OCCHIO MAGAZINE

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ANNO 1 _ N. 3 MARZO 2009 € 1,50

MENSILE DI INFORMAZIONE DI SAN VITO DEI NORMANNI S A N M I C H E L E S A L E N T I N O - C A R O V I G N O - L AT I A N O

PUGLIA CABLAGGI

Una fabbrica di San Vito chiude per crisi e 15 famiglie allo sbando

COLPO D'OCCHIO

Sergio Rubini a spasso per San Vito

NUCLEAR Drink STRADE MALEDETTE Più rondò e meno incidenti per garantire la sicurezza sulle strade

DIFFERENZIAMOCI A che punto è la differenziata nei nostri territori?

Conseguenze atomiche? Vent’anni dopo il referendum le ragioni del NO all'energia nucleare non sono più valide. E si torna a parlare di centrali in Puglia. Uno dei possibili siti è Carovigno



IN QUESTO NUMERO

Riepilogo

magazine

Attualità

• Area Vasta (seconda parte) • Differenziamoci

Latiano

• La Polizia Municipale dà i numeri

Carovigno

• Il palazzetto si rimette in sesto • Strade maledette

San Vito dei Normanni

• Puglia Cablaggi… chiuso per crisi

Colpo d'Occhio

• Sergio Rubini a spasso per San Vito

Salute

• Alla ricerca della forma

Copertina

• L’atomo della discordia

pag. 4 pag. 8 pag. 13 pag. 14 pag. 15 pag. 16 pag. 19 pag. 20 pag. 22

Viaggi

• Tra antico e moderno: benvenuti a Edimburgo

La parola all'esperto

• Bullismo e dintorni

Riflessioni

• Il coraggio di vivere

Cultura

• Nel cerchio della fortuna

Cinema

• Ultimo round di un lottatore

Teatro

• Su il sipario, si va in scena

Sport

• A tutto basket - Cedat 85 San Michele • Basket 2005 Latiano • Basket Carovigno: Play Off, ci siamo quasi • Volley San Vito, orgoglio del Grande Salento

pag. 24 pag. 27 pag. 30 pag. 33 pag. 36 pag. 38 pag. 39 pag. 40 pag. 41

Gentilissimi lettori, grazie per averci dato fiducia e supporto in questa nostra esperienza editoriale. Siamo partiti volutamente in sordina, speranzosi di conquistare un nostro spazio nel panorama editoriale locale, così ricco e produttivo. Occhio magazine nasce, mese dopo mese, dalla voglia di fare e comunicare della sua redazione. Una redazione fatta di giovani, che ancora credono nelle potenzialità del nostro territorio. Tuttavia, non rimane vincolato ad esso, ma spazia e si guarda intorno cercando spunti di riflessione, motivi di discussione, di svago e - perché no? - passioni. Il format è quello di una rivista che parla a tutti con un linguaggio "semplice" ma "immediato". Anche territori piccoli e sconosciuti alla geografia mondiale hanno qualcosa da dire e, a nostro avviso, meritano di essere ascoltati. Doriana Santoro

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Direttore Editoriale Vito Valente Direttore Responsabile Doriana Santoro Hanno collaborato Claudio Argentieri, Vito Attorre, Emanuele Chiariello, Francesco D’Agnano, Dario Di Viesto, Marilena Locorotondo, Enzo Nigro, Michelangelo Nigro, Angelo Siciliano Concessonaria per la Pubblicità Artemotive via A. Sardelli, 44 San Vito dei Normanni - tel. 0831.986314 Fotografia foto a cura di Giuseppe Di Viesto, foto volley Giuseppe Moccia, foto basket San Michele Adriano Cavaliere, foto Edimburgo Emanuele Chiariello Grafica e impaginazione Emanuela Verrienti - Artemotive - info@artemotive.it Edito da Sandei Communication Mediamonitor / via V. Azzariti, 19 - 72019 - San Vito dei N.nni BR - tel. 0831 986314 Stampato da: ERREBI Grafiche RIPESI - Via del Lavoro, 23 - 60015 Falconara Marittima - AN Chiuso il 13.03.2009 Sandei srl - Occhio magazine - Registrato presso il tribunale di Brindisi n. 1/09 del 04.02.09

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OCCHIO Attualità 2ª PARTE

SI PROGRAMMA IL TERRITORIO Analisi dei progetti presentati dai Comuni di San Vito e San Michele nell'ambito di Area Vasta

D

Aziende di trasporti, Castello, Museo Archeologico e Masseria Scannatizzi nei progetti di riqualificazione per San Vito

Castello Dentice di Frasso San Vito dei Normanni

opo la cornice, ora tocca al quadro. Sul precedente numero di “Occhio magazine” sono stati illustrati la genesi, gli scopi e i nodi salienti del piano di Area Vasta Brindisina, lo strumento di Programmazione strategica per l’intero territorio, il tessuto connettivo che mira a far raggiungere uno sviluppo uniforme e coordinato, a tutti i livelli. E sotto tutti i punti di vista. In questa seconda puntata dell’inchiesta, lo zoom riguarda i territori di San Vito dei Normanni e San Michele Salentino, con un’elencazione preliminare dei relativi progetti. Sul prossimo numero toccherà invece a Latiano e Carovigno. I progetti qui citati sono tutti indicati nel “Repertorio di progettualità” di Area Vasta, documento che fa da ultimo anello della fase di pianificazione. Il Repertorio, al pari di qualsiasi altro approfondimento, può essere scaricato dal sito istituzionale di Area Vasta (www.areavastabrindisina. it). Ma quali gli elementi distintivi principalmente richiesti alle proposte progettuali? La coerenza con i caratteri ed i temi propri della vision e delle direttrici strategiche, il collegamento tecnico funzionale con le iniziative legate alle grandi infrastrutture, affinché la realizzazione di queste ultime non rappresenti più mero sfruttamento della ri-

sorsa territorio, ma costituisca per l’intera Area Vasta Brindisina reale occasione di sviluppo. La concentrazione, la qualificazione e la capacità di generare un possibile effetto leva (favorire l’intervento di ulteriori risorse pubbliche o private), l’integrazione o coerenza con gli indirizzi ed i vincoli ambientali, urbanistici ed economici definiti dagli strumenti di governo del territorio locale e regionale. In funzione di regole ben definite dal Comitato dei sindaci, rispondenti anche alle linee guida regionali, le proposte pervenute sono state prima ordinate in relazione: alla coerenza con la vision, in termini di risultati attesi e di riconoscibilità; alla valenza di progetto territoriale di Area Vasta; alla coerenza con gli assi e le linee di intervento alle fonti di finanziamento regionale; alla fattibilità tecnica, amministrativa e gestionale. Sono state individuate in modo coordinato le coerenze tra le azioni del Piano Strategico dell’Area Vasta Brindisina e gli assi e le linee d’intervento del Po Fesr, la principale fonte di finanziamento regionale. Allo stesso tempo è stata inoltre verificata la coerenza con altre fonti di finanziamento possibili. Nella programmazione 20072013 si tende, infatti, a costruire un nuovo livello di integrazione tra politiche e strumenti finanziari.


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SAN VITO DEI NORMANNI Il primo passo compiuto dal Comune, riguarda il settore della logistica, con un occhio molto attento a un settore davvero fiorente sul territorio sanvitese: quello delle aziende di trasporti. La proposta allora riguarda delle “reti telematiche atte a favorire lo scambio di informazioni tra imprese e fornitori del servizio di trasporto; tutela e valorizzazione del territorio attraverso la razionalizzazione dei flussi di merci in entrata e in uscita”. Sul versante degli insediamenti produttivi, sempre il Comune si è candidato per il completamento ed ampliamento dell’area Pip, attraverso “interventi sulla viabilità dell'esistente area ed estensione

Cripte di San Biagio San Vito dei Normanni

degli impianti di illuminazione, metano, acqua e fogna”. Davvero ampio il ventaglio a livello di caratterizzazione e valorizza-

zione culturale. Merita attenzione l’intervento di ristrutturazione del Castello Dentice di Frasso, di proprietà privata, principale attrat-

tore storico e culturale. Il Castello potrà diventare un contenitore ancora più strategico per lo sviluppo culturale, conferendo al centro


OCCHIO Attualità

Cripte di San Biagio San Vito dei Normanni

A San Michele Zona Pip, grotta Lacedduzzo, Madonna di Pompei, ex macello e Ajeni rivivono nella progettualità di Area Vasta

storico una veste rinnovata anche per quello che è il suo principale simbolo storico ed architettonico, e divenendo una struttura aperta alla città e alle iniziative di promozione del territorio. Poi c’è l’ampliamento – con il parziale contributo finanziario di privati – del Museo archeologico Castello di Alceste (inserito nel circuito della civiltà messapica), con il completamento scavi e restauro strutture archeologiche, e la realizzazione di foresteria e area parcheggio. Verrà potenziato l’archeodromo. Per l’insediamento rupestre delle grotte di San Biagio (inserito nel circuito del turismo religioso) il Repertorio di progettualità parla di “pulizia, completamento restauri e monitoraggio stato di conservazione. Acquisizione area

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da adibire a parcheggio. Affidamento istituto scientifico analisi tecniche per la migliore conservazione del sito”. Interessante anche il rafforzamento del sistema delle biblioteche cittadine in raccordo con il Museo cittadino della civiltà rurale (inserito nel circuito del turismo religioso): sarà creato un sistema dei contenitori culturali della città (archivi, biblioteche, musei), e allestita una sezione multimedialità e mediateca, potenziando pure la batteria delle opere di illustri personaggi (Leonardo Leo, Lanza del Vasto, Vito Donato Epifani). Alla Masseria Scannatizzi sarà attivato un Centro di formazione di attività rurali e di servizi per il turismo rurale. Alla chiesa Santa Maria della Pietà o dell'Ospedale nascerà invece un Centro servizi con restauro e rifunzionalizzazione (inserito nel circuito del turismo religioso): l’immobile (in comodato d'uso) sarà attrezzato per manifestazioni musicali a carattere sacro e da camera, convegni e dibattiti legati al periodo musicale. In agenda anche il completamento del restauro conservativo per il Centro di documentazione territoriale della chiesa San Giovanni (inserito nel circuito del turismo religioso). La Casa Serena sarà ristrutturata

e adibita in parte a residenza ad accoglienza alberghiera e in parte a residenza protetta. L’Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni punta invece al restauro nella Basilica Santa Maria della Vittoria delle opere pittoriche “Gloria di Sant'Oronzo”, “Madonna della Cintura”, “Crocifissione”. Capitolo riqualificazione del sistema insediativo e della viabilità.

Qui San Vito si candida a robusti interventi per il quartiere periferico Giovanni XXIII, con la predisposizione di barriere di sicurezza sul fronte del canale dell'Arneo, dotazione di verde pubblico e attrezzato, creazione di spazi organizzati per favorire l'integrazione sociale dei residenti. Toccherà poi al potenziamento della pubblica illuminazione in contrada Deserto

Contrada Ajeni San Michele Salentino

Zona PIP San Vito dei Normanni

Zona PIP San Michele Salentino


ANNO 1 N.3 - MARZO 2009

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Masseria Scannatizzi San Vito dei Normanni

e Giannaricchiella. Ricco il carnet in materia idrica e fognaria, con stretto legame rispetto alla prevenzione di rischi idrogeologici. E allora: completamento rete pluviale esistente con adeguamento recapito finale sulla via Mare; un impianto di “affinamento e collettamento delle acque meteoriche derivanti dall'impianto di trattamento primario progettato su via Mare e distribuzione delle stesse nei campi ad uso irriguo”; un “impianto di affinamento delle acque in via Oberdan”; la sistemazione di tronchi della rete idrica (per complessivi 9.557 metri) in ghisa; il rifacimento del basolato in via San Giovanni, A. De Leo e Vito Carbotti, via Crispi e via Tasso; la sistemazione di piazza Giovanni Paolo II con la sostituzio-

ne del basolato e il potenziamento dell’impianto d’illuminazione pubblica, la collocazione di panche in pietra, un collettore di fogna bianca. In ultimo, resta l’installazione di pannelli fotovoltaici sul lastrico solare di edifici pubblici (istituti scolastici e locali comunali).

SAN MICHELE SALENTINO Priorità assoluta va data a uno dei segmenti economici caratterizzanti della comunità. L’obiettivo, infatti, è realizzare un Centro servizi promozionali per le imprese agroalimentari, con l’acquisizione di area d’ambito e ampliamento zona Pip. Qui sarà realizzata una struttura da adibire a sede del centro, con contestuale programmazione di attività sinergiche tra

Pmi del settore. Sulla stessa scia si pone l’ampliamento zona Pip, in variante al vigente Prg. Nel sito della grotta Lacedduzzo s’insedierà un sistema integrato "territoriomuseo" con valorizzazione del sito archeologico. Saranno allora realizzati parcheggio, edificio polivalente, percorso naturalistico, impianti tecnologici. Nella chiesa della Madonna di Pompei troverà spazio una sagrestia, e sarà ristrutturato il calvario. La città vedrà migliorati i suoi assetti socio-sanitari. Questi i progetti inseriti nel Repertorio d’Area Vasta: un centro per attività socio riabilitative con ippoterapia e nuove attività terapeutiche; il recupero dell’ex macello comunale dove sorgerà un contenitore polivalente destinato ad attività ricreative per giovani e anziani. Nuova vita sarà data a una porzione del nucleo più antico della città, e al villaggio agricolo Ajeni. L’altro zoccolo duro dell’economia locale è notoriamente il mercato dell’auto usata. Sarà quindi costituita una società mista e realizzato un polo fieristico permanente dell'auto d'occasione. Ultimo asse d’azione gli assetti idrici cittadini, con nuovi tronchi per l'adduzione dell'acqua potabile in zone non servite.

Chiesa Madonna di Pompei San Michele Salentino

Politica provinciale brindisina Michele Saccomanno, 58 anni, originario di Torre Santa Susanna; medico chirurgo ortopedico, volto noto nello scenario politico: già consigliere regionale e assessore di Alleanza Nazionale alla Sanità e all'Ambiente. Attualmente senatore della Repubblica. È questo il profilo del candidato alla Presidenza della Provincia di Brindisi, espressione ufficiale del Pdl. Mentre per l’opposto schieramento, il centro-sinistra brindisino, è ancora tutto da definire.

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OCCHIO Attualità

DIFFERENZIAMOCI

L’emergenza rifiuti preoccupa anche i nostri territori. A che punto è la differenziata?

E

di Michelangelo Nigro

ra la fine del 2007 e le im- prendere?) abitudini virtuose, che magini di Napoli sommersa pur non risolvendo il problema, in qualche modo lo dalla spazridimensionino. zatura facevano Queste abitudini il giro del monhanno un nome: do. Esattamente raccolta differenun anno dopo è Nonostante gli toccato al Salento sforzi, la raccolta ziata. Certo, non è la sola raccolta conoscere l’onta di carta, vetro e differenziata a dell’emergenza riplastica registra poter risolvere fiuti: l’ampliamenpercentuali molto una problematica to della discarica basse. I dati complessa come di Ugento ha inneufficiali forniti quella dei rifiuti: scato una protesta dalla Regione Roberto Saviano furente da parte di ci ha spiegato, sindaci e cittadini Puglia se ancora non lo della zona, oltre a creare un tenace braccio di ferro sapessimo, quali traffici illeciti e tra il governatore della Puglia, lucrosi si creino intorno ai rifiuti. Nichi Vendola, e il presidente Questo, però, non può esimerci della Provincia di Lecce, Giovanni dal fare la nostra parte, attraverso Pellegrino. La tensione si è stem- la riduzione e la differenziazione perata anche grazie ai Comuni di della nostra spazzatura. Ma come Brindisi e di San Vito, che hanno avviene la raccolta differenziata accettato di accogliere nella di- nel nostro territorio? Funziona o è scarica di Autigno i rifiuti umidi solo un palliativo sterile? provenienti dall’ATO LECCE 2, Nella provincia di Brindisi la racprevio trattamento degli stessi o colta dei rifiuti è gestita in due babiostabilizzazione, come si dice in cini di utenza, l’ATO BR 1, di cui gergo tecnico. Tutto questo per fanno parte i Comuni di Carovigno otto mesi. Una misura che tampo- e di San Vito, e l’ATO BR 2, in cui na l’emergenza, dunque, in attesa rientrano Latiano e San Michele. In tutti i nostri quattro Comuni esidi soluzioni più efficaci. La triste vicenda di Ugento ci in- ste la raccolta differenziata di carvita drammaticamente ad aprire ta, vetro e plastica. Ma per quanto gli occhi, a riflettere sui nostri stili concerne cifre e risultati, i dati di vita, quasi sempre improntati a forniti dall’Assessorato regionale un consumismo disinvolto e scon- all’Ecologia per il 2008 fotografasiderato. I rifiuti finiscono nelle no una situazione ben diversa per discariche, ma le discariche non i due bacini. L’ATO BR 2 ha fatto sono pozzi senza fondo. Di qui registrare nello scorso anno i dati l’urgenza di consolidare (o intra- più bassi fra tutti i bacini di utenza

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AL GLOSSARIO ATO: Ambiti Territoriali Ottimali. Sono i quindici bacini di utenza di cui si avvale la nostra Regione per gestire la raccolta dei rifiuti solidi urbani. La provincia di Brindisi è divisa in ATO BR/1 (in cui rientrano San Vito e Carovigno) e ATO BR/2 (di cui fanno parte San Michele e Latiano).

