San Marino Fixing: Speciale 70 anni anis

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Gli Speciali

Oltre 300 impre

ANIS rappresenta e tutela le di Daniele Bartolucci

Segue dalla prima Con la presidenza di Omero Nicolini, in occasione dell’Assemblea Generale Ordinaria tenutasi nel novembre del 1951, ciascuna categoria fu autorizzata a costituirsi in associazione “autonoma”. Ma è solo nel 1954 che la futura ANIS troverà, sotto la presidenza di Dino Diomedi, una forma più definita. La lunga presidenza di Mario Venturini, che rimarrà ai vertici dell’Associazione sino al 1967, coincide con gli anni della rapida crescita industriale del Paese e della nuova denominazione dell’Associazione (nel 1962 diventa Associazione Industriali). La fase di massima crescita (tra gli anni ‘60 e ‘70) coincide con la conferma di Emilio Amati ai vertici dell’AI e con il passaggio dall’IGE (imposta generale sulle entrate) alla monofase. Nel 1973 l’Associazione abbandona la sede di Palazzo Graziosi. Nel 1973 l’Associazione abbandona la sede di Palazzo Graziosi e si trasferisce all’interno del Palazzo CES di via Gino Giacomini, ubicazione mantenuta sino al 2013. Nel 1976 diventa Presidente Glauco Benato e nel 1979 Giuseppe Micheloni. Con la presidenza di Lucio Amati (1982), l’Associazione inizia a pensare in grande, guardando con maggiore attenzione ai mercati internazionali. Un percorso che nel 1984 porta l’ANIS a diventare, in concomitanza con il cambio di denominazione (da Associazione Industria a Associazione Nazionale dell’Industria Sammarinese), anche membro di diritto dell’Unione Interconfindustriale Europea (UNICE). Gli anni Ottanta però coincidono anche con una grande crisi: il Presidente Enzo Zafferani disse che il 1985 fu “l’anno più nero della storia dell’industria sammarinese”. Un cambio di passo inizia a farsi intravedere tra il 1986 e il 1987, anche grazie a una profonda riconversione che coinvolge le imprese del territorio e che porta movimenti economici di grande rilievo (nel 1986 gli investimenti raggiunsero i 32 miliardi di lire, con un +25% rispetto all’anno precedente). Sotto la guida di Zafferani, nel 1988, vengono riordinate le funzioni della Segreteria. Carlo Giorgi, che dal 1985 era cosegretario assieme ad Alessandro Morri, viene nominato Segretario Generale. Zafferani, che guiderà l’Associazione sino al 1991, insisterà su alcuni temi ancora oggi decisamente attuali: la forbice salariale e di orari di lavoro tra pubblico e privato, la dilatazione della spesa pubblica, l’inefficienza di molti servizi della PA, la carenza delle infrastrutture. Nel 1993 viene eletto Piero Tonelli, che di fatto, per tutto il suo mandato (1997), si incamminerà sulla strada tracciata dal suo predecessore. Durante questa Presidenza viene costituita Assoservizi (1993) e nello stesso anno parte il progetto editoriale San Marino Fixing. Nel 1997 viene eletto il nuovo Presidente, Enzo Donald Mularoni. Il nono Congresso della Federazione Industria della CSdL è l’occasione per il Presidente dell’ANIS per rilanciare i temi chiave per il futuro del Paese. Flessibilità, formazione, concertazione, sicurezza e globalizzazione segnano la relazione di Enzo Donald Mularoni, che auspica “l’avvio di un rapporto bilaterale più disteso ed improntato a collaborazione e dialogo”. Per unanime designazione dei suoi colleghi, nel maggio del 2000 viene eletto il successore di Mularoni, Franco Capicchioni, il quale, in occasione dell’elezione, afferma: “Vorrei indirizzare il mio mandato verso l’allargamento della base associativa e la costituzione di organismi di studio su materie di evidente interesse per l’industria”. Nel 2003 l’Assemblea dell’ANIS nomina Simona Michelotti. Durante i tre anni di carica, oltre a decodificare le problematiche delle imprese che operano sui mercati (“Il ricorso record alla cassa integrazione, l’intensificarsi dei processi di delocalizzazione, il ripetersi di crisi aziendali, sono per noi motivi di inquietudine e forte

