SIMENON SIMENON WEEKEND N.15

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SIMENONWeekend simenon

N° 15- ANNO XI VENERDì‱VENDREDI 28/05/2021 - SETTIMANALE‱HEBDOMADaiRE

Georges Diecimila e il suo Davvero? donne. rapporto con la malattia

La vamp et la strip- teaseuse

Gli otto “punti cardinali” femminili di Simenon

Femmes... FEMMES...femmes...


SIMENONsimenon Weekend in questo numero donne, sesso, amori

Donne? Diecimila. Di tutta la relazione con l’altro sesso di tutta una vita, rimane questa frase pronunciata da Simenon durante un’intervista concessa al suo amico Fellini. Una battuta? Certamente, ma intanto fece il giro del mondo. Certo non sarĂ  stata la veritĂ , ma che i rapporti con le donne dello scrittore fossero dominati da quella impellenza fisica che lo spingeva a rapporti quotidiani, Ăš fuor di dubbio. Ma le infatuazioni di Georges non furono poche e le storie con le mogli inziarono con un innamoramento. Con Josephine Baker anche ci fu un coinvolgimento sentimentale. E anche Teresa il cui rapporto era iniziato come sesso con una “femme de chambre” (giĂ  era successo con Boule), si trasformĂČ poi in un amore tenero fino alla fine.

dans ce numero femmes, sexe, amours

Les femmes ? Dix mille. De toute la relation avec l’autre sexe sa vie durant, il reste cette phrase prononcĂ©e par Simenon durant une interview donnĂ©e Ă  son ami Fellini. Une boutade ? Certainement, mais elle fit cependant le tour du monde. Certes ce n’était pas la vĂ©ritĂ©, mais il reste hors de doute que les relations du romancier avec les femmes furent dominĂ©es par cette pulsion physique qui le poussait Ă  des rapports quotidiens. Mais les engouements de Georges furent nombreux et les histoires avec les femmes commençaient par un sentiment amoureux. Avec Josephine Baker aussi il fut question d’un engagement sentimental. De mĂȘme avec Teresa, avec qui la relation commença par des rapports sexuels avec une « femme de chambre » (comme il en avait dĂ©jĂ  Ă©tĂ© avec Boule), pour se transformer en tendre amour jusqu’à la fin de sa vie.

diecimila donne davvero? Un numero che fece il giro del mondo, anche perchĂ© il portavoce di questa cifra era un intervistatore d’eccezione, il regista italiano Federico Fellini. Ma qual Ăš il significato di questo numero spropositato? Cosa aveva voluto dire o far intendere Simenon quando sparĂČ quel “diecimila” ? Neanche fosse un dscorso da bar... in un bistrot con degli amici a bere Calvados...

“Fellini credo che nella mia vita io sia stato piĂč Casanova di voi! Ho fatto il calcolo, uno o due anni fa’. Ho avuto diecimila donne dall’etĂ  di tredici anni e mezzo. Non Ăš affatto un vizio. Io non ho alcun vizio sessuale, ma ho bisogno di comunicare...” . Questo il passo incriminato (o se volete il piĂč famoso) dell’altrettanto nota intervista che Federico Fellini fece al suo amico Simenon per il settimanale francese L’Express, nel febbraio del 1977, in occasione del debutto del film del regista italiano Casanova. Scandalo, incredulitĂ , ilaritĂ , queste le reazioni che apparvero sui media e nei discorsi degli appassionati simenoniani. Che il romanziere avesse una vita sessuale assai intensa, era cosa nota, ma vedere scritto nero su bianco quel numero tondo e netto diecimila, addirittura con l’aggiunta che ottomila di queste erano