RSU: Rifiuti Solidi Urbani. Indica il totale dei rifiuti prodotti, dato dalla somma della raccolta differenziata e di quella indifferenziata.


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della Puglia: solo il 5,09% dei rifiuti prodotti è stato differenziato. Gli ultimi dati disponibili, quelli relativi a gennaio 2009, parlano di una percentuale di rifiuti differenziati ancora più bassa: il 4,63%. Cifra che si attesta ben 8 punti al di sotto della media pugliese del 2008 che è stata del 12,42%. Nel dettaglio, San Michele ha differenziato il 5,93% dei rifiuti, pari a 40,67 Kg pro capite. “I dati sono bassissimi - ammette Angelo Filomeno, responsabile del servizio di Polizia Municipale di San Michele - eppure notevole è stato l’impegno del Comune, che nell’agosto del 2008 ha potenziato le campane per la raccolta e ha intensificato la cadenza del prelievo da mensile a quindicinale. Ma se si vogliono ottenere risultati in linea con le Regioni più virtuose, occorre innanzitutto passare alla raccolta porta a porta. E poi iniziare la raccolta separata dei rifiuti umidi, che farebbe schizzare vertiginosamente le percentuali”. A San Michele il servizio raccolta è svolto dalla Serveco, ma Angelo Filomeno non esclude che ci possano essere cambiamenti nell’immediato futuro, con il passaggio della gestione dei rifiuti ad un'altra azienda. A Latiano, nel mese di gennaio, solo il 4,55% dei rifiuti prodotti era differenziato. Cifra che addirittura peggiora rispetto alla media del 2008, che vedeva il 4,94 % dei rifiuti destinati al riciclo. Diverse iniziative promosse dal Comune negli ultimi giorni mirano a sen-

sibilizzare i cittadini latianesi alla raccolta differenziata. Fanalino di coda tra i nostri quattro comuni è Carovigno, che differenzia solo per un 3,76 % e dimostra di avere una produzione di rifiuti pro capite molto alta: 52,24 Kg. Questo per il solo mese di gennaio. La quantità di rifiuti prodotti in media da un carovignese per il 2008 era addirittura di 62,441 Kg.

Comune non poteva farsi carico di spese così onerose”. San Vito è il Comune più virtuoso: è l’unico ad avere superato nel gennaio 2009 la soglia del 10% di rifiuti differenziati, 10,15% per l’esattezza. Per l’anno 2008 la media era dell’ 11, 047%. A San Vito, oltre ai cassonetti dislocati nella città, i cittadini possono avvalersi della raccolta porta a porta, che avviene

La società che gestisce la raccolta differenziata a Carovigno è la Carbinia spa, che si occupa di prelevare i rifiuti lasciati nelle campane dislocate nel Comune. “A Carovigno abbiamo l’isola ecologica - ci informa Andrea Saponaro, dipendente comunale - ne abbiamo persino una mobile, che è funzionante ma non viene utilizzata perché il gestore non è attrezzato all’uso. Si è pensato recentemente di passare alla raccolta porta a porta, ma dopo aver valutato i costi, ci si è resi conto che il

ogni mercoledì mattina o possono recarsi direttamente all’isola ecologica, gestita dalla Serveco, sita nella zona industriale. La raccolta è cominciata nove anni fa e ha raggiunto risultati discreti, ma largamente migliorabili, anche secondo Alma Passante, coman-

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alle dante della Polizia Muncipale: “Si potrebbe fare ancora di più con una maggiore collaborazione da parte dei cittadini, che a volte si rendono protagonisti di atti di distrazione o di inciviltà. È capitato di trovare nelle campane sacchetti di cenere con carboni ancora accesi, o rifiuti di altra natura rispetto a quella consentita. Queste disattenzioni hanno recato talvolta danni irreparabili ai cassonetti, obbligando il Comune a spese per la loro sostituzione”. Insomma, il quadro è un po’ desolante. Persino le cifre di San Vito sono ben lontane da quelle di altre Regioni: si pensi ad esempio che in Toscana già nel 2007 la media dei rifiuti differenziati era superiore al 30%. Per non parlare di altre Regioni come la Lombardia nella quale, secondo i dati forniti da Legambiente, ben 588 Comuni superano il 55% di rifiuti differenziati, con punte dell’80% nei Comuni più piccoli. Cosa c’è da fare allora? Incentivare la raccolta, di sicuro, con iniziative come quelle in atto a Latiano e a San Vito. Ma anche avere il coraggio di spendere di più per l’ambiente, puntando su una raccolta più variegata (rifiuti umidi) e servizi che agevolino la raccolta (prelievo porta a porta). E magari anche informare di più i cittadini sulla destinazione di questi rifiuti, perché spesso il maggior nemico della civiltà è il demone della diffidenza, che spinge molti a dubitare che i rifiuti raccolti vengano poi realmente riciclati.

differenze

Nelle tabelle riportate di seguito i dati forniti dalla Regione Puglia relativi alla raccolta dei rifiuti nei primi mesi del 2009 a Carovigno, San Vito dei Normanni, Latiano e San Michele Salentino. Le cifre del mese di febbraio sono disponibili per il solo Comune di Carovigno.

CAROVIGNO Mese

Gennaio Febbraio TOTALE

Indifferenziata

Differenziata

Tot. RSU

Rif.Diff.

Prod. Procapite

779.960,00 543.180,00 1.323.140,00

30.460,00 24.800,00 55.260,00

810.420,00 567.980,00 1.378.400,00

3,76 4,37 4,009

52,24 36,61 44,424

Kg.

Kg.

Kg.

%

Indifferenziata Percentuale: 95.99% Differenziata Percentuale: 4.01%

SAN VITO DEI NORMANNI Mese

Gennaio TOTALE

Indifferenziata

Differenziata

Tot. RSU

Rif.Diff.

Prod. Procapite

598.453,00 598.453,00

67.570,00 67.570,00

666.023,00 666.023,00

10,15 10,145

33,63 33,626

Kg.

Kg.

Kg.

%

AL LINK

10

Kg. al Mese

Indifferenziata Percentuale: 89.85% Differenziata Percentuale: 10.15%

LATIANO Mese

Gennaio TOTALE

Indifferenziata

Differenziata

Tot. RSU

Rif.Diff.

Prod. Procapite

639.640,00 639.640,00

30.520,00 30.520,00

670.160,00 670.160,00

4,55 4,554

43,92 43,916

Kg.

Kg.

Kg.

%

Kg. al Mese

Indifferenziata Percentuale: 95.45% Differenziata Percentuale: 4.55%

SAN MICHELE SALENTINO Mese

Gennaio TOTALE

Indifferenziata

Differenziata

Tot. RSU

Rif.Diff.

Prod. Procapite

238.800,00 238.800,00

15.060,00 15.060,00

253.860,00 253.860,00

5,93 5,932

40,67 40,670

Kg.

Kg.

Kg.

%

Indifferenziata Percentuale: 94.07% www.rifiutiebonifica.puglia.it

Kg. al Mese

Differenziata Percentuale: 5.93%

Kg. al Mese


ANNO 1 N.3 - MARZO 2009

alle

iniziative

OCCHIO AL VIGILE ECOLOGICO A San Vito due iniziative del Comune per educare piccoli e grandi alla raccolta differenziata

Il mondo di domani, è ovvio, sarà nelle mani dei bambini di oggi. Per questo educare al rispetto per l’ambiente significa investire in qualche modo sul futuro del pianeta. Vanno in questa direzione due iniziative del Comune di San Vito dei Normanni, in pieno svolgimento proprio in questi giorni. La prima si chiama Ecoliadi, ed è una gara tra le scuole elementari e medie della città, i cui alunni si sfideranno a colpi di scontrini. Ogni ragazzo che si recherà all’Isola Ecologica per portare i rifiuti, correttamente differenziati, riceverà un numero di scontrini proporzionale alla quantità di rifiuti depositata. La classe che, fino al 9 maggio 2009, avrà raccolto più tagliandi, riceverà come premio un notebook e una minibiblioteca composta da 50 libri. Bella iniziativa. Peccato che l’isola ecologica sia aperta solo al mattino, quando i ragazzi sono a scuola. Unica eccezione il giovedì, in cui è prevista l’apertura pomeridiana dalle 16 alle 18. È vero che i rifiuti possono essere portati anche dai genitori e dai parenti dei ragazzi e che il principale obiettivo del progetto è aumentare la percentuale di rifiuti differenziati, ma for-

se era il caso di escogitare modalità un po’ diverse, per consentire ai ragazzi di familiarizzare con l’Isola Ecologica. Più curioso e coinvolgente l’altro progetto, iniziato a gennaio, che è rivolto solo agli alunni della scuola primaria e che è in atto, oltre che a San Vito, anche ad Avetrana, Maruggio, Monteiasi, Palazzo San Gervasio. I bambini, in giorni prestabiliti della settimana e a rotazione, si trasformano in “piccoli vigili ecologici”: muniti di casacca e di un blocchetto per le multe circolano per le strade per sanzionare eventuali infrazioni nella raccolta dei rifiuti. Qualunque tipo di comportamento incivile (sacchetti della spazzatura fuori dai cassonetti, veicoli in sosta davanti agli stessi, presenza di materiali diversi nei sacchetti della raccolta...) verranno evidenziati con un’apposita multa ecologica: una sanzione simbolica, ovviamente, ma che ha la duplice funzione di redarguire i cittadini incivili e sollecitare i ragazzi ad apprendere le regole per una sana vita sociale. Insomma, siete avvisati. Occhio al vigile ecologico! M.N.


alle

iniziative

CAMPIONI DEL RICICLO

A Latiano la differenziata si fa con un concorso a premi, promosso dall’assessorato all'Ambiente di Claudio Argentieri A Latiano, Comune del bacino ATO BR/2, per incentivare la raccolta differenziata dei rifiuti è stato lanciato un concorso a premi. Il sindaco Graziano Zizzi e l’assessore all’Ambiente Daniele Massaro, in una conferenza stampa, hanno illustrato i contenuti e le modalità del concorso, che mette in palio diversi premi che verranno distribuiti ai “campioni” del riciclo, tra cui una bicicletta elettrica, e decine tra mountain bike e lettori mp3 portatili. Il concorso “Fai la differenza, il Comune ti premia” sta riscuotendo un buon successo, soprattutto tra i più giovani. Sono state coinvolte anche le scolaresche della cittadina, nonché le associazioni. In particolare la raccolta differenziata riguarda il vetro, la carta e la plastica, ed ogni settimana per 8 settimane sarà concentrata in punti di raccolta diversi, cui conferire il materiale differenziato; qui i cittadini hanno la possibilità di incontrare esperti in politiche ambientali che risponderanno alle domande e ai dubbi, mentre il personale addetto provvederà a “pesare” i rifiuti e compilare la scheda raccogli-punti. Il calendario completo dell’iniziativa con i punti di raccolta: 20 febbraio (Parco Padre Pio, via Torre Santa Susanna); 27 febbraio (Parco Pigna); 6 marzo (Piazzale Stazione ferroviaria); 13 marzo (Piazzetta viale Martin Luther King); 20 marzo (Parco Padre Pio); 27 marzo (Parco Pigna); 2 aprile (zona 167, lato Piscina); 9 aprile (Piazzetta viale Martin Luther King). “Si tratta di una campagna di sensibilizzazione – ha affermato l’assessore Daniele Massaro – organizzata nell’attesa che si dia il via alla raccolta differenziata porta a porta, che nel nostro Comune partirà il 1° maggio prossimo. Questa raccolta domiciliare porterà un significativo cambiamento delle abitudini dei nostri concittadini, poiché verranno rimossi tutti i cassonetti oggi presenti nel centro urbano. Consideriamo, dunque, questo concorso come un incentivo a differenziare i rifiuti, ma anche un modo per preparare i latianesi a questi cambiamenti”. Il commento del sindaco Graziano Zizzi: “Io credo che questo cambiamento nella raccolta dei rifiuti possa portare dei benefici in

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termini di immagine e di igiene per le nostre strade cittadine, senza dire poi che ci sarà anche una valorizzazione dei rifiuti che potrebbe portare benefici economici e lavorativi”.

Prossime tappe dell'iniziativa 20 MAR Parco Padre Pio

27 MAR

Parco Pigna

2 APR

Zona 167 - lato Piscina

9 APR

Piazzetta viale Martin Luther King


OCCHIO Latiano

ANNO 1 N.3 - MARZO 2009

La Polizia Municipale dà i numeri

Interventi, violazioni e sinistri nel bilancio 2008. Un documento che riserva curiosità e sorprese

I

l Comando di Polizia Municipale di Latiano, guidato dal comandante dott. Tito Ragusa, ha tirato le somme di un anno impegnativo come il 2008, riepilogando interventi, violazioni,

sinistri, e quant’altro in un documento che riserva molte sorprese e ghiotte curiosità. Si tratta di numeri “importanti”, che rendono bene l’idea di un ufficio che lavora e produce tanto. C.A.

