Settemiglia - anno I, n°4

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IL MINISTRO STRAORDINARIO DELLA COMUNIONE E IL SERVIZIO ALL’AMMALATO “Quando il Signore, per mezzo della santa Comunione, ha preso possesso anche una sola volta di un cuore, vi lascia un ricordo indelebile e le tracce del suo passaggio. È una terra conquistata da Gesù, dove Gesù ha regnato, sia pure per pochi giorni”. (San Pier Giuliano Eymard) L'Eucaristia è fonte e culmine della vita cristiana, la presenza di ammalati, anziani e persone impedite a partecipare direttamente alla S. Messa esige improrogabili risposte di carità. Questi fratelli vanno aiutati in tanti modi ed anche a loro va data la possibilità di scoprire l'importanza di unirsi, non solo spiritualmente, ma anche sacramentalmente, alla Comunità che celebra l'Eucaristia nel Giorno del Signore. Questo trova le sue motivazioni nella parabola del Buon Samaritano. In essa la comunità scopre la sua missione di curare i malati. In essa trova le modalità del suo divenire prossima di chi soffre ed è nel dolore. Il Samaritano è animato dalla compassione, sentimento profondamente divino. La compassione, motore della pastorale della salute, non si identifica con il semplice sentimentalismo o pietismo che dinanzi ad una situazione di sofferenza e di dolore fa affiorare la nostra emotività che, essendo momentanea e superficiale, si esaurisce con un sospiro o un’alzata di spalla. Avere compassione è partecipare alla commozione di Dio per ogni uomo, specie se ferito; è lasciarsi ferire, toccare dalle situazioni umane di dolore e di sofferenza; è uscire da se stessi per condividere i dolori e le angosce dell’altro; è impegnarsi a favore dell’altro. La comunità, come accoglie il Samaritano, è chiamata a ricevere e servire ogni uomo in difficoltà perché in ognuno di loro è presente il Signore (cfr. Mt 25, 31-45). «Ogni individuo, proprio a motivo del Verbo di Dio che si è fatto carne (cfr Gv 1, 14), è affidato alla sollecitudine della Chiesa» (Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, 3). L’attenzione ai malati, agli anziani non autosufficienti che vivono soli, ai disabili fisici e psichici nella comunità parrocchiale non può essere un settore,

ma il banco di prova di un cammino di fede, di evangelizzazione, di comunione, di amore. Questo servizio è fondamentale, unico, insostituibile, «non sopporta né indifferenza, né accomodamenti» (Paolo VI, Evangelii Nuntiandi, 5). La comunità deve andare incontro ad ogni uomo che è nel dolore e nella sofferenza, qualunque sia il suo viso, il suo nome, la sua razza. Colui che soffre e che è nel dolore ha bisogno di essa e chiunque esso sia si chiama Gesù. Buon Samaritano è ogni uomo che si ferma accanto alla sofferenza di un altro uomo, qualunque esso sia. Quel fermarsi non significa curiosità, ma disponibilità. Questa è come l’aprirsi di una certa interiore disposizione del cuore (Salvifici doloris, 28). La comunità parrocchiale deve recarsi da chi soffre non con i segni del potere, ma con il potere dei segni che le sono stati consegnati nell’ultima Cena: lavare i piedi e rimanere con il grembiule cinto per tutta l’eternità. È necessario togliersi tutti i paludamenti per servire l’uomo sofferente, così come il Verbo spogliò se stesso per salvare l’umanità. Come il Samaritano ha raggiunto nella sua concreta situazione quell’uomo, ferito e mezzo morto, così la comunità parrocchiale deve accostare chi vive nel dolore e nella sofferenza per annunciargli il Vangelo della vita. Un annuncio che forse non richiederà mai una esplicita sua proclamazione, ma che è fatto di umile servizio, di costante e silenziosa dedizione, di piccoli gesti vissuti e scritti in ogni luogo. La visita agli infermi e anziani da parte del ministro straordinario, per recare loro il conforto dell'Eucaristia, costituisce una forma e un momento prezioso di evangelizzazione vera e propria, sia nei confronti dei malati che dei familiari e di quanti li assistono. Occasione propizia per una catechesi che illumina con la luce della fede la situazione di chi è malato e soffre, la breve liturgia della Parola, premessa alla distribuzione della santa Comunione. Il ministro straordinario perciò la deve valorizzare in tutti i suoi elementi con attenzione umana e senso apostolico. Non solo,

settemiglia da Gerusalemme ad Emmaus …e ritorno

Periodico Mensile Anno I - N°4 Febbraio 2011 Mail ed Info: redazione@settemiglia.it www.settemiglia.it

