Il Segreto della Gallina

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“oziosa”, così ben descritta da Veblen, ostentava il proprio status con consumi vistosi e distintivi, che la piccola borghesia e il nascente ceto medio tentavano di imitare per guadagnare posizioni nella scala sociale. A questa spinta dal basso, l’élite aristocratica borghese reagiva modificando ed innovando i propri modelli, in modo da conservare la distinzione sociale che quei consumi segnavano. Lo schema di diffusione dell’innovazione nei consumi era il trickle-down effect, l’effetto di ricaduta per imitazione o di “gocciolamento” dei consumi dall’alto al basso della piramide sociale. Ma ben poco di questa competizione emulativa arrivava alla base, costituita dalla grande moltitudine dei contadini poveri, dei piccoli artigiani e del piccolissimo ceto medio urbano alle prese con bilanci familiari che contemplavano a tavola ben poco oltre ai cereali e in casa solo vestiario, arredi o utensili strettamente necessari. Il primo significativo momento di cambiamento rispetto all’Italia povera, sottosviluppata e diseguale, unificata dal Risorgimento, avviene a cavallo tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo, quando i salari e il reddito nazionale aumentano in modo sensibile sotto la spinta della prima industrializzazione. È proprio l’età giolittiana il periodo in cui il tenore di vita di molti italiani si innalza in modo significativo


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