POLIZIA MUNICIPALE 32.745 816 57.120.64 € 78 5 3 5 87 223 20

Chilometri per pattugliamenti Violazioni accertate Incassi Sinistri stradali Autoveicoli rubati e riconsegnati Patenti ritirate Carte di circolazione ritirate Pass per invalidi rilasciati Passi carrabili accertati e certificati con apposito cartello Sedute di contenzioso dinanzi all'Ufficio del Giudice di Pace

TUTELA DEL TERRITORIO 18 1 5 2 60

Sopralluoghi Sequestro discarica abusiva Violazioni edilizie accertate Interventi per nubifragio Controlli notturni antivandalismo negli edifici scolastici

TUTELA DEI MINORI E DEGLI ANZIANI 2 25 4

Minori e anziani ritrovati Pratiche trattate con il Tribunale dei minori Interventi effettuati in collaborazione con gli assistenti sociali

POLIZIA AMMINISTRATIVA 15 356 3.254

Ricongiungimenti familiari Pratiche di immigrazione Pratiche d'ufficio trattate

2008

latianese

32.745

816 57.120,64

78

5 3 5

87 223 20

Km percorsi per pattugliamenti

V iolazioni €

incassi

Sinistri stradali Autoveicoli rubati,

recuperati e riconsegnati

Patenti ritirate Carte di

circolazione ritirate

Pass invalidi rilasciati

Passi carrabili accertati e certificati con apposito cartello Sedute di

contenzioso


OCCHIO Carovigno

IL PALAZZETTO SI RIMETTE IN SESTO Oltre 200mila euro per ristrutturare il Palazzetto con un finanziamento Regione - Comune di Carovigno di Marilena Locorotondo

Palestra polivalente, impianti sportivi e adeguamento a norma per soddisfare le esigenze degli atleti. Il via ai lavori entro il mese di aprile

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arà trasformata in un moderno complesso polifunzionale, la vecchia struttura del Palazzetto dello Sport di Via Polinisso. L’Amministrazione comunale darà il via ai lavori entro il prossimo aprile. “Stiamo cercando di utilizzare al meglio le risorse comunitarie 20072013, favorendo lo sviluppo della città, compatibilmente con le sue predisposizioni sociali. In questo senso va l’intervento Palestra Polivalente – Dotazione impianti sportivi e adeguamento a norma, un’opera di ristrutturazione ormai necessaria per soddisfare le esigenze degli atleti carovignesi.” Il

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sindaco Vittorio Zizza commen- vederà ad un adeguato impianto ta con queste parole il progetto, di illuminazione esterna con un entusiasta di realizzare un centro gruppo elettrogeno per garantire indispensabile per le competizioni il funzionamento dell’impianto anprovinciali e regionali delle squa- che in assenza di corrente. Per la dre di basket e volley, ma non parte interna invece è prevista la solo. Nel Palazzetto infatti oltre rifinitura delle superfici di gioco ad allenamenti e gare sportive, si con materiali più adatti alle varie svolgono da sempre manifesta- attività sportive. zioni culturali, rappresentazioni “Per noi questo nuovo spazio servirà ad incrementare l’affluenza dei teatrali e saggi di danza. Il progetto in atto presenta molte giovani. Abbiamo circa 60/70 ranovità volte ad esaltare al con- gazzi di 11/12 anni che necessitano tempo un punto di riferimento di un punto di incontro dove pratiper i giovani atleti carovignesi e care sport, maturando solidarietà e uno dei centri nevralgici per la spirito di gruppo”. Questo il comcittà di Carovigno. Per il nuovo mento del dirigente sportivo della Palasport saranno realizzati la- New Basket Carovigno, Alessanvori di sistemazione del piazzale dro Carlucci, che conclude: “Creantistante, attualmente in stato di do che con quest’intervento ci sarà profondo degrado, essendo quella più utenza, più pubblico durante di Via Polinisso una zona perife- le partite importanti ed è positivo rica. All’esterno dell’edificio compariranno dei canestri di basket ancora mancanti e una rete di pallavolo per le atlete o gli atleti del volley. Nuovi spazi quindi per più Carmine Monna Alessandro Carlucci utenti. Si prov- presidente del Carovigno Volley dirigente New Basket Carovigno

perché le squadre hanno bisogno del calore dei propri tifosi”. Anche il presidente della Magic Volley Carovigno, Carmine Monna, è entusiasta degli interventi al Palasport di via Polinisso e suggerisce la creazione di una nuova struttura che affianchi quella esistente, per una maggiore utenza giovanile, con attrezzature svariate anche per nuove discipline. Il sindaco continua: “Il progetto da noi ideato prevede numerosi interventi per le zone a servizio degli atleti, degli arbitri e del personale addetto, con accessi dall’esterno e dal campo di gioco, con rampe dotate anche di servo scala per gli utenti con ridotte capacità motorie. Ovviamente saranno realizzati bagni di servizio anche per diversamente abili”.


ANNO 1 N.3 - MARZO 2009

magazine

STRADE MALEDETTE

Più rondò e meno incidenti per garantire la sicurezza sulle strade più a rischio

Interventi provinciali e comunali hanno portato alla diminuzione del numero degli incidenti

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a gravità del fenomeno degli incidenti stradali attesta nel territorio carovignese la pesante mancanza di una cultura della sicurezza stradale. La riduzione della velocità con la creazione di rotonde in prossimità degli incroci più pericolosi, l’inasprimento delle sanzioni per le varie violazioni sembrano per

la polizia municipale le soluzioni più efficaci. Troppe persone hanno perso la vita in questi anni su quelle strade ormai definite “maledette”. Secondo i dati del comando della polizia municipale di Carovigno, negli ultimi anni sono tre le strade più segnate dagli scontri automobilistici: Carovigno-Santa Sabina, strada provinciale n° 34; Carovigno-Serranova, strada provinciale per Specchiolla; Carovigno-San Michele, strada comunale. Il comandante della Polizia Municipale di Carovigno, Emilio Parisi, ci ha spiegato l’utilità della costruzione delle rotatorie sul territorio carovignese: “Siamo molto soddisfatti degli interventi fatti dalla Provincia sui punti nevralgici del traffico stradale. La costruzione del rondò sulla Carovigno-Serranova ha portato nel 2008 una diminuzione del numero di incidenti da 9/10 a 2/3.” Questi dati rincuorano e incoraggiano le istituzioni a fare nuovi interventi per la sicurezza dei cittadini. “È inoltre prevista - informa il comandante Parisi - nel piano dell’Amministrazione comunale, la costruzione di un piccolo rondò che risolva la pericolosità della strada comunale Carovigno-San Michele, una proposta che noi approviamo pienamente avendo visto i risultati della rotonda sulla provinciale per Specchiolla”. Sempre dai dati della Polizia Municipale tra le cause degli incidenti emergono con più incidenza l’eccesso di velocità e i

sorpassi azzardati, l’abuso di alcool e droghe, l’uso di cellulari mentre si è al volante. In estate nelle ore di punta sono gli abbagli del sole a destabilizzare gli automobilisti, nelle ore notturne i consueti subdoli colpi di sonno. “Noi e tutte le forze dell’ordine vorremmo una maggiore prudenza da parte dei giovani, quel senso civico che non c’è. Fino al 2007 - spiega - con

questo spirito abbiamo fatto i corsi di mini-vigile per dare ai ragazzi anche la possibilità di prendere il patentino del ciclomotore. Per loro attualmente sembrano utili solo le politiche restrittive, le sanzioni previste per le infrazioni e per l’abuso di alcool e sostanze stupefacenti. Anche se bisogna ricordare a tutti che più sicurezza significa anche più libertà”. M.L.

Lettera del sindaco Vittorio Zizza al presidente della Provincia Michele Errico Lo stesso sindaco Vittorio Zizza ha pubblicato sul suo blog una lettera al presidente della Provincia di Brindisi, Michele Errico, per sollecitare un intervento di riordino della strada provinciale n° 34 che collega Carovigno alla località balneare di Torre S. Sabina. Si propone la riduzione della velocità con la creazione di rotonde in prossimità degli incroci più pericolosi e la miglior aderenza all’asfalto con il rifacimento del manto stradale utilizzando materiale drenante ed antisdrucciolevole . AL LINK

http://www.vittoriozizza.net

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OCCHIO San Vito dei Normanni

CHIUSO PER CRISI

A San Vito Puglia Cablaggi chiude e 15 famiglie allo sbando. Timori e preoccupazioni di Francesco D'Agnano

Interviste a lavoratori e sindacato per fare il punto di una situazione critica e delicata

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a crisi economica vista in tv, lontana, ci ha raggiunto e stringe in una morsa di ferro i progetti, le aspirazioni di 15 operai sanvitesi. Credevano di aver raggiunto una loro stabilità fatta da un contratto a tempo indeterminato con la Puglia Cablaggi Srl. Un’azienda che sorge nell’immediata periferia del paese, sulla via per Specchiolla, e che fa capo alla COBO SUD di Chieti, a sua volta referente della COBO SpA di Leno (BS). L’andamento dell’economia mondiale prima e nazionale poi, ha fatto sì che anche la nostra cittadina risentisse della congiuntura negativa. La speranza è che le cose possano migliorare e magari mo-

dificare il destino di questa terra. In meglio però. Abbiamo incontrato alcuni degli attori di questa ennesima vertenza occupazionale del nostro territorio: i lavoratori della Puglia Cablaggi ed il sindacalista che segue il loro caso. L’aria che si respira non è delle migliori; incontriamo gli operai della Puglia Cablaggi SRL a termine di un’assemblea sindacale. Con molto rispetto ci avviciniamo e proponiamo loro di rilasciarci un’intervista. Nei loro occhi riconosciamo il timore di essere identificati. Li rassicuriamo che faremo un’intervista collettiva senza nomi, niente che li possa identificare. Hanno voglia di parlare: quelle voci semi spente prendono fervore ed è un accavallarsi di storie, imprecazioni, dubbi. Procediamo per ordine. Spiegateci, cosa sta accadendo? Accade una cosa molto semplice: la fabbrica chiude. Immaginavamo che la crisi sarebbe arrivata da noi, che siamo “perife-

ria”. Abbiamo fatturato molto fino a luglio 2008; poi ci sono state le ferie estive ed al rientro, a settembre, abbiamo subito notato il calo repentino degli ordinativi. Abbiamo sempre avuto un sovraccarico di lavoro e, invece, di colpo… Da quello che mi dite si evince che eravate informati sui fatturati. Regolarmente avevamo delle riunioni con l’amministratore che ci informava sui fatturati, sui piani operativi e gestionali del gruppo. Chiaramente a decisioni prese, a fatti accaduti; venivamo semplicemente informati. Noi non decidiamo niente. Mi sembra di capire che c’era un rapporto con gli operai diverso da tante altre realtà di San Vito, dove l’operaio è considerato solo in quanto tale; ma anche che la gestione di questo momento di crisi non vi ha visto più protagonisti in positivo. Dal nostro punto di vista la crisi è

stata gestita male (ed intanto gli sguardi degli operai si incontrano in un silenzio assenso per chi sta parlando). Le motivazioni sono varie: l’azienda nasce nel ’99 ma poi viene venduta alla Cobo di Brescia. La crisi esiste, è sotto gli occhi di tutti, ma secondo noi è una scusa. Oggi per la ditta diventa oneroso sostenere i costi di natura logistica e quindi hanno deciso di chiudere. La cosa grave è che ci licenziano tutti, anche se ci hanno proposto l’assunzione a Chieti per 4 unità. Con lo stesso contratto che abbiamo ora, stesso stipendio da cui sottrarre, però, le spese dello stare fuori. Come si fa a mantenere una famiglia con i pochi soldi che restano? Per quelli che restano senza lavoro non sarebbe giusto. Dicevate di una gestione che non vi convince. Una gestione completamente sbagliata. Non hanno pensato ad un nuovo piano di ammortizzatori sociali, di cassa integrazione, di mobilità. Potevano fare una cassa integrazione a turnazione salvando


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tutti (interviene un altro operaio). Ne interviene un altro per spiegare meglio: invece di licenziare 15 operai solo a San Vito, potevano metterne 5 in cassa integrazione a Brescia, altri 5 a Pescara e 5 a San Vito e si faceva a turnazione. Con quali criteri saranno scelti i 4 operai che si trasferiranno a Pescara? Non ci sono stati dei criteri, in linea di massima abbiamo chiesto noi che fossero gli operai con famiglia ad usufruire di questa possibilità. Una forma di minima solidarietà che ci vede uniti in questo momento. State ancora lavorando? In base agli ordinativi vecchi da smaltire abbiamo ancora molto lavoro, ma la ditta adesso fiscalmente non sta chiudendo, sta solo licenziando. Appena saranno smaltiti i carichi di lavoro procederà. Ma voi quindi potreste fare ostruzionismo, allungando i tempi dello smaltimento degli ordinativi? No. Intorno a maggio si procederà comunque ai licenziamenti. Intanto serpeggia un forte sentimento di insoddisfazione. Cosa intendete fare? Questa sera c’è stata una riunione con il sindacato, si è deciso qualcosa? Abbiamo chiesto alla CISL di rappresentarci e di farsi carico della contrattazione. Siamo uniti nel chiedere di mantenere i posti di lavoro. Ci interessa capire anche se le cose che ci hanno detto sono vere… Se è vero che i costi di gestione di questo capannone sono così alti o se invece si vuole spostare il lavoro verso Paesi dove la retribuzione e quindi i carichi economici per la ditta sono meno pesanti. Mi spiegate meglio?

solo per il tempo. Lei rappresenta, in questi giorni, gli operai della Puglia Cablaggi SRL nella contrattazione con COBO SpA di Leno (Brescia)? Chiariamo prima di tutto due cose: la Puglia Cablaggi di San Vito fa riferimento alla COBO Sud di Chieti che, a sua volta, rientra nel Gruppo COBO SPA di Leno. Pertanto la vicenda che tratteremo è tra la Cablaggi e la COBO Sud. Ha detto bene, la rappresento da pochi giorni e mi spiego meglio: nonostante il mio impegno di sindacalista ero a conoscenza della presenza, sul territorio sanvitese, di questa attività imprenditoriale, ma non avevo avuto mai l’opportunità di poter rappresentare i lavoratori in quella realtà. Con molta sorpresa, scopro in questi giorni che non c’era Sulla nessuna rappresenscacchiera si tanza sindacale. In gioca il futuro poche parole nessun dei lavoratori lavoratore era rapAziende e presentato da sigle sindacato attenti sindacali. Un’isola felice, a non svelare le senza problemi? prossime mosse Non lo so…

Da qualche tempo, molto del lavoro della COBO è stato trasferito verso la Romania. Lì è attivo un capannone con circa 250 dipendenti, quasi tutte donne, il cui stipendio dire ridicolo mi sembra il minimo. Notizie trapelate ci assicurano, inoltre, di un interesse verso l’India. Di sicuro i nuovi ordinativi sono stati dislocati verso Pescara e Romania e non più a San Vito. Aspettiamo che il sindacato faccia le sue mosse in accordo con noi. Al momento la prospettiva sono gli ammortizzatori sociali, ma è solo un palliativo. Se la contrattazione non andrà a buon fine auspicate una serie di scioperi? Prima aspettiamo i risultati di questa contrattazione. Non è una cosa imminente ma le tappe, in queste situazioni, sono note a tutti. Tra strette di mano e sorrisi che sanno di amaro ci congediamo e mentre ci stiamo allontanando un operaio che è rimasto tutto il tempo in silenzio ci richiama all’attenzione con un “Dottò, che sia chiaro, a noi non ci interessa andare contro questo o quello; a noi interessa lavorare e portare uno stipendio a casa, alle nostre famiglie”.

A questo punto incontriamo Nunzio Semeraro, segretario generale della F.I.M. (Federazione Italiana Metalmeccanici) C.I.S.L Brindisi in una di quelle giornate che Battisti avrebbe definito uggiose e non

Vista la situazione che mi ha raccontato, si è chiesto come mai è stato interpellato proprio lei della C.I.S.L. e non la C.G.I.L. o la U.I.L? Mi sono fatto questa domanda più volte e ho trovato tante risposte. La cosa che mi preme adesso è quella di cercare di risolvere questa situazione nel miglior modo possibile, negli interessi dei dipendenti. Sono impegnato nel sociale da molto tempo e sono stato coinvolto dai lavoratori che mi conoscevano. Come sono in questo momento i rapporti tra il sindacato e l’azienda? Cortesi ma come tra una Società che vuole mandare a casa 15 operai e noi che non recediamo di un solo passo sui nostri diritti. Parliamoci chiaro, qui sono in gioco non solo le sorti di 15 persone ma anche delle loro famiglie, dell’economia di una piccola città che vede chiudere per sempre una, se pur piccola, realtà

L'INDENNITÀ DI MOBILITÀ è una prestazione di disoccupazione che viene riconosciuta ai lavoratori che abbiano perduto il posto di lavoro a seguito di licenziamento e che risultino iscritti nelle liste di mobilità. Contestualmente all'invio delle lettere di licenziamento, il datore di lavoro deve comunicare ai sindacati e al UPLMO (Ufficio Provinciale del Lavoro e Massima Occupazione), la lista con relativi dati anagrafici dei lavoratori licenziati ed il resoconto dei criteri di scelta applicati per aver licenziato quel lavoratore piuttosto che l'altro. La mobilità è pari per i primi 12 mesi al 100% del trattamento di cassa integrazione straordinaria percepito o che sarebbe spettato nel periodo immediatamente precedente il licenziamento, nei limiti di un importo massimo mensile. Per i periodi successivi l'80% del predetto importo.

