Saphira n°10 Dicembre 2011

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Anno I Serie II n.10 - DICEMBRE 2011 - ISSN 2240-3558

saphira news AMERICA’S CUP CAMPANIA E LAZIO, PATTO PER IL FUTURO QUANDO LA VELA DIVENTA..... DONNA UNA RETE SENZA BYTE



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l’editoriale SAPHIRA NEWS Pubblicazione Mensile Registrazione del Tribunale di Napoli n. 12 del 07.01.2011 Anno I Serie II n. X Edito a cura della Arpi Costruzioni S.r.l. Via Roberto Bracco n. 45 80133 Napoli Tel. 081/19363633 Direttore Editoriale Raffaele Archivolti direzione@saphiranews.it Direttore Responsabile Francesco Bellofatto f.bellofatto@saphiranews.it Redazione Erica Archivolti Claudia Campagnano Antonella Panella Paola Vona redazione@saphiranews.it Collaboratori Gaia Bozza Jole Buonfiglio Francesco Di Domenico Raffaele Rinaldi Orfeo Soldati Floriana Tursi Pubblicità commerciale@saphiranews.it Progetto grafico ed impaginazione Pablo Donadio Stampa Printer Group Italia S.r.l. Associato USPI ISSN 2240-3558 I singoli autori sono gli unici responsabili del contenuto degli articoli e degli spazi pubblicitari pubblicati. E’ vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari.

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mo le sfide e mettermi in gioco e quindi, contro ogni ragionevole consiglio o immotivata paura confesso di aver ceduto alla tentazione di voler provare questa nuova avventura. Pubblicare una rivista vuol dire cercare di creare qualcosa di originale, capace di durare nel tempo. La mia filosofia professionale è da sempre rendere un servizio utile, creare qualcosa di cui sentirsi orgoglioso. Posso dichiarare, in tutta onestà, di non aver mai assunto iniziative professionali con il puro scopo di far denaro; se quella fosse l’unica motivazione, sono convinto che sarebbe meglio lasciar perdere. Il business per me, deve essere coinvolgente, divertente, totalizzante: deve mettere all’opera la creatività, deve caratterizzare fortemente la persona che lo governa e lo deve rappresentare. E così, in continuità con l’egregio lavoro finora svolto dal mio staff, quella che avete tra le mani è una rivista connotata da profondi cambiamenti che non riguardano solo il restyling o la rivisitazione della cover. Un contenitore arricchito da tematiche per incontrare i gusti e le esigenze di un target di lettori sempre più esteso, con l’obiettivo di coinvolgere, informare e dare spazio alle idee, per costruire un prodotto che si espande e va in profondità a registrare tutto quello che vediamo e pensiamo. E che vale la pena di condividere. Un vero e proprio laboratorio di idee, che, con coraggio e forza, mette in campo i protagonisti di progetti ed esperienze nuove, per crescere, conoscere e sperimentare. Vorrei comunicare un messaggio di ottimismo e di fiducia consapevole delle difficoltà del momento, per diffondere invece una cultura del “THINK POSITIVE”. Sono certo che il lavoro di squadra contribuirà alla nostra crescita. Abbiamo mappato la città perché non ci sfuggano gli eventi che riteniamo di rilievo; non resta che chiudere dopo gli infiniti e maniacali ritocchi questo numero per noi speciale. Informerà e racconterà di quella Napoli che ci rende orgogliosi di vivere qui, e che, senza retorica, ogni tanto ci fa volare in alto. Raffaele Archivolti


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sommario

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Sport 29 TROFEO DEUTSCHE BANK Sport 29 MONDIALE DI APNEA Stile & Design 30 WELLNESS DOMESTICO Portfolio 32 ORFEO SOLDATI

Primo piano 4 TI PORTO A NAPOLI

Eco Saphira 34 GREENPEACE RAINBOW WARRIOR III

Costume 8 I SALOTTI DEL GOLFO

Napoli Com’era 36 SANTA LUCIA

Contribuenti.it 13 MENS SANA IN CORPORE SANO....

Tradizioni 38 MUSEO DEL MARE

Economia del Mare 15 GENOVA UN SALONE CONTRO LA CRISI

Tradizioni 39 UNA RETE SENZA BYTE

Economia del Mare 15 NAVIGARE SBARCA NEI CAMPI FLEGREI

Il racconto 40 LUCIA

Economia del Mare 16 CAMPANIA E LAZIO, PATTO PER IL FUTURO

Sport 44 VELA DI LEVANTE

Sport 18 AMERICA’S CUP Sport 22 LYSISTRATA Nautica 23 110 ANNI COL VENTO IN POPPA

Andar per libri 44 IL VIAGGIO Rotte di gusto 45 INSALATINA DI SEPPIE E FAGIOLINI 45 AGENDA 47 SCATTA IL MARE

Sport 24 TROFEO ALBANESI Nautica 26 SCUOLA DI VITA SUL MARE Nautica 26 UNA REGATA PER PERSONE SPECIALI Sport 28 QUANDO LA VELA DIVENTA..... DONNA

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photo: Raffaele Rinaldi

TI PORTO A NAPOLI

In alto a destra: un’immagine del Porto di Napoli Nei riquadri in alto: l’ammiraglio Luciano Dassatti, presidente dell’Autorità Portuale Stefano Caldoro presidente della Regione Campania

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La Darsena di Levante raddoppierà la capacità mercantile dello scalo napoletano

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l Mare non bagna Napoli: il titolo del libro di Anna Maria Ortese disegna un sentimento di estraneità tra la Città e il suo mare, “pulito, grande”. A quasi sessant’anni dalla pubblicazione del libro, la città, come in una sorta di nemesi, si prepara a puntare sul suo mare, per giocare le carte del suo rilancio. E non è una mera questione economica: Napoli, le istituzioni che la rappresentano, la società civile, gli imprenditori, gli sportivi, i cittadini, mettono da parte personalismi per attivare una giusta sinergia. Coccolando il fronte del porto, dando un assetto organico ad un’area che ha le sue forti valenze in termini occupazionali, produttivi, di sviluppo organistico. Riscriviamo il libro: Napoli riparte dal mare, e lo fa giocando le sue carte su tre grandi tavoli. Waterfront cittadino, con il ciclopico intervento della Darsena di Le-


vante e la sistemazione del Beverello; la portualità turistica (vedi anche Economia del Mare all’interno di Saphira), con i lavori a porto Fiorito di Vigliena; e la World Series di Coppa America. Il Porto, che in tempo di crisi segna uno sviluppo a due cifre: non può che essere soddisfatto Luciano Dassatti, l’ammiraglio trentino che, già alla guida della Capitaneria di Porto dal 1995 al 1998, è dal 2009 presidente dell’Autorità portuale. “Sono i numeri a darci ragione - spiega Dassatti -: adesso dobbiamo puntare con decisione alla realizzazione dei progetti di sviluppo dello scalo”. Sciolti gli ultimi intoppi burocratici, siamo al via per i lavori della Darsena di Levante, destinata a raddoppiare, nell’arco di quattro anni, il traffico container del porto ed a modificare radicalmente la stessa fisionomia dello scalo container, rilanciandolo con un ruolo di primo

piano in una prospettiva internazionale, contrassegnata anche dall’incrocio, in Campania, dei Corridoi Transeuropei per il trasporto intermodale Berlino-Palermo e Varna-Tirreno. “Napoli e la Campania - sottolinea Stefano Caldoro, presidente della Giunta regionale - sono diventate il baricentro, anche per ragioni geoecononomiche e geopolitiche, di attrazione e discussione del Mediterraneo. I grandi eventi che ospiteremo servono per una strategia che renda Napoli centro di incontri euromediterranei”. Dagli attuali 500mila container annui, che hanno portato alla saturazione del terminal CoNaTeCo, si passa a 1 milione di teus, con una straordinaria ricaduta sul versante occupazionale: nuovi mille addetti per la struttura che vede la joint venture tra Cosco e MSC, ed altrettanti nel’indotto. Ma questo è solo un primo passo, come assicura il governatore

della Campania: “Abbiamo un problema di intermodalità, logistica e di portualità – afferma Caldoro - settori nei quali abbiamo una economia straordinaria dove possiamo creare più di 40mila posti di lavoro”. Per il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, “l’ampliamento del porto ad est, nella zona una volta occupata dalle raffinerie, darebbe la possibilità di aprire nuove aree di stoccaggio per container e merci in generale. Bisogna puntare fortemente sul Porto di Napoli – aggiunge Cesaro – che, grazie alla sua posizione centrale rispetto all’area euro mediterranea, è una risorsa fondamentale per la città e l’intero Mezzogiorno”. Con la Darsena, e il raddoppio del traffico container, sarà rivista interamente la movimentazione all’interno del porto, sia per quanto riguarda gli assi viari che su ferro. Inoltre, per rendere accessibile

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sapevate che... La Stazione Marittima di Napoli è la più vasta del globo con i suoi 12 km quadrati di superficie e i 10 approdi per navi di grande e medio tonnellaggio. Il porto di Napoli è il secondo al mondo dopo quello di Hong Kong per scalo passeggeri. Negli ultimi due anni il numero di passeggeri in transito è sempre stato in crescita, raggiungendo i 6.226.078 nel 2010.

in alto: Luigi De Magistris, Sindaco di Napoli Luigi Cesaro, Presidente della Provincia di Napoli

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il bacino alle navi di nuova generazione, le Post-Panamax da 13mila container, bisognerà rendere i fondali idonei ad un pescaggio superiore ai 15 metri. La bonifica, assicura il presidente dell’Autorità Portuale, sarà attuata con un intervento a basso impatto ambientale, in quanto la vasca di colmata della Darsena sarà riempita da 1,2 milioni di metri cubi di fanghi provenienti dal dragaggio. La bonifica è necessaria anche per avviare a sistemazione la rete di 17 condutture che, senza filtri e trattenitori, scaricano liquami inquinanti all’interno del bacino portuale. “Anche agire su questo aspetto - afferma Dassatti - ci offre la possibilità di ristabilire un corretto rapporto con la città”. Sul versante passeggeri sono stati approvati anche i lavori del Beverello, che nell’ambito della riqualificazione del Waterfront diventerà uno dei punti di maggiore attrazione dello scalo marittimo”. L’attuale approdo dei mezzi veloci per il Golfo avrà una passeggiata pensile, collegata alla Strip commerciale, con negozi e ponti di collegamento con piazza Municipio e via Marina, che rappresenta l’elemento per collegare la città alla zona portuale, in particolare al Terminal cro-

cieristico e passeggeri, creando un flusso anche con l’aeroporto e la stazione ferroviaria. “Il nostro obiettivo - conclude Dassatti - è quello di integrare la città con il porto”. Poche centinaia di metri separano l’area della futura Darsena di Levante a Porto Fiorito di Vigliena: a settembre è stata posata la prima pietra, ed anche qui quattro anni per il completamento del polo diportistico che contribuirà al rilancio della costa orientale di Napoli. “In 24 mesi saranno realizzate le prime opere - dichiara Claudio Fogliano, presidente di Porto Fiorito Spa - e saremo pronti per consegnare circa 300 posti barca e 8mila metri quadrati di strutture a terra e a mare. La seconda fase, che durerà 30 mesi, consentirà di consegnare 850 posti barca e 16mila metri quadrati di strutture”. Il progetto è realizzato da un gruppo di imprenditori che fanno capo all’Acen, Associazione costruttori edili napoletani. “Fino a poco fa da Napoli si scappava – dice, soddisfatto il sindaco di Napoli Luigi De Magistris -, adesso, invece, assistiamo a una immigrazione di imprenditori che vogliono venire qui per investire perché hanno interesse a farlo.


I lavori di Porto Fiorito sono importanti in un’area strategica della città, quale San Giovanni a Teduccio, che va adeguatamente valorizzata”. Le aree recuperate dalla bonifica di Vigliena (l’ex fabbrica metalmeccanica Corradini) saranno gestite da Porto Fiorito Spa, ma rimarranno di proprietà degli Enti coinvolti e che, al termine della concessione ai privati, ne torneranno in possesso. Il progetto prevede il bacino portuale, con una fascia costiera di 800 metri area di accoglienza-servizi e zona cantieri. Un bacino è destinato alle attività di riparazione e officine meccaniche. L’intervento prevede, inoltre, il recupero degli edifici di archeologia industriali che saranno destinati prevalentemente ad aree commerciali. Per la zona cantieri sono previste superfici adibite a piazzali per le attività di rimessaggio. “Finalmente si parla di mare - ha dichiarato il sindaco De Magistris, in occasione della posa della prima pietra a Vigliena - e i napoletani potranno riappropriarsi di rapporto per troppo tempo negato. Possiamo finalmente disegnare la città che vogliamo”. Francesco Bellofatto

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ualcosa si muove anche ad Ovest. Per il Waterfront Flegreo, la grande trasformazione dell’area industriale di Pozzuoli (affidata all’architetto americano Peter Eisenman) Banco di Napoli e Imi hanno concesso la prima tranche di finanziamento per 22,5 milioni di euro alla Waterfront Flegreo Spa, presieduta da Livio Cosenza, che ha rilevato da Finmeccanica Group Real Estate l’area ex Sofer. Il progetto prevede la realizzazione di un complesso moderno e funzionale, con un parco urbano fronte mare di 5 ettari, una darsena di approdo prospiciente l’ Accademia della vela,

Pozzuoli scommette sull’Accademia della Vela affidata alla competenza velica del Circolo Savoia. “Con l’Accademia – spiega Pippo Dalla Vecchia, presidente del sodalizio di Santa Lucia – andremo a soddisfare anche le esigenze di molte nazioni straniere, che per avverse condizioni metereologiche d’inverno non riescono ad allenarsi. Pozzuoli e Napoli si candidano così a diventare un polo internazionale per questo sport”. Il Waterfront, che si sviluppa su 180 mila metri quadrati, avrà un impatto decisivo anche sul piano occupazionale dando lavoro a circa 1500 addetti.

