Scienza Natura Volume 5 numero 5/6 Anno 2018

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MOS MAIORUM D I

M E D I C I N A

Numero 5/6

N A T U R A L E

I percorsi formativi Mos Maiorum nascono come progetto culturale e formativo sulle medicine complementari e sulla prevenzione primaria in sinergia con l'esperienza didattica CNM Italia. Un'idea scaturita dalle convinzioni e dalle scelte di vita di Ivo Bianchi, dottore e professore in Medicina e Chirurgia, che vanta oltre 40 anni di esperienza nel settore.

IN COLLABORAZIONE CON:

Quaderni di Divulgazione Scientifica e Culturale

L’ETÀ DEL DISTACCO

Come mantenere giovane il corpo e la mente dopo i sessant’anni distaccandosi dagli stress inutili

Il corso è aperto a tutti gli operatori della salute, il livello di trattazione sarà molto elevato con riferimenti specifici a Biochimica, Immunologia, Endocrinologia e Clinica Medica. Verranno inoltre affrontati argomenti riguardanti Pediatria, Ginecologia e Geriatria.

Si ringrazia Solgar Italia Multinutrient S.p.a. per il contributo non condizionato della FAD.

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L’ETÀ DEL DISTACCO

A C C A D E M I A

Volume 5

Percorso formativo completo di materiale cartaceo e digitale per ogni modulo, con attestato di frequenza La partecipazione consente di accedere gratuitamente a 20 crediti ECM tramite FAD

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Sesto numero della SERIE dedicata alle 7 Età della Vita

POSTI LIMITATI Info e Iscrizioni: www.scienzanatura.it - Tel. 340 5070622 - info@scienzanatura.it

ScienzaNatura

Accesso alle oltre 200 ore di videolezioni online tenute dal Prof. Ivo Bianchi

63-77 Mos Maiorum

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MOS MAIORUM D I

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N A T U R A L E

I percorsi formativi Mos Maiorum nascono come progetto culturale e formativo sulle medicine complementari e sulla prevenzione primaria in sinergia con l'esperienza didattica CNM Italia. Un'idea scaturita dalle convinzioni e dalle scelte di vita di Ivo Bianchi, dottore e professore in Medicina e Chirurgia, che vanta oltre 40 anni di esperienza nel settore.

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L’ETÀ DEL DISTACCO

Come mantenere giovane il corpo e la mente dopo i sessant’anni distaccandosi dagli stress inutili

Il corso è aperto a tutti gli operatori della salute, il livello di trattazione sarà molto elevato con riferimenti specifici a Biochimica, Immunologia, Endocrinologia e Clinica Medica. Verranno inoltre affrontati argomenti riguardanti Pediatria, Ginecologia e Geriatria.

Si ringrazia Solgar Italia Multinutrient S.p.a. per il contributo non condizionato della FAD.

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Quaderni mensili di divulgazione Scientifica e Culturale Collaboratori: Prof. Ivo Bianchi, Naturopata Valentina Bianchi, Artista Ottaviano Motta, Dott. Francesco Bianchi, Dott. Giulio Cassano, Grafico Antonio Fenuta, Dott.ssa Sara Piovesan, Dott. Ignazio Sapuppo, Dott.ssa Claudia Giagnoni, Dott.ssa Angela De Vanna, Dott.ssa Francesca Andreazzoli, Dott.ssa Giada Caudullo, Dott.ssa Erika Silvestri, Dott.ssa Imma Cerciello, Dott.ssa Mariapia Bobbioni, Floriterapeuta Barbara Papini, Diplomata Naturopath Annalisa Vittorio, Naturopata Maria B. Gargagnani Progetto grafico, impaginazione e stampa: Grafical srl (Marano di Valp.lla - VR)

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L’Età del Distacco Il Benessere in ogni stagione della Natura e della Vita 63-77 annni: periodo in cui va prestata molta attenzione al proprio corpo

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Vegetariani a tutte le età

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Una finestra sull’Omotossicologia Vivere serenamente la Senescenza La Salute sotto controllo Protezione mitocondriale e mitocondriogenesi...

Cheratosi e tumori non pigmentati della pelle Incontinenza urinaria, dolori pelvici e prolassi: la ginnastica pelvica come soluzione Suggerimenti integrativi Lo «young old» vitale Stile di vita sano e alimentazione equilibrata per affrontare l’aging Accettare il “cambiamento” utilizzando strumenti adeguati: la giusta alimentazione e psicologia Misurare e poetare I Fiori nel periodo della prima senescenza: il tempo del “sentire” Il Rinnovato Equilibrio con l’Aromaterapia L’organo del mese La Pianta del mese Il Minerale del mese L’Aminoacido del mese La Molecola del mese Consiglio Naturopatico del Mese I Libri del mese Leggere per riflettere Pensare al tempo Sommario del prossimo numero

per informazioni o abbonamenti: www.scienzanatura.it info@scienzanatura.it

Volume 5 - N. 5/6

L’Età del DISTACCO

Prof. Ivo

Bianchi

Consapevole, Operoso e Guardingo

O

gni passaggio della vita richiede uno sforzo, superare indenni il gradino del nuovo settennio non è automatico ma comporta una presa di coscienza tanto più importante quanto più tale settennio è cruciale. Il passaggio dei 63 anni è un momento di grande importanza, esso rappresenta l’entrata in una prima fase di senilità e spesso segna il ritiro dalla vita attiva, non sempre accettato razionalmente ma normale ed opportuno, soprattutto se si ha la sensazione di aver compiuto il proprio compito. Pochi hanno la capacità di capire e ritirarsi, unico tra gli antichi lo fece, nella sua crudele sicurezza, Lucio Silla che, dopo aver a suo modo riformato e messo sicurezza lo stato, lasciò volontariamente il potere assoluto.

Per la stragrande maggioranza delle persone invece, lasciare la presa, mollare il potere ad un prosecutore dell’opera più giovane e lucido è difficilissimo. Da questo punto di vista, parlando di personaggi attuali, è apparso molto più lungimirante e saggio

Lucio Silla, dittatore di Roma ritiratosi dalla politica a 60 anni, morì però per i bagordi cui si abbandonò nel suo dorato pensionamento

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Benedetto XVI rispetto ad Elisabetta d’Inghilterra o a Berlusconi.

Lasciare la presa: è un’arte non facile, eppure

L’Età del distacco

3 modi diversi di vedere il pensionamento, Carlo V ed Ivan si ritirano in convento, Luigi XIV, dice: “dopo di me il diluvio”, che non venne.

è la prima da esercitarsi quando compaiano chiari i segni della vecchiaia e quando si percepisce di aver già dato il proprio contributo alla società. Si tratta dell’arte del distacco che richiede profondità filosofica e capacità di vedere se stessi come parte dell’Universo e non come unico essere dell’Universo stesso.

Si tratta del saper prendere una distanza, dell’accettare di non poter più tenere in mano tutte le corde in maniera efficace. Questo distacco cambia a seconda delle persone: per alcuni è dovuto alle leggi del lavoro che pongono un termine all’esercizio della professione, per altri dipende da una loro libera scelta. I saggi antichi erano parchi non solo nel cibo ma anche nella brama di ambizioni.

Ricordo sempre quel padre della Magna Grecia che avendo avuto due figli vincitori delle Olimpiadi, si ritirò dalla vita addirittura uccidendosi, perché era pago di quanto aveva avuto dalla vita.

Arrivati a questa età non ci sono che due alternative: - continuare come prima, come se gli anni sopraggiunti non avessero un significato e non richiedessero un necessario mutamento - prepararsi ad abbandonare funzione, posto ed occupazione lasciando ad altri, alle nuove generazioni la possibilità di

subentrare e di portare avanti ciò che erroneamente, ma umanamente, sembra inadempiuto.

Dovremmo meditare guardando le figure emblematiche della storia, le grandi rinunce di Ivan il Terribile e di Carlo V e l’ostinata voglia di rimanere al timone di Luigi XIV. Ognuno di noi vorrebbe portare a termine l’opera che si è, consciamente o inconsciamente prefisso, per questo trova nella sua mente tutte le ragioni per non mollare la presa. Si vuole portare a termine l’ultimo progetto, si vuole aiutare i figli a raggiungere certe tappe e posizioni nella vita con il nostro orgoglioso aiuto. In realtà in questa età, pur sentendo i primi sintomi di difficoltà del corpo, si vuole continuare a vivere come prima. Si ha paura dei cambiamenti, questo è pur tipico dell’età, si teme di cadere nell’incertezza e nell’ansia. Nella società di oggi è tuttavia sempre più difficile accettare il ruolo di vecchi che non è più inteso nel senso etimologico di vetus-veterano-esperto, ma di senectus, di molesta senectute. Per questo quasi tutti noi, imitando Giorgio Napolitano, vogliamo restare fino all’ultimo legati a ciò che si faceva, dimenticando che un essere umano è molto più di ciò che fa, è innanzitutto una persona che è, che vive. D’altra parte Silla, Carlo V ed Ivan il terribile poterono ritirarsi

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chi nella sua villa di Pozzuoli e chi in convento. Oggi, in un mondo in cui tutti siamo schedati e spiati, questo non è più possibile.

Abbandonarsi ad un senile otium può essere addirittura pericoloso. È illuminante sul futuro anche italiano, ciò che in questi giorni avviene in Olanda, paese talmente progredito che ha reso accessibile a tutti la corroborante Cannabis: l’eutanasia di una anziana disabile che peraltro aveva detto più volte che vivere non era poi così male e che non voleva morire, fa pensare. Costava troppo curare questa vecchia simpatica che era un impiccio per la società: la dottoressa ha deciso che doveva morire e nel caffè quotidiano le ha via via somministrato barbiturici letali.

civiltà”, come aborto ed eutanasia, spaventano non poco l’anziano che vorrebbe tirare i remi in barca.

Unica soluzione per non essere rottamati dal Moloch esterno e non morire prematuramente per il logoramento interno dovuto a carichi eccessivi, è quello di lasciare la presa di molti piccoli impegni e responsabilità con i quali si voleva dimostrare di non essere attivi ma iperattivi e conservare invece fino al possibile il proprio ruolo professionale, mettere la propria grande esperienza lavorativa ancora a disposizione della società.

Il paziente ultrasessantenne dovrebbe cercare la cura del medico che ha aderito con convinzione, senza se e senza ma, al giuramento di Ippocrate e non voglia immolare a dei crudeli la sua professione Non sempre il paziente può scegliere, viene spesso subdolamente indotto alla buona morte, politicamente corretta

D’altra parte molti hanno assistito ormai alla pratica della sedazione profonda anche negli ospedali italiani. Spesso il paziente non ha chiesto di morire, il corpo che vuole vivere ad ogni costo, si ribella alla morfina iniettata in vena, ogni singolo organo rimane aggrappato alla vita finché il veleno dell’oblio mortale non lo spegne. La medicina radicale rivendica il diritto di uccidere chi “soffre in maniera insopportabile” anche contro la volontà dell’interessato. Pertanto “conquiste di

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Pertanto va cercata una razionale diminutio e non una depressiva derelictio. La vecchiaia non è solo una passiva pratica del ricordare da soli ed in silenzio ma una modalità attiva per pescare nel patrimonio dei ricordi cose utili per coloro che sono ancora in piena attività e che talora arrancano per trovare soluzioni già utili e sperimentate dall’anziano, dal veterano.

Valorizziamo quindi il distacco attivo, la saggezza altruistica, non l’ozio o l’egoismo della chiusura su se stessi, del pensionamento non solo del corpo ma anche della mente e dell’anima.

L’Età del distacco

Il BENESSERE in ogni stagione della NATURA e della VITA Prof. Ivo

I

l concetto di Benessere deve oggi essere inteso in una accezione molto ampia, più matura, alla luce delle nuove acquisizioni della scienza e consapevolezze dell’uomo evoluto. Non a caso in ambito CNM è stato opportunamente coniato

te interno ed esterno. Oggi questo equilibrio è sempre più sottilmente minato ed è quindi utile prevenirne l’alterazione, anche se molto spesso si può solo porre rimedio alle conseguenze.

Dobbiamo qui ribadire che il Benessere è il

Bianchi

il termine Bendessere. In questo caso non si intende banalmente assenza di patologia ma bensì, positivamente, presenza di un equilibrio tra psiche e soma e tra ambien-

risultato dell’equilibrio ai vari livelli e nei vari momenti dell’evoluzione dell’Individuo.

Essendo tuttavia la vita un fluire dinamico, tale equilibrio necessita di un incessante riaggiustamento in base alle continue-cicliche mutazioni dell’ambiente esterno ed interno L’aderenza cosciente ai ritmi della Natura, la conoscenza e padronanza di sé e la coerenza

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comportamentale con la propria Costituzione aiuta, in percentuale variabile da individuo a individuo, il mantenimento di questo equilibrio. L’impresa però è assai ardua e pertanto gli integratori nutrizionali possono rappresentare un aiuto fondamentale anche se non scontato.

Perché l’integrazione abbia un nesso razionale e personalizzato e non sia solo frutto dell’applicazione indiscriminata all’uomo dell’ultimo esperimento od osservazione sul topo, da laboratorio, si deve tenere conto di alcuni punti fondamentali.

1. I primi elementi primordiali da considerare, che influenzano tutti gli esseri vi-

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venti sulla Terra, sono luce ed oscurità, ovvero la mancanza di essa.

Giornalmente queste due condizioni si susseguono e determinano il ritmo della nostra vita, scandendo le funzioni del nostro organismo.

L’adattamento a tali mutazioni è reso possibile da strutture anatomiche che captano questi segnali e li traducono in stimoli di conseguente adattamento organico. All’inizio era il buio e questo determina nel nostro corpo la continua produzione di un ormone che rallenta, inibisce, fa dormire, induce il letargo. Sto parlando della Melatonina, ormone prodotto dalla più primitiva delle nostre strutture ghiandolari, l’Epifisi o corpo Pineale. Venne quindi la luce, l’energia, il calore che agisce inibendo e coprendo questa condizione statica di fondo. Questa azione di risveglio, questo stimolo vitale e reattivo può esplicarsi a livello organico grazie alla presenza di strutture ghiandolari quali la Tiroide e la midollare del Surrene, esse innescano la scintilla che accende la vita. Questo fuoco vitale viene poi mantenuto e rifornito grazie all’azione di altre entità endocrine che sono conservate trofiche ed efficienti dalla ghiandola antagonista dell’epifisi, l’Ipofisi o Pituitaria. Il meccanismo alternante in sé è perfetto ma è soggetto a squilibrio, perché stress e vari fattori fisiologici e patologici lo influenzano. Il fuoco della vita tende a spegnersi, o a bruciare troppo e quindi ad ossidare le strutture organiche.

L’accensione mattutina, che deve rispondere al sorgere del sole e lo spegnimento serale, determinato dal tramonto della

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re utile per resettare un meccanismo non sempre in grado di percepire e rispondere allo stimolo primordiale della luce.

nostra stella, spesso non rispondono così automaticamente, si inceppano. La Medicina Integrativa propone due diversi aminoacidi da somministrare per regolare in un senso o in un altro questo equilibrio eventualmente alterato. Il Triptofano, o meglio un suo più malleabile metabolita, il 5 Idrossitriptofano, (5HTP) nutre quella via metabolica che porterà alla sintesi cerebrale di Melatonina, inducendo la fase di quiete nel corpo, inibendo le spinte eccitatorie. Supplementare 5HTP alla sera, favorisce lo spegnimento del motore che ha funzionato, talora dispendiosamente per tutto il giorno, favorendo quel riposo notturno durante il quale il corpo recupererà, riparerà, riaccumulerà carburante che sarà usato poi nel giorno successivo.

La Tirosina, somministrata al mattino, è l’aminoacido che fornisce i mattoni per la sintesi di quelle molecole ed ormoni (Dopamina, Catecolamine) che daranno la forza per ripartire, per riportare in quota, per riavviare il motore dell’organismo che sarà poi alimentato dal combustibile di riserva elaborato e stoccato durante la notte, fornendoci anche la forza necessaria per procurarci il cibo che sarà la fonte energetica del giorno successivo. 5HTP e Tirosina sono quindi due amminoacidi latori del messaggio di spegnimento ed avvio, la loro somministrazione periodica può esse-

2. Di fondamentale importanza per la fisiologia umana sono poi altri due fattori primordiali, anch’essi relativi all’ambiente esterno, da correlarsi non più con la rotazione terrestre ma con l’inclinazione del suo asse che determina una diversa incidenza dei raggi solari sulla superficie del pianeta e quindi un diverso apporto di calore. L’interazione di calore e freddo hanno avuto un’influenza fondamentale sull’evoluzione della vita sul pianeta. Dopo il grande evento cosmico dell’impatto meteorico che ha scavato il golfo del Messico, l’irradiazione luminosa è cambiata, diminuendo, per centinaia di anni. Questo ha fatto sì che il piccolo mammifero peloso fosse avvantaggiato sul grande rettile a sangue freddo, strettamente dipendente dal calore. La marcia vincente del mammifero inizia con lo spostamento dell’equilibrio caldo-freddo a vantaggio di quest’ultimo. Un animale capace di sintetizzare vitamina D per utilizzare al meglio la luce era avvantaggiato nella lotta per la sopravvivenza. Non dimentichiamo che questa stessa vitamina D a livello cerebrale stimola uno specifico ormone, la Prolattina che permette la crescita di strutture organiche atte ad una nuova, più vantaggiosa, modalità di procreazione e crescita, quella appunto dei mammiferi, più adatta ad un ambiente in cui prevaleva ora la fase fredda. In realtà, l’entrata in gioco del fattore temperatura ha favorito la selezione vincente di un gruppo all’interno dei mammiferi, ovvero dei primati dei quali fa parte anche l’uomo. La caratteristica chiave dei primati è la grande adattabilità, non solo esteriore, alle variazioni della temperatura che ha permesso la loro diffusione su tutto

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il pianeta. Per evitare che il freddo blocchi la vita o che il calore la bruci, entrano in gioco due vitamine liposolubili fondamentali per la vita. L’onnivoro homo sapiens sapiens, grazie anche alle sue capacità intellettuali, ha saputo accedere a queste

preziose sostanze tramite un’alimentazione molto variata e flessibile. È stata questa una scelta obbligata e vincente per la nostra specie che ha permesso un perfetto adattamento ai cambiamenti stagionali in particolare e climatici in generale.

Durante il periodo invernale, più buio ma soprattutto più freddo, la sopravvivenza è legata al rifornimento di vitamina D. Questa vitamina adatta il corpo alla luce, alla sua utilizzazione ottimale, alla sua trasformazione in calore che avviene sia attraverso lo stimolo della funzione della ghiandola tiroide che tramite l’aumento del pool organico di un minerale importante non solo per la struttura ossea: il calcio. Questo minerale ha un ruolo chiave a livello del mitocondrio, la centrale energetica della cellula, favorendo sia la produzione di energia sotto forma di ATP

che quella di sostanze (interferoni) capaci di lottare contro varie affezioni virali e batteriche, notoriamente più frequenti nel periodo freddo. Durante la stagione calda, i problemi cambiano radicalmente, si tratta di difendere il corpo dalla eccessiva irradiazione luminoso-calorica, capace di distruggere le strutture cellulari e di danneggiare gli organi particolarmente esposti quali pelle e retina in particolare.

La luce-calore tende ad avere un influsso particolarmente importante sui tessuti di derivazione ectodermica, ovvero su cute e tessuto nervoso, in senso eccitatorio in-

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L’Età del distacco

fiammatorio. La protezione del nostro organismo nel periodo estivo è garantita dalla vitamina A e dai suoi molti metaboliti.

Questa vitamina, anch’essa liposolubile, è conosciuta come epitelio protettrice ma in realtà protegge tutte le strutture di derivazione ectodermica e quindi ha anche un ruolo anti infiammatorio-sedativo anche a livello del sistema nervoso. Queste due vitamine sono i grandi adattogeni nei confronti dei cambiamenti climatici stagionali. L’uomo ha già dei meccanismi compensatori generici, la pelle ad esempio diventa più bianca in carenza di luce e calore, per utilizzare al meglio questi elementi. Fanno lo stesso anche volpi ed orsi che sono bianchi all’artico e bruni alle latitudini inferiori. Un maggior pannicolo adiposo è vantaggioso nel periodo freddo ed è per questo che naturalmente l’uomo tende ad accumulare grasso in autunno.

I Masai del Kenia ed i Valloni del Belgio non hanno una diversa Costituzione solo perché fanno diete specifiche ma tendono verso quelle strutture per un naturale adattamento alle temperature dell’ambiente in cui vivono. Benessere è quindi

equilibrio tra una tendenza all’accumulo in autunno ed una tendenza alla dispersione in primavera. L’eccessiva civilizzazione, la pubblicità televisiva che induce a consumare cibo spazzatura durante tutto il corso dell’anno, la perdita del contatto con il nostro messaggio istintuale, hanno alterato questi meccanismi che dovrebbero permettere un benessere bilanciato indipendentemente dalla stagione. La supplementazione di vitamina D in ogni mattino d’inverno e quella di vitamina A in ogni serata d’estate, possono riaggiustare l’orologio biologico che è in noi ed aiutare la regolazione che la Natura già effettua in automatico sbiancando la nostra pelle, originariamente nera, ed aumentando il pannicolo adiposo, originariamente molto scarso.

3. Esiste poi un terzo elemento di cui va tenuto accuratamente conto se vogliamo integrare in maniera specifica ed opportuna nella direzione del Benessere. Non si parla più di luce o calore, entra in gioco un terzo elemento altrettanto primordiale, in gran parte ancora imperscrutabile: il

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tempo. Esso è in qualche maniera correlato alla materia poiché la materia animata ed inanimata varia in funzione del tempo.

Negli esseri viventi il passare del tempo è molto evidente anche esteriormente e porta alla morte dell’individuo. Ragionando in termini cosmici non si può più parlare di invecchiamento o di morte, ma solo di trasformazione, di trasmutazione elementare. Mano a mano che ci si allontana dal Big-Bang primordiale, si verifica un cambiamento della materia di cui l’Universo è formato. Al calo energetico si accompagna l’aumento della massa e delle dimensioni degli atomi. Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto fluisce in una continua trasformazione. La considerazione più generale, ma anche più difficile da applicare alla pratica è quella che una struttura giovane è altamente energetica mentre mano a mano che passa il tempo essa diventa più compatta e pesante per quanto riguarda la composizione atomica. Dal punto di vista terapeutico queste considerazioni potranno essere sfruttate utilizzando elementi a basso peso atomico per stimolare l’aspetto energetico-reattivo ed elementi ad alto peso atomico per frenare lo stimolo vitale. Si aprono le prospettive per l’impiego in terapia, nelle dosi adeguate, di elementi quali il Berilio, il Rubidio, il Cesio, il Boro e così via. Senza addentrarci in concetti troppo complessi e che vanno oltre i limiti che mi sono posto in questa trattazione, possiamo affermare che l’integrazione con elementi minerali è di fondamentale importanza per bilanciare e quindi dare Benessere, nelle diverse fasi della vita umana. In ogni momento e per ogni paziente ci si dovrà porre il problema della situazione contingente e di quello che si vuole ottenere. Pertanto l’integrazione minerale per il benessere potrà essere così concepita:

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- Infanzia, per un sostegno della crescita e strutturazione ossea: Calcio, per uno stimolo sulla reattività immunologica: Silicio.

- Adolescenza, per uno stimolo ormonale, trofico soprattutto per le gonadi: Zinco, per uno stimolo alla maturazione neurologica ed un riequilibrio immunitario: Manganese.

- Maturità, per le problematiche carenziali: Ferro, per gli eccessi che hanno portato ad un danno metabolico: Cromo.

- Climaterio, per problemi di tipo iper reattivo con riflessi soprattutto in ambito d cardio circolatorio: Magnesio, quando vi sia deficit reattivo-immunologico: Rame.

- Prima Senescenza, per problematiche legate all’accumulo tossinico: Zolfo, per le tendenze degenerative: Selenio.

- Seconda Senescenza, per la tendenza neoplastica: Iodio, Germanio e Molibdeno; per la tendenza all’esaurimento di organi o strutture: Potassio, Boro.

Ora(del( Giorno(

Tempo( dell’Anno(

Tirosina( Aminoacido( Triptofano( Vit.(A( Vitamina( Vit.(D(

Strategia( Integra+va(

Calcio(( Silicio( Zinco( Manganese(

Età(della(Vita(

Minerale(

Ferro( (Cromo( Rame( Magnesio( Zolfo( (Selenio( Iodio( Potassio(

N EW

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L’Età del distacco

63-77 ANNI:

Prof. Ivo

Bianchi

periodo in cui va prestata molta attenzione al proprio corpo

S

e il periodo della vita che inizia con il nono settennio, a 63 anni, è contrassegnato dall’incertezza, ancora più incerta è la sua durata. Affermare che uomini e donne di 65-70 anni possono mediamente vivere per altri 15 o 16 anni, a seconda del sesso, significa soltanto valersi di un’indicazione statistica che difficilmente potrà rivelarsi esatta per ogni singolo individuo. La salute, la forza e la capacità degli individui di oltre 60 anni presentano un’ampia variabilità. Appare dunque opportuno che i provvedimenti terapeutici, predisposti per assicurare agli individui di questa età una terapia corretta, siano individualizzati per ogni costi-

tuzione e per ogni problematica specifica, perché l’uomo arriva spesso all’età anziana con tutta una serie di imprinting patologici che determinano la sua reattività ed anche gran parte del suo comportamento e del suo atteggiamento psicologico. Certamente è importante l’aspetto genetico: la cosa più importante per vivere a lungo è scegliersi dei genitori longevi. Tuttavia oggi viene sempre più rivalutata l’importanza della componente epigenetica, legata a fattori ambientali, dietetici, comportamentali e spirituali.

Da questa età in poi è importante sempre prescrivere rimedi inizialmente quasi esclusivamente sulla scorta dei dati clinici e ana-

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Volume 5 - N. 5/6

Sulla base genetica permissiva si inseriscono altri fattori, psicologici, dietetici ed ambientali, che nel loro complesso si chiamano epigenetica.

tomo-patologici perché molto spesso tale approccio porterà ad una sostanziale modifica di molti comportamenti e caratteristiche fisiche che sono quindi da ritenersi secondari ed indotti da modificazioni biochimiche.

Può essere pericoloso prescrivere solo sulla scorta degli elementi psico comportamentali perché si potrebbe determinare una soppressione della reattività nervosa, indurre uno stato di apparente benesse-

re e non cogliere il progredire di una malattia anche grave a livello tissutale. Se nel giovane dobbiamo tener conto della psicosomatica, nell’anziano dobbiamo considerare la somatopsichica. Dopo questa età l’approccio psicanalitico è, secondo la mia esperienza clinica, assai poco utile. Fattori infiammatori cronici, malattie neoplastiche subdole, squilibri metabolici, condizionano notevolmente il comportamento a questa età.

In questa fase della vita, depressione, angoscia ed altre problematiche psicologiche vanno messe in relazione, in assenza di palesi fatti emozionali, con le eventuali patologie organiche

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L’Età del distacco

Similmente a quanto accade per l’accrescimento, durante l’adolescenza, il declino causato dall’invecchiamento è un fenomeno che avviene in tutti gli individui, ma secondo modalità e ritmi diversi. È pertanto estremamente importante instaurare una terapia che tenga conto dei diversi ritmi e modalità d’invecchiamento. Deve essere valutata la costi-

tuzione individuale che non è altro che la risultante dell’influsso della dieta, psiche ed equilibrio ormonale sulla base genetica ereditaria. L’inquadramento costituzionale e l’aderenza della terapia naturale a questo concetto, è particolarmente importante nella prevenzione delle patologie di questa età.

