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Numero 5 - 2013
Sognando l'Uruguay AMSTERDAM
CU PWIN N ER
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Atomical Haze ® In questa edizione:
Liberate Fabrizio Cinquini
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MANIPOLARE LE CIME PIÙ GRANDI Al centro della manipolazione delle piante sta il ridirezionamento dell’energia delle piante. A seconda della tecnica, si può avere un ridirezionamento temporaneo o permanente. Nel farlo, chiediamo alla pianta di concentrarsi su aree specifiche durante il ciclo di crescita per ottenere determinate conseguenze. ››
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Con 50 voti favorevoli e 43 contrari, lo scorso 31 luglio l'Uruguay è diventato il primo paese al mondo a monopolizzare la produzione e la distribuzione di cannabis, anche per uso ludico, permettendo la coltivazione fino a sei piante in regime di autoproduzione. Un sogno che si realizza per molti e un passo importantissimo nella lotta alle narcomafie che insanguinano l'America Latina. Ma qualcosa si sta muovendo anche a Roma e la cannabis pare finalmente essere entrata a buon diritto nell'agenda della politica italiana. Alla fine di luglio ha preso infatti avvio alla Camera l'iter per arrivare a un superamento della Fini-Giovanardi per quanto riguarda la parte strettamente penale. Sull'onda delle iniziative referendarie in atto – di cui daremo conto anche in questo numero, con l'intervista al fondatore del progetto FreeWeed –, in commissione Giustizia è stato finalmente inserito nel calendario l'esame di una proposta di legge di Sinistra Ecologia e Libertà. Il testo, depositato a Montecitorio lo scorso 14 giugno, mira a cambiare radicalmente il testo unico sulle droghe: la proposta di legge vuole rendere più lievi le pene previste per la detenzione di marijuana e derivati, inserendo al suo interno anche la non punibilità per la coltivazione domestica della cannabis. Nel dettaglio, la proposta di Sel vuole intervenire laddove la Fini-Giovanardi, modificando gli articoli 73 e 75 del testo unico sulle droghe, ha equiparato il trattamento sanzionatorio per le ipotesi illecite penalmente rilevanti a prescindere dalla tipologia di stupefacente. L'ipotesi di lieve entità viene quindi configurata come "reato autonomo" con l'abrogazione del comma 5 dell'articolo 73 e l'introduzione dell'articolo 73-bis del testo unico che stabilisce che "quando i mezzi, le modalità o le circo-
stanze dell'azione, ovvero per la qualità e la quantità delle sostanze, le attività illecite previste dall'articolo 73 sono di lieve entità si applica, la pena della reclusione da 3 mesi a 2 anni e la multa da 3.000 a 10.000 euro" (l'articolo 73 invece prevede per tutti i casi la reclusione da sei a venti anni e con la multa da euro 26.000 a euro 260.000). La proposta di legge dei vendoliani esclude poi la punibilità della coltivazione domestica di cannabis, destinata all'uso personale o ceduta, in piccoli quantitativi, a terzi per il consumo immediato salvo che il destinatario non sia un minore. Oltre a Montecitorio, della Fini-Giovanardi si sta discutendo anche in Corte Costituzionale. In questo caso, i giudici stanno vagliando la costituzionalità della legge che però, secondo i colleghi di Cassazione che hanno inviato la richiesta di esame, mancherebbe in ben tre punti. Anzitutto perché è stata inserita nel decreto-legge sulle Olimpiadi invernali del 2006, che con la droga non avevano nulla a che fare; inoltre i 36 articoli che compongono la Fini-Giovanardi sono stati inseriti al momento in cui il Parlamento ha convertito in legge il decreto, cosa possibile solo se i cambiamenti apportati non interrompono il legame logico-giuridico col decreto in approvazione e non ne cambiano la sostanza del contenuto (il decreto legge originario, 272/2005, aveva solo sei articoli; di questi articoli solo uno riguardava le droghe, con disposizioni per favorire il recupero di tossicodipendenti recidivi). I giudici romani sottolineano poi
the best taste on earth. [Il miglior sapore al mondo]
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la assurdità della equiparazione di droghe “pesanti” e “leggere”, di cui “va rilevata la modestia degli effetti negativi sull’organismo, non differenti da quelli che provocano alcool o nicotina” e la “assenza
di effetti di dipendenza nei consumatori di cannabis”. Perciò, dicono i giudici di Cassazione, comminare per la cannabis le stesse pene previste per gli oppiacei è irrazionale e contrasta con l’articolo 3 della Costituzione, che non consente di trattare allo stesso modo elementi fra loro così diversi. Di cannabis, insomma, si vuole e si deve parlare anche a livello istituzionale. Dato che le discussioni sono entrambe ancora in iter, per ora ci limitiamo a riportarlo. Dal prossimo numero speriamo di tutto cuore di darvi buone notizie. Giovanna Dark (softsecrets.italia@gmail.com)