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radizione sportiva, prestigio, stile: passa per i Circoli napoletani il legame tra il mare e la città. Un rapporto antico, ultrasecolare, come dimostra la storia di alcuni prestigiosi sodalizi quali, tra gli altri, il Circolo Italia, il Savoia, il Posillipo, la Camottieri Napoli, l’Unione, l’Artistico Politecnico e il Club Nautico. R.Y.C.C. SAVOIA E’ uno dei salotti della città: non c’è personalità internazionale che non sia passata per gli eleganti saloni del Borgo Marinari. Un prestigio che il Reale Yacht Club Canottieri Savoia mantiene sin dalla sua fondazione nel 1893. Presieduto dal 1991 da Pippo Dalla Vecchia, il Circolo, tra i primi cinque in Italia per importanza, conta oggi 860 soci. Nel corso della sua storia il Savoia ha conquistato vittorie prestigiose nel ca-

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nottaggio e nella vela. Campionati del Mondo, d’Europa, Olimpiadi: “Per il canottaggio - spiega il presidente - vantiamo una medaglia di bronzo, due d’argento e un oro con Emanuele Liuzzi nel mondiale del 2010, espressione di un lavoro attento che parte dalle categorie giovanili, settore in cui il Savoia occupa una posizione di vertice nelle classifiche nazionali”. Per la vela, Classe Optimist si distingue Luigi Michelini: 2 Campionati mondiali in Malesia e in Slovenia, e gli Europei di quest’anno in Portogallo, dove si è classificato 2°. Per non parlare delle affermazioni di Roberta Caputo e Benedetta Barbiero nel 420. “Abbiamo scuole di vela e canottaggio molto attive - continua Dalla Vecchia affidate ad uno staff di altissimo livello formato da Mattia Pressich (Optimist), Francesco Torre (Laser e 420) e Andrea

Coppola (canottaggio), che ogni anno inseriscono moltissimi giovani nelle discipline sportive”. Nel 2003 il CONI ha conferito al Savoia la massima onorificenza sportiva: il Collare d’Oro al Merito Sportivo. Inoltre il Circolo è stato titolare delle sfide lanciate dal socio Vincenzo Onorato alla Coppa America con Mascalzone Latino. Il Savoia, Circolo di rappresentanza della Regione Campania e del Comune di Napoli, organizza regate quali il Trofeo Marcello Campobasso, le Coppe Aloj e Eduardo Pepe, la regata internazionale dei Dragoni, la tappa napoletana del circuito dei Dinghy classici, e il raduno delle vele d’epoca. LEGA NAVALE ITALIANA L’amore per il mare ha una storia lunga e la Lega Navale ne è uno dei testimoni più fedeli, perché nasce nel 1897. La


I salotti del golfo Pippo Dalla Vecchia presidente del RYCC SAVOIA

I programmi dei circoli per riallacciare il rapporto tra Napoli e il suo mare

Alfredo Vaglieco

presidente LEGA NAVALE Sezione di Napoli

Antonio Canale

sezione di Napoli è presente dal 1968 ed ha attraversato in maniera costante la vita della città. “E’ un punto di riferimento per chi ama il mare - spiega il presidente Alfredo Vaglieco - con possibilità di ormeggio a prezzi competitivi”. Negli anni, la domanda è cresciuta notevolmente e anche il pontile galleggiante per l’estate non riesce comunque a soddisfare una passione in crescita. La Lega Navale svolge una serie di attività di avvicinamento con le scuole: attraverso una rete di volontari vengono presentate le opportunità delle professioni marinare e vengono effettuate uscite in barca. Il numero dei soci è in crescita: oggi sono 800, attirati dai corsi di vela e per la patente nautica. “Grazie alla disponibilità della Marina Militare - spiega Vaglieco - presto la nostra sede crescerà di 500 metri quadrati che utilizzeremo per tante

presidente del RARI NANTES NAPOLI

Curzio Bonaiuto

presidente del CIRCOLO CANOTTIERI NAPOLI

Adriano Gaito

presidente dell CIRCOLO ARTISTICO POLITECNICO

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altre attività, anche a scopo benefico”. In collaborazione con l’ASL NA1 va avanti il progetto “VelataMente” con i pazienti del Centro d’Igiene Mentale impegnati nel recupero di un’imbarcazione che poi condurranno con gli psichiatri che li seguono. Il progetto “Una vela per sperare” coinvolge ragazzi di quartieri come la Sanità e S. Giovanni a Teduccio. Altra iniziativa è la “Regata per persone speciali” con i ragazzi assistiti dall’Ass. Sindrome di Down. “Sul fronte agonistico - afferma il presidente - siamo nel Comitato organizzatore del Campionato Invernale. Quest’anno la presidenza è stata affidata al comandante Clemente Costigliola, presidente della sezione velica del Circolo della Marina”. Per la prima volta il campionato vedrà più regate in un giorno e il Comitato di regata è affidato all’esperienza di Alfredo Ricci. Punto di forza è l’attività di avviamento alla vela: “Nelle derive siamo presenti con Optimist e Laser - commenta Vaglieco -. Inoltre, lo scorso anno abbiamo organizzato il primo Campionato di minialtura. Forti del successo stiamo preparando la seconda edizione”. Tra i nomi della vela mondiale che hanno mosso i primi passi sul pontile del Molosiglio, c’è Paolo Cian, protagonista della ranking list internazionale di match race, che segue, ancora adesso, le attività della sezione napoletana. Una lunga

tradizione, dunque, e occhi aperti sul futuro: Vaglieco annuncia le tappe per traformare il Molosiglio in un polo per sport nautici: l’ampliamento della sede per dare spazio a didattica ed attività sociali e il trasferimento del Centro studi sulle tradizioni marinare. RARI NANTES NAPOLI Il tempio della pallanuoto è il Circolo Rari Nantes, fondato nel 1905: è qui, infatti, che è nata questa disciplina. “Abbiamo tirato fuori i più grandi campioni - spiega il presidente Antonio Canale - Il famoso Settebello derivava dal fatto che la nostra squadra era formata da sette componenti della nazionale”. Campioni come Emilio Bulgarelli, al quale è stata dedicata la piscina di Poggioreale, Gildo Arena, Pasquale Buonocore, Carlo Pedersoli, Carolina Fusco. “Oggi siamo impegnati a rafforzare la squadra - continua Canale - anche se non mancano i problemi finanziari come capita negli sport minori”. Sport e funzione sociale caratterizzano l’attività del sodalizio di Santa Lucia: la piscina gestita da Sante Marsili con i figli Mario e Elios, coinvolge 400 ragazzi di un quartiere difficile come Poggioreale. “Il nostro sogno - aggiunge il presidente - è allargare le nostre attività ai tuffi e alla canoa. Aprire il circolo alla città: questo l’obiettivo del Rari Nantes, che punta ad allargare la base sociale. Un occhio anche alla cultura: tra i pro-

getti ci sono presentazioni di libri, conferenze, mostre e tornei di beneficenza. CLUB NAUTICO DELLA VELA 110 anni di vita per il Club Nautico della Vela, il terzo circolo napoletano “con pochissimi anni di distacco dall’Italia e dal Savoia - precisa il presidente Gennaro Aversano -. Inoltre, per anzianità, siamo il sesto circolo italiano: all’epoca il 50% della vela stava a Napoli. Oggi il club conta su 200 soci, di cui l’80% appassionati di vela. “Le nostre - sottolinea Aversano - sono soprattutto barche da regata e lo scorso anno il nautico ha collaborato al progetto dell’Alcor, la barca che ha partecipato alle regate del Mediterraneo e ad una regata transoceanica, l’ARC, arrivando seconda nella sua classe. Adesso vogliamo portarla verso traguardi ancora più importanti”.


Il Nautico organizza ogni anno importanti appuntamenti come i Trofei dell’Amicizia, Martinelli, Chiodo e l’Oreste Albanese. “Inoltre – prosegue il presidente - facciamo parte, con gli altri circoli napoletani, la Lega Navale, la Marina Militare e l’Accademia, del Comitato che organizza il Campionato Invernale”. Centrale, per il Club di Borgo Marinari, l’impegno nell’educazione al mare: il Nautico dispone di una scuola vela Optimist e Laser per ragazzi, nonché di una flotta Meteor per l’avvicinamento all’altura. Nel palmares del sodalizio spiccano i trofei olimpionici dei fratelli Cosentino, e quelli internazionali di Igor Buchberger e Antonio Braucci. Il Nautico, inoltre, ha un’intensa attività sociale curata dalla Maestra di Casa: il Solstizio d’estate, la Festa della Castagna e quella della Donna. Oltre a mostre e presentazioni di libri.

CIRCOLO CANOTTIERI NAPOLI Quasi un secolo di storia sportiva - basta dare un’occhiata alla vetrina dei trofei che domina l’ampio salone, per rendersene conto - e la convinzione, forte, di puntare sui giovani. Il Circolo Canottieri Napoli rimane fedele alla sua prestigiosa tradizione testimoniata, nella vela, dai successi di Carlo Rolandi, attuale presidente onorario FIV, per arrivare alle recenti affermazioni di Vincenzo Sorrentino, che ha vinto il titolo italiano. “Nel nuoto - sottolinea il presidente Curzio Buonaiuto - nostri campioni come Massimiliano Rosolino trovano i loro eredi in giovanissimi come Stefania Pirozzi, appena sedicenne, qualificata per i mondiali. Nel canottaggio abbiamo avuto olimpionici come Davide Tizzano e Mario Palmisano e la nostra squadra di pallanuoto, guidata da Paolo Zizza e attualmente impegnata in A2, ha collezionato coppe europee e titoli italiani”. La Canottieri Napoli vanta una ricca tradizione anche nella motonautica e nel triathlon, sempre con l’obiettivo di educare i giovani e aiutarli nelle loro scelte. Il Circolo conta oggi mille soci e si presenta alla città rimodernato dopo lunghi lavori di ristrutturazione: “adesso puntiamo, d’intesa con la Lega Navale e la Marina Militare, a sistemare il porticciolo - spiega Buonaiuto - integrando questi interventi nel più ampio progetto di sistemazione del waterfront cittadino. Un

importante approdo al centro della città e un deciso contributo per riallacciare il rapporto tra Napoli e il suo mare”. ARTISTICO POLITECNICO L’arte e la cultura nel cuore della città: non è un circolo nautico, ma l’Artistico Politecnico entra a pieno titolo nei salotti cittadini, punto di riferimento per la Napoli che conta. Nato nel 1888 per iniziativa di un gruppo di pittori, ha visto tra i suoi iscritti protagonisti della vita cittadina come Matilde Serao ed Edoardo Scarfoglio, fino ai presidenti della Repubblica Enrico De Nicola e Giovanni Leone. “Anche l’attuale Capo dello Stato Giorgio Napolitano – sottolinea Adriano Gaito, presidente del Circolo - segue la nostra attività ed è intervenuto per salvare i nostri locali dalla vendita giudiziaria”. Oggi la sede è di proprietà della Regione e l’Artistico Politecnico è impegnato a rilanciare il suo ruolo nel panorama culturale cittadino, attraverso interventi come la sistemazione della ricca pinacoteca, trasformata nel Museo Giuseppe Caravita Principe di Sirignano. Il Comitato scientifico presieduto da Fulvio Tessitore ha predisposto iniziative come la scuola d’arte, i corsi di avvicinamento al teatro per i bambini da 10 a 13 anni, laboratori di scrittura collettiva nell’ambito del progetto Unesco “Napoli Città della Letteratura”. Francesco Bellofatto


TENNIS CLUB VOMERO Aggregazione, sport e tradizioni in uno dei posti più suggestivi della città: il Tennis Club Vomero, antichissimo circolo napoletano, fu fondato nel 1907 e da allora non ha smesso di appassionare. Oggi il suo presidente è Raffaele De Laurentiis, e può contare su oltre 150 soci ordinari e 170 allievi della scuola di tennis, tra le più qualificate e frequentate della Campania. “Seguiamo bambini e ragazzi dai 5 ai 16 anni - spiega De Laurentiis -. Vengono seguiti con passione e alcuni riescono anche ad arrivare all’agonismo”. Il Tennis Club Vomero da un anno ha stretto una partnership con la prestigiosa Accademia Tennis Napoli, che interviene nell’allenamento dei giovani più promettenti. Questo nonostante il momento poco incoraggiante per questa disciplina, che in Italia ha visto tempi migliori. “In passato - continua il presidente - sono cresciuti qui atleti che poi hanno disputato la Coppa Davis, come Pierino Marzano e Massimo Cierro. Oggi, invece, il tennis è piuttosto sottovalutato”. Le attività del circolo sono diverse e puntano ad aggregare attraverso lo sport, ma anche con la cultura, il teatro e le iniziative benefiche. TENNIS CLUB NAPOLI E’ datata 1905 la prima pietra del Tennis Club Napoli: un circolo rivoluzionaio, perché in tempi bui per la condizione femminile, ad inizio Novecento, aprì le sue porte alle donne. Ancora oggi, il Tennis Club Napoli si differenzia dagli altri grandi circoli proprio per questo aspetto: la presenza di donne non solo

tra le sportive, ma tra le socie. Su 900 associati, le quote rosa toccano quota 300. “L’azione del Tennis Club - afferma il presidente Luca Serra - si è sempre posta all’interno della vita culturale e sociale della città, cercando di aprirsi ad essa”. E’ per questo che tra le iniziative del circolo, oltre le attività agonistiche, ci sono la didattica per i bambini, l’avvicinamento allo sport e attività benefiche. “Nel 2007, infatti, abbiamo attivato un progetto insieme alle municipalità di Napoli e alla Federazione regionale Tennis continua Serra -: ogni anno assegniamo delle borse di studio per questa pratica sportiva a dieci bambini provenienti da fasce disagiate”. Alcuni di essi sono già pronti per l’agonismo, con risultati soddisfacenti. Questo per dimostrare come il tennis sia cambiato insieme alla società: “Ormai non è più una disciplina d’élite - spiega il presidente - ma un bellissimo modo di stare insieme”. Nella storica sede della Villa Comunale, il Circolo ospita ogni anno, tra marzo e aprile, la Tennis Napoli Cup, prestigioso torneo internazionale che ha visto i grandi campioni sfidarsi a colpi di racchetta. Gaia Bozza

Torcia al plasma per smaltire la vetroresina

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maltimento della vetroresina delle barche in disarmo: dalla tecnologia della Torcia al plasma una risposta al servizio di aziende, approdi turistici e bacini portuali. “La vetroresina – spiega Luciano Bardari di Italplasma – è un materiale obsolescente, già utilizzato da mezzo secolo nella cantieristica da diporto. Una risposta allo smaltimento delle barche, che hanno esaurito il loro ciclo di vita, può venire solo dalla termodistruzione ad altissime temperature, che non immettono in atmosfera elementi inquinanti”. La vetroresina, come tutti i prodotti che contengono carbonio, ha una notevole capacità energetica, che può essere captata, valorizzata e massimizzata solo con il procedimento della torcia al plasma. In tal modo scomparirebbero i cimiteri di barche: grazie ad un procedimento non inquinante, sarà possibile smaltire a costi contenuti scafi e carene, producendo energia attraverso il syngas scaturito dalla termodistruzione ad alte temperature. Su questo stesso tema c’è da registrare il successo di Fiart Mare, tra le prime aziende in Europa ad utilizzare la vetroresina, premiata dallo Sceicco di Dubai all’Environment World di Montecarlo, per l’innovativo progetto, ELB (End of Life Boats), sullo smaltimento delle barche alla fine del loro ciclo di vita.


