Occhio Magazine n.9 Settembre 2009

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CAROVIGNO

Tutta colpa della mamma!

SAN MICHELE SALENTINO Un fico? Meglio mandorlato

SAN VITO DEI NORMANNI

Il festival Barocco

ANNO 1 _ N. 9 SETTEMBRE 2009 â‚Ź 1,50

MENSILE DI INFORMAZIONE DI SAN VITO DEI NORMANNI S A N M I C H E L E S A L E N T I N O - C A R O V I G N O - L AT I A N O

RIFORMA in punta di penna La scuola vista da vicino. Polemiche e risposte istituzionali sul polverone sollevato dalla riforma Gelmini. Ritorno al passato o slancio verso il futuro?


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IN QUESTO NUMERO

Riepilogo

Copertina • Scuola da interpretare • Caro libro, quanto mi costi?

pag. 4 pag. 7

San Vito dei Normanni • Dove siete? • Saldi senza soldi

pag. 9 pag. 12

Carovigno • Di gambe e di testa • Una vita nell’arte • Fotografando il passato • Iat che passione!

pag. 14 pag. 16 pag. 18 pag. 20

Latiano • L’agricoltura in vendita • Ronde ecologiche

pag. 21 pag. 23

San Michele Salentino • Verso la nuova Europa • Un francescano alla Sardedda • Un fico? Meglio mandorlato

pag. 24 pag. 26 pag. 28

Salute • Appesi ad un cordone

pag. 30

Riflessioni • …Ma la notte NO! • Io, Irina, badante rumena

pag. 32 pag. 34

Teneteli d’Occhio • Appuntamenti cult di settembre

pag. 35

Spettacolo • ’Ttacca la rezz(ic)a • Il Festival Barocco

pag. 26 pag. 39

Talent war • Tutta colpa della mamma! • Colpo su colpo

pag. 40 pag. 42

Sport • Due calci ad un pallone • Il Volley ha bisogno anche di te!

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nota del direttore È ormai tempo di riporre teli da mare e ciabatte, di riprendere il tran tran quotidiano che scandisce le nostre vite. Prima di dedicarci al cambio di stagione, però, ricordiamo gli eventi ed i fatti che hanno caratterizzato il mese di agosto. Un occhio, poi, all’attualità con la riforma della scuola, ancora da metabolizzare, ma già caratterizzata da malcontento e proteste da parte di docenti precari, che vedono sfumare la possibilità di lavorare. La scuola è uno degli argomenti che, oltre a welfare e sanità, coinvolge tutti trasversalmente e quindi abbiamo voluto incontrare il dirigente dell’ufficio scolastico provinciale. Qualche domanda rivolta al dott. Capobianco ha aperto uno spiraglio di luce sulla riforma e sulla sua apllicazione. La scuola subisce tagli di fondi stabiliti con la Finanziaria, ma ai genitori e agli universitari l’istruzione costa cara: ecco il carolibri che fa capolino tra le tante difficoltà di un tiepido settembre. I tempi non sono maturi per giudizi definitivi sulla riforma, ma lo sono per fare il punto e porsi domande. Doriana Santoro

Direttore Editoriale Vito Valente Direttore Responsabile Doriana Santoro Hanno collaborato Claudio Argentieri, Marica Argentiero, Emanuele Chiariello, Giuseppe De Simone, Avv. Giuseppe Di Viesto, Giuseppe Fagiano, Giovanni Gigliola, Marilena Locorotondo, Michelangelo Nigro, Antonio Passante, Francesca Presto, Cosimo Prontera, Antonello Putignano Un ringraziamento a Clementina Ancora; Grazia Bifaro; Donato Gambatesa, CHE MI DAI CHE TI DO - San Vito dei Normanni; Concessonaria per la Pubblicità Artemotive via V. Azzariti, 19 San Vito dei Normanni - tel. 0831.986314 Fotografia foto a cura di Giuseppe Di Viesto, foto Trofeo delle 2 Torri: Francioso, foto Maria Argentieri: Antonio Passante, foto Barocco Festival: organizzazione festival Grafica e impaginazione Emanuela Verrienti, Giuseppe Di Viesto - Artemotive - info@artemotive.it copertina a cura di Giuseppe Di Viesto Webmaster Emanuele Chiariello, Antonio Passante - www.occhiomagazine.it Edito da Sandei Communication Mediamonitor / via V. Azzariti, 19 - 72019 - San Vito dei N.nni BR - tel. 0831 986314 Stampato da: ERREBI Grafiche RIPESI - Via del Lavoro, 23 - 60015 Falconara Marittima - AN Chiuso il 14.09.2009 Sandei srl - Occhio magazine - Registrato presso il tribunale di Brindisi n. 1/09 del 04.02.09

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SCUOLA DA INTERPRETARE Per orientarsi nella giungla di novità, un aiuto dal dirigente dell'ufficio scolastico provinciale

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urante un corteo di protesta contro il decreto Gelmini (D.L. 137/08) un bambino ha mostrato un cartello con su scritto la Gelmini mangia i bambini. Lasciando da parte la presunta pantagruelica fame del ministro, cerchiamo di fare il punto, con l’inizio del nuovo anno scolastico, sulle novità apportate dalla legge 169/08 che il 30/10/08 ha sostanzialmente confermato i provvedimenti previsti nel decreto Gelmini. Non si può capire la legge 169 senza considerare la legge finanziaria dell’anno scorso (legge 133/08), la quale prevedeva tra l’altro una razionalizzazione della spesa in ambito scolastico e quindi dei tagli. Il decreto Gelmini ha, quindi, cercato di tradurre le esigenze di razionalizzazione della spesa portandole sul piano organizzativo e delle nomine dei docenti. I provvedimenti hanno riguardato non solo la scuola primaria e secondaria, ma anche il mondo dell’università (D.L. 180, successivamente convertito in legge). Consideriamo tuttavia le sole novità riguardanti la scuola secondaria e soprattutto la scuola primaria. Alcune delle novità introdotte le abbiamo già incontrate durante l’anno scolastico 2008/2009, per esempio il voto numerico decimale in pagella alle elementari (affiancato da un giudizio) e medie ed il voto in condotta, sempre espresso in decimi, che è torna-

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di Giuseppe De Simone

La riforma Gelmini riporta in auge il voto in condotta. Farà media e sarà deterrente contro il bullismo to a fare media portando conseguenze nell’ammissione all’anno scolastico successivo o all’esame conclusivo del ciclo. Il voto in condotta dovrebbe essere, nelle intenzioni del Ministro Gelmini, una risposta forte al bullismo dilangante nelle scuole. L’anno scolastico che inizia porterà altre novità, la più importante è forse l’introduzione del maestro unico (affiancato dal docente di religione e di lingua inglese). L’educazione civica diverrà materia obbligatoria, sotto la denominazione Cittadinanza e Costituzione. I libri di testo, per far fronte all’annoso problema del caro libri dovranno essere utilizzati, senza essere cambiati, per 5 anni alle elementari e 6 anni alle scuole medie e superiori, fatta eccezione per eventuali appendici di aggiornamento. Altri provvedimenti hanno riguardato e riguarderanno stanziamenti per l’edilizia scolastica, problema evidenziato da fatti di cronaca che

hanno mostrato l’inadeguatezza di molte strutture, l’utilizzo di internet nelle scuole e di versioni digitalizzate dei libri di testo. Ma occorre, forse, soffermarsi con maggiore attenzione sulla novità principale del nuovo anno scolastico, una novità che riguarda le classi prime delle scuole elementari: il maestro unico. La legge prevede che le classi siano assegnate ad un unico docente sulla base di un orario settimanale di 24 ore. Il maestro unico dovrebbe garantire quegli obiettivi di contenimento previsti dalla

e con quali fondi? Inoltre le famiglie, stando ai dati diffusi dal Ministero sulle iscrizioni all’anno scolastico 2009/2010, hanno prediletto il modello attuale con le 30 ore settimanali (il 56%) o le 40 ore (il 34%). Problemi organizzativi, dunque, ma non solo. I molti cortei di protesta in piazza si sono opposti ai tagli previsti dalla legge 133 che, secondo alcune stime, porterebbero a 87.400 esuberi per il personale docente e 44.500 per il personale ATA nel corso dei prossimi 3 anni. Per orientarci in questa giungla

Finanziaria: al vecchio modulo che prevedeva 3 insegnanti su 2 classi se ne sostituisce uno per classe. Si prevede inoltre la possibilità di venire incontro alle esigenze delle famiglie qualora esse scegliessero un orario settimanale di 27 ore, di 30 o il tempo pieno di 40 ore. Il problema che si pone è: chi coprirà le ore necessarie

di novità, spesso non facili da interpretare, ci rivolgiamo al dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Brindisi (ovvero l’ex Provveditore), dott. Francesco Capobianco. Con l’anno scolastico alle porte, quali sono le novità per il mondo della scuola, alla luce delle proposte del Ministro


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Gelmini? Faccio un discorso riferito semplicemente alla provincia di Brindisi. Tutto sommato i temutissimi tagli di cui si parlava in primavera non sono stati così dolorosi come si temeva, ma complessivamente si va incontro alle esigenze della

scuola esattamente come gli altri anni. È ovvio che, se nelle future prime ci sarà un maestro unico mentre prima su 2 classi ce n’erano 3, a partire dall’anno prossimo per ogni classe si perderà mezzo maestro, per cui ogni 2 classi si perde un posto. Questo rallenterà o farà diminuire le nuove nomine, ma la situazione complessiva di soprannumero non è così elevata come si temeva in un primo momento. Un anno difficile quindi per i

nuovi docenti ma non quanto si temeva… Per i nuovi docenti ci sarà la conferma di gran parte di loro, almeno l’80%. Per gli altri le posizioni sono state valutate successivamente perché occorre considerare l’organico di fatto. Mentre c’è un organico di diritto che si fa in primavera sulla base di dati presumibili, adesso, alla luce degli scrutini, alla luce degli esami di stato, possiamo sapere se nella scuola media X o nella scuola elementare Y gli alunni di prima saranno 100 o 101. Con l’introduzione del maestro unico e della settimana di 24 ore, chi coprirà le ore ulteriori per venire incontro alle esigenze delle famiglie? Non è una questione complicata. Per la scuola primaria noi avremo un sistema non diverso da quello della scuola media e superiore. Le 27 ore vanno smembrate. In un primo scientifico o quarta ginnasiale sono 27 ore composte da 5 ore di italiano, 4 di latino, 4 di matematica e così via. Le 27 ore della scuola primaria vengono sbriciolate e scomposte in vari insegnamenti. Naturalmente poi, è competenza del dirigente, in base all’organico, assegnare al docente tal dei tali tante ore in 1ªA e tante ore di completamento

in 1ªB all’altro maestro e così via. Esattamente come si fa nelle scuole medie di primo e secondo grado. Per esempio il professore di matematica insegna per 4 ore in prima A, per 5 ore in seconda A fino al completamento delle ore della sua cattedra, che lì è di 18 ore e qui è di 22 - 24. E i fondi per coprire le ore di insegnamento oltre alle 24 previste dalla legge? Vengono coperti dall’altro insegnante di ruolo, retribuito dalla Direzione Provinciale del Tesoro. Ecco perché ho detto “in base all’organico in possesso di quella scuola”. Cioè: se io ho 10 maestri, ho a disposizione un pacchetto di 220 ore settimanali o 240, se calcoliamo le 2 ore per attività di programmazione didattica. Queste ore cosa comportano? In 10 classi: otto ore di italiano, otto di matematica e tot di lingua straniera e così via. Con questi frammenti io compongo la cattedra: possiamo parlare di cattedra anche per il maestro della scuola primaria. Quindi pochi inconvenienti? C’è un altro aspetto positivo: se qualche insegnante non riesce a coprire le sue ore nella classe, rimane a disposizione della scuola, ad esempio per le supplenze. Sarebbe uno spreco avere un

insegnante libero e al contempo andare ad attingere da altro personale. Il docente resta quindi a disposizione innanzitutto per le supplenze e poi per altre attività organizzate dalla scuola. Nei mesi scorsi due argomenti hanno movimentato l’opinione pubblica, il grembiule obbligatorio ma soprattutto le classi differenziate… Sono due delle ipotesi che si fanno. Il discorso degli immigrati differenziati non va preso assolutamente in considerazione perché torneremmo indietro di 30-40 anni. Ma riunirli, per esempio, nelle scuole medie per l’ora di approfondimento di italiano, non mi sembra una cosa delittuosa. Oltre l’orario curricolare, gli extracomunitari, con carenze linguistiche, vengono riuniti. Lo facciamo anche con i nostri ragazzi che hanno carenze in matematica. I dieci studenti con carenze in matematica fanno dei corsi di sostegno, recupero o approfondmento, che dir si voglia. Non è discriminante: si tratta soltanto di potenziare le competenze nelle discipline nelle quali hanno rivelato lacune. Il grembiule? Io non lo so… perché questi sono quasi dei dettagli, che tuttavia possono avere la loro importanza. Ciò significherebbe superare la differenza tra il ragaz-


OCCHIO Copertina

zo decorosamente vestito e l’altro completamente griffato. Ma questo non è quello che fa la scuola. Io ho frequentato la scuola elementare con il grembiule e la scuola media e il liceo senza. Ognuno si vestiva come poteva: non è una questione determinante. Nella legge 133/08 si parlava di versioni online dei libri di testo e successivi stanziamenti sono stati approvati per l’acquisto di lavagne interattive multimediali ecc. Com’è la situazione nella provincia di Brindisi. Siamo al passo con le nuove tecnologie? Qui il discorso si differenzia da scuola a scuola. I fondi non saranno certamente sufficienti per strumenti didattici d’avanguardia, ma le scuole più attente che si vedono approvati dei PON (Progetti Operativi Nazionali), avranno sicuramente strumenti finanziari più consistenti rispetto a una scuola che sta alla finestra a guardare. Non bisogna lasciarsi sfuggire le tante opportunità che ci sono. Io me ne accorgo: ci sono tante scuole attente a queste cose, che in un anno rivoluzionano gli strumenti didattici a loro disposizione e scuole che, da 40 anni arrancano, con lo stesso computer arrugginito. Devono saper sfruttare i vari finanziamenti… Sì, soprattutto i finanziamenti europei che sono molto interessanti. Secondo i dati OCSE 2007 gli studenti del sud sono indietro di 2 anni rispetto alla media dei paesi sviluppati. Considerando la sua esperienza nella provincia di Brindisi, lei crede che i no-

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stri ragazzi siano davvero agli ultimi posti in Italia? No, assolutamente no! Lo dico perché io sono stato preside fino a un anno fa, fino a settembre scorso, perciò conosco realtà scolastiche che sono veramente all’avanguardia. Fra l’altro mi chiedo come facciano i giovani delle grandi città Milano, Roma, dove il cosiddetto calendario di 200 giorni si riduce di 4 settimane, perché sono sempre in agitazione, ad essere più bravi dei nostri. Per il resto la scuola della provincia di Brindisi è una scuola attiva, che funziona. Ovviamente con le eccezioni, ma le eccezioni riguardano quelle scuole dove non si fa attenzione alla crescita personale, non si hanno gli strumenti e le potenzialità per programmare un percorso didattico serio e formativo. La legge prevede stanziamenti per l’edilizia scolastica al fine di mettere in sicurezza gli edifici scolastici. Come si pongono le scuole della provincia di Brindisi? Dell’edilizia scolastica si occupano gli enti locali. Anche qui ci sono comuni attentissimi alle strutture delle varie scuole e comuni meno attenti. Abbiamo un’amministrazione provinciale molto attenta e ci sono delle scuole che sono state adeguate alla normativa sulla sicurezza. Mi fa piacere che anche il nuovo presidente della Provincia, insieme con tutto il suo staff e l’ufficio tecnico, sia andato in giro in alcune scuole per rendersi conto delle necessità che ci sono. Infatti ci sono delle carenze, tantissime purtroppo, sul piano degli adeguamenti alle norme sulla sicurezza sul posto di lavoro.

LA SCUOLA che VERRÀ di Michelangelo Nigro Tirocinio di un anno dopo la laurea quinquennale, conoscenza dell’inglese, competenza nell’uso degli strumenti informatici: questo il profilo dell’insegnante targato Gelmini. Le novità, annunciate dal Ministro della Pubblica Istruzione lo scorso 28 agosto, saranno certo dibattute e riviste nei prossimi mesi. Ma chiara sembra una cosa: il reclutamento dei docenti verrà ridimensionato e l’accesso all’insegnamento sarà a numero chiuso. Un tentativo di tamponare quella piaga sociale che è il precariato. “E’ ancora presto per esprimere un giudizio complessivo sulla riforma - commenta il prof.