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OCCHIO San Vito dei Normanni

che dava lavoro. Al Sud, in questo periodo di crisi internazionale, non ce lo possiamo permettere. C'è stato un incontro tra sindacato e società. Cosa è emerso? Una cosa molto semplice: “Non siamo in grado di mantenere questa attività. I costi di gestione sono alti e il trasferimento dei lavori, fatti in loco, sono onerosi (800 euro!!!) e poi l’attività è dislocata troppo a Sud”. Ottocento euro? Sì, mi sono sembrate misere motivazioni, ma queste sono le cose che ci sono state dette. Come state procedendo ora? Attraverso una serie di riunioni stiamo cercando di condividere ogni iniziativa che intraprendiamo con i dipendenti . Abbiamo proposto alla COBO di rifarsi agli ammortizzatori sociali. È da chiarire, anche in questo caso, che lo sforzo non verrebbe fatto comunque dall’azienda perché sarebbe l’INPS a farsene carico. Al riguardo, una delle vie da percorrere sarebbe la legge 223 del ’91 (mobilità): l’azienda dichiara la crisi e per i 24 mesi successivi ci sarebbe una copertura salariale parziale per i dipendenti a carico dell’ INPS ed inoltre il lavoratore viene iscritto in una lista speciale da cui altre aziende, bisognose di manodopera, possono attingere usufruendo di sgravi fiscali. Ma mi sembra poco… Peggio. Come già sapevamo, non si può utilizzare la mobilità perchè essa è prevista solo per le aziende con più di 15 dipendenti, mentre la Puglia Cablaggi SRL ha solo quindici dipendenti a contratto indeterminato. Ma sembra il gioco degli scacchi dove tutte le mosse sono

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predeterminate. Non lo so, torno all’ipotesi che fosse “un’isola felice”. Ma la COBO vi ha proposto delle soluzioni alternative? Sì (e un sorrisetto gli sfugge). Il TFR (trattamento di fine rapporto) più 3000 euro per il nulla a pretendere successivamente; in poche parole vi prendete questi soldi e non potete pretendere altro da noi. Qual è stata la vostra risposta? Ma stiamo scherzando? È una proposta che non sta nè in cielo nè in terra. Assolutamente no. Ci è dato sapere che la società ha proposto delle assunzioni, per solo poche unità, presso la sede di Chieti. Conferma? Non voglio entrare nel merito delle decisioni degli operai, ma con loro ne abbiamo parlato. A dirla tutta in un primo momento non si trattava di vere e proprie assunzioni ma di contratti interinali, quindi a tempo determinato. Oggi propongono un contratto a tempo indeterminato a solo 4 unità. A parità di stipendio la loro vita, comunque, si svolgerebbe lontano da casa e con l’incertezza

di una possibile crisi nell’azienda di Chieti. Quindi senza alcuna certezza per il loro futuro. Le prossime azioni che vi proponete di fare? La situazione non è semplice e siamo in attesa di risposte certe per l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, quali la cassa integrazione per esempio. La vicenda si evolve di giorno in giorno e poi, per riprendere un’affermazione che ha detto lei prima, è come una partita a scacchi. Noi ce la giochiamo ma non facciamo certo sapere le nostre mosse in anticipo. Scioperi? Ogni cosa a suo tempo. Speriamo che non si arrivi a questa decisione. Ci sono molte strade da intraprendere. Noi siamo disponibili a sederci al tavolo e negoziare, ma una cosa deve essere chiara per tutti: bisogna salvaguardare il futuro dei dipendenti. C’è ansia, paura? Glielo si legge negli occhi. È come il capannone in cui lavorano: se si fa la strada per andare a Specchiolla lo si confonde con l’autolavaggio attiguo e facendo la strada al contra-

rio non lo si nota proprio. È come se non ci fosse, proprio come loro che fino a qualche giorno fa erano soli, invisibili. Sono ormai lontani i giorni in cui vigeva lo slogan: “la fabbrica è mia e la gestisco io”. È diversa la realtà in cui viviamo, ma una cosa è certa: il sindacato sarà sempre al loro fianco. LA CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI (CIG) è un istituto previsto dalla legge, consistente in una prestazione economica (erogata dall'Inps) in favore dei lavoratori sospesi dall'obbligo di eseguire la prestazione lavorativa o che lavorano a orario ridotto. L'istituto è stato introdotto nell'ordinamento per la prima volta con decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 12 agosto 1947, n. 869, che conteneva disposizioni sulle integrazioni salariali, poi ratificato con modificazioni dalla legge 21 maggio 1951, n. 498. LA RATIO LEGIS è quella di venire incontro alle aziende che si trovino in momentanea difficoltà, sgravandole in parte dei costi della manodopera temporaneamente non utilizzata.


COLPO D’OCCHIO - ESCLUSIVO a cura di Giuseppe Di Viesto e Michelangelo Nigro

San Vito dei N.

Nelle foto Abbigliamento casual e andatura disinvolta, Sergio Rubini era a San Vito lo scorso 13 marzo. Accompagnato da un team di una decina di persone, il regista e attore pugliese ha scrutato ogni angolo di piazza Carducci e corso Leonardo Leo. Ha scelto l’ora di pranzo, forse per sfuggire agli occhi dei suoi fan e fare tranquillamente il suo tour per le strade cittadine. Come mai qui a San Vito? Stiamo cercando la location per alcune scene del mio prossimo film. Quando cominceranno le riprese? Siamo ancora in alto mare. Bisogna prima trovare i soldi… Impossibile estorcergli qualche altro particolare: top secret titolo e soggetto del film. Dopo aver risposto alle nostre domande ha continuato con attenzione il suo giro. Il suo sguardo si è concentrato soprattutto sulla piazza, perlustrata da ogni punto e angolatura. Speriamo di vedere presto la troupe di Rubini in azione nella nostra cittadina.

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OCCHIO Salute

Alla ricerca della forma

L’uomo moderno sempre più sedentario. Fitness e wellness, soluzioni alla “malattia ipocinetica” di Vito Attorre

"Mens sana in corpore sano" Giusto mix tra attività fisica e benessere psichico

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’era moderna è caratterizzata dal fatto che alle macchine sono affidate ormai molte delle mansioni di lavoro che una volta spettavano all’uomo. Gli spostamenti avvengono più velocemente grazie all'automobile, non si trasportano più pesi, non si salgono le scale. L’essere umano va pertanto incontro ad una carenza cronica di movimento. Disegnato in millenni dalla natura come essere marciatore, corridore e cacciatore, l’uomo, che per sopravvivere doveva percorrere marciando lunghi

tratti nella savana, correre per inseguire la selvaggina, saltare i fossati, arrampicarsi su alberi o dirupi, lanciare giavellotti, lottare e nuotare, si ritrova nel giro di alcune generazioni a dover trascorrere la maggior parte della giornata in uno spazio di pochi metri quadrati, magari seduto alla scrivania e davanti ad un computer. Tutto ciò non fa parte della natura dell’uomo. Bisogna correre ai ripari, trovando un’attività fisica in grado di sopperire alla carenza di movimento cronico e nel contempo rispettare la vasta gamma di movimenti propri della biomeccanica umana. Cerchiamo di definire alcuni termini molto usati ed in voga. Che cos’è l'attività fisica? “L’attività fisica è definita come ogni movimento del corpo indotto dai muscoli scheletrici, in grado di dare luogo ad una spe-

sa energetica eccedente rispetto alla condizione di riposo”. Quindi anche lavorare con un discreto impegno fisico e fisiologico, fare lavori domestici, camminare a piedi per fare la spesa o uscire in compagnia, andare in bicicletta, fare giardinaggio, nuotare al mare, sono un’ottima attività fisica. Se fatta con cadenza sistematica e con impegno per alcune ore al giorno, può essere sufficiente, nell’età adulta, a sopperire in tutto e per tutto alla “malattia ipocinetica” (mancanza di attività fisica). Che cos'è l'attività sportiva? Chi vuole spingere il proprio organismo un po’ oltre può pensare di dedicare alcune ore alla settimana all’attività sportiva. Ma che cos’è lo sport? Dal punto di vista etimologico il termine ha una lunga storia, traendo origine addirittura dal termine latino deportare che tra i suoi significati

aveva anche quello di uscire fuori porta, cioè uscire al di fuori delle mura cittadine per dedicarsi ad attività sportive. Da questo termine derivarono il provenzale deportar, lo spagnolo deportar e il francese desporter (divertimento, svago). Da quest’ultimo prese origine nell’inglese del XIV secolo il termine disport, che solo successivamente, intorno alla fine del XVI secolo, venne abbreviato nell’odierno sport. Il termine sport è forse la parola più usata del vocabolario della lingua italiana. Ognuno ha la sua personale definizione per il termine sport. Alcuni, dando una interpretazione molto restrittiva, considerano sport solo quello agonistico, quello che impegna in maniera rilevante attraverso competizioni organizzate. Ma possiamo dire che pratica sport anche chi gioca magari a calcetto o a tennis una volta alla


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settimana; oppure la casalinga che frequenta una palestra o che pratica il free walking (camminata libera e all’aperto)? La definizione più appropriata ci viene fornita dalla Carta Europea dello Sport (Consiglio d’Europa, Rodi 1992) Sport è “qualsiasi forma di attività fisica che, attraverso una partecipazione organizzata o non, abbia per obiettivo l’espressione o il miglioramento della condizione fisica e psichica, lo sviluppo delle relazioni sociali o l’ottenimento di risultati in competizioni di tutti i livelli”. Quindi tutto è sport, anche fare un torneo di scacchi, burraco, bridge, ecc… Il Coni riconosce oramai come Discipline Sportive Associate la FEDERAZIONE ITALIANA DAMA (FID), la FEDERAZIONE ITALIANA GIOCO BRIDGE (FIGB) e la FEDERAZIONE SCACCHISTICA ITALIANA (FSI). Quindi il concetto di sport non è solo circoscritto all’esercizio fisico, ma diventa anche esercizio mentale e, soprattutto, mezzo e strumento di promozione umana e sociale. Ma abbiamo parlato dell’importanza dell’attività fisica come elemento essenziale di prevenzione delle malattie. Pertanto sarà più utile definire il concetto di : esercizio fisico e motorio “allenamento”. “L’esercizio è una particolare

forma di attività fisica: ha la caratteristica di essere pianificato, strutturato, ripetitivo e di essere finalizzato a migliorare o mantenere lo stato di forma e la condizione di alcune funzioni organiche o l’abilità nell’eseguire alcune attività motorie o sportive, nonché la condizione di benessere complessivo della persona”. Quindi, soprattutto nell’età adulta, si fa sport o attività fisica non per primeggiare nelle competizioni, ma per migliorare la propria condizione di benessere psico-fisico. Attività fisica e fitness, nell’immaginario collettivo diventano quasi sinonimi. “Il fitness rappresenta la possibilità di portare a termine le attività giornaliere con attenzione e vigore, senza fatica e con una riserva sufficiente di energia per far fronte alle emergenze o per godersi il tempo libero”. Il fitness è in realtà un concetto molto

ampio che può essere interpretato come l’assenza di malattia, la distanza dalla morte o la capacità di sostenere una determinata attività fisica. Può intendere anche la condizione di eseguire alcune attività motorie e sportive. Dunque, una persona che svolge regolare attività fisica avrà un elevato livello di fitness. Parallelamente al concetto di fitness si sta sviluppando quello di wellness, il nuovo stile di vita. “Il wellness è uno stato di soddisfazione interiore, il risultato di un completo appagamento psico-fisico”. Uno stile di vita wellness richiede quindi attenzione, non solo al corpo, ma anche alla mente e allo spirito. Il wellness è salute a 360 gradi. Si raggiunge attraverso l’educazione ad una regolare attività fisica, un’alimentazione equilibrata ed un approcc i o mentale positivo.

Attività suggerite per mantenersi in forma (dalla più semplice alla più impegnativa): • non lesinare di esporsi a sforzo fisico in casa, al lavoro e nel tempo libero; • uscire a piedi, salire le scale, effettuare lavori di giardinaggio o manutenzione domestica; • se le vostre condizioni fisiche e le possibilità logistiche lo permettono, dedicarsi al free-walking, (camminare all’aria aperta o fare passeggiate in bicicletta); • iscriversi a una palestra organizzata ed attrezzata; • acquistare dell’attrezzatura per praticare home-fitness; • praticare uno sport di tipo amatoriale, che spazia dal footing alla partitella di calcetto o tennis; • praticare sport a livello agonistico.

Il concetto di equilibrio è in grado di rivoluzionare il comune concetto di salute, così come viene inteso tradizionalmente: un disabile, ad esempio, può individuare nell’equilibrio uno stato di salute, pur essendo affetto da una oggettiva patologia. La soddisfazione del bisogno di benessere diventa allora un obiettivo da raggiungere oramai per tutte le persone e per tutti gli strati sociali della popolazione. Il riappropriarsi della propria corporeità è il primo e fondamentale passo per il raggiungimento di un adeguato equilibrio psico-fisico.

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OCCHIO Copertina

L'ATOMO DELLA DISCORDIA L’accordo del 24 febbraio tra Berlusconi e Sarkozy rilancia l’ipotesi nucleare in Puglia di Marilena Locorotondo

Nel 1987 la Puglia disse no alle centrali nucleari con un referendum Carovigno e Avetrana tornano oggi tra i siti indicati

I

l Circolo del partito della Rifondazione comunista/ Sinistra europea di Carovigno in protesta anti-nucleare. Si chiede una mobilitazione popolare in difesa della salute, dell’ambiente, del territorio carovignese contro un provvedimento del tutto impopolare. L’accordo tra Berlusconi e Sarkozy ha spiazzato la Puglia e tutti gli italiani, che più di vent’anni fa hanno votato contro il nucleare. Sono almeno due i siti indicati per l’insediamento di nuove centrali di energia atomica nel territorio

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pugliese, considerato morfologicamente adeguato al progetto. Carovigno nel brindisino e Avetrana-Manduria nel tarantino sono in lista per la costruzione delle centrali. Il Mare Adriatico appare ancora un bersaglio perfetto ed il territorio carovignese, compreso tra le località marine di Specchiolla e della Riserva naturale di Torre Guaceto, il sito più adatto per l’atomico. Il rientro in scena dell'energia nucleare, bandita dopo il referendum del 1987, raggela gli animi di tutti i cittadini che pensavano di aver chiuso per sempre il capitolo

“radioattività”. Il segretario del PRC/SE di Carovigno, Vito Uggenti, invita la cittadinanza carovignese a ribellarsi. “Non bisogna ignorare le vocazioni di un territorio - afferma - Non si può ignorare la volontà espressa dal 97% dei cittadini nel referendum popolare del 1987. Per questo motivo dobbiamo costruire un nuovo movimento popolare antinucleare contro le scelte imposte dall’alto. Quella del nucleare - spiega - è definita dal nostro Governo una scelta obbligata per diversificare le fonti di energia, ma con tutte le fonti rinnovabili che la natura ci of-

fre a costo zero, i siti da costruire dovrebbero essere finalizzati esclusivamente alla produzione di energia alternativa”. Anche l’Amministrazione comunale carovignese (PDL), guidata da Vittorio Zizza, ha bocciato la proposta di Carovigno come sito idoneo per l'insediamento di una centrale nucleare. Cittadini e forze politiche di ogni colore sono quindi uniti per un’incisiva mobilitazione popolare contro il pericolo atomico. “La cosa sconvolgente è la consapevolezza che la realizzazione delle centrali nucleari in questione avrà tempi lunghissimi

Una vecchia storia Nel 1981 Carovigno fu scelto come sito idoneo per l’insediamento di centrali nucleari. Allora la protesta popolare fu durissima. Il rischio scorie radioattive portò alle urne il 97% della popolazione che si espresse in maniera decisamente contraria all’eventualità del nucleare. Questa storica circostanza è ancora ricordata come momento di coesione sociale e fermento popolare, che nella Regione pugliese non ha precedenti. La lotta antinucleare a Carovigno, e in tutta la Puglia, fu vittoriosa. La difesa del Mare Adriatico, di Avetrana e del territorio compreso tra le località marine di Specchiolla e Torre Guaceto, portò la protesta nelle piazze di tutte le principali città.


