Saphiranews febbraio 2012

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Anno II Serie II n.2 - FEBBRAIO 2012 - ISSN 2240-3558

saphira news COPPA COPPA AMERICA: AMERICA: SEMPRE SEMPRE PIÚ PIÚ VICINA VICINA ARCHEOLOGIA: ARCHEOLOGIA: BAIA BAIA SOMMERSA SOMMERSA VELA: VELA: NOVITÀ NOVITÀ DAL DAL MONDO MONDO DINGHY DINGHY NUOTO: NUOTO: LA LA VICHINGA VICHINGA IMMA IMMA CERASUOLO CERASUOLO


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saphira news Pubblicazione Mensile Registrazione del Tribunale di Napoli n. 12 del 07.01.2011 Anno II Serie II n. 2 Edito a cura della Arpi Costruzioni S.r.l. Via Roberto Bracco n. 45 80133 Napoli Tel. 081/19363633 www.saphiranews.it www.facebook.com/saphiranewsmagazine Direttore Editoriale Raffaele Archivolti direzione@saphiranews.it Direttore Responsabile Francesco Bellofatto f.bellofatto@saphiranews.it Redazione Erica Archivolti Claudia Campagnano Paolo De Luca Sonia Oloferni Antonella Panella Paola Vona redazione@saphiranews.it Collaboratori Luca Canzanella Veronica Cardella Roberta Errico Ginetto Esposito Gianluca Ferrante Laura Madoi Annamaria Lilla Mariotti Paola Zanoni Pubblicità commerciale@saphiranews.it Progetto Grafico Pablo Donadio per Graphite srl Tatiana Smirnova Stampa Grafica metelliana - Cava Dei Tirreni (SA) Associato USPI ISSN 2240-3558 I singoli autori sono gli unici responsabili del contenuto degli articoli e degli spazi pubblicitari pubblicati. É vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari. In copertina Dinghy a Napoli, particolare, foto di J.R.Taylor

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olte rivoluzioni sono già avvenute sotto i nostri occhi nel campo dell’editoria ed oggi assistiamo a quella che dalla digitalizzazione ci dovrebbe portare alla mobilità. Secondo molti analisti i nuovi dispositivi digitali di lettura, palmari o tablet, sono diventati i possibili protagonisti destinati a dettare il successo ed il fallimento del settore media. Gli editori di successo, pertanto, dovrebbero essere in grado di trasferire i loro contenuti digitali su questi gadget esattamente come hanno fatto nel passaggio dal cartaceo al digitale. Senza dubbio la seconda metà del 2011 è stato un periodo difficile per giornali e riviste, lo dimostra L’Audit Bureau of Circulations che ha rivelato che la vendita di riviste negli Stati Uniti è, mediamente, scesa di quasi il 10 per cento in un anno, con punte che sfiorano il 20 per cento; e le cinque riviste con le vendite più alte in edicola hanno tutte riportato importanti cali. Un calo delle vendite, colpendo i ricavi, dovrebbe spingere più che mai le aziende editoriali a modernizzare rapidamente il loro mestiere. Ma cosa vuol dire modernizzare? Se lo si intende con seguire le mode forse potrebbe essere la risposta al fatto che gli editori trovano così tanti ostacoli nella loro strategia mobile. Difatti si assiste continuamente ad un susseguirsi di insuccessi con la produzione di application estremamente deludenti, nonostante il cospicuo dispendio di risorse. Viene spontaneo quindi domandarsi perché molti editori, grandi e piccoli, investano tanto per sostenere squadre esperte in tecnologia, cadendo nella trappola di non riconoscere i propri limiti ed ignorando il potenziale del marchio cercando nei posti sbagliati la ricetta del successo. Da un sondaggio che ha coinvolto oltre 100 editori digitali di tutto il mondo è risultato che opinione condivisa sia accreditare lo sviluppo della mobilità come unica area critica, ma poi, con altrettanta condivisione, si riconosca che questo sia più facile a dirsi che a farsi. Personalmente spero che l’industria editoriale possa prendere semplici e convenienti decisioni verso strade molto più banali, la tecnologia deve rimanere un mezzo e non il fine, e che gli editori si concentrino, pertanto, di più sui contenuti ed analizzino le vere motivazioni dei cali delle vendite; non sempre ciò che tutti fanno è ciò che è giusto fare.


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Primo piano 4 COPPA AMERICA SEMPRE PIÚ VICINA Mare in Mostra 7 BAIA SOMMERSA

Altri sport 10 LA VICHINGA RITORNA PER CONVINCERE Veleventi 12 SI PRESENTA A ROMA LA REGATA DELLE TORRI SARACENE

La pagina del Minialtura 30 WARNING SIGNAL PER IL CAMPIONATO MINIALTURA DEL GOLFO DI NAPOLI Solidarietà a riva 32 UN’ONDATA DI SOLIDARIETÀ CON I GIOVANI AMICI DEL MARE Altri Sport 34 APNEA News dalla classe j24 36 RIPARTE IL CAMPIONATO J24

Regate 14 INVERNALE DEL GOLFO DI POZZUOLI

Diario di bordo 38 ATLANTIC RALLY FOR CRUISERS 2011

Regate 15 INVERNALE D’ALTURA “CITTÁ DI BARI”

Eco Saphira 39 PROGETTO EKO

Regate TELETHON 16 SAPHIRA SI AGGIUDICA IL TROFEO

Andar per Libri 40 RACCONTANDO PROCIDA

Regata 17 XIX TROFEO MARCELLO CAMPOBASSO Altri sport 18 INVERNO TEMPO DI SCI Veleventi 21 NOVITÀ DAL MONDO DINGHY Portfolio 22 LUCA CANZANELLA Il Racconto 24 L’UOMO DEL FARO

Rotte di gusto 41 SOUPE GERMOU - ZUPPA DI ZUCCA Stile & Design 42 METAMORFOSI DI LUCE 44 ISTRUZIONI PER L’USO 46 AGENDA

sommario

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Un mare di cultura 26 I FARI E LA LORO EVOLUZIONE ATTRAVERSO I SECOLI

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COPPA AMERICA SEMPRE PIÙ VICINA

Partiti il 6 febbraio i lavori per le strutture che ospiteranno a via Caracciolo gli appuntamenti di aprile per le World series

photo: Pierrick Contin

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a Coppa America a Napoli? Se fosse un film, sarebbe certamente “Fino all’ultimo respiro”. Ma a cinque mesi dall’annuncio, tra conferme e smentite istituzionali ed immancabili pasticciacci burocratici, il 6 febbraio sono finalmente partiti i lavori sul lungomare di via Caracciolo, che tra il 7 ed il 15 aprile ospiterà le World series dell’America’s Cup. Con buona pace di Enti, Soprintendenti, esperti e burocrati. Ma procediamo con ordine. Tutto comincia una mattina di fine estate 2011, con un felice proclama dalla neo Giunta di Luigi de Magistris, a capo di palazzo San Giacomo da poco più di tre mesi, sulla candidatura napoletana ad accogliere ben due eventi dell’America’s Cup tra aprile 2012 e maggio 2013. Location prescelta, la splendida quanto deturpata baia di Bagnoli, nell’ex area Italsider. La città già pregusta quel profumo di protagonismo, tipico delle capitali quando si ritrovano ad accogliere star ed eventi internazionali, come qui non se ne vedono dal G7 del 1994. Presto però lo slancio s’infiacchisce. E mentre le istituzioni prendono (o perdono) tempo, spunta improvvisamente la candidatura di Venezia per le World series. Che, con un guizzo politico, riesce ad aggiudicarsi a settembre. E’ a quel punto il tepore burocratico cessa anche in Campania, ed il sindaco De Magistris vola insieme a Paolo Graziano, presidente di Confindustria Napoli, a Plymouth per incontrare Richard Worth, presidente dell’America’s cup. Si trova un’intesa, e Napoli riguadagna due nuove regate, sempre per le stesse date. Si ritorna a Bagnoli, l’ “Iliade per le World series” è conclusa: la città vince la sua battaglia. Ora però inizia l’Odissea per avviarle. Si mormora che i piani di attuazione siano superficiali, e che non garantiscano la totale funzionalità dei luoghi nella massima sicurezza. Presto gli ostacoli sopraggiungono a go-go, ed i lavori non partono per uno stop della Procura di Napoli: l’esame delle acque ne rivela un eccessivo inquinamento, troppo pericoloso per ospitare regate. Poco dopo, si aggiunge anche il Ministero all’Ambiente, che sostanzialmente conferma il veto dei pm. Siamo ormai a dicembre: la “America’s Cup Napoli” società di scopo creata da Comune, Provincia, Regione e Unione Industriali napoletani, veleggia verso la burrasca. Abbandonata l’area Flegrea, si punta al lungomare di via Caracciolo. Ma tutto è da rifare: le gare, i programmi, le pratiche. La zona su cui tralaltro si agisce ora, richiede che ogni progetto, anche per una sua minima modifica temporanea, vada sottoposto a ben due Soprintendenze: quella archeologica e quella ai Beni paesaggistici. L’ok della prima arriva dopo poco, mentre Stefano Gizzi, soprintendente in carica a Palazzo Reale, più volte chiede di modificare le bozze. E non

photo: Pierrick Contin


photo: Pierrick Contin

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ha tutti i torti: il territorio è infatti sottoposto al cosiddetto “Vincolo del rispetto”, varato nel 2005 per tutelare la visibilità del panorama e l’integrità dei monumenti. Dopo un mese di accordi, arriva il nulla osta e partono i lavori. A ritmo forsennato, recuperando il tempo perso. La location, tra Castel dell’Ovo e via Nazario Sauro sarà percorsa da circa 4500 automezzi, che scaricheranno oltre 50 mila tonnellate di massi. La scogliera già presente sarà prolungata di 75 metri da un lato, 95 dall’altro, con un integrazione di 4 pontili removibili e alcune boe. Il Circolo del tennis accoglierà i team sportivi e la stampa, mentre il Borgo marinaro si trasformerà in Media center. Tutto da attuare in 45 giorni, per il collaudo del 23 marzo. Totale spesa: 4 milioni di euro. Attenzione però: vista la singolarità del luogo, la Soprintendenza ha garantito un vincolo eccezionale di soli 90 giorni: effettivo dunque solo per la tranche velica di aprile. Al termine, tutto verrà rimosso. Da lì il Comune avrà un anno circa per trovare un altro luogo per le regate successive. Paolo De Luca

photo: Pierrick Contin

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Baia Sommersa, un tesoro infondo al mare (I parte)

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ggi proponiamo un’immersione nel passato aprendo lo scrigno di un tesoro sommerso nel golfo di Pozzuoli: l’antica città di Baia. Il mare, forziere eccezionale, così come il Vesuvio per Pompei ed Ercolano, per effetto di quei fenomeni vulcanici che sul territorio flegreo, dove Baia sorge, si manifestano attraverso il bradisismo, rendendo la terra viva, dinamica. Già a sei metri sotto il livello del mare, resti di impianti termali, vasche, spaccati murari e pavimenti a mosaico; si presenta così il più importante centro termominerale dell’antichità, lussuoso posto di villeggiatura per i patrizi romani, ai subacquei che affrontano l’avventura sottomarina per godere il fascino della città citata da Orazio, che fu magnifica e famosa, movimentata e sfolgorante di marmi e che, secondo la leggenda, deve il suo nome, a Baios, compagno di Ulisse, che fu sepolto sul litorale. La meraviglia di questo sito archeologico, solo dal 2002 equiparato ad Area Marina Protetta con l’istituzione del Parco Archeologico di Baia, affidato alla Soprintendenza per i Beni Archeologici di Napoli e Caserta, si è palesata per la prima volta nel 1956 agli occhi di Raimondo Baucher, Ufficiale Pilota da Caccia e due volte campione del mondo di immersione in apnea, durante un volo in pattuglia acrobatica “…in una giornata di straordinaria limpidezza del cielo e del mare mi apparvero forme sottomarine simmetriche e regolari. Mi incuriosii e, intuendo che si doveva trattare di resti sommersi, scattai dal cielo delle fotografie…”. Baucher aveva individuato i resti del Portus Julius. “L’avvenimento ebbe risonanza in tutto il mondo ed in particolare in Vaticano, con l’interessamento personale del Papa, perché nelle Sacre Scritture si parla dello sbarco di San Paolo a Pozzuoli attraverso un canale e l’arrivo in una darsena, chiaramente visibili nelle mie fotografie aeree”, dichiarò in un’intervista. Un complesso portuale che si estende su una superficie di circa dieci ettari, voluto nel 37 a.C. nella zona tra l’Averno e Lucrino, dal collaboratore di Ottaviano, Marco Vipsanio Agrippa, nel quadro di uno scontro navale contro Sesto Pompeo, che aveva il dominio dei mari. Il porto era difeso da una diga stretta e lunga che congiungeva Punta dell’Epitaffio alla Punta Caruso, su cui passava la via Herculanea, oggi perfettamente visibile ai visitatori grazie alle opere di recupero. Ma la parentesi militare durò poco e già nel 12 a.C. il porto, a causa dell’insabbiamento fu riconvertito a scopo civile, la flotta militare spostata nel vicino ba-

mare in mostra

Arte, cultura, ingegno, lusso sommerso, tutto questo è l’antica Baia, la città immersa.

foto di Guido Villani - zolfo Secca Fumosa

foto di Guido Villani - Pavimento termale Portus Julius

“Lungo le pilae sommerse dell’antico porto, inoltre è pos-

sibile effettuare delle splendide immersioni naturalistiche, riconoscendo sui grandi massi diversi tipi di spugne e i mattoni tipici dell’epoca. Tra la fauna ricca e depositi minerali, dal fondale sedimentoso sgorgano le fumarole, manifestazione dell’attività vulcanica della zona. In un particolare punto la temperatura supera gli ottanta gradi.”