La difficoltà di distinguere i fenomeni legati

L’aspetto fisico, l’atteggiamento caratteriale e la storia esistenziale permettono certamente di inquadrare costituzionalmente ogni individuo. Da questo inquadramento discende una comprensione dell’equilibrio endocrino ed emergono spunti di terapia naturale di riequilibrio.

“all’invecchiamento fisiologico” da quelli provocati da cause patologiche rende il problema degli anziani ancora più complesso. Va tuttavia rivelato che la vecchiaia fisiologica, vale a dire completamente esente dalle conseguenze di processi morbosi, è rara, forse impossibile. Particolarmente al giorno d’oggi, per la diffusione planetaria di molte malattie un tempo limitate a particolari enclaves e per l’alimentazione totalmente innaturale oltre che per i fattori legati all’inquinamento, non esiste un anziano in equilibrio fisiologico. La Medicina Naturale non deve solo propinare compresse e tisane, ma deve orga-

nizzare una strategia anche di vita che tenga conto dell’ambiente in cui l’individuo ha sviluppato i sintomi della sua senilità.

Ogni persona anziana dovrebbe essere sottoposta ad una terapia quantomeno preventiva e di drenaggio tenendo conto delle malattie pregresse, dell’ambiente in cui vive, delle abitudini di vita, dell’alimentazione.

Dal punto di vista fisiologico l’invecchiamento provoca una diminuzione delle capacità funzionali dei tessuti. Questo deficit è dovuto sia a modificazioni degenerative delle cellule parenchimali, sia all’aumento del tessuto fibroso che le circonda. Va rilevato

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Volume 5 - N. 5/6

L’ambiente in cui l’anziano vive condiziona patologie e scelte terapeutiche. Il contatto diuturno con la Natura porta alla comprensione della validità dei metodi naturali.

Momenti della Depurazione Tossinica

Detossicazione

Drenaggio

Captazione e Metilazione delle Tossine

Espulsione delle Tossine Tramite gli Emuntori

Alga Kelp, Vit B12, Ac Folico, Betaina….

Cardus marianus, Zolfo, Cisteina, Berberis…

che le cellule perenni vanno incontro a processi degenerativi che ne limitano le capacità funzionali, mentre quelle che conservano indefinitamente l’attività proliferativa possono, per alterazioni del DNA, originare cellule figlie non più adatte alle loro funzioni o facilmente preda di processi degenerativi.

Il fenomeno dell’invecchiamento, a questa età, in cui la residua spinta degli ormoni sessuali si è esaurita, interessa tutte le strutture dell’organismo e le sue funzioni. I meccanismi immunitari e di adattamento si riducono, la forza e la resistenza diminuiscono e altre sensibili perdite sono denunciate

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dalla memoria e dai processi intellettivi. La potenza dell’avambraccio, misurata in individui dell’età di 75 anni, determinando la forza sviluppata e la durata della presa, è circa uguale a quella rilevata nei preadolescenti. Un uomo sano può eseguire a 70 anni un moderato lavoro muscolare con la stessa efficienza meccanica di un uomo di 40 anni. Se

tuttavia ad entrambi venisse richiesto uno sforzo muscolare intenso, l’uomo anziano potrebbe eseguire soltanto il 50% del lavoro compiuto da quello giovane, poiché, con l’invecchiamento, l’organismo perde in parte la capacità di adeguarsi alle necessità derivanti da un esercizio fisico violento.

C’è un grande problema di adattamento ed i rimedi classificati come adattogeni dovrebbero essere infatti ampiamente usati in questa fascia di età. Pur aumentando il ritmo cardiaco e respiratorio nelle stesse proporzioni, il metabolismo energetico e il tasso glicemico non possono raggiungere i livelli richiesti. Diminuisce il passaggio di ossigeno

L’Età del distacco

La base della prevenzione antisenile naturale deve essere effettuata nei 3 steps di: chelazione, disintossicazione e anti ossidazione

Nell’anziano l’equilibrio tra anabolismo e catabolismo tissutale e cellulare si altera a favore di quest’ultimo.

Si assiste a fenomeni di carbossilazione, deaminazione, glicazione, ossidazione e racemizzazione che possono essere individuati o supposti nel singolo individuo e trattati con specifiche terapie naturali.

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Volume 5 - N. 5/6

dall’area alveolare al sangue, il quale a causa del minor contenuto di emoglobina, non è più in grado di trasportare, anche in condizioni di saturazione, quantità adeguate di ossigeno.

Cuore e vasi sono ormai soggetti a fenomeni degenerativi e non possono più assicurare un

apporto sufficiente di ossigeno ai tessuti in attività, che diventano a loro volta meno efficienti nell’utilizzare l’ossigeno che ricevono.

Il ritmo cardiaco e la pressione sanguigna al termine di un esercizio fisico rimangono elevati molto più a lungo.

Anche le modificazioni posturali hanno effet-

Nonostante il termine adattogeno sia stato coniato dal grande medico russo Lazarev nel 1947, tutte le Medicine della Tradizione da sempre annoverano efficaci sostanze adattogene per fronteggiare le conseguenze dello stress e dell’avanzare dell’età, che sono spesso sovrapponibili.

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L’Età del distacco

ti più marcati sul sistema cardio-circolatorio.

Di solito, se l’individuo passa bruscamente dalla posizione supina alla stazione eretta, con la diminuzione della pressione sanguigna si ha un aumento della frequenza cardiaca che ristabilisce prontamente la normalità pressoria.

Negli individui anziani, al contrario, il notevole calo della pressione sanguigna non è seguito da un adeguato aumento della frequenza cardiaca: il ristabilirsi delle condizioni normali è perciò alquanto più lento e può provocare, a causa dell’insufficiente apporto di sangue al cervello, un senso di debolezza e perfino lipotimia.

La minor capacità di reagire prontamente alle modificazioni di posizione è un fattore importante, che può limitare l’attività di molte persone anziane. Mentre è risaputo che la capacità dell’individuo anziano di eseguire esercizi fisici violenti è assai ridotta, l’esistenza di deficit forse molto più importanti

è spesso ignorata. La risposta a stimoli esterni e alle azioni lesive è ad esempio più lenta, più debole, così come più lenti sono di solito i processi rigenerativi dei tessuti. Le reazioni dell’individuo anziano alle infezioni o ad altre noxae patogene sono pertanto poco spiccate, sicuramente più deboli di quelle dei giovani. Ciò significa che anche i sintomi delle malattie si presentano nel soggetto anziano in modo alquanto sfumato. È questa una delle numerose ragioni che spiegano perché accade così di frequente che molti anziani consultino il medico soltanto quando le loro malattie sono già in fase piuttosto avanzata. Questo è un ulteriore motivo per approcciare il paziente anziano con un’anamnesi molto pignola, accurata e personalizzata che, tenendo conto della reattività psichica e di tutte le problematiche organiche a qualsiasi livello oltre che della patobiografia, può facilmente evidenziare la possibilità di una malattia degenerativa in atto.

Caratteristiche dell’invecchiamento

Strategia Terapeutica

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Volume 5 - N. 5/6

Il corretto di vitamine, minerali, aminoacidi e piante permette inoltre di conservare o di ripristinare la reattività organica. Va comunque distinto l’approccio con i farmaci eroici del Pronto Soccorso, efficacissimi ma anche molto tossici, adatti solo ad una fugace terapia acuta, dall’uso dei rimedi naturali, più blandi proprio per la loro innocuità ed adatti alla prevenzione od alla cura della malattia non nella fase estrema o acutissima.

Altra modificazione, indotta dall’età e dall’inadeguata risposta fisiologica a sfavorevoli condizioni ambientali, è la scarsa capacità di adattarsi rapidamente a brusche escursio-

ni termiche, o semplicemente ai massimi e ai minimi delle temperature stagionali. Ipo o iperalimentazione, disidratazione o assunzione troppo rapida di liquidi possono inoltre causare nell’anziano danni molto più gravi di quelli normalmente osservati nell’individuo giovane nelle stesse condizioni. Il metabolismo basale diminuisce e con esso diminuisce il fabbisogno calorico, ma è anche più esiguo il margine di sicurezza rispetto a talune carenze alimentari; per l’anziano, come per il bambino, è necessaria una dieta di alta qualità, ricca di proteine, minerali e vitamine.

Udito e vista tendono a diminuire con l’età.

Il cristallino si sclerotizza e spesso assume una colorazione bruna: ad un aumento di difficoltà nella messa a fuoco degli oggetti si accompagna in questo caso, per la minor trasparenza della lente, un deficit del visus che in certi casi può anche evolvere, qualora il cristallino si opacizzi completamente, in cecità da cataratta. La forma più comune di cataratta, o cataratta senile, non sembra dunque essere la conseguenza di una malattia dell’occhio o di un’affezione sistemica,

ma soltanto il corollario dei normali processi degenerativi che caratterizzano l’invecchiamento. Eccettuati i casi in cui i processi degenerativi a carico dei vasi cerebrali sono molto avanzati, le funzioni psichiche non si deteriorano con quella rapidità che molti suppongono. Il pensiero può perdere di immediatezza e di chiarezza, ma coloro che in gioventù hanno goduto di notevoli capacità di giudizio continuano a beneficiare della loro esperienza.

Se esiste la volontà di imparare, si può apprendere tanto a 80 anni quanto a 12.

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L’Età del distacco

Esistono poi modificazioni patologiche così intimamente connesse con l’avanzare dell’età che, pur non potendosi in alcun modo parlare di processi di senescenza, occorre tenere conto in tutti gli studi che trattano il problema degli anziani e del loro benessere. Particolare importanza hanno l’arteriosclerosi, l’ipertensione, l’artrite e le varie forme neoplastiche. Tutte queste malattie hanno almeno una caratteristica comune: il loro inizio è sempre subdolo, privo di chiare manifestazioni cliniche; esse possono progredire anche per anni prima che l’osservazione soggettiva o una visita medica occasionale attirino l’attenzione su segni sospetti.

Una diagnosi precoce sarebbe in questi casi estremamente importante, ma lo stesso comportamento dell’anziano, restio a consultare il medico per sintomi da lui ritenuti di poco conto, ostacola alquanto una prevenzione efficace.

Le malattie tipiche della vecchiaia non hanno quasi mai una causa facilmente riconoscibile. Esse sono spesso sostenute da numerosi fattori esogeni ed endogeni.

Il loro decorso è protratto, spesso seguito da lungi periodi di invalidità cui generalmente pone fine la morte, che può essere causata tanto dalla malattia stessa quanto da una sopraggiunta infezione acuta. In alcuni individui di 65 anni, forza, capacità e funzioni psichiche superiori sono talmente deteriorate da non permettere lo svolgimento di una vita normale: l’unica alternativa è allora un collocamento a riposo che può trasformarsi in invalidità permanente. Altri, a 75 anni, sono invece capaci di eseguire un moderato lavoro fisico e talvolta una notevole quantità di lavoro intellettuale.

In ogni caso collocare a riposo individui ancora validi soltanto perché hanno compiuto il sessantesimo o il sessantacinquesimo anno non giova a nessuno, né all’individuo stesso, né alla società in generale. La senescenza e

la morte sono fenomeni naturali; essi pongono fine a processi di accrescimento che dalla mezza età in poi hanno combattuto una battaglia, perduta in partenza, contro i processi degenerativi.

Tuttavia le molte armi che ci sono messe a disposizione anche dalla Medicina Naturale ci permettono di agire in maniera profonda sui processi dell’invecchiamento. Del resto l’effettivo prolungamento della vita media ha portato all’uso di tecniche mediche spesso molto invasive ed alla necessità di adottare farmaci sempre più potenti e potenzialmente tossici, moltiplicando i problemi correlati alla patologia dell’anziano che il medico di oggi deve affrontare. Per vari fattori quindi la nostra popolazione geriatrica è affetta da una gran quantità di malattie cronico-degenerative un tempo sconosciute, almeno nella forma attuale perché determinavano la morte assai più precocente.

La patologia da farmaci nell’anziano è patologia importantissima che coinvolge oltre il 30% dei pazienti e la problematica intossicatoria in generale è di grande rilievo in questo settore della popolazione; man mano che le persone di mezza età di oggi diventeranno anziane, tenendo conto dell’uso più massiccio e prolungato di farmaci da loro effettuato, il problema delle malattie intossicatorie e cronico degenerative diventerà sempre più grande. Già oggi negli Stati Uniti si incominciano ad avere delle preoccupanti avvisaglie quando ci si accorge che in villaggi, in cui era stata pionieristicamente avviata la fluorazione delle acque, l’incidenza di morbo di Alzheimer è sensibilmente più elevata che altrove. La medicina convenzionale, peraltro fondamentale, talora agisce in maniera grossolana, invasiva e massificante, senza tener conto della costituzione individuale e dei sottili equilibri biochimico-minerali del nostro organismo e le conseguenze si fanno puntualmente sentire.

La Medicina Naturale, col suo approccio

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Volume 5 - N. 5/6

multifattoriale e profondo al paziente, con la sua impostazione rigorosamente clinica, con la sua spiccata vocazione depurativa e con la sua sostanziale compatibilità con i farmaci allopatici di fondo, è una risposta interessante ed articolata alle problematiche patologiche che si pongono oggi in geriatria.

Spesso, dopo i 70 anni, la medicina ufficiale si occupa solo della malattia in atto senza tener conto di tutta la storia patologica del paziente che è premessa e movente della patologia stessa. Pertanto l’approccio è spesso

Sostanze Naturali anti aging SOSTANZE NATURALI ANTI AGING AD EFFETTO ad effetto GENERALE generale REISHI

Effetto Generale

RESVERATROLO

Anti Infiammatorio

PRIVE DI EFFETTI COLLATERALI E INTERTAZIONI

Sostanze ANTI AGING SOD

MELATONINA

Anti Ossidante

Riequilibrio Metabolico

solo chirurgico, di sostegno, talora patogenetico, ma solo raramente c’è il tentativo di terapia eziologica.

Non si tiene conto che un cancro o qualsiasi altra malattia cronica non insorgono mai improvvisamente, sono sempre il capolinea, l’estrema reazione organica dopo una lunga storia patologica evidente o sommersa. Dovere del medico è di trovare le connessioni tra la patologia del momento e gli eventi patologici del passato. Può essere molto utile, a questo riguardo, schematizzare le varie tappe della vita patologica del paziente correlandole tra loro.

Tale procedura non solo evidenzia più chiaramente i nessi eziologico-patogenetici tra le varie malattie, ma permette anche di individuare gli eventuali stimoli immunologici più opportuni e soprattutto rende spesso possibile una prognosi. È di grande aiuto psicologico per il paziente conoscere in anticipo che la sua guarigione potrà anche passare attraverso alcune riacutizzazioni morbose e che il tempo di questa sarà correlato al tempo necessario perché l’organismo riprenda una attitudine reattiva.

Sostanze Naturali anti aging ad effetto specifico

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VIADOL natural, grazie all’utilizzo di estratti di piante officinali come Rhus toxicodendron e Arnica montana è utile nel massaggio pre e post-sportivo, al fine di aiutare le articolazioni, i tendini, i legamenti e i muscoli eventualmente traumatizzati e doloranti dallo sforzo fisico, nell'edema. Inoltre, la presenza di Chiodi di Garofano o.e., di Mentolo e di Canfora esplicano un’azione rubefacente che scalda durante il massaggio la parte trattata dando una rapida sensazione di sollievo e di rilassamento muscolare.

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Consigli d'uso: Massaggiare al bisogno la zona interessata per favorire l’assorbimento.

Non usare sulle zone perioculari e sulla cute non integra.

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Arnica montana la tintura madre viene preparata dalla pianta intera fresca contiene vari principi attivi: flavonoidi con tropismo venoso e un effetto anche cardiotonico; pigmenti carotenoidi che esplicano un’azione antinevralgica, antireumatica, antinfiammatoria e antiecchimotica; fenoli (acidi caffeici e clorogenici) con proprietà cardiotoniche ma anche antibiotiche; lattoni quali l’alenina con azione irritante sulla pelle. Arnica è indicata in tutte le affezioni traumatiche (cadute, incidenti) ed in ogni fenomeno di affatticamento muscolare (pre e post parto), ma è efficace anche nelle patologie che coinvolgono capillari e vene (emorragie lievi, fragilità capillare, ematomi e dolori da trauma), sforzo cardiaco degli sportivi, sindromi febbrili adinamiche.

Rhus toxicodendron nella tintura sono presenti: un tannino gallico, un flavonoide detta la fisetina con proprietà antinfiammatorie, derivati fenolici come gli urusioli con azione irritante e caustica. La tossicologia e la sperimentazione hanno evidenziato un’azione elettiva sulla pelle (dermatosi eritemato-edematose o vescicolose), sulle mucose (herpes), sui tessuti fibroconnettivi periarticolari (tendini,legamenti, aponeurosi) con irrigidimenti dolorosi che migliorano con il movimento continuo. Reumatismi muscolari e tendinei, distorsioni e lussazioni, affaticamento muscolare, sforzi muscolari, sciatica con dolori lancinanti e fitte lungo l’intero decorso del nervo, che peggiorano durante il riposo e migliorano con il movimento. Reumatismi causati o peggiorati dall’umidità .

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Riferimenti bibliografici:

UĂŠF. Firenzuoli: Fitoterapia –Ed. Masson UĂŠA. Bruni: Farmacognosia generale e apllicata – Ed. Piccin UĂŠGunner Samuelson: Farmacognosia – Ed. EMSI UĂŠ Ă€ÂœÂœÂŽĂƒĂŠ*°ÊiĂŒĂŠ>Â?°]ĂŠ ÂœĂ•Ă€Â˜>Â?ĂŠÂœvÊÀ…iՓ>ĂŒÂœÂ?Âœ}ÞÊ£™nĂ“

VIADOL natural, grazie al ’util z o di estrat i di piante officinali come Rhus

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I N FA R M A C I A PA R A FA R M A C I A E R B O R I S T E R I A

L’Età del distacco

Prof. Ivo

Bianchi

UNA FINESTRA SULL’OMOTOSSICOLOGIA

L’

Omotossicologia è una branca clinica dell’Omeopatia che conta in Italia e nel mondo moltissimi cultori che non sono altro che medici che continuano, dopo vari decenni, a praticare questa metodica perché l’hanno trovata valida nella

clinica. Molti canali popolari ma non scientifici, quali Wikipedia, pontificano sull’Omtossicologia, senza peraltro mai interpellare pazienti curati o medici che da anni praticano questa cura.

La fallace Bibbia del sapere di oggi decreta: le tesi di Reckeweg sono prive di base scientifica e mancano studi indipendenti che ne dimostrino l’efficacia (non vengono citati gli studi), mentre i meta-studi svolti rilevano come gli eventuali effetti benefici siano da imputare all’effetto placebo. Inoltre alcune specifiche asserzioni di Reckeweg vengono definite come assurde. Queste conclusioni vengono avvallate citando un solo articolo del 1992.

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UNA FINESTRA SULL’OMOTOSSICOLOGIA

Volume 5 - N. 5/6

Il punto di partenza chiave che animò il medico tedesco Hans Heinrich Recheweg che, nella seconda metà del secolo scorso, introdusse questa strategia terapeutica, era quello

di usare i farmaci omeopatici, che già a quel tempo erano stati riconosciuti utili in terapia, in maniera scientifica e con obiettivi clinici più chiari e dimostrabili.

Reckeweg è stato un grande clinico erede della tradizione della Medicina Naturale Tedesca (abate Felke). Ha svolto attività didattica in tutto il mondo e l’industria che produce i farmaci da lui formulati è all’avanguardia tecnologica.

Non si poteva più, e tanto più oggi non si può più, parlare in termini vaghi e generici di energia vitale, di miasmi, di legge di similitudine, ma bensì si doveva spiegare l’Omeopatia grazie alle conoscenze immunologiche, microbiologiche e fisico chimiche moderne. Il campo della tossicologia clinica si prestava a

questo tipo di verifica e del resto una gran parte delle patologie odierne, spesso anche di quelle croniche e degenerative hanno una base intossicatoria. Tutti del resto concordano che almeno l’80% dei tumori è di origine tossica.

Solo persone in mala fede o con reconditi interessi possono negare il danno delle tossine e la necessità primaria di depurare l’organismo per prevenire la maggior parte delle patologie.

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L’Età del distacco

Le tossine sono fonte indubbia di patologia e con questo termine possiamo intendere moltissime sostanze, non solo di origine esogena, provenienti quindi da alimentazione od inquinamento atmosferico, ma anche di origine endogena. Tutte le funzioni cellulari infatti, dalla fagocitosi al processo infiammatorio anche minimo, dalla fosforilasi ossidativa a tutti i processi ossidativi tissutali, producono radicali liberi, vere e proprie tossine endogene, oggi anche dosabili, che inducono danno mitocondriale prima e degenerazione cellulare poi per conseguente crisi energetica. In particolare alcune sostanze chimiche, specie se hanno struttura fenolica, provocano a livello tissutale danni profondi perché legandosi con altri metaboliti che

sono presenti nel corpo come tamponanti o disintossicanti, formano macromolecole che sono talora escrete con difficoltà dagli emuntori e che facilmente invece si depositano in questa forma inattiva a livello del connettivo determinando nel tempo danni tissutali cronici. Ogni malattia può essere a sua volta fonte di intossicazione perché i complessi antigene-anticorpo che si formano spesso creano delle strutture anomale che possono ancora una volta depositarsi a livello del tessuto connettivo o possono determinare una malattia di tipo autoimmunologico. Questa ipotesi di Reckeweg non è sta provata sperimentalmente ma esiste tuttavia una nota malattia da immuno complessi, causa di grave danno vascolo renale.

Il danno tossinico a livello tissutale esiste ed uno stimolo emuntoriale, una dieta corretta e dei rimedi omotossicologici sono oggi più che mai indispensabili.

Un concetto fondamentale ed innovativo dell’Omotossicologia è che la malattia evolve e passa attraverso varie Fasi. La strategia terapeutica dovrà essere adattata alle diverse fasi di evoluzione della malattia.

Non esiste in alcuna patologia una terapia omotossicologica standard ma sempre una articolata e complessa strategia terapeutica che va adattata allo specifico caso clinico ovvero alla particolare reattività individuale ed

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UNA FINESTRA SULL’OMOTOSSICOLOGIA

alla fase di malattia in cui si può collocare tale paziente. Questo spiega la grande gamma di farmaci utilizzati dall’Omotossicologia ed

anche la complessità della sua applicazione alla clinica.

L’evoluzione della patologia esiste ed il medico coscienzioso dovrebbe tenerne conto. L’Omotossicologia amplia ed applica alla clinica ed all’uomo in toto questi concetti.

Hans Heinrich Reckeweg ha formulato un approccio terapeutico semplificato per questa particolare applicazione dell’Omeopatia alla tossicologia. Egli infatti ha introdotto in terapia molti farmaci complessi che semplificano la scelta avendo un raggio di azione assai più vasto. Le classiche difficoltà nell’applicare l’Omeopatia correlate alla scelta di un rimedio unico e totipotente ed alla individuazione della diluizione specifica da usare sono state superate pragmaticamente proponendo l’uso di farmaci composti indicati per determinati quadri clinici ed agenti su specifici tessuti e con l’uso contemporaneo di più diluizioni associate di uno stesso rimedio in uno stesso preparato. Si può affermare

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che la costante preoccupazione del fondatore dell’Omotossicologia e di tutti i suoi seguaci sia stata sempre quella di cercare una validità scientifica dei farmaci e della loro efficacia clinica. È importante ricordare come questi farmaci siano scarsamente diluiti contrariamente a quelli dell’Omeopatia classica per i quali molto spesso si supera la soglia del numero di Avogadro. Questo significa che esiste in questi farmaci una quantità ponderale di sostanza, chiaramente dosabile e che la loro attività può essere dimostrata da un punto di vista chimico. Peraltro l’associazione di varie sostanze, spesso chimicamente correlate, in piccole quantità, determina una attivi-

L’Età del distacco

tà anche per un effetto di sinergismo (Effetto Burgi) che è stata più volte rilevata anche in vitro, sull’animale, ma anche e più frequentemente nella clinica. Nonostante la scarsità di mezzi finanziari a disposizione della ricer-

ca omotossicologica, paragonato alla medicina convenzionale, sono stati effettuati molti studi clinici con risultati interessanti in molti paesi del mondo. Riporto di seguito alcuni dati dalla letteratura.

Molti testi parlano delle basi scientifiche dell’Omotossicologia. Gli autori sono medici clinici, anatomici, ricercatori.

Due preparati omotossicologici sperimentati in vitro presso l’Università di Bonn hanno determinato l’uno un aumento (Nux vomica homaccord), l’altro una diminuzione (Atropinum compositum) sia dell’ampiezza che del numero delle contrazioni di strisce di digiuno di coniglio in vitro. Lo stesso farmaco Nux vomica homaccord è stato utilizzato per un monitoraggio compiuto su 1153 casi gastroenterologici, ottenendo risultati valutabili come ottimi nell’80% dei casi. Gli effetti collaterali hanno interessato lo 0.43% dei pazienti. Un altro studio in vitro, questa volta utilizzando cartilagine di bovino, ha dimostrato che il farmaco omotossicologico Zeel era in grado di contenere il danno strutturale indotto sperimentalmente con soluzione proteolitica. Lo studio è stato poi successi-

vamente completato con una ricerca in vivo su 22 pazienti dimostrando sempre un miglioramento, dopo trattamento, delle condizioni strutturali della cartilagine. Lo stesso farmaco è stato utilizzato in ambito clinico per uno studio multicentrico che ha coinvolto 190 specialisti e 1845 pazienti affetti da gonartrosi. Il trattamento diede risultati clinici valutati come buoni nel 93.1% dei pazienti e molto buoni nel 53% dei casi. La tollerabilità del farmaco è stata ottima con un 0.45% di effetti collaterali. Lo stesso farmaco è stato studiato anche in un lavoro clinico controllato e randomizzato su 121 pazienti. L’efficacia di altri farmaci omotossicologici ed in particolare di un preparato anti infiammatorio (Arnica compositum), è stata provata studiando l’attivazione dei fagociti e dei leucociti in vitro

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UNA FINESTRA SULL’OMOTOSSICOLOGIA

Volume 5 - N. 5/6

presso l’Istituto di Anatomia dell’Università di Bonn. Weiser e Zenner hanno effettuato uno studio multicentrico con un altro farmaco omotossicologico (Selenium compositum) in 731 pazienti affetti da varie patologie neurologiche, ottenendo un risultato definibile ottimo nel 21.1% dei casi, buono nel 49.4% e soddisfacente nel 20.9%. Se consideriamo che questo studio coinvolge pazienti con morbo di Parkinson, sclerosi multipla e sclerosi laterale amiotrofica, tali risultati clinici sono da ritenersi di grande interesse.

Il farmaco omotossicologico è stato testato clinicamente in ogni via di somministrazione da quella intra articolare preferita per il suddetto Zeel, a quella endovenosa per Selenium compositum, a quella orale per Nux vomica homaccord. Anche la via nasale spray sembra essere una ottima modalità di somministrazione del farmaco omotossicologico come dimostra il monitoraggio terapeutico di Euphorbium spry nasale su 3510 pazienti affetti da varie patologie otorinolaringoiatriche quali rinite acuta e cronica e sinusite acuta e cronica.