Giuseppe Elefante, dirigente scolastico della scuola secondaria Buonsanto-Meo - certo, è giusto disciplinare l’ingresso dei laureati nel mondo della scuola. Tale ingresso sta diventando, di anno in anno, sempre più caotico. La scuola non può accogliere chiunque: bisogna tornare all’idea dell’insegnamento come vocazione e i docenti devono essere disponibili ad aggiornarsi di continuo, in un mondo come quello attuale che cambia rapidamente. E’ importante, comunque, pensare la riforma in una “logica di sistema”: tutte le parti della scuola sono chiamate alla riflessione ed al cambiamento”.


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Caro libro, quanto mi costi? Strumento didattico insostituibile. Ma anche batosta per i bilanci di molte famiglie

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ra le tante attività che accompagnano l’inizio dell’anno scolastico la più frenetica è di sicuro la caccia al libro usato. Armati di elenco e di evidenziatore, fin dai primi giorni di settembre, i ragazzi si dedicano a pellegrinaggi interminabili tra librerie, mercatini dei libri usati, case di amici, di amici degli amici, pur di risparmiare qualche euro. Ma quanto pesa su una famiglia l’acquisto dei libri scolastici? Il Ministero della Pubblica Istruzione stabilisce un tetto massimo di spesa per ogni classe, di cui il personale docente deve tener conto nello stilare l’elenco dei libri. Per la scuola secondaria di primo grado (la scuola media, per intenderci), la spesa complessiva per i libri di testo non dovrà superare, in base al decreto ministeriale dell’8 aprile scorso, i 286 euro per le prime classi, 111 per le seconde, 127 per le terze. E’ possibile sfondare questa soglia al massimo di un 10 % solo in casi di comprovata necessità giustificata dai docenti. Il Ministero controlla per via telematica l’osser-

di Michelangelo Nigro vanza di questa regola. Dall’anno scolastico 2009/10 i docenti dovranno tener conto anche del decreto del 30 ottobre 2008, in base al quale gli stessi libri di testo dovranno essere adottati per almeno 5 anni nelle scuole elementari e 6 nelle scuole medie e superiori. In base a questi parametri avviene la scelta dei libri che prevede un iter ben preciso. Ogni docente segnala i libri che preferisce per la sua materia. Questi testi vengono poi analizzati nei cosiddetti dipartimenti disciplinari, i quali non sono altro che gruppi composti da docenti della stessa materia che confrontano le proprie scelte e verificano le caratteristiche dei testi (qualità dei contenuti, accessibilità del linguaggio, chiarezza della grafica). Il Consiglio di classe esprime il suo parere sui libri scelti dai diversi dipartimenti e infine il Collegio dei docenti delibera definitivamente sull’adozione. Per le famiglie meno abbienti è possibile fare la richiesta di un bonus

per l’acquisto dei testi scolastici. Le domande vanno consegnate alla scuola che si frequenta. La segreteria si preoccuperà poi di inoltrare queste domande agli uffici comunali. Per le scuole di San Vito dei Normanni quest’anno il termine ultimo per la consegna della domanda era il 22 agosto. Possono fare richiesta dei buoni acquisto le famiglie che non superano un reddito ISEE di 10.632, 94 euro. Tutti i richiedenti vengono divisi in tre fasce di reddito e ricevono una somma congrua alla fascia di appartenenza. La somma che si riceve dipende, oltre che dal reddito, dal numero delle domande pervenute e dalla entità della somma erogata dalle Regione Puglia. Quest’anno sono stati destinati alle scuole sanvitesi 46.278 euro per i libri scolastici. Se si pensa che sono circa 800 le domande che arrivano ogni anno all’Ufficio Cultura tra ragazzi di scuola media e Liceo Scientifico, il bonus che tocca mediamente ad ognuno, ammesso che tutti i richiedenti

siano idonei, è di circa 57 euro. Un aiuto minimo, insomma. Un altro sostegno arriva direttamente nelle scuole che forniscono i ragazzi con evidenti difficoltà economiche di libri in giacenza. Ma è un aiuto riservato a pochi, soprattutto perché pochi sono i libri di cui dispongono le biblioteche delle scuole. La vera ancora di salvezza rimane dunque il caro vecchio libro usato, che, oltre al notevole risparmio economico, ha un fascino tutto suo, perché conserva nelle sue pagine ingiallite e imbrattate, i segni delle mani che lo hanno sfogliato: firme appariscenti e compiaciute, segni di matite, evidenziatori, colori a pastello, macchie di alimenti. Libri che passano di mano in mano fino a diventare brandelli di carta. Il vero affare, però, è quello di incappare in un libro, appartenuto a chi a scuola l’anno prima ci è andato per dedicarsi allo sport sempre più in voga, “riscaldare il banco” .


OCCHIO Copertina

OCCHIO ALL'IDEA Si chiama Book in progress ed è l’iniziativa più originale adottata per combattere il carolibri. L’idea è venuta ai docenti dell’Istituto Tecnico Industriale Ettore Majorana di Brindisi che si sono messi a scrivere di loro pugno i testi scolastici per i loro allievi. Stampati e autoprodotti dalla scuola i libri uniscono a un buon livello

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scientifico un linguaggio chiaro e accessibile agli studenti. Per non parlare del notevole risparmio economico: 200 euro in meno rispetto ai testi canonici, che restano comunque “consigliati” agli studenti. L’iniziativa ha ricevuto il riconoscimento del Ministero della Pubblica Istruzione e il placet delle associazioni dei consumatori. M.N.

LAVORI ALLA MEO Nuova ditta e ripresa dei lavori Conto alla rovescia per l’avvio di un nuovo anno scolastico. Famiglie e ragazzi impegnati nella corsa agli acquisti di zaini e libri. Nasce spontaneo chiedersi, però, quale sarà la sede che ospiterà i ragazzi della scuola media Meo, chiusa circa un anno fa per lavori di ristrutturazione necessari e improrogabili?. Come per l’anno scorso, l’Amministrazione Comunale ha individuato nei locali, al I e II piano, dell’edificio di via De Gasperi il luogo più idoneo per ospitare le aule della scuola media Meo. Al primo piano, di suddetto edificio, erano ospitati - sino a poco tempo fa - alcuni uffici comunali, che ora sono stati spostati al piano terra, per rendere ancora più confortevole la permanenza dei ragazzi e del corpo docente all’interno della struttura. Per quanto riguarda i lavori, di consolidamento dell’edificio scolastico di via Benedetto Croce, sono ripresi da qualche giorno dopo un’interruzione dovuta

alle modalità di esecuzione dell’appalto. Risolto il pomo della discordia con la rinuncia da parte della ditta vincitrice dell’appalto, la Edil Meridionale. L’Amministrazione Comunale ha così proceduto a dare incarico alla ditta Romano Sabino della provincia di Bari, che si è impegnata a consegnare i lavori entro il mese di dicembre. Indubbiamente gli interventi previsti nella struttura sono sostanziali e prevedono: ristrutturazione e adeguamento palestra, costruzione vano caldaia e riserva idrica, consolidamento solai, sostituzione porte ed infissi, ricostruzione e messa a norma dei servizi igienici, sostituzione pavimentazione atrio e piano terra. Il costo complessivo dei lavori si aggira intorno ai 500 mila euro. Visti i tempi che corrono, la scuola Meo è stata fortunata a poter usufruire di un finanziamento provinciale per rifarsi il look. A conclusione degli interventi, San Vito potrà vantare un’edilizia scolastica di spicco, visto anche il finanziamento approvato dalla Provincia di Brindisi per la realizzazione della palestra (entro dicembre 2010) del liceo scientifico, inaugurato appena un anno fa. Armiamoci di pazienza e aspettiamo dicembre, pensando che è sempre meglio pazientare che mettere a rischio l’incolumità dei nostri ragazzi.


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DOVE SIETE? I giovani sanvitesi inquadrati dalla telecamera di Luca Nestola di Giuseppe Di Viesto - avvocato

Quella che leggete è una nota pubblicata su Facebook da Luca Nestola, Nato e cresciuto in Puglia, studia Scienze della Comunicazione a Torino, poi lavora a Roma come operatore video freelance e video-maker e partecipa a diverse produzioni nazionali ed internazionali. Già autore di videoclip, documentari, opere di video-arte e di due cortometraggi, vive attualmente in Puglia, a San Vito dei Normanni. Colgo due occasioni. La prima per ringraziare tutti quanti mi hanno fatto complimenti, congratulazioni e felicitazioni varie per il corto e per il premio ricevuto. Sono stati tutti graditissimi e, spero, mi pare, ma sì mi fido, sentiti. La seconda occasione invece la colgo per spendere due parole su quanti, poi, amano espettorare filippiche sulla cultura sanvitese ed italiana in generale… e poi, nei giorni del festival Salento Finibus Terrae, mentre l’audio delle casse nell’arena Don Tonino Bello rimbomba all’impazzata tra le sedie vuote, se ne stanno seduti ai tavolini dei vari bar dello struscio sanvitese a crogiolarsi nel nulla. Non è una colpa. Ma bisognerebbe riflettere sul fatto che quei tavolini (Dio voglia che ci siano sempre), non scompaiono se per un attimo vi scolliamo le propaggini “naticali” per andare a vivere un po’ di quella cultura che poi in inverno si invoca con toni indignati. Invece il festival, se non trova linfa tra la gente, quello sì che scompare. Ieri sera (giovedì 23 luglio ndr) alle proiezioni c’era pochissima gente e praticamente tutti della generazione dei nostri genitori e nonni. Di quella generazione “senza vento” (per dirla con Omar Pedrini) che rappresentiamo non c’era traccia. E già prevedo, come è capitato gli altri anni, che l’ultima serata, quella nella quale i corti a mala pena ci sono ed abbondano invece i personaggi illustri, il glamour insomma, l’arena si riempirà e staremo tutti in piedi a sbavare per sbirciare da lontano gli attori. Ma mi domando e dico: non si vedono meglio sullo schermo? A fine festival, poi, ma in realtà già da ora, prolifereranno sulle pagine dei giornali locali articoli tronfi ed entusiasti. Ovviamente queste sono solo le mie impressioni e magari poi mi sbaglio. Perciò questa sera, cari giornalisti, professori, critici, censori, intellighenzia sanvitese, alla fioca luce riflessa dallo schermo cinematografico, tra le sedie vuote dell’arena, cercherò i vostri visi e, se sbaglio… scusatemi.

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OCCHIO San Vito dei Normanni

Luca alla fine della manifestazione, traccia un bilancio dei visi a te familiari, presenti nell’arena. Premetto che, per motivi di lavoro, sono tornato a San Vito in

Qualcuno mi ha rimproverato perchè non era stato avvisato della proiezione del mio corto tempo per poter assistere soltanto alle ultime serate di Mesagne, oltre che a quelle di San Vito. Nelle serate sanvitesi, i volti presenti erano quelli della generazione dei nostri genitori e nonni. Praticamente assenti (tranne qualche “mosca bianca”) gli esponenti della cultura sanvitese, anche quelli che nel corso dell’anno scrivono e parlano di cinema o che, addirittura, fanno corti o danno lezioni. Più arrabbiato o deluso con i tuoi concittadini? Un po’ sorpreso. Tra le sette arti, il cinema è probabilmente quella più popolare. Se nonostante queste premesse non si riesce ad incuriosire la nostra gente, temo per il futuro della cultura in questo paese. Abbiamo la fortuna di vivere in una piccola città molto attiva in ambito culturale, ma spesso non ci rendiamo conto dell’opportunità che questo comporta: il resto della provincia di Brindisi ci riconosce il merito di sapere e di voler essere attivi in un settore che storicamente nel nostro territorio stenta a decollare.

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Si è fatto e si sta facendo tanto. Non molliamo la presa. Lamenti la scarsa partecipazione dei giovani: colpa della nostra apatia o la causa può essere cercata anche nel prodotto? (festival non accattivante) La responsabilità la attribuisco soprattutto all’apatia. Da più parti ho sentito dire che il festival non fa nulla per attirare la gente. Io non credo che un festival per fun-

gratuito, cui non si è obbligati ad assistere in blocco. Il pubblico ha il potere di auto-dosarne la fruizione. Mi sono anche sentito rimproverare da qualcuno che non era stato avvisato personalmente della proiezione del mio corto. Ed allora mi chiedo, com’è possibile non essere informati su orari, date, programmi del Salento Finibus Terrae? C’è un intero sito dedicato, ci sono le pagine su Facebook

zionare debba inventare “flauti magici”. In qualunque parte del mondo, salvo qualche caso sporadico, i festival si fanno così. Perché proprio a San Vito si ritiene di dover ricorrere a giochi di prestigio per far arrivare la gente? Devo riconoscere che la formula del Salento Finibus Terrae comporta un programma corposo che si dipana in un periodo piuttosto lungo. Capisco anche che i corti possano non piacere a tutti, ma parliamo comunque di un evento

ed i giornali. Queste informazioni ormai sono alla portata di tutti. Forse l’unico giustificato è il nonno di un mio amico che non ha internet e ci vede poco. Come la chiameresti questa? La tua nota su fb ha stimolato pagine di commenti, ma scorrendo ci si accorge che gli interlocutori si contano sulle dita di una mano: "il corto" argomento per pochi? In effetti anch’io ho fatto questa riflessione. Ad essere onesti, basta

la mano di un Simpson per contare quanti hanno partecipato a quella discussione. Devo dire che non mi sono reso molto popolare con quella nota su Facebook. Ho subìto critiche anche a tratti aspre e davvero nessuno ha alzato un fiato per sostenere la mia tesi. E’ ovvio che a San Vito sono in pochi a pensarla come me. Sicuramente il corto non è un argomento per tutti. Ma non c’è bisogno di essere un esperto di musica per andare ad un concerto. Lo stesso vale per i corti. Per qualche strana legge sociale, nei periodi di crisi, la cultura viene relegata al ruolo scomodo di risorsa sacrificabile, se non di strumento da assoggettare ad esigenze utilitaristiche, quando invece proprio l’informazione e l’arte potrebbero offrire alla gente un punto di vista diverso, nuovo, utile su quello che le accade attorno a loro. Oggi l’Italia economica ha scelto di sacrificare la cultura e questo rientra in logiche politiche e di mercato di cui non voglio parlare in questa sede. Voglio invece parlare del fatto che anche l’Italia della gente “comune” abbia scelto di chiudere gli occhi, coprire le orecchie e… tapparsi il naso. Assistiamo impotenti al proliferare di contenuti televisivi e spesso anche cinematografici di scarsissimo valore tecnico ed artistico, ma ai festival non ci andiamo, neanche quando ce li portano sotto casa. Quando ero più giovane, ai tempi del liceo, non si faceva altro che piangere miseria di cultura, iniziative ed eventi nel nostro paese. Esasperato ho scelto una città lon-


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tana per l’università, credendo di trovare qualcosa che qui mi mancava. Tutto ciò che ho trovato invece è stata la consapevolezza di quello che stavo perdendo. Oggi di occasioni per incontrarsi, conoscere, divertirsi e nutrire la mente ce ne sono tante… soprattutto in estate. Per una forma di rispetto e di affetto nei confronti di quel ragazzino che è fuggito da San Vito, credo di dover dedicare a queste occasioni tutto il valore e l’attenzione che sono in grado di offrire. Tutto sommato io non lavoro per il Salento Finibus Terrae e non

sono direttamente o indirettamente collegato all’organizzazione. Ci sono decine di altre occasioni in tutta Italia ed all’estero per presentare i miei lavori. Sono solo un videomaker che soffre nel vedere un evento importante come questo annaspare per restare a galla. Certo, il festival ha bisogno di risorse economiche per sopravvivere, ma potrebbe essere altrimenti? O forse dovrei credere che a San Vito dei Normanni il Salento Finibus Terrae abbia più oppositori che sostenitori? Rischia di diventare una grande occasione

pensare a qualunque altro salto. Per ora ho diverse idee che stiamo sviluppando con i miei fedelissimi ed insostituibili collaboratori Dario Di Viesto e Willy Giangrande. Con Dario abbiamo già scritto Zibaldone (che nasceva da una sua idea). Willy è uno sceneggiatore che opera nel settore ormai da diversi anni e, nel prossimo futuro, mi sostituirà alla scrittura. Credo fermamente nella divisione dei ruoli e nella valorizzazione delle competenze. Assieme, Dario e Willy costituiranno il reparto sceneggiatura.

persa. Ogni tua produzione ha ricevuto vari riconoscimenti, tanto da poter dire che il tuo nome è ormai conosciuto nel campo. Il corto comincia a starti stretto? Non esageriamo. Ho ancora tanta strada da fare prima di poter

Prima però, tanto per cambiare, ci sarà da superare il solito “spartiacque” economico prima di poter cominciare a pensare ad una prossima produzione. Progetti per il futuro? Tanti. Da poche settimane mi sono trasferito, spero in pianta stabile, a San Vito, dopo aver vissuto diversi anni a Roma. Non intendo fare altro che quello che ho sempre fatto. Ma intendo farlo qui. Progetti ce ne sono, ma dei progetti conviene parlare quando smettono di essere idea e diven-

tano azione. Ti va di andare a bere qualcosa su quei “tavolini”? Mi trovi lì.