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La Regione dice La Regione Puglia nei giorni scorsi ha espresso parere sfavorevole all’insediamento di centrali nucleari sul nostro territorio. Il governatore Nichi Vendola e l’assessore all’Ambiente Michele Losappio hanno ribadito al Governo centrale, trovando larghi consensi, che la Puglia non intende accettare passivamente tale decisione. Alla loro fermezza si aggiunge quella dell’assessore regionale alla Pubblica Istruzione, Mimmo Lomelo, che ricorda come il territorio pugliese ed i suoi abitanti hanno già espresso il loro “no al nucleare” attraverso un referendum di circa vent’anni fa. Inoltre Lomelo ha evidenziato come i siti di Avetrana, Cerano e Manduria - che sono asismici - siano molto appetibili e di come sia chiaro che il Governo possa puntare a tirarli in ballo nuovamente per dar corso all’accordo con la Francia (siglato dai due Presidenti Berlusconi e Sarkozy il 24 febbraio scorso). A tal fine Lomelo ha invitato i 258 sindaci pugliesi a mobilitarsi, scrivendo lettere di sensibilizzazione al governo. Da tempo, ormai, il territorio pugliese ha orientato la sua politica energetica verso le fonti rinnovabili, dunque tale decisione appare in controtendenza ed inaccettabile. Val la pena ricordare che il nostro territorio produce la maggiore quantità di energia in Italia, anzi produce esattamente il 10% dell’energia italiana.

(entro il 2020 circa), con costi davvero esorbitanti in una situazione di grave crisi economica come quella che stiamo vivendo. Sarebbe invece auspicabile che il governo - afferma Zizza - tenesse in conto i risultati del referendum abrogativo del 1987, risolvendo la crisi con

iniziative per la realizzazione di uno sviluppo eco-compatibile e la creazione di energie rinnovabili, scongiurando così scelte dispendiose che il nostro Paese ha fermamente respinto oltre un quarto di secolo fa.” Il segretario PRC/SE Uggenti crede che questo provvedimento sia cata-

sic

et

logabile come atto di un “federalismo radioattivo”, imposto alle comunità locali senza alcun consenso popolare. Bisogna ripristinare i vecchi cartelli di “territorio denuclearizzato”, tenendo conto delle vocazioni agricole e turistiche del territorio carovignese.

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“Il futuro dell'Europa è nelle energie rinnovabili e nel nucleare. Avevamo due centrali vicine ad essere completate, poi il fanatismo ideologico di una parte politica ce lo ha impedito. Ma ora dobbiamo svegliarci da questo sonno”.

“La Puglia si presenta come territorio off limits per qualunque ipotesi di centrale nucleare… La Puglia sarà un confine non superabile da parte di chi immagina questa specie di futuro in forma di trapassato remoto qual è il nucleare”.

Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio

Nichi Vendola, goverantore Regione Puglia


OCCHIO Viaggi

TRA ANTICO E MODERNO: La città si divide in old town, parte antica, e new town, parte moderna, e regala emozioni.

C

apitale della Scozia e nota come la città più bella del Regno Unito, Edimburgo è una meta affascinante. Centro urbano fuori dal tempo, rimasto in parte immutato dall’epoca medioevale. L’impressione del visitatore appena arrivato è quella di aver fatto un tuffo nel passato di almeno 1000 anni: il castello cinquecentesco, che domina la città da un lato, le case medioevali ammassate l'una sull’altra dall’altro, i resti di un tempio sulle

Una città con un centro urbano in parte immutato dall'epoca medievale L'impressione del visitatore è quella di aver fatto un tuffo nel passato

di Emanuele Chiariello alture della Calton Hill, il mare e le colline verdi sullo sfondo. In particolar modo, si può godere di questo magnifico spettacolo salendo in cima allo Scott Monument, eretto in memoria dello scrittore scozzese Sir Walter Scott. Da qui si ha l’impressione di immergersi nell’enorme cielo blu che sovrasta Edimburgo e, con una visuale a 360 gradi, si apprezzano i dettagli di una città in cui tutto sembra concentrato a poca distanza dallo spettatore. La città si divide in Old Town e New Town. La Old Town, la parte più antica della città, è separata dalla New Town dai rigogliosi Princes Street Gardens, situati sotto il Waverly Bridge. La New Town è invece la parte moderna, costruita a partire dal XVIII secolo e caratterizzata da

monumentali ed eleganti palazzi georgiani, tra i più belli al mondo. Per tutte queste peculiarità, nel 1995, sia la New Town che la Old Town sono state dichiarate dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità. Edimburgo, o meglio “Edinbrah”, nell’originale pronuncia scozzese, non è solo una destinazione incantevole, ma anche un’opportunità per divertirsi, fare shopping, visitare musei e gallerie d’arte; incontrare persone di ogni parte del mondo, bere una birra e assaggiare il cibo locale negli innumerevoli pub. Una delle attrattive più importanti di Edimburgo è il Castello, situato sulla collina di Castle Rock, un antico vulcano eroso dai ghiacci. Costruito nel XVI secolo, attira più di un milione di visitatori l’anno. All’interno

del castello si possono visitare vari siti, tra cui il Royal Palace ed i Royal Apartments, la cappella di S. Margaret, il National War Museum of Scotland e le segrete. Per gli appassionati di musei da non perdere sono: il Museum of Scotland, in Chambers Street, che ripercorre la storia scozzese dalle origini sino ai tempi moderni; la National Gallery, che custodisce, tra gli altri, quadri di Rubens, Van Dyck, Tintoretto, Rembrandt, Monet, Cezanne e Gauguin. Sono entrambi ad ingresso libero, tranne in occasione di mostre temporanee. Per quanto riguarda lo shopping, la via centrale in cui si trovano le marche più moderne è la lunghissima Princes Street. Volendo invece acquistare gadgets e souvenirs biso-

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ANNO 1 N.3 - MARZO 2009

magazine

BENVENUTI A EDIMBURGO Tra musei, castello, cultura e… boccali di birra, un viaggio nell’incantevole capitale scozzese gna passeggiare lungo il Royal Mile, dove se ne trovano di ogni genere. I prodotti tipici più acquistati sono sciarpe, gonne, scialli e coperte di lana e cachemire scozzese. Alcuni negozi con un buon assortimento sono l’Edinburgh Woollen Mill (139 Princes Street) e il Designs On Cashmere (28 High Street). I locali migliori e più frequentati sono concentrati nella zona del Royal Mile, tra i vicoli e le case del ’500 nel centro storico. Tra questi, molto famoso è il vecchio pub “The World’s End” (4 High Street) in cui potrete assaggiare un ottimo fish and chips e gustare l’haggis, il piatto nazionale scozzese, composto da polmoni, cuore e fegato di pecora, insieme a purè di patate e rape. Sembra terribile… ma è buono! Non perdete

incontrate, fatevi ispirare da ciò che vedete senza troppi programmi: è così che si può passare una splendida vacanza in questa città. E se proprio volete spassarvela, andate ad agosto, mese del Festival Internazionale, che attira ogni anno gente da tutto il mondo. In quel periodo ovunque si organizzano feste, manifestazioni musicali, spettacoli, performances di danza, tutto di altissima qualità e per un divertimento assicurato. Prima di mettersi in viaggio si possono cercare i voli più economici sul sito della Ryan Air: unica compagnia low-cost che effettua voli diretti dall’Italia alla Scozia (con le altre bisogna cambiare a Londra). Gli aerei della Ryan Air atterrano a Prestwick (Glasgow), che è ben collegata con

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“The Last Drop” (74 Grassmarket), situato in una zona molto vivace e frequentato soprattutto da backpakers. Recatevi da “Three Sisters” (39 Cowgate), enorme pub formato da 3 diversi locali. E non mancate di concedervi uno strappo alla dieta da “Plaisir du Chocolat”, un vero e proprio paradiso per gli amanti del cioccolato, dove potrete assaggiare cioccolate calde, pasticcini, cioccolatini, tartine, torte al cioccolato. Ad ogni modo, lasciatevi trasportare dal momento, dalle persone che

Edimburgo da vari pullman in tutte le fasce orarie. Non prendete treni perché Scozia ed Inghilterra, oltre ad essere Paesi più cari rispetto all’Italia, hanno i costi del trasporto ferroviario alle stelle. Se vi trovate in difficoltà perché avete perso un pullman, e non siete da soli, valutate l’opportunità di affittare una macchina perché spesso ciò è più economico di un biglietto ferroviario. Comunque, il modo migliore e meno dispendioso di vivere la città è girare a piedi, date le ridotte distan-

ze, e dormire in ostelli o Bed & Breakfast. Quello che è sorprendente in tutta la Scozia è che potrete dormire gratis a fronte di un aiuto di un paio d’ore al giorno. Infatti, quasi tutti gli ostelli offrono un posto letto senza farvi pagare nulla. Ci sono ragazzi

AL LINK

http://www.edimburgo.it Tutti gli hotel di Edimburgo con disponibilità immediata

http://www.edimburgo.org/ Edimburgo - Voli Edimburgo, alberghi e hotel Edimburgo

http://www.edinburgh.org/ Sito in lingua inglese con informazioni turistiche della città

http://www.scoziatravel.it/edimburgo.asp Informazioni turistiche della città di Edimburgo

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OCCHIO Viaggi

che addirittura vivono in ostello per non dover affrontare spese di affitto… pensateci! Questo tipo di sistemazione, inoltre, ad Edimburgo è molto accogliente, “friendly” - come si dice - e permette di fare conoscenze, mangiare a basso costo, ed in più fornisce utili indicazioni su come sfruttare al meglio la permanenza. Per quanto riguarda i Bed & Breakfast basta fare delle ricerche sul web e troverete una miriade di siti da consultare. Tutte le strutture sono a conduzione familiare e i proprietari, a volte, vivono nello stesso stabile. L’ospitalità è la prerogativa del popolo scozzese che si rispecchia in qualunque momento della vita quotidiana. Vi ritroverete, quindi, a soggiornare in ambienti tranquilli e familiari spendendo pochissimo. Per chi non si fa tanti scrupoli, consiglio lo scottish breakfast, colazione a base di uova, pancetta, funghi, fagioli e salsiccia. Ci sono anche numerosi alberghi, ma i prezzi non sono così accessibili in tutte le stagioni. Non mi resta che augurarvi Buon Viaggio!

e.chiariello@occhiomagazine.it 1

CASTELLO DI EDIMBURGO

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VEDUTA DI PRINCESS STREET

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IL CASTELLO DI EDIMBURGO AL TRAMONTO, VISTO DA PRINCESS STREET

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VEDUTA

PANORAMICA

DELLA

CITTÀ DAL CASTELLO

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IL ROYAL MILE

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I GIARDINI DI PRINCESS STREET

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L'OBELISCO E L'OSSERVATORIO SULLA COLLINA DI CALTON HILL

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OCCHIO La parola all’esperto

ANNO 1 N.2 - FEBBRAIO 2009

BULLISMO E DINTORNI

Comportamenti prepotenti tra i banchi di scuola: dall’intimidazione fisica all'isolamento

O

Angelo Siciliano - psicologo

rmai quasi tutti abbiamo crescita. Una persona critica o scetun’idea generale di cosa si tica può ragionevolmente chiedersi intenda con la parola bul- se il bullismo non sia altro che una lismo. Essa, di solito, evoca imma- costruzione teorica che gli esperti gini di violenza, sopruso e sopraf- fanno di un fenomeno in realtà per niente nuovo o, pegfazione tra bambini gio, se non sia una o ragazzi all’interno semplice trovata dell’ambiente sco“mediatica” su cui lastico. Certamente ne abbiamo sentito Vecchie e nuove speculare. In effetti credo che, andanparlare almeno una forme di bullismo, do a ripescare nella volta in tv o alla anche sulle propria esperienza radio, o abbiamo chat-room. E passata, molti di letto qualcosa su un prende piede il noi possano ricorgiornale. Comprendare di aver preso cyber bullismo sibilmente la nostra parte o assistito a attenzione viene lotte, risse, colluttarichiamata su questo fenomeno quando si verificano zioni, insulti, prese in giro e prevariepisodi particolarmente eclatanti cazioni di vario genere, che magari e cruenti, come lo sono stati gli si generavano anche a partire da accadimenti degli ultimi anni. Ven- situazioni di gioco. Specialmente gono in mente i tragici episodi di coloro che oggi sono adulti e che aggressione di gruppo ai danni di hanno fatto esperienza di queste vittime indifese, i pestaggi, le can- forme di aggressività in età giovazonature e le derisioni nei confronti nile, quando venivano praticate per di bambini già fragili e vulnerabili la strada, nella campagna, nelle boro, addirittura, affetti da un qualche gate e nei cortili, possono considetipo di disabilità. Più recentemen- rarle, almeno nelle manifestazioni te si sta diffondendo il cosiddetto più lievi, come una “normale” mocyber-bullismo, ovvero un insieme dalità di relazione e comunicazione di comportamenti aggressivi che tra ragazzi che stanno crescendo e trovano spazio nelle chat-room che vogliono sperimentarsi. Quee nelle comunità virtuali. Forme ste considerazioni hanno un fondo bullistiche più “blande”, ma altret- di verità. Infatti il mutamento rapitanto nocive, come le dinamiche di do dell’organizzazione sociale e la vessazione psicologica, esclusione complicazione dell’assetto urbanied emarginazione all’interno del stico nelle nostre città costringono gruppo-classe, non riescono a tro- i giovani a passare gran parte del vare adeguato spazio nei media e loro tempo libero in appartamento pertanto rimangono un po’ il “som- davanti al televisore o al pc, oppure merso” di un fenomeno in continua a riempirlo con attività frenetiche

e preordinate. Da ciò consegue che gli unici possibili momenti di aggregazione e socialità rimangono confinati all’interno delle mura scolastiche. Secondo alcuni, questo spiegherebbe il motivo per cui gli episodi di sopraffazione si verificano soprattutto a scuola. In altri termini, secondo questa prospettiva ciò che viene chiamato bullismo sarebbe un semplice “insediamento” all’interno del sistema-scuola. Ma è proprio così che stanno le cose? Nulla di nuovo sotto il sole? Per cominciare a chiarirci le

idee dovremmo considerare cosa veramente gli esperti intendono per bullismo, quanto “pesa” effettivamente il fenomeno nella nostra società e quali sono le possibili conseguenze per chi vi prende parte. Parliamo di bullismo quando c’è una reiterazione nel tempo di un comportamento deliberatamente aggressivo, prevaricatorio, prepotente da parte di un soggetto o di un gruppo nei confronti di una vittima più debole, che è incapace di difendersi. Può trattarsi di violenza fisica, come spintoni, pizzicotti,

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OCCHIO La parola all’esperto

sputi, calci e pugni; o di violenza psicologica, come improperi, insulti, “prese in giro”, “scherzi sessuali” imbarazzanti e così via. Il comportamento bullistico può anche essere indiretto, traducendosi per esempio nel mandare bigliettini offensivi, nel furto della merenda o di effetti personali, nel diffondere dicerie su qualcuno o nell’escluderlo dal gruppo. E poi c’è il cyberbullying, ovvero l’uso di sms, foto e filmati che vengono immessi nel web per svilire, calunniare ed isolare una vittima designata. Si tratta di situazioni molto pericolose, poiché minacciano la reputazione sociale e l’immagine personale del malcapitato, mettendolo “alla gogna”. L’umiliazione e lo strazio che sono legati a questo tipo di esperienze hanno portato alcuni ragazzi a fare gesti inconsulti contro di sé. Quando, invece, non dobbiamo parlare di bullismo? I ricercatori sono unanimemente d’accordo nel ritenere che un atto molto grave, come attaccare un coetaneo con il coltellino, fare minacce pesanti, procurare ferite fisiche importanti, compiere molestie o abusi sessuali, non debba essere considerato bullismo bensì reato. D’altro canto, come si diceva prima, non si devono considerare comportamenti bullistici quei giochi turbolenti, vivaci e animosi che normalmente si instaurano nei gruppi dove c’è comunque una simmetria nelle relazioni, dove cioè viene meno il tipico rapporto squilibrato bullo/ vittima, dominante/sottomesso. Per comprendere a fondo come si genera il fenomeno del bullismo, dobbiamo tener conto che bullo e vittima sono solo due “attori” di uno scenario ben più articolato. Ma intanto veniamo al nocciolo della