L’Omotossicologia si applica praticamente a tutti gli ambiti specialistici. In ambito oculistico un interessante articolo del dottor Sradj dimostra l’efficacia del preparato Mucosa compositum in 47 casi di cheratocongiuntivite secca. In ambito dermatologico è stato impiegato, in uno studio multicentrico, l’effetto del preparato Psorinoheel su 771 pazienti dermatologici. Il preparato pediatrico in supposte Viburcol è stato sperimentato nella pratica su 3009 lattanti affetti da patologie pediatriche varie dalla rinite catarrale alle coliche gassose del neonato. Il professor Matusiewicz dell’Università di Varsavia ha provato l’efficacia del preparato omotossicologico Engystol su 40 pazienti affetti da asma bronchiale corticodipendente. Lo studio è stato effettuato in doppio cieco. Esistono oggi come oggi moltissime evidenze in

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vitro, sull’animale e sull’uomo dell’attività anti infiammatoria e della particolare efficacia in traumatologia del preparato omotossicologico denominato Traumeel. Il dolore provocato da distorsione della caviglia è significativamente mitigato ed abbreviato dal trattamento omotossicologico (Traumeel: combinazione di 14 diverse sostanze in diluizioni 2D-6D), secondo quanto riportato. Su 33 pazienti trattati, 24 erano senza dolore al 10° giorno, mentre allo stesso giorno sui 36 che ricevettero il placebo, solo 13 erano senza dolore. Lo stesso medicinale (in altre farmacopee chiamato oggi Arnica Compositum) è stato sperimentato anche da altri. Gli autori hanno dimostrato che l’iniezione intra articolare del rimedio omeopatico in pazienti con emartro traumatico riduceva significativamente (rispetto al gruppo trattato con placebo) il tempo necessario alla guarigione, valutata secondo parametri obiettivi (presenza di sangue nel liquido sinoviale, circonferenza articolare, motilità, ecc.).

Mi sembra quindi, dopo questa breve disamina della letteratura mondiale in ambito omotossicologico, che esistano diverse e sufficienti prove cliniche e laboratoristiche della bontà di tale metodica e dell’attività terapeutica dei farmaci ad essa correlati. Sono naturalmente necessari studi ulteriori, molti di questi sia a livello laboratoristico che clinico sono già in corso.

Tuttavia deve essere chiaro che non si possono applicare a questa branca medica peculiarmente omeopatica, gli stessi criteri vigenti per la formulazione dei protocolli della medicina convenzionale. La gran massa di dati clinici ma anche laboratoristici raccolti finora, il fatto che questa metodica terapeutica sia oggi applicata, anche con una certa facilità, da decine di migliaia di medici in tutto il mondo, deve validare ad oggi questa terapia agli occhi del medico moderno.

L’Età del distacco

Vivere serenamente la SENESCENZA

I

l periodo della senescenza oggi è vissuto in modo notevolmente diverso rispetto un tempo, il miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie, l’alimentazione e il progresso tecnologico hanno sicuramente contribuito a migliorare lo stato di salute come pure l’aspetto estetico delle persone a parità di anzianità. L’aspettativa di vita oggi è aumentata e per questo è importante conoscere e mettere in pratica delle strategie che possono aiutare a prevenire disturbi e patologie dovute all’avanzare dell’età.

Gli uomini e le donne a 63 anni si avvicinano alla fine della loro lunga carriera lavorativa e, se per alcuni può rappresentare un nuovo inizio per altri, soprattutto nel caso degli uomini, potrebbe portare ad una

Autoritratto all’età di 63 anni (Rembrandt Harmenszoon Van Rijn, 1669) a destra, Kevin Costner 63 anni

Dott.ssa

Sara Piovesan Farmacista

perdita dello scopo di vita. L’immagine del padre che lavora per sostenere l’economia familiare deve cambiare e centrarsi verso l’uomo che riprende i suoi interessi personali e si prepara a trascorrere in modo sereno l’età della vecchiaia.

L’invecchiamento è un processo fisiologico su cui si concentrano molti studi, nessuno però ad oggi è riuscito ad identificare una sola causa responsabile di questo fenomeno. La teoria più accreditata è che l’invecchiamento sia dovuto ad una serie di cambiamenti causati da più fattori, più in generale possia-

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mo oggi affermare che l’invecchiamento geneticamente programmato che porta a cambiamenti del sistema nervoso, immunitario ed endocrino è affiancato dal progressivo accumulo di danni determinato dall’influenza dell’ambiente. È necessario prendere coscienza del fatto che l’invecchiamento non è una patologia ed è possibile invecchiare senza malattie preservando capacità fisiche e mentali, a tal fine è indispensabile adottare un corretto stile di vita, alimentazione e attività fisica, supportati da un’integrazione adeguata a contrastare stress esistenziali e ambientali che possono favorire l’instaurarsi di situazioni patologiche.

MENTE EFFICIENTE E FISICO ATTIVO La memoria è per noi uomini come una bussola per i naviganti: orienta e ci rende sicuri. Quando la sua efficienza viene meno tutto improvvisamente si fa incerto, per questo la

perdita della memoria è uno dei segni più temuti dell’invecchiamento cerebrale. Con l’avanzare dell’età la riduzione del numero dei neuroni, cellule costituenti il sistema nervoso, è del tutto fisiologica ma per un feno-

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meno detto plasticità neuronale, il cervello va ad aumentare le connessioni tra neuroni per sopperire alla perdita di alcuni di essi. In questo modo, tenta di preservare l’efficienza della sua funzionalità.

Al fine di favorire questo processo, è importante mantenere il cervello in allenamento ovvero stimolare la plasticità attraverso attività mirate come esercizi specifici (brain training) ma anche l’apprendimento di una lingua straniera, la lettura, nuove esperienze di vita e la meditazione possono portare benefici.

L’integrazione di fosfatidilserina può contribuire a mantenere efficiente la mente durante l’invecchiamento, si tratta del fosfolipide più presente a livello nervoso in grado di sostenerne sia la struttura che la funzionalità.

La sua produzione con l’avanzare dell’età può subire un calo, causa della perdita di memoria che comunemente si riscontra in età senile.

Recenti studi hanno messo in evidenza come la supplementazione di fosfatidilserina possa migliorare le capacità mnemoniche e cognitive nel soggetto anziano e non solo, anche nel soggetto affetto da morbo di Alzheimer.

Molti studi dimostrano che l’attività fisica regolare riduce il rischio di demenza senile. Gli scienziati spiegano che l’attività fisica ha effetti positivi sull’ippocampo, quella parte del cervello che si trova nel lobo temporale e che svolge un importante ruolo nella memoria a lungo termine e nella navigazione spaziale.

L’ippocampo è una delle prime regioni del

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cervello che subisce danni nei pazienti malati di Alzheimer, le lesioni infatti portano a deficit della memoria e disorientamento. Sti-

molare questa parte del cervello, attraverso l’attività fisica, si suppone possa dunque ridurre il rischio di demenza senile.

Al fine di mantenere il fisico attivo è necessario fornire alle cellule i nutrienti necessari per produrre l’energia di cui necessita, molto importante è quindi adottare un comportamento alimentare corretto ma non solo, integrare l’alimentazione con nutrienti che rappresentino per la cellula un vero e proprio carburante.

Il D-Ribosio è uno zucchero semplice componente essenziale di importanti molecole biologiche, ha un ruolo chiave nel mantenimento dell’omeostasi cellulare e tissutale, inoltre interviene in differenti reazioni di natura sia energetica e metabolica che plastica. Le sue principali funzioni riguardano: - produzione di energia; - sintesi di ATP (nucleotide utilizzato dalla cellula come fonte energetica); - sintesi proteica e divisione cellulare; - sintesi di amminoacidi;

- regolazione dello stato di ossido-riduzione cellulare.

Grazie alle sue proprietà trova grande impiego come ricostituente nello sportivo, nell’anziano e nel rafforzamento della pompa cardiaca migliorando la salute cardiovascolare.

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ALLONTANARE LO STRESS EMOTIVO E AMBIENTALE Lo stress emotivo rappresenta uno dei fattori che possono accelerare l’invecchiamento, il pessimismo e la costante sensazione di sentirsi “minacciati” dalle quotidiane situazioni anziché stimolati, porta ad uno stress continuo che mette a dura prova l’organismo.

Ancor più, gli stati depressivi protratti per più di sei mesi possono danneggiare in maniera irreversibile il nostro organismo.

Favorire il buon umore e il rilassamento mentale diviene quindi necessario per poter vivere più a lungo e più in salute. Sentimenti ed emozioni influenzano l’organismo a tal punto che possono stimolare lo sviluppo di una problematica di salute o, al contrario, contrastarla e favorire i processi di guarigione. L’alimentazione è in grado di modificare la biochimica cerebrale, può infatti influire sull’umore e quindi sulla nostra percezione di benessere.

Un aiuto ulteriore può derivare dall’assunzione di composti contenenti amminoacidi, piante e vitamine ad effetto rilassante ma anche tonico sull’umore.

La Griffonia (Griffonia simplicifolia) è una pianta rampicante sempreverde appartenente alla famiglia delle Fabaceae,

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la droga della pianta è costituita dai semi polverizzati da cui si estrae il principio attivo 5-idrossitriptofano (5-HTP).

Questo composto è un derivato amminoacidico e intermedio metabolico nella sintesi della serotonina, effettuata a partire dall’amminoacido triptofano. La serotonina è un neurotrasmettitore molto importante per il benessere dell’organismo, viene sintetizzato nel sistema nervoso centrale e nelle cellule dell’apparato gastrointestinale ed è principalmente coinvolto nella regolarizzazione del tono dell’umore, del sonno e del senso di fame.

L’assunzione orale di estratti di griffonia titolati e standardizzati in 5-HTP, è in grado di incrementare i livelli di serotonina a livello del sistema nervoso centrale. Inoltre, si può assistere anche ad un incremento dei livelli di altri neurotrasmettitori, quali melatonina (molto importante nella regolazione del ritmo sonno-veglia), dopamina, noradrenalina e beta-endorfine (sostanze implicate anch’esse in numerose funzioni biologiche, fra cui la regolazione del sonno e il controllo dell’appetito).

Viste le azioni che il 5-HTP è capace di esercitare a livello centrale, si ritiene che la griffonia sia in grado di contrastare: • abbassamento del tono dell’umore (a tal proposito, la pianta rientra nel grande gruppo degli antidepressivi naturali); • insonnia; • fame nervosa (in particolare per quanto riguarda il desiderio di carboidrati e dolciumi).

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L’ambiente in cui viviamo oggi associato a stili di vita non del tutto corretti, favorisce lo sviluppo nell’organismo dello stress ossidativo il quale non solo accelera il processo di invecchiamento ma può portare a patologie anche gravi. Conseguenza dello stress ossidativo sono i radicali liberi, specie chimiche instabili per struttura che cercano di tornare all’equilibrio rubando all’atomo vicino l’elettrone necessario per pareggiare la propria carica elettromagnetica. Questo meccanismo dà origine a nuove molecole instabili, innescando una reazione a catena che, se non viene arrestata in tempo, finisce col danneggiare le strutture cellulari. In condizioni fisiologiche possediamo sistemi di difesa endogeni che proteggono le biomolecole strutturali e funzionali dall’attacco dei radicali liberi. Tali sistemi di difesa, che possono essere di tipo enzimatico (glutatione, superossido dismutasi, catalasi) e non enzimatico (molecole antiossidanti e vitamine assunte con la dieta), reagiscono con le specie radicaliche prima che queste possano attaccare le strutture biologiche.

A causa di una eccessiva esposizione a specie ossidanti altamente reattive, l’equilibrio tra radicali liberi e antiossidanti può venire meno; si innesca così una situazione di stress ossidativo, il quale è responsabile di importanti danni che compromettono la funzionalità di cellule e tessuti ed è associato a numerose patologie croniche, quali disturbi cardio-circolatori (aterosclerosi, ischemie, ictus), diabete, cancro, malattie neurodegenerative (es. morbo di Parkinson, Alzheimer).

Lo stress ossidativo è tra le principali cause

dell’invecchiamento cellulare. I radicali liberi infatti attaccano le catene polinsature dei lipidi provocandone l’ossidazione (perossidazione lipidica). L’alterazione delle catene lipidiche rappresenta un grave danno a carico delle membrane cellulari, le quali diventano maggiormente permeabili e perdono la loro efficienza, con conseguente invecchiamento precoce di cellule e tessuti.

Una dieta ricca in cibi ad elevato potere antiossidante può sicuramente contribuire ad aumentare la difesa naturale contro lo stress ossidativo, purtroppo però anche i cibi stessi subiscono l’attacco da parte dei radicali liberi generati dall’inquinamento ambientale per questo motivo l’integrazione con antiossidanti diviene oggi un’importante strategia antiaging e preventiva.

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Il Picnogenolo rappresenta uno dei complessi antiossidanti più potenti in natura, viene estratto dalla corteccia del pino marittimo francese (Pinus pinaster), in virtù della sua composizione chimica a base di diversi polifenoli è stato brevettato come agente antiossidante in grado di neutralizzare le reattività di alcuni radicali liberi potenzialmente nocivi per l’uomo. Il complesso antiossidante denominato picnogenolo è una miscela di polifenoli tra cui bioflavonoidi come le procianidine, acidi fenolici come caffeico e ferulico in grado di agire in maniera sinergica.

Le ricerche condotte su questo composto antiossidante hanno rivelato importanti attività

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antinfiammatorie, antiallergiche, anticoagulanti e antitrombotiche, per questo la sua assunzione può portare benefici nelle problematiche cardiovascolari e nei disturbi della circolazione periferica.

Il picnogenolo rappresenta un sostegno naturale ai vasi sanguigni e ai capillari contro i danni causati dall’esposizione prolungata ai raggi solari, in estate può essere utilizzato per prevenire eritemi, fotosensibilità e invecchiamento precoce della pelle dovuto all’esposizione solare. L’integrazione con questo potente antiossidante contrasta l’invecchiamento cutaneo, il composto lega e protegge il collagene rendendo la pelle liscia e resistente all’attacco di enzimi e radicali liberi, aiuta inoltre ad evitare l’insorgenza delle macchie scure, dovute a ad un eccesso di pigmentazione, tipiche dell’età senile.

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La Salute sotto controllo GEMMO ANTIAGING Prof. Ivo

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i tratta di un composto gemmoterapico ad azione molto profonda anche per la sua attivazione con rimedi omeopatici ancillari. È utile soprattutto per contrastare i comuni eventi fisiopatologici che subentrano inevitabilmente con l’invecchiamento. Anche se invecchiare è irreparabile, osteggiare le patologie che sono frutto di una deriva senile, è possibile ed auspicabile.

Deve essere chiaro che l’invecchiamento aumenta le probabilità di morbilità ma si deve tuttavia distinguere il concetto di Invecchiamento e di Senilità: • Vecchio deriva da Vetus e significa avanti con gli anni, ma anche esperto, veterano. Il passare degli anni è fonte di serenità e di appagamento per quanto già realizzato.

• Senile deriva da Senectus e significa spossatezza, venir meno delle forze, malattia debilitante. Il passare degli anni è fonte di disturbi invalidanti e di tristezza.

Gemmo Anti Aging non vuole fermare l’invecchiamento ma attenuare molti degli inutili acciacchi della senescenza.

Tuttavia un rimedio di tale stimolo deve essere inserito in una strategia globale anti Aging che preveda un supporto di base per le due problematiche fondamentali cui può andare incontro un soggetto ultrasessantenne, ovvero quelle proliferative (Growth Control) e quelle cardiovascolari (Fito Heart Support). In tal modo si evita di fare, come spesso avviene, una ba-

nale terapia sui sintomi della senescenza, ma si lavora anche su quelle problematiche (appunto immunologiche e cardiocircolatorie) che possono essere alla base di questi sintomi. Un tessuto che invecchia è spesso poco irrorato o soffre per eccessivo accumulo di radicali liberi.

Una problematica infiammatoria cronica, frequente in

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L’Età del distacco

senescenza, può determinare uno stimolo proliferativo anomalo che va prevenuto da subito perché può in-

durre a sua volta sintomi di senescenza quali astenia, sarcopenia etc..

Gemmo Antiaging andrà assunto in ragione di 60 gocce mattino e sera a cicli di 2-3 settimane al mese in relazione alla situazione clinica. Andrà sempre subito seguito da un ciclo di 1-2 settimane di Growth Control. Fito Heart Support, il supporto cardiocircolatorio a vocazione energetico-antiossidante, andrà assunto in ragione di una bustina sublinguale al mattino a settimane alterne, onde ottimizzare l’azione degli altri 2 rimedi. Questa è la strategia anti aging di base, a carattere preventivo, da fare a cicli in relazione alla situazione clinica, nel soggetto sostanzialmente in buona salute. Nei soggetti più anziani o con pro-

blematiche cronico degenerative più evidenti, meglio far precedere tale terapia da 2 mesi di cura con 3 rimedi preparatori: - Fito Reishi, 1capsula 2 volte al giorno lontano dai pasti per dare una prima spinta energetica, anti infiammatoria ed anti degenerativa tissutale.

- Fito Immuno Plus, 1capsula a cena, per attivare in maniera sostanziale la risposta immunitaria.

- Mico Control, 60 gocce mattino e sera per antagonizzare gli squilibri ormonali della senescenza, base delle comuni problematiche prostatiche e mammarie.

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CONTENUTO IN GEMMOTERAPICI SPECIFICI 1. QUERCIA (Quercus peduncolata), ha azione regolarizzante tonica generale comprensiva di stimolo della peristalsi intestinale. Agendo eminentemente sulla corteccia surrenale è utile per astenia, affaticamento da surmenage da senescenza o da malattia cronica, convalescenze prolungate, ipotensione Poiché aumenta la secrezione dei 17– chetosteroidi e di testosterone, è indicato anche nel trattamento dell’astenia sessuale e previene l’ipertrofia prostatica conseguenza finale del deficit di testosterone che stimola la produzione ipofisaria di LH. 2. GINCO (Ginkgo biloba) gemmoterapico specifico delle turbe dell’aggregazione piastrinica a tendenza trombotica peraltro frequenti nella prima senescenza e ragione della prescrizione massiva di acido salicilico ed anticoagulanti di blocco della vitamina K, non privi di effetti collaterali. Il gemmoterapico di questa pianta preistorica è utile in generale nelle malattie vascolari anche con lesioni degenerative endoteliali, nel deterioramento cerebrale e nelle prime fasi della demenza senile. È rimedio principe per cura e prevenzione dell’ipossia ed ischemia cerebrale e periferica (arteriopatia diabetica, insufficienza arteriosa periferica) oltre che per la fragilità capillare.

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3. OLIVO (Olea europaea) gemmoterapico con specifico tropismo vascolare, ha azione ipocolesterolemizzante, ipoglicemizzante, antipertensiva ed anti ateriosclerotica. È indicato nell’ipertensione arteriosa particolarmente dei soggetti dismetabolici.

4. SEQUOIA (Sequoiadendron giganteum) gemmoterapico con azione eutrofica generale, apporta una sensazione di benessere molto gradevole al paziente.

La sua azione tonica e stimolante generale, particolarmente utile ed evidente nell’anziano, è spiegata dallo stimolo che esercita sul corticosurrene. È un eccellente rimedio delle tendenze proliferative, che originano da un insufficiente apporto trofico degli ormoni sessuali, utile soprattutto per prevenire e contenere lo sviluppo di ipertrofia ed adenomiomatosi a livello sia uterino che prostatico. Lo stimolo della funzione del corticosurrene, ghiandola responsabile, con il suo esaurimento di gran parte dei sintomi della senescenza che compaiono dopo i 60 anni, giustifica l’impiego di questo gemmoterapico per frenare in generale i processi infiammatori, ridurre la perdita di massa ossea e stimolare la funzione sia mentale che sessuale.

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POSSIBILI ANCILLARI OMEOPATICI BARYUM CARBONICUM È rimedio specifico dell’anziano che si avvia alla fase aterosclerotica con involuzione sia fisica che psicologica. Il rimedio è particolarmente utile nel paziente costituzionalmente carbonico che invecchia, rallenta, si chiude.

KALIUM PHOSPHORICUM È il grande tonico neuro-psichico dell’anziano che diventa triste, indeciso, ansioso ed affaticato sia fisicamente che intellettualmente.

CONIUM MACULATUM Rimedio importante per contrastare la tendenza depressiva cronica dell’anziano, spesso afflitto da fantasie sessuali ma impotente. È un rimedio di protezione neurologica, utile nella prevenzione e cura delle paresi. È anche il farmaco omeopatico di elezione per la prevenzione dei noduli, anche neoplastici, a carico di seno e prostata, eventi assai frequenti dopo i 60 anni.

PLUMBUM JODATUM Grande rimedio della sclerosi sia midollare con agranulocitosi che vascolare con ipertensione arteriosa. È utile in tutte le degenerazioni atrofiche tissutali tra cui l’insufficienza renale cronica, su base vasculosclerotica, tipica della senescenza.

CADMIUM SULPHURICUM Rimedio dei danni tissutali cronici, soprattutto a carico delle mucose gastroenteriche, utile per contrastare le tendenze degenerative anche gravi di tipo neurologico o neoplastico.

EMBRYO SUIS Organoterapico di stimolo anti senile ed anti degenerativo generale, riattivatore di tutte le funzioni, di quelle endocrine in particole.

HYPOTHALAMUS SUIS Organoterapico di supporto della struttura chiave da cui partono i comandi per tutti i sintomi caratteristici dell’invecchiamento: ingrassamento, turbe dell’umore, problemi immunologici.

HERPES ZOSTER NOSODE Si è visto che l’infezione zosteriana è sintomo di deficit immunitario senile ma anche causa di progressione della senescenza cerebrale. Ricordiamo che tutti gli herpes virus non hanno tendenza a scomparire, rimangono asintomatici nel tessuto nervoso, causando una subdola e continua infiammazione cronica che favorisce quei fatti degenerativi cerebrali tipici della demenza. Uno stimolo immunologico mirato, quale può essere conseguito con questo nosode, è molto interessante per antagonizzare le spinte degenerative a livello neurologico.

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PROTEZIONE MITOCONDRIALE E MITOCONDRIOGENESI INDOTTA DA COMPOSTI BOTANICI GEROPROTETTORI Ignazio Sapuppo NELLA PREVENZIONE DELLE MALATTIE CRONICO DEGENERATIVE Dr.

medico antiaging

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aumento delle patologie cronico degenerative ha indotto i ricercatori ad approfondire il ruolo importante della disfunzione mitocondriale e dello stress ossidativo nell’invecchiamento cellulare sia nell’uomo che negli altri mammiferi.

Molte malattie cardiache, cerebrali (ictus ischemico), metaboliche e degenerative (Alzheimer e cancro) possono essere correlate ad uno stato di alterata funzione dei mitocondri. Pertanto, ne è scaturito un urgente bisogno di nuove efficaci strategie terapeutiche atte a promuovere la salute e una condizione di “healthy aging” per gli anziani, contrastan-

Resveratrol

do numerose malattie legate all’inesorabile processo di invecchiamento.

Fino ad oggi, si è cercato di proteggere e migliorare la funzionalità dei mitocondri mediante la prescrizione e l’assunzione di sostanze come: L-carnitina, l’acido lipoico e coenzima Q10.

Negli ultimi decenni, sono stati studiati nuovi biofattori geroprotettori e, in particolare, composti chimici attivi derivati dalle piante, assunti attraverso gli alimenti (dietary phytochemicals) al fine di definire nuovi approcci terapeutici per prevenire i processi di invecchiamento.

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Nelle piante molti di questi composti (ad es. resveratrolo, astaxantina, curcumina, quercetina, etc.) sono fitoalessine, antiossidanti e fattori di crescita; nell’uomo queste molecole non solo hanno un’azione antiossidante ed antitumorale, ma anche modulano la funzione mitocondriale.

Infatti, diversi composti derivati dalle piante stimolano la funzione mitocondriale e tra questi citiamo: il resveratrolo (stilbene e fitoalessina della vitis vinifera rubra), la quercetina, varie proantocianodine e catechine, l’idrossitirosolo e la pirrochinolina-chinone (PQQ) di origine batterica.

In particolare, il resveratrolo e la pirrochinolina-chinone (PQQ) proteggono il mitocondrio dallo stress ossidativo e promuovono la mitocondriogenesi attraverso vie attivate dalla restrizione calorica e mediate da proteine chiamate sirtuine (SIRT) e dalla proteina coattivatore trascrizionale PGC-1 alpha codificata dal gene PPARGC1A. Il resveratrolo, attivando SIRT1, promuove la deacetilazione e l’attivazione della proteina PGC-1 alpha, che è un coattivatore del PPRγ

che regola la trascrizione dei geni coinvolti nel metabolismo energetico.

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La proteina PGC-1α può anche interagire e regolare l’attività della proteina CREB (cAMP response element binding-protein) e dei fattori respiratori nucleari (NRFs).

L’attività fisica di endurance attiva la PGC-1α nella muscolatura scheletrica umana e nel grasso bruno, migliorando lo stato fisico e le performance degli sportivi.

La proteina PGC-1α pomuove, inoltre, la trascrizione e l’espressione della sintasi endoteliale dell’ossido nitrico (eNOS), che è un enzima che catalizza la sintesi dell’ossido

nitrico (NO) dall’aminoacido arginina. L’ossido nitrico (NO) è una potente molecola di segnale ad azione ultrarapida che gioca un ruolo centrale nella regolazione della pressione sanguigna e di altre importanti funzioni biologiche come la mitocondriogenesi e la regolazione del gradiente di cariche elettriche mitocondriali (ΔΨm), mediante il suo legame alla citocromo ossidasi e la produzione di bassi livelli di radicali liberi dell’ossigeno (ROS), che stimolano la funzionalità della stessa catena respiratoria.

Inoltre, il resveratrolo stimola la produzione del fattore nucleare di regolazione della respirazione mitocondriale NRF-2 coinvolto nei processi ormetici.

Recenti ricerche hanno dimostrato che l’attivazione di NRF-2 da parte di questo polifenolo del vino rosso e il consequenziale aumento delle difese antiossidanti svolgono un ruolo importante nella protezione mitocondriale e

nella promozione della longevità. Per quanto precede, il resveratrolo è da considerarsi una molecola molto promettente anche in ambito di prevenzione generale ed anche di cardioprotezione, in quanto induce processi di precondizionamento e di risposta adattativa allo stress ossidativo mediante l’attivazione di autofagia.

Si ritiene che il resveratrolo, in concentrazio-

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ni low dose fisiologiche, induca nelle cellule endoteliali la sintesi della NO sintetasi (NOS) e diminuisca l’espressione dell’endotelina 1 (ET1), che è un potente vasocostrittore.

Inoltre, il polifenolo in parola esercita la funzione di prevenzione cardiovascolare attraverso la sua azione antiaggregante piastrinica e di inibizione della ciclossigenasi di tipo 2.

In particolare attraverso la regolazione della sintesi della COX2 a livello trascrizionale e la soppressione dell’espressione genica di IL6 nei macrofagi, il resveratrolo previene e blocca l’aterosclerosi determinata verosimilmente da processi di infiammazione cronica di basso grado, inducendo fenomeni di auto-

fagia nella placca già formata in modelli sperimentali murini.

Inoltre, esercitando una azione metformino-simile migliora la regolazione dell’omeostasi del glucosio e migliora il metabolismo lipidico attraverso il blocco dell’HMG-CoA reduttasi e l’azione antiossidante che riduce la ossidazione delle LDL. Concludendo, alla luce di tali evidenze scientifiche, si ritiene che, in un prossimo futuro, composti chimici naturali geroprotettori, tra cui il resveratrolo, potranno essere usati in protocolli integrati finalizzati a rallentare e bloccare i processi di invecchiamento cellulare e prevenire gli esiti invalidanti delle malattie croniche degenerative.

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CHERATOSI e TUMORI NON PIGMENTATI della PELLE Dott.ssa

Claudia Giagnoni Dermatologa

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on l’avanzare dell’età sono sempre di più le lesioni che si manifestano sulla nostra pelle e che esteticamente non ci piacciono o addirittura ci spaventano.

Vediamo di passarne in rassegna alcune delle più comuni e di differenziare quelle benigne, legate all’età e che a me piace definire ‘doni del tempo’, da quelle patologiche per cui intervenire è imprescindibile.

squame perse in superficie restano incastrate in sede e provocano irritazione. Spesso è sufficiente massaggiare regolarmente la cheratosi con un olio o un unguento untuoso per facilitarne la pulizia e lo schiarimento.