E Zibaldone continua a correre…

Dopo aver vinto il premio come miglior film al Salento Finibus Terrae nella sezione Laboratorio Cinema Giovani di San Vito dei Normanni, “Zibaldone”, il cortometraggio girato da Luca Nestola ha incassato un altro riconoscimento: il premio speciale della giuria al Videolab Film Festival di Vittoria, in provincia di Ragusa. Il premio è stato consegnato al regista e al co-sceneggiatore Dario Di Viesto dal presidente della giuria Maurizio Nichetti lo scorso 23 agosto. Zibaldone è un cortometraggio interamente girato a San Vito, con il patrocinio del Comune e della Provincia di Brindisi e per la produzione della Oz Film. La vicenda è narrata dalla voce del protagonista Tonino, chiamato ironicamente Zibaldone dai suoi concittadini per la sua evidente “diversità”. Seguendo le imprese di Pantani al giro d’Italia, Tonino, che aiuta il padre in una falegnameria, intravede nella professione del ciclista la possibilità di una vita diversa. Percorrendo in bicicletta le strade cittadine e extra urbane, sogna una gara in cui diventa protagonista di una fuga dal gruppo e, metaforicamente, dalla realtà.

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OCCHIO San Vito dei Normanni

SALDI SENZA SOLDI

Calo di presenze e commercianti preoccupati. L’allarme di ADOC e FIPE di Francesca Presto

Non resta che aspettare e sperare nel periodo natalizio per la ripresa delle vendite

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gosto, si sà, è il mese delle ferie e delle vacanze per antonomasia, ma è anche il mese dei bilanci soprattutto per quelle attività commerciali che, trovandosi in zone particolarmente turistiche, dovrebbero trarre ulteriori vantaggi (o vista la crisi qualche vantaggio) dalle vendite di fine stagione. I saldi, infatti, sono attesi per i primi giorni di luglio (a deciderlo è la Regione Puglia) e terminano con la fine del mese di agosto. Secondo l’ADOC (associazione nazionale per la difesa e l’orientamento dei consumatori) solo il 53% dei consumatori ha fatto acquisti, per una spesa media di 100 euro a persona e solo il 19,6% ha avuto un budget di spesa superiore. La contrazione della spesa è una conseguenza della crisi economica in corso. Le famiglie tagliano i propri consumi sopratutto sui beni secondari, quali abbigliamento e calzature. Sempre secondo l’ADOC, a patire

maggiormente lo stato di crisi sono i piccoli commercianti, svantaggiati rispetto alla Gdo (grande distribuzione organizzata). Gli acquisti dei consumatori nei negozi al dettaglio di abbigliamento e calzature sono complessivamente calati dell’11% rispetto allo scorso anno. Anche gli outlet e i centri commerciali stanno registrando un calo di presenze, pari al 3%. Questi dati confermano le preoccupazioni espresse dall’Adoc: i piccoli esercizi stanno attraversando una crisi nera, c’è il rischio di un grave collasso. Soprattutto nei centri storici, dove i turisti presenti nel periodo estivo non bastano a far registrare l’aumento delle vendite, che si riducono notevolmente durante i mesi invernali e nelle basse stagioni. Gli esercenti a tal proposito denunciano un calo di turisti pari all’ 1,3% per quanto riguarda il mese di luglio. Anche la FIPE (federazione italiana pubblici esercizi) parla di stagione estiva debole, ma non drammatica. “L’estate turistica mostra qualche prevedibile debolezza, ma non sarà così disperata - afferma Lino Enrico Stoppani, presidente della Fipe - perché alle ferie estive non si rinuncia, nemmeno in un periodo di crisi. Le nuove tendenze dei turisti si sono però tradotte in termini di fatturato in una perdita di circa 1,2 miliardi di euro per i


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primi due mesi estivi, pari a un 3,7% rispetto al 2008”. Abbiamo tastato il polso dell’economia sanvitese, per poter tracciare un sommario bilancio della stagione delle vendite promozionali nella cittadina. In generale abbiamo sentito solo delle lamentele: i saldi vanno bene, ma i guadagni dei commercianti sono decisamente inferiori in questo periodo e servono ad ammortizzare spese già sostenute per l’acquisto della merce. I piccoli commercianti sono già preoccupati per i mesi più difficili, che sono proprio quelli a venire in quanto occorrerà riacquistare merce per riempire i negozi e quindi nuove uscite che si spera possano essere accompagnate da nuove entrate economiche. Indubbiamente si spera sempre nel periodo natalizio, ma nel contempo anche che la paventata crisi lasci il passo alla ripresa.

AL LINK http://www.confcommercio.it

NUOVE DISPOSIZIONI PER LE VENDITE STRAORDINARIE

L e vendite di fine stagione o saldi devono essere presentate al pubblico come tali ed effettuate nei periodi dal primo sabato del mese di gennaio al 28 febbraio successivo e dal primo sabato d e l mese di luglio al 15 settembre successivo. La Giunta Regionale, su proposta delle Associazioni di categoria maggiormente rappresentative a livello regionale, può modificare i periodi e le date delle vendite di fine stagione o saldi con delle procedure di consultazione. Le vendite promozionali, inve-

quaranta giorni antecedenti ai saldi e durante i saldi stessi. Gli orari di apertura e di chiusura al pubblico degli esercizi di vendita al dettaglio sono rimessi alla libera determinazione degli esercent i

ce, sono effettuate dall’operatore commerciale al fine di promuovere gli acquisti di alcuni prodotti merceologici per un periodo di tempo limitato, praticando uno sconto sul prezzo normale di vendita. Le vendite promozionali non possono essere effettuate nei

nel r i spetto delle disposizioni dell’art. 18 della l. r. 11/2003, tenendo conto che non si possono superare le tredici ore. Nei comuni ad economia prevalentemente turistica e nelle città d’arte, gli esercenti determinano liberamente gli orari di apertura e di chiusura e possono derogare dall’obbligo della chiusura festiva e domenicale nelle domeniche e festività comprese nel periodo maggiosettembre.

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OCCHIO Carovigno

DI GAMBE E DI TESTA

IV° Trofeo delle 2 Torri. Dalle dune di Torre Guaceto al centro di Santa Sabina di Marilena Locorotondo

La 4° edizione della gara podistica che percorre l'intera marina carovignese

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irca 12km di percorso misto da attraversare nelle calde ore di un pomeriggio d’agosto. Vigore e sacrificio mescolati nei 602 atleti in corsa, tra sabbia, asfalto e sterpaglie. La Gara Podistica nazionale più accesa dello sport brindisino, il Trofeo delle 2 Torri, si è svolta per la quarta volta con successo e grandi emozioni, lo scorso 9 agosto. La gara, inserita nel calendario nazionale F.I.D.A.L., e realizzata con il patrocinio del Comune di Carovigno, si è disputata tra la marina di Santa Sabina e l’oasi di Torre Guaceto, in un percorso atletico che ha unito ancora una volta le due torri carovignesi.

“Credo sia difficile riunire 602 atleti per una gara podistica in agosto. Quasi 100 società sono intervenute, 46 atleti fuori regione tra cui 2 stranieri e 13 assoluti (professionisti) e soprattutto 48 donne. Tutti in gara. Siamo soddisfatti di offrire un appuntamento che per certi versi è l’evento sportivo dell’estate, a cui fanno riferimento atleti di tutte le regioni italiane.” Il carovignese Francesco Valente, tecnico federale FIDAL (preparatore di ragazzi), nonché presidente della Società Sportiva Dilettantistica “Podistica Carovigno” racconta con queste parole la sua soddisfazione. “Buona la partecipazione delle donne. Il numero delle atlete si incrementa ogni anno - continua Valente - realizzando risultati sempre migliori per uno sport apparentemente mascolino. Lo spirito di squadra è forte per la preparazione, ci si incoraggia tutti a vicenda, ma nel pieno della gara subentra la competizione, enfasi dell’atletica”. L’intero percorso è stato monitorato da volontari, Protezione Civile, giudici F.I.D.A.L. e forze dell’ordine, che per tutta la durata della gara hanno garantito assistenza e controllo. Ancora una volta lo sport ha sposato l’ambiente in una gara podistica per la seconda volta di grado nazionale, presso le località balneari più amate dai carovignesi e più baciate dalla natura. La partenza dall’oasi di Torre Gua-

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ceto, tra l’incantevole paesaggio di dune selvagge, il vento e il fascino del mare. Poi Punta Penna Grossa, Lido Specchiolla e Pantanagianni, fino alla Torre di Santa Sabina. Come da previsione, il vincitore del 4° Trofeo delle 2 Torri è stato il monopolitano Vito Sardella, tesserato per il Violetta Club di Lamezia Terme, già campione negli altri anni. Al secondo posto Gennaro


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Prima donna al traguardo, 25^ assoluta, è Teresa Montrone (Alteratletica Locorotondo), che precede la compagna di squadra Paola Castellana, arrivata seconda, e Viola Giustino (Nuova Atl. Acquaviva), terza. Il primo a salire sul podio è il vincitore Vito Sardella premiato con trofeo e buono per soggiorno in un villaggio. Come anche per Teresa Montrone, la prima delle donne. Per le categorie assolute premiato Andrea Franco e per il titolo di primo atleta carovignese giunto al traguardo Sergio Simili. Premiate le società Atletica Città Bianca Ostuni, S. Michele Salentino e Top Running Brindisi con targa. Francesco Valente continua: “Sono stati premiati i primi tre della classifica generale e poi i primi tre di tutte le categorie, femminili e maschili. La manifestazione è stata carica di successi e per questo ringrazio tutti i membri dell’associazione podistica di Carovigno, quelli presenti e quelli non presenti. È stato un lavoro di squadra, lontano dalle logiche individualistiche e teso a trasformare un evento apparentemente sportivo in una risorsa socio-economica del territorio, in

sinergia con le strutture turistiche locali”. Ma oltre alla gara dei grandi c’è stata la minigara dei più piccoli, il 2°Memorial in onore del giovanissimo scomparso Giuseppe Andriola. Una gara non competitiva ma simbolica, dove i bambini sono stati divisi in categorie per età: i piccoli atleti dai 2 agli 8 anni hanno percorso anche con i propri genitori 700m (il centro di Santa Sabina); dagli 8 agli 11 anni1.400 m (2 giri del centro); dai 12 ai 14 anni 2.100 metri (3 giri del centro). Alla fine della simpatica gara che ha visto emozionati anche i più piccini, le premiazioni di tutti i piccoli atleti con medaglia e Gatorade e tanta soddisfazione. “L’idea del coinvolgimento dei più piccoli- aggiunge Valentenasce proprio dalla voglia di innescare nel nostro paese quella sana mentalità sportiva che manca, soprattutto nei giovani. Negli scorsi mesi abbiamo anche collaborato con le scuole medie di Carovigno, proprio con questo spirito e chissà se proprio qui potrebbe nascere il nuovo campione di podismo… Sono un preparatore atletico per ragazzi e lo confesso: questo è il nostro sogno!”

Bonvino (Nuova Atletica Giovinazzo) e Rocco Nitti (Manzari Casamassima). A seguire, nell’ordine, giungono: Andrea Franco (Maxicar Civitanova), Massimo Corrado (Cremona Sportiva), Michele Insalata (Atl. Cisternino), Gianluca Scarcia (Alba 13 Taurisano), Rocco Ancora (Atalas S. Vito), Vito Graziosi (Nicolaus Bari) e Michele Gallo (S. Michele Salentino) in decima posizione.

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OCCHIO Carovigno

UNA VITA NELL’ARTE

L’affascinante esperienza di un artista tra Carovigno e Firenze di Giuseppe De Simone

Sulla SP34 Carovigno Santa Sabina si erge il CLM che ospita artisti di tutto il mondo e le loro creazioni

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olti automobilisti percorrendo la SP34 che da Carovigno conduce a Santa Sabina avranno notato uno strano castello che si erge sopra un leggero promontorio. In cima sventolano bandiere di tutte le nazioni. Ce n’è anche una del Giappone. Ma cosa sarà mai questo edificio? È il prodotto del percorso artistico ed umano di Franco Paolo Saponaro. Franco Saponaro ha iniziato la sua carriera artistica muovendo i primi passi a Carovigno con piccole opere regalate in cambio di modesti compensi ai parenti, per poi trasferirsi adolescente a Taranto. Qui trascorrerà 3 anni di pratica artistica e dura vita fino a quando, all’età di 17 anni, decide di fare il grande salto, si trasferisce a Firenze, dove il fratello svolge la professione di sarto. Nella città toscana respira a pieni polmoni l’atmosfera ricca di cultura ed arte fatta di opere di Leonardo, Michelangelo, Giambologna, ammira la basilica di Santa Croce e tutte le

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altre meraviglie del rinascimento fiorentino. “Firenze è stato il punto di svolta. La città mi è stata subito ospitale: mi sono detto questa è la città che fa per me” ricorda Franco. Attraverso le sue esperienze ha maturato una personalissima idea di arte che richiama la - - - - greca: “Che cos’è l’arte? Arte è il pizzaiolo, è un contadino, è il meccanico. Io scrivo agli amici rivolgendomi loro con un caro artista. Mi rispondono: ma io non sono artista! Tutti siamo artisti. Michelangelo e Leonardo sono grandi artisti perché hanno sfruttato il 100% delle loro potenzialità. Noi ne sfruttiamo meno dell’1 per cento”. La passione artistica si è coniugata negli anni con l’altra passione di Franco, la città di Carovigno. Ha promosso ad esempio delle iniziative riguardanti la grotta di Belvedere grande quanto le grotte di Castellana secondo i suoi studi. Ma forse il progetto più ambizioso è proprio quello strano castello che guarda il mare di Santa Sabina regalando uno splendido panorama. L’edificio è il C.l.m., casa - laboratorio - museo, vale a dire un edificio composito suddiviso in tre zone che permettono rispettivamente di apprezare i cibi e i vini locali, creare opere pittoriche o scultoree, esporre le proprie creazioni e quelle provenienti da artisti di tutto il mondo. La C.l.m. inoltre comprende un teatro all’aperto pronto per tutti gli usi artistici compatibili con la struttura (cantare, declamare poesie, ecc.) e prevede la

futura creazione di una piscina, adornata di sculture. L’intero complesso della C.l.m. è circondato da statue. Il progetto, nato nel 2004, è quello di promuovere la cultura a Carovigno. “Io invito gli artisti nella C.l.m.. Soggiorna-

no qua, sono ospiti miei; prendono la pietra gentile, la scolpiscono e la portano in tutto il mondo. Poi mi danno le bandiere dei loro paesi che io espongo. Il nome di Carovigno echeggia in tutto il mondo, Turchia, Polonia, Giappone, ecc...