prostitute, fece un certo effetto e ancora oggi ci viene peraltro da chiederci... ma quanto avrĂ  speso in tutto lo scrittore? Tra l’altro va annotato che ex-moglie Denyse (per la veritĂ  non divorziata, ma all’epoca uscita dalla vita di SImenon da ben piĂč di dieci anni) aveva contrabbattuto che al numero dovesse essere tolto uno zero: quindi non diecimila, ma mille. Ma per Simenon non era un questione di quantitĂ , nĂ© di affermazione del suo ego maschile. Lui stesso la riduce ad una semplice pulsione naturale, del tutto naturale e cui non poteva sottrarsi. Niente affettivitĂ  (anche con le duemila non prostitute), zero empatia, nessun coinvolgimento emotivo. Questo peraltro, aldilĂ  del numero, lo avevano accertato anche i cinque medici psichiatri che lo avevano sottoposto ad un’inter-

vista durata un giorno intero. Insomma diecimila Ăš un numero buttato lĂ  per epater les bourgeoises, come pure le ottomila mercenarie. Aveva voglia di scandalizzare? Voleva fare un po’ lo sbruffone? Forse aveva intenzione di scherzare? Certo c’é chi intravede una certa analogia tra la letteratura e la vita sessuale dello scrittore. Azzardato? Simenon era famoso per essere cosĂŹ veloce nella scrittura che agli inzi, quelli della letteratura popolare, girava voce che potesse scrivere fino ad ottanta pagine al giorno o che fosse in grado di dettare contemporaneamente a tre dattilografe tre storie diverse. Queste performance, gli attiravano gli strali della critica che lo accusavano di non poter puntare sulla qualitĂ . La letteratura da record, la chiamavano. E questo continuĂČ per molti anni ancora, quando scriveva un roman dur in otto/dieci giorni. Duecento titoli di letteratura popolare, piĂč di un centinaio di Maigret tra romanzi e e racconti, circa duecento romans durs.... Una produzione incredibile e ipertrofica dice qualcuno. Anche la sua attivitĂ  sessuale era veloce (si dice che il suo atto sesssale non prevedesse nĂ© i preliminari, nĂš le smancerie del dopo). Il numero, che siano mille o diecimila, Ăš anche qui ipertrofico e dimostrerebbe l’insaziabile e frenetica attitudine mai paga.


I punti cardinali femminili di Simenon non sono quattro come quelli geografici, ma otto, se consideriamo la sua vita, le sue mogli, le compagne, la scrittura e la famiglia. Nella sua vita tre Henriette: la madre, Boule, femme de chambre e amante, Doringe la sua editor Joyce Aitken, braccio destro dello scrittore in Svizzera e che sarĂ  poi responsabile del SecrĂ©tariat Simenon, che curava tutti gli affari e gli interessi che riguardavano l’opera del romanziere.

Henriette Brull, Ă© la madre di Georges con la quale si Ăš scontrato tutta la vita.Una madre che preferiva il fratello minore Christian e che disprezzĂČ Georges fino alla fine

Henriette Liberge detta Boule, fu da sedicenne al servizio dei Simenon come femme de chambre e restĂČ al servizio di Simenon e famiglia per quarant’anni.Amante regolare dello scrittore

Doringe pseudonimo di Henriette Blot, fu la piĂč famosa editor di Simenon nel periodo delle edizioni Presses de la CitĂ©. Severissima e indipendente discuteva anche polemicamente con Simenon

Teresa Sburelin, entrata a servizio dei Simenon, consigliata dai loro amici Mondadori, nel ‘61 divenne poi la compagna dello scrittore , al suo fianco fino alla morte nell’ 89

Regine Renchon detta Tigy, fidanza belga e poi prima moglie dello scrittore , madre del suo figlio Marc. Lei e Georges rimasero in buoni rapporti anche dopo il divorzio e furono in qualche modo in contatto

Marie-Jo l’unica figlia femmina di Simenon, era la cocca di papĂ  e lei aveva un’ammirazione sconfinata per il padre. MorĂŹ suicida a 25 anni procurando a Simenon il piĂč grande dolore della sua vita

Denise Ouimet detta Denyse, canadese, fu prima la segretaria amante di Simenon negli Stati Uniti, poi diventĂČ la sua seconda moglie e gli dette tre figli: John, Marie-Jo e Pierre. LasciĂČ Simenon nel ‘64


SIMENONsimenon Weekend Femmes, fem Les relations de Simenon avec les femmes sont complexes: attirance presque obsessionnelle, qui va bien au-delĂ  du plan sexuel. Qu’en est-il de Maigret, comment le romancier a-t-il dĂ©crit les rapports de son hĂ©ros avec les protagonistes fĂ©minins ?