Mens Sana In Corpore Sano... …Cum Fisco Sano

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contribuenti.it

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o sport “corre” in aiuto dei contribuenti. Per promuovere ed incentivare l’attività sportiva dilettantistica, la Legge finanziaria per il 2007 ha introdotto la possibilità di detrarre dall’Irpef, nella misura del 19%, una parte delle spese sostenute per l’iscrizione annuale e l’abbonamento dei ragazzi e dei giovani di età compresa tra i 5 e i 18 anni ad “associazioni sportive, palestre, piscine e altre strutture

l’importo corrisposto per la prestazione resa; i dati anagrafici del praticante l’attività sportiva e il codice fiscale del soggetto che effettua il pagamento. Le ricevute e le certificazioni dei pagamenti effettuati non vanno allegati alla dichiarazione ma conservati ed esibiti su richiesta dell’Agenzia delle Entrate. Viene, inoltre, concessa la possibilità di inserire tra le spese detraibili in dichiarazione, le erogazioni liberali in denaro ef-

dell’Agenzia delle Entrate. Nel caso in cui l’associazione abbia assunto la qualifica di Onlus si possono dedurre le liberalità in denaro o in natura erogate nel limite del 10% del reddito dichiarato e comunque nella misura massima di 70.000 euro annui; inoltre , è prevista una detrazione dall’Irpef nella misura del 19% da calcolare su un importo massimo di 2.065,83 euro per le erogazioni liberali e i contribuenti pos-

e impianti sportivi destinati alla pratica sportiva rispondenti alle caratteristiche individuate con decreto del presidente del Consiglio dei Ministri, o ministro delegato, di concerto con il ministro dell’Economia e delle Finanze”. Ai fini del riconoscimento della detrazione è necessario che la spesa sostenuta sia certificata con bollettino bancario o postale, oppure con fattura, ricevuta o quietanza di pagamento, indicando: la ditta, denominazione o ragione sociale e della sede legale o, se si tratta di persona fisica, nome, cognome e residenza, codice fiscale del soggetto titolare dell’impianto sportivo; la causale del pagamento; l’attività sportiva esercitata;

fettuate da persone fisiche in favore delle associazioni sportive dilettantistiche. La detrazione spetta nella misura del 19% e va calcolata su un importo complessivo non superiore a 1.500 euro per ogni periodo d’imposta. Anche in questo caso per fruire dell’agevolazione, il versamento deve essere eseguito tramite banca, posta, carte di credito, bancomat, carte prepagate, assegni bancari e circolari non trasferibili intestati all’associazione destinataria e la documentazione comprovante l’effettuazione delle erogazioni liberali non va allegata alla dichiarazione dei redditi, ma conservata dal contribuente ed esibita, se richiesta, agli uffici competenti

sono decidere, in sede di presentazione della dichiarazione dei redditi, di destinare alle associazioni sportive dilettantistiche il 5 per mille dell’Irpef dovuta. A questo punto, visto che la legge circoscrive eccessivamente il novero dei beneficiari della detrazione, si auspica che le agevolazioni fiscali per chi pratica sport, ad oggi limitate solo alle giovani generazioni, vengano estese anche alle altre fasce di età al fine di promuovere ed incentivare l’attività sportiva tra tutti i cittadini. Gilda Benevento www.contribuenti.it

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Genova, un Salone contro la crisi

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ur avendo risentito come gli altri settori della congiuntura economica non favorevole, il 51° Salone Internazionale di Genova non ha lesinato in termini di contenuti ed appuntamenti interessanti offerti ai visitatori, coniugando la migliore produzione internazionale con le eccellenze del design, dell’artigianato e dell’imprenditoria Made in Italy con un programma di accoglienza che ha mirato al coinvolgimento della città, alla educazione al mare, alla ecologia, allo sport, con uno sguardo alle dinamiche sociali politiche e fiscali.

Lasciati i bambini agli istruttori federali della scuola velica, allestita per i giorni del salone, il visitatore, libero di fantasticare l’acquisto della barca dei propri sogni passeggiando tra le oltre 2000 esposte ha potuto scegliere tra convegni tecnici come Nautica e Fisco, sugli aspetti politico-fiscali, le procedure doganali, i leasing, le prassi amministrative, le mostre fotografiche, la sezione Liguria della Biennale di Venezia e, grande novità di quest’anno, la prova in mare. Nell’ambito del Salone, alla presenza dei vertici della Unione Vela d’Altura Italiana e della Federazione Italiana Vela, è stato

assegnato all’armatore napoletano Vincenzo De Blasio il Trofeo Sergio Masserotti- Armatore dell’anno Uvai 2011. Emozionato e felice ha ringraziato il suo equipaggio, il suo tattico Paolo Cian ed il suo trimmer e velaio Alberto Grippo. Altro successo tutto partenopeo l’assegnazione del premio Fiv armatore offshore 2011, vinto dai fratelli Maurizio e Gianpaolo Pavesi ed il loro Le Coq Hardy che si sono distinti nelle regate d’altura con un equipaggio formato da soli amici. Antonella Panella

Navigare sbarca nei Campi Flegrei

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e cifre e le indicazioni che giungono dalla ventiquattresima edizione della manifestazione nautica Navigare, l’expò in mare della nautica in Campania, parlano da sole: quindicimila presenze in nove giorni, tre appuntamenti istituzionali di supporto all’economia del mare e segnali di ripresa del segmento lasciano più che soddisfatti gli organizzatori. L’Anrc, Associazione nautica regionale campana, presieduta da Marco Monsurrò, nel tracciare il bilancio consuntivo della propria manifestazione trova riscontri più che positivi da parte degli operatori di settore presenti ed intervenuti a Baia: “Possiamo sicuramente ritenerci soddisfatti per quanto presentato a Baia in questi ultimi nove giorni di esposizione - afferma Monsurrò - abbiamo messo le basi per realizzare una manifestazione che rappresenti con soddisfazione l’intera filiera della nautica. Ora dobbiamo attuare le progettualità pre-

sentate a Navigare dalla Regione Campania e dalle Camere di Commercio, per poter diventare un appuntamento di rilievo nazionale”. Non sono state solo le 107 imbarcazioni presenti in acqua, disponibili per le prove in mare, o i 40 espositori di accessori e servizi per la nautica presenti sul molo, a creare indotto, ma anche l’intera offerta turistica e archeologica dei Campi Flegrei. La stima di Anrc infatti valuta in circa 300mila euro l’indotto indiretto e in altri 200mila quello diretto creati dall’evento sul territorio di Baia. Una “ricchezza” che lo stesso sindaco di Bacoli, Ermanno Schiano, definisce “una linfa per la nostra comunità considerato il momento, lontano dalla stagione estiva”. Altro dato importante emerso a Navigare giunge proprio dalle richieste d’acquisto. Negli ultimi anni i compratori giungevano alla definizione del contratto attraverso un leasing, invece a Baia i rapporti d’interesse sono stati diretti a testimonianza

che nessuno più compra barche oltre le proprie capacità economiche. Il tutto eviterà, nell’immediato futuro, quanto accadeva in passato, ovvero il rientro in cantiere dell’imbarcazione per rate leasing non versate, intasando le aziende che dovevano gestire l’usato invece che produrre il nuovo. Insomma segnali di ripresa importanti che proiettano la nautica da diporto, e i servizi collegati, verso orizzonti meno cupi e che, già in primavera a Baia durante il prossimo appuntamento di Navigare, possono trovare riscontro: “Entro metà novembre – conclude Monsurrò – sarà riunita l’assemblea generale dell’Anrc per la definizione delle date dell’esposizione di primavera, tenendo conto del fitto calendario eventi del periodo legato al mare ed alla nautica”.

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conomia del mare

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erso un sistema integrato per la portualità turistica in Campania e Lazio: è l’obiettivo del protocollo d’intesa, siglato a Baia in occasione della ventiquattresima edizione di “Navigare” dai vertici delle Camere di Commercio di Latina, Napoli, Roma, Caserta e Salerno, in pratica una buona fetta della fascia costiera, ben 830 chilometri, che va da Civitavecchia a Sapri. Con questo accordo, i responsabili degli enti camerali intendono dare slancio allo sviluppo dell’economia del mare nei loro territorio, con un sostegno a tutte le filiere produttive con azioni di marketing territoriale; promozione dell’internazionalizzazione ed eventi fieristici di settore. Per Maurizio Maddaloni, alla guida dell’ente camerale napoletano, “questo accordo costituisce la concreta volontà di fare squadra in un territorio in cui la

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risorsa mare risulta centrale e fondamentale per lo sviluppo”. Gli fa eco il presidente della Camera di Commercio di Roma, Giancarlo Cremonesi: “è un segnale importante e, forse, in controtendenza rispetto alle politiche del Paese. Noi vogliamo semplificare la vita agli operatori, ridurre e ottimizzare i costi realizzando insieme servizi da fornire alle imprese e creare sinergie e alleanze per competere anche all’estero”. LE RICADUTE SUL LAVORO Secondo i dati di Unioncamere, l’economia del mare coinvolge in Italia circa 80mila imprese, dando lavoro a 670 mila addetti. Le due ragioni hanno un ruolo di primo piano: se si prende, ad esempio, il solo settore dei trasporti marittimi, in Campania sono localizzate il 9,6% delle imprese del comparto, mentre nel Lazio

sono localizzate il 9,1% delle imprese nazionali, per un totale delle due regioni che sfiora il 20% del dato nazionale. Questi numeri vanno letti anche in ragione del loro effetto moltiplicatore sul mercato del lavoro: secondo analisi del Censis, infatti, ogni 100 nuovi addetti nelle attività legate al mare, sono in grado di generare, a livello nazionale, ben 240 posti di lavoro, ed ogni 100 euro di richiesta di servizi o beni, producono, sempre a livello nazionale, un reddito di 224 euro. Applichiamo questi numeri ad uno dei settori portanti dell’economia del mare a supporto dell’industria turistica: il mercato crocieristico registra infatti 1milione e 140 mila movimenti annui (dati 2010) nello scalo di Napoli e 1 milione 950 mila tra sbarchi, imbarchi e transiti nel porto di Civitavecchia.


Sviluppo portuale Patto per il futuro tra Campania e Lazio Simone della CCIAA di Caserta e presidente Unioncamere Campania ha dichiarato – avrà un riflesso positivo anche per le zone interne, coinvolte per l’incredibile indotto che crea il settore nautico, compreso quello agroalimentare”. Per Antonio Ilardi, vice presidente della Camera di Commercio salernitana, “lo sviluppo della nautica e della portualità contribuisce anche alla riqualificazione urbana, come sta succedendo a Salerno dove sono in costruzione due nuovi porti turistici”.

NUOVI INVESTIMENTI L’intesa “Regio Prima Latium et Campania” punta a stimolare nuovi processi di investimenti pubblici e privati, attraverso un’ampia progettualità nei settori della cantieristica navale, turismo nautico, portualità e pesca. Primo passo la promozione e la sinergia tra iniziative fieristiche, sia per quelle già consolidate, quali il “Big Blue” di Roma, lo “Yacht Med Festival” di Gaeta, “NauticSud” e “Navigare”di Napoli, sia per da realizzare in provincia di Caserta e Salerno. Proprio i responsabili degli enti camerali di questi due territori sottolineano l’importanza di rafforzare, per l’economia del mare, un sistema a rete e le sinergie a sostegno delle imprese locali: “Un protocollo che coinvolge le aree che hanno sbocco sul mare – dice Tommaso De

IL PROGETTO INTEGRATO Un’intesa importante per una regione come la Campania, che ha 60 Comuni costieri (25 in provincia di Napoli, 4 in Terra di Lavoro e 31 nel Salernitano. Su queste aree si articola il sistema integrato della portualità turistica, che comprende una sessantina di porti, marine e approdi, per una portata economica, tra diretto e indotto, valutata nel 2008 in 723 milioni di euro. L’ampio programma di valorizzazione del sistema, avviato dalla Regione con la modalità del Progetto Integrato, prevede 100 milioni di euro già investiti a valere sui fondi europei 200-2006. Altri 74 sono programmati nell’ambito della programmazione 2007-2013. Il Progetto integrato prevede la realizzazione di interventi di messa in sicurezza, consolidamento e potenziamento degli scali, nell’ambito di un programma di razionalizzazione dell’offerta di approdi costieri nei centri urbani e nelle principali località turistiche della Campania. I NUOVI MARINA A dicembre 2010 sono stati avviati e in parte portati a termine circa 80 interventi

per una spesa di 97 milioni di euro. La previsione, entro il 2013, è di portare a termine gli interventi programmati dal Progetto integrato, con la realizzazione di ulteriori 6.100 posti barca: si va dai nuovi marina di Porto Fiorito a Vigliena (Napoli), ai porti salernitani di Pastena e Arechi (quest’ultima, progettata dall’architetto catalano Santiago Calatrava, vede la sinergia tra il Gruppo Gallozzi e Invitalia, l’Agenzia nazionale per gli investimenti e lo sviluppo d’impresa). Inoltre, dovrebbe vedere la luce il primo approdo turistico in Terra di Lavoro, il porto di Castelvolturno (project financing interamente privato per 85 milioni di euro). A questi si aggiunge il progetto della Waterfront Flegreo Spa, per la realizzazione di 300 posti barca, attrezzature, alberghi, ristoranti, parcheggi e residence nell’area industriale ex Sofer). IL PROJECT FINANCING Altri 1.200 posti barca saranno ricavati attraverso la riqualificazione e valorizzazione dei porti sorrentini di Marina d’Equa, Marina della Lobra e Puolo, nonché dei porti di Amalfi e di Forio d’Ischia, per una spesa complessiva di 63 milioni di euro. Tra le iniziative portuali concluse (per le opere a mare, ma non per le opere a terra) va segnalata Marina di Stabia, realizzato con circa il 50% di capitali privati, che dispone di 1.400 posti barca. Il completamento degli interventi del sistema della portualità privata, originariamente previsto al 2012, dovrebbe portare ad un incremento di circa il 50% dei posti barca attualmente disponibili in Campania al dicembre 2010. Ma, mai come in questo caso, il condizionale è d’obbligo… Francesco Bellofatto

