Settemiglia - anno I, n°3

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settemiglia

Gruppi Parrocchiali

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SCUOLA GRATUITA DI ITALIANO Inizio nuove attività…

“Chi è l'ospite? La persona che ci viene incontro, prima ancora che ne conosciamo il nome; chi accoglie nella sua casa, nel suo paese, chi ci fa spazio nella parola e nel messaggio che ci viene rivolto.” (H.D.BAHAR). L’incipit dell’ articolo di Bahar rende bene il senso e lo scopo della Scuola gratuita di Italiano per stranieri, sia per il contenuto dell’affermazione, sia per la scelta del vocabolo “ospite” che con la sua duplicità semantica, di dare e ricevere ospitalità, sottolinea il nostro concetto di accoglienza. Non è possibile accogliere bene se al nostro ospite non viene “chiarita” la parola e decodificato il messaggio. L’impossibilità di comunicare rende ostile anche l’ambiente più favorevole, acuisce il disagio di chi è già in balìa di mille difficoltà, quando decide di lasciare il paese d’origine. La docenza ad allievi stranieri è un’esperienza arricchente, perché, per dirla con Seneca, “mentre s’insegna si impara” ad ospitare ed a conoscere l’altro, a confrontare e rafforzare i punti in comune tra le culture, a stupirsi di come gli uni non avrebbero senso senza gli altri, a diventare consapevoli che le millantate dif-

ferenze sono inezie in confronto alla “fratellanza” che ci unisce. La scuola di Italiano della Parrocchia di San Francesco di Paola è solo una delle sedi in cui si svolgono corsi di lingua per stranieri. Il progetto, che è al terzo anno di attuazione, è frutto di una rete solidale fra le parrocchie coordinate dalla Caritas Diocesana di Nola. Da quest’anno per gli allievi (generalmente adulti tra i 20 ed i 45 anni) che svolgeranno 50 ore di lezione è previsto un attestato rilasciato dal Centro per la Valutazione e la Certificazione linguistica dell’Università per Stranieri di Perugia. Tale certificazione è riconosciuta dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in materia di immigrazione, pertanto è anche elemento indispensabile per il conseguimento della cittadinanza italiana, da quanto recita il Decreto del Ministero dell’Interno del 23/04/07. Già dallo scorso anno, nella scuola di Italiano della parrocchia di San Francesco gli allievi, vengono suddivisi in tre livelli: Elementare, Intermedio ed Avanzato, ogni gruppo è seguito, con lezioni quasi individualizzate, da volontari provenienti, perlopiù, dal mondo della scuola. Gli incontri si

GIORNATA DELLA MEMORIA “Auschwitz è fuori di noi, ma è intorno a noi, è nell’aria.” Non sarebbe possibile dimenticare un orrore tanto grande. E in effetti è giusto che sia così. La Giornata della Memoria è nata per ricordare la Shoah (lo sterminio degli ebrei), la persecuzione, la deportazione, la morte, nonché coloro che si sono opposti a questo genocidio mettendo anche in gioco la propria vita per proteggere i perseguitati. È importante conoscere tutto ciò per comprendere l’importanza della vita umana, per imparare a “sorridere anche nelle difficoltà”, per ricordare e pregare per tutte le vittime innocenti, per non permettere che sterminii di qualsiasi entità avvengano mai più nel corso della storia. Questa data non può, non deve passare inosservata. Per questo noi, Clan Nautilus, nell’anniversario della Giornata della Memoria, riproponiamo (come lo scorso anno)

un percorso attraverso testimonianze, opere letterarie, artistiche, fotografiche e cinematografiche fortemente suggestive, che possano aiutare a capire fino a che punto la brutalità umana riesce ad arrivare e che riescano a far sentire, anche solo per un attimo, sulla propria pelle, il terrore che provoca un fucile puntato verso un innocente. Se altrove ormai si evita di parlare della Shoah, noi sentiamo il bisogno di ricordare. Noi non vogliamo essere indifferenti, perché l’indifferenza porta alla morte dell’anima. “[...]il genere umano, noi insomma, eravamo potenzialmente capaci di costruire una mole infinita di dolore; e il dolore è la sola forza che si crei dal nulla senza spesa e senza fatica. Basta non vedere, non ascoltare, non fare.” Clan Nautilus

settemiglia da Gerusalemme ad Emmaus …e ritorno

Periodico Mensile Anno I - N°3 Gennaio 2011 Mail ed Info: redazione@settemiglia.it www.settemiglia.it

Diocesi di Nola – Parrocchia San Francesco di Paola – Scafati – Sa

DALLA MEMORIA AL MEMORIALE La via del Paradiso

svolgono il lunedì, il mercoledì ed il giovedì alle ore 19.00 alle 20.30 nelle sale della chiesa piccola. Nonostante la buona volontà di quanti lavorano a questo progetto, i miglioramenti accorsi di anno in anno, e la disponibilità del Parroco all’acquisto di materiale didattico, le risorse umane ed economiche restano esigue, chiunque volesse dare un contributo in termini di docenza, o per l’acquisto di libri, eserciziari e materiali audio-visivi può rivolgersi in parrocchia. Maria Ferrara

settemiglia da Gerusalemme ad Emmaus …e ritorno

Supplemento a IN DIALOGO Mensile della Chiesa di Nola Aut.ne Trib. di Napoli n. 3393 del 7/03/1985 Direttore Responsabile: MARCO IASEVOLI Coordinatore Redazione: DON GIUSEPPE DE LUCA Redazione: VINCENZO FIORENZA ENZO VITIELLO ALFONSO QUARTUCCI ELENA FIORENZA VINCENZO DONNARUMMA E-Mail ed Info: redazione@settemiglia.it Per leggere e scaricare le pubblicazioni precedenti: www.settemiglia.it