Simenon ne s’est jamais cachĂ© d’avoir une vie sexuelle intense. On connaĂźt la fameuse anecdote, lorsqu’il dĂ©clara, lors d’une rencontre avec Fellini, qu’il avait couchĂ© avec 10 000 femmes. Une affirmation, sinon Ă  prendre comme une boutade, du moins Ă  relativiser. Certes, on veut bien croire le romancier lorsqu’il disait avoir besoin de plus d’un rapport sexuel quotidien, mais il faudrait aussi savoir ce qui se cache derriĂšre ce besoin. C’est d’ailleurs le sujet d’un autre article de ce numĂ©ro. Dans des interviews et dans ses textes autobiographiques, Simenon a Ă©voquĂ© Ă  plusieurs

sans fin. Et comment aurais-je crĂ©Ă© des dizaines, peut-ĂȘtre des centaines de personnages fĂ©minins dans mes romans sans ces aventures de deux heures ou de dix minutes ? » Avec cette derniĂšre phrase, on a une des clefs de cette recherche obsessionnelle, de la part de Simenon, de contacts charnels avec les femmes. Outre le besoin physiologique, il y a lĂ  une quĂȘte du mystĂšre fĂ©minin, et le romancier a su trĂšs bien dĂ©peindre des protagonistes du sexe dit

leur intimitĂ© la plus secrĂšte.» Et dans la dictĂ©e La femme endormie : «c’était la femme que j’essayais de comprendre. [
] cette interrogation datait de trĂšs loin, voire de mon enfance. Toute madĂ©crit vie, ensuQuand Simenon des s ite, je devais conserver cette Q Quand Simenon dĂ©crit des sorte dede culte que celles-ci je vouaisne scĂšnes repas, Ă sont la femme. seulement jamaisNon anodines.Toutef elle Ă©tait Ă  mes yeux un ĂȘtre Quand Simenon dĂ©crit des mystĂ©rieux qui m’impressionscĂšnes de repas, celles-ci ne nait, aussi c’était comme sontmais jamais anodines.Touteune quintessence de la vie. » fois, les longues descriptions Cette focalisation lyriques ne sont sur pasles le fait femmes cachait sans de notre romancier,doute et, le

complicitĂ© et de la tendresse. LĂ  aussi, on peut Ă©voquer les trĂšs nombreux couples en faillite qui hantent ses romans. On a parfois reprochĂ© Ă  Simenon d’avoir un regard misogyne. C’est mĂ©connaĂźtre son Ɠuvre, dans laquelle, au contraire, les protagonistes fĂ©minins sont souvent des personnages forts, parfois jusqu’à l’excĂšs (mĂšre ou Ă©pouse dominatrice d’un fils ou d’un mari faibles), mais qui ont aussi une force de caractĂšre

reprises cette « faim de la femme ». Par exemple dans sa dictĂ©e Un homme comme un autre : « Je ne crois pas que je sois, que j’aie Ă©tĂ©, ce que l’on appelle aujourd’hui un obsĂ©dĂ© sexuel. [
] Je crois, par contre, qu’il y a toujours eu de ma part une curiositĂ© extrĂȘme, et aussi un besoin de contacts que seuls les rapports sexuels peuvent donner. [
] la femme a toujours reprĂ©sentĂ© pour moi un ĂȘtre exceptionnel que j’ai en vain essayĂ© de comprendre. Cela a Ă©tĂ©, en somme, ma vie durant, une quĂȘte presque