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America’s Cup

CALENDARIO & LOCATIONS

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sei eventi nel 2012: il primo sarà a Bagnoli a fine aprile; tre/quattro venti nel 2013: il conclusivo a Bagnoli in maggio, da dove poi partiranno i team alla volta di San Francisco per la Louis Vuitton Cup. Gli eventi 2012 sono st ati assegnati a: Napoli Venezia Cascais Plymouth S. Diego Brisbane

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- ITA - ITA - POR - GBR - USA - AUS

omeriggio 1851: siamo nel Solent, luogo caro ai velisti di ogni epoca, il braccio di mare che separa l’Isola di Wight dalla costa meridionale dell’Inghilterra. Sotto gli occhi della Regina Vittoria lo schooner America esce dalla nebbia e supera il vascello reale, tagliando il traguardo. La Regina si rivolse ad uno dei suoi assistenti per conoscere il secondo classificato, ricevendo una risposta che è rimasta nella storia e che sintetizza, meglio di qualunque altra, lo spirito della Coppa America e la sua ricerca verso l’eccellenza: “Maestà, non v’è secondo”. La regata era la Coppa delle Cento Ghinee (tanto era costata), vinta dal New York yacht Club, e la vittoria rappresentava la rivincita del nuovo mondo sulla Gran Bretagna, fino ad allora considerata la più grande potenza navale del globo. Non solo, una vittoria di una giovane democrazia su una blasonata e coloniale monarchia. Da allora, per oltre un secolo, il trofeo è rimasto ben saldo nelle mani del New York Yacht Club, diventando la Coppa America, dal nome dell’imbarcazione che aveva vinto. L’America’s Cup è oggi il trofeo più difficile da conquistare nel mondo sportivo: fedele al motto “There is no second”, in oltre un secolo e mezzo dalla regata nel Solent, il più antico trofeo internazionale è stato vinto solo da quattro nazioni.

photo: Pierrick Contin

Nella sua storia, caratterizzata anche da battaglie legali, la Coppa America ha visto per lungo tempo la superiorità delle barche americane. Ma vanno ricordate anche le cinque sfide lanciate, tra il 1899 e il 1930, dall’imprenditore del the Sir Thomas Lipton, che pur perdendole sistematicamente, era riuscito, sul piano commerciale, ad affermare il proprio prodotto oltreoceano. E’ la nascita del sistema delle sponsorizzazioni, che ancora oggi assicurano il sostegno alla gestione dei singoli team e alla complessa organizzazione della Coppa. Il 1930, anno dell’ultima sfida di Lipton, vede schierati i nuovi J-Class, affascinanti velieri che hanno segnato un’epoca nella storia della vela internazionale. Nell’immediato dopoguerra, con una lunga sosta durata fino al 1958, la scelta cade sui 12 Metri S.I. Sempre con la costante affermazione degli Stati Uniti. La rivoluzione, nella formula della Coppa, avviene nel 1970 quando, per la prima volta, sono più nazioni a lanciare la sfida: è l’inizio delle “challenger series”, volte a selezionare lo sfidante del Defender. Le regate di selezione prendono il nome di Louis Vuitton Cup, dall’azienda che le sponsorizza fin dal 1983. Ed è anche l’anno che sancisce la fine della supremazia americana: scendono in campo gli australiani, con una barca, Australia II, dotata di una chiglia alata che imprimeva alla barca prestazioni


L’AC45 è stato progettato dal team design di Oracle Racing che lo ha sviluppato per le gare, i test e gli allenamenti del 2011. Questo catamarano high-tech di ultima generazione è spinto da un’ala alta oltre 20 metri e ha eccellenti prestazioni in condizioni di vento che spaziano dai 5 ai 30 nodi. In grado di risalire il vento ad una velocità prossima i 30 nodi, l’AC45 è stato progettato per restare agile durante i match race previsti dall’America’s Cup Race Management (ACRM). AC45 Lunghezza scafo - 13,45 m Larghezza massima - 6,90 m Altezza albero - 21,50 m Pescaggio - 2,70 m Dislocamento - 1400 kg Ala rigida - 85 mq Fiocco - 48 mq Gennaker - 125 mq Equipaggio - 5 persone

superiori a quelle delle altre, anche in condizioni meteo non ottimali. Gli australiani, in finale dopo essersi aggiudicati la Louis Vuitton Cup, si aggiudicano la Coppa dopo un’entusiasmante sfida con Liberty, guidata da Dennus Conner, “Mr. Coppa America”. L’evento si impone a livello mediatico in tutto il mondo: dopo 132 anni gli americani e il New York Yacht Club dovevano cedere l’ambito trofeo. Ma Conner non si da per vinto, e nel 1987 a Freemantle, sotto l’egida del San Diego Yacht Club, si aggiudica la Coppa umiliando il Defender per 4 a 0. Appena un anno dopo l’avvento dei neozelandesi, con l’insolita sfida tra due barche diverse: il 134 piedi dei kiwi e il piccolo catamarano di Dennis Conner, che detta supremazia. Battaglia, però, con lunghi strascichi legali, oltre il campo di regata. Dopo questa insolita sfida, il Comitato organizzatore introduce l’America’s Cup Class, ovvero barche molto simili tra loro dal punto di vista estetico, ma profondamente differenti nei dettagli. Il 1992 vede la sfida tra due team americani per conquistare il titolo di Defender, con Conner fu battuto dal miliardario Bill Koch. E’ anche l’anno dell’esordio italiano: tra gli sfidanti, i kiwi si arrendono al Moro di Venezia, team tricolore guidato da Paul Cayard. E’anche la prima imbarcazione di un paese non anglofono, nei 141 anni della Coppa,

photo: Pierrick Contin - GreenCom Racing

photo: Pierrick Contin


ad accedere alla finale, vinta dagli americani di Bill Koch. Nel 1995 la Coppa va all’emisfero Sud, con i neozelandesi di Black Magic guidati alla coppia Sir Peter Blake-Russell Coutts che sbaragliano il Defender, capitanato dalla coppia Conner-Cayard. Ancora italiani in finale con Prada Challenge, dopo aver conquistato la Louis Vuitton Cup al termone di una serie di entusiasmanti sfide con Paul Cayard e America One. Purtroppo il confronto con i kiwi, grazie all’esperienza di Coutts, si risolve in un 5-0 a favore del Royal New Zealand Yacht Squadron. Lo stesso Russell Coutts ed altri componenti del team neozelandese accettarono, poco tempo dopo la vittoria, la proposta di un imprenditore farmaceutico svizzero, Ernesto Bertarelli. Alinghi si trova al cospetto di altri sfidanti di spessore quali Luna Rossa, del Prada Challenge di Patrizio Bertelli e altri tre sfidanti statunitensi, tra cui Oracle di Larry Ellison. Altre sfide furono lanciate da Italia, Francia, Svezia e, per la prima volta dopo sedici anni, Gran Bretagna. La Louis Vuitton Cup 2003 va ad Alinghi con un entusiasmante 5-1 su BMW Oracle Racing. In finale il team di Roussel Coutts batte i connazionali guidati dal suo allievo Dean Barker: per la prima volta la Coppa America torna in Europa, in una nazione senza mare, la Svizzera. La Société Nautique de Genève accet-

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ta una sfida presentata dal Golden Gate Yacht Club di San Francisco, introducendo novità nella formula del trofeo per la 32ma edizione, come il vincolo della nazionalità e la possibilità, per i team, di ingaggiare velisti internazionali. Un nuovo organismo, l’AC Management, si occupa di tutti gli aspetti relativi alle Challenger Selection Series. La formula ha successo e l’edizione 2007, disputata a Valencia, diventa un evento globale con un programma di regate articolate in quattro anni e disputate in diverse nazioni europee. Cresce l’interesse del pubblico e so affacciano nuove nazioni, come la Cina e il Sud Africa. Emirates New Zeland, guidata da Grant Dalton, si aggiudica la Louis Vuitton Cup battendo Luna Rossa. In finale cedono ad Alinghi, per un solo secondo nella regata decisiva. La Société Nautique de Genève diffonde il Protocollo della 33ma America’s Cup, che vede il duello, anche legale, tra Alinghi e BMW Oracle Racing, guidato da Larry Ellison: due multiscafi giganteschi, con gli statunitensi che, ad un mese dall’inizio delle regate, sostituiscono l’albero con un’avveniristica ala rigida. A Valencia, nel febbraio 2010, la barca di Ellison dimostra una superiorità schiacciante: il trofeo ritorna negli Stati Uniti. Raffaele Rinaldi



Lysistrata nel Golfo il fascino del remo

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a sala della premiazione è gremita di regatanti che intonano un’ emozionante colonna sonora, l’Inno di Mameli, mentre le immagini del Campionato scorrono alle spalle dei vincitori. Dopo grande attesa, saltate anche quest’anno le date di fine maggio a causa del maltempo, si è disputata, il 2 ottobre la 102 esima coppa Lysistrata, storica regata organizzata dal Circolo del Remo e della Vela Italia, in condizioni meteo e di movimento marino perfette. A differenza dello scorso anno che ha visto la competizione svolgersi a Lago Patria, quest’anno gli organizzatori hanno deciso riportarla nello specchio d’acqua di via Caracciolo, per rispettare la tradizione che vuole la regata disputata in

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mare, per un tratto di 1000 metri, garantendo così lo spettacolo sul lungomare di Napoli. Nove le regate di questa edizione, più di 200 gli atleti in gara, 8 i circoli partecipanti, tutti campani tranne il romano Aniene, e proprio quest’ultimo ha strappato la Coppa al Circolo Italia, detentore del titolo negli ultimi tre anni. Si può dire però che parte della Coppa è rimasta a casa dato che nell’equipaggio del circolo romano, insieme a Andrea Palmisano, Luca Di Francesco, Lorenzo Porzio, Guglielmo Cavicchioli, Alessandro Orfei, Alessandro Rocchegiani, spiccano tre napoletani, Giuseppe de Vita, Gaetano Iannuzzi al timone, e Raffaello Leonardo, olimpionico e campione del mondo.

Subito dietro l’Aniene, secondo classificato è il Circolo Posillipo, mentre al terzo posto il Circolo Savoia, solo quarti i detentori del titolo del Circolo del Remo e della Vela Italia La Coppa Pattison, riservata al 4 jole categoria ragazzi, è stata vinta dal Circolo Posillipo, mentre la Coppa Romolo Galli, per le imbarcazioni 4 jole juniores è stata assegnata al Circolo Stabia. Il canottieri Napoli si aggiudica invece la Coppa Cappabianca. Visto il successo della manifestazione e le olimpiadi programmate a Londra per il mese di agosto, gli organizzatori hanno deciso di far disputare la regata del 2012 nuovamente ad ottobre. Claudia Campagnano


Il trofeo più antico d’Italia

110 anni con il vento in poppa

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u il magnate dell’editoria newyorkese Gordon Bennett Jr, nel 1909, a donare la Coppa al Real Circolo Canottieri Italia, come ringraziamento per l’ospitalità data al Lysistrate, il suo piroscafo. La coppa fu messa in palio per la prima volta quello stesso anno diventando così non solo il trofeo di canottaggio più antico d’Italia, ma anche la seconda regata più antica d’Europa, seconda solo alla Coppa del Re d’Inghilterra. Vinta quest’anno dal Circolo Aniene, la Coppa è stata vinta ben 28 volte dal circolo Canottieri Napoli. Il circolo del Remo e della Vela Italia l’ha conquistata 16 volte, mentre il Circolo Posillipo ed il Canottieri Savoia solo 10 volte. c. cam.

foto: francesco Rastrelli

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l Club Nautico della Vela ha festeggiato i 110 anni di vita: fondato nel 1901, ha collezionato, nel corso degli anni, successi e grandi consensi, ma ha visto anche succedersi momenti di seria difficoltà. Proprio gli ultimi dieci anni sono stati caratterizzati da una vera e propria “ricostruzione”, avviata e conclusa dall’energico presidente Gennaro Aversano, che ha rimesso in piedi il Club dopo i problemi che ne avevano seriamente minato le basi. “La lunga fase calante del Circolo - spiega il presidente - dovuta a difficoltà economiche che hanno inciso negativamente sulle attività sociali e sportive, è iniziata proprio nel momento di massimo splendore, durante le celebrazioni per il centenario e il Campionato Italiano Ims, trasmesso in diretta nazionale”. Uscire dal pantano della crisi è stato faticoso: “C’è voluto un grande lavoro e sforzo da parte mia, allora vicepresidente - continua Aversano - insieme ad alcuni soci realmente interessati alla vita del Club e non all’autocelebrazione e al rendiconto personale, per risolvere i problemi e riavviare le attività con successo. Sono stati davvero anni di dura manovalanza”. I risultati non sono mancati e hanno stupito tutti coloro che consideravano lo storico sodalizio ormai sconfitto. L’attività sportiva del Club è ripresa a pieno ritmo con la Regata dell’Amicizia ed i Trofei classici dedicati a personaggi che hanno segnato la storia recente della vela: Oreste Albanesi, Alessandro Chiodo, Gaetano Martinelli e Nino Cosentino. La scuola vela è stata riavviata con successo e attualmente, per i più piccoli, prevede anche un campo estivo. Sempre presenti in programma, inoltre, le attività dedicate alla cultura e al sociale, tra le quali visite guidate alla costa in barca a vela. Paola Vona

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TROFEO ALBANESI

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n libeccio di circa 8-10 nodi ha consentito il regolare svolgimento delle 6 prove previste e l’assegnazione del titolo del Primo Trofeo Oreste Albanesi, istituito per ricordare la figura dell’indimenticabile apassionato di mare e maestro velista. Vince il Meteor del Club Nautico “‘a fenestella” (Ruberto, Varelli, Noviello).Tutti allievi di Oreste. Hanno seguito “Euplea” di Mario Greca e “Re di Cuori” di Gianluca Albano. Ha vinto in categoria minialtura il Comet 21 “Grey Hound “ di Franco Paolo De Luca, timonato da Fabio Caldeo, seguito da “Angela” di Vincenzo Panella, per l’occasione timonata da Alberto Grippo. Terzo “Ares III” di Pasquale Scolamiero. Condizioni meteo marine meno fortunate hanno caratterizzato, invece, il trofeo Serapide organizzato, il 15 e 16 ottobre, dalla LNI di Pozzuoli. Il grecale che ha soffiato nel golfo a circa 35 nodi ha reso possibile una sola prova e non ha consentito una folta partecipazione. Delle dieci imbarcazioni che si sono avviate alla partenza, quattro hanno dovuto ritirarsi per i danni subiti a vele ed attrezzatura. Vince “Use me”, il Fun della scuola timonato da Antonio Niccoli, con Massimo Govoni alle scotte. Comet 21 d’argento per Luca Carafa, seguito dall’altro Fun “Cavallo Pazzo”. La prova disputata in memoria di Rosario Colella. Antonella Panella

SENTITE IN BANCHINA PIPALUK ALL’ARC 2011

Pipaluk, Jeanneau 54 armato da Francesco Massaro della Lega Navale di Sorrento, ha cominciato la sua avventura per la ARC 2011: La barca è partita alla volta di Gran Canaria dalla quale il 20 novembre prenderà il via la regata con arrivo all’isola caraibica di St. Lucia. Buon Vento!