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cino naturale di Miseno e la zona tornò ad essere luogo di cure termali e lussuose residenze. Da questo momento storico, la nostra immaginazione viaggia nel tempo sollecitata da quei resti sommersi, riportati alla luce solo dopo il ’60, grazie al laborioso lavoro del prof. Lamboglia, prima e della Soprintendenza alle Antichità di Napoli dopo, nonché dalla passione di Gennaro Di Fraia, Eduardo Scognamiglio, Nicolai Lombardo e non ultimo Claudio Ripa. Ci lasciamo rapire dal fascino del Ninfeo dell’ imperatore Claudio, riportato alla luce dopo il rinvenimento casuale di due statue, rovinate dall’azione dei litodomi, i costosissimi e famosi datteri di mare, riaffiorate a seguito di una importante mareggiata, del 69. Le sculture, raffiguranti Ulisse ed il suo compagno Baio mentre si apprestano ad inebriare Polifemo prima di accecarlo, facevano parte dell’abside posto in fondo alla sala rettangolare adibita a triclinio, che possiamo immaginare di percorrere trasformando le pinne in calzari, oppure, indossando gli abiti degli ospiti di Stato,comodamente trasportati da piccole imbarcazioni mediante le quali possiamo occupare il posto a tavola provenienti direttamente dal mare. Lungo i lati, quattro nicchie, abbellite da diverse statue, rivenute nel tempo e conservate dal 1977 nella sala allestita al museo del Castello di Baia, dove è riprodotto il Ninfeo sommerso. Copia delle stesse statue sono collocate nei punti originari sott’acqua così da rendere più suggestiva la nostra immersione. Continuiamo a pinneggiare e nuotiamo fino al complesso termale, seguendo la strada basolata che lo costeggia, perfettamente visibile e mantenuta, percorriamo la breve rampa che consentiva la discesa alle terme sotto Punta Epitaffio frequentate nel III sec. dai nostri avi patrizi ed entriamo. Ricordando che i Romani prestavano molta attenzione ai

flussi di persone per evitare intasamenti e calca nelle terme, seguiamo uno dei percorsi predisposti, di tipo circolare, che prevedevano partenza ed arrivo separati; noto è il passo del Satyricon in cui uno schiavo di Trimalcione rimprovera alcuni ospiti che cercano di uscire dalla stessa porta da cui erano entrati. Attraversiamo l’ambulacro col suo calpestio di tessellato bianco parzialmente conservato, superiamo il cortile dove sorgeva una fontana, di cui resta l’elevato per non più di due filari laterizi, costeggiamo una delle pareti della natazio, quella ad ovest, probabilmente priva di aperture così da assicurare la privacy ai bagnati, transitiamo nella sala di raccordo e smistamento, deponiamo gli abiti nell’apodyterium, ambiente con due aperture ed anch’esso dotato di una pavimentazione di tessere bianche ed entriamo nel tiepidario, la zona meglio conservata delle terme, tanto che le pareti variano dai m 0,40 a m 1,35 agevolando l’immediata lettura della pianta. Se non gradiamo il caldo torrido del calidario entriamo subito nella zona centrale del frigidario la cui apertura sud occidentale ci riporta a recuperare i nostri effetti personali ed i nostri abiti nell’apoditerio. Ma vale la pena soffermarsi qualche istante in questo che è l’ambiente più grande di questo quartiere sommerso, ed in cui sono stati rilevati molti rimaneggiamenti che nel tempo ne hanno mutato l’aspetto. Un interessante gioco prospettico, creato dai due setti murari curvilinei, conduce lo sguardo dei bagnanti, immersi nella grande vasca absidata, verso quella piccola sul lato opposto. Chi invece dall’apoditerio si spinge subito nel calidario potrà reinventarsi architetto d’interni in tunica e immaginare le decorazioni parietale e pavimentale, purtroppo completamente scomparse. La fantasia sarà aiutata dai frammenti di marmo rosso e “serpentino”, trovati nelle fasi di pulizia che lascia supporre, una pavimentazione marmorea. A questo punto,

Statua di Antonia Minore – particolare del Ninfeo di Claudio - calco di originale del I sec.d.C. Archivio Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei

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foto di Guido Villani - mosaico Villa Protiro

foto di Guido Villani - Ninfeo Punta Epitaffio

rilassati e rigenerati non ci resta che uscire attraversare lo splendido ninfeo di forma emidecagonale, con tre absidi, rivestito di marmi policromi, ed arricchito da quattro colonne in marmo nero e da sculture delle quali ne è rimasta solo una proveniente dall’Egitto, conservata al Museo Nazionale nella sezione dedicata alla terra dei Faraoni. Lasciate le terme potremmo portarci a villa Pisoni, e sbirciare chi ordisce trame contro Nerone, ma forse è meglio rimandare la politica al prossimo numero e spostarci verso le peschiere, nella speranza di trovare del buon pesce fresco. Le ville che dal promontorio si allungavano in mare, prevedevano una parte semisommersa, per garantire il continuo riciclo dell’acqua, costituita da arcate che davano su delle vasche, in cui poter pescare pesce fresco all’occasione. La grossa rivoluzione fu l’idea di Sergio Orata, dubbio, come si narra, se abbia dato il nome al pesce allevato o se da questo l’abbia ereditato. Egli creò un reticolato in cui i pesci riuscivano ad entrare, ma, pur tenuti ossigenati ed alimentati, non vi uscivano. Aveva inventato l’itticoltura. Fu inoltre, come riportato da Plinio, il primo allevatore di ostriche e mitili ancora oggi importanti nell’economia di questa piccola baia che si sdraia sul mare flegreo. Antonella Panella

Nel 2002 nel tratto di mare compreso tra il molo OMLIN e il lido Augusto, ai piedi del vulcano Monte Nuovo è stato istituito il Parco Sommerso di Baia equiparato ad Area Marina Protetta. In questi 119 ettari sono state individuate tre zone di tutela: nella Zona A – riserva integrale, che si estende ai piedi di Punta dell’Epitaffio e segna il limite nord della piccola insenatura di Baia, sono un ninfeo del I sec. d.C. e lungo una strada lastricata due ville di età imperiale, la Villa a Protiro e la Villa dei Pisoni; nella Zona B - riserva generale, ai piedi del Monte Nuovo sono visibili le strutture che servivano al funzionamento del Portus Iulius; nella Zona C - la Secca delle Fumose, a circa 600 metri dalla costa. Da qualche anno, la Lega Navale di Pozzuoli svolge, in virtù anche del protocollo sigillato con la Soprintendenza, un’attività di monitoraggio ed informazione sul posto, evitando che diportisti distratti o disinformati possano maldestramente essere tentati di ormeggiare nella zona del Parco Sommerso. Nello stesso protocollo, rivolto ai giovani, l’interessante progetto, già in corso, di informazione e divulgazione della conoscenza e della salvaguardia del Parco e delle tecniche di immersione. In particolare l’obiettivo di formare tra gli studenti dell’istituto superiore Falcone di Pozzuoli, delle figure professionali da impiegare quali future guide del Parco Sommerso. Agli stessi studenti è stato affidato la “custodia” di Portus Julius. Indirizzi utili: www.campaniabeniculturali.it Parco Archeologico Sommerso di Baia Via del Castello, 39 - Bacoli Info e prenotazioni: 081 52 33 797 – 081 52 35 992 www.parcoarcheologicosommersodibaia.it www.baiasommersa.it Centro Sub Campi Flegrei Via Napoli, 1 - 80078 Pozzuoli Tel. 081 853 15 63 www.centrosubcampiflegrei.it Lega Navale Italiana sez. Pozzuoli Via Celle, 21 - 80078 Pozzuoli Tel 081 193 69 319 segreteria@lnipozzuoli.it

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altri sport

La Vichinga ritorna in vasca per convincere

Imma Cerasuolo all’Olimpiade di Atene 2004

Imma Cerasuolo all’Olimpiade di Atene 2004

Imma Cerasuolo all’Olimpiade di Atene 2004

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All’Olimpiade di Londra per continuare a scrivere pagine di sport

l campione lo riconosci subito, bastano poche parole per distinguere un fuoriclasse nello sport e prima ancora nella vita. Colpisce la capacità di lottare, la forza nel credere nelle vittorie, ma anche nelle sconfitte, l’umiltà, l’empatia e quell’innata voglia di vincere che ti fa rialzare anche dopo un insuccesso, pronto a guardare al prossimo traguardo. Questo è il caso di Immacolata Cerasuolo, per tutti Imma, napoletana, classe 1980, campionessa olimpionica categoria S08, vincitrice di due medaglie (oro nei 100 farfalla e d’argento nei 200 misti) nelle Paralimpiadi di Atene nel 2004 e finalista e record europeo a Pechino nel 2008. Bella, alta, capelli biondi che le incorniciano il viso, un sorriso che incanta e due occhi grandi verde smeraldo che sprigionano una gioia di vivere contagiosa. La sua passione per il nuoto e per quella particolare simbiosi che solo i nuotatori riescono ad avere con l’acqua nasce presto. All’età di 7 anni inizia a nuotare, su consiglio medico, per un accenno scoliotico e da quel giorno non ha mai smesso. L’allenatore della sua squadra ne intuì subito il talento, la sottoponeva a duri allenamenti, la mattina pre-

corpo, in modo particolare per un nuotatore. In un attimo vide i suoi sogni infrangersi, ma con quella forza che contraddistingue i fuoriclasse decise che nella battaglia con il dolore doveva essere lei a vincere. «Da sportiva mi sono rialzata, ho concluso gli studi e, dopo un paio di mesi, sono ritornata in acqua con la stessa voglia di vincere. Devi prenderti cura anche del dolore perché la vita è un dono e, anche quando ti capita qualcosa di negativo, devi pensare subito a una cosa positiva che possa riequilibrare il tutto. È come una gara, non è mai finita se non tocchi». Imma ha scritto pagine di storia del nuoto, ha vinto da atleta normodotata, paralimpica, ma soprattutto ha vinto nella vita. Oggi è mamma di due splendidi bambini, Silvia di due anni e mezzo e Giovanni di 10 mesi. «Sono due bambini belli, sorridenti, vispi e attenti, ho deciso di portarli presto all’asilo nido comunale perché, anche se per mezza giornata, è utile per la loro crescita giocare e relazionarsi con i propri simili e poi quando tornano a casa e ti portano i lavoretti, intonano canzoncine e dicono le poesie è una gioia incontenibile per me e mio marito», racconta con un tono

sto prima di andare a scuola e il pomeriggio senza orari. Era la prima ad entrare in vasca e l’ultima ad andare via, decideva di smettere solo quando il lavoro cominciava a dare i suoi frutti. Una vera forza della natura tanto che le sue compagne di squadra la soprannominarono “Viking”, non per il suo aspetto fisico tipicamente nordico, ma per la tenacia e la voglia di sfidare se stessa. Entrò presto nel giro della Nazionale, ma, poi, il 25 maggio 1999, per uno sfortunato incidente in motorino, si procurò una rottura al plesso brachiale destro. Un braccio che non rispondeva più alle sollecitazioni, una parte fondamentale del

di voce dolce da mamma orgogliosa delle sue creature. Aveva deciso di abbandonare le competizioni in vasca dopo la nascita di Silvia, ma un campione non molla tanto facilmente, specialmente se ha lasciato qualcosa in sospeso. Ad ottobre del 2010 Imma perde il padre, Salvatore, che sognava di vederla nuotare nelle Olimpiadi di Londra nel 2012; la “Vichinga” ha deciso, quindi, di misurarsi in un’altra sfida riprendendo ad allenarsi. Oltre ad essere un’atleta esemplare e una madre affettuosa, Imma ha un altro lavoro che svolge quotidianamente: «Insegno fisica applicata a Nola e il mercoledì grafica ad Ischia,


altri sport

quest’anno mi hanno assegnato anche un’isola», scherza sorridendo - «Ora è inverno e, a volte, il mare è mosso, ma appena arriverà la primavera e l’estate potrò abbronzarmi e prendere il sole sul traghetto; mica è una cosa di tutti i giorni, poi vedo l’acqua e sono felice», prosegue la Cerasuolo. Ci sono atleti che scrivono pagine di storia sportiva che rimangono sulla carta come una traccia indelebile di un periodo di vittorie, conquiste, sconfitte, gioie, dolori e perdite perché non c’è felicità senza volontà di superare gli ostacoli e le barriere e poi ci sono altri campioni che decidono che il racconto non è finito, ma si è fermato per un po’ ai box perché la vita è fatta di tante conquiste anche e soprattutto personali. Imma ha continuato a riempire il romanzo della sua vita e, a dicembre dello scorso anno, è ritornata in vasca non solo per vincere, ma per convincere. L’11 dicembre del 2011 si è tenuto a Brescia il meeting di nuoto paralimpico, la prima tappa per aggiudicarsi il pass per le Olimpiadi. La Vichinga ferma il cronometro nei 100 delfino a 1.23, un secondo sotto i tempi limite per le qualificazioni olimpiche di Londra 2012. Un risultato sorprendente, ma la preparazione è ancora agli inizi, spiega il tecnico Umberto Vela che la segue attualmente in vasca. Fino ai giochi di Pechino nel 2008, la Cerasulo si è allenata con il commissario tecnico della Nazionale italiana di nuoto Paralimpico Enzo Allocco (nel 2008 nominato dal Coni miglior allenatore campano) con il quale ha un rapporto di stima e fiducia reciproca. A fine giugno si deciderà, in linea di massima, chi partirà per Londra 2012 e, importante in vista delle qualificazioni, saranno i tempi che gli atleti raggiungeranno nei Campionati Assoluti di metà maggio alla piscina Scandone. Anche per gli altri compagni di squadra di Imma dovrebbero esserci delle belle conferme e anche sorprese in chiave qualificazione. Emanuela Romano dovrebbe ottenere il pass nei 50 stile, il campione europeo juniores Emanuele Veneruso si è distinto nel meeting bresciano nei 100 delfino e potrebbe volare a Londra, il pluri campione italiano Gianluca Attanasio ha buone possibilità nella rana e nel fondo e Rosaria Brancaccio che proverà a conquistarsi il lasciapassare per Londra. Proprio insieme alla sua squadra (ASD Nuotatori Campani) la Cerasuolo ha ricevuto, nel novembre del 2010, il premio dal Coni (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) come atleta vincitrice del titolo italiano che rappresenta Napoli in Europa e nel mondo e si batte, con i suoi compagni di vasca, per i diritti dei disabili. È stata insignita, inoltre, del titolo di commendatore della Repubblica e di ambasciatore del Mecs (movimento etica coni sport) insieme ad Attanasio. Altre pagine aspettano di essere riempite da successi sportivi e personali e, come tutte le belle storie, quella di Imma ha ancora tanto da raccontare. Sonia Oloferni foto di Gianluca Attanasio

