oggetti interessanti (che vengono puntualmente lasciati lì) non è funzionale. 34


EDUCAZIONE La cosa migliore è proporre un po’ di giochi alla volta, cambiando spesso la loro posizione, tipologia e materiale.

posti in ciotole e sempre a disposizione.

Fuori fase

Gli stimoli visivi, sonori e tattili di solito sono molti la sera, quando cioè il compagno umano rientra in casa, mentre per il ritmo naturale di questi uccelli essi dovrebbero essere terminati con il calar del sole (quando inizia la fase di sonno), e ridotti durante il giorno quando invece il ritmo di attività dovrebbe essere alto.

Pennuti... spennati

Spendere tempo ed energie per trovare il cibo, per scegliere il posatoio giusto, per socializzare, sono attività indispensabili. In mancanza di queste, l’attenzione del papagallo

viene indirizzata sull’unica attività che esso può fare da solo: la pulizia delle penne. Ciò predispone l’animale a problemi di auto-deplumazione.

Nuovi stimoli

Per permettere ai nostri compagni di effettuare attività e comportamenti naturali, necessari al benessere psico-fisico, si può ricorrere all’attività di arricchimento (enrichment) o all’attività di foraggiamento (foraging). L’arricchimento può essere di diversi tipi, uno di questi è ambientale.

Via libera!

Arricchire l’ambiente significa inserire nell’alloggio oggetti di materiali naturali come legno, cartone, carta, scatole, sughero, corda di canapa naturale o altri materiali non trattati, plastica non tossica, rami naturali non tossici (utilizzabili anche come posatoi)

Incrementare le opportunità per l’animale di utilizzare i propri sensi, che in natura sarebbero continuamente attivi, aumentare la dinamicità dell’ambiente-casa e le possibilità di ricerca del cibo manterrà un elevato stato di salute psico-fisica dei nostri animali.

di modo che il pappagallo possa rompere, maneggiare, spostarsi in più direzioni (anche oblique o verticali), e consumare in maniera naturale becco e unghie.

Nel paese dei balocchi

Esistono molti giochi di diversi materiali acquistabili in internet ma si può utilizzare anche materiali casalinghi come gusci delle noci, del cocco, scatole delle scarpe, tubi di cartone, giornali e altro: l’importante è la variabilità.

Caccia alla pappa

Un’alternativa interessante è l’attività di foraggiamento. Gli animali in natura volano per cercare il cibo, si arrampicano fino al ramo da cui pende la frutta, ri-

cercano al suolo bacche o frutti caduti: in casa essi dovrebbero avere le stesse possibilità di dispendio energetico. Per questo si possono creare sacchettini di carta con all’interno 5-6 estrusi da appendere in giro per la gabbia o, ancor meglio, in zone della casa predisposte all’alimentazione. Ciò spinge i nostri amici a muoversi e volare per raggiungere tali zone.

Altre idee?

Proporre frutta intera da sbucciare e rompere; nascondere gli estrusi o piccole quantità i semi dentro scatole parzialmente bucate (è uno stimolo a ingrandire i buchi e “trovare” il cibo): con la fantasia possiamo creare situazioni sempre diverse e stimolanti per i nostri compagni pappagalli. 35


ACQUARIO

Timidi e bellissimi

I Discus Dott.ssa FEDERICA MICANTI - Medico Veterinario

I valori fisicochimici ottimali dell’acqua sono: pH 6, durezza 3-10°dGH. I Discus sono fra i pesci più conosciuti e famosi negli acquari di acqua dolce. Non sono proprio alla por-

tata di tutti, perché il loro costo è un po’ più alto rispetto alla maggior parte degli altri pesci. Appartengono alla grande e numerosa famiglia dei Ciclidi, genere Symphysodon. Ne esistono due specie: S. discus e S. aequifasciatus. Quest’ultima specie è di gran lunga la più diffusa sia in acquario sia in natura. Sono originari del bacino amazzonico, si trovano soprattutto in lagune e rami

“morti” dei fiumi, con rive ricche di vegetazione palustre, rami e tronchi caduti.