faible, avec une grande variĂ©tĂ© dans les caractĂšres. Comme le disait Simenon par ailleurs, cette quĂȘte de la femme Ă©tait une façon d’arriver Ă  comprendre l’Homme, l’ĂȘtre humain, dans sa complexitĂ©. « Je sais pourquoi j’ai Ă©tĂ© hantĂ© par un dĂ©sir passionnĂ© des femmes – dit-il dans sa dictĂ©e Les libertĂ©s qu’il nous reste – j’avais besoin de les connaĂźtre, de les connaĂźtre vraiment, non pas telles qu’elles se montraient dans la rue ou dans les cafĂ©s, mais telles qu’elles Ă©taient, dĂ©barrassĂ©es de leurs atours, dans

aussi blessures plusdes souvent, il seprofoncontente des. En particulier le manque de quelques notations sur d’amour, de la part de sa la nourriture, en mettant mĂšre, ressenti Georges l’accent sur lespar goĂ»ts, odeurs tout au long de sa vie. et saveurs. Les personnages de mĂšre Les menus favoris de dĂ©crits Maigret nĂ©gativement abondent dans sont devenus mythiques : son Ɠuvre, et ce n’est pas coq au vin, blanquette de un hasard : mĂšres abusives, veau ou fricandeau Ă  l’oseille. castratrices, cachant, Mais en rĂ©alitĂ©, cessous repasle prĂ©texte de l’amour matersont apparus assez tard dans nel, un Ă©goĂŻsme Il y la saga, car dansprofond. les premiers a romans, aussi ses le Ă©checs successifs commissaire se avec ses mariages, ne contentait le plusqui souvent lui ont pas apportĂ© ce qu’il d’un sandwich ou d’un cherchait, le couple fusionnel, en-cas rapidement avalĂ©. en harmonie Ă  latard, fois lorsqu’il sur le Et mĂȘme plus plan sexuel etles surdĂ©lices le plande delala dĂ©couvrira

qui en font les vĂ©ritables hĂ©roĂŻnes des romans. Le gastronomie, en s’installant mĂ©connu Novembre mĂ©riterait Ă  quelque bonnelu, table d’ĂȘtre davantage car de le restaurant ou en dĂ©gustant personnage central – qui est spĂ©cialitĂ©s enlesmĂȘme tempsdelaMadame narraMaigret, ne s’attardera trice – estil une femme, etpas plus quea nĂ©cessaire Ă  ces Simenon su Ă  merveille primant seagapes, mettrel’enquĂȘte dans la peau de sur tout
 Lesraconter rares scĂšnes celle-ci pour son oĂč on le voit attablĂ© en prenhistoire. plus de Ilnent fautdonc relired’autant aussi certaines signification, et ce n’est pas pages de la dictĂ©e parFemme hasardendormie, qu’elles apparaisLa qui sent, le romancier leur sont uncar vĂ©ritable hymne donne une importance partiaux femmes, dont Simenon culiĂšre, souvent symbolique, cĂ©lĂšbre les qualitĂ©s dans dansles l’économie du roman. tous domaines.


mmes, femmes Dans CĂ©cile est morte, Simenon Ă©crit de Maigret que celui-ci est « un chaste»; ce terme apparaĂźt lors de la scĂšne au cinĂ©ma, lorsque le commissaire dĂ©couvre, pendant la projection du film, les Ă©bats de ses voisins: Maigret est « choquĂ© » et «mal Ă  l’aise », dit le texte. Ce n’est pas que le commissaire soit bĂ©gueule, bien entendu: par son expĂ©rience dans la police, il connaĂźt la vie, et il en a certainement vu de toutes les couleurs au temps oĂč il travaillait Ă  la brigade des garnis. Ce n’est pas non plus qu’il soit exempt de toute pulsion charnelle : son Ă©moi, quoique discret, lorsqu’il se trouve en face de certaines