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La sera si discute di tutto, si fa cultura, si legge: l’hanno insegnato i greci, i romani, gli etruschi, gli indiani”. Franco crede nelle potenzialità di Carovigno e dei carovignesi: siamo tutti artisti e se superiamo stupide invidie e banali difficoltà si può andare lontano, “gli uomini unendosi, hanno schiacciato un bottone e sono arrivati sulla luna”. Prosegue: “la C.l.m. deve essere il cuore pulsante per creare lavoro o solo un incontro conviviale per discutere e fare cultura. Fare cultura, vuol dire capire noi stessi e scambiare con l’altro: si impara a vivere meglio, soprattutto con uomini di altre nazioni”. Un progetto affascinante che però pone problemi circa i finanziamenti necessari. “L’associazione ha bisogno di sostentamento. Mi rivolgo ai mecenati, ai Medici di Carovigno, industriali che hanno potenzialità enormi di

denaro. Dovrebbero capire che io sono di questa terra ed aiutarmi, ma questo non succede quasi mai”. Se il rapporto con i Medici carovignesi è così ostile, com’è invece la reazione della cittadinanza carovignese? “Mi chiamano pazzo ed ho delle difficoltà a creare un aiuto accanto a me per andare avanti. Alcuni mi stimano ma non ricevo aiuti di nessun tipo, è come se fossero fantasmi. Se chiedo un aiuto lo devo pagare”. Franco confessa inoltre di essere stato ripetutamente vittima di furti. Ma nell’idea di arte e di vita che ha maturato negli anni non c’è spazio per soffermarsi troppo sull’astio e il rimpianto. I finanziamenti Franco li cerca anche dal suo sito internet, convinto che moderni Mecenati si aggirino per il cyberspazio. Inoltre coltiva il suo ideale di solidarietà e pace attraverso l’arte. Le parole affascinano, ma cosa può significare, in concreto, cercare la pace attraverso l’arte? “Durante le guerre si depredavano gli oggetti d’arte, l’arte circolava al di là delle divisioni create dal conflitto. Che cos’è l’arte? Io chiamo lo scultore turco che viene qui a fare la sua scultura. Lui viene in senso di pace. Io gli do il vino locale. È un senso di scambio, è questa la pace. Occorre partire dall’arte che è globale per creare un gemellaggio tra i popoli. L’arte è una sorta di zona franca: posso invitare qui tutti gli artisti del mondo ma nessuno sfodererà mai un pugnale”. Conversando pacatamente, tra il frinire delle cicale con lo strano castello alle nostre spalle, ci rendiamo conto che Franco è davvero pazzo. Una lucida, visionaria follia di cui Erasmo da Rotterdam andrebbe fiero. Rovistando tra

le pagine del suo sito internet ci imbattiamo in una stimolante iniziativa, La Donnarte. “L’idea mi è venuta da una galleria chiamata La donna arte. La donna è madre natura. Storicamente è sempre stata sottomessa, ma al tempo stesso ha diretto l’azienda familiare. La donna si é dovuta arrangiare, è stata un’arte anche quella. La donna è entrata nell’arte solo negli ultimi 2 secoli. Solo Artemisia è riuscita a sfondare nel XVII secolo. Fare la Donnarte vuol dire che la donna esce dall’ambiente familiare per esprimere, attraverso l’arte, quel che sente dentro. È una rassegna dedicata esclusivamente alle donne. Vanno ascoltate: devono far fruttare i loro talenti”. Tante idee meritorie, tante iniziative moderne e affascinanti. L’arte può molto, avvicinando popoli e culture.

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OCCHIO Carovigno

FOTOGRAFANDO IL PASSATO

In mostra le bellezze archeologiche e i luoghi della memoria storica di Carovigno di Marilena Locorotondo

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ome noto l’archeologia (dal greco “antico discorso”) è la scienza che studia le civiltà e le culture umane del passato e le loro relazioni con l’ambiente circostante, attraverso la raccolta e l’analisi delle tracce materiali che queste hanno lasciato. Una scienza che può appassionare, raccontare, emozionare e attecchire anche nel caldo mese di agosto. La mostra archeologico - fotografica, ospitata per ben venti giorni nel castello Dentice di Frasso, ha risvegliato un po’ tutto questo in molti brindisini strappati alle seduzioni del mare dal fascino dell’ archeologia. Abbiamo incontrato le ideatrici del

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L'archeologia è una scienza che racconta, emoziona e lega passato e presente in modo indissolubile progetto legato al Comitato artistico - culturale Com.Arte e patrocinato dal comune di Carovigno, il presidente Carmela Iaia e la collaboratrice Rosemarie Filomena, che con molto entusiasmo ci hanno raccontato tutte

le chicche della mostra. Perché una mostra archeologica in agosto? Questo è il mese più caldo dell’anno, ma anche il mese in cui il nostro territorio è più visitato, vissuto e amato da turisti e dagli stessi cittadini del posto. Per questo motivo abbiamo voluto raccontare attraverso l’obiettivo le bellezze culturali del territorio, ancora poco conosciute e valorizzate. Ogni scatto era un prezioso frammento, un documento in grado di rivelare il segreto di un bene culturale, sia esso archeologico, storico, artistico o ambientale. Come era allestita la mostra? L’allestimento della mostra è stato

fatto secondo gli standard previsti dall’ICOM. Abbiamo diviso il tutto in tre unità ideate come percorsi monotematici dell’ esposizione. Gli scatti hanno raccontato nell’ordine: i resti e le testimonianze archeologiche presenti sul territorio, frutto di lavoro scientifico di scavi e ricerche condotte in seno all’ Università del Salento; i luoghi della memoria storica e religiosa, attraverso i monumenti che li rivelano; scorci di paesaggi, angoli incantati, spazi di vita passata ancora conservati e soprattutto salvi dalla frenesia della modernità e dallo scorrere inesorabile del tempo. Ogni sezione era contraddistinta da un pannello introduttivo che incuriosiva il pubblico spiegando in ogni dettaglio le foto presentate. Quali sono in particolare i luoghi indagati dalla mostra fotografica? La mostra è stata ulteriormente divisa in due diverse sezioni proprio per approfondire la conoscenza dei luoghi indagati dall’esposizione. Le due sale della sezione archeologica tra terra e mare, hanno presentato tutto il materiale riguardante i due siti attualmente indagati dall’Università del Salento: Torre Santa Sabina e l’isolotto di Apani, nella Riserva di Torre Guaceto. Nella sala proiezione sono state invece mostrate le immagini dei beni culturali del territorio di Carovigno. Il segreto del vostro successo?


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Non parlerei di successo ma di gusto. I luoghi scelti ed indagati dalla mostra sono naturalmente meravigliosi e noi non abbiamo dovuto impreziosirli con effetti speciali, solo raccontarli con umiltà e professionalità. Il nostro territorio premia ancora, bisognerebbe solo prendersene cura ed avere più rispetto di certi luoghi che anche una mostra fotografico - archeologica riesce a svelare. Ma da dove provengono le foto esposte? Per la realizzazione della mostra si è fatto ricorso a fotografie di liberi autori e di molti professionisti di cui abbiamo voluto in ogni modo tutelare i diritti d’autore. In particolare siamo grati alla prof.ssa Rita Auriemma, docente di Archeologia Subacquea presso l’Univer-

sità del Salento che ha fornito foto e dati relativi alla campagna di scavo subacqueo 2007 a Torre S. Sabina; al prof. Riccardo Guglielmino, docente di Archeologia Egea presso l’Università del Salento e al dottore di ricerca Rino Scarano, per i dati e le foto relative alle campagne di scavo 2008- 2009 sull’isolotto di Apani, Riserva di Torre Guaceto. Qual è lo spirito di Com. Arte? Com.Arte, primo e unico comitato in Carovigno per la tutela, la conservazione, il ripristino e la valorizzazione dei beni archeologici, storici e artistici presenti sul territorio è nato l’anno scorso. È un comitato apartitico e senza scopo di lucro, con obiettivi chiari e mirati alla sensibilizzazione della cittadi-

nanza e delle istituzioni competenti verso il rispetto e il recupero dei tesori archeologici, architettonici e culturali del territorio. Questa

mostra ha voluto per venti giorni risvegliare tutto questo, regalando al pubblico un’esposizione piacevole e carica di significato.


OCCHIO Carovigno

IAT CHE PASSIONE!

Professionalità ed impegno accolgono i turisti nella città della ’Nzegna

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nformare e accogliere il turista: ecco la ragion d’essere dello sportello I.A.T. Oltre 1500 visitatori nei due diversi punti di informazione a Carovigno e Santa Sabina. Grande professionalità ed impegno per le ragazze della nuova struttura I.A.T che hanno accolto i turisti della città della ’Nzegna per tutto il periodo estivo. “Siamo un gruppo di 7 volontari co-

di Marilena Locorotondo Brancasi, ci spiega il percorso seguito dalla sua associazione e le funzioni delle 5 ragazze che hanno partecipato alla gestione dello I.A.T: Vitalina Baccaro, Andreina Convertino, Titti Quartulli e Concetta Lanzilotti. Il presidente continua:“Siamo riusciti ad ottenere ben due punti di informazione turistica, la sede in Piazza dello I.A.T e una stanza del primo Soccorso a Santa Sabina e

sura, grazie ad un finanziamento regionale di circa 76.000 euro, l’amministrazione Zizza ha ristrutturato nei mesi invernali i locali dimessi della ex Pro-Loco di via C.so Vittorio Emanuele, a ridosso della piazza municipale, istituendo lo sportello informativo. “Abbiamo accolto l’esigenza di queste giovani di trovare una collocazione collaborativa nel settore dell’informazione turistica affidandogli la gestione

Carovigno in cartolina, dove 10 aspiranti fotografi, non solo di Carovigno, hanno portato 3 scatti riguardanti centro storico, marine e paesaggio rurale carovignese. Le 7 foto premiate sono diventate cartoline che chiunque può acquistare. Infine per chiudere una stagione tanto fruttuosa abbiamo organizzato Con la testa sulla luna, una serata di osservazione del pianeta lunare trascorsa nel maestoso

abbiamo cercato di sfruttarli al meglio. L’APT di Brindisi ci ha fornito moltissimo materiale informativo, inoltre avevamo a disposizione gadget e brochure provenienti dal Consorzio di Torre Guaceto e guide turistiche ed enogastronomiche firmate Congedo Editore. Insomma hanno collaborato con noi enti pubblici e privati ed è stata una bella esperienza professionale. In tutto abbiamo accolto quasi 1.400 persone alle quali abbiamo somministrato un questionario di valutazione dei servizi offerti dal territorio carovignese”. L’ attuale sede dello I.A.T è apparsa ai turisti preziosa ed accogliente. Dopo un lungo periodo di chiu-

sperimentale dello sportello turistico per 6 mesi, incaricando loro di presentare ai fruitori del territorio il patrimonio artistico-culturale carovignese, offrendo un servizio in sinergia con le strutture alberghiere e ristoratrici locali”. Il sindaco Vittorio Zizza esplica chiaramente la natura della convenzione che ha indotto le ragazze ad impegnarsi a fondo per offrire un servizio adeguato e crearsi dei proventi tramite guide turistiche e piccoli eventi. “Per farci conoscere e cercare un autofinanziamento- continua Daniela Brancasi - abbiamo organizzato due eventi molto importanti, all’inizio dell’estate è stato indetto un concorso di fotografia

uliveto della struttura ricettiva Settimo Cielo. Grazie al noto astrofilo Cosimo Galasso abbiamo approfondito alcune conoscenze in omaggio ai 400 anni di utilizzo del cannocchiale, in un momento di formazione allietato dalla poesiafilastrocca di Gianni Rodari Sulla Luna”. Si conclude così l’esperienza estiva delle ragazze dello I.A.T che armate di buona volontà e tanto entusiasmo sperano di essere riconfermate per la gestione dello I.A.T, ma promettono di muoversi comunque anche solo con la loro associazione Porta a Sud, organizzando eventi legati alle maggiori festività annuali e a stretto contatto con i bambini.

Vitalina, Andreina, Titti, Concetta e Daniela impegnate nella gestione dello IAT per promuovere il territorio stituitisi lo scorso 24 aprile nell’Associazione turistica Porta a Sud. Volevamo occuparci della promozione del territorio e abbiamo chiesto al Sindaco Zizza l’incarico della gestione gratuita dello I.A.T. La convenzione è stata attivata dal 1 luglio scorso e scadrà il 31 dicembre 2009, ma noi ci ricandideremo e speriamo di continuare a gestire la struttura. Abbiamo lavorato moltissimo e le soddisfazioni sono arrivate perché il nostro lavoro è stato più volte apprezzato. Inoltre siamo riusciti ad autofinanziarci almeno in parte organizzando eventi e attività parallele al nostro quotidiano lavoro”. Il presidente dell’Associazione turistica Porta a Sud, Daniela

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OCCHIO Latiano

ANNO 1 N.9 - SETTEMBRE 2009

L'AGRICOLTURA IN VENDITA Agricoltori in difficoltà. Fuga di massa dalle campagne e nessuna via d’uscita di Claudio Argentieri

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a qualche mese a questa parte si assiste ad un fenomeno nuovo, in parte inatteso, che ha colpito le zone del brindisino storicamente legate al mondo dell’agricoltura e all’economia che ne deriva. Sempre più spesso, infatti, capita di soffermare il nostro sguardo di disattenti automobilisti su cartelli con la scritta vendesi che campeggiano su tendoni e vigneti, ma anche dinanzi a distese di ulivi secolari. La problematica appare chiaramente legata al momento generale negativo attraversato dall’economia mondiale, ma pare che mai si era assistito ad una corsa generale alla vendita o per meglio dire svendita del proprio appezzamento di terreno, magari ereditato dai genitori e dai nonni che su quelle terre avevano condotto la propria esistenza, e sulle quali erano cadute per anni e anni gocce di sudore e di orgoglio contadino. Si tratta certamente di un fenomeno anche culturale oltreché sociologico, poiché certi terreni narrano la storia stessa delle nostre cittadine. Cerchiamo dunque di capire, aiutati dalle parole degli esperti del settore, che cosa sta accadendo al comparto agricolo. Il nostro viaggio non può che soffermarsi sul comparto vitivinicolo, dal momento che il periodo di pubblicazione e diffusione di Occhio Magazine cor-

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OCCHIO Latiano

risponde proprio a quello della vendemmia, con i dati stimati per la raccolta 2009. Secondo l’Assoenologi, quella del 2009 sarà per i viticoltori italiani una vendemmia all’insegna della crisi, non tanto per le quantità dei vini - che dovrebbero essere contenute ma corrispondenti a quelle dell’annata precedente - né per la qualità - che pare sarà di gran lunga superiore a quella passata - ma per i prezzi all’ingrosso, che rispetto allo scorso anno potrebbero subire ribassi “con punte del 15-20%”. Questo emerge dunque dai primi dati statistici uffi-

Sempre più spesso vigneti sradicati per far posto magari a distese di pannelli solari ciali elaborati dall’Assoenologi, e validi (conviene specificarlo) solo fino alla fine di Ottobre, quando l’Organizzazione dei tecnici del settore vitivinicolo presenterà i dati definitivi. Scendendo nel dettaglio, secondo i dati di stima elaborati dall’associazione, nel 2009 avremo una produzione complessiva di uva tra i 63 e 65 milioni di quintali, da cui usciranno circa 46,3 milioni di ettolitri di vini e mosti, in linea dunque con il 2008. Questo per quanto concerne il dato nazionale. In Puglia, in particolare, la previsione per il 2009 parla di 6.250.000 ettolitri prodotti (terza regione in Italia dopo Veneto ed Emilia

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Romagna, ndr) con un decremento rispetto al 2008 pari al 10%. E’ stata dunque stimata una variazione percentuale pari al 10% di produzione in meno per la nostra regione, rispetto al +5% fatto registrare dall’Emilia Romagna. Questo dipende anche e soprattutto dal continuo sradicamento dei vigneti nelle nostre zone. Sempre più spesso - dichiara un imprenditore agricolo latianese - vengono sradicati vigneti a volte anche molto antichi, per fare posto magari a distese di pannelli solari, sistema sicuramente molto più redditizio ma che riduce le possibilità di lavoro distruggendo il nostro territorio. C’è però chi la pensa diversamente: nel mio caso – afferma un agricoltore di San Michele Salentino – la scelta di estirpare il vigneto è stata dettata più che altro dai crescenti costi di gestione, senza alcun altro fine. Il discorso è pressoché similare per quanto riguarda gli uliveti. L’aumento dei costi di gestione, con la conseguente diminuzione del prezzo d’acquisto del prodotto, determinano sempre più spesso la vendita di appezzamenti di terreno, se non l’abbandono degli stessi al proprio destino. La situazione appare sempre più grave, e necessita di interventi risolutivi immediati. Le organizzazioni di categoria fanno quel che possono per arginare questa fuga di massa dalle campagne, ma non si vedono per il momento spiragli o vie d’uscita da uno stato di fatto che si aggrava col passare degli anni.