Bio… cubo

A causa delle loro dimensioni i Discus devono essere ospitati in una vasca di almeno un metro di lunghezza, preferibilmente di 40-45 centimetri di altezza. La forma ideale è quella a parallelepipedo, ma anche la cubica può andar bene (può tranquillamente divenir parte dell’arredamento

della casa). La collocazione da preferire è quella classica, con uno dei due lati lunghi a ridosso di una parete. I Discus possono essere ospitati in una vasca tradizionale, che risponde cioè solamente a canoni estetici, oppure in una vasca “biotopo”, ossia con pesci e piante provenienti dalle stesse zone in cui vivono in natura, e in compagnia di alcuni simili, a eccezione del periodo della riproduzione.

Ai mangimi commerciali si può alternare cibo vivo, come larve di zanzara e artemie. 63


ACQUARIO

Per quanto riguarda l’alimentazione, in commercio esistono mangimi secchi e surgelati formulati per i Discus.

sempre nascosti e che rimangano timidi. Al contrario è utile predisporre nell’acquario delle piante galleggianti, che attenuino la luce diretta proveniente dall’alto, estremamente sgradita a questi pesci. È indispensabile predisporre un buon sistema di filtraggio e provvedere a frequenti (ma parziali!) cambi dell’acqua.

generale per il loro aspetto, anche per le cure parentali. Il maschio e la femmina (che non possono essere distinti morfologicamente), formano una coppia decisamente stabile. Dapprima la femmina, passando su una superficie rigida, depone le uova, poi il maschio le feconda. Dopo circa 48 ore le uova si schiudono ed escono le larve, che rimangono per

Amore per sempre

alcuni giorni adese al substrato dove sono “nate”, dopo di che si attaccano al corpo dei genitori, alimentandosi con uno speciale muco molto nutriente, da essi secreto. Questo comportamento del tutto particolare ed affascinante, dura alcuni giorni, fino allo svezzamento, quando possono essere somministrati ai piccoli naupli di artemia e mangime secco in polvere.

venienza dei Discus sono per esempio i Cardinali ed i Neon.

Prima ti soffio e poi ti mangio

Morsicati

Sono tra i Ciclidi più pacifici e tolleranti, quindi possono essere messi nella stessa vasca con altri pesci più piccoli. Ma ci sono delle eccezioni. Infatti essendo i Discus molto timidi, risentono per esempio della presenza di pesci molto veloci, come barbi ed alcuni caracidi, che hanno il vizio di morsicarli continuamente sulle pinne. In caso di acquario “biotopo”, pesci della stessa pro-

Il fondo della vasca può essere allestito con sabbia scura e fine, con sopra una strato di 2-3 centimetri di ghiaietto fine. Questo perché in natura i Discus si nutrono “soffiando” sulla sabbia del fondo per mettere in evidenza i vermi di cui sono ghiotti. Anche in acquario hanno lo stesso comportamento: soffiano sul mangime che si deposita sul fondo, per cibarsene. Per facilitare la pulizia della vasca possiamo inserire dei pesci pulitori come i Corydoras.

Galleggianti

Un numero elevato di piante e nascondigli può far sì che i Discus restino quasi

Poche piante

I Discus sono famosi, oltre che per i loro colori e in

Per quanto riguarda la scelta delle piante, dobbiamo predisporre una vegetazione non eccessivamente folta: infatti in natura i Discus vivono in un ambiente povero di piante ma ricco di tronchi, sotto i quali adorano soffermarsi. Inoltre, dato che per la sopravvivenza di questi pesci è necessario mantenere la temperatura dell’acqua abbastanza alta (tra i 28 e i 30°C), non è possibile ospitare qualsiasi tipo di vegetazione.

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ACQUARIO

ACQUARIO

L’allestimento A cura di AIPA

N

el numero precedente abbiamo visto insieme come scegliere le piante e posizionarle in vasca. E’ ora di occuparci dell’allestimento dell’acquario, per garantirci la massima efficienza degli accessori e ottenere il miglior risultato.