idĂ©al, le couple tel que luimĂȘme l’a toujours rĂȘvĂ© : une union fondĂ©e sur la tendresse, qui n’exclut pas le reste. On rappellera ici l’interview avec Roger StĂ©phane, lorsque le romancier racontait qu’il avait expliquĂ© Ă  l’acteur Rupert Davies comment il devait jouer Maigret rentrant chez lui et retrouvant sa femme : « Mme Maigret est lĂ , vous entrez. Vous lui tapotez gentiment la croupe et je tiens Ă  ce que ce geste ne soit pas seulement amical, mais qu’il comporte une certaine sensualitĂ©. Je veux qu’on sente que Maigret est encore amoureux de sa femme, qu’il est encore un amant et cette caresse trĂšs discrĂšte suffit Ă  l’indiquer. »

trompĂ© sa femme, Simenon avait rĂ©pondu : « Probablement, mais je n’en parle pas. Il y a beaucoup d’hommes qui trompent leur femme et qui n’en parlent pas. Pourquoi le mettrais-je dans le roman?» Mais c’était en 1981, et on n’est pas obligĂ© de le croire, car, au temps oĂč il Ă©crivait ses romans, il devait probablement admettre la fidĂ©litĂ© de Maigret, peut-ĂȘtre parce qu’il avait dĂ©jĂ , comme il dit dans sa dictĂ©e Des traces de pas, «la nostalgie du vrai couple», ce couple idĂ©al qu’incarnent Jules et Louise Maigret, dont la confiance mutuelle ne se dĂ©ment jamais
 Au lieu de doter Maigret d’une mĂšre abusive, il a fait du

apparaisse l’image de la comtesse de Saint-Fiacre, qui avait «personnifiĂ© toute la fĂ©minitĂ©, toute la grĂące, toute la noblesse». Une image Ă©lĂ©gante et gracieuse de la femme, que garde le commissaire et qui est peut-ĂȘtre en partie Ă  l’origine de son respect pour la fĂ©minitĂ©, qui lui fait aborder tous les protagonistes fĂ©minins avec un certain tact, quelle que soit d’ailleurs l’origine sociale de ceux-ci. Dans L’Amie de Madame Maigret, alors qu’il interroge Fernande Steuvels, qui fut autrefois une prostituĂ©e, «il n’avait pas [
] gardĂ© son chapeau sur la tĂȘte. Il ne se montrait pas brutal ». D’ailleurs, de mĂȘme que Simenon professait son respect pour les

femmes qui lui dĂ©voilent leurs charmes (rappelons ici la scĂšne avec Else l’enjĂŽleuse dans La Nuit du carrefour) est bien rĂ©el. On ne sait pas grand-chose de sa vie sexuelle avec son Ă©pouse, mais ce serait une erreur de prĂ©tendre, comme l’ont fait certains commentateurs, que le couple n’a aucune relation charnelle. Plusieurs indices dans les romans le prouvent, mais ce n’est pas cela que Simenon cherche Ă  mettre en avant : le couple Maigret, tel qu’il le dĂ©crit, est un couple

Simenon proclamait la libertĂ© sexuelle au sein du couple, dĂ©clarant que chacun des partenaires doit garder la possibilitĂ© d’avoir des relations extraconjugales ; du moins, c’était une revendication qu’il avait pour lui-mĂȘme, ayant souffert, disait-il, d’avoir dĂ» cacher ses aventures Ă  la jalousie de Tigy. Mais pourquoi a-t-il fait de Maigret un mari fidĂšle, qui rĂ©siste aux nombreuses tentations qu’il subit au cours de ses enquĂȘtes ? À Bernard Pivot qui lui demandait si Maigret avait jamais