preoccupazione”), manda segnali ben precisi al Governo e si trova a vivere in prima persona quella che il Presidente ha definito “il ritorno all’anno zero delle relazioni con i sindacati”. E’ invece datata 2006 la Presidenza di Pier Giovanni Terenzi: durante il suo mandato verrà organizzato il primo San Marino Forum (2007), “Innovare e Competere per il futuro”, promosso dalla Fondazione San Marino della Cassa di Risparmio, dall’Ente Cassa di Faetano e dall’ANIS, in collaborazione con The European House-Ambrosetti. ANIS presenterà anche, all’interno del Meeting di CL di Rimini “San Marino Produce”. Lo scatenarsi, a settembre del 2008, della “tempesta perfetta”, il crac di Lehman Brothers, introduce un triennio difficile, reso ancopiù complicato, come ha avuto modo di dire lo stesso Terenzi, da un’instabilità politica che di fatto “ha impedito il formarsi di un progetto condiviso di modernizzazione e sviluppo del Paese, che ha lasciato irrisolti i tanti e complessi problemi che hanno investito il nostro sistema economico”. In concomitanza con lo scoppio della bolla finanziaria il governo Berlusconi-Tremonti emana, nel 2008, il primo “scudo fiscale”. L’emorragia della raccolta complessiva, anche dopo successive manovre, è stata pesante per il sistema, passando da quindici miliardi di euro a poco più di sette, così come le banche, che da dodici si sono ridotte a sei. Le finanziarie e le fiduciarie, circa settanta prima della crisi, sono state quasi tutte spazzate via. E’ in questo humus che nel 2009 a Paolo Rondelli viene assegnata la poltrona dell’ANIS: è lotta aperta ai paradisi fiscali, le imprese ricorrono sempre più agli ammortizzatori sociali. Nel 2009 il Consiglio Direttivo dell’Associazione cerca di fare fronte ad uno scenario profondamente mutato. A luglio il Governo preme per far firmare alle controparti il cosiddetto accordo tripartito che dovrebbe assicurare la chiusura dei contratti di lavoro scaduti con aumenti salariali, a fronte di una situazione economica critica. ANIS fu la sola associazione a decidere di alzarsi dal tavolo mandando a monte la trattativa. Si può sicuramente affermare che la decisione fu lungimirante, vista la gravissima situazione che stava gravando sul futuro del Paese. Per compiere un passo avanti nelle relazioni con l’Italia, ANIS propone di adottare in via unilaterale lo scambio d’informazioni con l’Italia sulla scorta del Modello OCSE 2005. Nel 2012 viene nominato Presidente Emanuel Colombini. Un mandato, il suo, caratterizzato da un momento “storico” per l’ANIS (l’inaugurazione della nuova sede nel luglio del 2014, alla presenza del Presidente di Confindustria Italia Giorgio Squinzi), ma anche da tanta attività per l’Associazione. Proprio durante il mandato di Colombini vengono sottoscritti due importanti rinnovi contrattuali, quello dei servizi ma soprattutto quello dell’industria, firmato nel 2015 solo da ANIS e CSU, dopo un lungo tentativo di dialogo con tutte le parti coinvolte, contratto che riguarda circa 8 mila lavoratori. Un accordo che di fatto ripercorre e dà seguito a quello sottoscritto nel 2012. “Nel 2012 – ha ricapitolato Colombini a fine mandato - la situazione dei rapporti con l’Italia era assolutamente peggiore rispetto ad oggi. Un esempio su tutti, la black list. Tre anni fa il Titano stava attraversando il picco negativo della crisi: le aziende registravano un calo dei fatturati e molte hanno chiuso proprio in quel periodo. Ricordo anche che le finanze dello Stato erano in uno stato molto grave, che si stava facendo i conti con un deficit di bilancio e che si era iniziato a parlare di spending review. Qualcosa si è fatto e molti risultati – uno su tutti, ma non il solo, l’uscita dalla black list – sono stati portati a casa. Il Paese sta facendo dei passi in avanti in campo internazionale e sta cercando di darsi un posizionamento”. A giugno del 2015 il mandato di Colombini giunge a naturale termine e l’Assemblea di ANIS elegge all’unanimità Stefano Ceccato.

Dopo aver accompagnato la trasformazione dell’economia di San Marino da rurale a produttiva, dagli albori dell’industria manifatturiera della Repubblica fino all’internazionalizzazione del terzo millennio, ANIS conferma, dopo settant’anni, di essere il punto di riferimento per chi vuole fare impresa a San Marino. Nell’industria e non solo. Il 18 novembre del 1945 l’Associazione Industriali ed Artigiani partì dall’adesione di 25 imprenditori industriali e 17 artigiani, a fine 2015 sono oltre 300 le imprese associate, con circa 6.000 lavoratori occupati nei vari settori: se è vero che la metà (152) sono industrie manifatturiere, ANIS in qualità organizzazione sindacale dei datori di lavoro, rappresenta oggi anche molte piccole e medie imprese (oltre 60) e in diversi settori, dai servizi alle assicurazioni, passando per l’edilizia e gli autotrasporti, fino alle strutture alberghiere. ANIS tutela gli interessi di tutte queste aziende, sia per quanto riguarda i contratti nazionali di settore (in particolar modo quelli dell’Industria e dei Servizi) e gli accordi aziendali, ma anche per quanto concerne tutta la normativa inerente il lavoro, dalle assunzioni alle vertenze, la fiscalità, l’interscambio, l’accesso al credito agevolato e agli incentivi previsti per gli investimenti. Senza dimenticare che ANIS svolge attività di consulenza sindacale anche per Banca Centrale e gli istituti di credito che aderiscono all’ABS. Proprio per tutelare gli interessi delle imprese, ANIS parteci-

Tutela e consulenza a tutto tondo: dalla normativa sul lavoro alla fiscalità, l’interscambio, l’accesso al credito agevolato e gli incentivi pa a tutte le fasi del processo di elaborazione e applicazione delle leggi che riguardano il mondo delle imprese raccogliendo le loro istanze, sia di quelle più grandi e strutturate, sia di quelle più piccole, nella consapevolezza che tutte partecipino alla costruzione del ‘sistema paese’ e contribuiscano al miglioramento dello stesso. ANIS è inoltre presente in tutte le Commissioni Pubbliche in cui è prevista una rappresentanza datoriale fra le quali: Commissione Lavoro, Cassa Integrazione , Consiglio per la Previdenza, Consulta ISS, Commissione Permanente Conciliativa, Comitato Credito Agevolato, ecc. Nel corso di questi settant’anni, l’industria sammarinese si è sviluppata in maniera considerevole, così come è diventata sempre più rilevante l’incidenza dei settori manifatturiero e dei servizi nella composizione del Prodotto Interno Lordo (PIL) di San Marino. Incidenza che si può rilevare tanto nei fatturati quanto nelle imposte dirette versate al Bilancio dello Stato e, quindi, a favore della collettività, ma soprattutto nel livello di occupazione raggiunto dal settore manifatturiero in particolare, vero ‘traino’ dell’economia sammarinese, soprattutto in questi anni di crisi economica globale. Il manifatturiero, infatti, assorbe quasi un terzo dei dipendenti di San Marino (5.317 su 18.422). Numeri


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