Istruzioni per l’uso

Per prima cosa leggete le istruzioni d’uso del nuovo acquario e togliete tutti gli accessori dal loro imballo. Una volta sistemata la vasca sul suo mobile e controllata la sua posizione perfettamente “in bolla”, si inizia con la preparazione del fondo.

Attenti al fondo

Direttamente sul vetro si distribuisce su tutto il fondo uno strato di terriccio La leggera inclinazione del materiale di fondo consentirà in futuro di raccogliere più agevolmente nella parte anteriore della vasca eventuali residui di mangime o altre sostanze in decomposizione.

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fertilizzante; a seconda del prodotto scelto, l’altezza varia da qualche millime millimetro a circa 1 cm (vedere le istruzioni del produttore). Sopra questo materiale va posto uno strato di sabbia decorativa, alto 4-5 cm nella parte anteriore e 6-8 cm verso il vetro posterio posteriore (più grande è la vasca, maggiore può essere l’al l’altezza dello strato di fon fondo).

zione il filtro, è necessario togliere l’imballo da quei materiali che il produttore, per motivi di trasporto, ha eventualmente deciso di proteggere. Se il filtro non ha una carica filtrante, conviene farsi consigliare dal negoziante, per scegliere il materiale più idoneo al modello in questione.

Riscaldamento... a ventosa

Predisposti il riscaldatore e il filtro, si possono sistemare gli oggetti decorativi

A questo punto in un angolo posteriore della vasca si attacca il riscaldatore al vetro attraverso le sue ventose, senza però collegarlo alla rete elettrica. Se il filtro non ha una posizione fissa, collocatelo in una zona dove successivamente possa essere almeno in parte occultato da piante e materiale decorativo. Se invece l’acquario è dotato di un filtro esterno, questo va collegato alla vasca tramite appositi tubi: quello per il pescaggio dell’acqua dall’acquario nel filtro va fissato in un angolo posteriore della vasca, nell’angolo posteriore sistemeremo il tubo per il rientro dell’acqua.

Carica filtrante

La maggior parte dei filtri è fornita completa di materiale filtrante, specificamente studiato per una filtrazione perfetta. Prima di mettere in fun-

Pesci... per principianti

Al momento dell’acquisto sarà opportuno controllare che l’acquario e i suoi accessori siano muniti di almeno uno dei seguenti simboli che ne certificano la sicurezza.


ACQUARIO

Marchio IMQ Marchio CE Costruzione in classe II

Codice IP

IPX4

Due versioni del marchio TÜV

secondo il proprio gusto, lasciando spazi adeguati per le piante. Adesso la vasca è pronta per essere riempita con l’acqua, ma prima di aprire il rubinetto è necessaria una considerazione. L’acqua potabile in Italia, come del resto un po’ in tutta Europa, ha caratteristiche chimiche diverse da quelle dei tropici. Per fortuna i pesci d’acquario oggi sono praticamente tutti riprodotti in cattività e sono abituati a valori almeno vicini a quelli che si misurano a casa nostra. Se si avrà l’accortezza di scegliere specie di pesci

resistenti e non molto esigenti per quanto riguarda i valori chimici dell’acqua – i cosiddetti “pesci per principianti” – allora quasi mai sarà necessario intervenire in qualche modo sulle caratteristiche dell’acqua potabile. Anche in questo caso, comunque, i consigli del negoziante si rivelano preziosi. Egli potrà suggerire il modo migliore e meno costoso per correggere un’ac-

qua potabile che si riveli inadatta per l’acquario.

be intorbidamento dell’acqua per diverse ore).

E acqua fu

Tiepida... e fertile

Ecco adesso qualche suggerimento per riempire l’acquario. Primo fra tutti, sul materiale di fondo va posto un ampio piatto in porcellana sul quale versare il getto d’acqua, o un materiale di copertura, in modo da evitare di sollevare la sabbia e specialmente il terriccio fertilizzante (provochereb-

L’acqua dovrebbe essere leggermente tiepida, con Tutte le prese di corrente dei vari accessori vanno sistemate in modo da non poter venire a contatto con l’acqua.