Imma Cerasuolo ai Giochi Olimpici di Pechino 2008

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veleventi

Si presenta a Roma la Regata delle Torri Saracene Alla fiera Big Blu 40mq dedicati alla regata cilentana

Regata delle Torri Saracene - foto di Luca Fenderico

Regata delle Torri Saracene

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nche quest’anno Mario Muscari Tomajoli presidente dell’associazione Regata delle Torri Saracene ha deciso di essere presente e promuovere la sua manifestazione al Big Blu di Roma fiera della nautica e del mare, dal 18 al 26 febbraio, una scelta che nelle edizioni passate si è rivelata vincente. La regata cilentana che si svolgerà dal 2 al 10 giugno, sta diventando uno degli appuntamenti fissi più attesi dai regatanti campani e non solo. D’altra parte il presidente FIV Campania Giovanni Pellizza l’aveva definita solo un anno fa come “una vera e propria regata d’altura” paragonandola addirittura alla Tre Golfi. L’impegno agonistico, infatti, non manca, per un percorso che parte dal Marina di Stabia ed arriva a Sapri e ritorno, con arrivo a Punta Campanella ed ospitalità a Piano di Sorrento. Sono poi previste una serie di regate e di eventi collaterali che tengono impegnati i regatanti, tra feste, escursioni e degustazioni, in un territorio che è certamente tra i più belli della Campania. Saranno poi premiate sia la regata di andata che quella di ritorno, oltre che il percorso nel suo complesso, in più sono previsti premi per le regate infrasettimanali e le prove volanti. Tra le novità dell’edizione 2012 è l’ingresso della Lega navale di Sorrento, organizzatore insieme al Circolo Nautico di Sapri della manifestazione, in collaborazione con le Lege navali di Scario e Pozzuoli ed il Club Nautico di S.Marco di Castellabate. Trenta già le imbarcazioni iscritte che sarà possibile seguire con il sistema di tracking, inaugurato lo scorso anno, tramite l’uso di smarthphone e di google, sistema che chiaramente funge da ulteriore misura di sicurezza in mare. Da non dimenticare poi che i comuni di Sapri e Scario ed il Marina di Stabia offrono ospitalità alle prime imbarcazioni iscritte. www.regatadelletorrisaracene.it

Claudia Campagnano


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Invernale di Napoli

Scugnizza: a segno ancora due podi, vince il trofeo Branciforte.

regata

on la Coppa F. De Pinedo, organizzata dall’Aeronautica Militare in collaborazione con la Marina Militare, sono tornati a correre, dopo la pausa natalizia, le imbarcazioni del 41° Campionato Invernale di Napoli. Un grecale di circa 10 knt ha reso regolare la prima regata. Più complessa la seconda prova, in cui le procedure di partenza hanno avuto inizio con l’intensificarsi del vento che ha toccato i 18 knt, calati di nuovo intorno ai 10-12knt a metà percorso , rendendo il campo a tratti bucato. Ha centrato ancora l’obiettivo Enzo De Blasio, l’armatore di Scugnizza, vincendo entrambe le prove disputate, aggiudicandosi il Trofeo. Un duello serrato con L’Ottavo Peccato, timonato dall’armatore Alberto Bracci, ha reso combattuto ed eccitante il match. Le due imbarcazioni hanno navigato fin da subito vicine, alternandosi al comando ai giri di boa. “oggi ci siamo divertiti molto; bella prova, bella prestazione di entrambi gli equipaggi ” ha commentato Alberto Grippo, alla randa di Scugnizza e velaio di fiducia dei due armatori.” Con vento fresco la barca di Bracci diventa più competitiva e ci fa soffrire molto, ha un angolo migliore. Scugnizza compensa in velocità.” Conclude.

classe 0-2 : Saphira vince in reale e resta in testa al campionato

Saphira - Foto di Antonio Costantino

Terzo X-Tension, di Roberto Guerrasio. Recita lo stesso ordine la classifica Generale. Tre prove per la classe 0-2, tre diversi vincitori. Si esprime così il livello agonistico di questa classe che vede al comando, in classifica generale Saphira di Raffaele Archivolti, timonata da Paolo Cian, seguita da Raffica, di Pasquale Orofino e da le Coq Hardi, di Giampaolo e Maurizio Pavesi, ad un punto l’una dall’altra. Soddisfazione per Giomyr di Giovanni D’Ostuni Pantaleo, che ha ottenuto un primo di giornata, in classe 4-5 interrompendo la collezione di ori conquistata da Suakin di Francesco Golia, indiscutibilmente al comando della classifica generale provvisoria seguito da Laega di Lorenzo Carboni e Vagamondo di Raffaella Borriello. Il podio della categoria minialtura lascia prevedere combattimenti interessanti tra White Magic di Roberto d’Angerio al comando, a pari punti con Artiglio, di La Pegna De Pasquale, seguiti ad un solo punto da Sparviero della Aeronautica Militare. Classiffiche su www.saphiranews.it

Scugnizza - foto di Fabio Taccola

Antonella Panella

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regata

Invernale di Pozzuoli Di domenica in domenica colorano il golfo gli spi delle 35 imbarcazioni che corrono per il primo titolo invernale

Campionato invernale del golfo di Pozzuoli

Campionato invernale del golfo di Pozzuoli

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rentacinque imbarcazioni animano il neonato Campionato Invernale del Golfo di Pozzuoli, frutto della collaborazione della Lega Navale di Pozzuoli, della Lega Navale di Procida e Lega Navale di Ischia, nonché del Naples Nato Yacht Club. Figlio dell’ormai pensionata Coppa d’Inverno, disputata lo scorso anno per la prima volta su tre prove, il Campionato Invernale si arricchisce, oltre che di partecipanti anche di appuntamenti. Sei le regate previste dallo scorso novembre a fine gennaio, tre quelle già disputate. Se la prova del 15 gennaio si è svolta con grande tranquillità, senza proteste e con un vento da subito deciso per direzione, un grecale che rinforzava verso posillipo, le regate di recupero, affrontate il sabato successivo, hanno sofferto il ritardo del maestrale che si è però rivelato generoso, consentendo di effettuare le due prove previste. I regatanti hanno atteso godendo dello splendido sole che ha riscaldato il golfo di Pozzuoli.

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Forse stanchi dell’attesa o scalpitanti di misurarsi con gli avversari, sono stati colti Ocs, nella prima prova, Shere Khan, che ha visto a bordo il tattico Paolo Scutellaro, Aras di Pasquale D’Angelo, e Vertigo di Nello Maiello. Vince così Zen seguito da Max e Brezza Posillipo in classe ORC A. Speady Gonzales di Maurizio Mendia, Patricia del Cia Sailing Team, Laega di Lorenzo Carboni è la classifica in classe ORC B. Fatto tesoro dell’esperienza, ottima la partenza della seconda prova che si è svolta con regolarità e senza alcun episodio di rilievo. Shera khan vince in classe Orc A e si porta al comando della classifica generale nonostante la penalità della partenza anticipata. È Duffy protagonista della seconda regata di giornata in classe ORC B; parte bene Aras e vince in Libera A, mentre Farouche detiene il podio in Libera B. Classifiche su www.saphiranews.it Antonella Panella


Invernale di Bari

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ioggia, freddo intenso, onda formata ed un maestrale che ha fatto fatica ad arrivare in tempo al primo appuntamento del nuovo anno, le condizioni che hanno trovato i partecipanti al XIII Campionato Invernale d’altura “Città di Bari”. Solo dopo un’ ora dall’orario stabilito nel bando, l’aria si è stesa debolmente, con un intensità di 7 nodi consentendo al Comitato di Regata di dare il via alle procedure di partenza. Un meteo inquieto ha fatto faticare regatanti e organizzatori che hanno dovuto leggere e interpretare il vento che, saltato di 30°, ha costretto, nella seconda prova, a spostare il campo di regata. In classifica generale Larouge di Davide De Gennaro conduce in classe Regata/Crociera, seguita da Scricca di Gianfranco Cioce e da Elettra 2 di Andrea Bison timonata da Giovanni Sylos Labini. Orione, di Nunzio Pio Bellincontro, alla ruota Salvatore Cervelli, timona la classifica generale provvisoria classe Crociera, davanti a Seathink di Alberto Longo, timonata da Giorgio Panzartis e Metà I di Dario Muciaccia. In Classe Surprise, per la categoria Minialtura, Francesco Pannella vince con Hazard di Nicola Capriati. Lo inseguono Marco Magrone, al timone di Cocò di Vitantonio Natuzzi e Fabrizio Buono, con Nellaria di Vito Laforgia.

regata

Il mal tempo non ferma i regatanti

Antonella Panella foto di Antonella Battista

foto di Antonella Battista

Le classifiche su www.saphiranews.it - www.ottavazona.org

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regata

Telethon L Saphira si aggiudica il Trofeo Un freddo grecaletto ha gonfiato con orgoglio le vele di solidarietĂ .

Lega Navale Italiana, partenza Telethon

Una maratona di solidarietĂ 

Lega Navale Italiana, Saphira

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o scorso 14 gennaio, da via Caracciolo i passanti hanno potuto ammirare lo spettacolo di solidarietà offerto dalle 40 imbarcazioni impegnate nel Trofeo Telethon, volto alla raccolta di fondi destinati alla ricerca per le malattie genetiche. La regata, come sempre ospitata dalla Lega Navale di Napoli, in collaborazione con la Marina Militare Italiana e affiancata dalla Banca Nazionale del Lavoro filiale di piazza dei Martiri, era già prevista lo scorso dicembre, ma un forte maestrale ne aveva impedito lo svolgimento, e costretto il rinvio, pur essendo continuata la raccolta che ha lasciato soddisfatti per la generosità degli sportivi. Generosità che si è manifestata nuovamente nella forte partecipazione, nonostante la giornata fredda, che ha segnato il rientro degli equipaggi dalle fatiche dei banchetti natalizi. A dare il buon vento ai regatanti, il sindaco Luigi De Magistris, accolto dal Presidente della sezione della LNI Napoli, l’avv. Alfredo Vaglieco. Su un percorso a bastone, con vento da Nord-Est leggero, adatto al tipo di manifestazione, ha corso ed ha vinto, in classe 0-2, Saphira, l’imbarcazione del nostro editore Raffaele Archivolti, e con lui, il campione, in questo caso di solidarietà, il timoniere Paolo Cian, la cui brillate carriera in Coppa America è ben nota. In classe 3 ha dominato Scugnizza, dell’armatore dell’anno Vincenzo De Blasio, Suakin di Francesco Golia vince in classe 4, Artiglio del consigliere allo sport Alberto La Pegna vola alta in categoria Minialtura. Anche Italia, la barca storica di Antonio Sisimbro, ha spiegato le vele per la nobile causa, e si è mostrata al golfo vincente ed in tutto il suo splendore. Alla premiazione il suo armatore ha ritirato il primo premio per la classe libera. Antonella Panella

G

iovedì 15 dicembre alle ore 20.00 il TG1 ha dato il via alla 22° edizione della maratona Telethon che, una settimana ogni anno, contribuisce alla raccolta fondi per la ricerca sulle malattie genetiche. La maratona si è svolta sia per la strada dove alcuni volontari hanno provveduto alla vendita di panettoni e oggettistica natalizia , sia attraverso i mezzi di comunicazione di massa. Già da lunedì 12 Rairadiouno, Rairadiodue e Rairadiotre hanno promosso l’iniziativa. Si è attivato anche il web che, attraverso la rete di social network quali Facebook o Twitter, ha permesso anche ai più giovani di partecipare alla raccolta e che, grazie ad una diretta comprendente il backstage, ha concesso anche a chi non poteva, di rendersi partecipe all’evento. La promotrice maggiore è stata, però, la televisione che, nella quasi totalità dei programmi di Raiuno ed alcuni di Raidue, ha incentrato la programmazione attorno a Telethon; ricordiamo, per esempio, il preserale e la notte di venerdì 16 che ha visto susseguirsi personaggi ed informazioni sulla ricerca scientifica o pazienti che hanno raccontato la loro storia. Sabato 17, invece, si è tenuto su Raidue uno speciale sulla distrofia muscolare, malattia per la cui ricerca è nata l’associazione. La sera è stata all’insegna dello spettacolo: alle 20.40 Frizzi ha ospitato nel suo programma personaggi quali Pieraccioni e Nino Frassica; alle 22.50 Paolo Belli, con ospiti come Max Giusti, Luca Barbarossa, Emma Marrone o Venditti, ha cercato di contribuire alla ricerca “sfruttando” la musica. La maratona si è chiusa domenica 18 ottenendo più di 30milioni di euro (le regioni più generose sono state Lazio, Lombardia e Campania) da impiegare nella ricerca sulle 459 malattie studiate. L’associazione, nata nel 1966 negli stati uniti col nome di “Telethon” acronimo di Television Marathon ed in Italia dal 1990 ha impegnato nella ricerca oltre 30milioni che hanno permesso ai medici di conseguire importanti risultati.