LESIONI BENIGNE:

ANGIOMI SENILI: sono piccole macchie o papule color rubino che compaiono diffusamente sul corpo ma prediligono il tronco. Sono asintomatiche e benigne e non deve spaventare l’importan-

Al pari delle rughe queste formazioni non richiedono necessariamente terapia, spesso i sintomi che si possono avere in corrispondenza della lesione sono riconducibili ad una loro sovra-infezione o infiammazione.

CHERATOSI SEBORROICHE: forse le più comuni lesioni benigne dell’età adulta, sono rilevate, untuose e di colore variabile dal giallo al nero. I bordi sono netti e ben visibili, sembrano quasi solo appoggiate sulla pelle. Si può avere la perdita di frammenti di crosta untuosa e cheratinica dalla superficie. Il prurito che talora accompagna la lesione è dovuto alla sua conformazione papillomatosa per cui le

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IPERPLASIE SEBACEE: caratterizzate dalla comparsa di papule o noduli superficiali, spesso al volto ma anche al tronco ed al capo dovute all’ingrandimento di una ghiandola sebacea

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te sanguinamento che può derivare dalla loro rottura accidentale. Ne possono insorgere progressivamente un numero sempre maggiore e il loro trattamento – spesso tramite laserterapia – non ne frena la nuova comparsa.

La diagnosi certa viene fatta solo dallo specialista e dovessimo avere sospetti su una lesione cutanea, perché insorta recentemente o perché sintomatica, è fondamentale recarsi a visita dermatologica. Meglio un controllo in più che uno in meno.

LESIONI MALIGNE:

Sono quelle lesioni che vanno assolutamente trattate e per cui la diagnosi precoce è la migliore forma di prevenzione secondaria: CHERATOSI ATTINICA: forse è sproporzionato considerarla già lesione maligna, poiché classicamente la cheratosi attinica è limitata all’epidermide e non viene considerata tumore, tuttavia è una PRE - cancerosi, cioè una lesione che nel tempo può trasformarsi in un tumore, quindi una lesione di cui PRE – occuparsi.

L’esatta causa di insorgenza non è nota, ma sicuramente un importante fattore favorente è l’esposizione solare e la dose cumulativa di ossidazione che ne deriva. Anche l’abbassamento dell’efficienza del sistema immunitario, a sorveglianza dalle trasformazioni oncologiche del DNA (risposta di tipo Th1), favorisce la formazione di cheratosi attiniche.

Le lesioni si presentano come aree eritematose a bordi sfumati, spesso con desquamazione superficiale e resistenti ai comuni trattamenti delle dermatiti aspecifiche, co-

me emollienti, antisettici topici o antinfiammatori locali come argento o ossido di zinco.

In alcuni casi possono ricoprirsi di una crosta giallastra adesa che ne rende più difficoltosa la valutazione. La dermatoscopia della cheratosi, privata della eventuale crosta sovrastante, ne fornisce indicazioni sulla profondità. Una cheratosi attinica con segni dermatoscopici di possibile infiltrazione va considerata alla stregua di un carcinoma. Finché però la lesione appare confinata nell’epidermide le terapie possibili sono innumerevoli, da metodi più grossolani come la crioterapia o la diatermocoagulazione, a metodi più fini come l’uso di imiquimod topico, che promuove la risposta Th1 del sistema immunitario, o la terapia fotodinamica, in cui si applica un chemioterapico che viene assorbito solo dalle cellule atipiche e viene attivato successivamente dall’esposizione a luce rossa.

CARCINOMA SPINOCELLULARE: può essere l’evoluzione di una cheratosi attinica o comparire spontaneamente su cute sana. Ciò che deve far sospettare una progressione della cheratosi attinica in carcinoma spinocellulare è il rapido accrescimento o l’ulcerazione. La neoplasia insorta spontaneamente su cute sana è in generale più aggressiva. Il tumore si può presentare in diverse forme e svariate tipologie, ma spesso è una lesione desquamante o ulcerata insorta bruscamente e che non guarisce. Aree predilette di insorgenza sono quelle fotoesposte – a sottolineare il maggior fattore di rischio – ma anche altre zone possono essere

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colpite comprese le mucose. La terapia deve essere chirurgica con un ampio margine di sicurezza tra il bordo di resezione e la lesione. È importante non ritardare la valutazione specialistica delle formazioni recenti, soprattutto quelle comparse al volto o in prossimità di strutture delicate come occhi, naso, bocca in modo da ridurne al minimo la demolizione chirurgica. La sorveglianza postoperatoria per un paziente con carcinoma spinocellulare invasivo comprende visite specialistiche ogni 3-6 mesi ed eventuali esami strumentali mirati a seconda dei sintomi. Eventuali metastasi insorgono più spesso tra i 2 e i 5 anni dalla prima diagnosi.

CHERATOACANTOMA: è una formazione nodulare che cresce rapidamente e spesso inizia a regredire dopo 2-3 mesi dall’esordio lasciando una cicatrice. Nel 1993 è stato ipotizzato che questa lesione apparentemente autorisolutiva e tranquilla possa invece essere equiparata ad un carcinoma squamocellulare con bassissima – ma non nulla – tendenza alla metastatizzazione. Studi successivi sembrerebbero smentire questa tesi, ma attualmente si ritiene comunque più sicuro procedere all’escissione chirurgica precoce anche del cheratoacantoma.

CARCINOMA BASOCELLULARE: fortunatamente il più comune tumore maligno cutaneo dell’età avanzata è il carcinoma basocellulare, tipicamente a crescita lenta e che non dà quasi mai metastasi. La sua pericolosità quindi è relativa al carattere demolitivo che può avere localmente se insorto in prossimità di strutture importanti come orecchio, naso, occhi o bocca. L’incidenza è aumentata progressivamente nelle popolazioni caucasiche e si pensa che questo sia dovuto a fattori ambientali e sia legato al cambiamento delle abitudini di vita. L’esposizione solare ha sicuramente un ruolo nell’insor-

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genza del tumore, ma molto più marginale di quanto non lo sia per il carcinoma squamocellulare. In realtà molti sono gli indizi della dipendenza di questo tumore dall’ambiente circostante, primo fra tutti il fatto che non sia possibile la sua sopravvivenza al di fuori della matrice extracellulare in cui si è generato e questo è altamente in controtendenza con i tipici schemi di comportamento oncologico in cui la cellula perde la necessità di comunicare con il tessuto circostante. Casi familiari di comparsa di lesioni multiple anche in sedi atipiche configurano una patologia ereditaria chiamata Sindrome di Gorlin Goltz o nevomatosi basocellulare che necessita di controlli dermatoscopici periodici. La terapia per il carcinoma basocellulare spazia da quella chirurgica alla terapia fotodinamica per le lesioni superficiali, all’imiquimod locale. La diagnosi differenziale è solitamente semplice per lo specialista munito di dermatoscopio nonostante le lesioni possano apparire macroscopicamente molto diverse nelle loro numerose varianti: carcinoma basocellulare piano; nodulare; micronodulare; ulcerativo; sclerodermiforme; pigmentato.

Ciò che accomuna tutte queste lesioni è l’incapacità del sistema immunitario, in un momento al loro esordio, di individuare e neutralizzare le cellule in trasformazione, per cui probabilmente la vera terapia preventiva dovrà comprendere tutto ciò che possa

L’Età del distacco

rapie naturali coadiuvanti o preventive come la micoterapia o la nutraceutica che potenziano la risposta immune aspecifica o Th1 o che modulano la spinta Th2.

Allo stesso modo appare utile l’uso delle citochine low-dose, molecole di impatto sul sistema immunitario: l’assunzione di Interleuchina 12 ed Interferon gamma alla 4CH può aiutare un sistema immunitario sbilanciato o a corto di energie, ma è fondamentale che tale prescrizione scaturisca da una completa valutazione dei segni e sintomi ed eventualmente da approfondimenti diagnostici opportuni. spingere sulla risposta immunitaria aspecifica o di tipo Th1 o che possa ridurre l’influenza della risposta a tendenza Th2.

Una alimentazione scorretta, con l’introduzione di zuccheri semplici o l’eccesso di carboidrati raffinati, ritmi di vita stressanti, un aumento della sedentarietà, hanno dimostrato di aumentare la tendenza Th2 del sistema immunitario esponendoci al rischio di abbassamento della risposta Th1 protettiva nei confronti dei tumori.

L’alimentazione ricca di vitamine e minerali, il corretto apporto di acqua al di fuori dei pasti e un efficace riposo notturno portano ad un miglioramento dei processi di comunicazione tra le cellule.

In questa ottica si inseriscono numerose teBIBLIOGRAFIA • Hodak E, Jones RE, Ackerman AB ‘Solitary keratoacanthoma is a squamous-cell carcinoma: three examples with metastases’ Am J Dermatopathol. 1993 Aug;15(4):332-42 • Jake Fagan; Michael L. Ramsey ‘Cancer, Skin, Basal Cell Carcinoma’ StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2018-.2017 Dec 12 • Ko C.B., Walton S., Keczkes K., Bury H.P.R. e Nicholson C. ‘The emerging epidemic of skin cancer’ Br.J.Dermatol. 1994; 130(3):269 • Savage JA, Maize JC Sr ‘Keratoacanthoma clinical behavior: a systematic review’ Am J Dermatopathol. 2014 May;36(5):422-9 • Shah SK, Walker PA, Moore-Olufemi SD, Sundaresan A, Kulkarni AD, Andrassy RJ ‘An evidence-based review of a Lentinula edodes mushroom extract as complementary therapy in the surgical oncology patient’ JPEN J Parenter Enteral Nutr. 2011 Jul;35(4):449-58

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Incontinenza urinaria, dolori pelvici e prolassi: la ginnastica pelvica come soluzione

P

er molte donne il Pavimento Pelvico è una parte del corpo completamente sconosciuta ma rappresenta una struttura di fondamentale importanza per il benessere femminile!

Cos’è?

Il pavimento pelvico è l’insieme di muscoli, legamenti e tessuto connettivo posti alla base della cavità addominale per sostenere e mantenere nelle loro posizioni gli organi e i visceri dell’addome, come la vescica, l’utero e il retto.

Perché è amico del benessere femminile?

Perché è un muscolo speciale, influisce sul

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Dott.ssa

Angela De Vanna

Fisioterapista Terapista Manuale Ortopedico

benessere intimo ponendosi come barriera protettiva per le infezioni, regola la funzione urinaria garantendo la continenza, favorisce il piacere sessuale e facilita la corretta regolarità intestinale.

Fondamentale è quindi mantenere questo muscolo in salute perché un suo alterato funzionamento potrebbe determinare problematiche e disfunzioni.

Cosa altera il pavimento pelvico?

La donna nel corso della sua vita è sottoposta a numerosi eventi che possono danneggiare o alterare il funzionamento di questa struttura.

Ad esempio, la gravidanza, il parto e la menopausa rappresentano i principali fattori

L’Età del distacco

di rischio perché si connettono direttamente con la regione pelvica. Il parto infatti, se accompagnato da episiotomie o lacerazioni, crea una lesione del tessuto muscolare pelvico, questa condizione di debolezza muscolare è spesso responsabile delle fastidiose perdite urinarie.

La condizione di menopausa invece caratterizzata dal cedimento delle strutture muscolo-legamentose può essere responsabile di un abbassamento della regione pelvica con conseguente discesa e prolasso degli organi (come il cistocele o l’isterocele).

Un pavimento pelvico che non funziona correttamente quali problematiche può dare?

• Incontinenza urinaria Perdita di piccole o discrete quantità di pipì successivamente ad un colpo di tosse, ad uno starnuto, al sollevamento di un peso o dopo l’attività motoria.

• Urgenza Sensazione di dover letteralmente correre in bagno per paura di non riuscire a trattenere la pipì • Nicturia Aver necessità del bagno nelle ore notturne • Dolore pelvico Dolore in regione pelvica nella quotidianità o durante l’intimità di coppia • Vulvodinia Condizione caratterizzata da bruciore e dolore vulvare

• Stipsi e alterata regolarità intestinale • Prolasso degli organi pelvici Cedimento e discesa degli organi pelvici a carico della vescica (cistocele), l’utero (isterocele) o il retto (rettocele) Cos’è la Riabilitazione del pavimento pelvico?

La riabilitazione mira al ripristino della salute e del benessere del pavimento pelvico. Permette di acquisire la forza e il sostegno muscolare necessario nella cura delle forme di incontinenza e prolasso; diversamente ritrovare la giusta elasticità e flessibilità nelle condizioni di dolore pelvico e rigidità.

Come?

La rieducazione pelvica è un percorso individuale di esercizi terapeutici mirati al rinforzo e alla coordinazione della muscolatura pelvica. La paziente verrà valutata da un esperto professionista che indicherà il grado di alterazione e imposterà un percorso specifico dosato sulle richieste della persona.

Perdite, dolori e preoccupazioni non saranno più un problema.

La Ginnastica pelvica cura con efficacia il 75% delle problematiche, permettendo di evitare la chirurgia!

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Vegetariani a tutte le Età

Dott.ssa

Francesca Andreazzoli

Esperta in Nutrizione e Oncologia Integrata

Q

uando si affronta un cambiamento alimentare, come il passaggio a una dieta sostanzialmente o prevalentemente vegetale, benché spinti da motivazioni forti e sentite, si può attraversare una fase di dubbio o remore sull’adeguatezza di tale regime.

Ancora maggiori saranno queste remore se ci troviamo in una fase della vita particola-

re, come la prima infanzia o l’età avanzata, fasi che di per sé presentano esigenze diverse e specifiche.

Per quanto riguarda l’età “anziana” possiamo porci di fronte a due scenari.

Il primo riguarda persone che hanno intrapreso questa strada da tempo ma che possono trovarsi, con il progredire dell’età, ad affrontare cambiamenti fisici o anche semplicemente di abitudini di vita che influenzeranno il loro modo di mangiare (ad esempio la pensione, la maggior disponibilità di tempo e, paradossalmente, la riduzione dell’attività fisica).

Il secondo quadro è quello di chi, seguendo il motto “Non è mai troppo tardi per cambiare”, decide di eliminare alcuni cibi dalla propria vita, nello specifico quelli animali.

In questo caso sarebbe bene sottolineare che eliminare non è la parola giusta: nell’ottica di un’alimentazione sana togliere alcuni alimenti risulta riduttivo, poco educativo e per giunta non costruttivo.

Alimentazione vegetale significa innanzitutto arricchire la propria giornata alimentare

L’Età del distacco

del rischio di stipsi, più frequente con l’avanzare dell’età e in parte legata anche ad una minore attività fisica.

Il fabbisogno proteico, maggiore in questa fase, in cui il rischio di sarcopenia si accentua, sarà assicurato dai legumi ma anche da piccoli spuntini quotidiani a base di noci, man-

di cibi nuovi o prima utilizzati solo sporadicamente come i legumi, la frutta secca, i semi oleosi e tanti tipi di verdure dall’alto potenziale antiossidante, antinfiammatorio e antitumorale.

Aumentare il consumo di cibi ricchi di fibre come i cereali integrali ma anche i legumi e i vegetali in genere garantirà una riduzione dorle anche sotto forma di crema spalmabile.

Chi non fa uso di latticini o ne fa comunque, come raccomandabile, un uso moderato non dovrà temere carenze di Calcio che verrà fornito dalle verdure a foglia verde (dove il Calcio si trova in forma altamente biodisponibile) e, se gradita, dall’aggiunta ai propri piatti di crema di sesamo che ne contiene una quantità eccellente.

Come rassicurazione si sottolinea che, proprio il maggiore introito di potassio ma anche di vitamina K contenuti in frutta e verdura, si associa a una maggiore densità ossea così come a un più lento declino della stessa nel tempo (Tucker et al, 1999).

Spesso negli anziani si evidenzia una riduzione generica dell’apporto di vitamine e sali minerali: una dieta a base vegetale ovvia a questo problema apportando livelli di tali elementi di molto superiori alla media che si ottiene con una alimentazione onnivora.

Chi è in sovrappeso o addirittura obeso potrà, in modo naturale, senza dover stare attento alle porzioni, vedere ridurre il suo peso con ovvi benefici in termini di salute.

L’esperienza clinica dimostra inoltre come

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Volume 5 - N. 5/6

spesso con il passaggio ad un’alimentazione a base vegetale si riducano i valori pressori così come migliori la sensibilità all’insulina.

Chi invece è già vegetariano da tempo sarà rassicurato nel sapere che proprio a questo modello alimentare vanno ascritti i molti vantaggi, ormai documentati scientificamente, di tale dieta sulla salute: un aumento dell’aspettativa di vita, correlata in particolare all’utilizzo dei legumi (Blackberry et al, 2004), una riduzione della sindrome metabolica (Rizzo et al, 2012), dell’Alzheimer (Barnard et al, 2014) la cui prevalenza nei citta-

dini statunitensi sopra i 65 anni è di circa il 10%, così come di alcune patologie oncologiche (per esempio il tumore al colon e alla prostata).

In conclusione, orientarsi verso un’alimentazione vegetariana anche nelle fasi avanzate della vita può letteralmente dare i suoi frutti, permettendo di vivere anche questo periodo, come ci suggerisce etimologicamente la parola stessa “vegetariano”, in modo vivo, ricco di vitalità, benessere ed energia godendo appieno così anche di questo periodo dell’esistenza.

BIBLIOGRAFIA Barnard ND, Bush AI, Ceccarelli A, Cooper J, de Jager CA, Erickson KI, Fraser G, Kesler S, Levin SM, Lucey B, Morris MC, Squitti R. Dietary and lifestyle guidelines for the prevention of Alzheimer’s disease. Neurobiology of Aging , 2014. Volume 35 , S74 - S78 .

Blackberry I, Kouris-Blazos A, Wahlqvist ML, Steen B, Lukito W, Horie Y. Legumes: the most important dietary predictor of survival in older people of different ethnicities. Asia Pac J Clin Nutr. 2004;13(Suppl):S126.

Rizzo NS, Sabaté J, Jaceldo-Siegl K, Fraser GE. Vegetarian Dietary Patterns Are Associated With a Lower Risk of Metabolic Syndrome: The Adventist Health Study 2. Diabetes Care (Mar 2011).

Tucker KL, Hannan MT, Chen H, Cupples LA, Wilson PW, Kiel DP. Potassium, magnesium, and fruit and vegetable intakes are associated with greater bone mineral density in elderly men and women. Am J Clin Nutr 1999 Apr; 69(4):727-36

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L’Età del distacco Dott.

Giulio Cassano Farmacista

Suggerimenti integrativi per età dai 63 ai 77 anni ANTIOSSIDANTI CARNITINAQ10 & VITAMINA E L-Carnitina, Vitamina E (DL-alfa tacoferile), Coenzima Q10 (Ubichinone).

La L-Carnitina e il Coenzima Q10 supportano le attività cellulari adibite al consumo di energia, mentre la Vitamina E è un potente antiossidante lipidico in grado di proteggere i tessuti dai danni da radicali liberi.

NATURE’S BOUNTY

CURCUMINA REDOX Curcuma Il fitocomplesso di radice di curcuma è in grado di inibire diversi enzimi ad azione proinfiammatoria, donando sollievo in caso di dolori osteo-articolari. L’ampia attività antinfiammatoria potrebbe spiegare gli effetti di inibizione della proliferazione cellulare e la soppressione della carcinogenesi osservata in modelli animali.

SOLGAR

REGENERATION Vitamina C, Vitamina E, Acido pantotenico, Calcio (chelato/complesso), Cardo mariano, Prezzemolo, Colina (bitartrato), Echinacea, Ginepro, Ginseng coreano, Inositolo, Magnesio (chelato/complesso), Peperoncino cayenne, Sedano, Vitamina B1, B2, Niacinamide, Vitamina B6, Glucosamina solfato, estratto di tè verde cinese, Olio di semi di borragine, Potassio (glicerofosfato). Zinco (chelato/complesso), Ginkgo biloba, estratto di vinacciolo, Multivitaminico/multiminerale con l’aggiunta di fattori vegetali disintossicanti e antiossidanti. Ideale per sostenere l’organismo in tutti quei processiatti a combattere i meccanismo ossidativi dovuti all’avanzare dell’età.

NATURE’S PLUS

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Suggerimenti integrativi

Volume 5 - N. 5/6

ULTRA LIPOIC Acido Alfa Lipoico, Acido R-Lipoico, MSM (metilsulfonilmetano), NAC (N-acetil cisteina), curcuma, estratto di semi di uva, Lactobacillus acidophilus, L. sporogenes (B. Coagulans), Streptococcus Thermophilus, succo d’orzo essiccato, spirulina, riso integrale cotto, fructooligosaccaridi (FOS), clorella, alghe kelp del pacifico, Phenalgin, Cryptomondales, kelp rosso, kelp bruno (Laminaria digitata), ulva, alga marina rossa, dulse, rockweed, polline d’api, olio di girasole, olio di semi di ribes nero, camu-camu. cavolrapa L’acido alfa-lipoico è un antiossidante altamente versatile per i componenti lipofili e idrofili del nostro organismo.

Aggiunta di estratti vegetali dall’attività antiossidante e antiaging.

LIPOIC COQUTEN Acido alfa-lipoico, Coenzima Q10 (Ubichinone).

Miscela di acido alfa-lipico e ubichinone in forma micellare altamente biodisponibile. Indicato nei soggetti che richiedono un consistente apporto energetico per il tessuto muscolare, in particolare quello cardiaco.

NATURE’S PLUS

SOLGAR

SUPPORTO PSICO-FISICO ENERVIS Ginseng, Muira puana, Propoli, Rosa canina, Mirtillo nero, Panace, Rosmarino, Ananas.

Energetico, tonico-stimolante generale, capace di conservare vitalità e giovinezza, tonico del sistema nervoso centrale.

MENTE PLUS Griffonia, Niacina, Vitamina B6.

Migliora i livelli di serotonina, la cui carenza è associata a stati di cattivo umore e depressivi. Niacina e Vitamina B 6 contribuiscono alla fisiologica funzionalità del sistema nervoso, alla riduzione di stanchezza e affaticamento e alla normale funzione psicologica.

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LINDA’S

NATURES’ BOUNTY

L’Età del distacco

PREVENTUS Garum celtico Lisato di pesce ricco di proteine e carboidrati utili per sostenere il fisico e la mente nei momenti di astenia e spossatezza.

STABILIUM 200 Garum armonicum Lisato di pesce lavorato in modo da estrarre, oltre a carboidrati e proteine, anche gli acidi grassi polinsaturi (omega3). Ideale per sostenere memoria e capacità cognitive nei periodi particolarmente stressanti.

GEMMO ANTIAGING Quercia, Ginkgo, Olivo, Sequoia Integratore alimentare con Ginkgo e Olivo utili per la loro azione antiossidante; Ginkgo è inoltre utile per favorire la memoria e le funzioni cognitive; contiene anche Sequoia utile per la sua azione tonica (stanchezza fisica e mentale).

POLGINS 2 Panax ginseng Combatte stress e fatica, la radice di ginseng regola la funzionalità del sistema nervoso restaurando l’equilibrio dei nervi.

NEURO-NUTRIENTS L-Fenilalanina, L-Tirosina, L-Glutammina, Vitamina C, Colina, Lecitina di soia, Ginkgo biloba, Vitamina B3, B2, B1, B6 Sostegno del microcircolo e sostegno per memoria e funzioni cognitive.

YALACTA

YALACTA

SCIENZA&NATURA

VEGETAL PROGRESS

SOLGAR

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Suggerimenti integrativi

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NEURO PESCE EPA, DHA L’integrazione con acidi grassi omega3 inibisce l’attivazione adrenergica indotta dallo stimolo stressante, attiva invece il metabolismo serotoninergico cerebrale.

Migliora la reattività in caso di stress e spossatezza psico-fisica.

PROXIAN Bifidobacterium lactis, Lactoballus plantarum, Lactobacillus bichnerii, Selenio, Zinco.

Composizione di fermenti lattici utili per garantire l’omeostasi della barriera intestinale, diminuendo lo stato ossidativo dell’organismo e riducendo così il rischio di fragilità

SOLGAR

ERREKAPPA

IPERTENSIONE VERDE ULIVO Ulivo, titolo in Oleuropeina.

Azione antiossidante che contribuisce al metabolismo dei carboidrati e dei lipidi. Inoltre favorisce una normale circolazione del sangue e sostiene la regolarità della pressione arteriosa.

HEART CONTROL Biancospino, Ibisco Favorisce la normale funzionalità dell’apparato cardiovascolare e la regolarità della pressione arteriosa.

FITO HEART SUPPORT Magnesio bisglicinato, Glutatione, L-Carnitina, Taurina, Coenzima Q10, Vitamina B6 Rinforza l’attività cardiaca e riduce lo stress ossidativo a carico dell’apparato cardiocircolatorio. È stato dimostrato come in pazienti affetti da malattie cardiache, una carenza di glutatione sia collegata alla comparsa di anomalie strutturali e funzionali cardiocircolatorie, ad esempio un’aumentata insufficienza cardiaca.

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NATURE’S BOUNTY

SCIENZA&NATURA

SCIENZA&NATURA

L’Età del distacco

CARDENVIS Myocarde 8DH, Naja tripudians 7CH, Strophantus 8DH, Viscum album 5DH, Acidum fumaricum 9DH, Acidum L (+) Lacticum 7DH, Crataegus oxyacantha 4DH, Kalium carbonicum 5DH, Cactus selenicerus 5DH, Carbo vegetabilis 7DH, Melilotus officinalis 5DH, Naphtochinon 9DH, Allium sativum 4DH, Ferrum metallicum 12DH, Digitalis purpurea 5DH. Regolatore della pressione, dell’ipertensione arteriosa essenziale e dei disturbi del ritmo cardiaco.

LINDA’S

IPERCOLESTEROLEMIA FITO COLEST PLUS Riso rosso, Carciofo, Curcuma, Berberina, Policosanoli estratti dalla canna da zucchero.

Il riso rosso fermentato aiuta a contenere il colesterolo e i trigliceridi entro valori ottimali, il carciofo e la curmuca, tramite la loro azione epatodrenante, mantengono attivo il metabolismo di grassi e zuccheri.

ALT GLUCO Gymnema, Banaba, Glucomannano, Vitamina B1, Cromo.

Regola l’assorbimento di grassi e carboidrati/zuccheri, la presenza della Vit. B1 fa si che l’acetil CoA in eccesso venga convertito in ATP anziché in colesterolo.

COLESTOIL OMEGA 3 Olio di pesce, Olio di semi di Lino, Aglio bulbilli estratto oleoso, Limone olio essenziale, Vitamina E estratta da oli vegetali.

Contribuisce a mantenere i normali livelli di colesterolo nel sangue, grazie al suo contenuto di ALA (acido alfa-linolenico) e di trigliceridi grazie alla presenza di estratto oleoso di Aglio.

Contiene inoltre EPA e DHA, acidi grassi omega3 utili per la normale funzione cardiaca.

SCIENZA&NATURA

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ABOCA

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Suggerimenti integrativi

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APPARATO OSTEO-ARTICOLARE OSTEO SUPPLEMENT Calcio (malato, citrato e bisglicinato), Magnesio (malato, citrato, bisglicinato), Zinco (bisglicinato), Manganese (bisglicinato), Rame (bisglicinato), Boro, Vitamina K2, Vitamina D3.

I minerali in forma di sali organici forniscono il giusto apporto degli elementi chiave per il benessere di ossa e denti. La Vitamina D3 la Vitamina K promuovono l’assorbimento del calcio nelle ossa.

PEPTIVIS Collagene, Leucina, Vitamina D, Creatina, Vitamina A, Vitamina C, Vitamina E, Vitamina B1, B2, B12, B5, B6, Zinco.

Indicato per il trofismo cartilagineo e per la funzionalità fisiologica dei tessuti articolari.