TROFEO ACHILLE ONORATO

Disputato a Napoli il I Trofeo Achille Onorato, organizzato dalla Scuola Vela Mascalzone Latino per Optimist e O’Pen Bic. Vincitrice della classe O’Pen Bic è stata Angela Russo, allieva della scuola vela; per gli Optimist, fra i cadetti, ha vinto Giuliano Galiano (RYCCS), fra gli juniores ha conquistato il podio Luigi Michelini (RYCCS).

TROFEO DELL’AMICIZIA

La XXV edizione del Trofeo dell’Amicizia, organizzato dal Club Nautico della Vela di Napoli, è stata vinta, in classe ORC, da

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Oreste Albanesi Uomo di mare e di cultura, allievo ed amico di Nino Cosentino, Oreste Albanesi è stato a sua volta maestro di una generazione che ora naviga felice nel golfo ed oltre. “Il mondo della vela – si legge in uno dei manuali di vela scritti da Albanesi - offre un ventaglio di opportunità pressoché infinite: è vela sicuramente quella indirizzata alle competizioni olimpiche; è vela quella che conduce a fare il giro del mondo, caso mai in solitario… ma fa anche vela chi vuole farsi un giretto a prendere il sole, purché lo faccia secondo le buone regole della marineria, vale a dire in tutta sicurezza senza mettere a rischio né la propria né l’altrui incolumità”. a.pa.

Sexy di Marco e Carlo Varelli; in classe Meteor, da Titina La Strega di Maria Raffaella Borriello e da Lea di Massimiliano De Martino in classe Libera.

AUDI MELGES 20 EUROPE CUP

Scenario fiabesco per le regate dell’Audi Melges 20 Europe Cup, che chiude il circuito Audi Sailing Series Melges 20 a Venezia. Vince Audi Fratelli Giacomel (Guido Miani, Gabriele Benussi e Nevio Sabadin), concedendosi il lusso di non disputare l’ultima prova, grazie al vantaggio sul secondo, Notaro Team-Domenici-Fornaro. Il napoletano Legionario, di Giancarlo Capolino (tattico Francesco Ivaldi) che chiude al terzo posto.

GOLFO DI SALERNO PER 2 / PER TUTTI Alla “Golfo di Salerno per 2 / per Tutti” quest’anno solo undici le barche iscritte, nei raggruppamenti Crociera-Regata e Libera, che si sono date battaglia sul percorso costiero SalernoAgropoli-Salerno. L’unica barca a tagliare l’arrivo a 7 minuti dallo scadere del tempo limite è Stupefacente, il 36.7 di Antonello Stanzione (LNI Salerno).

CANOTTAGGIO: l’argento dei Mondiali

Dopo i successi di giugno all’Italiano di Ravenna, con 4 titoli napoletani, anche l’argento del Mondiale di Amsterdam è giunto sotto il Vesuvio. L’equipaggio italiano che ha sfiorato l’oro, conquistato dai tedeschi per 25 centesimi di secondo, era formato da Giuseppe Vicino (CRV Italia), Marco Di Costanzo (CN Posillipo), Simone Ponti e Mario Paonessa (Fiamme Gialle).



LNI una regata per

photo: Francesco Rastrelli

Mascalzone Latino Scuola di vita sul mare

persone speciali

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a Scuola Vela Mascalzone Latino ha da poco avviato, presso la sede del Molosiglio, i primi corsi. “Non intendiamo assolutamente stravolgere l’identità originaria della scuola - spiega il direttore Roberto De Rosa -: l’obiettivo principale resta, infatti, quello di portare avanti le attività dedicate ai ragazzi a rischio selezionati da associazioni e fondazioni attive sul territorio. Per il futuro intendiamo avviare anche un progetto di avvicinamento ai mestieri legati alla nautica da diporto, per il quale allestiremo un laboratorio”. Nel 2010 la Scuola ha accolto più di 200 ragazzi provenienti da ambienti disagiati di Napoli e provincia, che hanno avuto la possibilità di frequentare corsi di vela gratuiti e usufruire della mensa, della palestra e del servizio di doposcuola, seguiti da una psicologa e alcuni tutor. La Scuola organizza due Trofei, dedicati a Rita Morgera e ad Achille Onorato, entrambi inseriti nel calendario zonale FIV, durante i quali si è messa in luce, nella classe O’Pen Bic, una delle prime allieve della Scuola, Angela Russo, 12 anni, vincitrice del Trofeo Onorato e seconda al Morgera.

l mare è una “chiave” che consente di aprire qualsiasi porta, un mezzo per superare qualsiasi barriera: non ha dubbi il presidente della Sezione napoletana della Lega Navale Alfredo Vaglieco, presentando la nona edizione della regata di barche a vela per i giovani con sindrome di Down, valida come quarta prova del campionato autunnale. Un evento nel quale molto conta l’entusiasmo dei numerosi ragazzi che ogni anno prendono parte a questa iniziativa: quest’anno erano quaranta. La manifestazione è stata organizzata dalla Lega Navale sezione di Napoli e dall’Associazione Sindrome di Down, che si occupa di sensibilizzare l’opinione pubblica per un inserimento attivo nella società dei ragazzi affetti da questa malattia, e con l’adesione quest’anno, in occasione della giornata nazionale Sindrome di Down, della Marina Militare, della Regione Campania e del Comune di Napoli. Il sindaco Luigi De Magistris ha preso parte alla cerimonia di premiazione, consegnando gli attestati di partecipazione a tutti i ragazzi. Partita dal Molosiglio, in condizioni meteo che con raffiche di 30 nodi hanno messo alla prova i regatanti, la gara si è svolta nello specchio d’acqua di via Caracciolo, consentendo ai cittadini di assistere a questa manifestazione speciale. Un momento importante che consente ai ragazzi di sentirsi integrati nella società, e di sensibilizzare i cittadini sulla Sindrome di Down. Le imbarcazioni vincitrici del Trofeo sono state: Patricia con a bordo Livia Capozza, Jonathan Livingston con a bordo Salvatore Speranza, Vagamondo con a bordo Ilaria D’Alessandro, Twist con a bordo Gregorio Farina e Barbara III con a bordo Carmen Scianguetta. Prossimo appuntamento con la solidarietà per la Lega Navale Italiana è la regata del 14° Trofeo Telethon in programma il 17 dicembre nelle acque del Golfo di Napoli.

Paola Vona

Claudia Campagnano

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photo: Francesco Rastrelli


Saphira il 50 piedi dell’armatore Raffaele Archivolti, timonato da Paolo Cian, nel Campionato Invernale del Golfo di Napoli dopo le due prime regate guida la classifica della propria categoria, entrando così nell’albo d’oro della Coppa vinta in passato da prestigiose imbarcazioni quali Mascalzone Latino.

Saphira

si aggiudica la Coppa Pacifico

photo: Antonio Costantino


Quando la vela diventa..... Monica Di Franco, Iaia De Marco, Marilù Limone, Ivana Imparato

Donna

L’

UnoUnoCinque Sailing Team, associazione per la diffusione della marineria velica, ha da poco costituito un team tutto al femminile che ha già riscosso i primi successi. Roberto Madonna, vicepresidente dell’associazione, ci ha raccontato le diverse fasi del progetto. Come è nata l’idea di “tingere di rosa” il Sailing Team UnoUnoCinque? L’idea di formare un team composto interamente da ragazze ci è venuta seguendo l’ultima edizione della Ladies Cup che ha messo in luce le tante brave veliste del panorama partenopeo. Abbiamo così dato in gestione una delle barche dell’associazione, il Bavaria 36 Lady Fuzikian, a Monica Di Franco e Marilù Limone, due delle organizzatrici della Ladies Cup, perché partecipassero alle competizioni zonali della stagione sportiva 2011/2012 con un nuovo equipaggio tutto femminile. C’è qualcuno che vi ha sostenuto? Il progetto è stato portato avanti e si è concretizzato anche grazie allo sponsor Cia Sicurezza a cui l’idea è piaciuta molto. Nel mese di luglio il “Lady Fuzikian - Cia Sailing Team” è stato quindi ufficialmente composto da Monica Di Franco, Marilù Limone, Giovanna Capone, Iaia Di Franco, Claudia Ruberto, Anna Martone, Zelda Marino, Ivana Imparato e Marina Padulano (nella foto in lato). Che tipo di organizzazione è stata seguita? Le ragazze, con anni di esperienza alle spalle, da settembre hanno avviato gli allenamenti, seguite dal direttore sportivo dell’associazione Pietro De Vargas, per poi partecipare alla loro prima competizione, l’Ottovelante, e continuare da sole. Quali sono stati i risultati conseguiti fino ad oggi? L’equipaggio si è dimostrato da subito affiatato ed ha ottenuto notevoli risultati conquistando la coppa Nato Yacht Club e il terzo posto Overall in Classe Libera nel Quarto Campionato delle Isole. Ora il team è impegnato nel Campionato Autunnale di Napoli, anche se con GPH penalizzante, e per l’immediato futuro prevediamo la partecipazione al Campionato Invernale di Napoli o Pozzuoli. Paola Vona

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Short news 3-4 dicembre, Campionato Zonale Match Race

le del Golfo di Salerno, Comitato Circoli Velici Salernitani

4 dicembre, Pozzuoli, IV prova Campionato invernale del golfo di Pozzuoli

11 dicembre, Napoli, IV Prova 41° Campionato Invernale del Golfo di Napoli, Trofeo Martinelli, Club Nautico della Vela

11 dicembre, Salerno, III Prova 31° Campionato Invernale del Golfo di Salerno, Lega Navale Salerno 11 dicembre, Salerno, IV Prova 31° Campionato Inverna-

news

N

17 dicembre, Napoli, Trofeo Telethon, Lega Navale sezione di Napoli (www.velaincampania.it)

uovo programma e partner per la VII edizione di La Regata delle Torri Saracene, manifestazione di vela d’altura che da Marina di Stabia a Sapri, unisce i due golfi ogni estate con competizioni sportive ed itinerari turistici all’insegna di bellezze ambientali, storia e tipicità enogastronomiche. Il programma di quest’anno è stato anticipato in una conferenza indetta dalla Lega Navale di Sorrento al Comune sorrentino, nuovo partner dell’evento, dove Mario Muscari, presidente dell’associazione regata delle torri saracene ha svelato le tappe più eclatanti. La partenza anche quest’anno sarà da Marina di Stabia e l’arrivo è al Golfo di Policastro. Tra i circoli partecipanti avremo da quest’anno anche la Lega navale di Sorrento e il circolo velico di Vico Equense - spiega Muscari - La kermesse si svolgerà nella prima decade di giugno e il taglio del nastro di partenza sarà in diretta sulla web tv del sito www.30nodi.com media partner della nostra regata. Lungo il viaggio ci saranno vari appuntamenti enogastronomici, con la gara di cucina tra i regatanti e le escursioni nel Parco Nazionale del Cilento, via mare e via terra’’. Prove intermedie amatoriali, che non avranno però peso sulla scelta del vincitore. Il primo premio infatti andrà a chi percorrerà in meno tempo il percorso, andata e ritorno, da Marina di Stabia al porto di Sapri. L’appuntamento è dunque dal 2 al 12 giugno. Le iscrizioni sono aperte da oggi, per info e contatti è possibile visitare il sito www. regatetorrisaracene.it. È confermata anche la presenza al Salone Nautico Big Blu di Roma, dove sarà possibile iscriversi per la partecipazione alla regata.


Campionato Invernale di Roma

Trofeo Deutsche Bank

Mondiale di Apnea

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na passione profonda 61 metri quella di Maria Felicia Carraturo, unica atleta italiana al Mondiale di Apnea Aida 2011 svoltosi a Kalamata, in Grecia lo scorso Settembre. L’atleta napoletana sceglie un debutto mondiale e realizza il record italiano di “free immersion”, disciplina di discesa e risalita a braccia lungo il cavo. La storia di questa passione che si trasforma in una pratica sportiva nasce per puro caso: chiusa per lavori di ristrutturazione la piscina in cui si allenava per i master di nuoto, spinta dal fratello, Maria Felicia poco convinta si iscrive ad un corso di apnea. “La folgorazione l’ho avuta il 17 Marzo 2006, alla prima immersione – racconta la Carraturo in un giorno di pioggia, a Nisida. Mi sono tuffata dopo essermi lamentata con l’istruttore per le condizioni metereologiche, il mare grigio e il freddo”. Preoccupati dalla prolungata immersione, l’istruttore è sceso a prenderla a 15 metri, mentre, incantata, godeva del mondo sommerso. “Ho scoperto le conchiglie sul fondo!”, spiega così il suo trattenersi, in assetto costante, nel mondo di Nemo. Un paio d’anni di sosta dopo l’immersione del corso di 2° grado, in cui registra 31 metri

nonostante l’influenza, e torna a toccare i 53 a Sharm el Sheik. Calzato il monopinna, Felica si tuffa a 61 metri. Il campione italiano Federico Mana la nota ed esclama: ”sei da mondiale”! Nel 2010 il primo allenamento agonistico finalizzato al Mondiale; a Rodi, Enrico Lupo, suo allenatore da sempre, non può seguirla e l’affida a Giampiero Genovese. Il personale in assetto variabile raggiunge i 74 metri, fa pensare che può battere il record italiano di 75metri. In quella sessione di allenamento ogni volta che, per risparmiare energie, si tuffa aiutata dal cavo, si accorge che la “free immersion” le è congeniale. Scopre un altro modo di tuffarsi, più maturo, un’altra concentrazione, il piacere della lentezza, “in godimento”, come lei ama definirlo. Il tuffo deve darle piacere, ama ascoltare le sensazioni che le provoca e non esita a riemergere se le emozioni non l’accompagnano al record o alle sue quote abituali. Del mondiale dice di averlo vissuto in modo ”apneistico”, vivendo e assorbendo ogni emozione, orgogliosa di rappresentare l’Italia. Prossimo obiettivo di Maria Felicia: il record in assetto costante.