Erica Archivolti


TROFEO MARCELLO CAMPOBASSO foto di Francesco Rastrelli

C’

erano il campioncino della Francia Jules Devic, che però deve aver patito il vento rafficoso piazzandosi oltre il ventesimo posto, Camillo Casco, uno dei più promettenti velisti svizzeri (alla fine sarà quarto), e Paula Igual, una ragazza spagnola che ha dato filo da torcere ai ragazzi in gara con la sua vela “griffata” Hello Kitty e che, infatti, fa suo anche il premio in “rosa”. Il Trofeo Marcello Campobasso si conferma una vera e propria vetrina internazionale dove le migliori promesse della vela giovanile possono mettersi alla prova, confrontandosi tra loro. Erano 275 quest’anno a contendersi il XIX Trofeo Marcello Campobasso che, dopo 4 prove in acqua, è stato assegnato all’ungherese Zsombor Gyapjas del Balatonfüredi Yacht Club; sul secondo gradino del podio è salito lo svizzero Damian Suri dello Yacht Club Bielersee. Terzo posto per la spagnola Paula Igual che, come prima classificata, ha conquistato anche la Targa Irene Campobasso. Per la categoria Cadetti Panagiotis Matsades dell’Olympiakos Sailing Club e Caterina Nikolaki, dello I.O.P.O.R si sono piazzati, rispettivamente, al primo ed al secondo posto. Il più giovane di tutta la flotta (10 anni compiuti a dicembre), il napoletano Antonio Persico, portacolori del Circolo Savoia, è riuscito a guadagnare il terzo posto in classifica e portare l’Italia sul podio. Il premio intitolato alla memoria del giudice internazionale Branko Stancic, per il concorrente proveniente dal club più lontano, è stato assegnato alla norvegese Anna Skaar dell’Aalesunds Seilforening che per essere alla manifestazione ha percorso più di 2467 km. ”Questa complessa macchina organizzativa, che ogni anno

regata

XIX edizione di una manifestazione da record

diventa più impegnativa con l’aumentare del numero dei concorrenti” – sottolinea il Presidente del Circolo Savoia Pippo Dalla Vecchia – “non sarebbe possibile se ogni anno i nostri partner non rinnovassero l’impegno di sostenerla e nuove aziende non entrassero a farne parte, devo pertanto ringraziare i nostri sponsor Banco di Napoli Spa, Berna, Ferrarelle, Garnell, MN Metropolitana di Napoli Spa, Original Marines”. Alla premiazione era presente anche il Sindaco di Napoli Luigi de Magistris che con queste parole ha salutato i partecipanti: “Questa è una manifestazione importante che mette insieme i giovani, il mare e la vela. Molti napoletani considerano ancora questo sport come qualcosa da osservare. Invece il mare significa pace, perché unisce molti popoli, e significa anche guardare lontano e questa è una delle nostre prerogative. Quindi sono felice che Napoli abbia ospitato una iniziativa così gioiosa, oggi poi c’era vento e da via Caracciolo una bellissima visuale. Napoli è forse un po’ indietro per alcune cose ma di certo è al primo posto per le emozioni che sa regalare”. I velisti di domani hanno commentato, condiviso e interagito attraverso il social network Facebook tutta l’emozionante storia della regata. I video delle regate, la ricca galleria di immagini di Francesco Rastrelli e i commenti di tutti i velisti sono on line su www.facebook.com/trofeomarcellocampobasso. Veronica Cardella

foto di Francesco Rastrelli

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altri sport

Campitello Matese

Campitello Matese

Inverno tempo di Sci

Le stazioni sciistiche piĂš vicine a Napoli

I

n inverno si può andare a vela, fare un giro in canoa, nuotare in piscina per affinare i vari stili, giocare a pallanuoto e andare a sciare. Lo sciatore tipo potrebbe obiettare dicendo che, anche d’estate, si può praticare questo sport sui ghiacciai; giusta osservazione, ma d’inverno è tutta un’altra emozione. A circa due ore da Napoli abbiamo delle stazioni sciistiche in grado di soddisfare tanto il principiante quanto lo sciatore esperto; stiamo parlando delle montagne dell’Appennino abruzzese, molisano e campano. La meta più ambita è senza dubbio Roccaraso, in Abruzzo, che, con il suo comprensorio Aremogna-Pizzalto e Monte Pratello (oltre 100 Km di piste, info 086462336), è un vero paradiso per gli appassionati della neve. Ce n’è per tutti i gusti, dalle piste per principianti indicate con il colore azzurro e verde, alla media difficoltà (colore rosso) fino alle nere per più esperti e due sono le scuole di sci: “Roccaraso-Aremogna” e “Alto Sangro-Roccaraso”. In Campania, però, c’è la stazione sciistica di Laceno (info 082768057), frazione di Bagnoli Irpino, in provincia di Avellino a 1.100 metri sul livello del mare, su cui ci soffermeremo un po’ di più perché meno conosciuta. La stazione è circondata dalla suggestiva corona dei Monti Picentini con vette che superano i 1500 metri d’altitudine come il Raiamagra (1667) e il Cervialto, 1809 metri, la cima più alta dei picentini. Cinque sono gli impianti di risalita: la seggiovia biposto “Rajamagra” che ha una portata

lago Laceno

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di 720 persone all’ora e trasporta gli sciatori sulle vette più alte, la “Settevalli” (sempre biposto) che collega, invece, le montagne dai 1100 metri fino ai 1400, due skilift (Serroncelli e Cuccioli) e, infine, per i principianti, la manovia del campo scuola a quota 1400 metri. Le piste da sci sono 10 per un totale di 16 chilometri, due sono di facile difficoltà e altre otto, con pendii più ripidi, sono consigliate ai più esperti; particolarmente bella e impegnativa è la Nordica, una nera di oltre 5 chilometri che scende dall’arrivo della seggiovia Raiamagra, 1670 metri, fino al punto più basso del comprensorio. A quota 1700 metri, c’è un anello di fondo e ancora si può praticare lo snowboard e altri sport come lo snowtubing, disciplina moderna per grandi e piccoli: si scivola in velocità e sicurezza seduti su grandi ciambelle, l’half-pipe per i salti e acrobazie sulla neve, lo ski-cross, disciplina del freestyle introdotta nel 2010 nel programma dei XXI Giochi olimpici invernali di Vancouver che si pratica su una pista artificiale con salti, dossi e curve paraboliche e lo ski-fox, una sorta di anello di collegamento tra sci e slitta. La stazione sciistica di Laceno è fornita, inoltre, di cannoni per l’innevamento artificiale. Tra una sciata e l’altra si può sostare nel caratteristico rifugio che si trova a 1700 metri e, per chi non scia, tante sono le escursioni organizzate dal Cai (Club Alpino Italiano), tra queste, la più suggestiva è quella che porta i visitatori sul Monte Rajamagra dalla cui cima si può ammira il Golfo di

lago Laceno


A Roccaraso i mondiali di sci juniores e i campionati italiani assoluti di sci alpino

Sci di fondo a Capracotta

Dal 29 febbraio al 9 marzo si disputeranno a Roccaraso i campionati del mondo juniores Fis (Federazione italiana sci) di sci alpino. Si tratta di una prima assoluta per la stazione sciistica più ricca d’impianti del Centro Sud, un sogno accarezzato più volte che finalmente si realizza. Gli abruzzesi sono persone dotate di grande dignità, si sono rialzati dopo la calamità del 2009 e hanno iniziato a lavorare alacremente anche per questo debutto che li vedrà protagonisti in tutto il mondo. Sessanta saranno le nazioni che parteciperanno e circa 800 gli atleti di età compresa tra i quindici e i vent’anni. Le gare delle discipline veloci (discesa libera e supergigante) si terranno sulla Direttissima di Monte Pratello, dove è stata realizzata anche una variante per rendere il tracciato meno monotono e più tecnico, mentre le prove tecniche (slalom speciale e slalom gigante) si svolgeranno sulla pista Lupo dell’Aremogna e, infine, a Pizzalto, si gareggerà per la combinata. Stessa location per un altro evento atteso: i campionati italiani assoluti di sci alpino che, dal 19 al 24 marzo, riempiranno Roccaraso di campioni. Un’altra occasione per ammirare dal vivo i beniamini degli sci, chiedere consigli sui materiali da utilizzare per migliorare le proprie prestazioni, ma anche per trascorrere giorni spensierati in una cittadina che, seppur entrata nel novero delle località sciistiche più importanti a livello nazionale, non ha perso le sue caratteristiche di paesino di montagna. (s.o.)

Sci di fondo a Capracotta

Salerno e di Napoli. In provincia di Campobasso, frazione di San Massimo, c’è Campitello Matese. Sulle piste si arriva dopo aver percorso una strada panoramica di circa 12 chilometri che porta direttamente al pianoro di Campitello (info 0874784185) dove si erge il maestoso Monte Miletto, 2050 metri, che separa il Molise dalla Campania. Oltre 40 sono i chilometri di piste e 7 gli impianti di risalita. Il pianoro, particolarmente adatto per la pratica dello sci di fondo, è dotato, tra le altre cose, di impianti per l’innevamento artificiale, di uno snowpark e di una pista a gobbe per il freestyle. A 1430 metri, in provincia di Isernia, si trova, poi, Capracotta, il paese dall’altitudine più elevata dell’intera penisola. Il fondo è qui lo sport più importante; sede di uno degli sci club più antichi d’Italia, fondato nel 1914, vanta una

delle più incantevoli piste di fondo omologata dalla Federazione Italiana Sport Invernali, a Prato Gentile si scia per 15 chilometri all’interno di un bosco di abeti e faggi. Sulle piste di Capracotta hanno gareggiato, nei Campionati Assoluti di sci di fondo del 1997, atleti del calibro di Marco Albarello, Stefania Belmondo, Manuela Di Centa, Gabriella Paruzzi e Silvio Fauner facendo sognare tutti gli appassionati. Gi abitanti del paese hanno costituito il comitato “Capracotta 2014” con l’intento di portare sulle nevi di casa una gara di Coppa del Mondo e, nel contempo, festeggiare anche i cent’anni dello sci club Capracotta. Sonia Oloferni



Buone notizie per i dinghysti campani che avranno a disposizione un nuovo appuntamento per regatare e divertirsi nelle acque di casa. Il nuovo Circuito delle Sirene, dedicato alle Vele Latine, con start previsto nel maggio 2012, coinvolgerà infatti anche i dinghy classici. Entusiasti gli amanti degli storici legni: il nuovo circuito va, infatti, a colmare un vuoto nel panorama campano delle regate dedicate alla classe in cui, di fatto, l’unica iniziativa in tal senso rimane la Coppa Alisio organizzata dal Reale Yacht Club Canottieri Savoia. Per evitare sovrapposizioni con il mondiale dinghy a Portorose, previsto dal 5 all’8 luglio, la tappa del circuito organizzata dal Circolo Lazzarulo di Acciaroli è stata spostata al 14 e 15 luglio. Prevista una partecipazione di tutto rispetto con, ad oggi, già 12 dinghy coinvolti tra Sapri, Acciaroli, Salerno, Sorrento e Napoli.

veleventi

foto di J. R. Taylor

NovitĂ  dal mondo Dinghy

www.circuitodellesirene.it Paola Vona foto di J. R. Taylor

Certificati ORC - Dopo la recente distribuzione del software Orc Manager 2012 a tutti gli stazzatori in 35 Paesi del mondo, armatori e interessati possono richiedere i certificati Orc International e Orc Club alle rispettive autorità nazionali, l’Uvai per l’Italia. Mentre in alcuni Paesi si continua ad utilizzare il certificato 2011 per le regate in corso (in Italia è così per i Campionati Invernali) il certificato 2012 sarà comunque necessario per partecipare ad ogni regata Orc International e Orc Club nel 2012. www.uvai.it Cape Horn Race – Nuova avventura della vela oceanica è stata presentata la regata Cape Horn Race, che avrà la particolarità di essere l’unica regata a doppiare l’Isola di Capo Horn, con partenza e arrivo da Saint-Tropez. Sei tappi per sei mesi di regata tra ottobre 2013 e aprile 2014. Velista dell’anno – Marco Nannini è l’atleta eletto velista dell’anno 2012, con i voti dei lettori del Giornale della vela. Seconda classificata Susanne Beyer vincitrice del premio per l’impresa 2012, per essere arrivata prima tra tutti gli italiani nella regata oceanica MiniTransat 2011. Under 19 – la nazionale Fiv under 19 ha conquistato complessivamente nell’anno per manifestazioni mondiali ed europee sei medaglie d’oro, due d’argento e due di bronzo. Nel 2011, per il numero di medaglie vinte, l’Italia è stata la terza nazione a livello mondiale e la prima tra i paesi europei.

foto di J. R. Taylor - particolare

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PORTFOLIO Luca Canzanella

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iovane fotografo, Luca Canzanella è nato a Napoli nel 1980, dove vive e lavora. Sin da ragazzo ha lavorato presso la bottega orafa di famiglia, dando sfogo così al suo lato creativo. Da pochi anni si è avvicinato alla fotografia, prima con semplice curiosità poi con il desiderio di trasporre in immagini le proprie sensazioni. “Della fotografia mi interessa la capacità di catturare un’emozione che è solo mia, un qualcosa che solo il mio occhio ha visto e di riuscire così a comunicarlo agli altri.” Nel mese di Marzo la sua prima mostra collettiva da Antichità Scippa a Napoli alla quale seguirà la prima personale. 22 saphiranews.it


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L’uomo del faro

Di Laura Madoi

Seduto sui gradini, guardava il mare. Era il guardiano di un faro. Quante storie sapeva raccontare, storie vissute, storie di navi, di marinai, di gente di mare. Passava ore a scrutare l’orizzonte e aspettava. Un giorno, immerso nei suoi pensieri, vide in lontananza una donna. Camminava lentamente e il vento le scompigliava i lunghi capelli biondi. Lui la guardò, lei, passandogli vicino, alzò lo sguardo verso di lui e continuò a camminare poi, improvvisamente, si girò, ritornò sui suoi passi e si sedette vicino a lui. Gli disse che veniva da lontano e cercava un po’ di pace. Il guardiano del faro rimaneva in silenzio ad ascoltare. Non le chiese nulla, nemmeno il suo nome. La chiamò Donna del mare: dal mare era arrivata ed era così bella. Lui la guardava attentamente, aveva occhi stupendi e guardandoli era come leggere il romanzo della sua vita. Si guardarono a lungo, senza parlare. Il silenzio era rotto dalla voce dei gabbiani e dallo sciabordio del mare. Lei stringeva una conchiglia nella mano e ogni tanto guardandola sorrideva e i suoi occhi si illuminavano di una strana luce. Quante cose avrebbe voluto dire a quella donna arrivata dal mare.. “E se fosse solo un sogno” - pensava tra sé. “Se alla mia prima parola tutto svanisse?” Era affascinato da quella presenza evanescente. “E se le sfiorassi una mano?”. Questo desiderio era così forte in lui. Quanti anni da solo. Prese coraggio, allungò una mano e sfiorò quella della donna. Lei lo guardò e quella luce negli occhi ritornò. Un sorriso illuminò il suo volto e, senza parlare, strinse quella mano. Il guardiano del faro non parlava, la guardava semplicemente, ma il suo cuore era pieno di felicità. Quella mano che stringeva gli aveva donato un po’ di calore. Nella sua vita tumultuosa aveva girato il mondo, era stato in terre lontane, aveva alle spalle mesi e mesi di navigazioni, aveva girato tutti i mari della terra e un giorno decise di fermarsi. Quel faro era diventato la sua casa. Faceva il suo lavoro con passione ma era triste. Gli mancava qualcosa per dare un senso alla sua vita e incontrando questa donna la sua tristezza era scomparsa. Doveva parlarle. Questo strano incontro era troppo importante. Sentiva nel suo cuore che lei lo avrebbe ascoltato. Prese coraggio e le disse: ”Sono giorni e giorni che aspetto. Mi siedo qui e guardo il mare, il mio unico amico sempre pronto ad ascoltare i miei pensieri