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ACQUARIO

Per evitare che le gocce d’acqua possano raggiun raggiungere la presa di corrente lungo il filo di collegamento, si dovrebbe lasciare un’ansa nel cavo, più bassa rispetto alla presa.

una temperatura di 22-25 °C (per la misurazione usa usare un termometro preciso, in vendita in ogni negozio di acquariofilia). Si riempie la vasca per circa due terzi con l’acqua e si aggiunge nella giusta dose il liquido del biocondizionatore: questo è il modo più agevole per procedere poi alla piantumazione, che abbiamo già esaminato nel precedente numero. Disposta la vegetazione si completa – con cautela, per non sradicare le piante – il riempimento della vasca, senza dimenticare di integrare anche l’acqua nuova con il solito biocondizionatore.

Pompa centrifuga

A questo punto il riscaldatore, sul cui termostato si avrà cura di impostare una temperatura di 25 °C, va collegato alla presa di corrente. Poi si mette in funzione il filtro avviando la pompa centrifuga (seguire le istruzioni d’uso del produttore, perché il metodo di avviamento cambia secondo il modello in dotazione).

Dopo l’allestimento dovremo te testare il nostro acquario per almeno due o tre giorni, durante i quali filtro, riscaldatore e impianto di illuminazio illuminazione avranno regolarmente funzionato (i primi due ininterrottamente, la luce per 12 ore al giorno): solo allora si potranno introdurre i primi pesci.

Pappa automatica

Mentre il filtro e il riscaldatore termostatato restano in funzione ininterrottamente, l’illuminazione dell’acquario va lasciata accesa per circa 12 ore al giorno. Collegare la presa dell’impianto di illuminazione a un timer libera l’acquariofilo dall’incombenza di accendere e spegnere le luci regolarmente. Nei negozi di acquari si trova in vendita un piccolo accessorio chiamato “mangiatoia automatica” con il quale si può somministrare il cibo ai pesci a ore prestabilite e temporizzare le luci. In questo modo si rende l’acquario “autonomo” per un certo periodo, per esempio durante le vacanze.

Quando si lavora all’interno dell’acquario, si devono prima scollegare tutti gli accessori dalla rete elettrica staccando le spine! Non è sufficiente interrompere la corrente agendo sugli interruttori: il rischio di un corto circuito o, peggio, di una scossa rimane. La corrente elettrica e l’acqua sono due “antagonisti” che possono costituire un pericolo per chi lavora in un acquario. Per questo motivo tutti gli accessori elettrici dell’acquario devono essere costruiti secondo le norme di sicurezza previste dalla legge.



ACQUARIO

VIRUS in vasca

L

e patologie virali sono senza dubbio quelle meno conosciute in ambito acquariofilo poiché spesso i sintomi vengono imputati a batteri che, in realtà, subentrano alla malattia già presente.

La malattia dello stress

La malattia da linfocisti è sicuramente la patologia virale più comune in acquariofila, favorita da molti fenomeni che causano stress (termici, chimici o una scarsa manutenzione

Alessio Arbuatti Facoltà di Medicina Veterinaria, Università degli Studi di Teramo Laboratorio di Psicobiologia, Cognizione e Benessere animale

Patologie virali nei pesci d’acquario

dell’acquario). Si caratcarat terizza per la formazione sul corpo dell’animale di piccole strutture simili a palline biancastre, rotonroton deggianti, abbastanza netnet te, senza margini sfrangiati e differenti dalle formazioformazio ni fungine che si mostrano fioccose.

Inappetenti

Le linfocisti compaiono sul corpo e sulle pinne dei pesci infetti; sono il risulta risultato dell’aumento di volume delle cellule superficiali. Dopo circa 4 settimane dalla comparsa dei noduli, i virus vengono liberati in acqua e possono infettare nuovi ospiti. Generalmente gli animali colpiti mostrano letargia, inappetenza e modifica modificazioni del comportamento. Inoltre le lesioni possono andare incontro ad una contaminazione da parte di batteri presenti in acqua acquario, anche di quelli che, di per sé, non hanno un ele elevato potere patogeno.