Diocesi di Nola – Parrocchia San Francesco di Paola – Scafati – Sa

IL MESE PER LA VITA Bellezza e forza dell’amore

ma spesso, oltre il servizio della Parola e del sacramento, è richiesto anche il "ministero della carità", di quella carità che è conforto e consolazione ma si esprime anche in gesti di sollievo, di aiuto anche materiale, di fraternità. Si aprono così prospettive inaspettate al ministro della Comunione che può vivere in pienezza il suo servizio. In questa luce il ministero straordinario della Comunione nei confronti dei malati e anziani appare in tutta la completezza, destinato ad essere simultaneamente a servizio della Parola, a servizio del sacramento, a servizio della carità. Vi sono comprese cioè tutte e tre le energie di salvezza (GS, 3) che costituiscono e qualificano la missione ecclesiale! Pasquale Velleca

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Supplemento a IN DIALOGO Mensile della Chiesa di Nola Aut.ne Trib. di Napoli n. 3393 del 7/03/1985 Direttore Responsabile: MARCO IASEVOLI Coordinatore Redazione: DON GIUSEPPE DE LUCA Redazione: VINCENZO FIORENZA ENZO VITIELLO ALFONSO QUARTUCCI ELENA FIORENZA VINCENZO DONNARUMMA E-Mail ed Info: redazione@settemiglia.it Per leggere e scaricare le pubblicazioni precedenti: www.settemiglia.it

«L’uomo – afferma il santo Padre Benedetto XVI – è veramente creato per ciò che è grande, per l’infinito. Il desiderio della vita più grande è un segno del fatto che ci ha creati Lui, che portiamo la sua “impronta”. Dio è vita, e per questo ogni creatura tende alla vita; in modo unico e speciale la persona umana, fatta ad immagine di Dio, aspira all’amore, alla gioia e alla pace» (Messaggio per la XXVI Giornata Mondiale della Gioventù 2011). È proprio la bellezza e la forza dell’amore che vogliamo celebrare in questo mese di febbraio. Bellezza e forza che si traducono in sacrificio e dedizione nelle tante famiglie che accudiscono nelle loro case i familiari ammalati o anziani. Bellezza e forza che guidano la passione educativa nei tanti genitori che, con grande pazienza e affetto, accompagnano i figli adolescenti nella crescita umana e spirituale e li orientano con profonda tenerezza verso ciò che è giusto e buono. Bellezza e forza che si ammantano del generoso aiuto dei nonni, degli insegnanti, dei catechisti …Bellezza e forza che donano coraggio a tante giovani coppie che accolgono la vita che nasce superando grosse difficoltà economiche. Bellezza e forza che si velano di nostalgia nelle coppie che soffrono a causa dell'impossibilità ad avere figli. Bellezza e forza dell’amore che non ricorre al vile gesto dell’aborto. Bellezza e forza dell’amore di una Madre che mostra l’unica Speranza: il Figlio suo. Gesù Cristo, il Vivente. don Peppino De Luca

B & M BANK

INVESTIMENTI SICURI E GARANTITI Una delle descrizioni, a mio parere, più crude di tutto l'Inferno di Dante riguarda quella di una schiera interminabile di anime costrette a correre per l'eternità dietro a una bandiera, punzecchiate da un'infinità di mosconi e di api. Ci troviamo nell'antinferno e subito siamo proiettati verso il dolore che non conosce sollievo. Ma c'è di più. C'è il disprezzo totale che viene loro riservato, persino dalle schiere demoniache. È emblematica, in tal senso, la frase che pronuncia Virgilio rivolto al suo pupillo: “... non ragioniam di lor ma guarda e passa”. Chi sono, dunque, questi che non possiamo definire neanche dannati visto che la loro colpa non rientra nemmeno tra quelle previste dalla Giustizia di Dio e punite in uno dei gironi infernali? Sempre Virgilio li descrive come “l'anime triste di coloro che visser sanza 'nfamia e sanza lodo”, di quelle persone, cioè, che in vita erano già morte, che hanno consumato il loro tempo rinunciando anche ad essere uomini e donne e, in quanto tali, capa-

ci di bene e di male. Non mi stupisce che Dante le abbia trattate con il peggiore degli insulti: la noncuranza! Che altro può meritare chi vanifica, banalizza, riduce a mero passatempo la sua vita? Dall'altro lato, a voler ammonire il lettore che lo segue nel suo viaggio, una schiera incalcolabile di gente, compresi i peccatori, che hanno investito il loro unico tesoro, la vita, nell'unica banca che incrementa sempre del 100% il capitale investito: la B&M Bank (Banca del Bene e del Male). Uscendo, adesso, fuori dalla metafora, proiettiamoci nel nostro tempo e consideriamo se non ci sia il rischio di cadere nell'illusione di vivere una vita dignitosa. È vero, siamo costantemente chiamati ad operare delle scelte, ma di cosa si tratta? Cosa dobbiamo decidere? Quali sono i nostri drammi quotidiani: Berlusconi o Bersani, il Napoli o il Milan, Grande Fratello o Xfactor, le vacanze al mare o in montagna, i leggins o la mini, una “canna” o una sniffata, l'happy hour o la sala giochi? Nella no-


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