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ed i miei sogni. Non passa mai nessuno da queste parti, vedo solo navi in lontananza.” Entrambi guardarono l’orizzonte e notarono che il cielo cominciava a colorarsi di rosa. Una leggera brezza si era alzata e un profumo intenso si era impadronito dell’aria. Lui parlava del mare, di quando era in burrasca e delle notti calme e bellissime. Delle sue giornate e della sua solitudine. Della sua vita vissuta in mare, di quello che aveva visto navigando per mesi e mesi e della voglia di fermarsi. E l’aveva trovato e un giorno in quel posto era arrivata una donna bellissima uscita del mare. Lei lo guardò, ed ecco nuovamente quel sorriso dolce e pieno di tenerezza. Come avrebbe voluto abbracciarla in quel momento. Sentire il calore del suo corpo, sentire il profumo della sua pelle. Ma chi era. Come era arrivata qui. Avrebbe voluto avere risposte, ma non chiese nulla. Il sole stava tramontando, se ne sarebbe andata. Doveva fare qualcosa per farla restare. Lei guardava il mare, sul suo viso una leggera tristezza, come se, come il sole che se ne stava andando, anche la sua luce si stava spegnendo. Ad un tratto si alzò e disse: ”Dovrei andare, si sta facendo buio. Qui è tutto così bello. Con te sono stata così bene, era tanto che non mi succedeva. Le tue

II racconto

L’Autore Laura Madoi (Varese 1951), amante del mare e di tutto ciò che rappresenta, si immagina in una spiaggia deserta dove, camminando fra acqua e sabbia, raccoglie piccole conchiglie, sassolini colorati, pezzetti di legno e li tramuta in parole, in pensieri, in piccole poesie lievi ed impalpabili. www.ladonnadelmare.com, il sito da lei creato quasi dieci anni fa e visitato da decine di migliaia di persone in tutto il mondo, raccoglie tutto questo.

Il Racconto è lo spazio di Saphiranews dedicato ai vostri elaborati originali. Inviateli a: redazione@saphiranews.it


parole mi hanno portato in posti lontani, ho volato con la fantasia sopra gli oceani come un gabbiano. Grazie Guardiano del faro”. No, non poteva lasciarla andare così. Sentiva che anche lei avrebbe voluto restare. Ma cosa fare? Le avrebbe chiesto di rimanere, l’avrebbe ospitata per la notte nel suo faro. Avrebbero parlato e ammirato il mare. Fece un bel respiro e disse:”Fermati qui, rimani con me solo una notte”. La guardò intensamente e lei rispose a quello sguardo. Nei suoi occhi ritornò quella luce. Lui le sfiorò il viso con la mano. Lei non si mosse. “Com’era calda quella mano” pensò. Da quanto tempo non provava una sensazione così intensa. Un brivido le percorse il corpo. Guardò con attenzione il viso di lui. Era un bell’uomo.

Avrà avuto circa la sua età. Il viso di un uomo di mare, occhi chiari e profondi che rivelavano una grande solitudine. “Mi fermerò qui con te” disse “Mi racconterai ancora un po’ delle tue storie”. Salirono in cima al faro. Com’era bello lassù, vicino al cielo. Sotto di loro il mare respirava lentamente e le prime stelle cominciavano a fare capolino in mezzo al blu. L’aria era fresca e profumata. Il guardiano del faro andò ad accendere la grande lampada ed un fascio di luce investì la donna. Strinse gli occhi e si girò verso il mare. Il raggio illuminava l’orizzonte. Era come incantata da quella luce e non si accorse che lui era dietro di lei. Sentì il suo respiro e sentì le sue mani sulle spalle. Rimase immobile e lasciò che quelle mani l’accarezzassero. Il suo cuore batteva

forte e lentamente si appoggiò al suo petto e lui l’abbracciò. Rimasero in silenzio. Avrebbe voluto fermare il tempo. Adesso era lì, insieme a quell’uomo ed era felice. Si girò verso di lui, i suoi occhi la guardavano con dolcezza. Gli sussurrò ”Mi stai regalando un sogno” e gli sorrise. Lui le prese il viso fra le mani e si avvicinò. Sentì il calore delle sue labbra sulle sue e rispose a quel bacio. Poi appoggiò il viso sulla sua spalla e rimasero così a lungo, ognuno perso nei propri pensieri. La sua mente era inebriata, quelle sensazioni così intense la spaventavano. Ormai le aveva perse nel corso degli anni e all’improvviso eccole riaffiorare ancora più forti. Fra le sue braccia si sentiva al sicuro, protetta. Lui le baciò la fronte. Guardava il suo viso, i suoi occhi chiusi. Era lì con lui, una donna così bella e dolcissima, sentiva il suo calore ed il profumo della sua pelle. Non chiedeva altro. La stringeva a sé come se fosse una cosa sua, un regalo che il destino gli aveva donato. “Guarda” disse, indicando il cielo “guarda quante stelle”. Lei alzò il viso e allungò una mano. “Potrei toccarle tanto sono vicine” disse “Da quassù sembra di essere padroni dell’intero universo, è così bello. Non ero mai salita su un faro, sei fortunato ad avere tutto questo per te”. “Si, quando ho visto questo faro abbandonato ho deciso che sarebbe stato il mio rifugio. Ho vissuto tanti anni sul mare e non potevo allontanarmi da lui. Le mie giornate le passo a passeggiare lungo il mare, a sistemare questo vecchio faro, a tenere la lampada sempre in efficienza”. Lei alzò gli occhi verso il fascio di luce che girava e ad ogni passaggio lei chiudeva gli occhi. Lui sorrise nel vederla. “E’ come una ragazzina” pensava e, a quel pensiero, la strinse di più. “Che c’è?” disse lei guardandolo. “Sei cosi meravigliosamente infantile certe volte e quella luce nei tuoi occhi che si accende come quella del faro...mi fai tenerezza, ecco perché ti stringo”. A quelle parole lei chiuse gli occhi e cercò le sue labbra. Fu un bacio dolce e intenso. Si erano incontrati per caso ed ora erano lì, in quell’ angolo di mondo, cercando di rubare un po’ di felicità l’uno dall’altra. “Ti ho rubata al mare” disse lui sussurrando “i tuoi occhi ed il tuo sorriso hanno qualcosa di magico e ti prego, dimmi che non sto sognando” Lei appoggio il dito indice sulle labbra e disse – “Sss, sogno o realtà non fa nulla. Adesso siamo qui, tu ed io, i nostri sogni e i nostri desideri si sono incontrati”. Già, sogno o realtà. Ognuno dei due forse se lo stava chiedendo. Lui, che ogni giorno si sedeva sui gradini del suo faro e, guardando il mare, aspettava che il suo sogno diventasse realtà. E lei, innamorata del suo mare, sognava una favola, sognava di poter ancora una volta provare un sentimento forte.

In quel momento i loro sogni si erano incontrati. La prima luce del mattino illuminava la stanza. L’aria era fresca e il grido dei gabbiani arrivò alle sue orecchie. Aprì piano gli occhi e cominciò a guardarsi intorno. La stanza era molto ordinata. Mobili in legno scuro. Alle pareti quadri con navi, cartine topografiche, paesaggi marini, fari. Un cannocchiale appoggiato alla finestra. Lentamente si alzò a sedere sul letto, girò il viso e lo vide. Dormiva ancora profondamente, il suo respiro leggero, il viso disteso. “E’ proprio un bell’uomo” pensò e sorrise a quel pensiero. Avrebbe voluto allungare la mano, accarezzarlo, ma non voleva svegliarlo. Rimase a guardarlo a lungo mentre la sua mente la riportò ai momenti meravigliosi di quella notte. Aveva amato, intensamente, provando sensazioni che ormai aveva dimenticato e improvvisamente un brivido le percorse il corpo. Si sentiva finalmente serena. Tutto era successo così all’improvviso, come il mare che lentamente accarezza la riva, onda dopo onda e ad un tratto, come risvegliato da quel torpore, aumenta il suo ritmo, si fa più potente. Nulla lo ferma ormai. Le sue onde si abbattono sulla spiaggia con forza, fanno sentire la loro potenza. Così era successo a lei. E ora, passato l’uragano che aveva pervaso il suo corpo, era lì che guardava quell’uomo. “ Non so nemmeno il suo nome” disse fra sé “Guardiano del faro, ecco come lo chiamerò”. Si alzò dal letto e raggiunse la finestra. Il mare era calmo e il cielo si stava colorando di rosa. Com’era immenso visto da lassù. Una leggera brezza arrivava al suo viso come una dolce carezza e quel profumo del mare la inebriava. “Come vorrei fermare il tempo per un attimo” pensò e di colpo la pervase la tristezza. Sarebbe stato bello poter fermare il tempo, rimanere lì, in quell’angolo di mondo, con accanto un uomo dolcissimo, amare ed essere amata. Cercando di non far rumore, cercò il suo pareo, lo prese e uscì dalla stanza. Scese le scale e si ritrovò sulla spiaggia. La sabbia sotto i suoi piedi era fresca. Si tolse il pareo e lentamente entrò in acqua. Che potere aveva il mare su di lei, riusciva a distendere la sua mente. Si lasciò cullare dalle onde come fa il gabbiano quando è stanco di volare. Lentamente raggiunse la riva. Passeggiò lungo la spiaggia guardando l’orizzonte, vide una conchiglia, la raccolse e la strinse fra le mani. Ritornò al faro, salì le scale ed entrò nella camera. Dormiva ancora. Lo guardò a lungo, voleva imprimere nella sua mente il suo viso. Aprì la mano e vide la conchiglia. L’appoggiò vicino a lui, poi avvicinò le labbra alle sue, erano calde e morbide, chiuse gli occhi e gli sussurrò “Grazie di avermi regalato un sogno”. Si rialzò, lo guardò ancora un attimo e se ne andò.

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un mare di cultura

I fari e la loro evoluzione attraverso i secoli di Annamaria “Lilla” Mariotti

Colosso Rodi – imm. tratta da “Il libro dei fari Italiani”, Manfredini & Pescara - Ed. Mursia

Quella dei fari è una storia affascinante che si perde nella notte dei tempi e va di pari passo con la storia della navigazione. L’uomo antico ha scoperto presto che poteva muoversi agevolmente attraverso l’elemento liquido, limitandosi all’inizio ad una navigazione diurna e costiera per raggiungere altre coste trasportando merci e persone, ma non avendo ancora punti di riferimento per muoversi di notte al buio, ha adottato come unica soluzione il trovare rifugio in qualche cala sicura. Con la comparsa dei Fenici sul mare intorno al 1200 a.C., e con l’espandersi di questo popolo di navigatori che si affaccia sul Mediterraneo da una regione costiera divisa oggi tra Libano, Siria e Israele, le vie del mare si ampliano e si allargano, che vengono costruite navi più grandi utilizzando il prezioso legno del cedro che cresceva abbondante sulla loro terra. La navigazione all’inizio rimane comunque prevalentemente costiera e diurna, ma la necessità di potersi muovere sempre più spesso porta l’uomo a navigare anche di notte, ad imparare ad orientarsi con le stelle e con rudimentali strumenti nautici, ma questo non bastava ad evitare scogli affioranti, banchi di sabbia e altri pericoli ed ecco la necessità di illuminare la notte con i primi “fari”, che non erano altro che falò di legna accatastata, situati nei luoghi più pericolosi per segnalare la rotta ai naviganti. Questi primi fuochi sono citati nella letteratura e nel mito: da Omero a Ovidio e Virgilio, il faro, come luce brillante nella notte, viene rappresentato ispirandosi a personaggi come Achille ed Ero, la mitica sacerdotessa. Così nell’antichità nasce questa guida ai naviganti, e con l’evolversi della navigazione commerciale vengono costruiti i primi porti sulle rotte più trafficate e con loro i primi fari che all’inizio non erano altro che rudimentali strutture in legno o ferro, che per mezzo di carrucole, alzavano un braciere metallico, dentro la quale veniva ammassato il combustibile. E’ solo intorno al 300 a.C. che si vedono sorgere le due più grandi strutture per le quali si sono versati fiumi d’inchiostro e che rimarranno per secoli l’unico esempio di fari monumentali. Uno dei più noti, una delle sette meraviglie del mondo, è il Colosso di Rodi, un’enorme statua antropomorfa che rappresentava Elios, il dio del sole, con un braciere acceso in una mano, alta circa 32 metri. La tradizione racconta che la statua era costruita a cavallo dei due bracci del porto, con

Nave Fenicia – imm. tratta da “I fari nel Mondo” - ed. Il Prado

le navi che passavano tra le sue gambe, ma in realtà la sua esatta collocazione rimane un mistero. Questo colosso era stato costruito intorno al 290 a.C. da Cario di Lindos con piastre di piombo che ricoprivano una struttura metallica, ma ebbe vita breve; 80 anni dopo la sua costruzione crollò all’altezza delle ginocchia, e in seguito, a causa di un terremoto, crollò anche il resto. Questa rappresentazione antropomorfa di un faro non è rimasta l’unica nella storia. La Statua della Libertà, alta 92 metri, quando fu collocata all’ingresso del porto di New York, nel 1886, fu, per ordine del Congresso degli Stati Uniti, definita “Aid to navigation”, cioè un faro a tutti gli effetti a luce fissa, gestito dal Servizio Fari americano, elettrificato

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un mare di cultura

poco tempo dopo la sua collocazione, il primo in assoluto ad essere elettrificato negli Stati Uniti ed è rimasto un faro fino al 1902. Un’altra delle sette meraviglie del mondo è stato il Faro di Alessandria, la città egiziana fondata da Alessandro Magno nel 332 a.C. Questo monumento ebbe vita lunga, ma dovette affrontare molte traversie. Fu costruito da Sostrato di Cnido intorno al 280 a.C. sull’isolotto di Pharos, con questo nome, in seguito, in tutte le lingue di origine greca e latina sarà definita la struttura che illumina il mare. Il faro di Alessandria era alto 120 mt., la torre era rivestita di pietra bianca e il fuoco acceso sulla sua sommità, grazie ad un gioco di specchi, che si dicevano progettati da Archimede, poteva essere visto a più di 30 miglia di distanza. Aveva una base quadrata alta 71 mt., una parte centrale ottagonale alta 34 metri ed una lanterna cilindrica, sulla cui sommità svettava una statua di Zeus. All’interno una larga rampa consentiva di portare alla lanterna, per mezzo di muli, il combustibile composto di legna resinosa. Nel 641 d.C. il faro fu danneggiato dall’assedio posto dagli Arabi che conquistarono Alessandria e con questo terminò la sua funzione di lanterna. In seguito fu distrutto da una serie di terremoti. Nel 700 d.C. crollò la lanterna, nel 1100 la struttura ottagonale e l’ultima scossa, nel 1302, fece crollare in mare anche la base quadrata che, nel frattempo, era diventata una moschea.