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RONDE ECOLOGICHE

Controlli dei Vigili nelle campagne per arginare il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti di Claudio Argentieri L’estate 2009 probabilmente verrà ricordata dai latianesi come l’estate in cui è stata sperimentata per la prima volta la raccolta a domicilio dei rifiuti differenziati, con tutte le problematiche connesse, e le immancabili polemiche. Se infatti nel centro cittadino la raccolta a domicilio è stata immediatamente recepita e assimilata dai latianesi, con il rispetto degli orari e dei giorni di raccolta, lo stesso non è avvenuto nelle campagne, luogo di villeggiatura per eccellenza. Nelle contrade latianesi, sia nelle immediate vicinanze della cittadina, che più distante da essa, sin dal mese di giugno sono notati cumuli di rifiuti gettati alla rinfusa fino a formare delle vere e proprie discariche a cielo aperto. La situazione si è aggravata nel momento in cui sono stati rimossi i vecchi cassonetti della raccolta proprio per far largo alla nuova raccolta dif ferenziata che avviene a domicilio. Da qui le numerose rimostranze e le lettere inviate dai cittadini al Comando di Polizia Municipale ed all’Ufficio tecnico comunale al fine di segnalare lo stato dei fatti e ri-

Fioccate le prime sanzioni per violazione dell’ordinanza n. 84 emessa il 12 giugno scorso chiedere un intervento urgente. L’intervento, in verità, non si è fatto attendere ed è stato anche efficace. La Polizia Municipale, di concerto con la ditta incaricata Monteco, sono intervenuti per tentare di arginare il malcostume e l’inciviltà di quanti cercavano di sbarazzarsi dei rifiuti gettandoli

nell’aperta campagna. Numerose le iniziative prese a tal fine: dal pattugliamento delle contrade, all’ispezione delle buste (nel tentativo di individuare e sanzionare gli indisciplinati), fino all’installazione di telecamere nei posti ritenuti più a rischio. Insomma, gli agenti del Comando di Polizia Municipale hanno avuto proprio un gran da fare in questa estate ormai al termine. In agosto, poi, sono anche fioccate le prime sanzioni, per violazione dell’ordinanza n. 84 emessa il 12 giugno 2009.La nostra azione - hanno affermato al Comando di Polizia Municipale - è stata diretta non al fine di far cassa a spese dei cittadini, ma con l’obiettivo di sensibilizzarli alla raccolta differenziata, contribuendo a mantenere l’agro più pulito e accogliente possibile. E’ incomprensibile il motivo che spinge alcuni concittadini a gettare nelle campagne la busta della spazzatura dal finestrino della propria automobile in corsa. Basterebbe restare a casa e servirsi del più comodo servizio a domicilio, rispettando i giorni e gli orari prestabiliti per la raccolta porta a porta. Insomma, i controlli serrati condotti durante l’estate pare abbiano dato i frutti sperati, nel

senso di una maggiore educazione e rispetto delle regole per il bene di tutta la collettività.

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OCCHIO San Michele Salentino

VERSO LA NUOVA EUROPA 4 ragazzi di San Michele in Polonia grazie a un progetto finanziato dall’UE

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on capita certo tutti i giorni di scoprire che ci sono giovani ai quali non interessa andare soltanto a divertirsi in posti come Ibiza e simili, luoghi simbolo di mero divertimento fine a se stesso… Ed ancora più sorprendente è stato scorgere negli occhi di questi ragazzi qualcosa di nuovo, una specie di entusiasmo difficile da spiegare in due parole. Loro sono Angelica D’Urso, Pierantonio Guglielmo, Fabiana Ligorio e Luigi Madaro, che insieme ad altri otto ragazzi provenienti quasi tutti dal Salento e dal Lazio, sono partiti il quattro agosto alla volta di Wasilkow, in Polonia, più precisamente nella Podlachia, per partecipare ad un progetto di una decina di giorni finanziato dall’Unione Europea. Gli scambi europei hanno lo scopo di favorire la mobilità dei giovani volta al conoscimento di nuove culture, persone e comunità, processi fondamentali per la costruzione delle Nuova Europa e dei nuovi Cittadini Europei. Ragazzi, prima di partire, quali erano i vostri timori? Angelica: Io personalmente avevo paura di non riuscire a comunicare bene con gli altri, dovendo parlare solo in inglese, del quale non ho la piena padronanza. Pierantonio: Io invece temevo che il tutto potesse essere troppo preimpostato e di facciata. Su cosa era incentrato questo scambio? L’argomento principale era l’ecolo-

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di Marica Argentiero gia, la natura e la sensibilizzazione al riciclaggio, con il secondo fine di conoscere e integrarci con ragazzi appartenenti a realtà e nazioni diverse: Polonia, Olanda, Turchia ed ovviamente noi italiani, dodici per ciascun gruppo.

Quali sono state le attività principali? Il programma era davvero molto ricco! Ci siamo dovuti cimentare con il teatro (principalmente gestuale), il body painting, il disegno, la pittura, lo sport, giardinaggio

(abbiamo piantato degli alberi), il riciclaggio della carta e la creazione di vestiti ed oggetti con materiali di recupero, vari giochi e quiz di conoscenza, fatti per rompere il ghiaccio e combattere la diffidenza iniziale. A giorni alterni abbiamo fatto delle escursioni nelle foreste incontaminate di Knysznska e Bialowieza, dove abbiamo avuto modo di incontrare fabbri e falegnami abituati a vivere nel cuore della foresta. È stato bellissimo anche poter visitare una riserva protetta con cinghiali, cervi e bisonti ed il Museo naturale di Poczopek. Abbiamo inoltre visitato la città di Bialystok, la più popolosa della Podlachia. Ogni sera poi ogni gruppo aveva il compito di presentare la propria cultura attraverso i balli, i canti, la gastronomia e giochi tipici (il tutto con il fine di mettere in evidenza le differenze ed eventualmente superarle in un secondo momento). Noi personalmente abbiamo portato con noi da San Michele: fichi mandorlati, friselline preparate con il pomodoro, vino, tarallini, spaghetti con il nostro sugo ed altro ancora… ovviamente è andato tutto a ruba! Gli altri ragazzi italiani avevano portato altri prodotti tipici. Abbiamo ballato la Pizzica, coinvolgendo quasi tutti i ragazzi, cantato stornelli e Nel blu dipinto di blu di Modugno. Per quanto riguarda la parte teatrale abbiamo inscenato una mini-parodia comica sulla mafia, anche per far capire agli altri ragazzi che non la


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condividiamo e la disprezziamo, ridicolizzandola: la nostra opinione è infatti che “Il potere è come una grossa vescica che va sgonfiata con la risata”. Anche Mistero buffo, di Dario Fo è piaciuto molto, come anche le scenette di Bozzetto sulle differenze tra le maniere degli italiani e degli europei, e la nostra personale sfilata comica Gli italiani dalla preistoria fino ad oggi. E gli altri ragazzi cosa vi hanno mostrato? Gli olandesi si sono dimostrati insuperabili nelle attività teatrali, anche perché erano ragazzi con un passato difficile alle spalle e recuperati nel loro Paese proprio grazie al teatro ed alle attività artistiche in generale. I ragazzi polacchi, invece , hanno inscenato il loro matrimonio tradizionale, nel quale i testimoni hanno il dovere di restare tutto il giorno con gli sposi, anche durante la prima notte di nozze! Cosa vi ha colpito di più in positivo? I ragazzi della Turchia. Anche se non fanno ancora parte della comunità europea, sono stati inclusi nel progetto. Con loro abbiamo instaurato un legame molto forte, è stato sorprendente scoprire quanto sono simili a noi anche nel modo di approcciare. Ci ha fatto piacere notare che avevano imparato delle frasi in italiano prima di partire, proprio per comunicarci la loro voglia di conoscerci e dimostrare la loro simpatia nei nostri confronti. Così anche noi abbiamo tentato di imparare qualcosa in turco, come le forme di saluto ed i numeri. Con loro abbiamo parlato e discusso molto della scuola, del Ramadan, anche sulla questione del velo! Ci piaceva tantissimo riunirci tutti

insieme nelle camere a giocare e scherzare alla fine delle attività. Stiamo già mantenendo i contatti, soprattutto grazie a Facebook e speriamo un giorno, non troppo lontano, di ritrovarci nuovamente tutti insieme. Cosa invece non vi è piaciuto? Forse il cibo lasciava un po’ a desiderare, e il posto nel quale ci trovavamo era lontano dalle città più grandi. Ci è dispiaciuto anche constatare che i ragazzi polacchi non conoscevano nemmeno una parola di inglese e per questo abbiamo comunicato pochissimo e legato anche meno, d’altronde è mancato il tempo sufficiente per far sì che ciò potesse accadere. Cosa mi sapete dire in breve sulla Podlachia? La Podlachia, o Podlasie, come la chiamano i polacchi è una regione dell’est della Polonia. Fin dall’inizio fu occupata da varie tribù di diverse etnie, motivo per il quale ancora oggi vi si trovano polacchi, bielorussi, ucraini e lituani, appartenenti a diverse confessioni religio-

se (ortodossi, cattolici, ebrei…). Come abbiamo detto prima, la città più grande e densamente popolata della regione è Bialystok. Vi piacerebbe poter ripetere questa esperienza? Certo! Sarebbe stupendo rifare questa esperienza in qualsiasi altro posto, anzi, sicuramente tenteremo di rifarla! La consigliamo soprattutto a chi trova difficoltà nel socializzare o tende ad avere preconcetti verso il prossimo. Se vissuto nel modo giusto questo viaggio può anche cambiarti dentro, aprirti nuovi orizzonti, ribaltare le tue certezze ed opinioni… L’unica cosa che riusciamo a dire a chi ci chiede

in questi giorni del nostro viaggio è che è stato bellissimo, indimenticabile, ed è riuscito a farci sentire tutti uguali, seppure con le nostre differenze, a farci sentire tutti parte di una realtà non più così lontana: l’Europa! Se volete saperne di più sull’esperienza di questi ragazzi o siete interessati al progetto della comunità europea:

AL LINK http://www.midiesis.it www.scambieuropei.com

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OCCHIO San Michele Salentino

Un francescano alla Sardedda Ospite d’eccezione il missionario P. Quirico Calella che opera nella Custodia di Terra Santa

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metà percorso della Provinciale tra Latiano e S.Michele, l’attenzione dell’automobilista viene attratta dalla singolare bellezza di una chiesetta in stile neoclassico in una radura con alti pini: San Francesco alla Sardella. La sua erezione risale al 16 settembre del 1900, quando l’allora vescovo di Oria, mons. Teodosio M.Gargiulo pose la prima pietra del tempietto dedicato al poverello d’Assisi. L’opera era stata promossa e fortemente voluta dal prof. T.Fuortes e dal Beato Bartolo Longo, illustre latianese, che avrebbe poi legato la sua celebrità alla devozione del Rosario ed al

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di Giovanni Gigliola magnifico tempio di Pompei. Sul finire del XX° secolo la chiesetta, abbandonata all’incuria e priva di manutenzione, squallidamente decaduta, somigliava più ad un rudere che ad un edificio di culto. Restaurata nel 2003 con i fondi di destinazione dell’8 per mille dell’Irpef, la chiesa di S.Francesco alla Sardella è stata restituita al culto da S.Ecc.Mons. Marcello Semeraro il 21 settembre 2003. Da allora la rettoria della chiesa è stata affidata a Don Antonio De Stradis, fervente ed infaticabile sacerdote che, nonostante i suoi validi 80 anni, annualmente organizza sul posto nei mesi estivi

conferenze, dibattiti, incontri, mostre, rassegne teatrali, gare, sagre e quant’altro, tutto allo scopo di offrire un’opportunità di crescita culturale “per vivere il tempo libero come tempo liberato dal vuoto chiacchiericcio…”. Il prelato, noto peraltro ai radioascoltatori di IDEA RADIO con la sua rubrica Colpo d’ala, in onda ogni mattina alle 7,27 circa, con replica alle 13,30, invita vari studiosi, esperti, relatori, pedagoghi, ecclesiastici…(vedasi Occhio magazine n.7 pagg.24-25). Tra gli invitati di quest’anno, ospite d’eccezione è stato un missionario francescano originario di Cisterni-

no, P. Quirico Calella, che da 44 anni opera nella Custodia di Terra Santa come religioso, educatore, cappellano militare e dirigente scolastico. P. Quirico, da 14 anni direttore del Collegio di T.S. a S.Giovanni d’Acri (Israele), il 30 luglio scorso ha tenuto la conferenza "Ebrei, musulmani e cattolici cordialmente insieme", sulla base della sua longeva esperienza di formatore e missionario. Il "veilleur de S. Jean d’Acre", come immaginificamente definito dalla rivista francese "La Terre Sainte" n.597, 74° anno, del 2008, fra Quirico, già direttore del Colle-


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gio in Nazareth di Galilea per 18 anni, si è soffermato a lumeggiare l’importanza delle scuole cattoliche in Medio Oriente, dove la presenza e la fede dei cristiani sono messe a dura prova per l’atavica rivalità tra arabi ed ebrei. Le scuole tenute dai P P. Francescani della Custodia sono nate per garantire l’istruzione religiosa nei territori dei Luoghi Santi delle famiglie cristiane, che sono in netta diminuzione poiché vivono in uno

Acri, AKKO per gli israeliani, famosa per essere stata la seconda capitale e il porto dei Crociati, conta oggi circa 44.000 abitanti. La città è divisa nella zona vecchia, che ospita 6.000 arabi e nella zona nuova, abitata da 31.000 ebrei e da altri 7.000 arabi. La parte vecchia è sede dei quartieri storici delle Repubbliche marinare, di cui, peraltro, il giovane architetto D’Errico, sanvitese, con un gruppo di ricercatori dell’uni-

luoghi benedetti dalla presenza di Cristo, ma anche la conversione dei musulmani. I cristiani ad Akko sono circa 1.500, sparsi nelle due zone della città ed appartengono a varie confessioni religiose: ortodossi, maroniti, melchiti e latini. Il collegio di Acri, aperto nella I metà del 1600, accoglie oggi 550 alunni, di cui 160 cristiani e 390 musulmani. Le classi vanno dalla scuola dell’infanzia fino al diploma (Bagrut israeliano). Dal 1962

stato di soggezione e sono osteggiati sia dagli ebrei che, in misura minore, dai musulmani. “I cristiani - ha ribadito il missionario - vengono, purtroppo discriminati due volte, una in quanto arabi ed un’altra in quanto cristiani”.

versità di Bari ha eseguito rilevamenti topografici nel quartiere veneziano. I seguaci di San Francesco si stabilirono ad Acri nel 1217 per esplicito volere del loro fondatore che si proponeva non solo la custodia dei

la scuola è mista. Acri rappresenta in tutto Israele un esempio di convivenza pacifica e rispetto reciproco fra le tre religioni monoteiste. “La presenza di cristiani e musulmani è importante - sostiene P.

Quirico - per imparare a vivere insieme, a conoscersi e rispettarsi. Siamo una scuola cattolica e gli alunni lo sanno. C’è un crocifisso in ogni aula e, in occasione delle feste più importanti, i valori essenziali del cristianesimo come universalità dell’amore, perdono, tolleranza e giustizia vengono rivissuti da tutti”. Fra Quirico, dottore in comunicazione sociale, si avvale di uno staff pegagogico-amministrativo di circa 40 persone, conosce tutti gli alunni e veglia sul buon funzionamento della scuola e sul livello di apprendimento degli allievi. Nel corso degli anni ha installato un laboratorio scientifico ed ha logisticamente attrezzato due sale di materiale informatico. Il sogno di P. Calella resta quello di costruire ad Acri un centro sportivo con palestra, pista di atletica e campi da gioco perché i suoi alunni dopo tre anni non potranno più utilizzare il cortile del caravanserraglio. “Noi abbiamo già disponibile un terreno per farlo - conclude il super dinamico frate cistranese - ora bisogna trovare i finanziamenti…”. P. Quirico non è nuovo a questi ed altri progetti che, solo per chi non lo conosce, possono sembrare utopistici.