La 31° edizione del Campionato Invernale di Roma, iniziata il 30 ottobre con la prima regata, prevede 10 prove che si concluderanno l’11 marzo. Il successo della scorsa edizione, svoltasi su un unico campo di regata, con prove molto competitive ma anche equilibrate e con una classifica incerta fino all’ultimo, ha determinato la scelta di mantenere gli stessi raggruppamenti: Regata ORC e IRC, Crociera Veloce, Crociera, IOR e Minialtura si misureranno sullo stesso campo di regata con partenze e percorsi differenziati. Tornano inoltre le Vele bianche (minimo otto iscritti), raggruppamento che è stato riproposto per incentivare alcuni armatori/diportisti a diventare armatori/sportivi, mettendosi in gioco su un campo di regata. Per le Vele bianche sarà allestito un esclusivo percorso a triangolo. Per rendere ancora più competitivo e affascinante il Campionato, all’ultima regata del 2011 verrà assegnato al primo dei sette raggruppamenti il Trofeo Campione d’Inverno - Deutsche Bank. News e Bando di regata sono consultabili sul sito www.cvfiumicino.it sezione regate. Domenica 30 ottobre, le 115 imbarcazioni iscritte al XXXI Campionato Invernale di Roma, organizzato dal Circolo velico Fiumicino, si sono ritrovate sul campo di gara per la prima giornata di prove. Le previsioni dei principali siti meteo facevano temere il peggio, dando come intensità del vento massimo 4 nodi; invece alle ore 10,30 sul campo di regata si registravano 6/7 nodi da 90° gradi, questo ha permesso al Comitato di Regata di dare il via alla prima prova. Alla seconda bolina il Comitato ha effettuato un cambio di percorso, in quanto il vento è girato passando da 090° gradi a 130 gradi. Il vento durante lo svolgimento della regata ha raggiunto gli 8 nodi, permettendo di fare una bella prova; già in partenza si sono visti equipaggi determinati e belle manovre nonostante il poco vento. In classe Regata il primo a raggiungere la linea di arrivo è stato Asso di Fiori di Maurizio Fiori, seguito da Kalima di Franco Quadrana, e terzo Nautilus Wave di Pino Stillitano. Primo all’arrivo in classe Crociere veloce, Lampo di Massimo Piamonti, secondo Utopia di Fabrizio Proietti, seguito da Shirly di Claudio Rosi; mentre nella classe Crociera il primo a tagliare la linea d’arrivo è stato Patrizia di Gianni Scarpellini, davanti a Corto Maltese di Maurizio Angelillo e Flama di Miraglia e Ceroni. Nel raggruppamento Minialtura primo in tempo reale Parabellum di Stefano Punzo - Mad Fish, secondo Esterica3 di Mad Fish e terzo Beep beep j di Vanni Venezia. La classifica Vele Bianche vede primo in tempo reale Skorpion di Enrico Costanzo, secondo Maya di Gabriele Morale, seguito da Garopera di Massimo Gallo.

Antonella Panella

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Il bagno non viene più inteso solamente sotto l’aspetto funzionale dell’igiene personale ma diventa un luogo di esperienze sensoriali sempre più personalizzate

Stile & Design architetto@saphiranews.it a cura dell’architetto Roberta Errico

W ellness domestico Comfort e intimità Piante e leggere foglie cadenti diventano parte integrante degli elementi decorativi amplificando l’interazione con una natura sempre più dentro casa

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elle fiere di settore di ottobre i grandi nomi dell’architettura e del design italiano hanno messo sotto l‘occhio incuriosito di noi visitatori le loro interpretazioni dei modi dell’abitare ed hanno offerto spunti, riflessioni e nuove ispirazioni. Oggi ci occuperemo dello spazio bagno e di come la parte più intima di una casa riesca a trasmettere energia positiva e ci predisponga al meglio per una buona dose energizzante a prima mattina, quando il buon umore è d’obbligo, per affrontare a pieno regime le nostre indaffaratissime giornate. Con la sua nuova interpretazione, il bagno non viene più inteso solamente sotto l’aspetto funzionale specifico dell’igiene personale ma diventa un vero e proprio centro wellness domestico, luogo di esperienze sensoriali sempre più personalizzate. Un posto dedicato alla cura di sé oltre che del proprio corpo che le continue elaborazioni e sperimentazioni progettuali hanno reso sempre più protagonista dell’abitare contemporaneo ed oggetto di notevoli attenzioni sia da parte degli utenti che dei progettisti. Lasceremo perdere per una volta lo stile minimal, le sofisticate cromie dei grigi e delle tinte della terra, il total white, la matericità dei legni e dei rivestimenti naturali per farci sedurre da

quelle soluzioni e quelle possibilità decorative dominate dalla freschezza dei colori e la vivacità degli accostamenti. In alternativa ai pattern grafici, ai rivestimenti dai toni sfumati e naturali delle ambientazioni metropolitane vogliamo soffermarci sulle nuove atmosfere create invece dalle tappezzerie da bagno a base floreale che riportano dentro casa la freschezza delle nuances da giardino. Le linee morbide dei motivi dei tessuti a parete a contrasto con le rigorose forme dei sanitari e degli arredi che proponiamo in queste pagine ci avvolgono in una luce delicata e fantasiosa. Largo al colore: verde, fucsia, il tocco delle gradazioni del blu spesso accostate a maxi disegni a parete creano un gioco di contrasti perfetto. Piante e leggere foglie cadenti diventano parte integrante degli elementi decorativi amplificando l’interazione con una natura sempre più dentro casa. Accattivante l’energia elettrica delle forme e dei colori dei trend giovanili: perché farne a meno? Dedicati a chi non ama prendersi troppo sul serio: una serie di oggetti giocattolo come il pallone da calcio o il mappamondo che, trasformati in elementi funzionali, rendono gli accessori bagno veri e propri elementi compositivi che fanno divertire.

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*] Dedicato a chi non ama prendersi troppo sul serio: una serie di oggetti giocattolo che, trasformati in elementi funzionali, rendono gli accessori bagno veri e propri elementi compositivi che fanno divertire

istruzioni per l’uso La scelta della fantasia della carta da parati viene proposta sulla base delle ampiezze dei locali, così come anche la scelta dei colori. E’consigliabile qualora gli ambienti abbiano dimensioni contenute rivestire magari una sola delle pareti e lasciare il resto con nuances neutre per evitare un caos cromatico privo di linee guida. Il gioco di contrasti va fatto seguendo un unico filo conduttore di massimo due tinte base e tenendo il resto il più possibile in toni neutri. Sarebbe opportuno qualora la fantasia del parato costituisca un elemento vivace e preponderante che i sanitari, gli accessori, asciugamani e tappeti conservino linee un po’ più rigorose e colori più uniformi ma accostate naturalmente alle nuances delle tinte a parete. La presenza di verdi foglie anche organiche poste in verticale genera una piacevole sensazione di accoglienza e vitalità non solo visivamente ma anche olfattivamente e sono uno sfondo ideale per contrastare gli schemi minimalisti del design stile nordico. r.e.

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portfolio

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Orfeo Soldati, ha ricevuto numerosi riconoscimenti nazionali ed internazionali e pubblicato su molte riviste (in Italia, tra gli altri, “i Viaggi di Repubblica” e “Hystrio”, in Francia, “Photo”). Ha all’attivo alcune mostre personali, tra cui “Lettere da San Rafael”, con l’Alto Patrocinio dell’Ambasciata del Nicaragua in Italia, e “Sud&Sud”, con Francesco Bellofatto.

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Orfeo Soldati, napoletano, medico “sans frontières”, fotoreporter e raffinato gastronomo, ha viaggiato a lungo in Medio Oriente e in America Centrale. Come fotografo ha percorso molti sentieri: foto di scena, fotosub (istruttore PADI), ma soprattutto numerosi reportage di viaggio, che lo hanno portato ad esplorare alcuni tra i più suggestivi fondali del mondo, dal Mar Rosso ai Caraibi e all’Oceano Indiano.

Orfeo Soldati

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Eco Saphira

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Foto di Oliver Tjaden

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Il 14 ottobre scorso, nei cantieri navali Fassmer a Brema, Greenpeace ha ufficialmente varato la nuova Rainbow Warrior III. La costruzione è stata resa possibile dalle donazioni di più di 100mila sostenitori che hanno potuto acquistare varie parti della nave attraverso il sito http://anewwarrior.greenpeace.org. Progettata come veliero, l’ammiraglia della flotta ambientalista si propone come modello di imbarcazione ecosostenibile: i suoi alberi ad arco raggiungono i 54 metri sul livello del mare e, con una velatura di circa 1.260 metri quadri, permetteranno di ridurre le emissioni dei motori. La nave è inoltre provvista di un ponte portaelicotteri e di un collegamento satellitare con collegamenti a banda larga, consentendo al mondo intero di seguire l’equipaggio durante le missioni. La costruzione della Rainbow Warrior

III è cominciata nel luglio 2010, 25 anni dopo l’affondamento, nel porto di Auckland, della Rainbow Warrior I, durante un blitz delle forze speciali francesi nel quale morì il fotografo Fernando Pereira. Nel 1987, poi, l’acquisto della Rainbow Warrior II. Molte delle vittorie di Greenpeace a difesa dell’ambiente si devono proprio a queste imbarcazioni, “I Guerrieri dell’Arcobaleno”, battezzate così in riferimento ad un’antica profezia degli indiani Cree: “Arriverà un tempo in cui la Terra si ammalerà. Quel giorno uomini di ogni razza e cultura formeranno una nuova tribù e lavoreranno per curarla: li chiameremo i Guerrieri dell’Arcobaleno”. Sarà possibile visitare la Rainbow Warrior III il 14 e 15 Dicembre a Genova, unica tappa italiana del tour europeo inaugurale. Dopo, il Guerriero, punterà la prua verso l’Amazzonia. Paola Vona

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photo: Oliver Tjaden

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Napoli com’era

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a sirena prende terra qui, con coloni provenienti da Cuma che fondarono l’emporio portuale di Falero, a metà strada fra la spiaggia e l’isola di Megaride, all’ombra del colle di Pizzofalcone. Siano alle origini di Partenope, poi divenuta Palepoli, la “città vecchia”, che in epoca romana ospiterà l’Oppidum Lucullianum, ultima dimora dell’imperatore Romolo Augusto. Quel che restava del complesso fu riconvertito in un monastero monastico e poi in fortezza. La vera trasformazione di Santa Lucia avvenne sotto il vicereame spagnolo, con l’importante intervento affidato a Domenico Fontana, che trasformò l’area in uno dei più prestigiosi siti cittadini. Nel corso del Settecento divenne meta dei viaggiatori del Grand Tour, con le celebri dimore ed i primi alberghi, come quello dell’Aquila Nera. IL MARTIRIO DI CARACCIOLO Ma il nome di Santa Lucia è indissolubilmente legato a Francesco Caracciolo, ammiraglio della Marina Borbonica

e martire della repubblica napoletana del ‘99, che, per ordine dell’ammiraglio Nelson, fu impiccato e gettato in mare proprio davanti alla spiaggia del suo rione. Il suo corpo riemerse e fu recuperato dai pescatori di Santa Lucia, e fu sepolto nella chiesa di Santa Maria della Catena. LA COLMATA Il risanamento del quartiere avvenne dopo l’Unità d’Italia, con l’allargamento e la rettifica di via Partenope, e la colmata a mare (iniziata nel 1869 e completata nel 1919) con la creazione dell’attuale Rione Orsini. Un mutamento che sollevò molte voci critiche degli intellettuali dell’epoca, secondo i quali il fascino della zona sarebbe stato irrimediabilmente danneggiato: tra gli altri il poeta Ferdinando Russo e Matilde Serao, che bollò il risanamento come un’operazione di facciata. In effetti, togliere il mare a Santa Lucia suscitò all’epoca grande clamore. Era il porto del popolo, era l’approdo ove i pescatori tiravano a secco le loro barche, un punto di riferimento per gli emigranti che vi passavano avanti con i piroscafi diretti nelle Americhe.

