La famiglia Sgraffignoni - Il diamante d'oro

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A. Sparring

Libri ad alta leggibilità, belli, divertenti, per tu tti

P. Gustavsson

€ 9,50

La famiglia Sgraffignoni Il diamante d’oro

In città è arrivato il brillantissi mo e preziosissimo diamante d’oro e la Famiglia Sgraffignoni ha già un piano: papà Mariolo e mamma Fia sono pronti per il grande colpo. Ma Paul Iziott o è sulle loro tracce... Fausto, Ale e Sbirro, il cane, corrono in pri gione per far evadere nonna Sgraffig noni: solo lei può aiutarli!


MESSAGGIO IMPORTANTE! Prima di cominciare a leggere questo libro, nascondi tutti gli oggetti di valore! Infila il cellulare nella tasca interna! Tieni d’occhio i calzini! Mangia tutte le caramelle! Non fidarti della famiglia Sgraffignoni!


Questo racconto contiene: • Calzini che spariscono. • Un giro al negozio di giocattoli. • Torrette di guardia. • Guardie severe. • Una grande fuga. • Candelotti di dinamite. • UN DIAMANTE D’ORO! • Un colpo di fulmine. • Un lieto fine. E ricorda: se nonna Sgraffignoni ti offre un biscottino... tu NON MANGIARLO! Capito? Bene! Allora si parte!



1 Chi ha rubato (di nuovo) i calzini di Fausto? Ogni mattina, quando si sveglia, Fausto Sgraffignoni scopre che i suoi calzini a righe sono spariti. E ogni mattina, Fausto si arrabbia. «Chi mi ha sgraffignato i calzini?». Il papà di Fausto, Mariolo, è seduto al tavolo della colazione a leggere il giornale del vicino. Beve un sorso di caffè e muove le dita dei piedi. 5


Si vedono le dita di un piede solo, però, perché sull’altro c’è un calzino. «Hai guardato sotto il letto?». «Sì-ì», risponde Fausto. «Lì c’è solo un vecchio lecca-lecca a righe!». Fausto guarda il piede di suo padre. Il calzino gli sta molto stretto. Anzi, sembra quasi sul punto di strapparsi. «Sei sicuro che non hai preso tu il mio calzino?».

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Mariolo incrocia le dita dietro la schiena. «Sicuro! Questo qui è mio!». Anche mamma Fia ha solo un calzino. «E questo invece è mio. Ne sono sicurissima», dice. «Fai colazione, adesso, e smetti di insistere con questi calzini!». Fausto infila l’ultima fetta di pane nel tostapane. È un tostapane nuovo di zecca. Mamma Fia lo ha portato a casa sotto la maglietta una sera della settimana precedente. Da allora Fausto mangia solo pane tostato. E anche sua sorella Ale, che in realtà si chiama Criminale, ma visto che è difficile da dire viene sempre chiamata solo Ale. 7


Fausto spalma un po’ di burro d’arachidi sul pane. Mmh! Che buono! Fausto non è più arrabbiato. Ale invece sì! «Chi ha preso l’ultima fetta di pane?», ringhia. «Io», dice Fausto ingoiando l’ultimo boccone. «Scusa, Ale». Mamma Fia guarda Fausto con aria severa. «SENTI UN PO’, FAUSTO!», dice a caratteri cubitali. «Si dice IO NO!». «Ma... ma sono stato davvero io».

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«Non ha importanza. Tu devi dire sempre e comunque “IO NO!”. E poi incroci le dita dietro la schiena. Si chiama mentire, e se vuoi cavartela nella vita devi imparare a farlo».

Fausto è bravo in un sacco di cose. Sa contare fino a mille e sa disegnare 9


molto bene. Conosce diverse parole in francese e una volta, quando il vicino era malato, lo ha aiutato facendogli il tè e andandogli a comprare le arance. Fausto è bravo a portare fuori il cane di famiglia, che si chiama Sbirro ed è un tormento perché abbaia terribilmente. Sa legarsi le scarpe da solo e conosce tutti i tasti della lavatrice, dei fornelli e del telecomando. Ma non sa mentire. «Allora devi allenarti!», gli dice mamma Fia. «Devo proprio?», domanda Fausto con un filo di voce. 10


Mamma Fia annuisce seria. Proprio in quel momento, qualcuno bussa forte alla porta. «Aprite, in nome della legge!». È Paul Iziotto, il vicino, che passa ogni mattina dalla famiglia Sgraffignoni a cercare il suo giornale. Mamma Fia guarda Fausto. «Apri tu!», esclama. «E digli che il suo giornale non è qui!». «Ma il suo giornale è qui», sussurra Fausto guardando suo padre che lo sta leggendo. «Proprio così», replica mamma Fia. «Devi mentire! E incrocia le dita!». 11


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