commissaire un orphelin qui perd sa mĂšre Ă  l’ñge de huit ans. Ce qui permet Ă  Maigret de garder une image maternelle idĂ©alisĂ©e, des souvenirs tendres et chauds, souvent sensitifs (odeurs, couleurs, saveurs de nourriture) ; ce n’est pas pour rien que le commissaire a Ă©pousĂ© une femme qui a pour lui des attentions maternelles, le dorlotant quand il est malade et lui prĂ©parant des plats nourrissants. Ce n’est pas un hasard non plus que dans les souvenirs d’adolescent de Maigret

professionnelles du sexe, Maigret agit pareillement, ne les condamnant jamais, et, sachant combien certaines d’entre elles ont passĂ© par des moments difficiles, «il lui Ă©tait arrivĂ© souvent de mettre, comme malgrĂ© lui, plus de douceur Ă  interroger ces filles-lĂ  que d’autres » (Maigret se trompe). Les rĂ©actions de Maigret face aux femmes sont d’ailleurs le reflet de sa façon gĂ©nĂ©rale de voir les ĂȘtres humains, avec empathie et tĂąchant de les comprendre...


SIMENONsimenon Weekend La vamp et la strip-teaseuse Au cours de sa carriĂšre de policier, Maigret a croisĂ© nombre de protagonistes fĂ©minines, dont certaines lui ont fait une forte impression. Ainsi en est-il de ces femmes dont la rencontre a Ă©tĂ© placĂ©e sous le signe de la sĂ©duction. C’est Ă  la suite de l’histoire rocambolesque d’un cadavre dĂ©couvert dans une voiture Ă©changĂ©e avec une autre que Maigret fait la connaissance d’Else Andersen (La Nuit du carrefour). La premiĂšre apparition de la jeune femme est thĂ©Ăątrale : blonde et moulĂ©e dans une robe de velours noir, elle s’avance «comme la vedette d’un film». La rĂ©fĂ©rence est posĂ©e: Else est comparĂ©e Ă  une vamp de cinĂ©ma, comme on peut l’imaginer dans un film de l’époque de rĂ©daction du roman (1931). Cette apparition met Maigret mal Ă  l’aise, non seulement parce qu’il a l’intuition qu’elle est artificielle, mais aussi parce qu’Else se place d’emblĂ©e sur le terrain de la sĂ©duction. Avec un art consommĂ©, puisqu’ellerĂ©ussitĂ mettreunenote «lascive», tout en n’étant pas provocante. La deuxiĂšme rencontre entre Maigret et Else va donner l’occasion Ă  Simenon de montrer que son commissaire ne reste pas de bois face aux attraits fĂ©minins. Avant d’entrer dans la chambre de la jeune femme, n’aurait-il pas, comme le dit le texte, quelques « pensĂ©es troubles » qui lui passent par la tĂȘte ? Else porte un «parfum sourd», elle est couchĂ©e sur un divan, en peignoir, qu’elle laisse savamment entrouvert pour qu’on devine une Ă©paule, l’échancrure du corsage, et «un Ă©clair de chair» au niveau des cuisses. Maigret, qui n’en peut mais, a «le visage un peu rouge», dĂ©tourne son regard de celui d’Else, et son supplice prend

fin aprĂšs un interrogatoire oĂč le commissaire tĂąche de garder son esprit professionnel. Lors d’une deuxiĂšme rencontre, l’instinct du policier prend le dessus sur l’émoi de l’homme, mais Maigret ne peut s’empĂȘcher de noter que la robe noire d’Else «souligne ses formes», et que la jeune femme est «parĂ©e de [
] sex appeal». Cependant il a dĂ©jĂ  compris qu’Else est «à la fois femme et enfant», qu’elle s’entoure d’une «atmosphĂšre voluptueuse», tout en ayant un regard « limpide de petite fille ». Else est Ă  la fois forte

et fragile, ce qui permettra Ă  Maigret de mettre au jour sa vĂ©ritable personnalitĂ©. Et lors de leur troisiĂšme rencontre, Else a beau tenter une nouvelle scĂšne de sĂ©duction en jouant de son peignoir, cette fois Maigret reste sur le plan strictement policier. Pourtant, une fois qu’il l’aura dĂ©masquĂ©e, il devra tout de mĂȘme s’avouer qu’il « savourait peut-ĂȘtre un peu trop » ce jeu de sĂ©duction qu’Else a menĂ© avec lui
 Alors que Maigret arrive un matin au Quai des OrfĂšvres, il fait un tour dans le bureau du brigadier