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OCCHIO San Michele Salentino

Un fico? Meglio mandorlato Un bilancio della nota fiera sanmichelana sempre più in espansione

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9 e 30 settembre, ottava edizione della Fiera del Fico Mandorlato e dei prodotti tipici a San Michele Salentino. Dopo la festa patronale, quella del Fico mandorlato è stata la manifestazione che ha attirato il maggior numero di visitatori, turisti ed operatori. Questa peculiare fiera, unica o quasi nel suo genere, promossa in sordina dall’amministra-

P. Argentieri, delegato allo sviluppo del territorio, guarda al futuro della fiera zione comunale di S.Michele NEL 2002 è giunta a catalizzare l’attenzione di tanti visitatori dei paesi vicini e svariati operatori del settore. S.Michele Salentino è oggi capofila del progetto FICUSNET, che riunisce gli interessi di vari comuni italiani, come Carpignano - Prato -, con cui da tre anni si è stabilito un gemellaggio, Diso (LE), Cisternino (BR), Giungano (SA), e quelli della francese Vezenobres e della montenegrina Niksic. Stante l’enorme ed indiscusso successo riportato da questo

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di Giovanni Gigliola evento, per Occhio Magazine abbiamo posto alcune domande al giovane ed entusiasta delegato per l’immagine e lo Sviluppo del Territorio sanmichelano, Pierangelo Argentieri, come nell’ordine. Signor Argentieri, com’è nata l’idea di promuovere

a S .Michele Salentino una fiera del Fico Mandorlato ? San Michele è un comune relativamente giovane, ed in quanto tale, non ha particolari tradizioni storiche, ma se osserviamo il paesaggio agrario del nostro comune, notiamo , oltre alla presenza dei secolari olivi,

piante di fico e mandorlo. E’ nato così il nostro progetto iniziale di valorizzare questi due prodotti tipici del territorio. Anzi, a tal proposito, l’amministrazione sanmichelana , numerose famiglie ed operatori agricoli si stanno attivando per promuovere un disegno di legge


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d’iniziativa popolare che dia sovvenzioni a tutti coloro che reimpiantano fichi e mandorli, dal momento che da un trentennio si sono verificati numerosi espianti, dovuti alla caduta dei prezzi di mandorle e fichi. Sig. Delegato, a suo parere, sono stati raggiunti gli scopi che vi eravate prefissi nell’ormai lontano 2002 ? Gli scopi sono stati ampiamente raggiunti. Basti pensare che nelle due serate della fiera c’erano ben 20 stands eno-oleogastronomici in piazza Marconi e che al recente Mercatino del Gusto di Maglie (LE) i prodotti tipici dello stand di San Michele erano andati a ruba dopo solo due ore di esposizione. Oltre ai risultati concreti, c’è

stata la visibilità del fenomeno sia tra gli abitanti del paese che tra quelli dei comuni limitrofi ! La nostra fiera oggi è collegata con altre istituzioni come l’Università di Lecce, la Camera di Commercio di Brindisi, Camera di Commercio di Prato, province di Brindisi e di Prato. Perciò è stata organizzata, per il secondo anno, un’apprezzata mostra pomarica, ed è stata allargata ai vini. E’ stato bandito anche un concorso enologico ed un’apposita giuria ha premiato il Madrigale di Manduria (TA), che ben si lega al gusto del fico mandorlato. La fiera ha persino avvicinato le nuove generazioni ai prodotti agricoli del territorio e certamente favorirà l’incremento di

nuove aziende produttive. Pierangelo, tenendo presenti i bisogni della gente che preferisce mangiare meno e mangiare sano, ci sarà un futuro per questa Fiera? Considerate le aspettative della gente e le caratteristiche del nostro territorio, ci sarà senz’altro un futuro per questa Fiera, nel senso che aumenteranno gli

stands espositivi, di degustazione e le linee di vendita, come pure il numero degli operatori del settore economico dei prodotti tipici locali. Tutto sommato, una fiera in netta espansione e, chissà che la “città dell’auto usata” non diventi anche , com’è nei propositi, città mediterranea del Fico?

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OCCHIO Salute

APPESI AD UN CORDONE

Speranza nella ricerca, attendendo la cura che verrà dallo studio delle cellule staminali di Giuseppe Fagiano (trapianto allogenico, cioè da donatore). La legge Italiana prevede la donazione destinata alle famiglie in cui ci siano persone affette

La dott.ssa M. A. De Sangro è la

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siste un argomento che oggi ci riguarda tutti da vicino: l’applicazione terapeutica delle cellule staminali. Tanti i passi avanti fatti dalla ricerca in questo campo. Tutto cominciò nel 1988, quando ci fu il primo trapianto di cellule staminali da cordone ombelicale da donatore familiare, eseguito dalla Dr.ssa E. Gluckman a Parigi, in un bambino affetto da una malattia genetica (anemia di Fanconi). L’evento ha cambiato le prospettive di molti pazienti, inizialmente in prevalenza bambini. Il trapianto delle cellule staminali è reso possibile da una organizzata equipe sanitaria che raccoglie e congela il sangue cordonale, ma soprattutto dalla donazione altruistica e gratuita delle mamme, che al momento del parto, decidono di mettere a disposizione dell’umanità questa preziosa sorgente. Fonte di

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referente per il centro di raccolta del Presidio Ospedaliero A. Perrino di Brindisi cellule staminali è anche il sangue periferico ed il midollo osseo, ma entrambi i metodi non sono scevri di rischio per il donatore e comportano tempi lunghi per l’impiego. La donazione da sangue cordonale perciò rimane la sorgente più immediata, semplice ed innocua. C’è da differenziare la donazione effettuata ad una banca pubblica o ad una privata. In quella pubblica è un atto solidale che avviene in modo volontario, anonimo e gratuito mettendo a disposizione di tutti le cellule donate. La procedura di raccolta, semplice ed innocua per madre e bambino, è garantita da un’equipe di medici trasfusionisti, neonatologi, ginecologi ed ostetrici. Il sangue cordonale raccolto viene conservato ed inviato entro 30 ore alla banca regionale e sarà utilizzato, se necessario, per la cura di un ricevente compatibile

da patologie neoplastiche che possono essere curate con trapianto di staminali e alle famiglie ad alto rischio di talassemia. La donazione alla banca privata è volontaria, ma a pagamento per i costi di mantenimento delle cellule in azoto liquido per almeno vent’anni. Prevede la conservazione delle cellule solo per il neonato che le ha donate e si parla di un trapianto autologo,(il donatore dona per se stesso), con compatibilità del 100%. Attualmente in Italia ci sono 18 banche di cellule cordonali e 260 centri di raccolta che hanno già prodotto circa 230.000 unità. Il Ministero della Salute stima che, per la domanda nazionale, i numeri dovrebbero essere triplicati, raggiungendo almeno le 100.000 unità per rispondere al fabbisogno nazionale. Attualmente le donazioni in Italia sono in crescita, ma bisognerebbe fare di più,

con una maggiore informazione dei mass media, ed una maggiore collaborazione di quelle figure professionali che ruotano intorno ad una partoriente: medici di famiglia, ginecologi, ostetriche, consultori. Le prime banche di conservazione di sangue cordonale, sono nate nel 1993 a New York, Dusseldorf e Milano. Per fare maggiore chiarezza sull’argomento, di importanza vitale per alcune patologie gravi, ho incontrato la dott.ssa Maria Antonietta De Sangro referente del centro di raccolta del presidio ospedaliero A. Perrino di Brindisi, per rivolgerle alcune domande: Perché è importante donare il sangue di cordone ombelicale o placentare? Perché è ricco di cellule staminali. Perché è importante donare le cellule staminali? Perché sono uniche. Le cellule staminali da cordone si possono donare solo al momento della nascita. Donarle è innocuo per madre e bambino. Possono curare diverse malattie ematologiche: leucemie, linfomi, etc.; neurovegetative; metaboliche; muscolo-scheletriche; ossee e diversi tumori solidi. Donarle aiuta la ricerca scientifica, che sta facendo progressi continui riguardo ai loro ulteriori usi. Il nostro centro di raccolta, presso il P.O. Perrino di Brindisi, è uno dei 13 centri riconosciuti sul territorio dalla Regione Puglia e come gli altri raccoglie ed invia il sangue placentare all’unica Banca Regionale sita a San Giovanni Rotondo, presso il P.O.“Casa


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Sollievo della Sofferenza”. Cos’è il cordone ombelicale? È una formazione anatomica che mette in comunicazione la placenta con il feto. E’ costituito da due arterie ombelicali, una vena ombelicale e da una sostanza gelatinosa, la “gelatina di Wharton”. Normalmente dopo la nascita, il cordone, la placenta ed il sangue placentare vengono gettati via tra i rifiuti speciali. Tuttavia il sangue placentare è ricco di cellule staminali. Cosa sono le cellule staminali? Sono elementi primitivi dotate di due caratteristiche importanti: l’automantenimento e la capacità di autodifferenziarsi in diversi tipi cellulari emopoietici e non, quali cellule nervose, epatiche, cardiache, etc… Come vengono prelevate? Subito dopo la nascita il cordone viene reciso a circa 5-15 cm dal piano cutaneo del neonato che viene affidato alle cure del neonatologo e solo successivamente si incanula la vena ombelicale e si fa defluire il sangue placentare in una sacca in plastica sterile e sigillata. Tengo a precisare ancora una volta che questa procedura è innocua per madre e bambino. Come vengono conservate e per quanto tempo? Le unità raccolte vengono, entro 30 ore, trasportate alla Banca Re-

gionale, dove verranno conservate in criocontenitori ad azoto liquido alla temperatura di -196C°. Saranno patrimonio nazionale ed internazionale. L’unità raccolta non sarà prontamente disponibile, rimarrà in quarantena fino a 6-12 mesi dal parto permettendo così ai sanitari di accertarsi dello stato di salute di madre e bambino. La mamma sarà sottoposta agli esami ematochimici obbligatori per legge ed il pediatra verificherà la buona

raccolto. In tal caso l’unità non sarà distrutta, ma verrà destinata alla ricerca. Come avviene l’arruolamento delle donatrici? Si comincia con le dovute informazioni alla donatrice, per la valutazione dell’idoneità e successivo arruolamento. In seguito si fa compilare un questionario con relative firme della coppia per il consenso informato, secondo la normativa di legge attuale. Alla

ca al quale poter chiedere ogni informazione sulla donazione: cordoneombelicale@asl.brindisi. it. Saranno operativi anche due numeri verde: 800 295691 e 800 553166. Allo stato attuale il centro di raccolta del P.O. Perrino di Brindisi ha arruolato solo il 10% delle donne che hanno partorito su 1500 parti all’anno. E’ un numero molto esiguo che potrebbe invece

salute del bambino. Le unità possono rimanervi teoricamente per un tempo illimitato, ma praticamente le unità vengono conservate per un massimo di 15-20 anni. Ma tutte le unità prelevate sono idonee e se no quali i motivi di esclusione? Non tutte le unità prelevate risultano idonee alla conservazione. Le principali limitazioni sono rappresentati dallo scarso volume e dalla scarsa cellularità del campione

donatrice viene dedicato un kit che viene consegnato al reparto di Ostetricia/Ginecologia, dove in corso dell’espletamento del parto verrà raccolto il sangue placentare dall’equipe ostetrica, e successivamente consegnato al Centro Trasfusionale, per poi essere inviato alla Banca Regionale. Sono in corso di stampa delle brochure informative sull’argomento. Sarà operativo quanto prima un indirizzo di posta elettroni-

diventare molto più alto con l’impegno di tutti e con la solidarietà che ci contraddistingue. Se vogliamo un futuro di buona salute, abbiamo una possibilità: donare il sangue del cordone ombelicale al momento del parto che altrimenti verrà considerato materiale di scarto. Le cellule staminali in esso contenute hanno qualcosa di unico e di magico. Con questa scelta ridiamo vita alla vita!

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per ulteriori informazioni contattare la redazione ai numeri: 0831 986314 - 347 1839556


OCCHIO Riflessioni

…MA LA NOTTE NO! Modifiche al Codice della Strada con aggravante notturna di Giuseppe Di Viesto - avvocato

ome Arbore tutti gli automobilisti italiani potrebbero canticchiare ma la notte no, difatti a partire dall’8 agosto,

C

o invertire il senso di marcia, effettuare la retromarcia, circolare sulla corsia di emergenza, violare le norme che regolano la sosta di

sione o della revoca della patente di guida, le stesse sanzioni amministrative accessorie si applicano anche quando le violazioni sono

gli agenti dovrebbero applicare tali sanzioni, oltre ai conducenti dei ciclomotori, anche ai ciclisti in possesso di patente di guida. Credo

sono in vigore le modifiche al codice della strada introdotte dalla legge n. 94 del 15 luglio 2009, contenute all’interno del cosiddetto pacchetto sicurezza, dove spicca una sorta di aggravante notturna. L’elenco delle violazioni che comporteranno l’aumento di un terzo delle rispettive sanzioni pecuniarie, se commesse dopo le ore 22,00 e prima delle ore 07,00, è vasto e comprende una miriade di situazioni come: gli eccessi di velocità, mancate precedenze, il mancato rispetto della segnaletica stradale, la distanza di sicurezza tra veicoli, cambiamento di direzione o di corsia e altre manovre, sulle autostrade e sulle strade extraurbane principali, come circolare contromano

emergenza od omettere di far uso delle luci di posizione durante la sosta e la fermata di notte o in caso di scarsa visibilità e, infine, violare le disposizioni che disciplinano l’uso del libretto individuale di controllo ovvero non rispettare i tempi di guida e di riposo con veicoli per trasporti professionali non muniti di cronotachigrafo. Tale incremento, andrà ad incrementare il Fondo contro l’incidentalità notturna. Polemiche potrebbe suscitare l’applicazione del neonato art. 209 bis cds laddove stabilisce che “Se il conducente è persona munita di patente di guida, nell’ipotesi in cui, ai sensi del presente codice, sono stabilite le sanzioni amministrative accessorie del ritiro, della sospen-

commesse alla guida di un veicolo per il quale non è richiesta la patente di guida”. In pratica, in assenza di una interpretazione autentica,

che creare una difformità tra ciclisti patentati e ciclisti non patentati (che sarebbero di fatto una categoria favorita) sarà motivo di ricorsi

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sino alla Corte Costituzionale. Restano ferme le quote 0,5 grammi per litro di tasso alcolemico che comporta la sola sanzione pecunaria e sospensione della patente da tre a sei mesi, e 0,8 g/l la soglia oltre la quale si è soggetti altresì all’arresto. Nel caso in cui si superasse il limite 1,5 grammi per litro e l’auto fosse intestata a persona diversa, la sospensione della patente sarà raddoppiata così si rischia di dover trovare mezzi alternativi di locomozione per un periodo da due a quattro anni. Stessa sorte tocca al conducente di veicolo non proprietario, che sia trovato positivo all’uso di sostanze stupefacenti. Tutte le ammende previste per il reato di guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti aumentano anch’esse da un terzo alla metà se il reato è commesso dopo le ore 22,00 e prima delle 07,00. I soggetti che, trovati in possesso di sostanze stupefacenti, fossero destinatari da parte del prefetto, ai sensi dell’art. 75 co. 1 lett. a) DPR 9 ottobre 1990 n. 309, del divieto di conseguire la patente o la revoca nel caso ne fossero già in possesso, non potranno conseguirne una nuova prima di tre anni. Viene introdotto l’obbligo della confisca amministrativa per il veicolo, di proprietà del conducente, trovato a circolare con i documenti assicurativi falsi o contraffatti. È colpito, invece, dalla sanzione amministrativa della sospensione della patente di guida per un anno, colui che ha contraffatto o alterato i documenti assicurativi. Per quanto riguarda il decoro delle strade è stato introdotto l’articolo 34-bis che punisce chiunque

insozza le strade pubbliche mediante getto di rifiuti o di oggetti dai veicoli in sosta o in movimento. Il comportamento poco civico potrà costare agli automobilisti colti sul fatto una maxi multa fra i 500 ed i 1.000 euro, pertanto laddove non si riesce con l’educazione e il buon senso, vi riuscirà il portafogli. Anche in questo caso potrebbero sorgere diversi problemi, poiché un medesimo comportamento, l’insozzare, verrà punito differentemente, a seconda se si è automobilisti o pedoni: per questi ultimi la sanzione è di euro 23. Ancora in tema è il potenziamento dei poteri dei sindaci per mantenere il decoro delle strade urbane e dei prefetti per quelle extraurbane. I sindaci potranno disporre lo sgombero di occupazioni abusive delle strade, con gli oneri a carico del trasgressore. Se il suolo pubblico è indebitamente occupato per scopi commerciali, come nel caso dei tavoli di un bar che superino i confini concessi, l’esercizio responsabile sarà chiuso per un periodo non inferiore a cinque giorni. Se appare condivisibile la scelta di inasprire le sanzioni di notte, con l’intento di limitare l’uso di alcool e di stupefacenti proprio nel periodo in cui statisticamente se ne abusa, più difficile mi sembra la motivazione che porta al raddoppio della sanzione in quelle particolari ipotesi sopra esposte, quando il conducente non sia anche proprietario. Si è detto che la volontà è quella di responsabilizzare i genitori nell’affidamento del mezzo ai propri figli. Solo il tempo ci dirà se tali disposizioni porteranno dei benefici.