VIADOL NATURAL Artiglio del diavolo, glucosammina solfato, condroitin solfato.

Trova impiego in tutti i casi di tensione muscolare localizzata oltre a sostenere la funzionalità articolare.

ARTOSULFUR VISC Metilsulfonilmetano, Acido ialuronico sale sodico, Mirra, Boswellia, Vitamine del gruppo B, Zinco, Rame, Selenio e Vitamina C. Ideale per il benessere delle articolazioni, contiene inoltre Boswellia e Mirra dall’azione antiossidante specifica per le articolazioni.

ENER-EFF Calcarea carbonica 4CH, Calcarea fluorica 4CH, Calcarea hypophosphorosa 4CH, Manganum gluconicum 4CH, Silicea 5CH, Ferrum phosphoricum 4CH, Magnesia gluconica 2CH, Natrum phosphoricum 5DH, Cobaltum gluconicum 4DH, Zincum gluconicum 4CH, Cuprum gluconicum 4DH, Vanadium metallicum 5CH, Selenium metallicum 4CH, Argentum colloidal 4CH, Or colloidal 4CH, Kalium gluconicum 4CH. Rimineralizzante, rimedio omeopatico da impiegare in caso di problemi di assorbimento di calcio e astenia psico-fisica.

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SOLGAR

NAMED

LINDA’S

LABOREST

LINDA’S

L’Età del distacco

PROJOINT COMPLEX MSM, Glucosammina, Condroitina, Collagene, Acido ialuronico.

Mantenimento elasticità, resistenza, fluidità del movimento articolare.

CURCUDYN Curcuma longa, Zenzero, Vitamina C, Vitamina D. Consente di ripristinare la normale elasticità di articolazioni, muscoli e cartilagini del corpo.

SOLGAR

METAGENICS

BASIFICANTI BASENPULVER Carbonato di calcio, Bicarbonato di sodio, Carbonato di magnesio, Fosfato bisodico, Bicarbonato di potassio, Solfato di zinco.

Ripristina il normale equilibrio acido-base, apporta il giusto quantitativo di sali minerali per il fabbisogno del nostro organismo.

MULTIZE BASIC DETOX Zeolite, dolomite (calcio, magnesio).

Depurativo in grado di eliminare i metalli pesanti quali Piombo, Cadmio, Arsenico e Cromo.

La dolomite fornisce il giusto apporto di calcio e magnesio dall’azione basificante.

NAMED

NATURETHICS

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lo «young old» vitale Dr.ssa Giada Caudullo Psicologa clinica - Presidente di CNM Italia

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l periodo in cui si cominciano a intravedere le prime tonalità del tramonto è la fase dello young old, tra i sessantacinque e i settantacinque anni.

Le prime flessioni emotive, con momenti di tristezza, sono legate alla presa di coscienza che il ruolo nell’ambiente lavorativo e sociale sta mutando. L’individuo continua la propria attività, ma i ritmi diminuiscono e inizia ad avvertire la consapevolezza che il proprio contributo alla società è legato alla saggezza e all’esperienza, non più a determinati ritmi, di cui si fanno carico i soggetti più giovani.

La nutrizione può venire ancora una volta in aiuto per correggere le prime fragilità che si manifestano in questa fase. Un corretto e bilanciato apporto di nutrienti, dalle vitamine ai minerali, senza dimenticare ingredienti come gli acidi grassi insaturi, può infondere nuova energia. Inoltre, mettendo in atto strategie per affrontare i primi disagi psicosomatici, si può procrastinare la comparsa di problemi digestivi e intestinali.

La gioia della tavola: lo young old vitale e le prime insicurezze nutrizionali

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La stanchezza, più o meno cronica, talvolta accompagnata da vissuti di tristezza, altera nell’anziano il desiderio di stare assieme agli altri. Una miscela vitaminica-minerale calibrata può sostenere l’organismo al fine di mantenere uno stile di vita attivo, aperto alla socializzazione e a nuove esperienze. Lo young old ha voglia di sentirsi nel pieno delle forze, anche se l’alimentazione a volte non è così curata. Il corretto assorbimento dei nutrienti, infatti, può risultare ridotto per vari motivi: una scelta poco attenta dei cibi, un’alterazione del senso del gusto connesso all’età, una masticazione non uniforme dovuta alle protesi dentarie. Si ha poca voglia di cucinare per sé e ciò, insieme a una cottura non ottimale, porta a consumare pietanze fragili dal punto di vista nutrizionale. L’assunzione di farmaci, episodi di digestione lenta e un intestino pigro sono condizioni che accomunano molti anziani e che non consentono ai nutrienti ingeriti di essere ben utilizzati. Venuta meno la gioia della tavola, il rischio di fragilità nutrizionale è particolarmente elevato. Le vitamine e i minerali rappresentano un’integrazione preziosa per mantenere un buon tono dell’umore,

L’Età del distacco

per sostenere le funzioni cognitive e la memoria, per contrastare il senso di stanchezza e affaticamento, per potersi muovere, uscire e fare una passeggiata all’aria aperta, socializzare, incontrare gli amici o vivere gli affetti in famiglia.

In tal caso, risulta essenziale arricchire la propria alimentazione quotidiana con frutta, fresca e secca, verdura e pesce azzurro, ricco – come già detto – di omega-3.

Movimenti in libertà: lo young old vitale in azione Un’attenzione particolare merita l’attività fisica, che diventa, per lo young old, un desiderio, un motivo di riscatto, una vittoria che ne conferma l’autonomia e la forza. Per il benessere è utilissimo il quotidiano esercizio motorio, soprattutto quando praticato lungo tutto l’arco della vita. Non importa su cosa ricade la scelta – una camminata, qualche ora in piscina o esercizi ginnici –, per l’anziano è fondamentale sentire vivo il proprio corpo, stimolandolo e attivandolo, per trarne sensazioni positive.

Più vitalità si sperimenta, più si riesce a trasmetterla anche al mondo esterno.

Tale impegno fisico va a beneficio dell’apparato scheletrico, soprattutto se affiancato da un’adeguata assunzione di minerali. Il destino delle ossa è vincolato all’ereditarietà, all’attività sportiva e all’alimentazione: se non è dato influire sulla predisposizione genetica individuale, è possibile invece porsi gli obiettivi realistici di un equilibrato apporto di microelementi come il calcio e di un movimento costante. L’integrazione e un’alimentazione ricca di calcio e vitamina D3 devono diventare obiettivi dello young old, perché questi due elementi possono migliorare la funzionalità dell’apparato muscolare e scheletrico donando vitalità a corpo e mente. La gioia di muoversi passa infatti attraverso articolazioni in salute e ossa resistenti, mentre il progredire dell’età porta a una riduzione di flessibilità ed elasticità di ginocchia, caviglie e spalle.

La donna, per esempio, dispone di una massa ossea inferiore rispetto all’uomo e le variazioni ormonali che seguono alla menopausa comportano una variazione di densità che accentua la debolezza. Le ossa possono diventare delicate quanto un bicchiere di cristallo e non è infrequente che si incorra in una rottura degli arti dopo una banale caduta.

Incrementare l’apporto di nutrienti fondamentali per la struttura ossea, riorganizzando la propria alimentazione e supportandola con specifiche integrazioni, può agevolare la stabilità dell’architettura scheletrica. Il calcio, il minerale più abbondante nell’organismo, che non a caso si trova per il 99% nelle ossa, ne favorisce un fisiologico turnover e, in associazione al magnesio, conserva una naturale contrazione muscolare e la conduzione degli impulsi nervosi.

L’anziano avverte la sensazione di vivere con muscoli addormentati e poco attivi, e godere nuovamente del vigore giovanile è una sensazione che vorrebbe provare il più spesso possibile.

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Stile di vita sano e alimentazione equilibrata per affrontare l’aging La popolazione italiana è rappresentata per il 35 % del totale (dati ISTAT 2017) da persone che superano i 65 anni di età e questo numero è destinato ad aumentare nei prossimi anni: importante compito degli operatori del benessere e dei professionisti che operano nel campo della salute è quello di salvaguardare l’invecchiamento della popolazione promuovendo l’healthy aging.

Lo stato di nutrizione e le necessità cambiano a seconda delle fasce di età e per poter capire come intervenire per affrontare l’invecchiamento, diventa di primaria importan-

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za prestare cura alla fisiologia della persona stessa, in modo da correggere lo stile di vita, soprattutto quello alimentare.

Innanzitutto, con l’avanzare degli anni, si modifica la composizione corporea: si assiste ad una diminuzione dell’acqua nell’organismo, poiché lo stimolo della sete si riduce, e questo aumenta la tendenza alla disidratazione; una prima conseguenza di ciò è il manifestarsi di una pelle secca e sensibilizzata, più esposta a piccole ferite e infiammazioni. Si verifica poi una diminuzione della massa magra causata dal progressivo disuso dell’apparato muscola-

L’Età del distacco

re, legato principalmente alla solitudine, e dall’alterazione del metabolismo proteico muscolare; aumenta di seguito la massa grassa, che tende a ridistribuirsi e ad accumularsi a livello del tronco. La sarcopenia, cioè la riduzione della massa muscolare, è fisiologica ed è progressiva ed è correlata all’aumento del rischio di cadute, all’aumento di disabilità fisica e alla riduzione del metabolismo basale, della densità ossea e della sensibilità all’insulina.

Per far fronte a questa problematica l’approccio ottimale è rivitalizzare il corpo praticando un’adeguata attività fisica, controllando l’apporto calorico derivante dalla dieta e prediligendo l’introito proteico.

In alcune persone anziane inoltre, la perdita progressiva del senso del gusto può ridurre l’appetito come anche la perdita dei denti e alterazioni gastriche e intestinali, che possono portare a carenza di vitamina B12; l’insufficiente esposizione ai raggi solari invece, a causa di una vita sociale poco attiva, può determinare una carenza di vitamina D. Per invecchiare bene è molto importante fare attenzione a cosa si mangia e la dieta degli over 65 dovrebbe essere varia e ricca di vegetali.

1. Incontro “pera e cioccolato” Ingredienti (4 persone):

Per la pera: 4 pere 200ml acqua nutraceutici: Solgar Lipoic Cannella, Solgar Acai Rox fiori eduli

È inoltre consigliabile limitare il consumo di alimenti grassi, specie se di derivazione animale, oltre che fare attenzione al consumo di sale e di cibi salati, per esempio insaccati, cibi pronti, cibi in scatola, eccetera.

La dieta dovrebbe inoltre essere povera di zuccheri raffinati (torte, biscotti, bevande zuccherate …) in quanto questi alimenti favoriscono l’aumento della glicemia, altro fattore di rischio per la salute di cuore e vasi.

Di seguito è riportata una ricetta ricca in antiossidanti ma soprattutto dall’apporto proteico equilibrato, utile a ripristinare un’attività muscolare ottimale. Sfiziosa idea per colazioni o merende che l’over 65 potrà apprezzare sia per la sferzata energetica che per il valore nutrizionale.

Per la crema di mandorle: 100g mandorle 100g acqua Per il kumquat: 3 kumquat 2 arance (succo) 1 lime (succo) Per la cialda di rapa rossa: 1 rapa rossa

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Tartufo: tartufo nero estivo Per il crumble proteico al cioccolato (Ingredienti per 8 persone) 55g farina buratto Mulino Marino 55g di farina integrale di Enkir 2 misurini di Solgar WheyToGo 90g di olio extravergine di oliva 70g di farina di mandorle 100g di zucchero di cocco (o Stevia cristallina o eritritolo naturale) 3g di sale fino di Guerande 10g di polvere di cacao crudo Procedimento

Per il dolce di pera: cuocere la pera sottovuoto in un bagno termostatico alla temperatura di 65°C per una notte, con acqua e gli estratti standardizzati. Il giorno seguente, filtrare il composto pressando leggermente; ridurre i liquidi prodotti su fiamma bassa fino ad ottenere una consistenza simile ad un caramello. Allo stesso tempo lasciare in acqua le mandorle per una notte, frullarle, setacciare il composto e riservare in fresco. Tagliare a listarelle sottili l’agrume (kumquat) privato dei semi; ridurre su fiamma vivace il succo degli

Per proseguire nell’approccio che lo young old potrebbe avere per vivere l’healthy aging, particolare attenzione va prestata alla qualità degli alimenti: meglio scegliere carboidrati complessi e a basso indice glicemico, limitare gli zuccheri e assicurarsi un apporto di fibra elevato al giorno consumando regolarmente carboidrati integrali, legumi, frutta e verdura; per quanto riguarda le proteine, vanno preferite quelle che derivano da fonti nobili come le uova o il pesce, che assicura anche

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altri agrumi, aggiungere il kumquat, lasciandolo caramellare leggermente; tenere da parte. Essiccare a 70°C un’altra pera a fettine sottili, fino a renderla croccante.

Frullare la rapa rossa e spalmare il composto su un foglio di Silpat, essiccare in forno e ricavarne una cialda. Servire la pera con la crema di mandorle, la composta di agrumi, scaglie di tartufo nero appena scaldato e le cialde di rapa e di pera essiccata.

Guarnire con fiori eduli.

Per il crumble proteico al cioccolato: frullare tutti gli ingredienti assieme; stendere leggermente e lasciar riposare il composto in abbattitore per 1h a -18°C (o per una notte in freezer). Cuocerlo a 160°C per 12’ a forno statico. Servirlo assieme alla pera, con della polvere di cacao crudo.

l’apporto di acidi grassi essenziali, oppure consumare i legumi insieme ai cereali per migliorare l’apporto proteico; i grassi saturi andrebbero limitati e ad essi preferiti l’olio d’oliva e la frutta secca. Se possibile, l’integrazione a base di preparati ricchi in omega-3 da olio di pesce concentrato, come il salmone d’Alaska, è uno strumento per controllare i livelli di lipidi ematici e il benessere cardiovascolare.

Per assicurarsi invece il giusto apporto di vitamine e minerali occorre poi consuma-

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to. Anche da anziani è molto importante mantenere il peso corporeo nella norma: per evitare i rischi cardiovascolari, ma anche per prevenire le fratture causate dall’osteoporosi e, in generale, per vivere in maniera più sana e attiva.

re almeno generose porzioni di frutta e verdura al giorno; il consumo di frutta fresca aumenta anche l’apporto di acqua evitando la disidratazione che, come abbiamo visto, è frequente negli anziani.

Durante il giorno occorre bere acqua o infusi, anche se non si percepisce lo stimolo alla sete e i pasti vanno preparati in base alle proprie capacità digestive e masticatorie: se si fa fatica a masticare o a digerire, si possono ad esempio preparare passati di verdura e vellutate e preferire cibi morbidi.

L’attività fisica e le relazioni sociali La sedentarietà è nemica dell’uomo, a qualunque età. Da anziani bisogna continuare a muoversi, svolgendo, ovviamente, un’attività fisica adeguata alle proprie condizioni di salute. In generale, quando non è controindicato dal medico, sono esercizi adatti: le camminate, la bicicletta, il nuoto e la ginnastica dolce.

La durata dell’esercizio dipende dall’età e dal proprio stato fisico; l’esercizio, comunque, dovrebbe essere costante e regolare, quindi andrebbe svolto almeno tre volte a settimane. L’attività fisica, oltre a favorire la salute del corpo, aiuta quella dello spiri-

Coltivare le proprie relazioni sociali aiuta a vivere bene e, soprattutto la fase young old, può essere il momento ideale per vivere una nuova giovinezza: i figli sono grandi, non si deve più andare a lavorare, ci si può dedicare maggiormente a se stessi. È possibile approcciarsi con ottimismo ai viaggi, alle giornate in compagnia, alla frequentazione di vecchi e nuovi amici. Una vita sociale attiva favorisce il buonumore e, di conseguenza, aiuta il corpo a mantenersi sano e attivo.

L’integrazione a base di estratti erbali concentrati in questi casi può essere un’arma in più. Il Polygonum cuspidatum Sieb. et Zucc. è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Polygonacee originaria delle aree montuose dell’Asia, oggi diffusa anche in Europa. L’estratto secco di fusto e radici viene da secoli utilizzato nella medicina tradizionale giapponese e cinese per la realizzazione di un rimedio, “itadori-kon”, in caso di ipertensione, di-

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slipidemie, allergie e nella medicina ayurvedica indiana come tonico cardiaco.

Le radici di Polygonum cuspidatum, titolate in resveratrolo, svolgono attività antiossidante e sostengono inoltre la regolare funzionalità dell’apparato cardiovascolare, favoriscono le funzioni depurative dell’organismo e il drenaggio dei liquidi corporei. L’effetto tonico è di utilità per

2. Gioia Ingredienti (per 4 persone):

Per la spugna vegetale: 100 foglie prezzemolo 30g acqua 90g burro di cocco 5g bicarbonato 100g farina “Mulino Marino” 3 uova “1” (all’aperto) Per la maionese di ostriche: (ingredienti per 8 persone)

65g di ostriche 40g di olio evo 70g di olio di vinacciolo succo di limone a gusto Per i nutraceutici: Polvere di wakame, Funghi shitake, Sedano, Alici, Sale di scampi, 2 cps Solgar Fitoliquirizia, 2cps Solgar Fitozenzero, 4 cps Solgar Fitocurcuma, 3 cps Solgar Curcumina Redox, Polvere, Cacao crudo, 2 cps Solgar Doloflog Complex, 2cps Solgar Fito-Thè Verde

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contrastare situazioni di stanchezza fisica e mentale sia nell’uomo che nella donna.

Invecchiare in salute si può. Con l’alimentazione e, quando aumenta il fabbisogno, con un’integrazione mirata.

Di seguito una portata ricca in acidi grassi omega-3, antiossidanti e sostanze utili per il benessere generale dell’organismo.

Altri ingredienti: 2 alici acqua di lupini di mare q.b.

10g salsa verde finocchio marino q.b.

Procedimento:

Frullare nell’acqua il prezzemolo, aggiungere il burro di cocco, le uova e da ultimo il bicarbonato e la farina; inserire in un sifone con doppia carica. Lasciare riposare per almeno 1h. Servire in un apposito bicchiere e cuocere in microonde per 30 secondi. Sfornare la “spugna” e condirla con acqua di lupini di mare, maionese di ostriche (realizzata in maniera classica), punti di salsa verde classica, alici in olio e finocchio marino fermentato. Con le polveri di nutraceutici realizzare una particolare decorazione del piatto.

L’Età del distacco

Advanced Omega D3 Il salmone d’Alaska e la sua purezza

Resveratrox Il sostegno al cambiamento

Al giorno d’oggi non è semplice riuscire a trovare alimenti caratterizzati da purezza e qualità. Il salmone rosso d’Alaska è un esempio di come un pesce possa ancora nascere e vivere in un ecosistema naturale e protetto. La maggior parte delle specie ittiche d’acqua fredda rappresenta una buona fonte di omega-3, ma il salmone d’Alaska risulta tra i più ricchi di EPA e DHA. Advanced Omega D3 è un integratore alimentare a base di salmone rosso d’Alaska (ricco di acidi grassi insaturi), vitamina D3 e astaxantina.

L’omega-3 DHA contribuisce al mantenimento della normale funzione cerebrale e della capacità visivaa e, insieme all’omega-3 EPA, anche alla normale funzione cardiacab. L’olio di pesce è testato affinché venga esclusa la presenza di metalli pesantic. Advanced Omega D3 contiene anche la vitamina D3, utile per ossa, denti, sistema immunitario e muscoli.

Nutrire le connessioni del cervello significa sostenere la mente, così da essere pronti sia nella vita lavorativa sia in quella sociale, grazie a buone capacità di concentrazione, attenzione e memoria. È importante accrescere la self esteem, fondamentale per sentirsi sempre protagonisti.

Nel 1992 la rivista scientifica “The Lancet” pubblicò un’indagine di Renaud e De Lorgeril riguardante il legame tra un elevato consumo di grassi animali e un maggior rischio di soffrire di malattie alle coronarie, con conseguenze anche mortali. Tutti i paesi sottoposti allo studio evidenziavano la diretta correlazione tra una dieta sbilanciata verso i grassi e la manifestazione di disturbi al cuore. Faceva eccezione la Francia, dove, nonostante i soggetti studiati adottassero un regime alimentare non proprio povero di lipidi, la mortalità non mostrava un’incidenza allarmante. Tra i vari fattori, probabilmente influiva anche il vino che queste persone bevevano, ricco di resveratrolo.

Solgar propone un integratore che contiene l’estratto di Polygonum cuspidatum Siebold e Zucc., standardizzato in resveratrolo, utile come sostegno antiossidante e supporto alla regolare funzionalità dell’apparato cardiovascolare. Fra le sue proprietà va citato anche l’uso come tonico in caso di stanchezza fisica e mentale e come aiuto nella quotidiana attività depurativa dell’organismo.

Resveratrox e adatto anche a vegani e vegetariani.

a L’effetto benefico si ottiene con l’assunzione giornaliera di almeno 250 mg di DHA (3 perle). b L’effetto benefico si ottiene con l’assunzione giornaliera di almeno 250 mg di EPA e DHA (2 perle). c Olio conforme agli standard della monografia Goed (Global Organization for Epa and Dha Omega-3; http://goedomega3.com/index.php/goed-monograph). Solgar sostiene la protezione dei salmoni selvatici e del loro habitat naturale promuovendo una pesca sostenibile e minimizzando l’impatto ambientale.

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Accettare il “cambiamento” utilizzando strumenti adeguati: la giusta alimentazione e psicologia

Dott.ssa

Erika Silvestri

P

er una vita sana e duratura anche a questa età il segreto è quello di seguire un’alimentazione sana e uno stile di vita equilibrato. La regola base sarebbe quella di seguire la dieta mediterranea, ma con meno calorie. È fondamentale, infatti, mantenersi leggeri anche per non “appesantire le funzioni cognitive”. Le regole principali della piramide alimentare della dieta mediterranea infatti valgono per tutti gli adulti dai 18 ai 65 anni. In una dieta equilibrata dunque i carboidrati devono rappresentare il 55-60% delle calorie assunte durante la giornata, le proteine il 15% circa e i grassi il 25-30%. Secondo le linee guida stilate dall’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (Inran), questa dovrebbe essere l’assunzione media delle calorie che devono essere assunte ogni giorno per una persona sana che conduce una vita mediamente sedentaria. La regola principale è quella di 1.900 calorie per gli uomini e 1.600 per le donne fra i 63 anni e i 75 anni. Mentre quando si supera la soglia dei 74 anni le calorie da assumere dovrebbero essere di 1.700 calorie per lui e 1.500 per lei.

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Nutrizionista

Dott.ssa

Imma Cerciello

Psicologa e Psicoterapeuta esperta in disturbi del Comportamento Alimentare

Le calorie inoltre vanno sempre suddivise nei tre pasti principali, ossia colazione, pranzo e una cena frugale. Come sempre sono ammessi spuntini a metà mattina o a metà pomeriggio con un frutto fresco oppure uno yogurt. I carboidrati, come pane, pasta, riso e altri cereali, preferibilmente integrali, possono essere consumati tutti i giorni, mentre le quantità devono essere ridotte nella dieta degli anziani rispetto alla dieta seguita normalmente dagli adulti. Se fino a 63 anni la porzione standard di pasta è di 70 grammi per la donna e 80 per l’uomo, fino a 80 anni scende a

L’Età del distacco

60 per lei e 70 per lui, mentre oltre gli 80 anni diminuisce a 50-60 grammi.

Per quanto riguarda le proteine invece la principale regola da seguire in vecchiaia è quella di aumentare la percentuale delle proteine vegetali, come i legumi, rispetto a quella delle proteine animali, come carne, pesce, salumi, uova, formaggi: la muscolatura tende a perdere la tonicità ed è fondamentale aiutare ad eliminare questa specie di decadimento.

Dunque se fino ai 50 anni di età la proporzione è di 40% di proteine animali e il 60% di proteine vegetali, negli anziani invece bisogna arrivare rispettivamente al 20 e all’80%. Le proteine animali inoltre devono provenire principalmente da uova (circa due la settimana), carni bianche come tacchino, pollo, coniglio (devono essere tre porzioni settimanali), pesce (soprattutto quello azzurro in due o tre porzioni la settimana), mentre carni rosse, salumi e formaggi vanno consumati solo una volta la settimana meglio ogni 10 giorni.

Condimenti: si consiglia l’olio extravergine d’oliva, che è la fonte principale di grassi, a cui si devono aggiungere gli omega 3 del pesce e della frutta secca che deve essere consumata una volta la settimana; utilissimi per far fronte a probabili infiammazioni sistemiche. Fra i condimenti invece meglio evitare burro e margarina, ridurre l’uso di sale, mentre si può utilizzare liberamente aceto, limone, erbe aromatiche e spezie.

Dolci: vanno ridotti al minimo! questo è dovuto al fatto che dopo aver superato la soglia dei 50 anni la possibilità di contrarre malattie metaboliche cresce in modo significativo,

in particolare per quanto riguarda il diabete.

Inoltre è concessa una fettina di torta una volta a settimana, meglio se a colazione, quando è più facile bruciare le calorie e il metabolismo è più attivo.

Nell’ambito delle bevande invece l’acqua non deve mai mancare. È importante infatti che le persone dai 60-65 anni debbano abituarsi a bere moltissima acqua anche se non avvertono lo stimolo della sete perché in questa fascia di età diminuisce la sensibilità. La quantità è quella di almeno due litri al giorno per le donne e due e mezzo per gli uomini. Le

acqua minerali migliori sono quelle calciche e solfato-magnesiche. L’acqua, inoltre, aiuta l’ossigenazione del cervello e quindi permette alle persone di migliorare le proprie capacità intellettive. Considerato che tali capacità tendono ad abbassarsi di livello, allora l’as-

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sunzione di acqua può aiutare a migliorare le prestazioni. No invece agli alcolici, fatta eccezione per un bicchiere di vino rosso che si può bere a pranzo.

Movimento consigliato dalla passeggiata di 1 ora al giorno a mezz’ora di bicicletta: è sempre fondamentale per ossigenare i tessuti, tenere attiva la circolazione e alto il tono muscolare nonché il buonumore. Mantenere dunque, una sana alimentazione accompagnata da movimento fisico, aiuta sicuramente la persona al mantenimento di un certo equilibrio e questo può risultare utile anche a livello psicologico. Se sul piano alimentare cerco di assumere cibi che migliorano l’umore, il corpo, la circolazione e così via, allora questi benefici si ripercuotono anche sulla sfera psichica. È importante questo passaggio perché permette alle persone di affrontare con più tranquillità un momento della vita che non sempre viene vissuto con la giusta

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emotività. A livello psicologico, raggiungere un’età che comporta cambiamenti nella sfera sociale, personale, familiare e lavorativa può sembrare troppo “pesante” e insopportabile per la mente, sfociando così in vere e proprie patologie psichiche quali: disturbo bipolare, ansia generalizzata, attacchi di panico, rifiuto della propria età, aggressività, isolamento ecc. Il pensionamento, ad esempio, crea un grosso disagio perché rende la persona vulnerabile: non ci si riconosce più nel ruolo sociale dato dal proprio lavoro e soprattutto bisogna ritrovare i propri spazi.

Tutto questo può creare un forte disagio psicofisico che porta ad un grande squilibrio facendo cadere tutte le difese psichiche tanto da farsi trovare del tutto impreparati. Per questo parliamo di prevenzione. Le perso-

ne interessate devono agire prima che la situazione diventi troppo grande. Di solito, accanto ad una giusta alimentazione si associano delle sedute psicologiche che vanno a supportare l’elaborazione del cambiamento. Tanti non accettano di vedere il corpo che cambia; la vista, la pelle, la memoria e così via, subiscono trasformazioni che non sempre vengono accolte nel modo giusto. Per tali motivi la necessità di “agire in tempo” diventa fondamentale. Se prima di ogni cosa mi rivolgo alle persone giuste iniziando a seguire un percorso che possa accompagnarmi in questo cammino verso il cambiamento, allora posso affrontare con serenità ciò che sembra impossibile.