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questione, al protagonista: chi è il “bullo”? Perché si comporta così? Le ultime indagini in ambito scientifico hanno smentito lo stereotipo per cui i soggetti con questo tipo di condotte appartengano a ceti sociali svantaggiati o meno abbienti, anzi il bullo tipicamente ap-

proprio perché non immagina o è insensibile a come si stia dall’altra parte. Con questo intendo dire che il bullo ha solitamente delle problematiche psicologiche specifiche, che peraltro si sviluppano in situazioni educative e familiari incoerenti, talora troppo permissive, talaltra

partiene a classi sociali medio-alte. Tuttavia, egli appare aggressivo per temperamento, meno dotato intellettualmente, ma soprattutto è molto egocentrico, cioè ha una difficoltà importante a “mettersi nei panni degli altri”. Il bullo può dare libero sfogo alla sua aggressività

troppo autoritarie, promuovendo un rapporto poco chiaro e stabile con le regole. Altre famiglie di questi ragazzi possono essere incuranti, poco attente ad ascoltare i loro bisogni, o peggio ancora possono instillare in loro l’idea che i conflitti tra le persone si risolvono con il

ricorso alla forza. In questo quadro il ragazzo non fa altro che riproporre a scuola ciò che ha appreso in famiglia, perché ha capito che l’unico modo per farsi ascoltare e per primeggiare sugli altri è quello di aggredire e sopraffare. Al contrario, la vittima è di solito un soggetto debole, passivo, timido, introverso, ma soprattutto dipendente e con scarse capacità di interagire e socializzare con i coetanei. Proprio a causa di questa fragilità di partenza, la vittima è quasi portatrice di uno “stigma”, una sorta di segnale di riconoscimento che in qualche modo prefigura un “destino” costellato di oppressioni ed ingiustizie, senza averle provocate in alcun modo. In altre situazioni la vittima viene designata perché ritenuta rivale rispetto al possesso della leadership nel gruppo: in questo caso la vittima che comunque soccombe può contare su un maggiore supporto da parte dei compagni, forse ha più possibilità di uscirne ricorrendo all’intervento dell’adulto. Per capire come si intreccia e si mantiene nel tempo la relazione bullo-vittima, bisogna considerare ciò che di solito ad uno sguardo superficiale sfugge, e cioè che tale relazione si svolge in un contesto specifico e ben caratterizzato, quale il gruppo dei coetanei. A questo proposito basti pensare che i più avanzati studi osservativi del settore dimostrano che l’85% degli episodi di bullismo avvengono in presenza di compagni. Diverse ricerche dimostrano che il più delle volte il bullo non agisce da solo, ma può contare su suoi sostenitori, cioè coloro che lo istigano e lo incitano a perpetrare la violenza, senza tuttavia collaborarvi attivamente. Inoltre, il bullo è di norma affiancato dai suoi aiutanti,


ANNO 1 N.3 - MARZO 2009

magazine

ovvero coloro che aiutano direttamente il bullo a compiere l’azione vessatoria, oppure la compiono su suo ordine. Su questo palcoscenico per fortuna ogni tanto si muove anche il difensore, cioè colui che per una qualche motivazione interna, forte della propria capacità fisica e reattiva, prende le difese del debole. Così come l’abbiamo definito il bullismo all’interno delle scuole del nostro Paese è un fenomeno che sta diventando sempre più massiccio. Da un’indagine promossa dal Consiglio Europeo nel 2008 su un cospicuo campione di adolescenti si evince che l’Italia ha un’incidenza di bullismo pari al 33%, al di sopra della media europea, inferiore quasi solo al primato del Regno Unito. Queste statistiche hanno fugato qualsiasi

dubbio o incertezza sull’entità del fenomeno e sulla necessità immediata di porvi rimedio, infatti nei primi mesi 2007 il Ministero delle Pubblica Istruzione ha deliberato le linee d’indirizzo generale e le azioni a livello nazionale per la prevenzione e la lotta al bullismo. Nella fattispecie la delibera ha previsto l’istituzione presso ciascun Ufficio Scolastico Regionale di un Osservatorio permanente e di un numero verde per primo soccorso e consulenza; pensate che ai centralini nei primi dieci mesi del 2007 sono arrivate circa 12.800 tra richieste d’aiuto e informazioni. I dati statistici dicono che il fenomeno del bullismo è più elevato nelle prime fasi dello sviluppo e tende a diminuire progressivamente con l’età. Passa infatti da un 28% nella

scuola elementare, al 20% nella scuola media, a circa il 10-15% nelle scuole superiori. Qualcuno può chiedere: perché preoccuparsi se il fenomeno tende naturalmente a diminuire con l’avanzare dell’età? Perché è proprio in questa fascia di età, l’adolescenza, che il bullismo si manifesta con maggiore crudeltà, premeditazione e capacità di danneggiare la vittima. Inoltre subire comportamenti bullistici alle scuole superiori, quando relativamente poche persone ne sono colpite, può essere un’esperienza ancora più pesante da affrontare. Ma quanto ci costa il bullismo? Quali sono le conseguenze sui vari attori coinvolti? Il bullismo comporta sempre e comunque disagio e sofferenza, non solo per la vittima (assenteismo da scuola, disturbi del sonno, ansia e a lungo termine psicopatologie depressi-

ve), ma anche per gli stessi spettatori passivi. L’unico che apparentemente non soffre è il bullo, anzi il sistema è funzionale ai suoi scopi. E tuttavia per lui il futuro profila collezioni di insuccessi, abbandono scolastico, difficoltà relazionali, comportamenti antisociali di vario tipo, adozione delle stesse dinamiche aggressive all’interno della propria famiglia, un altro anello della catena che perpetua il sopruso. L’ESPERTO RISPONDE AI VOSTRI QUESITI:

ALL’ E-MAIL a.siciliano@occhiomagazine.it

In questo momento abbiamo catturato la tua attenzione. Se vuoi anche tu diventare protagonista, contattaci per la pubblicità su questo giornale

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OCCHIO Riflessioni

IL CORAGGIO

L'Unitalsi fu fondata nel 1903 da Giovanni Battista Tomassi, sofferente nel corpo e di Enzo Nigro - Presidente Unitalsi Brindisi Era il 1903 quando il fondatore, Giovanni Battista Tomassi, figlio dell’amministratore dei Principi Barberini, partecipò al suo primo pellegrinaggio. Era un ragazzo poco più che ventenne, affetto da una grave forma di artrite deformante irreversibile che lo costringeva in carrozzella da quasi dieci anni; molto sofferente nel corpo e nello spirito per la sua ribellione a Dio e alla Chiesa. Avendo saputo dell’organizzazione di un pellegrinaggio a Lourdes, Tomassi chiese di parteciparvi con una precisa intenzione: giungere dinanzi la grotta di Massabielle e, qualora non avesse ottenuto la guarigione, togliersi la vita con un gesto clamoroso. Fortunatamente ciò non accadde. Davanti alla Grotta dove l’Immacolata era apparsa a Santa Bernadette, venne colpito dalla presenza dei volontari e dal loro amorevole servizio vedendo quanto la condivisione dei volontari regalava conforto, speranza e serenità ai sofferenti. Non ottenne la guarigione del corpo, ma certamente quella dell’anima. Era un uomo nuovo quello che consegnò nella mano di Mons. Radini Tedeschi, la pistola con la quale voleva suicidarsi sotto la statua della Vergine, dicendo: “ Ha vinto lei!”. Tornò in Italia con l’intento di far nascere un’organizzazione che si preoccupasse di portare gli ammalati a Lourdes. Da qui è nata questa grande Associazione che oggi è diventata Associazione Ecclesiale, poiché lo Statuto è stato approvato dalla C.E.I..

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Tra i progetti dell'associazione particolare attenzione a coloro che soffrono e alle famiglie. A chi è solo o in difficoltà

A

l centro della nostra storia c’è, quindi, la carità vissuta come servizio gratuito dagli oltre trecentomila aderenti, uomini, donne, bambini, sani, ammalati, disabili, senza distinzione di età, cultura, posizione sociale e professionale, che indossano una divisa che rende tutti uguali: la gioia della condivisione del servizio reciproco.. Ognuno contribuisce alle varie iniziative offrendo il proprio tempo gratuitamente, auto finanziandosi per sostenere tutte le spese occorrenti nella realizzazione delle varie iniziative, per fornire questa straordinaria opera di aiuto e condivisione a chi è nel disagio e nel bisogno. L’apice di tutte le attività è la promozione del pellegrinaggio a Lourdes con amici disabili. Analogamente si promuovono pellegrinaggi a Loreto, Pompei, Fatima, Siracusa, San Giovanni

Rotondo e Terra Santa. Pellegrinaggi che non sono semplici viaggi ma veri itinerari del cristiano verso la propria radice spirituale, per camminare ogni giorno con Cristo e in Cristo, per diventare Suoi veri Testimoni nella vita quotidiana, strumenti di Carità nelle Sue mani. Un’esperienza dove Tutti diventano uguali, nonostante le difficoltà fisiche di qualcuno, dove non si nota in maniera plateale chi dona e chi riceve. Emerge

uno scambio reciproco di dare e avere non solo pratico, ma anche morale. Una condivisione di sentimenti, sensazioni ed emozioni, da cui emerge forte la volontà e l’esigenza di testimoniare l’uguaglianza degli uomini…non puo’ essere una carrozzina o un bastone a caratterizzare una persona. L’Unitalsi, è quella parte della Chiesa che parte dalle quattro mura parrocchiali per stare in mezzo alla gente, conoscerne i


ANNO 1 N.3 - MARZO 2009

DI VIVERE

nello spirito. Si recò in pellegrinaggio a Lourdes e ritrovò la speranza e la serenità problemi e dare una risposta lì dove possibile, con il solo scopo di rendere la dignità di ognuno uguale. La nostra società volta, ogni giorno di più, all’efficientismo fisico ed economico, rischia di annullare e mortificare ancor di più coloro che sono nel bisogno e/o hanno problemi fisici. E’ con questi obiettivi che tutte le nostre iniziative nascono e con grande entusiasmo si realizzano. In quest’ottica l’Associazione, monitorando le necessità umane e sociali di amici disabili, di persone bisognose e di coloro che vengono colpite da malattie improvvise, ha scoperto ed evidenziato le difficoltà degli stessi a trovare risposte immediate ed idonee e soprattutto le carenze delle istituzioni a intervenire, e lì dove avviene i tempi vanno oltre il rispetto della persona. Così sono nati alcuni progetti :

PROGETTO BAMBINI Con il Progetto Bambini l’Associazione si è proposta di offrire interventi di sostegno ai bambini affetti da varie patologie ed alle loro famiglie, costrette a lasciare la propria casa per farli curare in un centro specializza-

to è lontano dal proprio luogo di residenza. Sono state realizzate delle case di accoglienza nelle vicinanze di importanti ospedali pediatrici come Roma, Geno-

ancora adesso.

Ascoli Piceno e Rieti.

PROGETTO CASE FAMIGLIA

TERAPIA DEL SORRISO

Il progetto nasce dalla consapevolezza che la casa famiglia,

Ogni anno, in diverse sezioni unitalsiane, vengono orga-

va, Bari, Bologna e Firenze. In queste case vengono ospitate le famiglie di bambini ricoverati presso queste strutture. Essendo degenze di lungo corso, le famiglie andrebbero incontro a notevoli spese e non sempre tutti possono permetterselo. Dal 2003 fino ad oggi sono centinaia le famiglie ospitate, la maggior parte delle stesse avrebbero trascorso le notti in macchina, come succedeva prima e come per molti succede

per le sue caratteristiche di struttura di piccole dimensioni, dotata del necessario supporto assistenziale e di persone e strumenti adeguati, è capace di offrire alla persona disabile l’opportunità di una vita indipendente e integrata nel contesto sociale urbano. Piccole certezze di affetti e dignità umane per i disabili soli, che perdono definitivamente la famiglia e chi si prende cura di loro. Ci sono case Famiglia a Pisa, Barletta,

nizzati dei corsi di terapia del sorriso. I corsi vogliono dare una conoscenza approfondita dell’arte del clown con obiettivi sociali. Lo scopo è quello di imparare a conoscere le nostre potenzialità, imparare ad usare la terapia del sorriso in maniera ordinata e delicata nel rispetto della malattia, del disagio e dei luoghi di sofferenza; avere uno strumento in più nella realtà di volontariato per vivere con sempre maggiore consapevo-

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OCCHIO Riflessioni

lezza la vita dell’UNITALSI e il suo impegno di carità ecclesiale verso i piccoli.

PROGETTO SOLITUDINE Tale progetto comprende una serie di servizi calibrati sul grado di autosufficienza riscontrato per rispondere ai bisogni dell’assistito. A livello locale, nel corso dell’anno, si svolgonoattività di assistenza domiciliare, organizzazione di soggiorni estivi e invernali, gite di una o più giornate, attività nel tempo libero, studio, laboratori di creatività, laboratori teatrali e di attività manuali (cucito, pittura, lavorazione del legno). Le spese per queste attività sono generalmente a carico delle sedi locali dell’Associazione, che si autofinanzia per coprire i costi di coloro che versano in difficoltà economiche.

PROGETTO CUORE DI LATTE Dopo aver finanziato la realizzazione di una raccolta di latte per i bimbi iracheni, un ascensore per disabili a Gerusalem-

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me, una casa di accoglienza per i bambini “delle fognature” - a Craiova (Romania) - e una scuola in India, “Cuore di Latte”, la campagna di solidarietà proposta dall’Unitalsi, si sposta quest’anno in Terra Santa. Qui sosterrà la gestione e l’ampliamento della “Hogar Nino Dios” di Betlemme, una Casa di Accoglienza per bambini disabili gravi ed abbandonati, sorta a giugno del 2005 presso una casa del Patriarcato Latino di Gerusalemme ubicata, prorpio,

nelle vicinanze della Basilica della Natività.

una in Sardegna e l'altra in Liguria.

PROGETTO CASA VACANZE

TRASPORTO DISABILI

“Tutti in vacanza. Vacanza per tutti”. È questo il senso del progetto “Case Vacanze”, finalizzato ad offrire un periodo di relax per tutti, a cominciare da chi è in difficoltà. Le nostre strutture ricettive, appositamente attrezzate, consentono di superare difficoltà logistiche e strutturali. Allo stato attuale, l’Unitalsi dispone di due “Case Vacanze”,

Un servizio offerto agli amici disabili, con i nostri mezzi, che permette loro di superare ogni difficoltà negli spostamenti ordinari e straordinari della loro vita. Molte sono le convenzioni con enti per effettuare questi servizi. Queste sono le iniziative a livello centrale che vedono coinvolte tutte le sedi periferiche. Nella nostra diocesi sono attivi, attualmente, 12 gruppi in altrettanti paesi della provincia. Le iniziative a livello locale sono molteplici, e tutte rivolte a rendere le persone con difficoltà parte attiva della società nella quale vivono. Ci riserviamo in un’altra occasione di parlare dei nostri gruppi, ma soprattutto dei nostri pellegrinaggi, fatti anche din le tante storie di vita che ogni giorno scopriamo. Cambiare si può, CORAGGIO!