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OCCHIO Riflessioni

IO, IRINA, BADANTE RUMENA Requisiti e scadenze per l’emersione delle badanti dal lavoro nero

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cade il 30 settembre il temine ultimo entro il quale si può beneficiare della procedura di emersione del lavoro irregolare per le colf e le badanti. Potranno effettuare la dichiarazione di emersione i datori di lavoro per i cittadini italiani e comunitari; cittadini extracomunitari in possesso del titolo di soggiorno CE di lungo periodo; familiari extracomunitari di cittadino comunitario che siano in possesso di carta di soggiorno. La dichiarazione di emersione: può essere presentata a favore dei lavoratori extracomunitari che al 30 giugno 2009 erano occupati irregolarmente da almeno 3 mesi, pagando un contributo forfettario di euro 500. I procedimenti penali ed amministrativi relativi alla violazione delle norme sull’ingresso e soggiorno nel territorio nazionale sono sospesi dall’entrata in vigore del provvedimento fino alla conclusione del procedimento. La sottoscrizione del contratto di soggiorno, congiuntamente alla comunicazione obbligatoria di assunzione all’INPS, ed il rilascio del permesso di soggiorno comportano, per il datore di lavoro e per il lavoratore extracomunitario, l’estinzione dei reati e degli illeciti amministrativi. Requisiti per l’emersione: Lavoro di sostegno al bisogno familiare - Colf Possono presentare la domanda i datori di lavoro in possesso di un reddito annuo, per il 2008, non in-

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di Giuseppe Di Viesto - avvocato feriore a 20 mila euro (se famiglia monoreddito), 25 mila se i redditi percepiti sono più di uno. Si può presentare una sola domanda per ciascun nucleo familiare. Assistenza a persone affette da patologie o handicap - Badanti Possono presentare la domanda i soggetti in grado di dimostrare la limitazione dell’autosufficienza propria o della persona per cui si richiede l’assistenza - al momento in cui è sorto il rapporto di lavoro, tramite la documentazione rilasciata da una struttura sanitaria pubblica o da un medico convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale. Per i cittadini in precedenza riconosciuti invalidi, invece, sarà sufficiente presentare la documentazione di invalidità civile. Si possono presentare massimo due domande per nucleo familiare. Nel caso in cui si presentino due domande per assistere la stessa persona, la certificazione medica dovrà attestarne la necessità. Ciascun nucleo familiare può, quindi, chiedere la regolarizzazione di massimo tre lavoratori (1 colf e 2 badanti). Prima di iniziare la procedura di emersione on line è necessario pagare un contributo di 500,00 euro per ciascun lavoratore. Il pagamento potrà avvenire utilizzando il modello F24 che potrà essere scaricato dal sito dell’Agenzia delle Entrate - www.agenziaentrate.gov.it o su www.interno.it oppure sul sito del ministero del lavoro o su quello dell’Inps, unitamente alle istruzio-

ni per la compilazione. I datori di lavoro potranno richiedere assistenza ai Comuni per la

compilazione e la spedizione delle dichiarazioni di emersione in via informatica.


Voglia di Puglia

Finisce l'estate e diminuiscono le manifestazioni... Concerti, spettacoli, mostre, conferenze. Occhio Magazine continua a scegliere per voi il meglio del meglio. A cura di Michelangelo Nigro

CONCERTI 12-20 SETTEMBRE - BARI

16-20 SETTEMBRE - NARDÒ

FIERA DEL LEVANTE

Ecologico Film Festival

17 SETTEMBRE - FOGGIA

Marlene Kuntz

in concerto

18-19 SETTEMBRE - MASSAFRA

Max Fest 09 Rassegna di cinema, fotografia, musica

25-27 SETTEMBRE - TRANI

I Dialoghi di Trani

Manifestazione culturale sul tema “Coscienza e democrazia”

12 OTTOBRE - LECCE

Corrado Guzzanti

"Recital" (Politeama Greco)

19 SETTEMBRE - BRINDISI

99 Posse in concerto (Teatro Impero)

26 SETTEMBRE - FRANCAVILLA

La notte degli Imperiali Notte bianca

03 OTTOBRE - CEGLIE M.

1° Gran Fondo Mountain Bike Trulli e Masserie

20-21 OTTOBRE - BARLETTA

Renato Zero in concerto

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OCCHIO Spettacolo

'TTACCA LA REZZ(IC)A

Un successo da ogni angolatura. Tra pettegolezzi sussurrati e sguardi curiosi pizzicati di Francesca Presto

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ala nuovamente la rezza sulla porta dell’evento che ha fatto rivivere, almeno per una sera, le stratodde cittadine. La prima edizione di Rezzica si è tenuta il 13 agosto scorso. Oramai è noto che la manifestazione è dedicata interamente alla tradizione ed al folklore, quindi alla rezza ed alla Pizzica. La serata ha visto una grande affluenza di pubblico che si è riversato in quel delle stratodde, luogo alquanto inusuale per l’estate sanvitese, dato che la maggior parte delle manifestazioni si tengono in piazza Municipio e nell’arena

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don Tonino Bello. Qualche giorno prima della serata si è tenuta una conferenza stampa, che ha visto partecipare alcuni componenti dei Magazzini Teatrali Dardagnam e della Redazione del nostro giornale - ideatori ed organizzatori della festa - e alcuni rappresentanti dell’Amministrazione Comunale, che ha patrocinato l’iniziativa. La manifestazione si è svolta secondo un programma fatto di musica e sketch a tema. Lungo le piccole strade si sono tenuti due tipici momenti caratterizzanti tutti i paesini di provincia: la

Serenata alla futura sposa ed il Pettegolezzo dietro la rezza. Per aiutare i turisti a orientarsi è stata realizzata una brochure informativa dell’evento. L’evento ha coinvolto l’associazione di volontariato Unitalsi, la Locanda di Nonna Mena per la degustazione di piatti e vini tipici e Saloon, dove si poteva sedare la sete con un buon boccale di birra. Grande successo ha riscosso la mostra Cretu la Rezza di Carmelo Garofalo. A degna conclusione di una serata ben riuscita, si è tenuto il concerto degli Jazzabanna nella piaz-

zetta dell’Arciprete. L’idea, nata per festeggiare la rezza, simbolo tipico del nostro paese, ha inteso ricordare innanzitutto a cosa serviva la rezza in passato. Abbiamo cercato di capire come sia nata l’idea a Vituccio Bifaro, il primo a intuire cha la rezza avrebbe potuto diventare un business e che ha improntato la sua attività di artigiano proprio sulla creazione della stessa. La moglie, Grazia Filomeno, ci ha parlato di come Vituccio Bifaro, da falegname ti l’arti crossa, diventò costruttore di rezze


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Poesia che Vitantonio Stanisci ha dedicato a Vituccio Bifaro. La stampa originale riportata in alto è stata realizzata dalla tipografia Vergine, in cambio della realizzazione di una rezza.

nel lontano 1956. Con il lavoro di mio marito non potevamo andare avanti, era diventato difficile vivere, allora un giorno Vituccio mi disse di aver visto delle stecche attaccate con lo spago e mi disse: perché non proviamo a mettere insieme queste strisce con le cinghie dei paracaduti che vendono al mercato per fare delle tende? Queste potrebbero servire a proteggere i portoni dal sole e dalla pioggia. La prima rezza l’abbiamo realizzata mettendo insieme con dei piccoli chiodini le strisce di legno con le cinghie. Nel tempo abbiamo utilizzato bacchette di legno di puro pino russo.

La prima - continua la signora Grazia Bifaro - che abbiamo realizzato è servita proprio per coprire la porta d’ingresso di casa nostra. Io la notte per anticipare parte del lavoro cucivo tutte le cinghie,

in modo che fossero pronte per l’indomani mattina, così Vituccio le trovava disposte già per chiodarle insieme al legno. Grazie al passaparola ed all’ingegno di mio marito, la gente cominciò ad ordinarle. Vituccio, la domenica mattina, si recava con la bicicletta sul sagrato della chiesa portando con sè un esemplare di rezza. Cominciava a parlare con qualcuno in modo che le donne lo notassero e gli chiedessero di andare a casa per prendere le misure delle loro porte. Lui per invogliarle diceva che, mettendo una rezza davanti alla porta, potevano vedere fuori senza essere viste. Il nostro lavoro è

stato molto redditizio, siamo arrivati a fare trenta rezze a settimana, ma anche molto duro dato che molti non pagavano in contanti. Alcune rezze sono state spedite in Australia e con il tempo ci siamo specializzati anche con le riparazioni, sostituendo quelle stecche che si spezzavano con quelle nuove. Per dipingerle veniva utilizzato il ducotone, generalmente verde (più scuro fuori e più chiaro dentro) per permettere alla luce di filtrare ed illuminare al meglio i locali. Per motivi di salute di mio marito, il nostro lavoro è passato a Calvelli, che ha preso tutti i nostri macchinari. Questo mestiere è stato ricordato anche da Vitantonio Stanisci in una poesia. Il presidente dell’Unitalsi, Enzo Nigro, si è detto entusiasta della riuscita dell’iniziativa: Per noi è stato una lodevole iniziativa, apprezziamo il fatto che vengano valorizzati questi simboli, la rezza e la Pizzica. Non potevamo non partecipare. A noi questo serve per svolgere il nostro lavoro sociale e, innanzitutto, per raccogliere fondi. Stare in piazza serve per far conoscere l’associazione a chi non conosce le nostre attività. Dal punto di vista economico è andata bene. Sono stati molto apprezzati i piatti tipici che abbiamo servito, accompagnati da un volantino che spiegava le finalità della nostra Associazione. Questa manifestazione, come le altre, serve da stimolo alle famiglie che devono vedere in noi un sostegno per sconfiggere la disabilità.

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OCCHIO Spettacolo

L’assessore alla cultura, Ernesto Marinò, ha dichiarato: Questa manifestazione è stata veramente interessante ed è sta-

ta la novità di quest’estate. Si colloca all’interno di una rassegna di musica popolare. Per me è stato un esperimento, un labo-

ratorio creativo e giovanile tra i più interessanti e che, a posteriori, possiamo definire valido. Un binomio, rezza e pizzica, che

ha dato modo agli organizzatori di coniare un nuovo termine che speriamo abbia grande eco: Rezzica.

LE SERATE ESTIVE DI NONNA MENA

A

nche Luigi Errico, proprietario de La Locanda di Nonna Mena ha tracciato un suo bilancio della serata: Penso che la serata sia andata molto bene. L’anno scorso abbiamo fatto un lavoro diverso con diverse situazioni di gruppi di Pizzica, come ad esempio il Circolo Mandolinistico, L’Eco di San Vito e qualche elemento della Taricata, ma quest’anno con Rezzica si è creato un movimento inaspettato che ha portato nuovamente vivacità e brio nelle viuzze che sembravano destinate all’oblio. Io credo che il centro storico vada rivalutato. Mi complimento con gli organizzatori di Rezzica in quanto hanno scelto proprio questo luogo per la manifestazione, pur rischiando. Sarebbe stato molto più facile organizzarla in piazza per assicurarsi la riuscita. Il luogo piccolo ha consentito a tutti di sentirsi parte integrante del territorio, di riassaporare vecchie atmosfere e di rivivere antichi riti. Spero tanto che diventi un appuntamento

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fisso e che l’Amministrazione si faccia promotrice di eventi di questa portata. Si potrebbe pensare di rendere questa zona a traffico limitato per permettere ai turisti di trascorrere serenamente lontano da smog e rumore le calde serate afose. Credo che la gente che ha partecipato all’iniziativa sia stata entusiasta, visto che molto spesso si rimane un po’ fuori dell’evento in sé, ma questa volta non è stato così.


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IL FESTIVAL BAROCCO

Riposti gli strumenti si riprogramma un ricco cartellone ambendo a dimensioni europee di Cosimo Prontera

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hiedere ad un direttore artistico di tracciare un bilancio di una sua creatura potrebbe sembrare semplice e soprattutto scontato, ma per chi mi conosce sa che non è così. C’è da dire che i numeri parlano chiaro: un’opera eseguita in prima esecuzione in tempi moderni; uno spettacolo coreutico rinascimentale; una commedia armonica; quattro concerti. Quattro città ospitanti, 140 brani ascoltati tra arie, recitativi, sinfonie, madrigali, sonate; 66 musicisti impegnati nelle diverse esecuzioni, solisti di calibro internazionale. Il sito web www.baroccofestival. it visitato circa 9000 volte, e soprattutto circa 2200 presenze di pubblico intervenuto nei diversi appuntamenti. Non potevamo tradire le aspettative consegnateci, con il premio di rappresentanza, dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e quelle dell’assessore Regionale al Mediterraneo la Prof.ssa Silvia Godelli che ci indica come un gioiello incastonato tra le diverse realtà musicali della nostra Puglia.

Non potevamo tradire le aspettative di quel pubblico ormai numerosissimo, stanziale e turistico, che sceglie la nostra terra per trascorrere le vacanze anche perché esiste il Barocco Festival (sono considerazioni tratte da i cosiddetti commenti alle pagine web). Tutto questo è accaduto per il magico incrocio tra musica antica, esecutori e location strepitose. Affascinanti anche per gli esecutori che arrivavano dal nord Europa. Si perché quest’anno il festival si è qualificato come Internazionale grazie alla presenza di due ensemble, uno svedese col fuoriclasse il flautista Dan Laurin e uno olandese con l’elegantissimo e bravissimo mezzosoprano Mirjam Schreur. Ciò che sta avvenendo sa di inverosimile ma al contempo di piena normalità perché così deve essere: il pubblico si riunisce per dialogare su cosa ha ascoltato, critica se è piaciuta o no l’esecuzione, se questo solista ha interpretato in maniera appropriata, e non dimentichiamocelo, con un ascolto - questo non mi stan-

cherò di ripeterlo - che deriva da esecuzioni su strumenti dell’epoca o con le copie di essi in una parola: filologiche. Va da se che i bilanci sono fatti anche per individuare quali

sono state le criticità, una per tutte: poter programmare con il dovuto tempo, ossia quello che pretende un festival che ambisce a dimensioni europee, è una necessità ineluttabile.

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OCCHIO Talent war

Tutta colpa della mamma

Angelo, un giovane cantante, potrebbe entrare a far parte della carovana di X-Factor?

X

Factor è un programma RAI che cerca di scoprire nei suoi concorrenti il fattore X, vale a dire quel particolare talento in grado di trasformare un aspirante cantante in un cantante di successo. A giudicare è una giuria composta da

di Giuseppe De Simone madre a scoprire nel figlio il fattore X? Questa è la storia di Angelo, giovane carovignese, che sta vivendo con leggerezza e buon senso la sua possibilità di essere selezionato per entrare nel talent show musicale.

passi anch’io. Faccio l’animatore nei villaggi turistici e quindi mi sono sempre divertito a cantare, recitare, ballare. Per mia madre allora sono il primo ballerino del mondo, il primo cantante del mondo, ecc. Poi quest’anno con X Factor lei, seduta sul divano,

“Mà, tanto non ci vado!” …e poi l'attesa sin dalle 6 del mattino per fare il provino a Bari

3 giudici (Mara Maionchi, Morgan e, quest’anno, al posto di Simona Ventura, Claudia Mori). Il premio finale è un contratto discografico del valore di 300.000 euro. Fiumi di giovani cantanti affollano i provini in tutta Italia, tutti convinti di avere delle carte da giocarsi. Ma cosa succede quando è una

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Come ti è venuto in mente di partecipare? È cominciato tutto l’anno scorso, con l’inizio del programma. Mia madre non conosceva Morgan (musicalmente lei è rimasta a Lucio Battisti!). Però si è innamorata del personaggio e della sua intelligenza. Ha iniziato a tormentarmi affinché parteci-

era come un giudice: “ma quello secondo me non canta bene, se ci fossi tu al posto suo…”. E io “mà, tanto non ci vado!”. Quest’estate, all’inizio di giugno stavamo a casa e lei: “Angelo accendi un attimo il computer! Vammi a vedere la pagina di Morgan! No, anzi vai al sito di X Factor! Vai a vedere il numero… chiama…”.

