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L’azione della Caritas nella pandemia di don Orazio Tornabene
L’AZIONE DELLA CARITAS DIOCESANA DURATE LA PANDEMIA
Era Febbraio 2020 e ricordo che mentre ad Acireale si festeggiava il carnevale, a Bergamo si diagnosticava il primo caso di Covid-19. La sera del 9 marzo 2020, l’allora premier Conte, tra lo stupore degli italiani, ignari di tutto, proclamava l’intero Paese zona protetta. Tutti a casa per contenere il contagio di questo nemico invisibile. Il Vescovo, memore delle parole dell’Apostolo: «l’amore di Cristo ci spinge» (2Cor 5,14), ha chiesto ad alcuni Uffi ci di continuare il loro servizio; la Chiesa non può tirare i remi in barca, soprattutto se incalza la bufera. La nostra Caritas, adottando le misure di sicurezza, è rimasta presente alla maniera del Vangelo. Anzitutto ponendosi in ascolto. Infatti, come prima cosa ci siamo preoccupati di contattare le varie Parrocchie ed in base ai bisogni, iniziare a distribuire gli interventi ed i primi fondi straordinari giunti dalla CEI. Ascolto che è divenuto subito azione, mobilitando ed innescando una reazione di solidarietà, cercando di fronteggiare le aumentanti richieste di soccorso. Nel frattempo, la Provvidenza si presentava sotto svariate forme di offerte: volontariato, soldi e derrate alimentari. Tra quest’ultime, una su tutte è stata la donazione da parte di un imprenditore della provincia di Verona, il quale ha donato 9 tonnellate di beni di prima necessità. Eravamo impreparati e non sapendo dove depositare gli ingenti quantitativi di derrate alimentari che giungevano, abbiamo chiesto aiuto al nostro Seminario Vescovile. I superiori subito hanno accolto con favore l’istanza da noi posta e ci hanno permesso di utilizzare il cortile e il grande refettorio. Per giorni, in Seminario, si avvicendavano volontari provenienti dalle varie parrocchie della nostra Diocesi, per aiutare le varie famiglie che, giorno dopo giorno, iniziavano a sentire il peso e la diffi coltà arrecata dallo stop lavorativo forzato.
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Inoltre, un’altra esigenza da fronteggiare è stata la crisi psicologica causata della psicosi arrecata dal virus. A tal fi ne, si è approntato un numero utile, ovvero il numero del nostro Uffi cio, dove rispondevano professionisti. Adesso il Centro di Ascolto della nostra sede di via Galatea è anche psicologico. In Diocesi a seguito alla pandemia sono nati due CdA, uno a Giarre, presso la Parrocchia sant’Isidoro Agricola, e l’altro a Riposto, presso la Parrocchia SS. Apostoli. Le altre Parrocchie non sono rimaste a guardare. Ognuna, in base alle proprie possibilità, ha messo in campo la creatività della carità. Pertanto, questa emergenza ha inferto sì ferite sociali, intaccando l’intero tessuto, ed un rischio da temere è che l’ansia che sta caratterizzando questo periodo possa uccide la speranza; ma siamo altresì convinti che ripartendo insieme, nella Fede e nella Carità autentica si possa andare oltre. Siamo certi che, in tempi come questi non è il momento di pensare a quello che non si ha, bensì a stabilire quello che si può fare con quello che si ha (cfr. E. Hemingway, Il vecchio e il mare).
don Orazio Tornabene