Statua Libertà – foto di Andrea Casarino

Hercules Antica (La Coruna) - imm. tratta da “Libro dei fari Italiani” Manfedini & Ferrara - Ed. Mursia

La Coruna – imm. tratta da “Fari” di Annamaria “Lilla” Mariotti - Ed. White Star

Dopo queste meraviglie i fari sembrano sparire, si ritorna ai falò fino all’avvento dei Romani. Sono proprio loro a costruire le prime torri in pietra sulla cui sommità si tiene acceso un fuoco di fascine e di legna, e con i Romani queste torri escono dal bacino del Mediterraneo per accendersi sulle coste spagnole, francesi e inglesi. Esiste tuttora un faro costruito dai romani, è quello di La Coruña, in Galizia, regione Nord Occidentale della Spagna, chiamato anche Torre de Hèrcules. Fu costruito da Caio Sevio Lupo, un architetto proveniente dall’odierno Portogallo, nel II secolo d.C. durante il regno dell’Imperatore Traiano, fu dedicato a Marte ed è tutt’ora conservata l’iscrizione che il suo costruttore pose allora alla sua base. La costruzione ha subito danni e modifiche nel corso dei secoli e, ristrutturato in varie occasioni, è tuttora in funzione e simbolo della città di La Coruña. Le pietre della sua base sono ancora quelle poste in opera dai Romani, e la targa lasciata dall’architetto ne è la testimonianza. Questo faro si trova a lat. 43° 23.2’ Nord e long. 8° 24.3’ Ovest, è alto 48 metri ed ha una portata luminosa di 23 miglia. (Estratto da un progetto studiato per l’Istituto Idrografico della Marina Militare di Genova).

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i fari dal mondo

Key Biscayne Lighthouse, Miami, Fotografia di Rafael Matesanz

Cape Otway Lightstation, Australia, Fotografia di Mark Fuller

Les Eclaireurs Lighthouse, Terra del fuoco, Argentina, Fotografia di Eduardo Fonseca Arraes

Point Reyes Lighthouse, costa del pacifico, Nord America, Fotografia di Diane Daniel

Jose Ignacio Uruguay Lighthouse, Fotografia di Jorge Day

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la pagina del Minialtura

l’este 24 Mary Poppins ed il Melges 20 Noi di Notte

Warning signal per il Campionato Minialtura del Golfo di Napoli alla sua seconda edizione.

N

ato lo scorso anno, il Campionato Minialtura del Golfo di Napoli, atteso con entusiasmo dagli appassionati della categoria, debutterà per la seconda edizione il prossimo 18 febbraio. Il Comitato Organizzatore, originariamente costituito dal Club Nautico della Vela, dal Circolo Nautico di Torre del Greco e dalla Lega Navale sez. di Napoli, si arricchisce quest’anno della presenza della Lega Navale sez. di Pozzuoli. Aumentato il numero di prove, cinque i week end dedicati; un appuntamento al mese, sarà il Trofeo Lucy-I 673, ospitato dalla LNI sez di Napoli a fare da apripista alla serie di strambate e virate in cui si cimenteranno gli equipaggi nello specchio d’acqua tra Torre del Greco ed il golfo di Pozzuoli passando per il Castel dell’ovo. Accanto ai già conosciuti trofeo Alvaro Giusti (CNTG) e trofeo Alessandro Chiodo (CNV), saranno disputati il trofeo Oreste Albanesi,da poco nato in memoria dell’uomo di mare e socio onorario storico del Club Nautico della Vela-, e la coppa Serapide (LNI Pozzuoli). Sostenuti ancora da North Sails Napoli Point, si prevede la stessa forte adesione dello

foto proprietĂ  del Campionato Minialtura del Golfo di Napoli

scorso anno. Atteso in questa edizione un timoniere d’eccezione, Paolo Cian. Corre voce che parteciperà a qualche appuntamento con l’Evolution, barca di cui egli stesso ne ha seguito lo sviluppo. Saranno inoltre presenti sul campo di regata anche imbarcazioni provenienti da altre zone, rendendo interessante il confronto in vista dell’altro importante appuntamento di maggio: il Campionato Nazionale d’Area del Tirreno per la categoria Minialtura, assegnato proprio al Comitato Organizzatore del Campionato Minialtura del Golfo di Napoli. Un cocktail di benvenuto sarà offerto ai regatanti il 16 febbraio, sulla suggestiva terrazza del Club Nautico della Vela, alle ore 19.00. Il Campionato si avvarà per la diffusione delle informazioni, dei siti a disposizione: quello ufficiale della V Zona ma a breve sarà reso visibile anche quello del Campionato stesso che ha già una pagina facebook. Saphiranews seguirà l’evento come giornale ufficiale del campionato. Ufficio Stampa Campionato Minialtura del Golfo

Info: campionatominialtura@gmail.com www.saphiranews.it www.velaincampania.it Facebook: Campionato Minialtura del Golfo di Napoli

foto di Antonella Pannella

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date : 18-19 febbraio Trofeo I 673 – Lucy (LNI Napoli) 3-4 marzo Trofeo Alessandro Chiodo (CNV) 24-25 marzo Trofeo Alvaro Giusti (CNTG) 21-22 Aprile Trofeo Oreste Albanesi (CNV) 12-13 Maggio Coppa Serapide (LNI Pozzuoli)


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Alessandro Palmese Palmarola - Ponza Secondo classificato

2

Stefania Evangelista CorfĂš

scatta il mare

Primo classificato

Terzo classificato Menzione Speciale

Orsola Birotti Ravello

Rebecca Pisoni Brela, Croazia

4

3 Partecipa a Scatta il mare! Su ogni numero di Saphiranews verranno pubblicate le foto marine più belle inviateci dai nostri lettori! La redazione, qualora l’autore esprima il suo consenso, utilizzerà le fotografie ricevute nei numeri successivi della rivista a scopo illustrativo, riportando sempre in calce il fotocredito. scattailmare@saphiranews.it Questo mese scatta il mare ha scelto una foto scattata a Palmarola, Ponza dal giovane Alessandro Palmese.


solidarietĂ  a riva

Un’ondata di solidarietà con i Giovani Amici del Mare “…il Mare non fa distinzione alcuna, né di sesso, né di razza, non fa distinzione tra ricchezza e povertà; è risorsa e fonte di vita per ciascuno di noi!” Da questa fondamentale verità hanno mosso i primi passi i fondatori dell’ASGAM, acronimo di Associazione Sostenitori Giovani Amici del Mare, che, grazie all’energia dei volontari è riuscita, nel giro di pochi anni, a fare molto per centinaia di ragazzi e bambini disagiati per motivi fisici, psichici o economici. Fondata da militari della Guardia di Finanza nel 2007, l’ASGAM, con sede operativa presso il Comprensorio Logistico Navale della Guardia di Finanza a Capo Miseno, si propone come obiettivo lo sfruttamento della risorsa mare a favore di giovani in difficoltà, coinvolgendoli non solo in attività ludico – ricreative, ma anche in importanti iniziative di avviamento professionale e sportivo nelle arti marinaresche, ponendo sempre in primo piano il valore della Legalità. Motore di ogni attività dell’Associazione è infatti il peschereccio S. Rita, confiscato alla criminalità pugliese da cui veniva sfruttato per il traffico di droga, e donato all’Associazione dallo Stato. Proprio grazie al S. Rita, rimesso a nuovo e adeguatamente modificato per le attività sociali dell’ASGAM nell’ambito del “Progetto Napolitano”, tanti giovani provenienti dai quartieri socialmente a rischio di Napoli e provincia hanno vissuto il proprio “battesimo del mare” e, toccando con mano i risultati della lotta alla malavita, compreso quanto importante può diventare per i cittadini il riutilizzo dei beni confiscati. I ragazzi oltre a momenti di sano divertimento, hanno avuto la possibilità di imparare tecniche di pesca sportiva e subacquea (il S. Rita ha licenza di pesca costiera locale) e partecipare ad attività di snorkeling per conoscere ed apprezzare da vicino le bellezze

Il S. Rita oggi - foto di proprietà dell’ASGAM

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dei nostri mari, tutto in un’ottica di tutela e valorizzazione dell’ambiente. IL S. Rita ha inoltre permesso, grazie alle modifiche apportate che permettono l’imbarco di persone diversamente abili in carrozzina, a tanti giovani con difficoltà motorie e affetti da malattie oncologiche, di trascorrere piacevoli giornate in mare aperto e, aiutati dai volontari dell’Associazione, di potersi tuffare e vivere appieno la sensazione di libertà che il diretto contatto con l’acqua sa donare. L’Asgam Onlus, per le sue attività, opera in collaborazione con il Tribunale dei Minori di Napoli, ed è partner di numerose realtà associative come “Libera, nomi e numeri contro le mafie”, “Tutti a Scuola Onlus” e “Gioia e Speranza Onlus”. I volontari dell’Associazione, dopo la delusione avuta a seguito della discutibile decisione del Comune di Bacoli di non affidare all’ASGAM e alle altre associazioni partner spazi della grande Villa Ferretti confiscata alla camorra, continuano a lavorare senza sosta per la progettazione delle attività dei prossimi mesi che saranno realizzate, come sempre, solo grazie alle proprie forze ed al proprio entusiasmo. Chiunque condivida con i volontari dell’ASGAM un sincero amore per i giovani ed il mare, può prendere parte alle diverse iniziative e contribuire attivamente alla buona riuscita delle stesse, in vista anche della prossima messa a punto e utilizzo di una barca confiscata al clan dei casalesi e affidata all’Associazione. www.asgam.it Paola Vona


L’arrivo a Napoli del S. Rita - foto di proprietà dell’ASGAM

Per contribuire alle attività sociali dell’ASGAM ONLUS: - donazione 5 X MILLE: codice fiscale dell’Associazione 95091630632; - donazione sul c/c bancario ASGAM ONLUS: codice IBAN IT 97 C 05308 03407 000000011473 UBI-Banca Popolare di Ancona.

La messa a punto del S. Rita - foto di proprietà dell’ASGAM

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altri sport

Apnea Emozioni tutte d’un fiato Noi, il mare dentro Foto di Francesco Chiaromonte

Il tempo rallenta, il ritmo frenetico che ha scandito e stressato la giornata, magicamente cessa, lasciando spazio ad una serenità e ad un benessere immediato quando si incontra il gruppo di appassionati che promuovono ed insegnano l’apnea alla Sezione di Pozzuoli della Lega Navale Italiana. “L’apnea”, spiega il dr. Francesco Chiaromonti, responsabile del gruppo, “è una disciplina che insegna innanzitutto la consapevolezza. Aiuta a conoscersi meglio ed a fondersi in completo benessere ed armonia con il mare. Si impara a migliorare la respirazione ed a rallentare il ritmo cardiaco, oltre ad essere uno sport in cui si usano con continuità i muscoli delle braccia,

delle gambe, del torace e della schiena, nuotando, con varie tecniche, senza alcuna attrezzatura in orizzontale ed in verticale.” Partendo da una forte tradizione subacquea, due anni fa la Sezione di Pozzuoli dà vita alla “Scuola del mare”, in cui rientrano tutte le di34 saphiranews.it

scipline ad esso connesse, praticate per il gusto delle stesse, senza obiettivi agonistici. In esso trova spazio la scuola di apnea, che cresce grazie ad un team, formato dopo un lungo training, di 8 istruttori, mossi tutti unicamente dall’amore per la diffusione della cultura del mare e delle sensazioni che questo è in grado di restituire. La scelta di non guardare all’agonismo, per il momento, è voluta, ha spiegato lo stesso direttore tecnico, in quanto lo scopo che la scuola si propone è di avere un approccio sereno con l’acqua, la profondità, con l’ambiente, con se stessi, volto al riconoscimento delle sensazioni. Un tuffo in godimento, come lo definirebbe Maria Felicia Carraturo, il record italiano di free immersion - disciplina di discesa e risalita a braccia lungo il cavo - ed istruttrice della scuola. Lei stessa, parlando del suo record e delle sue immersioni, ha più volte sottolineato il piacere del tuffo come momento introspettivo in cui godere della scoperta di se stessi, attraverso il riconoscimento ed il superamento dei propri limiti, a volte imparando una pacifica convivenza. Guardando Felicia altre qualità sembrano caratterizzare questo sport: concentrazione determinazione ed un forte temperamento. Qualità che certamente ritroviamo in Gianluca, un ragazzo non vedente avvocato penalista che, superando l’handicap costituito dalla sua mancanza di acquaticità e nessuna conoscenza del nuoto, seguito da Francesco è riuscito a fare le sue prime immersioni in apnea a pochi metri. La vista in questo caso è il senso di minor importanza, ci spiega Chiaromonte, quando si scende in profondità in apnea, gli occhi si chiudono; in alcune discipline si aprono giusto per agguantare il cavo per la risalita. Appog-


altri sport

giato dalla Sezione, il direttore, abilitato dalla federazione all’insegnamento delle immersioni ARA ai disabili – ad oggi non sono previsti titoli equipollenti per l’apnea- applica le tecniche con Gianluca che, entusiasta, si ripromette nuove profondità. Altro interessante progetto che avrà inizio quest’anno dopo una lunga preparazione professionale di quattro istruttori della scuola è un corso gratuito di mini apnea, rivolto ai bambini dagli 8 ai 10 anni d’età. Il programma che prevede sei lezioni in piscina e che si completerà in mare quando le condizioni climatiche saranno più favorevoli, partirà il prossimo 3 marzo. Molto praticata inoltre un’altra disciplina connessa all’apnea, il saphari photo sub. Una immersione tutta d’un fiato in cui si è impegnati a scovare gli abitanti del mare, scattare il numero più alto possibile di ciascuno di essi e riconoscerne il nome volgare. Valido sostituto della pesca subacquea, il saphari photo sub, di cui si disputano gare di alto livello, prevede una complessa regolamentazione della federazione. Antonella Panella