“No mà non chiamo”. “Chiama!”. Alla fine ho chiamato, mi ha risposto una voce registrata che mi chiedeva dati vari. Poi dopo qualche giorno mi hanno richiamato. Fra l’altro ha risposto mio padre, proprio lui che è contrarissimo e vorrebbe che io studiassi solamente. Mi ha riferito che mi avevano contattato per farmi sapere quando fare i provini. Io alla fine ero un po’ titubante perché pensavo “ è una cosa che vuole mia madre, non è una cosa che voglio io…”. Poi una volta lì mi son detto: “che lo faccia per me o per mia madre…io comunque mi butto, canto, vedo come va. Senza niente da perdere”. Com’è stata l’attesa per fare il provino? Mi sono presentato al provino dalla mattina alle 6, ma hanno aperto i cancelli solo alle 9:30. Sono rimasto fino alle 14 e un quarto ad aspettare. Alle 10:30 ero già con jeans e maglietta sudatissimi. Infatti la prima domanda che mi hanno fatto al provino, vedendomi così conciato, è stata: “ma sei emozionato”? È stato stressante ma alla fine è una bella esperienza. Com’è stata l’esibizione al provino? Mi avevano detto di preparare due canzoni, una in inglese e una in italiano. Io ho portato “Living on my own” di Freddie Mercury e “Brava Giulia” di Vasco Rossi ma in realtà non mi ero preparato più di tanto. Me ne hanno chiesto


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una terza, che ho improvvisato, “Uomini soli” dei Pooh, e poi una quarta, “A kind of magic” dei Queen. Mi hanno fatto fare le foto dicendomi “ricordati di venire vestito come oggi al prossimo provino e ti chiameremo”. Però già allora mi spiegarono che l’arco di tempo in cui avrei potuto essere chiamato andava da luglio fino a dicembre. Poi mi è arrivata una mail in cui mi dicevano che mi avrebbero chiamato o a fine settembre-inizio ottobre o, al più tardi, a dicembre. Se ti chiamano farai un altro provino? Mi sono informato sul forum del programma: potrei fare un provino ulteriore o entrare direttamente. Tua madre è stata contenta quando ha saputo come è andato il provino? Mia madre è stata contentissima

quando ha saputo che ho fatto le foto. Che ne pensi del programma X Factor? È uno dei programmi più validi. È diverso da Amici perché Amici spesso sconfina fuori dalla musica, o dal ballo, ecc.. A X factor c’è più cultura musicale, c’è molta più voglia di scoprire talenti. Tu ce l’hai il fattore X? Sinceramente il fattore X io non pensavo di averlo. Sono state le persone attorno a me a dirmi che ho talento. Hai lasciato tutto per intraprendere una carriera come cantante? Certo che no, ho iniziato tutto per gioco! Io studio architettura all’università. Sinceramente preferirei più diventare architetto anziché cantare. Che ne pensi dei talent show? Sono pochi i concorrenti che hanno davvero successo nel mondo discografico... Spesso è più una questione di immagine. Secondo me non sempre arriva in fondo chi ha talento, arriva in fondo chi si crea un’immagine, un personaggio. Potessi tornare indietro punterei anch’io un po’ più sull’immagine. Ma alla fine è sempre una cosa falsa perché col tempo viene fuori la verità. A sentire i ragazzi che nell’attesa del provino cantavano per scaldare la voce a volte veniva da chiedersi “che ci sono venuti a fare qui?”. Ma a livello di immagine si vedeva che avevano creato un personaggio, si sapevano vendere. Che clima c’è tra i partecipanti durante l’attesa del provino? Vi odiate? No, il clima è abbastanza bello

nel senso che cantavamo tutti insieme. Io poi ho preso la chitarra e ho fatto qualche canzone di Rino Gaetano. Comunque ci sono anche concorrenti che se la tirano e se ne stanno da soli. C’è il rischio di illudersi con questi provini? Si tantissimo. Anche se alla fine i migliori non escono dai talent show, ma fanno altri percorsi. Lì un po’ ci vanno i raccomandati, un po’ ci vanno i bellocci della situazione, ma alla fine in fondo in fondo non c’è niente. Quindi il contratto discografico da 300 000 euro secondo te non lo vince davvero chi merita? Sinceramente quest’anno ho visto X Factor e il vincitore credo meritasse. Ma il fatto è che giocano tanti fattori oltre al talento. Consigli per chi è indeciso se partecipare o meno a un provino? Consiglierei di farlo perché è un’esperienza molto bella. Conosci tantissime persone. Io lo faccio per divertimento perché mi piace cantare, ascoltare musica, mi piace stare in compagnia della musica. Per chi vuole intraprendere una carriera, per chi ci crede davvero, anche pas-

sare questo primo step e poi fermarsi dà fiducia, dà la forza per andare avanti. Di cosa pensi ci sia bisogno per arrivare al successo a parte il fattore X? La fortuna innanzitutto: trovarti nel luogo giusto al momento giusto con la persona giusta. Bisogna anche fregarsene delle opinioni degli altri e andare contro amici e colleghi. Io non penso che sarei in grado di fregare qualcuno per andare avanti. Ma secondo me ci vuole un carattere del genere per arrivare al successo. Dai un titolo a questo articolo. “Tutta colpa della mamma!”. Ok fatto.

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OCCHIO Talent war

COLPO SU COLPO

Nel 2005 e nel 2007 campionessa italiana in 2 diverse specialità di tiro a segno

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na ragazza che pratica questo sport, non si trova tutti i giorni. Come ti è venuta questa passione? Ho iniziato questo sport grazie a mio padre che, già da quando avevo 12 anni, mi ha insegnato per la prima volta a sparare con la carabina. Che cos’è una carabina?

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di Antonio Passante È simile ad un fucile. Pesa circa 5 kg. ed è un’arma ad alta precisione. Nell’arco di questi anni, che obiettivi hai raggiunto? Quando avevo la possibilità di allenarmi con costanza, i risultati erano abbastanza positivi, tanto che, per 8 anni consecutivi, ho sempre vinto le gare regionali aggiudicandomi

coppe e medaglie. Nel 2005 la soddisfazione più grande è stata quella di diventare campionessa italiana a Bologna di tiro a segno ad aria compressa 10 mt. Nel 2007 altra soddisfazione: campionessa italiana ma nella specialità a fuoco CST (carabina sportiva a terra) 50 mt. Nel 2008 invece mi son dovuta accontentare di essere “solo” nei primi otto nella specialità a fuoco CS3P (Carabina Sportiva 3 posizioni) 50 mt. Le specialità a fuoco, sono state di grande soddisfazione, in quanto me le sono aggiudicate senza allenamento, poiché non vi è ancora un poligono adatto in zona. Ora mio padre, con tutta la sua passione, si è impegnato per realizzarne uno proprio qui, a Carovigno. A breve, quindi, potrò iniziare questo tipo di allenamento. Quali difficoltà hai incontrato? Siccome questo è uno sport in cui la calma deve predominare su tutto, la voglia di dare il massimo, faceva abbassare la mia concentrazione e i miei risultati calavano gradatamente. Grazie all’esperienza ed al supporto di mio padre,sono riuscita a superare questo gup. Sei anche una studentessa universitaria presso la facoltà di Farmacia a Bari. Come sei riuscita a coniugare studio e sport? Studiando lontano da casa, e


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rientrando solo il fine settimana, ho poco tempo da dedicare a questa mia passione. Quando posso, però, mi alleno al poligono almeno per 4 ore. Nel periodo estivo gli allenamenti si intensificano. Dove ti alleni? Mi alleno nel mio poligono, anche questo opera di mio padre, nonché presidente della sezione di Carovigno. Quindi, posso dire che mi alleno in casa. È difficile avere il proprio padre come allenatore? La cosa buona è che non mi ha mai elogiato più di tanto, in quanto i complimenti potrebbero suscitare sicurezze inesi-

stenti. La frase che mi ripete costantemente è “fai quello che sai fare, perché lo sai fare bene”. Hai mai pensato di entrare a far parte della Nazionale italiana? Sì, ovviamente. Devo dire che ci sono andata abbastanza vi-

cino, in quanto ho raggiunto risultati soddisfacenti. A causa di questo sono entrata in una crisi che non mi ha permesso di mantenere costanti i risultati. Quanta concentrazione e calma ci vuole in questo sport? Calma e concentrazione sono alla base. Mentre negli altri sport si ha la possibilità di sfogarsi, nel mio non è possibile perchè si deve pensare, solo e soltanto, al fatto che la carabina deve essere ben puntata per colpire il puntino che vale 10. E’ difficile l’approccio a questo sport? Può sembrare difficile all’inizio: quando pensi di aver fatto centro, ti accorgi di non aver preso neanche il bersaglio. Con la dovuta costanza, poi, i risultati iniziano a vedersi da soli e si raggiungono punteggi alti. Dai qualche consiglio a chi vorrebbe iniziare questo sport. Inizio col dire che non è uno sport pericoloso. La prima cosa che ti viene insegnata, appena varchi la soglia del poligono, è come utilizzare un’arma in sicurezza. Il mio consiglio è di non arrendersi alle prime difficoltà, che senza dubbio si presentano. Se

si riesce a raggiungere un certo grado di sicurezza, si può fare bene ed ottenere grandi risultati. Diamo la parola al coach Giuseppe Argentieri, (padre e allenatore di Maria). Lei sta realizzando, a sue spese, un poligono a fuoco tra Carovigno e Serranova. È un’opera pubblica che istituzionalmente serve a gestire l’utenza territoriale di tutti coloro che operano nel servizio armato, in più darà modo di incentivare lo sport del tiro a segno. Chi può usufruire di questa nuova struttura? Per quello ad aria compressa non ci sono limitazioni: tutti possono accedervi, dal ragazzo di 10 anni sino a quello di 65. Per quello a fuoco, invece, si può accedere a partire dai 16 anni, previa autorizzazione dei genitori.


OCCHIO Sport

DUE CALCI AD UN PALLONE Ottava edizione del torneo di calcio a 7 a Pianeta Verde a San Vito dei Normanni

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n mancanza dei vari campionati dilettantistici o professionistici, i calciofili sanvitesi in estate curano la propria astinenza dal pallone seguendo i tornei che, come consuetudine ormai consolidata, si organizzano presso il centro sportivo Pianeta Verde, in Via Latiano, a San Vito dei Nor-

di Antonello Putignano manni. Venerdi 21 agosto si è giocata la finale dell’ “8° edizione del torneo di calcio a 7”. Circa 200 tifosi hanno fatto da cornice ad una splendida finale che ha visto scontrarsi Brio Impianti (Carovigno) e La locanda di nonna Mena (San Vito), vinta sul filo di lana dai Carovignesi.

La stessa squadra Domenica 19 Luglio aveva vinto il Torneo di calcio a 5. Durante i tornei, oltre alla stragrande maggioranza di calciatori Sanvitesi che, come sempre hanno onorato l’impegno, molti giocatori dei vari paesi limitrofi (Carovigno, Latiano, San Michele,

Brindisi, Tuturano) hanno preso parte ai tornei. L’organizzazione ringrazia tutti i calciatori e tutti i tifosi che hanno contribuito alla riuscita di entrambi i tornei e vi dà appuntamento alla prossima stagione estiva. Di seguito l’elenco delle premiazioni dei 2 tornei:

TORNEO DI CALCIO A “5”

TORNEO DI CALCIO A “7”

Squadre classificatesi ai quarti di finale: • Baby Luna • Leonedil • Bar Rouge & Noir • Linea stock Migliori giovani • Turrisi Gianluca (Turrisi Team) • Lo rè francesco (Linea Stock) Miglior Portiere • termite Ivan (Celino Ecologia) Capocannoniere • Lanzilloti tony (Brio Impianti) Migliori calciatori • Galasso Daniele (celino Ecologia) • Vignola Dario (Brio Impianti) Coppa disciplina • Turrisi Team Squadre classificatesi alle semifinali • Locanda di “Nonna ’Mena” • Archetto della brace Squadra 2° classificata • celino Ecologia • squadra vincitrice del Torneo • Brio Impianti..

Squadre classificate ai quarti di finale: • Isy car • Archetto della brace • Centro bet • Celino Ecologia Migliori giovani • Damuri Giancarlo (Celino Ecologia) • D’agnano Mino (Bar Piazzetta) Miglior portiere • D’agnano Mino(La locanda di nonna ’Mena) Capocannoniere • Lanzillotti Tony(Brio Impianti) Migliori giocatori • Cecere Pietro (Bar Piazzetta) • De benedictis Antonio (Starmitur) • D’ignazio Francesco (La locanda di nonna ’Mena) • Vignola giuseppe (Brio Impianti) Coppa disciplina • Focacceria Tommy Squadre classificatesi alle semifinali • bar Piazzetta • Starmitur 2° Classificata • La locanda di nonna ’Mena Squadra vincitrice del torneo • Brio impianti

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ANNO 1 N.9 - SETTEMBRE 2009

IL VOLLEY HA BISOGNO ANCHE DI TE Ha preso il via la campagna abbonamenti della Cedat 85 San Vito realizzata dalla Sandei di Emanuele Chiariello

L

a Cedat 85 San Vito è già a lavoro da qualche settimana e, con l’ultimo arrivo (quello della brasiliana Elisangela) coach Lo Re può lavorare con la rosa al completo. Ma andiamo

Ultimo arrivo la brasiliana Elisangela. La rosa ora è al completo con ordine. Dopo gli ultimi acquisti prima di Ferragosto, le ragazze del Presidente Sabatelli si sono ritrovate per la prima volta il 21 agosto, per dare inizio alla preparazione atletica e tecnica in vista del campionato di serie A2. All’appello mancava

la serba Hanusic e la brasiliana Elisangela, che hanno raggiunto le compagne rispettivamente il 30 agosto ed il 5 settembre. Si è dato così inizio all’allenamento tra palestra, piscina e Palamacchitella. Dalle prime battute le impressioni dello staff tecnico e dei dirigenti è stato molto positivo. Le ragazze si sono subito ambientate ed hanno stretto amicizia tra loro. Alcune di loro avevano già giocato assieme in altre realtà, quindi sono state felici di ritrovarsi. I tifosi non hanno esitato a farsi vedere e sentire durante le sedute di allenamento. Con questi presupposti e con la sicurezza di poter contare su un gruppo di atlete di tutto rispetto, uno staff tecnico all’altezza della categoria ed una dirigenza sempre attenta, i vertici della Cedat 85 San Vito non nascondo che, per la stagione sportiva che inizierà il

prossimo 11 ottobre, l’obiettivo sarà sicuramente quello di puntare ai play-off con un buon piazzamento. Oltre all’aspetto puramente tecnico, la società si è mossa anche dal punto di vista del marketing e della comunicazione. Alla fine di agosto la società biancoazzurra si è rivolta alla società Sandei Communication Mediamonitor, che si occupa da anni di comunicazione e monitoraggio dei mezzi di informazione. Proprio la Sandei ha ideato e realizzato la campagna abbonamenti 2009/2010. “Abbiamo inteso realizzare una

campagna abbonamenti diretta a quanti amano lo sport - spiega Vito Valente, direttore della Sandei Communication Mediamonitor - e, in particolare, la pallavolo. Le persone coinvolte nella campagna pubblicitaria ricoprono i più svariati ruoli nella società, proprio per

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sottolineare che lo sport non ha classi o estrazioni di alcun genere”. La comunicazione relativa alla campagna abbonamenti - come si

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diceva - è solo il primo prodotto di questa nuova collaborazione. “Lo staff della Sandei, in sinergia con l’Ufficio Stampa della Cedat 85 San Vito - aggiunge Valente - è già a lavoro per ideare e realizzare nuove iniziative editoriali e pubblicitarie per rafforzare l’importante presenza di una squadra di serie A2 sul territorio”. La ssd Volley San Vito ricorda, inoltre, che sono aperte le iscrizioni per i corsi di mini-volley maschile e femminile. Informazioni possono essere richieste direttamente presso la sede sociale di via Vito Oronzo Errico 25, aperta tutti i giorni feriali dalle ore 18 alle ore 20 (tel. 0831 984773).

Lo staff della Sandei communication mediamonitor spiega come è nata l'idea

L’idea della campagna abbonamenti di quest’anno - spiega Patrizio Epifani, copywriter della campagna di comunicazione - è arrivata innanzitutto dall’esigenza della società di lanciare un messaggio dai toni più caldi rispetto al passato. Si voleva, insomma - continua Epifani -- tentare di coinvolgere con più decisione il pubblico, facendogli capire quanto sia importante per le ragazze della A2, e di tutta la società, l’apporto che si può dare con la “semplice” sottoscrizione dell’abbonamento. Per parlare direttamente al cuore della gente serve un linguaggio semplice, ma d’impatto. L’idea di attingere direttamente alla vita pulsante della città per i testimonial della campagna - sottolinea ancora - risponde molto bene sia all’esigenza di semplicità sia all’esigenza di creare qualcosa di memorabile, di immediatamente riconoscibile. Un’impaginazione impeccabile, una serie di ritratti ben riusciti, un titolo coinvolgente e una buona dose d’ironia, sono gli ingredienti di questa campagna multisoggetto che - conclude Epifani - speriamo porti alla nostra società di volley tanti nuovi abbonati pronti a entrare in campo con le ragazze. Hanno collaborato inoltre alla realizzazione della campagna: Giuseppe Di Viesto (fotografia) Emanuela Verrienti (grafica e impaginazione).



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