L’Età del distacco

Misurare e poetare

Dott.ssa

Mariapia Bobbioni psicanalista

S

i parla di un’epoca della vita che si snoda ancora in un’ottima vivacità in cui progettare, ideare sono concetti freschi e attivi a cui si affianca un significante complesso e così differente dalle parole indicate che è caducità.

Freud ne parla in un suo saggio del 1915 e dice: “Nel corso della nostra esistenza, vediamo svanire per sempre la bellezza del corpo e del volto umano ma questa breve durata aggiunge a tali attrattive un nuovo incanto (…)” si cercherà di capire quale incanto per ognuno.

Improvvisamente un giorno una parte del corpo sembra insistere nel comunicare un disagio; ecco che ci si interroga: “Ma sì, anche da giovane ogni tanto lo stomaco diceva…” quasi a rassicurarci che sia sempre esistito e non dica nulla di nuovo. Appunto che non indichi un cambiamento, un passaggio; poi se più sofisticati e liberi nel pensiero può venire alla mente che “un certo male” segnava qualcosa di emotivo che giungeva inaspettato e non riconosciuto. Come dice Lacan, il corpo parla là dove la parola non può dire. Anche l’anima si risveglia oltre il silenzio al quale la si può assoggettare. L’estrema forza, le energie della gioventù possono ospitare un corpo e una mente indistruttibili ai quali chiedere e senza ipotizzare il minimo rifiuto. Il soggetto fa da padrone, è al comando del suo insaziabile desiderio. Improvvisamente come un lampo dice che si somatizza, ma non ci si era mai creduto, esiste purtroppo anche l’usu-

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ra; “Ma chi l’avrebbe mai detto..” ironizza ancora una bellissima donna scrittrice e molto carnale, “..che mi sarebbe venuta l’ernia del disco, io che mi arrampicavo sulle palme”.

Certo, ci si ride, meglio così, ma ecco che il corpo, che ha sempre agito secondo i comandi, chiede invece di essere ascoltato e di scendere a patti e di rimisurare i modi del vivere e anche l’idea di averne cura.

Si introduce un concetto forte di misura.

Hölderlin diceva “misurare e poetare”, ecco si può suggerire “prenderla così la signora vita”, da funambolo che sa stare in bilico sul-

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la corda, e l’arte del vivere diviene proprio questo. Si può cominciare rinunciando all’idea di comandare psiche e corpo, accogliendo di ascoltarli e di chiedersi, ogni qualvolta si prendano decisioni, quanto sia giusto “tirare”, procedere nell’ingordigia dei progetti, nella passione verso gli eventi, e quanto concedersi pause, come in uno spartito musicale, in cui il silenzio, la pausa, è ancora musica.

Si fanno inevitabili azzardi dando uno scossone a quella parte equilibrata che cerca la misura, ma il resto di gioventù che sempre vive, riacchiappa il suo giusto posto e si tiene la ferita narcisistica bella stretta e strozzata.

“Viva viva, ce l’ho fatta!”… zaino in spalla e si riparte, magari con una storia d’amore visibilmente rischiosa, o con un lavoro nuovo secondo stili mai adottati, ecco la vita in lotta, e per fortuna, perché la misura funziona se si muove tra l’accoglimento del limite e il rilancio del proprio sogno, fisico-psichico e quindi creativo.

Il segreto è proprio nel “tenere” questo complesso modo di esistere, appunto da funam-

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bolo, che sa che la corda si può rompere, ma non ci sono molte alternative.

Invecchiando, anche, appaiono molto facilmente sulla bilancia la depressione e la mitomania. Sono lì che si alternano, giustamente, perché chi mai è felice di scoprire limiti e mancanze oltre sé stessi, non cercati ma regalati dalla vita che alla fine fa quel che vuole? Tutto questo oltre il destino che un po’ il soggetto incontra e promuove e il fato che con forza agisce e sorprende. Si può forse procedendo non ritrovarsi vicino al concetto di morte?

La vita prende senso proprio perché sappiamo che dobbiamo morire diceva Freud, e per fortuna, se no si cadrebbe in quella allegra considerazione che fa Woody Allen che la vita si è allungata troppo e che non aveva considerato che, potendo vivere fino a cento anni, non avrebbe più saputo come rinnovare l’affitto.

Per tranquillizzare i pensieri con il cono d’ombra in testa, è ottimo rilanciare, ognuno con il proprio pizzico di mitomania, per cui

ci si autorizza a scrivere quel romanzo, anche se al liceo si era noti per “quel poveretto cui passare il tema sottobanco, tanto era inutile insistere, il classico lo stava facendo per papà” o ricercare la ragazza tanto amata, e proibita dalla famiglia, perché più grande, tanto ora con internet si può tutto, e invecchiando pure. Insomma, si potrebbe dire oltre il dovere, verso il piacere.

Si è lottato spesso per non deludere gli altri, per essere amati comunque, a volte preferendo rinunciare alla propria verità piuttosto che perdere l’altro, idiozia molto diffusa ma comprensibile.

Ecco la chance, si può non tradire più sé stessi, si può anche giocare col tempo in modo nuovo, allontanando gli assilli della super efficienza, del fare senza respiro, dell’essere ancora in vetrina, del non cedere mai.

Ecco, si può anche comunicare al marito, alla moglie, ai figli, ai nipoti, agli amici o a sé stesso, vado un mese in Nepal a meditare e fate attenzione perché per il momento ho solo il biglietto d’andata!

BIBLIOGRAFIA S. Freud, Caducità, 1915 in “Opere” vol. 8, pag.

174, Bollati Boringhieri, Torino 1976

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I FIORI nel periodo della PRIMA SENESCENZA: il tempo del “sentire” Barbara Papini I sostegni floriterapici australiani nel processo di accettazione del naturale trascorrere della vita

L

a psicologia dell’invecchiamento è un campo di indagine che si è sviluppato nel nostro secolo in seguito al progressivo aumento della vita media ed in risposta alla necessità di realizzare forme di previdenza per gli anziani.

Dalle ricerce biomediche, psicosociali e psichiatriche sono emerse considerazioni di valore che ci consentono di identificare i rimedi floriterapici adatti al sostegno della complessa sfera emotiva di questa particolare fase della vita dove, nel breve volgere di pochi an-

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Floriterapeuta

ni, l’adulto si trova ad affrontare una fase di trasformazione molto rapida a cui spesso è impreparato. Tra i fattori più significativi si possono menzionare: - la condizione di pensionamento che elide quella rete di rapporti sociali in cui il soggetto aveva sviluppato la parte centrale della sua vita - la riduzione del reddito - la perdita di congiunti ed amici - il dispiegarsi di tempo libero senza una rete di riferimento

L’Età del distacco

Il senso di solitudine è il sentimento che generalmente prende il sopravvento. In realtà spesso non si tratta di una situazione che si è venuta a generare, bensì di uno stato che è sempre esistito ma che era mascherato dal ritmo frenetico e ben scandito della quotidianità volta alla produttività. Tale tempo era infatti occupato nell’ordine del “fare” a detrimento di quello del “sentire”. Al soggetto “adulto” promosso ad “anziano” vengono ora rapidamente a mancare luoghi e modi di fare che prima costituivano l’incessante quotidianità; se a queste condizioni oggettive si somma la soggettiva disabitudine a contattare la propria interiorità, la risultante è un forte sbandamento. È bene sapere che la depressione che investe l’anziano differisce dalla depressione dell’adulto perché nel primo viene a mancare quella progettualità che nel secondo è illuminata dalla speranza possibilistica e dal potenziale vitale. Inoltre il senso dell’impermanenza (caro alle filosofie orientali e poco supportato se non addirittura celato nella cultura occidentale) nell’anziano non si presenta più come una probabilità, bensì ha il sentore dell’ineluttabilità.

In questo caso il pricipale rimedio Bush Flowers Essences è Ottimismo, per rimuovere modelli negativi e di sfiducia, promuovendo accettazione e consentendo un’apertura mentale ed emotiva che permetterà di scor-

gere e godere dell’abbondanza già presente.

Tale rimedio combinato contiene: • Bluebell che promuove la condivisione e la fiducia verso ciò che la vita può ancora offrire. Importante per sostenere le persone anziane che faticano ad allacciare nuovi legami affettivi e di amicizia. Il rimedio sosterrà nell’apertura chi tende a chiudersi in sé stesso, trasformando metaforicamente le pareti del cuore in ponti.

• Boab a sostegno della rottura di modelli mentali consolidati di rigidità e pessimismo. Si tratta di un rimedio ricavato dal fiore del baobab il quale, anche quando appassito, resta a lungo attaccato alla pianta che lo ha generato. La sua signatura ricorda come è difficoltoso abbandonare ciò che genera, nutre e si conosce.

• Christmass Bell rimedio in grado di riequilibrare il senso di mancanza e nostalgia

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attraverso la capacità di esprimere i propri desideri nell’intento di renderli concretizzabili. Adatto agli anziani nostalgici e malinconici, per sostenerli nel riscoprire di essere ancora in grado di provare desiderio e vitalità.

• Five Corners per accrescere l’amore che l’anziano prova per sé stesso, favorire l’accoglienza dell’amore altrui e la rinnovata vitalità che questo sentimento rinforza.

• Philotheca si tratta di un rimedio molto importante per le persone debilitate e/o convalescenti in quanto invita all’accettazione dell’aiuto di chi si prende cura mantenendo integri autostima ed apprezzamento di sé.

• Pink Flannel Flower per ritrovare la gioia, riconoscenza e gratitudine di essere in vita. Si tratta di un rimedio che agisce aprendo e bilanciando il cuore e la mente, favorendo così la comprensione, la riflessione, l’introspezione e la saggezza. Utile alle persone non abituate a contattare la propria interiorità.

• Southern Cross per stimolare un atteggiamento positivo in contrapposizione all’autocommiserazione e al pessimismo. Utile a chi unisce alla nostalgia il sentimento di rifiuto ed accettazione del flusso naturale della vita.

• Sunshine Wattle il rimedio che risveglia la gioia e l’ottimismo, favorendo il riaccendersi dell’interesse per il presente.

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Daniel Goleman nel suo libro “Intelligenza sociale” dedica il proprio epilogo a quello che a suo avviso “conta davvero”, scrivendo che molto di ciò che rende la vita degna di essere vissuta a qualsiasi età deriva dalla sensazione di benessere, felicità e senso di appagamento di cui le relazioni di buona qualità sono una delle migliori fonti. Egli considera le relazioni al pari di vitamine emotive in grado di supportare in momenti difficili e di garantire un nutrimento quotidiano di positività. Tutto può cambiare partendo dall’atteggiamento: in supporto ai rimedi, invitiamo i nostri assistiti a partecipare ad occasioni di gioviale condivisione e di tempo ricreativo adatto all’età.

L’Età del distacco

Tra i disagi fisici più comuni tra le persone anziane si può menzionare la riduzione della memoria a breve termine mediante cui si riesce ad immagazzinare le informazioni molto rapidamente e a richiamarle entro pochi secondi. In questo specifico caso è Isopogon il rimedio floreale australiano utile sia per i disturbi della memoria che a supporto di terapie mediche in caso di demenza senile.

Mentre Caregiver è il rimedio a supporto dei familiari che si prendono cura di persone anziane non autosufficienti. Questa essenza combinata dona beneficio a tutti coloro che stanno affrontando un momento difficile sia sul piano fisico che sul piano emotivo a causa di un costante impegno nell’assistenza e accudimento di qualcuno, preservandoli dall’affaticamento e dal burn-out. È stato invece osservato che il comportamento intelligente migliora con la vecchiaia. Secondo le ricerche di psichiatria geriatrica citate da Umberto Galimberti nel suo “Dizionario di Psicologia”, alcuni studi hanno dimostrato che il declino dell’intelligenza non sembra imputabile tanto alla vecchiaia quanto alla mancanza di esercizio.

Anche questi esiti portano speranza, la speranza e la gioia di sapere che anziano può essere sinonimo di saggio, ossia di colui che nell’agire e nel parlare dimostra prudenza, comprensione, moderazione, conoscenza, intelligenza ed esperienza della vita.

Papini Barbara – Floriterapeuta cellulare 366/8169280 - email papinibarbara@libero.it skype bar.ba.rah BIBLIOGRAFIA Umberto Galimberti, ”Dizionario di Psicologia” Libreria Uet, 2012.

Daniel Goleman, “Intelligenza sociale” Best Bur, 2014.

Sergio Marsicano coi contributi di Alessandro Maderna, Doralice Ianni e Patrizia Membrino, “Comunicazione e disagio sociale. La relazione psicopedagogica nel rapporto operatore utente nei servizi socio-sanitari- educativi” Edizioni Franco Angeli, 1989.

Ian White, “Essenze floreali australiane” Ed. Tecniche Nuove, 2004.

Ian White, “Il potere terapeutico dei fiori australiani” Ed. Tecniche Nuove, 2006.

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Il Rinnovato Equilibrio con l’Aromaterapia

Annalisa Vittorio

Diplomata Naturopath Flower Essences Consultant Nutritional Consultant

L’Universo è diretto da una vibrazione che compenetra tutte le altre realtà soggette quindi ad armonie e disarmonie, al ritmo della realtà vibrazionale che giunge dallo spazio più profondo. Pertanto tutti i sistemi viventi sono interdipendenti ed entrano in vibrazione tra loro.

La ricerca dell’equilibrio e dell’armonia nell’essere umano è in stretta relazione con il rispetto e la cura della Terra, fra interiorità ed esteriorità, fra individuale e collettivo, fra microcosmo e macrocosmo, fra Uomo e Universo.

La scienza, nei suoi campi più avanzati, scopre che le forme dell’universo costituiscono un tutto, un insieme indissolubile, preso in un movimento di cui si incomincia a intravederne forma ed equazione.

L’

aromaterapia è una scienza naturale che prevede l’utilizzo degli oli essenziali per godere dei loro effetti positivi a livello fisico, psichico ed emozionale. Si fonda su un principio antichissimo secondo il quale lo spirito e il corpo devono essere in armonia.

Segue i principi della medicina naturale, volta a sviluppare la forza vitale presente in ognuno di noi e a regolare il proprio equilibrio interiore.

Gli oli essenziali sono prodotti naturali estratti dalle piante aromatiche, si presentano come sostanze oleose, liquide, volatili e profumate come la pianta da cui provengono.

Sono di composizione assai complessa e rappresentano la parte più regale, l’“anima” della pianta, presenti sotto forma di minuscole goccioline, nelle foglie, rami, petali dei

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fiori, nella buccia dei frutti, nei semi, nella resina, nei legni e nella corteccia degli alberi, nelle radici e nei rizomi delle erbe e piante aromatiche; solo il 10% delle piante nel mondo vegetale produce oli essenziali. È importante utilizzare solo oli essenziali puri al 100%, di conseguenza i dosaggi saranno sempre particolarmente ridotti, nell’ordine di poche gocce, e quasi sempre da diluire in olio vettore vegetale.

Alcuni metodi per l’utilizzo degli oli essenziali sono la diffusione nell’ambiente, massaggio, bagno, maniluvi-pediluvi-semicupi, impacchi e frizioni.

In particolare l’aromadiffusione agisce positivamente sullo stato d’animo di ciascuno. È una buona e sana abitudine profumare l’ambiente con l’essenza più idonea per il proprio stato emozionale per stare bene con se stessi.

L’aromaterapia risale ai tempi dell’antico Egitto, dove già venivano utilizzati gli oli essenziali come ad esempio il legno di cedro, l’incenso e la mirra. Furono i sacerdoti egiziani ad intuire per primi le proprietà antisettiche e antibatteriche degli oli. Resine e spezie furono dapprima utilizzate nel processo di imbalsamazione, per poi estendersi a scopi terapeutici. Infatti, poiché le essenze sono sempre state usate a livello sacro-spirituale e curativo, gli antichi Egizi le utilizzavano nelle “Case di Vita”, templi-università, luoghi deputati anche alla cura delle persone, a scopo terapeutico, liturgico, divinatorio e anche per imbalsamare i corpi dei defunti; in India i primi templi erano completamente costruiti in legno di sandalo, assicurando una perenne aromatizzazione dell’ambiente.

Nel Papiro Ebers, il più celebre documento sulla medicina egizia risalente a circa 1550 anni a.C., compaiono più di 700 prescrizioni a base di sostanze naturali.

Molti oli usati nell’Antico Egitto provenivano dalla Cina e dall’India, alcune prove fanno

supporre che essi fossero in uso già prima dei tempi dei Faraoni.

Ippocrate di Coo, circa 460-377 a.C., che aveva studiato le arti mediche anche in Egitto, era grande sostenitore delle terapie olistiche, suggeriva massaggi e bagni terapeutici quotidiani con oli essenziali, descrisse 400 rimedi naturali, una vera rivoluzione nella conoscenza e nell’uso delle erbe.

Teofrasto, filosofo greco, intorno al III secolo a.C., nel suo “Trattato degli odori” descriveva gli aromi delle piante medicinali insieme alle loro proprietà e a quelle di resine e fiori.

Anche gli Antichi Romani entrando in contatto con Grecia, Egitto, Cina ed India hanno ereditato la conoscenza degli oli essenziali.

Utilizzavano ad es. la lavanda come profumazione, per le infiammazioni e per portare serenità, la mirra per le ferite in battaglia, il finocchio per la digestione.

Intorno al 1000 d.C. il medico persiano conosciuto come Avicenna ed autore del libro “Il canone della medicina”, fu il primo a scoprire la distillazione in corrente di vapore come metodo di estrazione degli oli essenziali dalle piante e distillò il primo olio essenziale di rosa.

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Volume 5 - N. 5/6

Nell’età medievale erano già stati distillati anche gli oli essenziali di rosmarino e lavanda, quest’ultimo usato dalla Badessa Ildegard Von Bingen, monaca benedettina, nella sua pratica come erborista nell’XI sec.

Nel XVI e XVII secolo erano state distillate più di 70 essenze diverse.

Nel XIX secolo il sig. Chamberland iniziò uno studio per la classificazione degli oli essenziali e a testarne le proprietà.

René-Maurice Gattefossé, chimico francese nato nel 1881, dedicò la propria vita alla ricerca sulle ragguardevoli proprietà curative degli oli essenziali. Fu colui che coniò il termine “Aromaterapia”. Divenne famoso per la sua esperienza con la lavanda dopo essere stato vittima di una grave ustione alla mano. il Dott. Jean Valnet, medico militare, ispirato dai lavori di Gattefossé, utilizzò gli oli essenziali durante la seconda guerra mondiale per medicare le ferite riportate dai soldati in battaglia, rendendosi conto delle enormi possibilità di questa terapia.

Ad oggi sono innumerevoli le ricerche scientifiche a sostegno del grande potere degli oli essenziali, scoprendone solo alcuni dei sorprendenti benefici che sono in grado di offrire.

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L’olio essenziale non guarisce, ma fornisce all’organismo i principi attivi necessari per aiutarlo a riprendere ove possibile una nuova o migliore funzionalità fisiologica.

Quando un olio essenziale viene inalato, le sue molecole volatili vengono captate dai recettori presenti nella mucosa nasale. Da qui partono i messaggi elettrochimici che viaggiano attraverso il bulbo olfattivo e il sistema limbico, fino all’ipotalamo che agisce come regolatore di diverse importanti funzioni cerebrali e corporee. Questi stimoli possono essere interpretati come rilassanti, euforizzanti, sedativi o stimolanti.

Come scriveva il Dott. Jean Valnet “La ragione principale che spiega la diversità di concezione e applicazione dell’aromaterapia consiste nella natura delle sostanze aromatiche. Si prestano ad una facile penetrazione attraverso la cute, hanno la capacità di influire sulla mente grazie al loro potente effetto sull’olfatto e i loro componenti molecolari altamente attivi sono dotati di proprietà farmacologiche forti e multiple: per questo era naturale che le sostanze aromatiche trovassero potenzialità di sviluppo in tante aree”.

Saper affrontare il susseguirsi delle stagioni della vita che presentano nuove situazioni e rimanere in equilibrio è possibile, soprattutto se le abitudini sono già improntate su una corretta alimentazione, allenamento fisico, meditazione, integrazione alimentare.

Tutto ciò facilita l’adattamento all’avanzare dell’età, vivendo la propria vita pienamente e con soddisfazione anche se intorno tutto si modifica. Rimanendo saldi su se stessi si affronta con nuova vitalità e rinnovata energia ogni cambiamento.

Le sane abitudini sono come l’aria mite che nutre il seme e lo fa germinare.

Viceversa, in caso di abitudini e stili di vita non salutari, sedentarietà, cattiva alimentazione, mancanza di spazi per dedicarsi al rilassamento, mancanza di integrazione ali-

L’Età del distacco

mentare, il corpo può già presentare il conto sotto forma di disagi fisici e psicologici sempre più evidenti.

Tali disequilibri possono essere determinati da uno stato infiammatorio, calo delle difese immunitarie e della reattività, ansia, depressione, insonnia, ecc., senza dimenticare che lo stato emozionale e caratteriale influenza in modo non indifferente e assolutamente inconscio la risposta immunitaria.

L’aromaterapia utilizza oli essenziali estratti da parti diverse della pianta per rilassare ed equilibrare corpo, mente e spirito.

Ecco alcune delle famiglie più rappresentative in questo campo.

Alla famiglia delle Burseraceae, appartengono specie quali incenso e mirra, hanno proprietà cicatrizzanti, indicate quindi per promuovere la guarigione di ulcere e ferite, inoltre sono espettoranti e utili nelle affezioni catarrali. L’incenso è indicato anche nel trattamento della depressione e dei deficit del sistema immunitario.

Studi scientifici hanno dimostrato che gli estratti preparati dalle resine gommose di Boswellia sacra possiedono effetti antiinfiammatori e antineoplastici. È stato anche dimostrato che l’o.e. preparato dalla distillazione della resina di gomma, tradizionalmente usata in aromaterapia, ha attività anti-proliferative e pro-apoptotiche specifiche sulle cellule tumorali (studio mirato sul cancro al seno).

L’Ylang-Ylang (Cananga odorata, genuina) appartiene alla famiglia delle Annonaceae, tra le sue proprietà: antiinfiammatorie, antispastiche, ipotensive, sedative, toniche del pancreas.

Alle Umbelliferae appartengono: semi d’anice, cumino dei prati, coriandolo, aneto e finocchio, con proprietà digestive, stimolanti, carminative, toniche e riscaldanti quando crescono spontanee in regioni aride.

Le Asteraceae o Compositae comprendono calendula, camomilla blu, camomilla romana, tagete e dragoncello con azione antinfiammatoria e antisettica sulla pelle e sul tratto digerente, particolarmente spiccate nella camomilla.

Alla famiglia delle Geraniaceae appartiene il Pelargonium, geranio, che, oltre ad essere indicato contro il diabete, ha proprietà antinfiammatorie, astringenti, cicatrizzanti ed emostatiche.

Le Labiateae sono la famiglia più vasta e rappresentativa da cui si estraggono gli oli essenziali; tra le varietà più conosciute consideriamo basilico, issopo, lavandino, lavanda, maggiorana, melissa, origano, patchouli, menta piperita, rosmarino, salvia, salvia sclarea, santoreggia, timo. Alcune proprietà comuni: aromatiche, antisettiche, antispastiche, infondono vigore ed energia all’organismo (o ad un solo apparato).

Alla famiglia delle Myrtaceae appartengono cajeput, eucalipto, niaouli, chiodi di garofano e melaleuca. Sono potenti antisettici (in particolare dell’apparato respiratorio), oltre che antivirali, astringenti, stimolanti e tonici.

Tra le Oleaceae, Jasminum officinale è molto apprezzato per la sua proprietà rilassante data dall’aroma.

Alle Poaceae appartengono citronella, nardo indiano, palmarosa e vetiver. Molte piante di questa famiglia hanno proprietà antinfiammatorie e toniche, il vetiver è anche stimolante del sistema immunitario.

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Volume 5 - N. 5/6

L’olio essenziale di rosa, appartenente alla famiglia delle Rosaceae, ha proprietà astringenti, antiemorragiche, cicatrizzanti e neurotoniche.

Per quanto riguarda la famiglia delle Rutaceae, gli oli di agrumi si ricavano da tre parti della pianta: - scorza: bergamotto, pompelmo, limone, mandarino e arancio - foglie: o.e. di petitgrain, ottenuto principalmente dall’arancio amaro - fiori: neroli, soprattutto dall’arancio amaro per scopi terapeutici.

L’olio di agrumi ha proprietà antisettiche, stimolanti e toniche, produce effetti significativi sul tratto digerente ed è sedativo del sistema nervoso, attenua l’irritabilità e favorisce il sonno.

Alla famiglia delle Cupressaceae appartengono cipresso e ginepro, a quella delle Pinaceae, pino e cedro. Le loro principali caratteristiche comuni sono: notevoli proprietà igieniche, soprattutto per l’aria e per la pelle; cedro, cipresso e ginepro, sono inoltre efficaci nelle infezioni del tratto urinario e nelle malattie del sistema circolatorio.

Ecco alcuni efficaci metodi di utilizzo degli oli essenziali nell’età della prima senescenza.

In situazioni di difficoltà di concentrazione,

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diluire nella vasca di acqua calda, 6 gc di santoreggia per un effetto stimolante e rivitalizzante.

Per una miscela vitalizzante, in diffusione nell’ambiente 3 gc di rosa, 2 gc di neroli.

Per donare positività e ottimismo, diffondere nell’ambiente 2 gc di neroli, 8 gc di pompelmo.

In stati depressivi, spruzzare sul guanciale prima di dormire 2 gc di salvia sclarea e 1 gc di rosa. Diluire nella vasca di acqua calda, 3032°C, 3 gc di salvia sclarea, 4 gc di geranio odoroso, 2 gc di ylang-ylang.

Se si soffre di disturbi di insonnia, diluire nella vasca 3 gc di lavanda, 3 gc di ylang-ylang, 3 gc di mandarino o neroli oppure diluire 2 gc di lavanda, 3 gc di salvia sclarea, 1 gc di valeriana, 2 gc di vetiver.

Spruzzare sul guanciale prima di coricarsi 3 gc di gelsomino o rosa.

In caso di ansia, diluire nella vasca di acqua calda 3 gc di neroli, 3 gc di rosa, 3 gc di gelsomino, oppure spruzzare sul fazzoletto e inalare all’occorrenza 3 gc di lavanda o rosa (anche in aromadiffusione).

Contro la tensione fisica e mentale, miscela calmante e rilassante: diffondere in ambien-

L’Età del distacco

te: 2 gc di rosa, 7 gc di lavanda, 2 gc di neroli, oppure: 2 gc di salvia sclarea, 4 gc di vetiver, 1 gc di limone.

In caso di dolori allo stomaco, massaggiare la zona aggiungendo all’olio vettore vegetale 2 gc di lavanda, oppure 2 gc di arancio dolce, oppure 2 gc di camomilla romana.

Per alleviare dolori e crampi muscolari, nella vasca di acqua calda, diluire 3 gc di maggiorana o camomilla romana, 4 gc di lavanda, 3 gc di salvia sclarea. Per i crampi si consiglia anche di massaggiare, prima di coricarsi, l’intera gamba dal basso verso l’alto e infine il piede con una miscela di 5 gc di issopo, 5 gc di lavanda, 10 gc di maggiorana e 10 gc di rosmarino in 30 ml di olio vegetale.

Per l’affaticamento muscolare, diluire in 30 ml di olio vegetale, 15 gc di cipresso, 10 gc di eucalipto radiata, 10 gc di rosmarino, 5 gc di timo, da applicare due volte al giorno sulla parte dolente.

Nei dolori reumatici è utile il massaggio perché stimola la circolazione e contribuisce all’eliminazione delle tossine. Per preparare un olio concentrato mescolare 3-4 gc di olio di lavanda, ginepro, rosmarino e pepe nero o zenzero in 5 cucchiaini, 25 ml, di olio di iperico, applicare sull’area massaggiando due volte al giorno.

