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Jeffrey Dahmer

Ilcannibalefotografo

Jeffrey Dahmer nasce il 21 maggio 1960 a Milwaukee. Jeffrey, fin dall’infanzia, iniziò a soffrire di depressione e apatia per la lontananza del padre a causa di impegni costanti; la mamma invece passerà tutte le giornate a letto per via dell’ipocondria. Dal 1968 in poi, Dahmer iniziò a collezionare animali morti del bosco e a chiedere al padre cosa sarebbe successo se delleossadicanefosseromessenellacandeggina. Il padre, pensando che si trattasse di una domanda a scopi scientifici, gli mostrò come conservare ossa. A 13 anni la fantasia sessuale di Jeffrey lo portò a sognare persone morte capendo di essere omosessuale. Successivamente, i genitori, si separarono: lui aveva ormai 18 anni e decise di vivere da solo nella casa della sua infanzia in Ohio, dove compìpartedegliomicidi.

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Jeffrey Dahmer fu responsabile della morte di diciassette vittime assassinate tra il 1978 e il 1991 con metodi particolarmentecruenti.Levittimefuronouccisedalkillerconilsuosolito “modusoperandi”: Dahmer le adescava solitamente in locali frequentati da omosessuali fingendo di essere un fotografo in cerca di modelli.LepersonesceltedaJeffreyvenivanoconvinteaseguirlonelsuoappartamentodovel’uomoerasolitooffrireloro una bevanda contenente un narcotizzante per poi strangolarle. Una volta uccise le vittime subivano talvoltaatti dinecrofilia e successivamente venivano squarta- te con una sega, il tutto documentato con delle polaroid. Dahmer non si sbarazzava subito dei resti dei corpi ma li conservava nel frigo per mangiarli, li scioglieva nell’acido oppure, li faceva bollire nell’acqua per separare la carne dalle ossa e conservare il teschio.

La cattura di Jeffrey Dahmer venne eseguitail22luglio1991,dopochel’unico sopravvissuto di questo caso, Tracy Edwards,riuscìascapparedaquellacasa. Edwards racconta che quella sera aveva incontrato Dahmer in un gay club dove lui fece finta di essere un fotografo e gli fece un’offerta. Tracy accettò e così andarono nell’appartamento di Dahmer. Durantelabreveconversazionecheidue ebbero, Dahmer chiese ad Edwards di girarsiversol’acquario,Tracyobbedìper poi ritrovarsi ammanettato. Lo costrinse poi ad entrare in camera da letto, dove cominciòafarglidellefotoprimadifarlo sedere sul letto. Dahmer obbligò Tracy a vedere un film e durante il quale si avvicinò per dirgli che a poco lo avrebbe mangiato. Edwards propose al killer di ritornare nel salotto per bere qualcosa insieme e Dahmer accettò. Una volta lì, Tracy riuscì ad aggredire Dahmer colpendolo negli occhi e riuscì a scappare attraverso la porta principale. Edwards corse per strada cercando aiuto finché non trovò una pattuglia di polizia a cui spiegò la situazione. I due agenti, vedendolo, chiesero al ragazzo se potesse portarliall’appartamento.Edwardsaccettòe liportòdaDahmer.Bussaronoallaporta eegliaprì,ammettendodiesserestatolui ad ammanettarlo e si giustificò dicendo che i due erano solo amanti. Gli agenti una volta entrati avvertirono immediatamente l’odore nauseante presente nella casa; quando Jeffrey aprì il cassetto del comodino dove era riposta la chiave, il poliziotto scoprì che in esso erano presenti oltre 80 polaroid raffiguranti le vittime di Dahmer e i loro corpideceduti. Dahmer si accorse della scoperta fatta dal poliziotto, tentò invano di darsi alla fuga e resistere l’arresto. Fu catturato e, una volta preso, i due agenti aprirono il frigo facendo un’orribile scoperta: trovarono le teste mozzate delle vittime.

Nel 1992fu condannatoa 957annidi carcere per 17 omicidi e confessò in colloqui con terapeuti di aver deliberatamente preso di mira uomini di colore e asiaticiperchésapevachelelorosparizioni avrebbero costituito un minore allarme per le autorità. Il serial killer non scontò l'intera pena: fu picchiato e ucciso il 28 novembre 1994 da Christopher Scarver.

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