OCCHIO Cultura

ANNO 1 N.2 - FEBBRAIO 2009

NEL CERCHIO DELLA FORTUNA

Dal Burkina Faso a San Vito: l’incredibile storia di Adama Zoungrana in un libro della Rizzoli

A

di Michelangelo Nigro

vederlo davanti a te, ti sem- storie che mi raccontava mio nonbra impossibile che Adama no. Ho vissuto con lui fino all’età sia il protagonista del libro di cinque anni. Mi ricordo tutte le che hai appena letto. Allegro, spi- storie che mi raccontava: avevano ritoso, autoironico. Avrebbe mille tutte una morale, un insegnamene più motivi per essere arrabbiato to. Ma lui le raccontava senza dare spiegazioni. col mondo. EppuQuando finiva di re se ne sta lì, a Il 4 Aprile raccontarle, io gli scherzare sulla sua Prossimo ospiti facevo un sacco di vita. Adama è un della redazione di ragazzo africano, Occhio magazine domande, ma lui non rispondeva. del Burkina Faso. Antonella Dal 2001 vive a Ossorio e Adama La storia finiva lì. Comunque il racSan Vito. Il libro Zoungrana conto orale ha una che ha scritto, “Se per presentare tale potenza che le entri nel cerchio il loro libro. storie ti rimangosei libero”, edito L'incontro si no impresse nella per i tipi di Rizzoli, terrà in via mente anche a è frutto della collaV. Azzariti, 19 distanza di anni. borazione con una a partire Non è la stessa scrittrice italiana, dalle ore 18.30 cosa con un storia Antonella Ossorio. scritta. Quanto ha dato e quanto ha tolto al libro il fat- Dal libro si capisce che non to di essere scritto a quattro hai avuto un’infanzia facile: la morte di tua madre, un padre mani con un’italiana? L’intervento di Antonella è stato dispotico e manesco, le fughe sicuramente un bene, perché è riu- da casa, il duro lavoro in miscita a rendere in italiano concetti niera… Eppure non sembra che io non avrei saputo esprimere. di avvertire in te rancore o Ma è chiaro che ci sono stati anche rabbia nei confronti di tuo padei limiti, sempre legati alla lin- dre. Come mai? gua: alcune cose non siamo riusci- Diciamo che con mio padre ci ho ti a raccontarle proprio perché in vissuto poco: erano di più le volte italiano non suonavano bene. Le che mi cacciava di casa (esplode in una risata fragorosa). Io ho un riservo ai miei amici. Anche perché nel libro conta solo ricordo bello di mio padre: molto l’oralità. Mentre raccon- avevo otto anni e lui mi portò ti la tua vita, a volte inserisci nella sua macchina, una Toyota, e delle storie, quelle che ti rac- la mise in moto. Il cambio tremava molto e io mi divertivo a tenerlo contava tuo nonno… Sì, nel libro ci sono solo alcune delle fermo e a sentire le vibrazioni che

Adama Zoungrana ospite nella redazione di Occhio magazine

faceva. Ero felice. Ma non grazie a lui, grazie al cambio della macchina… (Altra risata, ancora più forte della prima). Io sento di non amarlo, ma non lo odio neanche (Ora la voce trema, sugli occhi

un velo di tristezza). Lui ha cominciato a considerarmi davvero suo figlio da quando sono venuto in Italia, perché sono diventato un vanto per lui. Ora ha qualcosa da poter raccontare in giro: “Ho un

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OCCHIO Cultura

figlio in Europa…” Fin da piccolo hai vissuto in un ambiente al plurale: tante lingue, tante razze, tante religioni. Come è stato? Nel Burkina Faso, che ha una popolazione di 14 milioni di abitanti, ci sono 80 etnie. Da piccolo convivevo con bambini, che ho scoperto solo tanti anni dopo essere nigeriani, senegalesi, mauritani. In Italia ho notato che si dà molta più importanza alla nazionalità di una persona. Per noi la diversità è un bene. Nella mia famiglia ci sono cristiani cattolici, protestanti, musulmani, animisti e fedeli di altre religioni che qui non esistono. Eppure andavamo d’accordo. Lo stesso con gli amici: con alcuni parlavo una lingua, con altri un’altra, perché appartenevano a etnie diverse. Nella mia stessa famiglia mio padre ha avuto tante mogli di razze diverse. A proposito di mogli, la poligamia per noi europei è un costume per certi versi assurdo. Tu che ne pensi? La poligamia è un’usanza islamica che è nata ai tempi di Maomet-

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to, soprattutto per motivi di ordine pratico. Una donna si legava a un uomo per trovare protezione e sicurezza economica e all’uomo era consentito di prendere più di una moglie, a patto di trattarle allo stesso modo. In Burkina la tradizione è rimasta e le donne sono contente di questa usanza: si sentono al sicuro. Secondo me è possibile amare due o più donne allo stesso modo. In Europa la poligamia è impossibile perché esiste il mito dell’esclusività dell’amore verso una persona sola. Questo senso di possesso l’ho notato anche per quanto riguarda l’amicizia: sembra che non puoi essere amico allo stesso modo di più persone. Serve per forza una gerarchia. Questo limita molto la libertà. Mi sembra che degli Africani noi Europei abbiamo due idee estreme: o ce li raffiguriamo poverissimi, ridotti pelle e ossa dalla fame, oppure sono per noi degli uomini felici: il “mito del buon selvaggio”, insomma, che vive felice perché privo di sovrastrutture e di beni materiali. Hai avvertito anche tu questi luoghi comuni quando sei arrivato in Italia? Eccome! Ed è anche per questo motivo che ho accettato di scrivere il libro. Per la mia cultura è impensabile raccontare così apertamente la propria sto-

ria, a persone che non si conoscono. Ma ho voluto farlo soprattutto per far conoscere un’altra Africa. È incredibile l’ignoranza che gli Europei hanno a proposito dell’Africa. Nel 2002, per esempio - ero arrivato da poco in Italia - per gli Italiani Africano voleva dire Senegalese, solo perché il Senegal aveva battuto la Francia nella Coppa del Mondo. Spesso si nominano i Paesi africani senza sapere dove si collocano geograficamente. Forse la colpa è della scuola: io, prima di venire in Italia, conoscevo un sacco di cose della storia europea, perché me l’avevano fatta studiare a scuola. Qui in Italia vedo che invece all’Africa si dedicano a mala pena un paio di lezioni. “Se entri nel cerchio sei libero”, il titolo del libro, richiama un gioco che facevi da piccolo, simile al nostro nascondino, in cui eri salvo da chi ti stava inseguendo, se entravi nel cerchio che era tracciato per terra. Questo cerchio ovviamente nel libro diventa anche una metafora… Io mi sento fortunato da sempre. Sia per la mia indole ottimista, sia per come sono andate le cose nella mia vita. E il cerchio vuol dire proprio questo: è la fortuna, la buona sorte. Che è lì, la vedi, ma ci devi entrare se ti vuoi salvare. Io ci sono entrato. Certo, è soprattutto qualcosa che ti capita, ma devi anche afferrarla, guadagnarla in un certo senso. La mia fortuna più grande è stata Anna Maria Gallone (la regista che ha girato in Burkina un documentario, in cui Adama è stato scelto per fare il protagonista). Il modo in cui l’ho incontrata è stranissimo: stavo lavorando nella miniera e un


ANNO 1 N.3 - MARZO 2009

magazine

signore ha chiesto a un ragazzo di andare a comprargli le sigarette. Lui non voleva andarci e mi sono offerto io. Per strada ho incontrato la troupe che cercava attori per il film. Se quel ragazzo fosse andato a comprare le sigarette al posto mio forse a quest’ora sarei morto.

Già perché la miniera era un inferno. Molti bambini erano costretti a lavorarci. In molti rimanevano ammazzati. Ma Adama quel giorno ha incontrato Annamaria e il suo cerchio ha cominciato a prendere forma. Dopo aver vinto innumerevoli ostacoli burocratici,

Adama nel 2001 arriva in Italia e da allora vive con Lorenzo e Rosanna. Il libro racconta l’incredibile storia di Adama con stilemi ed espedienti narrativi tipici di una favola per bambini. La prosa è scorrevole, i periodi sono brevi, il lessico sem-

plice. Forse per lasciare spazio ai fatti, che sono sorprendenti e riescono da soli ad accattivarsi il lettore, senza l’ausilio di virtuosismi stilistici. Tantissimi sono gli episodi del libro che hanno dell’incredibile, ma ancora più incredibile è l’ottimismo del protagonista. Adama si sente un ragazzo fortunato e ora vuole che nel cerchio della fortuna ci entrino il maggior numero di ragazzi possibile. Da qualche anno ha ideato un progetto con il suo amico Bertrand: la costruzione di un centro socioeducativo in Burkina in cui i ragazzi possano imparare un lavoro, studiare, divertirsi. Oramai Adama ci ha provato gusto a sognare, e dal trasporto con cui parla e scrive del suo progetto si capisce che non si sveglierà tanto facilmente.


OCCHIO Cinema

Ultimo round di un lottatore Mickey Rourke “alle corde” in un’adesione quasi carnale al personaggio di “The Wrestler”

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di Dario Di Viesto

otrà sembrare strano, ma il nietzschiana “volontà di potenza” e wrestling può essere metafo- penetrare nell’universo della moralira del cinema. Gioco di simu- tà condivisa delle buone intenzioni. lazioni atte al soddisfacimento del Allora, con l’aiuto di una matura lap pubblico, col quale si stipula un con- dancer di nome Cassidy, Randy prova a recuperare il suo diftratto, non scritto, di ficile rapporto con credulità. Il pubblico la figlia. Ma le sue può divenire giudice mani possenti non del successo, ma a sono in grado di costo di credere fino Una star del i precari in fondo a ciò che si Wrestling degli gestire equilibri degli affetrappresenta. Rarissianni '80 torna ti. Così, in rancore mamente, però, succede che nel luogo dopo vent'anni sul col mondo, Randy sacro della rappre- ring. Una storia in decide di tornare sentazione (sia esso bilico tra miseria “The Ram”, per sfidare il suo falso anun cinema o un ring) del presente e tagonista di sempre, ci sia qualcosa d’imorgoglio del l’iraniano Ayatollah, previsto ed irripetibipassato per il remake di un le: si palesi quel miraleggendario inconcolo della verità che fa in modo che la lotta diventi stoica e tro svoltosi venti anni prima al Madison Square Garden. Randy sceglie le l’opera d’arte diventi sublime. Succede proprio questo in “The Wre- suggestioni del ring piuttosto che la stler”, primo vero capolavoro del re- vita reale. gista Darren Aronofsky, miglior film Partiamo dall’aspetto figurativo per alla Mostra del cinema di Venezia, cercare di risalire dal labirintico unima scandalosamente a mani vuote verso di senso che il film di Aronofsky ci propone. La macchina da presa agli Oscar. La storia è quella di Randy “The pedina il protagonista ritraendolo in Ram” Robinson, star del wrestling modo ossessivo da dietro le sue robunegli anni ’80, ma lottatore declassato ste spalle. La narrazione, fedele a queventi anni dopo sui ring di bassa leva sta prospettiva, fa in modo che non ci del New Jersey, in bilico fra miseria siano discrepanze conoscitive fra lo del presente e orgoglio del passato. spettatore e il protagonista. Nulla è In seguito ad un truculento incontro, dato sapere in più o in meno rispetto Randy ha un infarto negli spogliatoi. al suo punto di vista. Ma diventando Si salva, ma il suo cuore malandato sua ombra, lo spettatore riesce a conon può più sopportare gli sforzi glierne i suoi respiri, gli intenti, i sentidell’agonismo. Il ritiro dai ring apre menti. Il formato digitale dell’immagidefinitivamente la porta alla solitudi- ne, poi, è sì funzionale all’azione (data ne. Prova a disintossicarsi dalla sua la sua manegevolezza) e all’estetica

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“sporca” (inquadrature mosse e poco definite) della storia, ma è portatrice di significati metaforici. L’universo in cui Randy si muove è quello dei perdenti, quello degli esclusi dalla retorica del cinema hollywoodiano. L’utilizzo del digitale diventa atto di denuncia e di dignità artistica del cinema indipendente (che Aronofsky conosce bene) rispetto a quello delle majors. Se si considerano i parallelismi fra il wrestling e l’arte cinematografica, la videocamera digitale diventa l’unico mezzo possibile per esplorare i luoghi percorsi da un attore-guerriero di “serie b”. Lo scontro sceneggiato fra “The

Ram” e Ayatollah ci riporta a nuovi sensi dell’opera di Aronofsky. Il remake del leggendario incontro avvenuto negli anni ’80, offre un rimando quasi esplicito, considerati i soggetti e le date degli incontri, alle due guerre che Bush senior e jr hanno imposto al medioriente. “The Wrestler” ci ripropone un personaggio che è, ancora una volta, portatore dei sentimenti di una America dall’antico fasto. Un vecchio condottiero che, massacrato moralmente, prova a ritornare sui suoi vecchi passi attraverso una battaglia esteriormente falsa, i cui scontri sono soprattutto interiori, a livello dei sentimenti. Sentimenti in conflitto,


magazine

proprio come quelli della tragedia. Che sfociano nella scelta inevitabile, perché dettata dalla storia e dalla natura di Randy/America, di continuare a lottare e sacrificare il proprio corpo per le urla del pubblico, significativamente rappresentato come una folla/ esercito di storpi frustrati. Personaggio fondamentale sul piano diegetico è quello di Cassidy, bene interpretato da Marisa Tomei, costretta a vivere la doppiezza di essere madre e spogliarellista, e di vedere in Randy l’uomo e il cliente. Amore e denaro, simboli delle due dimensioni fondamentali dell’uomo: quella dell’essere e quella dell’avere. Una doppiezza che è eco a quelle più forti e marcate del protagonista. Forza bruta e debolezza, popolarità e solitudine, audacia sul ring ed incapacità ad affrontare la vita, sono solo alcuni dei caratteri con-

trari insiti nel protagonista. Veniamo agli attori. Caso raro nel cinema, a nostro parere non si può definire “interpretazione” la prova d’abilità con cui Mickey Rourke veste i panni del wrestler. La sua è, invece, una vera e propria adesione carnale al personaggio. Il plot del film segue l’itinerario artistico e biografico dell’ex sex symbol americano. Diventato divo grazie al film “9 settimane e mezzo”, Rourke ha conosciuto una repentina parabola. Dopo esser diventato interprete di b-movie, l’attore si è fatto pugile professionista. Finché, pur imbattuto, si è dovuto ritirare dai ring per dei danni cerebrali. Ora, ripescato da Aronofsky, Rourke pare essere tornato dall’inferno. Il merito è di questo film che l’attore, inizialmente, non voleva interpretare perché troppo vicino alle sue vicende

personali. Ottenuta la parte, Rourke ha collaborato anche alla scrittura dei propri dialoghi. Non solo la storia, ma tutto il sangue e le lacrime versate dal suo personaggio sono assolutamente reali. Quando il regista gli ha gettato la sfida di sottoporsi realmente agli sforzi del suo personaggio, Rourke non si è tirato indietro. L’attore ha subito davvero sul suo corpo le mortificazioni fisiche citate sul copione. “The Wrestler”, pur ponendosi in continuità tematica rispetto ai precedenti film diretti da Darrel Aronofsky, questa volta presenta uno stile meno eccessivo rispetto a lavori come “Requiem for a dream” o “L’albero della vita”. Anche la sua trama si manifesta meno inchiodata e confusa. Merito di Robert D. Siegel che ha condotto la fase di scrittura. Aforonsky si è “limitato” a fare quello che sa fare meglio,

ovvero creare forme. Straordinaria, inoltre, la sua abilità nella direzione e gestione degli attori. Da segnalare, nei titoli di coda, la ballata di Bruce Springsteen, composta appositamente per l’amico Mickey Rourke. “The Wrestler” è a nostro parere il miglior film di produzione americana di quest’anno. Il salto di Randy dalle corde del ring, con cui si conclude l’opera, merita di essere ricordato come il disperato imperativo categorico di un uomo, di un cinema e di una nazione che non vogliono assolutamente cedere alle avversità.

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OCCHIO Teatro

Su il sipario, si va in scena Chiusura della mini rassegna al teatro Melacca con “Un giardino di aranci fatto in casa”

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i riaccendono i riflettori e si alza il sipario a San Vito dei Normanni. Tra febbraio ed i primi di aprile, in scena 3 spettacoli teatrali. La mini rassegna, voluta fortemente dalla direzione del Cinema-teatro Melacca e dall’Amministrazione comunale di San Vito, vedrà sulla scena 3 spettacoli di natura diversa per accontentare i vari palati del pubblico della provincia. Il 25 febbraio scorso per il primo appuntamento, lo spettacolo di William Fiorentino Basta la salute, ispirato al Malato Immaginario di Molière. A portarlo in scena dal laboratorio teatrale Centro Studi Raffaele Protopapa. Attrice di spicco della serata è stata Gegia. L’appuntamento del 5 marzo, invece, è stato dedicato all’operetta. In scena la Compagnia Italiana di operette (già in altre occasioni ospite del pubblico sanvitese), che ha presentato Il Paese dei campanelli. Si presenta come una delle operette più amate dal pubblico attento a questo genere di teatro, ai molti ancora poco conosciuto. Leggerezza del testo, melodia e orecchiabilità della musica, momenti lirici e arie sensuali la rendono un’opera senza tempo e unica nel suo genere. Il 5 aprile ultimo atto di questa mini rassegna ma… col botto! Gianfranco D’Angelo e Ivana Monti insieme in scena per affrontare con la solita leggerezza, che il comico ci ha abituato a vedere, un altro tema sociale: quello della pater-

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di Francesco D’Agnano nità assente. La commedia di Neil Simon Un giardino di aranci fatto in casa, racconta con un linguaggio colorito e diretto il tempestoso incontro tra una figlia, dimenticata per 18 anni, e il padre che si è rifatto una nuova vita. Una commedia briosa che affronta il tema spinoso e attuale del rapporto padre-figlio, con sentimento, ironia e soprattutto grande divertimento.