Noi siamo la nostra memoria! Per Leone Tolstoj l’educazione è il ricordo dell’amore ricevuto da bambini. Un’affermazione, questa, sorprendentemente semplice e, proprio per questo, vera e, per certi versi, anche rivoluzionaria. È innanzitutto un’affermazione semplice perché non rivela nulla di nuovo, perché è stato sempre così, fin dall’alba dell’umana civiltà: l’adulto non si forma senza il suo bambino e nel bambino si imprimono per sempre le premure, le cure, le carezze, il bene ricevuto, fin dai primi giorni di vita, dalla figura materna. Che ciò sia vero lo dimostra una ricerca condotta negli anni tra il 1960 e il 1970 negli Stati Uniti su dei bambini orfani o abbandonati ed ospitati in istituti che in vario modo si occupavano di loro. Laddove le cure materne erano prolungate e amorevoli la crescita degli orfanelli era del tutto simile a quella dei loro coetanei accolti in famiglie normali. Quando, invece, tali cure erano essenziali e, in alcuni casi scarse, il quoziente intellettivo dei neonati si riduceva proporzionalmente, fino a raggiungere l’idiozia. Nei casi estremi, quando le assistenti, per varie ragioni, erano preposte solo alla nutrizione e all’igiene dei neonati, questi pian piano arrivavano al rifiuto del cibo e si lasciavano addirittura morire. In loro era mancata anche la più piccola memoria di un’amorevole figura materna. È anche un’affermazione rivoluzionaria perché, da alcuni anni, i sistemi formativi scolastici si stanno concentrando più sulla formazione che sull’educazione, convinti che il compito della scuola sia principalmente quello di far conseguire agli allievi una serie di competenze utili, cioè effettivamente “spendibili” nel mondo del lavoro. Si ritiene, infatti, che i tempi troppo lunghi richiesti da un rapporto educativo siano prerogativa della famiglia.

Quale sarà, dunque, la memoria educativa di questa generazione di scolari? Come potranno costruire a loro volta una società equa e solidale? Con quali valori e sentimenti si preparano a diventare le nuove generazioni? Dove attingeranno il “saper essere”, la cultura, cioè, dell’ “essere Uomini e Donne della Speranza e della Pace”? Non è compito mio dare delle risposte, non ho le necessarie competenze psicologiche, sociologiche e politiche per farlo, io sono un semplice insegnante. Il mio ruolo (controcorrente, a questo punto!) è quello di cercare intorno a me, nel mondo in cui vivo e dove vivono i miei alunni, delle opportunità, delle indicazioni, delle strade percorribili concretamente per raggiungere, o almeno provarci, l’obiettivo educativo che proponeva Tolstoj: fare in modo che nei giovani si depositi il ricordo dell’amore. Il mese di gennaio è, in tal senso, un mese ricco di opportunità: il 1° è la giornata della Pace, il 6 è l’Epifania, il 27 è la memoria della Shoah. Ciascun evento è carico di una forza intrinseca che non si esaurisce in ciò che è stato, che travalica i confini della cronaca, che scuote le nostre coscienze, che ci interroga sui valori che fondano la nostra stessa esistenza e ci costringono a scegliere il nostro stile di vita. Fare memoria, così, diventa l’unica strada percorribile per consegnare alle generazioni future un’eredità fatta di sofferenza ma anche di fiducia. Una fiducia che fonda le sue ragioni non su teorie e astratte argomentazioni, ma su milioni di persone disposte a compiere qualsiasi sacrificio, anche quello più alto, quello della loro vita, pur di testimoniare le scelte fatte. Il pensiero in questo momento va ai monaci tibetani e a tutti i martiri della pace; a coloro che, con il loro impegno quotidiano, in silenzio, senza alcuna

Gesù Cristo e il buon ladrone (particolare) TIZIANO VECELLIO 1477 - 1576 velleità se non il desiderio di compiere il proprio dovere, manifestano l’Amore per il prossimo; alle vittime della superbia umana, prime fra tutte gli ebrei dei campi di sterminio di Hitler. Noi siamo la nostra memoria! E, se ciò è vero, possiamo comprendere la dirompente verità delle parole di Primo Levi quando diceva: “Tutti coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo”. Per noi credenti in Cristo non è difficile questo compito, noi siamo educati alla memoria, quella della “domenica” quando sull’altare si rinnova il “Memoriale” della morte e resurrezione di Cristo, il mistero dell’Amore senza limiti, senza condizioni, un Amore così grande che addirittura può fare a meno di ricordare… Il Creatore, infatti, a differenza della sua Creatura, dimentica e perdona il male fatto, cancella il peccato e porta il buon ladrone in Paradiso. Vincenzo Fiorenza


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