Lucas. Celui-ci est en train d’interroger Arlette, une strip-teaseuse (Maigret au Picratt’s), qui a dĂ©clarĂ© avoir entendu deux hommes comploter le meurtre d’une comtesse. Mais la jeune femme se rĂ©tracte, et Lucas la laisse partir ; peu aprĂšs on la retrouvera Ă©tranglĂ©e. Maigret n’a eu qu’un court instant pour entrer en contact avec Arlette, Ă  qui il n’a mĂȘme pas parlĂ©, se contentant de la regarder d’un « petit coup d’Ɠil curieux », « un coup d’Ɠil qu’il avait machinalement jetĂ© Ă  sa poitrine », et il se souviendra plus tard de « cette odeur de femme, presque une odeur de lit chaud, qui Ă©manait d’elle ». Le coup d’Ɠil lui a suffi cependant pour se faire une idĂ©e sur elle, et dĂ©couvrir son ambiguĂŻtĂ©: c’était « une femme donnant une impression aussi forte de sexualitĂ©, et cela contrastait avec son regard de gamine anxieuse ». Tout ce qu’il va apprendre d’elle au cours de son enquĂȘte viendra confirmer cette impression d’une fragilitĂ© cachĂ©e, et ce n’est pas pour rien qu’il Ă©voque Arlette avec les termes de « petit oiseau de nuit ». Il n’y aucun doute que la personnalitĂ© d’Arlette fascine Maigret : la jeune femme s’amuse Ă  exciter les hommes, semble y prendre plaisir, mais cela apparaĂźt comme une rĂ©volte contre son passĂ©, comme si elle n’avait pas trouvĂ© d’autre rĂ©ponse possible Ă  ses aspirations d’une vie diffĂ©rente. Et c’est cela que Maigret gardera finalement d’Arlette: l’image d’une victime de son destin



PHOTOSTORY donne famose

COLETTE

La famosa intellettuale, aiutĂČ Simenon ad asciugare la sua scrittura e gli pubblicĂČ su “Le Matin” il primo racconto in assoluto. La fameuse intellectuelle, qui aida Simenon Ă  Ă©purer son style et qui publia dans Le Matin le tout premier conte du romancier

SIMONE SIGNORET

La piĂč simenoniana delle attrici francesi con ben quattro film tratti dai suoi romanzi. Il piĂč famoso “Le chat” a fianco di Jean Gabin altro simenoniano doc. La plus simenonienne des actrices françaises, avec pas moins de quatre films tirĂ©s de ses romans. Le plus cĂ©lĂšbre, Le Chat, aux cĂŽtĂ©s de Jean Gabin, autre interprĂšte simenonien

JOSEPHINE BAKER

La star fece girare la testa a Georges che per lei quasi dimenticĂČ la letteratura. Grande passione che durĂČ meno di due anni. Poi ognuno per la sua strada La star fit tourner la tĂȘte Ă  Georges, qui faillit en oublier la littĂ©rature. Une grande passion qui dura moins de deux ans. Ensuite, chacun pour soi

GERMAINE KRULL

La fotografa tedesca che lavorĂČ con Simenon all’esperimento di “Phototexte” . il romanzo fotografico “La folle d’Itteville” nel ‘31 La photographe allemande qui collabora avec Simenon au projet de « Phototexte » pour le roman La Folle d’Itteville en 1931


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Weekend

AprĂšs dix ans, Simenon-Simenon poursuit son Ă©volution SIMENON-SIMENON DOPO 10 ANNI L’EVOLUZIONE CONTINUA


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