Maria Grazia Galatà - Ego Beatus

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Maria Grazia GalatĂ

Ego beatus

Catania 2011


Proprietà letteraria ed artistica di Maria Grazia Galatà A cura di Sebastiano A. Patanè Per “Le vie Poetiche” Sez. “E-book” Catania 2011

Le foto sono di Maria Grazia Galatà In copertina “la caduta nel tempo” (a Emil M. Cioram) di Maria Grazia Galatà


e-book



Presentazione

Una delle prerogative fondamentale, in poesia, è l’essenzialità lessicale corredata da una ben fornita sequenza di oggetti poetici che possano dare ai significati una precisa velocità e immediatezza. Maria Grazia Galatà, poetessa, fotografa e performer, ha chiaramente dato priorità a questa basilare componente investendo tutte le sue potenzialità sull’essenziale velato da un leggero surrealismo che da Breton, attraversando Eluard , arriva a lei senza impurità e la sua poesia, supportata spesso dalla fotografia (o viceversa?) assume uno spessore consistente dove la parola coincide con un visuale che ne esalta i contorni e lascia distinguere, all’interno di essa, ogni particolare movimento. Voce impulsiva dell’anima, il verso della Galatà è quasi sempre un versicolo con le sembianze di un flash che, concatenandosi ai successivi, crea una serie di fotogrammi per, infine, mostrarci un intero concreto. In questa breve raccolta sono presenti testi ed immagini che mostrano la loro disposizione al visuale-sperimentale in una spirale che va allargandosi soprattutto quando la autrice li presenta nelle sue performance che ne rivelano l’interiorità potente, i dintorni surreali, la superficie molto vasta.



Ego beatus Venezia 2010/11



(e silenzi)

erano out et orbi i silenzi su ricami di cambi binari e poi furie fuorviando limiteassenza o follicoli impazziti offerti alla fuga ma parlami di rara bellezza che non osai ma che sai nei sottoscala d’ombra e silenzi



(ora il silenzio)

Ora il silenzio impone ossessione pragmatica omnia forse inspir'ando two lights two lights e il coraggio ululato a paure pure nei purulenti punti



(che sia turno)

che sia turno o consegna amniotica dammi la mano diverbo assoluto spigoli incrociati alla croce leggi lo sguardo di bocca sbordato quando m'assali la notte



(ego beatus)

l'alba aggancia nell'ombra nebbiosa nebula fu migratoria ne apparenza ma appartenenza poi nitida all'oscuro e silenzi ripresi pressanti sul plesso m'abita di fronte un ticchettĂŹo ma (s)offro l'attesa ego beatus


(a levante)

a levante scortando passi remoti rapidi e caini soggetti a termine tornano uno e poi uno in distonie disarmoniche **** ombrelunghe su cigli incendiari trite e ritrite sul pressappoco di passo in passo separando l’attimo attimo al diniego o la perdita sunta dell’uno che sia



(tentare)

tentare in subsonici riferimenti alquanto faticosi soppressione livelli termici ordini astratti in ordinodetti e avanza l’incolto frangilometro a distanza numerica altroparlante riflesso so so anteposto e sfugge al sospetto d’asma bi-alettica o terminale ellittico qua si aggrappa


(si erano persi)

si erano persi i tempi di coagulazione acquisiti al paradosso sincronico biĂŠvochi colorando miraggi e notti supine nel frattempo eh no eh no eh no sul riepilogo go go go go alquanto tonante



(sembrava)

sembrava leggera la mano schiusa socchiudendo la porta appena appena isolata isolanti e trambusti di voto tra poco è sera saremo lontani manto montato al calante di tuoni miei e tu che m’abbracci il silenzio giurato al freddo d’abito dubbioso salino silente e quel miracolo istante apparente aderenza sincronica distonia [I never got a picture of me]



Indice Ego beatus (Venezia 2010/11) Presentazione (e silenzi) (ora il silenzio) (che sia turno) (ego beatus) (a levante) (tentare) (si erano persi) (sembrava)


http://leviepoetiche.blogspot.com/


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