GLI HOTEL DEL GRAND TOUR Ma con la colmata fu risanato anche il Pallonetto a Santa Lucia, il dedalo di viuzze strette e malsane che si inerpica alle pendici di monte Echia. La profonda metamorfosi di Santa Lucia accentuò, inbeve, il suo carattere turistico e residenziale, con l’edificazione di alcuni tra i più panoramici e prestigiosi alberghi partenopei: l’Excelsior, con la sua facciata liberty, il Santa Lucia, progettato da Giovan Battista Comencini ed il Vesuvio, fatto costruire dai finanzieri belgi Ermanno e Oscar Du Mesnil, ultima residenza del tenore Enrico Caruso. Accanto a questi, il centro congressi dell’Università Federico II di Camillo Guerra, palazzo Galli, opera dell’architetto Gino Coppedè; i due palazzi gemelli eretti sul lungomare dall’architetto Benedetto Nervi. (foto d’epoca delle collezioni De Felice e Gafio tratte da “Napoli in posa” Electa Napoli 1989) Erica Archivolti



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Tradizioni, storia e cultura nelle sale del Museo del Mare

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l mare, come gli uomini, oscilla tra amore e odio, tra compassione e crudeltà, rappresenta una sfida perenne per i naviganti, canta con una sua voce misteriosa e possente, racconta meraviglie lontane, ripete con il moto perenne dei flutti il monito dell’ardimento del romano Pompeo: “Navigare necesse”. “Vivere e conoscere” il mare, via superba ed aperta da tutti i lati, percorribile verso ogni terra, generatrice di ricchezza e potenza, è da sempre un imperativo categorico per la nostra città che ha istituito un “Museo del Mare” di carattere scientifico, altamente specializzato, demo-etno-antropologico, che ha sede nelle sale dell’Istituto Tecnico Nautico di Bagnoli, che vanta una lunga e vasta tradizione nel settore della didattica dell’arte della navigazione e della conoscenza dell’ambiente marino ed è intitolato ad un esploratore eccezionale: “Luigi di Savoia, Duca degli Abruzzi.” Le prime testimonianze dell’Istituto e del Museo risalgono al 1623 da quando entrambi divennero punti di riferimento per studia-

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re l’universo-mare. Questo Museo costituisce una realtà che promuove una salvaguardia sempre maggiore dell’eredità culturale marittima e nautica di Napoli; per il suo valore scientifico e tecnico nel 1922 è stato riconosciuto Museo Navale Europeo e nel 2007 Museo di interesse regionale; nel 1997 è diventato membro dell’Associazione dei Musei del Mare Mediterraneo. Inoltre, per il suo patrimonio centenario di eccellenza, ha meritato due medaglie d’oro: una alla Esposizione Universale di Bruxelles del 1910 e la seconda a quella di Genova del 1914. La raccolta museale è costituita da strumenti per la navigazione come bussole, ottanti, sestanti, orologi solari, inclinometri in perfetto stato di conservazione e funzionanti; modelli di imbarcazioni realizzati dagli allievi della specializzazione “costruttori navali” di raffinata fattura; modelli di cantieri ed apparecchi didattici; raccolte di documenti quali atlanti, carte nautiche, testi, foto e videotape. Il Museo è abituale luogo di studio e sperimentazione per gli allievi che si prestano a guidare i visitatori fornendo

dettagliate informazioni sulla evoluzione storica della navigazione e delle scoperte geografiche di terre lontane compiute con splendidi velieri, sulle conoscenze scientifiche dei marinai che elaborarono le carte nautiche dette portolani, le tavole astronomiche e quelle Amalfitane che costituirono il primo Codice delle leggi marittime. I percorsi culturali che si snodano per i visitatori sono molteplici: Storia della marineria, delle comunicazioni e della navigazione, Sala delle navi, Sala di architettura navale, Sala Macchine, Sala Marconi, Sala Navigazione. In questo luogo si può apprezzare l’importanza dell’esperienza degli infaticabili nostri uomini di mare le cui anime vivevano immerse in un unico pensiero: “bisogna andare oltre il mare, lontano lontano dove l’orizzonte curva, verso l’ignoto e l’indefinibile, inseguire il sogno senza confini, superare i propri limiti fino a quando la potenza dello spirito riuscirà a stringere in un abbraccio immenso il mondo intero”. Jole Buonfiglio


Tradizioni del Mare Una rete senza byte

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e masse colorare di reti su pontili e banchine mi ha sempre affascinato per l’ordine e la capacità di vecchi pescatori di poter riparare, armati di pazienza e di pochi e semplici utensili, quell’ingente massa di canapa, nodi e cordame. Basta andare a Mergellina, nel tratto di spiaggia antistante gli chalet, per trovarli al lavoro. Una vita di mare dietro alle spalle, spesso aiutati dalle loro donne, ti sorridono e ti spiegano i segreti tramandati di generazione in generazione. Le reti sono in filo di canapa, lavorato con la tannatura, che da il classico colore rosso-bruno, un’operazione che si ripete almeno una decina di volte all’anno. I fili incrociati a quadrato, vengono fissati alle armature con nodi, piombo e sughero. Il segreto è nel rispettare la distanza delle maglie, il “lume”, mantenendo sempre inalterato, per la stessa rete, il tratto di filo tra nodo e lato.

C’è differenza tra rete e rete: da posta fissa, da deriva, da circuizione e a strascico. Tra le prime, la lampara e la cefalara, mentre tra quelle a strascico la mazzonara, la sciabica e la paranza. RETI A STRASCICO Le reti a strascico dei pescherecci sono simili a quelle delle paranze; tra il sacco e la bocca viene inserita, per tutta la sua lunghezza, una striscia, detta Tassello, che protegge la rete dal deterioramento causato dal continuo sfregamento. Inoltre queste reti più grandi sono spesso dotate di due tavoloni, i divergenti, che aprono i due cavi e le bande della rete. LAMPARA La lampara, lunga 20 metri, ha un sacco molto largo, con una bocca di circa 100 metri di circonferenza. Questo tipo di rete – spiegano i pescatori – ha molti sugheri nella parte superiore e piombi in quella inferiore. La pesca viene condot-

ta da 3 barche, delle quali una dotata di lampada a luce intensa. Le altre due barche mantengono l’estremità della corda di un’ala e del sacco. La barca con la lampada si pone al centro dello specchio d’acqua dove viene calata la rete, in modo da richiamare un gran numero di pesci. PARANZA La paranza, invece, è un sacco a forma di cono largo tra i 20 e i 30 metri. Le pareti, chiamate “braccia”, possono raggiungere i 120 metri e terminano con stazze di legno per tenerle aperte, e con un sistema di corde che convergono in un grosso cavo di canapa, lungo da 800 a 1000 metri, che ha la funzione di rimorchiare la rete. Il sacco draga il fondo con la parte inferiore, mentre quella superiore è tenuta sollevata dai sugheri. La paranza è manovrata da una coppia di barche. Raffaele Archivolti

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II racconto di

Floriana Tursi

I

l caldo della controra si era fatto insopportabile, le tende immobili, non c’era un filo d’aria e Lucia si alzò lenta dal letto, con un panno si asciugò il sudore dalla fronte e dal petto e si affacciò al balconcino, che dava su un piccolo largo. A quell’ora in giro non c’era nessuno, sentiva solo lo zampillare della fontanella che le dava un po’ di ristoro e il frinire sincopato delle cicale che avvertiva il mondo della calura. Fuori acqua terra e fuoco, l’aria invece sembrava sparita. Rientrò in casa per infilare i sandali, corse per la scala breve e uscì in strada. Non c’era che avviarsi verso il mare, ma non in spiaggia. A luglio lì c’erano solo turisti e lei con i turisti il bagno non se lo faceva, la rena sarebbe tornata sua alla fine di settembre. Arrivata sul ponte del Castello Aragonese, si tolse le scarpe e scavalcò il muretto di piperno, che a quell’ora scottava e scelse gli scogli alla sua sinistra che rimanevano all’ombra delle mura di tufo, con tre salti fu su una pietra bianca e piana. Infilò le gambe nell’acqua e si bagnò le faccia, la nuca e le braccia. Assaporò l’acqua salata e i suoi pensieri trovarono una strada tranquilla. E sul mare

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ricomparve anche l’aria, così le sembrava ristabilita l’armonia. Pensava a suo padre, sapeva che sarebbe sbarcato il 15, ci mancavano solo 6 giorni. Lui ci aveva passato la vita sul mare, lei voleva fare lo stesso e si stava preparando. Anche quest’anno era stata tra i primi del suo corso all’Istituto Navale di Procida. Si era svegliata alle sei tutto l’inverno per arrivarci da Ischia, ma le piaceva, anche quando il freddo tagliava la faccia ci andava volentieri. La mamma non era contenta “‘Na femmena adda faticà a terra, adda fa ‘e figli.” Diceva sempre. Forse nemmeno il padre era contento, ma capiva la sua voglia e poi pensava che un foglio di carta qualunque le sarebbe servito, che con gli anni e con l’amore di un bravo giovane, avrebbe cambiato idea. Il contatto con l’acqua di mare era proprio una medicina, non sentiva più caldo, tutta la frenesia dell’estate si scioglieva in una pace profonda, cullata dal vento profumato di alghe. Lo sguardo si allungava verso Vivara, passando sulle barche dei turisti e su quelle dei pescatori. Poteva trascorrere ore a guardare le scintille d’oro che il sole faceva sull’acqua, e il piccolo brulicare

L’Autore Floriana Tursi vive e lavora a Napoli. Ha scritto numerosi racconti pubblicati da Kairos, Boopen Led e dal quotidiano

“Il Roma”. E’ autore del libro umoristico “Tamarreide, un tamarro è per sempre” edito nel 2010 da Boopen Led, nel 2011 ed ha pubblicato il racconto “Mohek” in “Antologia per il decennio”, edito da Historica Edizioni. Ha in fase di pubblicazione due pezzi sull’ “Enciclopedia degli scrittori inesistenti”, in uscita da Boopen Led. Menzione speciale al Premio Troisi, finalista al Premio Ceriale.


animale della scogliera intorno ai suoi piedi immersi. Il sole era a un palmo dall’Epomeo, quando si decise a rimettere i piedi a terra. La strada ora rigurgitava una lava di gente che pareva si fosse risvegliata tutta nell’attimo in cui la luce abbagliante si era attutita nell’ombra del tramonto. “Lucì che belli capill’ ca tien’!” era Salvatore, ogni volta che passava di lì, usciva dalla trattoria e diceva sempre la stessa frase, era il suo modo di salutarla. “Cia’ Salvato’ va a cucinà ch’è tardi. Statt’ buon’.” Lei rispondeva sempre, sapeva che gli uomini la guardavano, ma uomini non ce ne stavano nel suo cuore

Lucia

Il caldo continuava e i giorni passavano, Lucia guardava l’isola con distacco, i forestieri la rendevano diversa, cambiavano i panorami a terra e a mare. Poi il 15 arrivò, avevano appena apparecchiato per la cena quando squillò il campanello, suo padre aveva le chiavi, ma suonava sempre e a lungo prima di entrare. L’uomo gettò un enorme sacco cerato sul divano e le corse incontro. Si abbracciarono forte, e suo padre le accarezzava i capelli e le baciava la faccia, poi la scostò un po’ da sé e col pollice le fece una piccola croce sulla fronte. Quella benedizione la commosse, le ricordava tutte le sere della sua infanzia: quando c’era, suo padre gliela faceva sempre prima di metterla a letto e quando non c’era, lei desiderava che tornasse, perché andare a letto senza quella croce le faceva malinconia e le ritardava il sonno. Erano passati mesi senza quella croce. La presenza di Don Carmine rasserenava la casa, persino i lineamenti tesi di mammà si distendevano, e la nonna Zelinda dormiva più tranquilla sulla poltrona accanto alla finestra. Lui assaporava il riposo a terra facendo lavoretti manuali in casa e fuori, e lunghe partite a scopa con gli amici alla gelateria della piazza. La sera, usciva in barca a pe-

scare, solo o con Tommaso Tre Denti, lo chiamavano così perché l’acqua di mare gli aveva consumato il sorriso. Un mezzogiorno infuocato suo padre le disse: “Piccerè ti voglio portare a pescare, vuo’ veni’?” A pescare? Una donna su una barca da pesca era una cosa rara, un privilegio che a volte le turiste compravano col danaro, tanto per passare una nottata diversa, ma per suo padre e per lei non era così. Lucia conosceva bene il valore di quella richiesta. “Madonna mia papà, a pisca’, certo che si.” rispose “Ce jamm’ a nuttata primm’e Sant’Anna.” E così anche la data era stata stabilita. La mattina di quel giorno speciale cominciò di notte. Alle due il padre la svegliò con un tocco lieve sulla spalla, ma lei era in allerta, le bastò aprire gli occhi e tutti i sensi le furono presenti. Si vestì più presto che poteva, non dimenticò la lana: un cappello e un maglione. Non le serviva nient’altro. La barca stava alla fonda, sotto l’ombra del Castello, era un gozzo che poteva avere settant’anni o uno, li fanno sempre alla stessa maniera e don Carmine l’aveva voluto col timone a barra: se lo sentiva in mano, era “n’ata cosa”. Un ragazzino riccio li portò dal molo alla barca, remando mollemente. Saltarono a bordo lei, don Carmine e Tommasino. Tommaso sganciò la barca dal corpo morto e don Carmine mise in moto, Lucia cercava di rendersi invisibile, il padre prese il timone, e si avviò al largo seguendo la striscia d’argento che la luna lasciava sull’acqua. Il rumore del piccolo diesel non copriva quello dell’acqua sotto lo scafo. Tutto il resto era silenzio. Arrivarono sulla secca, e la barca rallentò. Lei e Tommaso calarono lo stascico, e poi a prua innescarono le lenza per la traina di costa, c’erano tanti ami e tante sarde che puzzavano, alle tre del mattino e a stomaco vuoto, le veniva da vomitare, ma sarebbe morta prima di darlo a vedere. Stavano fuori Sant’Angelo e andavano a “tunnacchielle”, era un azzardo, il passo c’era, ma era ancora un po’ presto. La rete di fondo dragava la rena e in superficie saltavano le piume gialle della traina poi le esche andarono giù di un po’ e Don Carmine le disse “Mantieni la lenza.” La luce della luna piena nascondeva le stelle e il cuore di Lucia batteva a mille. La loro era una recita muta, una danza tra le sagole, una liturgia propiziatoria. Lo stato d’animo, non è quello del cacciatore, non devi sparare, ti devi giocare la partita, e la partita è lunga e seria pure per te: sei tu e loro, i pesci. Tu col ferro, ma loro nel mare. Quand’erano in linea con la Punta del Soccorso, fuori Forio, la lenza vibrò e si tese.

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photo: Federico Radice

Si tese tantissimo, lo scorrere veloce del nylon le ferì le segnò le mani a sangue. Tommaso voleva sollevarla dal peso e dal dolore, ma Lucia gli lanciò uno sguardo muto che voleva dire “ce la faccio”. Bastò mettere un piede sul sughero, Lucia guardò il padre e non ci fu bisogno di aggiungere altro, Don Carmine aveva già cominciato a girare la barca, descriveva cerchi concentrici sempre più piccoli e Lucia imbarcava la lenza, a bracciate lente. Il pesce faceva resistenza a scatti, doveva essere grosso e la ragazza, a piedi larghi, stendeva le reni per mantenersi in equilibrio. Le mani le facevano male. A quattro, cinque metri dalla fiancata il pesce sembrava stremato, era immobile, ma nell’acqua scura non si vedeva bene, don Carmine fermò i motori e si accostò. Lo tirarono sotto bordo. Non era una tonnacchiella, era una lampuga, forse. Sarà stata poco meno di un metro. Nessuno diceva nulla, il motore era spento, solo lo sciabordio dell’acqua sulla fiancata e i suoni trat-

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tenuti che Lucia faceva per lo sforzo. Nonostante facesse freddo la ragazza sudava, per la fatica e per l’emozione. Calata verso l’acqua la guardò bene, era una lampuga, aveva una testa enorme, bombata e occhi tanto piccoli da sembrare ciechi. D’improvviso la bestia ebbe uno spasimo, fortissimo, s’inarcava fuori dall’acqua, si ribellava all’amo e di nuovo la lenza stretta intorno alla mano le fece scorrere il sangue. Tommaso si avvicinò per aiutarla ma lei fece segno di no col capo, il padre le porse l’uncino di ferro, Lucia aspettò che il pesce si fermasse di nuovo e con la sinistra l’arpionò sul fianco. La tirarono a bordo in tre. Sul pagliolo si muoveva ancora. Alla ragazza non pareva possibile. Guardava il dorso scuro della bestia che ancora muoveva le branchie. Il dolore alle mani la scosse e si accorse del sangue che le rigava le mani e gocciolava per terra, sul sangue del pesce. Si affacciò fuori bordo per sciacquarsi nell’acqua di mare.