In alternativa massaggiare la parte dolente aggiungendo in 2 cucchiai di olio di mandorle, 2 gc di origano, 1 gc di ginepro, 2 gc di rosmarino.

Per rinforzare le difese immunitarie diffondere nell’ambiente 2 gc dei seguenti oli: arancio dolce, chiodi di garofano, cannella, eucalipto,

rosmarino. In caso di prostatite, in 30 ml di olio vegetale, aggiungere: 10 gc di cipresso, 10 gc di eucalipto radiata, 5 gc di lavanda, 5 gc di timo linalolo, massaggiare la zona basso addominale, la zona lombare della schiena e intorno all’osso sacro per un massimo di 3 volte al dì.

Per disturbi di cistite, massaggiare quotidianamente fino ad ottenere sollievo, sulla parte inferiore dell’addome, sui fianchi e sulla zona lombare della schiena in 30 ml di olio vegetale: 10 gc di basilico, 10 gc di lavanda, 10 gc di pino oppure 20 gc di niaouli, 5 gc di origano, 5 gc di salvia. È anche possibile aggiungere nella vasca da bagno 5 gc di legno di sandalo, di pino e ginepro.

La nostra Madre Terra è generosa di rimedi naturali utili al nostro benessere, siamo pronti a riscoprire e a preservare il loro valore, la loro purezza e sacralità.

BIBLIOGRAFIA - Shirley Price, Len Price: “Trattato di Aromaterapia” – Edizioni Red, 2003 - Marco Valussi: “Il grande manuale dell’aromaterapia” – Ed. Techniche Nuove, ottobre 2005 - Alessandro Camporese: “Oli essenziali e malattie infettive” – Ed. Tecniche Nuove, febbraio 1998 - “Boswellia sacra essential oil induces tumor cell-specific apoptosis and suppresses tumor aggressiveness in cultured human breast cancer cells.” PubMed - BMC Complement Altern Med. 2011 Dec 15;11:129. doi: 10.1186/1472-6882-11-129

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Volume 5 - N. 5/6

L’ORGANO DEL MESE

Milza Prof.

Ivo Bianchi

L

a milza è un organo linfatico secondario, ma pur non essendo essenziale per la vita è importantissimo per una corretta funzione immunitaria, poiché presiede all’affinamento delle cellule immunocompetenti. Essa è molto ricca di sangue, può essere ritenuto anche oltre che un organo linfatico, anche un organo vascolare. Relativamente alla sua grandezza essa, tramite vasi sanguigni di calibro molto rilevante, riceve una enorme quantità di sangue che incamera come una spugna.

Il suo ruolo fisiologico principale è la filtrazione del sangue al fine di eliminare batteri, virus e cellule sanguigne invecchiate o alterate. La sua funzione è anche però di deposito di sangue che può essere immesso nel torrente circolatorio in caso di emorragia o di carenza di ossigeno per qualsiasi ragione (esercizio fisico, asfissia..). Quest’organo possiede inoltre una importante capacità emopoietica-immunitaria di supporto a quella midollare che si esplica soprattutto quando quest’ultima struttura è deficitaria come succede durante la vita fetale, in corso di particolari malattie ematologiche, infettive o correlate all’invecchiamento. In effetti, durante la vita fetale, la milza partecipa con fegato e midollo osseo alla leuco-emopiesi. Tale funzione si

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Disegno di Ottaviano Motta

spegne poi durante i primi anni di vita e quest’organo rimane, sotto alcuni aspetti silente nella sua funzione immunitaria, se il corpo è in buona salute, soprattutto nel periodo della maturità e fertilità. Ma patologie infettive, emorragie, senescenza ormonale od immunologica lo riattivano alla sua primitiva funzione di produzione di globuli rossi e bianchi. Essa mantiene sempre comunque la funzione di eliminazione degli elementi sanguigni invecchiati e di riserva sanguigna. L’asportazione della milza determina un aumento dei globuli rossi, e bianchi per diminuzione della loro distruzione splenica ed è pertanto praticata terapeuticamente in certe forme di anemia e di leucopenia.

Questa struttura anatomica, oltre a globuli rossi e piastrine, contiene e produce: linfociti B e T, Natural Killer, macrofagi, cellule dendritiche. I macrofagi e le cellule dendritiche portano gli antigeni alla milza, qui vengono attivati i linfociti B che innescano la risposta immunitaria.

Gli ormoni sessuali della maturità tendono ad atrofizzare il maggior organo immunitario organico, il Timo. Del resto nel periodo della piena efficienza sessuale, il supporto immunitario è meno importante

L’Età del distacco

e l’imprinting linfocitario con i maggiori antigeni viene ritenuto completato. Dopo il decadimento degli ormoni sessuali non si riattiva il Timo, ormai atrofico ma la Milza, sede della memoria immunitaria che il Timo aveva costruito. La sopravvivenza a molte patologie infettive è dovuta, in senescenza, alla Milza. Se l’an-

ziano si ammala di patologie batteriche o virali comuni o addirittura di cancro, è per una deficitaria reattività splenica.

I maggiori funghi medicinali (ABM, Reishi, Shitake, Cordycep..) agiscono stimolando l’interleuchina 2 che a sua volta attiva la memoria immunologica splenica.

Il ruolo della milza è fondamentale nelle patologie autoimmuni, nelle problematiche da deficit immunologico soprattutto di tipo secondario ed involutivo e nelle conseguenze dell’alterata funzione, sempre ad eziologia involutiva, delle strutture gonadiche.

Si potrebbe dire che la supplementazione di tessuto splenico svolge un ruolo analogo alla supplementazione del Manganese che non è un oligoelemento essenziale alla vita ma la cui carenza che si verifica soprattutto per ragioni dietetiche oltre che involutive condiziona patologie non letali ma fortemente limitanti e premessa di stati morbosi più gravi come le patologie allergiche, le artroreumatopatie, l’infertilità.

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L’ORGANO DEL MESE

Volume 5 - N. 5/6

Possiamo certamente affermare che la milza è organo oggi non sufficientemente compreso nella sua funzione che è soprattutto di deposito, supporto e rincalzo in ambito circolatorio ed immunologico.

Non è casuale il riscontro che i soggetti splenectomizzati vadano più facilmente incontro a patologie batteriche ed a cardiopatia ischemica. Un buon funzionamento della milza è importante anche per una corretta funzione riproduttiva, soprattutto dopo i 35 anni. Il ruolo di quest’organo, che pur tende ad una parziale atrofia con l’età, è importante per rallentare le spinte involutive e degenerative senili.

Va anche ricordato che l’asportazione della milza provoca un rallentamento dell’accrescimento corporeo e l’aggiunta

di succo di milza alle cellule coltivate in vitro, ne stimola lo sviluppo.

L’asportazione della milza tende a determinare un aumento del metabolismo basale a confermare il ruolo non solo anabolico ma anche vagotonizzante di quest’organo.

Si può pensare ad una funzione sinergica con il Timo e di antagonismo nei confronti della Tiroide.

Sempre dopo asportazione della milza si è notato un aumento della glicemia e lipemia, la milza sembra avere quindi un ruolo protettivo nei confronti della sindrome metabolica. La milza, il cui nome in greco è analogo a quello del cuore, ha una notevole capacità contrattile che è stata notata in corso di: sforzo fisico, forti emozioni, avvelenamento da carbonio ed asfissia.

Nella mia pratica clinica ho spesso usato questo organoterapico come vero e proprio tonico ed antagonista delle spinte degenerativo involutive correlate con l’età soprattutto nel periodo della meno ed andropausa.

Il ruolo della milza nello stimolo, pur indiretto e proprio per questo privo di effetti secondari, della fertilità sia maschile che femminile, già segnalato da vari autori è stato da me ampiamente confermato.

In particolare nei problemi della fertilità femminile non correlati a cause evidenti importanti di tipo ormonale od anatomico ma semmai a problemi involutivi ed immunologici.

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L’Età del distacco

FITOTERAPICI E MICOTERAPICI CON TROPISMO SPLENICO 1. ASTRAGALUS MEMBRANACEOUS 2. CARDUS MARIANUS 3. GANODERMA LUCIDUM 4. AGARICUS BLAZZEI MURRIL 5. CORDYCEPS SINENSIS 6. LENTINUS EDODES 7. GRINDELIA ROBUSTA 8. PANAX GINSENG 9. QUERCUS RUBOR 10. RHODIOLA ROSEA 11. WITHANIA SOMNIFERA

GEMMOTERAPICI CON TROPISMO SPLENICO 1. AILANTUS ALTISSIMA 2. CARPINUS BETULUS

3.

4.

5.

6.

7.

BETULA PUBESCENS LONICERA JAPONICA PRUNUS SPINOSA PLATANUS ORIENTALIS TAMARIX GALLICA

PRINCIPALI RIMEDI OMEOPATICI CON TROPISMO SPLENICO 1.

2.

3.

4.

5.

6.

7.

8.

9.

CEANOTHUS AMERICANUS CHINA OFFICINALIS CROTON TIGLIUM FERRUM ARSENICOSUM NATRUM ARSENICOSUM ILEX AQUIFOLIUM NATRUM MURIATICUM QUERCUS SULPHURIC ACIDUM

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R

U

B

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I

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A

La Pianta del mese TABEBUIA Tabebuia avellanedae

Valentina Bianchi Naturopata

Lapacho - Pau d’Arco Regno:

Vegetale

Divisione:

Magnoliophyta

Classe:

Rosopsida

Ordine:

Lamiales

Famiglia:

Bignoniaceae

Genere:

Tabebuia

Specie:

abebuia avellanedae

L

a Tabebuia è una pianta della foresta pluviale amazzonica, il legno del suo albero è duro e estremamente resistente all’attacco di funghi e insetti. La particolarità di quest’albero è che la corteccia appena tolta ricresce molto velocemente senza arrecare alcun danno alla pianta stessa.

I suoi fiori sono gialli con varietà rosa, rossi e purpurei; il frutto è una lunga capsula legnosa con all’interno dei semi alati. Le sue bacche sono da sempre usate dagli indios per la cura di ferite, infezioni e cancro.

I costituenti principali sono: composti del chinino (naftachinoni, lapacolo, betalapacone, xyloidine e deossilapacholo), antrochinone tabeuina, furonaftochinoni.

La pianta contiene anche una speciale ed unica combinazione e concentrazione di sali minerali ed oligoelementi: Calcio, Magnesio, Fosforo, Zinco, Cromo, Silicio, Manganese, Molibdeno, Rame, Ferro, Potassio, Sodio, Cobalto, Boro, Oro, Argento, Stronzio, Bario, Nichel.

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Ricerche hanno dimostrato che il Lapacho, così chiamato dagli indigeni, è efficace nella cura di infiammazioni e dolori: è stato utilizzato nell’artrite, osteomielite, lupus e reumatismi. La clinica ha dimostrato buoni effetti anche nelle patologie neuroinfiammatorie.

Il principio farmacologicamente attivo è un naftochione -Lapachone (-LAP) che inibisce l’espressione delle citochine infiammatorie e delle metalloproteinasi mentre stimola la produzione dell’IL-10, citochina anti infiammatoria per eccellenza. La polarità della pianta è tipicamente Th2.

Anche nelle neoplasie c’è un razionale per usare questa pianta che attiva i macrofagi ed esercita una azione anti infiammatoria e antiossidante estremamente utili in queste patologie. Si è rivelato capace si inibire la crescita dei tumori impedendo alle cellule cancerose di utilizzare l’ossigeno; è quindi una pianta che dà speranza nella cura di varie forme di tumore e di leucemia.

L’Età del distacco

A livello immunitario il Lapacho mostra un potere antivirale contro herpes, influenza, raffreddori. Può essere assunto periodicamente come prevenzione durante la stagione fredda e tutte le volte che la possibilità di infezioni è elevata.

Agisce su tosse, bronchite e rilassa i bronchi in presenza di asma.

La principale funzione della Tabebuia è antimicrobica, antiparassitaria ed antifungina. Il lapacolo, il betalapacone e la xiloidina sono attivi contro la candida. La pianta è utile nell’allergia e nella stanchezza cronica che possono vedere nell’infezione da candida una causa di indebolimento del sistema immunitario.

A livello dell’apparato digerente l’azione antimicrobica del Lapacho contrasta le infezioni associate a diarrea, dissenteria e ulcera peptica. Riduce l’infiammazione

ed è quindi utile in caso di gastrite, ulcere, acidità, colite ed enterite. Ha un’azione benefica sul fegato. Riduce la glicemia per cui è indicato nel diabete.

La Tabebuia stimola la produzione delle cellule della serie rossa, aumenta l’apporto di ossigeno al corpo favorendo la circolazione ematica e linfatica. È usata nell’anemia, la congestione linfatica e l’ipertensione; è controindicata se si usano anticoagulanti.

Uno degli effetti chiave della pianta, da cui discendono tutti gli altri è quello depurativo, la Tabebuia infatti stimola il drenaggio tossinico sia a livello epatico che renale che linfatico. Si utilizza nelle malattie cutanee, applicata anche esternamente in: eczema, psoriasi, ulcere, piaghe, acne, impetigine, herpes, piede d’atleta, tumori della pelle.

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La Pianta del mese

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EFFETTI Afrodisiaci Analgesici Anti Anemici Anti Diarroici Anti Fungini Anti Infiammatori Anti Malarici Anti Ossidanti Anti Neoplastici Anti Parassitari Anti Proliferativi Anti Virali Antibiotici Cardioprotettivi Cardiotonici Depurativi Diuretici Drenanti Espettoranti Febbrifughi Immuno Stimolanti Ipoglicemizzanti Ipotensivi Sedativi Tonici INDICAZIONI TERAPEUTICHE Acne vulgaris Allergia Anemia Ansia Aterosclerosi Asma Bronchite catarrale Cancro in generale Candida Cardiopatia ischemica Cervicite Cistite Depressione Diarrea

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2 1 1 1 1 1 2 2 3 1 2 2 1 2

Eczema Elmintiasi intestinale Epatopatia tossica Epstein Barr virus Faringite Gastrite da HP Gastroenterite Gastroenterite batterica Gengivite Herpes virus Influenza Insufficienza cardiaca Ipertensione arteriosa Ipertrofia prostatica IrritabilitĂ Leucemia Leucorrea Libido, calo della Lombalgia Malaria Malattie veneree Morbo di Crohn Parassitosi Poliposi intestinale Poliposi vescicale Prostatite Psoriasi Rinite virale Sindrome da Fatica Cronica Tonsillite Uretrite Vaginite Virosi

1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 1 1 1 1 1 2 3 2 2 2 2 2 2 2 2 3 1 2 1 2 2 3 2

Lapacho Tabebuia Questa pianta è conosciuta dalla medicina popolare per le sue innumerevoli proprietà depurative del fegato e del sistema linfatico, antiossidanti, antianemiche e decongestionanti. Le sue importanti funzioni antifungina, antivirale, antinfiammatoria ed immunostimolante tuttavia, spiccano in modo particolare: i costituenti principali sono 18 chinoni che comprendono sia naftachinoni, lapacholo (valido antivirale, usato contro Herpes Simplex di tipo I e II e parecchi virus influenzali – forte azione contro i Gram-positivi Stafilococco e Streptococco, soprattutto inibitore contro lo S.aureus resistente alla penicillina G), β-lapachone (inibisce gli enzimi delle cellule virali coinvolte nella sintesi di DNA e RNA, agendo contro retrovirus e virus dell’Epstein-Barr), xiloidone, che antrachinoni, quercetina, lapachenolo, carnosolo (potente antiossidante), gli indoli (disintossicanti che promuovono la produzione di glutatione), il coenzima Q, alcaloidi e saponine steroidee. Altri composti sono la vanillina, l’acido vanillico (antinfiammatorio topico e inibitore della tirosinasi), acido veratrico e la verataldeide.

Studi scientifici ne hanno ampiamente dimostrato la sua efficacia in tutte le persone affette da immunodeficienze, sindromi allergiche, oppure che hanno subìto trattamenti con farmaci immunosoppressori e donne che utilizzano la pillola anticoncezionale. Carenze di neutrofili o di Linfociti T spesso sono causa di Candidosi, le cui tossine generano molteplici sintomi tra i quali asma, cistite, emicrania, colite, afte, eruzioni cutanee, ecc. Il Lapacho rientra nella terapia micotica per la sua capacità di stimolare e reintegrare il sistema immunitario. Studi in vitro hanno dimostrato l’inibizione definitiva dei radicali liberi e di leucotrieni infiammatori attraverso i costituenti del Lapacho, i quali inducono inoltre un’accelerazione della fagocitosi ed un aumento dei macrofagi, risultando un rimedio essenziale per affrontare le allergie. L’attività antinfiammatoria tende a ridurre il dolore in caso di artriti, è utile in caso di cerviciti e cervicovaginiti, diminuisce gli edemi soprattutto in presenza di ascessi. Da non sottovalutare anche il notevole apporto di minerali traccia.

IL Lapacho appartiene alla Famiglia delle Bignoniacee, alberi lignei di medie e grandi dimensioni con tronchi molto robusti e fiori con varietà rosa, rossi, gialli, purpurei, il frutto è una lunga capsula legnosa con all’interno dei semi alati, nei cui vasi è contenuta la polvere gialla (lapacholo). È noto con il nome portoghese di PAU D’ARCO, che significa bastone per archi, ed altri nomi popolari quali ipe roxo, tecoma curialis. A livello terapeutico le specie più usate sono la Tabebuia Impitiginosa, la Tabebuia heptaphylla e la Tabebuia avellanedea.

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R U B R I C A Volume 5 - N. 5/6

Il Minerale del mese Prof.

Ivo Bianchi

GERMANIO

V

erso la fine degli anni ‘80 vennero scritti molti articoli su questo elemento, che sembrava potesse curare molte malattie tra cui il cancro, le immunodeficienze, le infezioni virali, l’artrite, l’ipertensione, le allergie, l’ipercolesterolemia, e l’AIDS. Il dott. Kazuhiko Asai, un ingegnere e chimico giapponese, per primo nel 1967 descrisse nel

suo libro, “Miracle Cure: Organic Germanium”, gli esperimenti eseguiti utilizzando un composto organico del Germanio, il Ge-132.

Questo elemento è tossico nella sua forma naturale e nei suoi composti salini. Il Dott. Asai testò 132 composti di questo elemento e chiamò Ge-132 la sua forma non tossica e biodisponibile.

Il Germanio è un elemento del Quattordicesimo Gruppo della Tavola Periodica, ha caratteristiche comuni al Silicio che è anch’esso un semiconduttore. Pertanto il Germanio è coinvolto nella fotosintesi vegetale, ovvero nella conversione della luce in microelettricità. L’acqua viene scissa in Ossigeno ed Idrogeno, questi elementi combinati con il Carbonio, che la pianta assume dall’aria, portano alla formazione dei carboidrati. Il Germanio, analogamente a Carbonio e Silicio ha un ruolo chiave per la vita sulla Terra.

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L’Età del distacco

È un raro oligoelemento, biologicamente attivo, che si ritrova in alimenti quali aglio, aloe, alga clorella, ginseng, crescione d’acqua, funghi, cipolle, orzo, glicine.

Il Ge-132 è in grado di inibire un enzi-

ma che blocca l’utilizzazione delle endorfine, ripristinandone la produzione e aumentando così la soglia del dolore; in questo senso risulta utile nella gestione del dolore.

Mitocondri e Minerali • Perché il metabolismo mitocondriale fluisca in maniera costante, sono anche necessari tutta una serie di minerali che andranno a catalizzare le varie reazioni enzimatiche.

• Ferro, Zolfo, Magnesio, Manganese, Zinco, etc. hanno la funzione di accelerare le reazioni enzimatiche, quindi azione anabolica • Rubidio, Cesio, Germanio, Stagno, Oro, Platino, Mercurio, etc., ovvero gli elementi più pesanti hanno la funzione di frenare le reazioni enzimatiche cellulari. Di qui l’effetto anti ossidante del Germanio ed il ruolo anti Proliferativo di tutti questi elementi che danneggiano in primis le più sensibili cellule tumorali

La principale caratteristica del Germanio è la sua capacità di regolarizzare molte funzioni fisiologiche e biochimiche dell’organismo. Si è dimostrato efficace nella riduzione della pressione sanguigna e nella normalizzazione dei parametri ematici quali pH, livelli di Potassio. Il Ge132 interviene in maniera importante sul metabolismo cellulare, pertanto non sorprende che possa essere d’aiuto nel miglioramento di molte patologie, come dimostrato in diversi studi eseguiti principalmente in Giappone. Sono state eseguite più di cento ricerche scientifiche sull’efficacia del Germanio e praticamente tutte ne confermano le affermazioni fatte finora, anche se sono necessari ulteriori studi per verificare e valutare tutti gli effetti sull’uomo.

Il Ginseng è ricco di Germanio organico

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Il Minerale del mese

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La dose terapeutica iniziale deve essere di almeno 150 milligrammi al giorno, per un soggetto con un peso di 65-70 kg circa. Le dosi devono essere poi incrementate a seconda dei risultati ottenuti. Il Ge132 può venire somministrato per via endovenosa oppure per via sub-linguale. È considerato una delle sostanze più sicure dal punto di vista della tossicità anche ad alte dosi (10 g/die).

Il Ge-132 è in grado di stimolare il sistema immunitario: § stimola le cellule NK aumentandone l’attività citolitica del 30% (studi in vivo a doppio cieco contro placebo) già dal secondo giorno di assunzione e raggiunge un picco di azione nel quarto giorno § attiva linfociti T citotossici e macrofagi § aumenta la produzione di IFN-γ, MIF (Fattore di Inibizione della Migrazione), MAF (Fattore di Attivazione dei Macrofagi), CSF (Fattore di Stimolante Colonie).

Grazie a questa azione sul sistema immunitario, ha evidenziato attività antitumorali ed antivirali e la sua assunzione si è dimostrata utile in corso di chemioterapia nella gestione degli effetti collaterali. In particolare si sono avuti importanti risultati nel cancro mammario, polmonare, prostatico e ovaio; contro alcuni virus come l’Epstein-Barr virus, l’herpes virus e in patologie virali quali l’epatite B, l’AIDS. Questo elemento agendo sul sistema immunitario, è risultato utile anche in patologie quali: allergie alimentari, artrite reumatoide e candida.

Il Ge-132 rende disponibile l’O2 alla cellula, con importanti implicazioni nelle pa-

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tologie degenerative e del ricambio. Dal punto di vista biochimico agisce come semi-conduttore nei processi di trasporto degli elettroni, consentendo così la formazione di ATP con produzione finale di H2O. Attraverso questo elemento ha luogo una reazione esotermica che fornisce Ossigeno e Idrogeno alle singole cellule dell’organismo. Esso agisce come antiossidante anche nei confronti dell’Omocisteina.

Un case report del 2000 riporta una remissione completa, in meno di un anno, di un caso di carcinoma polmonare a cellule fusate (SCC), non rispondente alla convenzionale chemioterapia, dopo somministrazione giornaliera di 7,4 g di Germanio sesquiossido che poi sono stati progressivamente ridotti fino ad arrivare ad una somministrazione di mantenimento a basse dosi.

A distanza di 4 anni dalla diagnosi non si sono presentate recidive e non sono stati riscontrati effetti collaterali della terapia a lungo termine.

Il Germanio sesquiossido o Germanio organico è sostanzialmente un composto ossigenante ed il razionale del suo utilizzo nelle malattie degenerative neoplastiche si basa appunto sulla sua capacità di ossigenare i tessuti.

L’Età del distacco

Il Germanio è un elemento importante da utilizzare anche in caso di intossicazione da metalli pesanti. Il Germanio sembrerebbe quindi utile come sostanza eritropoietica, anti microbica, anti tumorale, anti amiloidotico ed immunostimolante.

Debbo tuttavia segnalare che sono stati riportati effetti tossici a livello renale, muscolare e neuronale, con l’impiego di preparati contenenti Germanio soprattutto inorganico. In particolare va segnalato che la neurotossicità da Germanio è legata ad un danno mitocondriale che induce poi apoptosi cellulare.

Un cibo ricco di germanio organico

Contenuto medio in Germanio Reishi

2,000 ppm

Aglio

754 ppm

Ginseng

260-320 ppm

EFFETTI Anti Degenerativi Anti Dolorifici Anti Ipertensivi Anti Neoplastici Anti Virali Detossificanti Immunostimolanti Ossigenanti INDICAZIONI SPECIFICHE AIDS Allergie alimentari Amiloidosi Anemia Artrite reumatoide Cancro Cancro mammario Cancro ovarico Cancro polmonare Cancro prostatico Candida Chemioterapia, effetti collaterali Depressione Involutiva Dolore cronico Epatite B Herpes Intossicazione da metalli pesanti Ipercloremia Ipertensione arteriosa Ipertrigliceridemia Iperuricemia Ipocalcemia Ipopotassiemia Virosi

1 2 1 2 1 2 2 2 2 2 1 1 2 2 1 2 1 1 2 2 2 2 1 2

Consolida 152ppm Aloe

77 ppm

Clorella

76 ppm

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Il COG-EMAGNUM è un lievito naturalmente ricco in germanio organico. È noto che l’assorbimento di un minerale da parte di un lievito permette al nostro organismo di utilizzare questo minerale nella sua forma più attiva ed a dosi molto inferiori a quelle necessarie per altre vie di somministrazione che obbligano sempre al surdosaggio.

Il COG-EMAGNUM: - agisce sull’artrite attraverso l’intermediazione delle funzioni di modulazione dei macrofagi che giocano un importante ruolo nell’infiammazione e nell’immuno–regolazione - è stato utilizzato con successo nel trattamento della psicosi cronica, della depressione e dell’epilessia grazie alla sua importante azione anti–ossidante capace di neutralizzare i radicali liberi, aiuta infatti a prevenire i danni che la perossidazione causa alle membrane lipidiche ed in più ha un potere disintossicante sul sangue, aiuta ad eliminare tossine e metalli pesanti che giocano certamente un ruolo nei disordini mentali - rinforza il sistema immunitario: questa proprietà terapeutica è stata utilmente impiegata nel trattamento delle malattie auto–immuni che manifestano anche una sintomatologia psichiatrica, come il lupus eritematoso e probabilmente il SIDA - i lieviti si sviluppano nei dintorni poveri di ossigeno e sono uccisi dall’ossigeno, il COGEMAGNUM aumenta il tasso metabolico dell’ossigeno che inibisce la crescita dei funghi patogeni come la Candida - ha rivelato una attività in vitro con-

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tro i ceppi clorochina–resistenti (FCB, FTA, FVO) e sensibili (FSL, FUI, FH) del Plasmodium Falciparum, responsabile della malaria riduce il tasso abituale di ormoni paratiroidei nel siero che è elevato nei pazienti affetti da osteoporosi, il prodotto quindi ha un effetto sia preventivo che terapeutico sull’osteoporosi è stato impiegato con successo nel trattamento del glaucoma, della cataratta, dello scollamento della retina, della sua infiammazione e quella del nervo ottico le proprietà anti–virali ed attivanti del sistema immunitario del COG-EMAGNUM confermano i suoi effetti preventivi e terapeutici sulle affezioni della stagione fredda altri campi d’azione in cui ha dato risultati sono: gastrite cronica, malattia di Parkinson, sclerosi a placche.

POSOLOGIA: - Adulti: 2-3 compresse al giorno; - Bambini: 1 compressa al giorno.

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L-LISINA

È

un aminoacido essenziale molto concentrato in particolare nel muscolo (secondo solo ad acido Aspartico e Glutammina) e nel capello, la cui cheratina è costituita appunto soprattutto da Lisina e Cisteina. Il collagene

contiene buone quantità di Idrossilisina, derivata dalla stessa Lisina. La necessità di Lisina è massima nelle prime fasi della vita (100mg/Kg/die a 6 mesi, 50mg/Kg/die a 12 anni).