Niente medicine

La malattia da linfocisti non causa direttamente la morte del soggetto, infatti le lesioni scompaiono libe liberando nuovi virus. Come tutte le patologie virali, non vi sono presidi medi medici capaci di attaccare direttamente il patogeno, ma

va migliorata la gestione della vasca e al massimo, in presenza di batteriosi secondarie, può essere apportato un trattamento con farmaci antibatterici.

In quarantena

La viremia primaverile della carpa colpisce principalmente i possessori di carpe koi e Ciprinidi i generale; specialmente gli allevamenti. E’ diffusa negli U.S.A. e in Europa. Il virus è eliminato con le feci, l’urina, e tramite le cellule superficiali che vanno incontro a desquamazione. La sintomatologia spesso coinvolge i soggetti più anziani e i segni clinici possono comprendere: aumento di volume dell’addome, anoressia, esoftalmia, e lesioni emorragiche superficiali. L’aumento della temperatura dell’acqua favorisce la comparsa della malattia (17°-20°) e causa una maggior mortalità nei soggetti giovani (fino al 70%). Una corretta quarantena da parte dei grossisti e degli allevamenti esportatori è la tecnica migliore per il controllo della malattia.

Morte improvvisa

La setticemia emorragica virale colpisce principalmente circa 50 specie di pesci d’acqua dolce e



a cura di ALESSIO ARBUATTI

marina nell’emisfero boreale, principalmente gli allevamenti di salmonidi, ed è stata segnalata anche nelle carpe koi. L’agente si trasmette mediante l’acqua dove sopravvive in forma libera per 14 giorni, ma anche con lo spostamento di animali e le uova contaminate. I sintomi sono dovuti alle lesioni che il virus provoca nei vasi sanguigni. Infatti si osservano estese emorragie interne e superficiali, apatia, debolezza, modificazioni del comportamento. Un gran numero di soggetti è colpito da morte improvvisa.

Gli altri nemici

Oltre a quelle citate, ci sono numerose altre patologie virali che colpiscono

le specie d’acqua dolce, anche se spesso non coinvolgono specie strettamente ornamentali. Vista la loro rilevanza dal punto di vista infettivo, meritano comunque di essere ricordate. Tra queste abbiamo la Pancreatite necrotica infettiva, che colpisce con altissima mortalità i Salmonidi in generale dopo aver causato emorragie interne a carico della regione intestinale. Tra le sindromi sostenute da virus della Famiglia degli Herpesviridae vanno ricordate quelle che causano lesioni superficiali con placche bianco giallastre nelle carpe anche ornamenali (fish pox), o sintomatologie emorragiche nei pesci gatto (channel catfish virus).

Caro Alessio, da un pò di tempo ho intenzione d’iniziare, parallelamente all’allevamento dei pesci d’acquario, quello di cibo vivo, quale mi consigli per iniziare? A presto e grazie in anticipo. Samuel Ciao Samuele, scuramente l’allevamento di cibo vivo più facile per iniziare è quello dell’anguillola dell’aceto, un piccolo verme che vive comunemente nelle acetaie. In realtà in acquariofilia può essere utilizzato come cibo vivo quasi esclusivamente per gli avannotti e non ha certo le capacità nutritive di altri microrganismi, in primis dei naupli d’Artemia salina. Puoi trovare un inoculo di partenza comprandolo via internet o tramite altri allevatori. A questo punto basta che ti procuri una brocca per vino, di quelle con il collo che si ristringe prima di ridilatarsi e la riempi al 50% con aceto bianco di vino e 50% acqua. Attendi qualche giorno e versa l’inoculo. Le anguillule si nutriranno ma mano dei batteri che si formeranno nella coltura. Per prelevarle basterà porre sulla superficie una spugna