Don Carmine le dette un bicchiere di rosso e una focaccia, poi riaccese il motore. Lucia si sedette nel pozzetto, con le spalle appoggiate, quel po’ di sangue che ancora perdeva, le bagnava il pane, ma lei continuava a mangiare lenta mentre gli altri due cominciarono a tirare lo strascico. Piano piano la sfogliara diventò una grossa palla nella quale saltavano spasmodicamente i pesci, con un rumore che sembrava lo sbattere d’ali di un grosso stormo d’uccelli. Arrivarono merluzzetti, sogliole, cuocci, un pesce bandiera che luccicava sinuoso sotto la luna, una stella di mare, paranzella, seppie e orate, sarde, e aguglie brillanti, e la ricciola. Tirata a bordo la rete, in ginocchio, i due uomini dividevano il pesce per pezzatura e Lucia restituiva al mare le stelle marine, i cavallucci e quei pesci che erano troppo piccoli per essere sacrificati. Poi Don Carmine girò la prua verso casa. Seduta tra le cassette di pesce, Lucia guardava le piccole luci rosse e verdi ai lati della poppa, proprio al centro la Stella Diana con il suo alone di latte, Lucifero portava il giorno. Arrivarono al molo, immersi nella luce rosa dell’aurora. Prima di scendere a terra, suo padre la guardava negli occhi e in quelli vedeva il suo passato e anche il futuro che la vita le avrebbe riservato, gli occhi di Lucia stavano già guardando il futuro, anche se lei non lo sapeva. Poi immerse la mano nell’acqua, le segnò la fronte con l’acqua di mare “Chi e’ patrone do’ mare, e’ patrone d’a terra”disse.



U

n campionato un pò sfortunato quest’autunnale di Vele di Levante che ha potuto disputare finora solo il Trofeo Petrella, seconda prova in calendario, grazie all’unica giornata di condizioni meteo soddisfacenti. Restano dunque da recuperare la prima e la terza prova, in calendario 9 ottobre e il 6 novembre scorsi, due date in cui l’equipaggio di Vele di Levante è rimasto a terra a causa di condizioni meteo marine poco rassicuranti; si cercherà di recuperare almeno una delle due prove entro la fine del campionato. Il 23 ottobre scorso, invece, decisamente meno forte il vento (nella prima giornata aveva raggiunto i 30 nodi) ma condizioni meteomarine migliori, un leggero grecale ha spirato per quasi tutta la mattinata, quando finalmente, quasi

al limite per il segnale di partenza, un salto di 180 gradi ha consentito la partenza dei 40 regatanti che con 5–7 kn di vento si sono disputati il trofeo su un percorso a bastone, ridotto all’occorrenza a soli 2 giri in luogo di 3 a causa di un ulteriore calo del vento, risoluzione che ha consentito a tutte le imbarcazioni di ultimare la prova. Ampia la soddisfazione degli organizzatori della manifestazione che vedono di anno in anno crescere il numero dei loro iscritti, più di 50 per questa edizione, segno che puntare sulla promozione dello sport velico, per un modo democratico di fare vela, alla portata di tutti, decisamente da i suoi frutti. La flotta si ritroverà il 20 novembre a Castellammare di Stabia con Scoglio D’Ercole. Claudia Campagnano

Vele di Levante

Classifica provvisoria Classe ORC A First Lady Micciariello Mimm One

Classe ORC B Eccù Belle Fortuna che c’è

Classe Minialtura Mary Poppins Grande vento Greyhound

Classe Libera A My Dreams Masaniello Monita

Classe Libera B Mon Soleil Thule Refola

Il Viaggio. Quando le api vanno a vela..

andar per libri

di Vincenzo Morgera e Silvia Ricciardi Guida Editori Pagine: 144 - 13 €

Il libro “Il Viaggio. Quando le api vanno a vela”, scritto da Vincenzo Morgera e Silvia Ricciardi, e pubblicato da Guida Editori nel 2011, racconta la significativa esperienza di alcuni ragazzi “difficili” coinvolti nel progetto sperimentale di recupero sociale promosso dall’Associazione Jonathan ONLUS con le sue Comunità “Jonathan”, “Colmena”, “Oliver” e “la casa di Luca”, in collaborazione con l’associazione di vela solidale “Un ponte nel vento” di Ischia. Cinque minori a rischio, ospiti delle Comunità, hanno infatti affrontato un impegnativo percorso durato nove mesi che li ha portati ad essere parte di un vero e proprio equipaggio di velisti, preparati e competitivi. Il progetto ha quindi puntato ad impiegare l’attività velica

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come strumento pedagogico in grado di educare al lavoro di gruppo, alla collaborazione e, soprattutto, al rispetto delle regole per il raggiungimento dei propri obiettivi. Sotto forma di diario di bordo il libro descrive il particolare “Viaggio” intrapreso dai ragazzi, costantemente assistiti da Vincenzo Morgera e Silvia Ricciardi, sociologi di lunga esperienza, e dallo skipper Andrea Proto, alla scoperta del mondo del mare e della vela. Conclusione dell’esperienza la partecipazione all’edizione 2010 della storica Regata dei Tre Golfi a bordo dell’X-372 Istria. All’ interno del testo, pagine scritte dai ragazzi durante la traversata, fotografie e interventi di operatori del settore. Paola Vona


ROTTE DI GUSTO

kitchen@saphiranews.it

Insalatina di seppie e fagiolini su biscotto partenopeo dal pomodoro Ingredienti per 4 persone: 4 freselle 400 g seppie 500 g fagiolini 100 g pomodori maturi 2 pomodori secchi sott’olio una costa di sedano mezzo limone Olio di oliva e.v. Sale e pepe

Procedimento Pulire le seppie e scottarle in padella da entrambi i lati per 1’. Condire con sale olio di oliva e.v. e un pizzico di pepe. Raffreddare e tagliarle sottilmente. Sbollentare i fagiolini in acqua e sale e raffreddare in acqua e ghiaccio e poi aprire i baccelli. Condire poi con poco olio di oliva e.v. e sale. Premere il mezzo limone e aggiungere l’olio di oliva e.v. mescolando con una frusta o con un frullatore ad immersione. In proporzione di una parte di succo di limone e 3 parti di olio Frullare i pomodori con un poco di sale e olio, passare poi in modo da ottenere un coulis di pomodori leggero. Tagliare sottilmente ed il sedano e immergerlo in acqua e ghiaccio Tagliare anche i pomodori secchi a listarelle Assemblare il piatto Bagnare le freselle con acqua e aggiungere poi il coulis di pomodori Sovrapporre poi in ordine prima i fagiolini, le seppie tagliate, il sedano e completare con le listarelle di pomodori secchi Prima di servire decorare il piatto con una strisciata di nero di seppia!oliva e.v. e prezzemolo Gianluca Ferrante

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Cinema fantastico

Sulla scia del successo degli anni passati l’Istituto Francese di Napoli, insieme al Goethe Institut, al Cervantes e a Stella Film, presenta Cinema Fantastico. Dal 28 novembre al 3 dicembre una settimana di proiezioni cinematografiche di film fantastici, nelle sedi degli istituti di lingue e del Cinema Modernissimo. Il programma completo sarà disponibile dal 15 novembre. www.france-napoli.it Tra terra e mare con gli esperti del Centro Studi Gaiola Il Centro Studi Gaiola, promuove interessanti iniziative alla scoperta di luoghi unici per valore naturalistico, paesaggistico e storico-archeologico. Oltre ai due itinerari storico-naturalistici, tra il Parco archeologicoambientale del Pausilypon ed il Parco Sommerso di Gaiola, il Centro propone gli appuntamenti con lo Snorkeling ed il Diving scientifico, alla scoperta di un mondo unico, tra natura e archeologia sommersa, accompagnati da biologi ed ecologi marini. Sempre attivi, inoltre i Laboratori Didattici per le scuole, dedicati alla biologia marina, all’archeologia o allo studio di flora e fauna. Per info: www.gaiola.org – 081.2403235/5754465. Le 12 fatiche di Ercole al MAV di Ercolano. In scena al Museo Archeologico Virtuale di Ercolano una iniziativa per scoprire la vita vissuta prima dell’eruzione vesuviana del 79 d.C. Abbinando alla visione dello spettacolo, la visita agli scavi archeologici, lo spettatore – visitatore sarà in grado di avere una visione totale del periodo in questione. La location d’eccezione consentirà poi di approfondire meglio, attraverso una nuova modalità di fruizione culturale, i volti e i nomi degli antichi ercolanesi con il loro stile di vita e la storia della loro comunità e, una volta acquisiti tutti gli elementi storici per addentrarsi nella realtà del tempo, si assisterà alla rappresentazione teatrale del più grande eroe greco: Ercole. Per info e prenotazioni: www.tappetovolante.org - 081.8631581 Il Sentiero dei Misteri L’Associazione Culturale Mani e Vulcani propone, per tutti i week-end di Novembre e Dicembre, due interessanti percorsi di visita narrati a luoghi noti e meno noti della città di Napoli. Requie, repuoso, refrische, cunzuolo…condurrà i visitatori alla scoperta del cimitero delle Fontanelle, il più grande e noto tra gli ipogei storici cittadini, luogo unico ed irripetibile che rivela il singolare, stravagante, strettissimo rapporto del popolo napoletano con la morte.

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L’itinerario I misteri del Presepe Napoletano mira invece a far conoscere le oscure origini della rappresentazione della Natività ed i significati più nascosti e impensati che ogni singola scena e componente della scenografica e magnifica costruzione del Presepe tradizionale cela. Per info e prenotazioni: www.manievulcani.it 081.019.82.35 - 340.423.09.80 Villaggio Della Vela Il XXIX Trofeo Accademia Navale & Città di Livorno e il Villaggio della vela, binomio ormai inscindibile del panorama velico italiano, sono in programma dal 21 aprile al 1 maggio 2012. Riconfermato anche il premio Italia per la Vela: i candidati saranno resi noti nel gennaio 2012. Cassandra 2001-2011 Al PAN (Palazzo delle Arti Napoli) una Mostra sulle idee del 2001 e i fatti del decennio. Dalla guerra ai disastri ambientali e dalle lotte sociali alla crisi economica ai grandi eventi. Tutta la cronaca, con video, prime pagine e memorie web, vignette di Altan, Ellekappa e Vauro. E ancora, reportage di guerra da vari fronti, le battaglie per la difesa dell’acqua pubblica e una stanza dedicata ai fatti di Napoli 2001 con fotografie di vari artisti e una sezione documentale per raccontare i dieci anni del World Social Forum, con fotografie, fumetti, video. Città Del Gusto Continuano i corsi professionali e amatoriali presso la Città del Gusto, tenuti da chef selezionati da Gambero Rosso. Per tutto il mese di Novembre e Dicembre infatti andranno avanti le serate “A cena con lo chef”, con grandi nomi del panorama nazionale, per scoprire i segreti dei loro piatti più famosi, gli appuntamenti con i consigli dei nutrizionisti e le ricette degli chef ideali per le mamme in dolce attesa e ancora i corsi della domenica mattina, destinati a tutta la famiglia, sempre nelle attrezzatissime cucine didattiche di Coroglio. Per informazioni: www.cittadelgusto.it Il Giovane Ribera A Capodimonte, fino all’8 gennaio 2012, una mostra dedicata al grande pittore spagnolo, considerato tra i maggiori esponenti della pittura di area naturalista e caravaggesca in Italia e in Europa. 40 capolavori del giovane Ribera per scoprire le tele che sono state spesso

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oggetto di appassionato dibattito. Tra le opere in esposizione un gruppo di dipinti, alcuni dei quali esposti per la prima volta, che documentano con grande efficacia i momenti diversi dell’attività romana e i successivi sviluppi napoletani, prima che il pittore giungesse a quella svolta stilistica che lo avrebbe portato, dopo il 1624, alla piena maturità, fase alla quale appartengono alcune celebri opere.quali il Sileno ebbro, il San Girolamo con l’angelo del Giudizio e la Trinitas terrestris e santi. Da Sud. Le radici meridionali dell’unità nazionale Una grande esposizione a Palazzo Reale invita a riflettere sui sessant’anni che hanno preceduto il Plebiscito dell’ottobre del 1860. Dalla Rivoluzione del 1799, ai moti del ‘48 alla spedizione dei Mille. Quattro generazioni di meridionali che hanno vissuto e creato la Storia e l’hanno intessuta di infinite, piccole e grandi storie. Una mostra dove documenti, quadri, cimeli unici, molti mai esposti, non sono solo pezzi museali ma tornano a vivere e a trasmettere l’emozione del momento. E, insieme, un grande esperimento di multimedialità per far entrare il visitatore nel cuore vero dei fatti. Opera ad Arte, Arte all’opera Nel più antico teatro lirico d’Europa, è stato inaugurato il MeMus - Museo e Archivio del Teatro San Carlo. La nuova realtà culturale è il manifesto della vita artistica del Teatro San Carlo luogo emblema della città. Come primissima mostra è stato deciso di esporne la storia raccontata attraverso l’incontro tra opera e arte contemporanea. Studio Azzurro ha curato l’allestimento e l’ideazione realizzando una galleria multimediale interattiva (scenografia fatta da schermi di tulle, schermi a quinta, teli scenografici e leggii) che comunica lo stretto rapporto tra arte contemporanea, artisti e scena teatrale. Quattro gli ambienti che diventano un unico spazio immersivo in cui poter approfondire la conoscenza di uno degli artisti tra quelli presenti (Kentridge, Paolini,Kiefer, Paladino, Marchen, Pomodoro).


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Questo mese Scatta il mare ha scelto una foto scattata a Procida da

Adele Gagliardi

catta il mare

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Terzo classificato

Raffaello Granata

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Secondo classificato

Piero Miseno

Questa rubrica nasce per chi ha la passione della fotografia: tutti possono partecipare, basta mandare le immagini all’indirizzo mail: scattailmare@saphiranews.it

Menzione speciale

Lucia Done


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