Lega Navale Italiana sez. Pozzuoli Via Celle, 3 80078- Pozzuoli segreteria: 081 193 69 319 e-mail: segreteria@lnipozzuoli.it www.lnipozzuoli.it inizio corsi adulti : I e II livello 6 febbraio Inizio corsi Mini apnea : 3 marzo saphiranews.it 35


news dalla classe j24

Riparte il Campionato

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J24

Ecco tutti gli appuntamenti del 2012 J24 Kermesse

A

nche quest’anno sono state le acque monegasche e la XXVIII Primo Cup Trophée Credit Suisse ad inaugurare il Circuito Nazionale della Classe Italiana J24. L’imperdibile e tradizionale evento organizzato da venerdì 3 a domenica 5 febbraio dallo Yacht Club Montecarlo (http://www.yachtclub-monaco.mc), infatti, ha aperto ufficialmente la stagione agonistica 2012 di un monotipo versatile ed intramontabile come il J24. Archiviata la tappa monegasca e i numerosi Campionati Invernali che in questi mesi stanno impegnando le Flotte J24 su tutta la Penisola, il Circuito 2012 proseguirà con un altro classico evento della Classe J24: Pasquavela, giunta alla venticinquesima edizione e organizzata da giovedì 5 a lunedì 9 aprile dallo Yacht Club Santo Stefano (www.ycss.it). Il programma prevede per la prima giornata (dalle ore 9,30 alle 18,30) la registrazione e la pesa degli equipaggi, in quella seguente (alle ore 9) il briefing e (alle ore 12) la partenza della prima regata al termine della quale si svolgerà il primo dei numerosi eventi sociali previsti per i concorrenti e i loro accompagnatori. Il programma proseguirà invariato anche sabato 7, domenica 8 e lunedì 9 aprile. Potranno essere corse un massimo di tre prove al giorno e per le classifiche verrà adottato il “punteggio minimo”. L’ormeggio delle barche è gratuito dal 31 marzo al 14 aprile e gli alaggi e i vari saranno effettuati sulla banchina Toscana. Terza tappa del Circuito Nazionale della Classe Italiana J24 sarà come sempre il Trofeo Accademia Navale & Città di Livorno (www. trofeoaccademianavale.eu) in programma nella cittadina labronica da sabato 28 aprile a martedì 1 maggio e, dopo il doppio appuntamento toscano, la Flotta J24 si sposterà nell’incantevole Sardegna per due eventi di grande richiamo: il Campionato Nazionale che si svolgerà da sabato 26 a martedì 29 maggio a Cannigione sotto l’attenta regia del Club Nautico Arzachena (http://www.clubnauticoarzachena.it/) e l’European Championship in programma, a seguire, da mercoledì 30 a domenica 3 giugno, sempre a Cannigione. Settembre, invece, sarà sinonimo di Coppa Italia che nel week end dal 21 al 23, grazie alla Se.Ve.Ta. e a Ondabuena (http://www.ondabuena.it/home_iniziale.asp) farà scendere nelle splendide acque di Taranto gli agguerriti equipaggi che nel mese seguente (sabato

20 e domenica 21 ottobre) si sposteranno a Cervia per il Trofeo J24 proposto dal Circolo Nautico Amici della Vela (www.circolonauticocervia.it). Il Circuito si concluderà anche quest’anno con l’Interlaghi di Lecco organizzato come sempre dalla Società Canottieri Lecco (www. canottieri.lecco.it) da venerdì 2 a domenica 4 novembre. Per quanto riguarda gli appuntamenti internazionali da segnalare il World Championship 2012 che sarà ospitato da giovedì 13 a venerdì 21 settembre a Rochester, NY, (United States) e sarà organizzato dal Rochester Yacht Club (http://www.rochesteryc.com/). Infine, anche quest’anno, come nel 2010, Giovanni Campi, presidente dello Yacht Club Bergamo Città dei Mille, con l’equipaggio dello YCBG Sailing Team – ITA 479 rappresenterà l’Italia alla Regata Copa Mexico, il presti-

Yacht Club Bergamo Sailing Team Fausto Gandolfi

gioso evento nato due anni fa in occasione del centenario della Repubblica Messicana. Tra gli appuntamenti di interesse internazionale, la Regata Copa Mexico che si svolgerà nelle acque antistanti Puerto Vallarta, nella costa Occidentale del Messico, è considerata il Campionato Mondiale Sud Americano


L’organizzazione della Copa Mexico 2012 Edicion Olimpica è affidata alla classe J24 Mexico con il supporto della Marina Militare Messicana. Il programma prevede un Practice Race e dieci Champioship Races. Alle cerimonie di apertura e di chiusura sarà presente il Presidente del governo messicano

Yacht Club Bergamo Sailing Team Marzio Parimbelli

Yacht Club Bergamo Sailing Team Paolo Luisetti

L’Italia sarà rappresentatata, appunto, da ITA 479 che vedrà impegnato a bordo lo YCBG Sailing Team formato dal timoniere Marzio Parimbelli (C.V. Gargnano), dai tailer Fabrizio Eusebio (Associazione Velica Monvalle S.C.S.D.) e da Fausto Gandolfi (Yacht Club Bergamo A.S.D.), Paolo Luisetti (Centrovela Sailing Team A.S.D.) alle drizze e dal prodiere Giovanni Campi (Yacht Club Bergamo A.S.D.). Il J24 bergamasco potrà contare sul supporto

Felipe Calderòn. Tra gli sponsor di Copa Mexico 2012 Banamex, Coca Cola, Tag Heuer, Comex, Dell, Microsoft Office, XX Cerveza, Nyssen, Grey Goose Vodka. Il 2012, quindi, si preannuncia ricco di importanti appuntamenti che sapranno divertire, entusiasmare e coinvolgere gli equipaggi, mettendo in luce le caratteristiche di un monotipo che continua a scrivere importanti pagine nella storia dello Yachting Internazionale in quanto, pur restando legato ad una stretta monotipia, il J24 è in continua evoluzione, alla ricerca di una costante competitività e di una particolare attenzione all’estetica.

news dalla classe j24

della Classe J24 ed inoltre, l’edizione che si svolgerà dal 2 al 12 marzo sarà considerata Ediciòn Olimpica (http://www.j24mex.com/ copamexico/index.html) Alla manifestazione risultano ad oggi iscritti ben 64 equipaggi professionisti di venti nazioni diverse.

Paola Zanoni – Ufficio Stampa Associazione Italiana Classe J24

Yacht Club Bergamo Sailing Team Giovanni Campi

di Filtes International - Technical Yarns, Osmi Sro - Oil & Gas Industrial Valves e di MelavĂŹ Le mele della Valtellina mentre Essenza - Yes Zee e Custom6 Carbon Philosophy saranno partner tecnici (ulteriori informazioni su http:// www.ycbg.it).

Yacht Club Bergamo Sailing Team Fabrizio Eusebio

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“Diario di Bordo è la nuova rubrica di Saphiranews creata per dare spazio ai racconti più belli delle vostre esperienze in barca a vela. Inviateci i vostri contributi all’indirizzo diariodibordo@saphiranews.it”

diario di bordo

foto: Pipaluk

Atlantic Rally for Cruisers 2011: la grande prova di Pipaluk

foto: Pipaluk

foto di Gianluca Ferrante

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foto: Pipaluk

a prima parte dell’avventura di Pipaluk, 54 piedi di Francesco Massaro della Lega Navale di Sorrento, si è conclusa con l’arrivo a S. Lucia ai Carabi. Francesco, uno dei migliori regatanti del napoletano, aspettava da una vita di poter realizzare questo suo piccolo grande sogno rinviato tante volte per gli impegni familiari e lavorativi. Una bellissima ma semplice, sincera e significativa manifestazione tenutasi al Porto di Sorrento, con tanto di discorsi alza bandiera e brindisi, ha dato il via ufficiale a questa bellissima avventura, con gli auguri da parte del Sindaco, del Presidente della Lega navale italiana di Sorrento, dell’Assonautica e tanti amici e parenti. L’emozione di Massaro è stata incontenibile . La barca, partita con i vessilli del Comune di Sorrento, della LNI Sorrento e della Assonautica da Las Palmas con circa 250 altre imbarcazioni, è stata combattuta sul filo di lana e la traversata, nella prima parte, funestata da

molti guai. Dopo poche ore, infatti, la rottura del tangone e sbarco di Marta Cappiello infortunatasi con conseguente rientro a sud di Las Palmas; dopodiché rottura trozza e rientro a Tenerife… in pratica la partenza è stata ritardata di ben cinque giorni. Questo non ha impedito a Francesco Massaro, autentico animale da regata, di spronare i suoi all’inseguimento, spingendosi in una rotta semi ortodromica, quindi più alti del previsto in latitudine, col rischio di perdere del vento ma guadagnando in distanza. Un vero miracolo: Pipaluk è giunta così a ridosso della flotta guadagnandosi l’ottavo posto in compensato di categoria e il tempo più breve di tutti nella categoria stessa. Ai sorrentini e non dell’equipaggio (Massaro & c.) attende ora una campagna regatante ai Caraibi oltre, ovviamente, ad un ludico ed invidiabile inverno in quei fantastici luoghi. Ginetto Esposito


Raccontando Procida L’isola nomade. Racconti per Procida.

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chiva, scontrosa, semplice e misteriosa, Procida non ha mai smesso di ammaliare e meravigliare visitatori “di ogni dove ed ogni tempo” al punto che, inevitabilmente, resta dentro con le sue atmosfere, i suoi paesaggi, le sue strade, i suoi abitanti. Come scrive Dacia Maraini nella prefazione del libro: “Si può girare il mondo, per passione, per irrequietezza, per curiosità o per vocazione. Si possono conoscere luoghi e meraviglie, storie, tradizioni, ambienti, panorami di paesi e continenti lontani. Eppure alcuni posti restano irrimediabilmente nella memoria. Procida, per esempio. […] È bello ritrovare atmosfere ed attitudini procidane tra le pagine di questo piccolo libro che nasce coll’ entusiasmo di un atto d’amore: voci che pare si rincorrano tra le strade segrete, nei giardini profumati di limoni, lungo le coste assolate, con il sottofondo costante del rumore delle onde.” Il libro, curato da Tjuna Notarbartolo, raccoglie dodici contributi firmati da dodici scrittori di fama internazionale, legati da un unico filo rosso emozionale: l’incontro con l’Isola. Dacia Maraini, Raffaele La Capria, Luciano Ligabue, Michele Mari, Toti Scialoja, Enzo Colimoro, Alberto Mario Moriconi, Piero Meldini, Maria Attanasio, Antonio Carannante, Piera Degli Esposti e la stessa Notarbartolo, dodici esperienze di vita differenti e distanti, e, unica protagonista, la piccola Procida, l’Isola di Arturo tanto cara ad Elsa Morante che, non a caso, ritorna in alcuni dei racconti, quasi fosse impossibile distaccarsene.

Procida. Sogni e ricordi.

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edicato ai più piccoli (a partire dai 10 anni), “Procida. Sogni e ricordi”, edito dalla casa editrice l’Isola dei ragazzi, è un libro autobiografico in cui l’autrice, in un salto a ritroso nel tempo, ripercorre la propria infanzia vissuta nella piccola isola attraverso i ricordi che “belli o brutti che siano, non si dimenticano più”. Una narrazione semplice e piacevole che ci parla di colori, odori e sapori legati ad un tempo lontano e ad una vita genuina, dai ritmi lenti, scandita dai rintocchi delle campane. Il libro, compreso nella collana La Bottega della Fantasia, è arricchito dai delicati disegni di Lucia Abbondanza.

p. vn. Procida. Sogni e ricordi. di Maria Ambrosino Ponticelli Illustrazioni di Lucia Abbondanza L’Isola dei ragazzi, pag. 64

Paola Vona L’Isola Nomade. Racconti per Procida. A Cura di Tjuna Notarbartolo. Prefazione di Dacia Maraini. ADM, pag. 150

foto di Luigi Civita

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eco saphira

ProgettoEko Una sfida per promuovere le energie rinnovabili

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rentadue anni, di cui venticinque in barca a vela, un curriculum velico di tutto rispetto (visionabile sul sito internet del progetto) un grandissimo amore per il mare e l’ambiente, questi gli ingredienti dell’impresa da record a sostegno dell’ambiente, delle energie rinnovabili e degli animali, che vede protagonista il velista siciliano Andrea Barbera. Si tratta di Progetto Eko, prima traversata dell’atlantico a impatto zero, in solitaria a bordo di un catamarano da spiaggia di 20 piedi, Eagle Cat 20 Ocean, non cabinato e senza assistenza. A impatto zero perché l’imbarcazione è eco-compatibile, equipaggiata con pannelli solari e turbine eoliche di ultima generazione per far fronte al fabbisogno energetico della ricarica delle batterie, che alimenteranno i sistemi di comunicazione e sicurezza, come Vhf, Telefono satellitare, Gps. Sistemi che consentiranno agli appassionati di seguire tramite satellite la traversata sul sito del progetto, dove verranno anche pubblicati gli sms inviati da Andrea che fungeranno da diario di bordo. Barbera, che ha già all’attivo una traversata dell’atlantico a vela ed è stato imbarcato a bordo di Adriatica con Velisti per Caso, questa volta alla sfida della traversata aggiunge la sfida alimentare,

Eagle Cat 20 Ocean Catamarano sportivo - 20 piedi Lunghezza - 6.09 metri Peso - 140Kg Superficie velica - 52 mq Vele, randa, fiocco avvolgibile, cod 0 e jennaker su bompresso Tipo di costruzione – Kevlar e carbonio con resina epossidica sottovuoto Albero- carbonio ad alto modulo

tra i suoi obiettivi infatti anche quello di mettere in evidenza i vantaggi di un’alimentazione vegetariana/vegana, in cambusa solo pasti vegani, in scatola o liofilizzati, frutta secca, cereali e nessun alimento di provenienza animale. La traversata partirà da Las Palmas de la Gran Canaria fino a Point-à-pitre Guadalupa, dopo 2700 miglia nautiche, e sarà omologata dal world sailing speed record council ISAf (organismo internazionale per i record a vela). La data presunta della partenza è ottobre 2012, anche se il team di Progetto Eko è alla ricerca di sponsor, in particolare di aziende che si occupino di energie rinnovabili, ma in ogni caso tutti possono sostenere Eko aderendo al progetto con una piccola sottoscrizione. Nel frattempo la lega navale italiana e la federazione italiana vela hanno dato il loro patrocinio ed il sito spagnolo Valencia Eventos Nauticos, che si occupa di vela internazionale, farà conoscere il progetto in Spagna. Per info e contatti www.ekosailing.com e www.eko2012.altervista.org Claudia Campagnano



Stile&Design a cura dell’architetto Roberta Errico

Saily di Skitsch: Una barchetta come quelle che facevamo da bambini che si accende e non brucia.