bianca con sopra acqa e queste saliranno in superficie dove potranno essere prelevate e somministrate direttamente nell’acquario. Saluti, Alessio Buongiorno a tutti, potreste darmi qualche informazione riguardante il potenziale redox nell’acquario marino. Martina Ciao Martina, il potenziale redox è un parametro importante in quanto, in base al valore, positivo o negativo, è parametro di attuazione di reazioni chimiche di ossidazione o riduzione. Nell’acquario marino, il valore può variare da +400 a -430 millivolts ed è importante per gli organismi in vasca. Infatti il suo valore dipenda dalla quantità di sostanza organica in vasca, dal’ossigenazione e dal pH. Un potenziale positivo possiamo dire che è un indice di una buona condizione biologica della vasca. Al contrario, valori negativi, indicano uno stato biologico non corretto che può favorire un’eccessiva crescita batterica e potenziale formazione di sostanze tossiche per i micro e macro organismi. Per i tuoi quesiti scrivi a: AQUAFORUM - LA CIOTOLA 55013 LAMMARI (LU) oppure: info@petfamilynews.it

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Esposizioni Nazionali

1 MAGGIO FERRARA Gruppo Cinofilo Ferrarese Tel. 0532-909543 2 MAGGIO LATINA Gruppo Cinofilo Pontino Tel. 0771-681817 9 MAGGIO LECCO Gruppo Cinofilo Provinciale Lecchese Tel. 0341-369740 MONTEBELLUNA (TV) Gruppo Cinofilo Trevigiano Tel. 0422-235998 PISA Gruppo Cinofilo Empolese Tel. 0571-508107 15 MAGGIO ROMA Gruppo Cinofilo Capitolino Tel. 06-4067413 16 MAGGIO LEGNANO (MI) Gruppo Cinofilo Legnanese Tel. 0331-450205 MODICA (RG) Gruppo Cinofilo Ragusano Tel. 0932-752106 ROVIGO Gruppo Cinofilo Polesano Tel. 0425-25427 23 MAGGIO SEVESO (MB) Gruppo Cinofilo Delle Groane Tel. 031-780333 29 MAGGIO PALERMO Kennel Club Palermo Tel. 091-300612 TORINO Gruppo Cinofilo Torinese Tel. 011-857639 30 MAGGIO SALICE TERME (PV) Società Cinofila Pavese Tel. 0382-26123 TELESE TERME (BN) Gruppo Cinofilo Sannita Tel. 349-2112461

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Club Italiano Spaniel Tel. 0185-700470 SORIANO NEL CIMINO (VT) WEIMARANER Weimaraner Club D’Italia Tel. 0371-420408 SORIANO NEL CIMINO (VT) BRACCO FRANCESE Club Italiano Bracco Francese Tel. 0564862291 VICENZA Kci Delegazione Veneta Tel. 045-974753 9 MAGGIO MODICA (RG) CIRNECO DELL’ETNA Società Amatori Cirneco Dell’Etna Tel. 0932-752106 RAGUSA Sas Irminio Tel. 0932-641960 ROCCHETTA DI CAIRO (SV) SETTER INGLESE Sis Delegazione Liguria Tel. 0143-98160 ROCCHETTA DI CAIRO (SV) Pci Delegazione Liguria Tel. 347-2512085 SANTA IONA (AQ) PASTORE MAREMMANO ABRUZZESE Circolo Del Pastore Maremmano Abruzzese Tel. 334-1012495 15 MAGGIO COLLI SUL VELINO (RI) AKITA E SHIBA Club Italiano Razze Nordiche Tel. 0522-865259 TERNI SHAR PEI BULLDOG MASTINO NAPOLETANO BOXER Gruppo Cinofilo Ternano Tel. 0744-407138 16 MAGGIO CAMPEGINE (RE) Club Italiano Del Molosso Tel. 081.5316851 CASTENASO (BO) CANE DEI PIRENEI Club Amatori Cani Dei Pirenei Tel. 050-936017 LAMEZIA TERME (CZ) Sas Lamezia Terme Tel. 0968-401037 RAVENNA KURZHAAR Kurzhaar Club D’Italia Tel. 0746-755157

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