Trama La vicenda parla di un famoso sceneggiatore, Michael, divorziato ed in crisi esistenziale. Ha una compagna, Hilary, che tenta amorevolmente di spronarlo per farlo ritornare alla brillantezza di un tempo. Ha anche un amico, Ted, vicino di casa invadente che invano cerca di smuoverlo dalla sua pigrizia creativa. All’improvviso arriva nella vita di Michael come un uragano Jenny, sua figlia che non vedeva da diciotto anni. Il burrascoso incontro rivela, oltre a delusioni e rivendicazioni, uno scontro generazionale che si esprime con un linguaggio attuale, colorito e diretto. Le battute di comicità fulminante, l’umorismo acido o brillante sono quelli della vita quotidiana. Jenny lo metterà comunque di fronte alle sue responsabilità di padre e pian piano si insinuerà nella sua vita con la naturalezza e l'entusiasmo di una ragazzina. Ed è una scoperta reciproca. I due parlano molto, si raccontano in un turbinio di sensazioni che consentono ad entrambi di ritrovarsi nei rispettivi ruoli, ma soprattutto come individui. Lo spettacolo vuole trattare un problema reale, e parlarne assieme al pubblico, dimostrando che una soluzione, affidata all’intelligenza, alla buona volontà e alla capacità di sorriso, è sempre possi-

bile e può ricomporre solitudini e tessuti sociali lacerati. Dopo il tema dell’integrazione razziale e matrimonio misto di Indovina chi viene a cena (record d'incassi per due stagioni), Gianfranco D'Angelo e Ivana Monti si ritrovano quindi ad affrontare un altro testo attualissimo, uscito dalla penna di Neil Simon, uno dei maggiori commediografi viventi. Le sue opere (con centinaia di repliche a New York) vengono tradotte e rappresentate in tutto il mondo, facendo di lui uno dei più rappresentati commediografi. Ha iniziato la sua carriera come autore televisivo ed ha al suo attivo più di 40 commedie rappresentate a Broadway sin dal 1961, che vanno dalle commedie umoristiche degli anni '60 (A piedi nudi nel parco, La strana coppia, Appartamento al Plaza) ai lavori più introspettivi e autobiografici degli anni '70 e '80 (Il prigioniero della Seconda Strada, Capitolo secondo, Biloxi Blues, Risata al 23° piano). Ha scritto inoltre numerosi libretti di opere musicali e sceneggiature cinematografiche ed ha dato voce con le sue opere alla cosiddetta middle-class americana, dipingendo i suoi personaggi come uomini-medi, spesso insicuri e paurosi, attraverso intrecci di sicuro effetto comico e brillante.


OCCHIO Sport

ANNO 1 N.3 - MARZO 2009

A TUTTO BASKET

Cedat 85 San Michele sorprendente fiore all’occhiello del campionato di serie D regionale

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on è una cenerentola del campionato di basket di serie D regionale, bensì una fantastica realtà, la Cedat 85. In pochi avrebbero pensato che una squadra sorta da pochissimo tempo (è il primo anno che partecipa ad un campionato) potesse già competere e primeggiare tra le prime della classe nel campionato di propria competenza, che è cono-

sciuto da tutti per la sua difficoltà. Non è stato facile per la Cedat 85. Infatti, oltre agli innumerevoli scettici che, come si sa, da sempre accompagnano le nuove realtà, ha dovuto scontrarsi anche con un campionato duro e molto spigoloso, in cui ogni giornata rappresentava un’insidia: campi ostici, squadre ben attrezzate e tutte di ottimo livello. Ma gli uomini del presidente Bernardo D'Agnano sono riusciti a farsi rispettare ad ogni incontro, lottando con determinazione e riuscendo a portare a casa il bottino in quindici occasioni. Un invidiabile ruolino di marcia che ha insediato la squadra nelle primissime posizioni di classifica, in piena zona play off. La Cedat 85 San Michele Basket si è affaciata nella pallacanestro con un assetto societario del tutto nuovo, per chi frequenta gli ambienti ed i parquet della provincia brin-

disina. Come dicevamo, al timone di quest'avventura c’è il presidente Bernardo D’Agnano, che ha tradotto i suoi sogni e le sue passioni in una formidabile squadra. Tutto questo con l’aiuto dell’espertissimo uomo di basket Alfredo Grasso, il quale con il suo lavoro ha permesso che questa realtà si affermasse a San Michele Salentino. Ma un ringraziamento speciale va rivolto all’assessore Pino Trinchera, senza il quale questo successo non sarebbe stato possibile. Giorno dopo giorno dimostra sempre più affetto e amore per questo sport, che in fin dei conti è anche amore per la sua città. L’auspicio della Cedat 85 è che la squadra rimanga stabilmente in zona play off per potersi giocare fino all'ultimo la chance di salire in serie C. Per far sì che questa squadra sia motivo di orgoglio per il basket brindisino e anche per tutti coloro

che ogni domenica incitano e dimostrano sempre più numerosi l’amore per la Cedat 85 Basket.


OCCHIO Sport

BASKET 2005 LATIANO

La pallacanestro nonostante le difficoltà. Una società giovane ma che ha già ottenuto successi

C

omincia da questo numero l’incontro con le società sportive latianesi, un viaggio che ci porterà a scoprire le passioni, i sogni e le difficoltà incontrate da chi pratica sport anche a livello amatoriale. La società “Basket 2005 Latiano” nasce nel 2005 ad opera di alcuni sportivi ed amanti della pallacanestro, che lamentavano l’assenza in città di questo sport tanto amato tra

Squadra femminile

Under 14

Under 15

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di Claudio Argentieri i ragazzi; i promotori dell’iniziativa furono Enzo Catanzaro, Ronzino Vitale, Bartolo Gagliani e Bruno Nocente. Il primo anno fu nominato presidente della società Mario Rosselli, il quale passò successivamente il testimone a Graziano Zizzi (attuale sindaco di Latiano, il quale lasciò l'incarico di presidente per gli impegni amministrativi). La società cominciò ben presto a vantare numerosi iscritti, i cui allenamenti venivano svolti presso il vecchio “Pallone Tensostatico” di via Einaudi. Col passare del tempo, a seguito dei tagli al telone di copertura, la condensa che si veniva a creare e l’assenza di riscaldamento, la società ha dovuto a malincuore abbandonare la struttura tensostatica. I dirigenti della società sono attualmente: Donatella Pizzi (presidente), Vincenzo Vitale (vice-presidente), Cosimo Cavallo (segretario), Bruno Nocente (dirigente responsabile), Eupremio Leobilla, Cosimo Madaghiele, Giuseppe Vitale e Vincenzo Gagliani (dirigenti). Gli allenatori sono: Ronzino Vitale, Bartolo Gagliani, Rosaria Balsamo e Alessandra Siccardi. Seppur giovane, la società latianese si è distinta in tutta l'Italia, tra campionati giovanili e tornei di catego-

ria. Il primo anno partecipò anche della chiusura della struttura tenal campionato di Promozione con sostatica. “La nota dolente di tutta lusinghieri risultati. “L'obiettivo questa attività purtroppo è la mandella società però – afferma Bruno canza di strutture idonee a fare sport Nocente - era e permane il movi- – lamenta Nocente - le partite di mento giovanile dei ragazzi latia- campionato siamo costretti a dispunesi, e per questo motivo fu tralasciato il campionato “senior”, che peraltro portava dispendio di risorse economiche”. La società cestistica, che annovera oggi oltre 120 iscritti, in questi anni ha conseguito finali provinciali under 14, Pulcini finali provinciali under 15 e il diritto di disputare le fasi regionali, finali provinciali under 13, piazzamento d'onore ai tornei internazionali di Mesagne e Matera. Inoltre ha organizzato il torneo interregionale “Gran Premio di Minibasket” inserito nel Aquilotti Maggio Latianese. Infine la società durante l'anno partecipa a competizioni provin- tarle a Mesagne. Abbiamo più volte ciali e regionali. Nell'anno sportivo sollecitato l’Amministrazione comu‘08-‘09 ha organizzato: 3° edizione nale a provvedere a questa carenza di Canestro in Fiera, 1° edizione di strutture sportive, ma a tutt'oggi del torneo natalizio “Noel sous non si è mosso nulla. Nell'ultima arbre”, 3° edizione del torneo di riunione la società ha deliberato che basket femminile "8 Marzo festa se non si dovesse sbloccare tale sidella donna" (in programma a tuazione l'anno prossimo potremmo Mesagne l’8 marzo 2009). Proprio abbandonare l'attività”. in queste settimane la società sta organizzando il torneo nazionale di minibasket (30-31 maggio) presso il Parco Robinson. AL LINK L'attività della società è stata chiawww.basket2005latiano.it ramente ridimensionata a seguito


ANNO 1 N.3 - MARZO 2009

magazine

PLAY OFF, CI SIAMO QUASI Intervista alla guardia della New Basket Carovigno, che sogna la promozione in C2

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opo la schiacciante vittoria sulla forte squadra dell’Edilmed San

Marco Stasi New Basket Carovigno

di Marilena Locorotondo Vito, segnata dagli 87 punti del Carovigno e 75 degli avversari, restano poche giornate prima

della fine del campionato. La New Basket Carovigno di Dario Stasi corre verso il sogno della C2. Questo mese abbiamo intervistato la guardia della squadra, il brindisino di 25 anni Marco Stasi. In sintesi la tua biografia sportiva. Ho cominciato all’età di otto anni nel minibasket a Brindisi. A 18 anni giocavo in C1 ad Ostuni, a venti in C2 a Brindisi e poi nella New Basket a Lecce. Sono approdato all’Ikos per la stagione agonistica 2008-2009 e mi sono integrato benissimo. Il basket è un hobby o la tua ragione di vita? Gioco a basket per hobby e sto terminando i miei studi di Giurisprudenza a Lecce perché in futuro vorrei occuparmi delle relazioni internazionali. Mi piace il diritto e ho una buona memoria che alleno con gli esami giuridici. Quanto dura l’allenamento? Tre volte alla settimana vengo a Carovigno ad allenarmi per un’ora e mezza circa. L’allenatore Gino Montarelli è molto professionale e riesce a canalizzare bene le nostre energie preparandoci al meglio. Penso che valga la pena di sudare un pò per la gloria. Cosa ti piace oltre al basket? Oltre il basket, la musica: amo gli U2. Il cinema: nel tempo li-

bero mi piace guardare un bel film. Come mangia un atleta? Faccio la dieta dissociata e credo sia la più indicata per uno sportivo. Quali sono le regole base per un buon giocatore? Innanzitutto il rispetto sia per i compagni che per gli avversari. Lo sport è divertimento, si gioca bene solo se ci si diverte nel farlo. Per avere buone prestazioni sportive è utile condurre una vita sana e senza eccessi, anche se ogni tanto ci si concede qualche svago. Cosa ti ha insegnato la pallacanestro? Credo molte cose. Lo spirito di squadra, il sacrificio, la pazienza e soprattutto il vero valore della solidarietà. Sei soddisfatto della vittoria contro l’Edilmed? È stata la più bella partita di tutto il campionato, una vittoria importante perché giocavamo in casa e gli avversari del San Vito sono molto forti. Ad un certo punto pensavamo di non farcela, ma poi abbiamo vinto ed è stata una battaglia coinvolgente fino all’ultimo. Vorrei soltanto ci fossero più tifosi ad applaudire, ad urlare e soffrire con noi. In fondo essere incoraggiati dal pubblico dà sempre quella marcia in più.

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OCCHIO Sport

San Vito, orgoglio del Grande Salento Unica squadra femminile a rappresentare, in tutta Italia, il territorio salentino

A

di Emanuele Chiariello

quattro giornate dalla fine abbiamo voluto regalare ai fine del campionato la nostri tantissimi tifosi, non solo Volley San Vito insegue sanvitesi, una possibilità in più il sogno play-off per la serie A1. per giocarci il nostro secondo Consapevole dei propri mezzi, obiettivo stagionale: dopo la salvezza, gli agognati la squadra alleplay-off serie A1. nata da mister Lo Risultato storiRe, sta lottando co per la nostra per conservare quel nono posto Sono oltre 200 società che continua ad essere, in classifica che gli iscritti ai dopo il Lecce di le permetterebbe vari corsi del serie A di calcio, di raggiungere settore volley l’unica realtà naun obiettivo storigiovanile zionale del Granco per la pallavolo de Salento. brindisina e non La squadra solo. Nelle prossime quattro sfide bisognerà maggiore si attesta su podare il massimo per conquista- sizioni di classifica interesre quanti più punti possibile. santi: la salvezza è ormai Dello stesso avviso è il presi- acquisita, ora i play-off per dente della ssd Volley San Vito, la A1 sono sempre più viciLuigi Sabatelli, che abbiamo ni. In che condizioni sono le intervistato per fare il punto ragazze? della situazione in casa bianco- La squadra dal punto di vista fisico non ha mai goduto buone azzurra. Presidente Sabatelli, è di condizioni, pur tuttavia molte queste ultime settimane la ragazze hanno stretto i denti e notizia dell'ingaggio della stoicamente si sono messe a digiocatrice cubana, natu- sposizione del tecnico. In queralizzata italiana, Azurima sta fase di campionato stanno Alvarez. È stato un colpo a pagando sicuramente lo scotto sorpresa che guarda al fu- di aver garantito la presenza in turo. Ci dobbiamo aspettare campo anche quando le condizioni fisiche non lo permettevaaltro? D’accordo con lo staff tecnico no. Ora con l’arrivo di Alvarez l’arrivo dell’Alvarez ha dato qualcuna ha potuto concedersi tranquillità all’intera squadra, un po’ di meritato turn over. per via dei tantissimi infortuni La Volley San Vito non è solo patiti durante la stagione in cor- Serie A2. Come procedono i so e un ulteriore valore aggiun- campionati minori? to dal punto di vista tecnico. In- È senza dubbio l’ennesimo

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anno di grandi soddisfazioni nel settore giovanile: aver conquistato già due titoli provinciali Under 18 e Under 16 femminile ed aver sfiorato il titolo Under 16 maschile è per l’intera società motivo di grande soddisfazione. Nei settori giovanili c’è grande fermento ed anche grande professionalità da parte dei numerosi tecnici. Abbiamo impegnato buona parte delle risorse finanziarie in questo e siamo orgogliosi di averlo fatto, non solo in considerazione dei risultati sin qui ottenuti ma anche per il numerosissimo plotone di partecipanti all'attività (siamo sui 200 iscritti ai vari corsi). Nei campionati regionali, infine, buone le prestazioni della squadra maschile di serie C, sin dall'inizio ai vertici della classifica; mentre la giovanissima compagine femminile di serie D occupa un onorevole sesto posto. Il 2 marzo scorso c'è stato il CdA della Lega di pallavolo Femminile. Quali sono state le decisioni prese in tale sede? Una delle più importanti è stata quella di invitare i procuratori delle atlete a ridurre gli ingaggi già dall’anno in corso, ma soprattutto per il futuro, se si vuole salvare l’intero palcoscenico della pallavolo, oggi fortemente influenzato dalla crisi economica in atto. Personalmente credo sia necessario guardare oltre

la “rete”, per rendersi conto di quali errori commessi in passato ci hanno portato all'attuale situazione di difficoltà.

AL LINK www.volleysanvito.it



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