Metamorfosi di luce L

e piccole dimensioni delle fonti luminose permettono ormai di giocare con la luce lasciando grande spazio a progetto e prestazioni. Ma dov’è il confine tra lampada tecnica e lampada decorativa? Un nutrito carnet di giovani ed affermati designer, assoldati da rinomate aziende del settore dell’ illuminazione, stravolgono i canoni delle tradizionali lampade e si cimentano nel campo della sperimentazione creativa, dando vita a collezioni che uniscono alla funzionalità una spiccata attenzione all’aspetto emozionale che il design può suscitare. Supportati dalla ricerca tecnica, da

Fiorellino di Lumina: struttura in ferro edalluminio sottile e lamelle rigide in policarbonato. Un semplice meccanismo ci consente di variare la disposizione delle lamelle rigide in policarbonato con un continuo gioco di luce ed ombre. Ideale per la zona notte specialmente se controllata da dimmer.

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un colto uso dei materiali e dall’impiego di sorgenti led, danno vita ad elementi creativi a sé stanti dove spesso l’aspetto giocoso ed ironico è senza dubbio predominante. Ecco che quindi l’ispirazione di una barchetta di carta come quelle che facevamo da bambini viene trasformata da Skitsch in Saily una sorgente luminosa a basso consumo energetico che grazie all’impiego del Nomex® materiale ignifugo generalmente utilizzato per le tute dei pompieri si accende e non brucia.


D’E-Light di Flos: Postazione di servizio ricarica nella parte sovrastante e flusso di luce orientabile

Fontana di Metalspot con la sua abbondanza di cavi in metallo cromato e la sua apertura regolabile simula una vera e propria pioggia di luce.

Onylux di Riva: L’alabastro delle basi e le luci a led conferiscono grande particolarità a questa affascinante soluzione progettuale. Anche in versione nera.

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Istruzioni per l’uso

na corretta illuminazione può essere determinata sulla base della funzione che la luce dovrà svolgere nel locale in questione. L’illuminazione di base dei locali deve creare ambienti sufficientemente chiari e potrà poi essere integrata con luci specifiche per creare atmosfera o per mettere in risalto ambienti o oggetti specifici. Si consigliano faretti ad incasso, sistemi d’illuminazione con proiettori e lampade su binari, lampade da soffitto e lampadari. In contrasto con l’illuminazione generale l‘illuminazione d’accento convoglia lo sguardo su punti precisi e crea zone di luce concentrata. È importante che sui piani di lavoro non si creino riflessi o zone d’ombra. Una buona illuminazione di una postazione di lavoro favorisce la concentrazione. In questo caso sono preferibili lampade proiettori e faretti, lampade da tavolo. Per impreziosire l’ambiente e rilassarsi e ricreare un’intima at-

Cristal di Metalspot: le bolle in pirex soffiato e sorrette da astine in metallo modellabili a mano.

mosfera si deve procedere con l’illuminazione indiretta, quella in cui il fascio di luce riflesso dalle pareti o dal soffitto su cui è proiettato non abbaglia ne affatica gli occhi come proiettori a parete o a stelo. In ogni caso è raccomandato di posizionare le lampade in modo tale da non abbagliare. Si possono combinare lampade a stelo, applique a parete o corpi illuminanti particolari. Sono vincenti gli abbinamenti per dare un tocco particolare. Nella stanza da bagno ad esempio si adattano particolarmente bene i corpi illuminanti di forma allungata che possono essere applicati al di sopra o a lato dello specchio. Le pareti dalle tinte chiare riflettono particolarmente bene la luce ma anche la scelta del colore delle pareti aiuta nel creare la giusta suggestione di un ambiente. Ma questo lo vedremo nel prossimo numero. Architetto Roberta Errico

Kaos di Metalspot: composizione libera anche per questa lampada per un gioco leggero di luci.


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Condizioni generali del Servizio di consulenza Le presenti condizioni generali regolano i rapporti aventi ad oggetto la fornitura a pagamento da parte della Graphite srl di risposte di esperti a domanda inviate dall’interessato dell’importo indicato in rubrica tramite bonifico bancario. Il contratto si intenderà concluso con il ricevimento del pagamento da parte della Graphite srl e con la conseguente accettazione da parte dell’interessato delle presenti condizioni generali che si daranno per conosciute. I quesiti dell’interessato, il materiale e le relative risposte potranno essere pubblicate sulla rivista in forma anonima o con l’indicazione delle sole iniziali, laddove l’interessato non specifichi di non volere la pubblicazione, in mancanza si considererà pubblicabile il materiale. Le consulenze avverranno secondo i tempi e le modalità indicate nella rubrica. L’interessato ha diritto di recedere ai sensi dell’art. 5 Dlgs. 185/99 entro dieci giorni dal giorno del ricevimento della richiesta, corredata dal pagamento, salvo che nel frattempo sia già pervenuta la risposta. Il diritto di recesso dovrà essere esercitato, entro il suindicato termine, attraverso raccomandata a/r da inviarsi a Graphite srl via roberto bracco n. 45 80133 napoli. Se il recesso verrà effettuato in maniera conforme a quanto suindicato Graphite Srl provvederà al rimborso delle somme già versate. I dati personali inviati dall’interessato saranno trattati nel rispetto dell’art. 13 del Dlgs 196/03 ed esclusivamente per rispondere ai quesiti formulati dall’interessato, non saranno comunicati a terzi né utilizzati per altre finalità. Responsabile del trattamento è Graphite srl, incaricati al trattamento sono gli addetti alla ricezione dei quesiti, alla contabilità e gli esperti della società stessa. L’interessato potrà esercitare i diritti di cui all’art. 7 del Dlgs 196/03 scrivendo a Graphite srl, via Roberto Bracco n. 45, 80133 Napoli.


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Museo di Capodimonte: in mostra i disegni di Lanfranco. Fino al 22 Maggio sarà visitabile nelle sale al secondo piano del Museo di Capodimonte la mostra monografica dedicata ai disegni di Giovanni Lanfranco. La selezione di sessanta capolavori esposti, parte dei 476 disegni del Corpus lanfranchiano conservato presso il Gabinetto Disegni e Stampe di Capodimonte, ripercorre l’intera carriera del pittore emiliano, dagli studi per le tele più antiche, alle ariose invenzioni romane per Sant’Andrea della Valle e il Casino Borghese, fino ai pensieri per i grandi cicli di affreschi del decennio napoletano, come le cupole del Gesù Nuovo e della Cappella del Tesoro di San Gennaro e le chiese della Certosa di San Martino e dei SS. Apostoli. Capodimonte organizza inoltre, per l’anno 2012, una serie di incontri sugli interventi di restauro eseguiti negli ultimi anni su alcune opere del Museo. Sarà un’occasione per avvicinare i visitatori, gli studenti e tutte le persone interessate, al complesso e affascinante mondo del restauro delle opere d’arte. Museo Nazionale di Capodimonte, 8.30-19.30 da lunedì a domenica, mercoledì chiuso www.polomusealenapoli.beniculturali.it” www.facebook.com/museodicapodimonte

EnergyMed, la V Edizione EnergyMed, Mostra Convegno sulle Fonti Rinnovabili e l’Efficienza Energetica, principale appuntamento sull’Energia nel bacino del Mediterraneo, si terrà a Napoli presso la Mostra díOltremare, dal 22 al 24 marzo 2012. Le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica sono sempre più al centro dei piani di azione per la sostenibilità ambientale per cui l’EnergyMed diventa il contesto ideale per confrontarsi sullo stato dell’arte di settori innovativi legati al solare, all’eolico, alle caldaie ad alta efficienza e a biomasse, al recupero di materia ed energia dai rifiuti, ai veicoli a basso impatto ambientale e ai servizi. Vasto il programma congressuale e numerosi gli eventi speciali. Napoli - Mostra d’Oltremare (ingresso Viale Kennedy), 22-23-24 Marzo dalle 9.30 alle 19.30. www.energymed.it

Dolci, casatiello e leccornie! La CittĂ  del gusto di Napoli apre le sue cucine per 3 corsi tematici, dal 3 al 5 aprile, alla scoperta della ricca e variegata tradizione gastronomica partenopea delle feste di

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Pasqua: dall’antipasto a base di salumi, ai primi di terra con carne e selvaggina, ai tanti dolci buoni e colorati. Appassionati di buona cucina e cuochi provetti desiderosi di cimentarsi ai fornelli con farina, burro e salse varie, verranno guidati dai docenti/chef del Gambero Rosso in un percorso gastronomico per apprendere le tecniche di preparazione e qualche trucco del mestiere. I corsi, “Tortano o Casatiello?”, “Uova e dolci pasquali” e “Il menu di Pasqua”, inizieranno con una parte teorica sulla conoscenza degli alimenti, per poi passare alla pratica con la messa in opera di quanto appreso e con la realizzazione delle singole portate. Info e prenotazioni: Città del gusto di Napoli tel. 081 19808900 napoli@cittadelgusto.it www.gamberorosso.it

Un Museo tutto da bere. E’ stata inaugurata lo scorso dicembre, al Museo Duca di Martina, la mostra dedicata al vino nei suoi differenti contesti d’uso: profano, mitologico e liturgico. In continuità con le precedenti esposizioni presentate al Museo Duca di Martina in Villa Floridiana, dedicate al té, al caffé, alla cioccolata e alla birra, in questa occasione viene presentata una selezione di oltre duecento opere realizzate tra il Quattrocento e l’Ottocento: calici, bicchieri, bottiglie, brocche e dipinti legati al tema del vino. La mostra è affiancata da una serie di attività collaterali: conferenze, seminari, concerti a tema e laboratori di degustazione, che consentono di approfondire i diversi aspetti della cultura del vino, da quello botanico e produttivo, a quello socio-economico ed enogastronomico, con particolare attenzione a quanto di meglio offre la produzione vitivinicola campana. La mostra terminerà il 14 aprile 2012. Museo Duca di Martina, Villa Floridiana 8.30-14.00 da lunedì a domenica, martedì chiuso www.polomusealenapoli.beniculturali.it

Strane Coppie: 12 autori contemporanei incontrano 12 grandi romanzi Su iniziativa di Lineascritta, il Goethe-Institute, l’Istituto Cervantes e l’Institut français Napoli ospiteranno nel corso dell’anno sei incontri (due in ogni istituto) sul patrimonio letterario europeo. Il principio dell’incontro consisterà nell’invitare due scrittori italiani per parlare di ciò che amano e li ispira, delle rassomiglianze e delle differenze con due grandi autori storici, uno italiano, l’altro tedesco, spagnolo o francese. Il programma è consultabile sul sito www.lineascritta.it


SOUPE GERMOU Zuppa di zucca (St Lucia, Antilles)

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uesta zuppa si può gustare a St Lucia nelle Antille, l’isola dove arrivano le barche che partecipano alla ARC, la famosa regata transoceanica riservata alle barche da crociera. Tra gli ingredienti di questa ricetta troviamo la salsa piccantissima di St. Lucia, autentico vanto nazionale, che si può sostituire con dell’olio di oliva aromatizzato al peperoncino e un poco di aceto di vino.

rotte di gusto

Ingredienti (6 persone) 50 g burro 2 cipolle finemente tritate 1 spicchio di aglio tritato 1 kg zucca 1 grosso pomodoro spellato e passato senza semi 2 rametti di prezzemolo 1 foglia di alloro 1,2 litri di brodo di pollo 1 cucchiaino di zucchero Sale e pepe nero q.b. 200 ml panna fresca Salsa piccante “hot pepper sauce” q.b. Per la guarnizione Erba cipollina tritata Noce moscata grattugiata Procedimento 1. Sciogliere il burro in una pentola larga, aggiungere le cipolle e l’aglio tritati. Cuocere a fuoco lento fino a che le cipolle non risulteranno morbide e dorate. Attenzione a non bruciarle! 2. Pulire la zucca e tagliare la polpa a dadini 3. Aggiungere la zucca tagliata e le erbe aromatiche nella pentola e fare rosolare per due o tre minuti 4. Aggiungere il brodo di pollo, lo zucchero ed il sale. Coprire il tegame e cuocere per circa 30 minuti fino a che la zucca non diventa morbida. Togliere i rametti di prezzemolo, l’alloro e frullare. Passare poi al setaccio 5. Riportare la zuppa in un tegame e mescolare con la panna e la salsa al peperoncino piccante. 6. Controllare il piccante e il sale prima di servire la zuppa, a temperatura tiepida 7. Guarnire con l’erba cipollina e la noce moscata Gianluca Ferrante

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