La Lisina viene prevalentemente degradata ad acetil CoA ed entra quindi nel ciclo di Krebs, ma questo aminoacido può anche essere incorporato nel collagene od essere utilizzato per sintetizzare Carnitina.

Carenze genetiche nel metabolismo della Lisina, determinano: ritardo mentale, assenza dei caratteri sessuali secondari, criptorchidismo, anormalità strutturali della faccia, anemia, obesità, ipertrofia di fegato e milza, problemi a carico dei muscoli oculari. Da queste evidenze cliniche si può pensare ad un ruolo della Lisina

nell’espressione a vari livelli degli ormoni sessuali maschili.

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Questo aminoacido, precursore tra l’altro della fondamentale vitamina B3, è molto importante nell’alimentazione e la sua carenza grave (pellagra) determina problemi sui tessuti di derivazione ectodermica (pelle e sistema nervoso), oltre ad aprire la strada alla diffusione tissutale di virus, quali gli herpetici. Pertanto una dieta ricca in Lisina e povera in Arginina può essere utile nella prevenzione dell’estensione e del persistere

L’Età del distacco

molo della strutturazione connettivale) e dovrebbe essere sempre somministrata in corso di stress, condizione che apre la strada al deficit di difese ed alle conseguenti patologie.

La frutta ed i vegetali in genere, a parte l’Avocado, contengono poca Lisina.

L’aminoacido è abbondante nel germe di grano, nei formaggi, nella carne di pollo e di maiale.

Il contenuto relativo di Arginina, nei vegetali, è molto più alto, rispetto a quello di Lisina

dell’herpes, probabilmente tramite l’effetto di rinforzo sula struttura connettivale. Per ragioni analoghe la Lisina è importante per ostacolare la diffusione connettivale-linfatica delle cellule tumorali da un focolaio primitivo. Anche in vitro, alte concentrazioni di Lisina sopprimono la crescita virale (sia dell’Herpes 1 labiale che del tipo 2 genitale).

Anche la rinite su base virale si giova di supplementazioni di Lisina che ne riducono incidenza e durata. Il suo effetto sul virus dell’herpes può far pensare all’utilità dell’integrazione di questo aminoacido in patologie forse collegate a questa infezione, quali: emicrania, sindrome di Meniere ed encefalite.

La dose terapeutica di Lisina in fase acuta va da 100 mg a 4 gr.

L’Arginina ha un ruolo opposto, probabilmente per il suo stimolo sulla microcircolazione, favorisce la progressione dell’herpes. In realtà la Lisina ha un ruolo di stimolo immunologico sia diretto (stimolo anticorpale) che indiretto (sti-

Un corretto metabolismo della Lisina necessita la presenza di Niacina, vitamina B6, Riboflavina, vitamina C, acido Glutammico e Ferro. Gli eccessi di Arginina ed Ornitina portano ad una deplezione di Lisina, soprattutto a livello encefalico.

Lisina ed Arginina hanno un comune sistema di trasporto a livello cellulare e sono quindi antagonisti. Un sovraccarico di Lisina inibisce l’attività enzimatica correlata all’Arginina ed ostacola la depura-

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zione di ammonio, tramite la produzione di urea, garantita da quest’ultimo aminoacido. Una eccessiva supplementazione di Lisina è quindi controindicata in caso di insufficienza renale.

I migliori risultati si ottengono se alla Lisina si associano Zinco (25mg/die) e vitamina C (250mg/die). Per un assorbimento ottimale di tale aminoacido è inoltre utile la presenza di Manganese, Magnesio e vitamina B6. Nonostante tutto questo, una eccessiva integrazione di questo pur importante aminoacido va evitata per il rischio di ipercolesterolemia (soprattutto del totale, ma la quota di HDL viene pure aumentata) e calcolosi biliare.

Questo aminoacido ha un ruolo importante anche nella salute cardiovascolare. Infatti esso non solo ostacola la formazione delle placche colesterotiche, preservan-

do l’integrità dell’endotelio vascolare, ma anche antagonizza gli accumuli vascolari di piombo, metallo pesante coinvolto nella genesi dell’aterosclerosi. Data questa capacità di disintossicare l’organismo da metalli pesanti, la Lisina dovrebbe essere considerata nelle terapie chelanti.

Linus Pauling affermava che i pazienti affetti da aterosclerosi ed angina pectoris si giovavano dalla somministrazione associata di Lisina e vitamina C. Elevati livelli urinari di Idrossilisina possono essere considerati spia di patologie degenerative e sono stati anche rilevati in corso di terapia con Coumadin. L’acido amino caproico, un derivato della Lisina, può essere considerato una interessante alternativa al Coumadin ed è stato già impiegato nella coagulazione intravasale diffusa che si verifica frequentemente nei pazienti con cancro avanzato o sepsi.

In pazienti con morbo di Parkinson, ipotiroidismo, depressione, asma ed insufficienza renale sono stati constatati bassi livelli di Lisina e l’integrazione di questo aminoacido ha migliorato alcuni sintomi di queste affezioni.

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Ricercatori dell’Università della Florida hanno scoperto che somministrazioni di Lisina coniugata possono stimolare, agendo sul DNA delle cellule tumorali, l’apoptosi delle stesse. Questo effetto può essere amplificato irradiando i tessuti con specifici tipi di luce (fototerapia). L’enzima lisina ossidasi, iniettato in topi con cancro colon-rettale, ha determinato specifica riduzione del tumore, dimostrando una attività antineoplastica dei metaboliti dell’aminoacido. Iniezioni di Lisina si sono rivelate capaci di prevenire danni del DNA e RNA in cellule esposte a cancerogeni, aprendo delle prospettive nell’impiego di questo aminoacido nella cura di alcuni tipi di leucemia, quali la linfatica cronica, frequente negli over 60.

Mentre l’apporto di proteine con la dieta determina solitamente perdita di Calcio, la Lisina stimola l’assorbimento di questo elemento. Se si associa questa considerazione al fatto che la Lisina è un importante precursore dell’Elastina e di altre proteine del collagene, si capisce il suo ruolo nella prevenzione e trattamento dell’osteoporosi.

La Lisina dovrebbe quindi sempre essere somministrata nelle donne in menopausa per prevenire e curare l’osteoporosi. Tale integrazione si fa ancora più pressante in donne che, operate per cancro al seno, facciano uso di farmaci inibitori dell’aromatasi, specificatamente induttori di osteoporosi.

L’effetto di stimolo della Lisina sull’assorbimento del Calcio, può essere interessante anche per spiegare l’azione ansiolitica dell’aminoacido. Questa azione è potenziaLo stress psichico depaupera l’organismo soprattutto di Lisina, oltre che di Tirosina, Fenilalanina, Cisteina, Citrullina ed acido Aspartico.

Per questa ragione la Lisina è aminoacido specificatamente indicato nella costituzione dello stress psichico, la Biliare. Viceversa lo stress da esercizio fisico intenso non ha questo effetto. La Lisina stimola il rilascio di tripsinogeno ed è quindi importante anche per favorire la digestione, spesso alterata in questi soggetti.

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L’Aminoacido del mese

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ta da un effetto anti recettori della Serotonina a livello del tessuto nervoso. Voglio ricordare che anfetamina e derivati, compresi farmaci stimolanti quali il Ritalin, inibiscono l’assorbimento intestinale di Lisina.

Già dal 1980 si è notato, in Africa, che bambini affetti da marasma per denutrizione, non sempre rispondono ad un generico apporto proteico. Arricchendo i supplementi con Lisina, la ripresa era molto più rapida. In particolare, in questi casi, è importante un rapporto Lisina Triptofano favorevole al primo dei due aminoacidi.

EFFETTI Anti Anginosi Anti Aterosclerotici Anti Metastatici Anti Osteoporotici Anti Virali Immunostimolanti POSSIBILI INDICAZIONI TERAPEUTICHE Anfetamine, uso di Angina pectoris Antiaromatasici, uso di Asma Aterosclerosi Calcio, eccessiva perdita urinaria di Cancro Citomegalovirus Coagulazione intravasale massiva Criptorchidismo Deficit Immunologico Deficit muscolare Depressione Emicrania Encefalite Epstein Barr virus

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2 1 2 1 1 2 2 2 2 1 2 2 1 2 2 2

Herpes simplex Herpes zoster Insuff. Renale Ipotiroidismo Marasma da denutrizione Mononucleosi infettiva Morbo di Parkinson Osteoporosi Piastrinosi Piombo, accumulo di Ritalin, uso di Saturnismo Sindrome di Meniere Strabismo Stress Trombosi venosa

2 2 1 1 2 2 1 2 2 2 2 2 2 1 1 3

MODALITÀ D’USO Nonostante la Lisina sia un aminoacido utile ed essenziale, la somministrazione di dosi eccessive (oltre 8 g/die) può comportare effetti collaterali quali: nausea, diarrea, dolori addominali e formazione di calcoli sia a livello biliare che renale.

In effetti la somministrazione di Lisina stimola l’assorbimento intestinale di calcio e se ne deve tener conto nel pianificare una terapia integrativa.

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La Molecola del mese Prof. Ivo Bianchi

7 Keto DHEA

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l 7 Keto DHEA è una sostanza naturale prodotta a livello di corticosurrene, gonadi ed encefalo.

Esso è un metabolita del Deidro Epiandrosterone (DHEA), uno dei maggiori steroidi corticosurrenalici.

• Il 7 Keto DHEA è uno dei 3 derivati ossigenati dell’ormone DHEA, che poi si trasforma in Testosterone ed Estrogeni.

• Questa molecola non ha effetto ormonale e sembra bloccare per via enzimatica il cortisolo • Esso ha un effetto termogenetico che può risultare molto utile nel favorire il dimagrimento in corso di diete ipocaloriche.

• È soprattutto indicato dopo i 60 anni quando il decremento dell’attività corticosurrenalica determina ingrassamento, dismetabolismo e deficit immunologico.

Si è visto, soprattutto in studi sull’animale, che tale ormone promuove il dimagramento negli animali obesi, diminuisce il colesterolo nei dislipidemici e la glicemia nei diabetici. Questa molecola inoltre stimola il sistema immunitario, ha azione antineoplastica e migliora la memoria.

La principale differenza tra DHEA e 7 Keto DHEA è che il primo viene metabolizzato a testosterone prima e ad estrogeni poi, mentre pare che ciò non avvenga per

la seconda molecola. Il 7 Keto DHEA sembra avere soprattutto un ruolo di stimolo termogenico e mnemonico.

Il 7 Keto DHEA, che sperimentalmente si è dimostrato capace di inibire gli effetti anticolinergici della Scopolamina, agisce sulla memoria inibendo i GABAA recettori con stimolo della eccitabilità dell’Ippocampo, area chiave del cervello per la fissazione mnemonica e per il pensiero superiore.

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La Molecola del mese

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• L’ormone DHEA ha indubbi effetti antiaging e di stimolo globale della reattività fisica, sessuale, psicologica • Il fatto che si trasformi in Testosterone prima ed in Estrogeni poi, ne limita l’impegno corrente

• La scopolamina o ioscina o burundanga, è una molecola allucinogena contenuta in alcune solanaceae, soprattutto Stramonium ma anche Hyosciamus e Belladonna. Questa molecola blocca in maniera reversibile i recettori colinergici del sistema nervoso determinando sonnolenza, amnesia retrograda ma anche tachicardia.

Il suo effetto neurovegetativo è globalmente simpaticotonico con inibizione di: vasodilatazione, sudorazione, salivazione, midriasi e rallentamento vescicale ed intestinale.

• Questa molecola è stata usata per curare cinetosi, vertigini e nausea.

• È un depressivo del sistema nervoso ed è stato usato come siero della verità dalla CIA, dali nazisti, e da... Diabolik • Anche oggi per il suo effetto di alterazione della coscienza seguita da amnesia la scopolamina è talvolta somministrata disciolta in bevande, aggiunta ad alimenti all’ignara vittima per commettere rapine o violenze sessuali.

• Gli effetti possono essere diversi a seconda di quanta sostanza viene assunta, spesso non ci si rende conto di nulla razionalmente ma induce a far eseguire tutti gli “ordini” che vengono dati in modo incondizionato e senza opporre resistenza, come uno stato di “ipnosi cosciente”. A tal proposito viene spesso utilizzata in paesi latino-americani, in particolare in Colombia.

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L’Età del distacco

Questa molecola inoltre promuove la magrezza negli animali geneticamente obesi senza influire sull’assunzione di cibo. Il 7 Keto DHEA sembra avere un netto effetto termogenico stimolando l’attività di 2 enzimi, uno mitocondriale ed uno citosolico.

A livello immunitario il 7 Keto DHEA stimola l’interleuchina 2, spesso carente soprattutto nei maschi che invecchiano. Il suo deficit in tali soggetti è una delle cause della minor aspettativa di vita rispetto alle donne. Tale molecola stimola inoltre la produzione sia di linfociti CD4 che CD8.

EFFETTI - Anti Aging - Anti Degenerativi - Anti Depressivi - Anti Diabetici

- Anti Dislipidemici - Anti Ipertensivi - Anti Neoplastici - Dimagranti - Immuno stimolanti - Vagotonizzanti INDICAZIONI TERAPEUTICHE Depressione senile Diabete senile Immunodeficienza Ingrassamento Invecchiamento precoce Ipercolesterolemia Ipertensione arteriosa Obesità Senescenza Simpaticotono Sindrome Metabolica Stress

3 2 3 3 3 2 2 3 3 3 2 3

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Consiglio Naturopatico del Mese IL RUOLO DELL’ANZIANO NELLA SOCIETÀ CONTEMPORANEA: INTERNET E LONGEVITÀ

Maria B. Gargagnani Naturopata

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l dato relativo al prolungamento della vita potrebbe aprire le porte della vecchiaia ed espandere quella che è tradizionalmente definita come terza età. Una quarta o addirittura quinta età potrebbero acquistare un valore e un significato che vanno ben al di là del freddo dato numerico. La presenza degli over 80 è senza dubbio positi-

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va poiché i nostri “grandi vecchi” rappresentano sicuramente uno splendido connotato del tessuto sociale, a condizione che la salute psichica e fisica permetta loro di svolgere il fondamentale ruolo a cui sono chiamati.

I nonni rappresentano una risorsa preziosa nelle dinamiche familiari, custodi di saggezza e tradizioni in un mondo talmente freneti-

L’Età del distacco

co da perdere facilmente la consapevolezza del proprio passato.

L’inserimento dell’anziano nell’ambiente sociale costituisce un tema di grande interesse che è stato oggetto di studi approfonditi non solo in sociologia ma anche nel campo della medicina e delle neuroscienze. Recenti studi hanno evidenziato quanto lo “status sociale” della persona abbia un fortissimo impatto sotto il profilo psicologico e mentale.

Per quanto riguarda gli effetti sul cervello è stato dimostrato, per mezzo della RMN funzionale, che una persona anziana che si sente rifiutata o giudicata in ambito sociale, avrà una forte probabilità di subire una depressione dell’attività della porzione ventrale della corteccia cingolata anteriore.

Tale area cerebrale, insieme all’insula anteriore, è responsabile delle sensazioni di dolore fisico: ne consegue una stretta relazione tra dolore e sistema motorio (aspetti senso-motorî del dolore) responsabile di algie resistenti alla terapia e di conseguenti quadri di disabilità cronica (Eisenberger e altri, Does Rejection hurt? An FMRI Study of Social Exclusion, 2003). È evidente che l’allungamento della vita abbia prodotto importanti e imprevedibili conseguenze sul ruolo dell’anziano,

dando luogo a problematiche che un tempo semplicemente non esistevano perché gli individui passavano dalla fase più attiva della propria vita alla morte – in molti casi – senza il privilegio della vecchiaia.

L’inizio di essa viene oggi sancito in modo brusco e repentino dal pensionamento e dalla perdita dell’identità sociale connessa all’attività lavorativa. Per molte persone, uscire dall’ambiente lavorativo può significare “essere fuori dal mondo”. Diminuiscono le possibilità di contatto umano e relazione e, soprattutto, l’interesse per gli avvenimenti della vita.

Sul piano psicologico ne risulta un grande peso, con la mancanza di un atteggiamento aggressivo verso il presente e costruttivo verso il futuro. Tale passaggio induce molto spesso vissuti di inutilità, di vuoto, di mancanza di prospettive, tutti aspetti che generano conseguenze spesso negative sul piano dell’umore. Il disagio del pensionamento è particolarmente sofferto dall’uomo; la donna lo tollera molto meglio in quanto la cura della casa e della famiglia, nonché la maggiore capacità di costruire e mantenere legami alternativi e integrativi, le permette di sostituire e compensare quanto andato perduto.

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Consiglio Naturopatico del Mese

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Molteplici sono le possibilità di intervento per determinare un significativo miglioramento nelle condizioni di vita e di salute con l’obiettivo di raggiungere un’età avanzata non soltanto come traguardo numerico, bensì in condizioni di equilibrio psichico e fisiologico, chiudendo poi il percorso di vita con una morte dignitosa.

A tal proposito mi è capitato di leggere un articolo interessante che ho deciso di riportare in questo mio scritto.

Mi riferisco a Internet e tutto il mondo dei “Social Media” da utilizzare come strumento per rimanere “connessi” con il resto del mondo e tenere lontana da sé la pericolosa sensazione di solitudine.

L’articolo riassume brevemente uno studio scientifico coordinato dai ricercatori dell’Università di Exeter nel Regno Unito, secondo cui insegnare agli anziani le modalità di utilizzo del computer o di un semplice “tablet”, per comunicare con i propri amici e parenti, comporti un evidente miglioramento sotto il profilo psicofisico.

Alle persone anziane che si sono prestate al-

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lo studio dei ricercatori inglesi è stato consegnato un computer, ma soprattutto sono stati trasmessi gli insegnamenti fondamentali per poterlo utilizzare; “Skype” e “posta elettronica” hanno riscontrato grande successo per l’aspetto correlato al mantenere attivi i contatti sociali; inoltre, l’acquisizione di nuove capacità in ambito tecnologico, mai esperimentate prima, ha aumentato senza dubbio il livello di fiducia in sé stessi e nelle proprie capacità, sebbene l’età avanzata.

Per concludere, riporto di seguito quanto Thomas Morton, responsabile del progetto spiega: “gli esseri umani sono animali sociali e non c’è da stupirsi se tendiamo a stare meglio quando possiamo rimanere in contatto con altre persone”; inoltre Morton sottolinea: “questo studio dimostra quanto la tecnologia possa essere uno strumento utile per consentire di rimanere socialmente connessi e quanto aiutare gli anziani delle nostre comunità ad utilizzare correttamente la tecnologia, possa avere importanti benefici per la loro salute e il loro benessere”.

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I Libri del mese

Wilhelm Schmid

Lidia Ravera

Si può vivere la vecchiaia cogliendo gli aspetti positivi della vita, con l’obiettivo di raggiungere la serenità? In un’epoca in cui la negazione della vecchiaia prevale sulla sua accettazione, Schmidt prende le distanze da chi si rende ridicolo nel tentativo di rimanere giovane ad ogni costo, ma anche da chi si perde nella rabbia per ciò che non ha più, incapace di vivere appieno quel che gli rimane.

Fuori dal coro di chi suggerisce rimedi per combattere l’età che avanza, l’autore cerca di perfezionare un’arte grazie alla quale poter vivere il processo invece di resistergli: art of aging, contrapposta all’imperante anti aging.

Vengono suggeriti “dieci passi per raggiungere la serenità, che possono emergere dalle nostre osservazioni, dalle nostre esperienze e da ciò a cui siamo sopravvissuti”. E poi la conoscenza della vecchiaia in tutte le sue caratteristiche, per poterla vivere con consapevolezza; la rivalutazione delle abitudini, intese come fonte di rassicurazione; l’attenzione al piacere e alla capacità di goderne in tutte le forme possibili, anche accettando il fatto che gli stessi piaceri di un tempo possono oggi essere sperimentati con modalità diverse, ma non meno apprezzabili.

Nel cammino verso la serenità, non può mancare la capacità di entrare in rapporto con il dolore e con l’infelicità, e la riscoperta del contatto, per consolarci, ma anche per aprirci all’amore e all’amicizia e continuare a far parte di una rete.

Il percorso termina con i passaggi più profondi: la ricerca del significato della vita, attraverso l’avvedutezza, e la consapevolezza della morte per potervi convivere. Se l’ars vivendi implica la consapevolezza della propria mortalità, accettarla porta ad abbracciare la vita nella pienezza delle sue stagioni.

Questo libro è un romanzo che descrive un periodo della vita che fa paura, quello della vecchiaia, attraverso gli occhi di Costanza che “non è vecchia, ma presto lo sarà” e che decide, proprio spinta dal tempo che passa, di rivoluzionare la sua vita. “…. la regola è essere malati, dipendere dagli altri, dai sani, dai giovani, non poter fare a meno di chiedere, non poter dare in cambio altro che una gratitudine disperata, senza valore. Soltanto i vecchi speciali ce la fanno. E i vecchi speciali sono quelli che stanno bene”.

E lei Costanza, che sta bene, ha le idee chiare sul presente e sul futuro, o almeno così sembra. Decide di intraprendere un progetto improvviso e vagamente sconsiderato: creare con gli amici di un tempo una comune, una famiglia larga con cui spartire la vecchiaia.

Riuscirà a realizzare questo disegno? È proprio sicura di volerlo? E che cosa succederà?

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Leggere per riflettere Seneca DE BREVITATE VITAE Libro I

La maggior parte dei mortali, o Paolino, si lamenta per l'avarizia della natura, perchè veniamo al mondo per un periodo troppo breve di tempo, perchè questi intervalli di tempo a noi concessi scorrono tanto velocemente, tanto rapidamente, al tal punto che, se si fa eccezione per pochissimi, la vita abbandona gli altri proprio mentre si stanno preparando a vivere. Nè di questo male comune a tutti, come ritengono, non si lamentano solo la massa e il volgo sciocco; questo stato d'animo suscitò le lamentazioni anche di uomini illustri. Da qui quella famosa esclamazione del più grande fra i medici: "La vita è breve, l'arte (della medicina) è lunga"; da qui la controversia, niente affatto conveniente ad un uomo saggio, di Aristotele, che disputa con la natura: "Essa ha concesso agli animali tanto tempo, che vivono cinque o dieci generazioni l'uno, mentre all'uomo, che è nato per tante e tanto grandi imprese, è fissata una fine ben più vicina”.

Non abbiamo poco tempo, ma ne abbiamo perso molto. Ci è stata data un vita abbastanza lunga e per il compimento di cose grandissime, se venisse spesa tutta bene; ma quando si perde tra il lusso e la trascuratezza, quando non la si spende per nessuna cosa utile, spinti alla fine dall’estrema necessità, ci accorgiamo che essa è passata e non ci siamo accorti del suo trascorrere. È così: non abbiamo ricevuto una vita breve, ma l'abbiamo resa tale, e non siamo poveri di essa ma prodighi. Come ricchezze notevoli e regali, quando sono giunte ad un cattivo padrone, in un attimo si dissipano, ma, sebbene modeste, se sono state consegnate ad un buon amministratore, crescono con l'uso, così la nostra vita dura molto di più per chi la dispone bene.

“Il segreto di una buona vecchiaia non è altro che un patto onesto con la solitudine.”

GABRIEL GARCÍA MÁRQUEZ

Da un’asse all’altra avanzavo così lenta, prudente.

Sentivo le stelle sul capo, e sotto i piedi il mare.

Questo solo sapevo: un altro passo… poteva essere l’ultimo.

Ed avevo quell’andatura incerta che chiamiamo esperienza.

EMILY DICKINSON

L’Età del distacco

I

l tempo è una categoria come lo spazio definita per necessità dalla mente umana. Lo rappresentiamo come una linea retta, di cui non ne conosciamo né un punto di partenza nè uno di fine, come se gli estremi tendessero ad un’eternità. All’interno di questa linea infinita possiamo segnare due punti precisi tra i quali si disegna la nostra vita.

E se guardiamo il nostro pensare al tempo ci accorgiamo che la mente percorre avanti e indietro incessantemente questo unico binario senza fermarsi: è sempre nella rivisitazione del passato o nel futuro immaginario. Nei settenni che anticipano la vecchiaia il pensiero va a ciò che si è vissuto o si avrebbe potuto vivere e dall’altra parte all’avvicinarsi dell’ignota impronunciabile morte e quindi al tempo ed a ciò che ci rimane ancora da fare.

Questo continuo rimbalzare tra rimpianto, malinconia fretta e paura, esclude l’unica dimensione che realmente possiamo vivere, l’unico tempo che esiste o meglio l’unico spazio in cui il tempo non esiste: l’adesso, il momento che stiamo vivendo, il presente.

Ogni attimo presente esce quindi da quella linea tempo che chiede una direzione, come se diventasse tassello di quell’infinito permanente, inaccessibile all’umano.

Osservare i nostri pensieri e il loro vorticoso traffico è meditare: un io compassionevole e non giudicante rimane nel presente del respiro tentando di non

Valentina Bianchi Naturopata

seguire alcuna immagine che affolla gli occhi della nostra mente. A volte è già molto accorgersi di essere saliti in groppa ad una paura, un ricordo o ad una chimera e a metà strada scegliere di scendere e ritornare nel qui e ora, uno spazio che si dilata più noi riusciamo ad entrarvici, uno spazio in cui si ci sente via via sicuri e in cui impariamo sempre a tornare, uno spazio fuori dal tempo psichico, ma nel tempo dell’anima.

Questo tempo non è un tempo del fare, non è un tempo che ha una progettualità, non è oggettivo, ma è un tempo dell’essere, soggettivo, che scandisce un’evoluzione di consapevolezza.

Possiamo rimanere in una paura o in un rancore per moltissimo tempo e quindi in una staticità spesso di anni nella vita del nostro cuore, possiamo incurvarci in una credenza per tutta la vita, accorgendosi che era solo una prigionia nemmeno voluta da noi, solo alla fine del nostro cammino.

La mente ci può servire come strumento di riflessione ed elaborazione del nostro sentire profondo, cocchiere della nostra essenza che è in un cammino di evoluzione di cui parte è la vita che stiamo vivendo.

Il giorno si adagia nel crepuscolo per poi addormentarsi nella notte e la notte si coccola nell’alba prima di vestirsi di giorno, è difficile dire qual è l’inizio e la fine, tutto è uno sfumare e definirsi, così il tempo non può essere una semplice retta, ma percorre la linea della forma perfetta del cerchio in cui ogni punto può rappresentare la coda o la testa del serpente, in cui ogni punto della circonferenza ha una medesima distanza dal centro dell’Io, infinita coscienza.

“La realtà non si esaurisce nella temporalità; non è ora temporale e dopo eterna, ma al contempo tempiterna” Panikkar

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del prossimo numero

Il prossimo sarà il SETTIMO della serie di 7 numeri dedicati alle 7 Età della Vita.

Ecco l’elenco completo: 1. Vita prenatale e prima infanzia (0-7) 2. Adolescenza (7-14) 3. Giovinezza (14-28) 4. Maturità (28-49) 5. Meno ed Andro Pausa (49-63) 6. Prima Senescenza (63-77) 7. Seconda Senescenza (77-120)

IL PROSSIMO NUMERO SARÀ INTERAMENTE DEDICATO A:

Seconda Senescenza: Età dell’Immortalità dai 77 ai 120 anni Rimedi Naturali e Strategie Psicologiche e Comportamentali per Vivere a Lungo Sereni ed in Buona Salute dimenticando morte e malattia, guardando avanti con Fiducia, valorizzando le Piccole Cose della Vita di ogni giorno, confidando nella Fede, nell’Immortalità dell’Anima... e nel fatto che Dio nella Genesi ci ha promesso 120 anni