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Bilaterale

L'anno del turismo e il regime dei visti. Le adozioni, gli accordi bilaterali e gli scenari aperti dalla questione ucraina. Abbiamo incontrato Sergei Razov, ambasciatore della Federazione russa in Italia.

L'INTERVISTA SERGEI RAZOV

Signor ambasciatore, quali sono i risultati dell'anno del turismo italiano in Russia? Il turismo straniero è una parte imprescindibile dell’economia di oggi. L’efficacia del lavoro in questo campo dipende direttamente dal volume del flusso di stranieri, che per le proprie vacanze possono scegliere tra una vasta gamma di offerte presenti nel mercato turistico. Per tale motivo questa iniziativa è un evento importante per i nostri paesi, che si dimostrano leader per numero di siti culturali e patrimonio naturale. Abbiamo cercato di alimentare un reciproco flusso di arrivi, che in tempo di crisi si rivela particolarmente prezioso: oltre alle entrate per il budget statale, l’Anno incrociato favorisce lo sviluppo di nuovi contatti e l’aumento di scambi accademici, contribuendo alla creazione di un’atmosfera di rispetto reciproco e fiducia tra i paesi. Questa iniziativa si rivela inoltre la logica continuazione dell’Anno incrociato della lingua e della cultura in Italia e in Russia, organizzato nel 2011, che è stato capace di rafforzare la cooperazione bilaterale in ambito culturale e umanitario. Il calendario è già deciso: sia in Russia sia in Italia si terranno mostre, concerti, festival e presentazioni. Per il futuro prossimo sono stati pianificati due importanti eventi a Milano. Un forum turistico-culturale (che inizia domani, ndr) e una conferenza sulla reciproca attrazione degli investimenti nel settore. Appuntamenti che non solo si riveleranno l’occasione per uno scambio attivo di contatti tra le strutture statali russe e italiane e tra gli operatori privati impiegati nel settore del turismo, ma consentiranno di valutare la situazione attuale del settore e il suo sviluppo futuro. È ancora presto per parlare di risultati definitivi, visto che l’Anno del Turismo non è ancora terminato. La cosa più importante è che si sia creata un’atmosfera di collaborazione e che si percepisca un fortissimo interesse da parte degli italiani verso la Russia e dei nostri connazionali verso il Bel Paese. Abbiamo ottenuto un’ulteriore possibilità di far conoscere la cultura nazionale a nuovi partner e di presentare il potenziale turistico del nostro paese. Il risultato sarà sicuramente a lungo termine.

ALESSANDRO SAVI

Qual è la dinamica dei rapporti fra Russia e Italia sullo sfondo della crisi ucraina? Nello spazio europeo, l'Italia per noi era e resterà uno dei partner chiave prioritari al quale siamo legati da decenni di cooperazione su tutti i fronti. Apprezziamo la posizione invariata della leadership italiana sull'importanza di conservare canali di dialogo politico con la Federazione e di sviluppare legami reciprocamente vantaggiosi. Il vostro Paese è, per rilevanza, il nostro quarto partner commerciale: il fatturato dello scorso anno ha raggiunto la cifra record di 54 miliardi di dollari. E la nostra cooperazione ha radici profonde nella sfera culturale. Nondimeno, l'attuale sfavorevole congiuntura politica, connessa agli avvenimenti in Ucraina si riflette in un modo o nell'altro anche sulla dinamica delle nostre relazioni bilaterali. In particolare, vengono rimandati eventi da tempo pianificati. L'introduzione da parte dell'Unione Europea di sanzioni settoriali contro la Russia e la nostra risposta nella forma del divieto annuale d'importazione di una serie di prodotti agroalimentari potrebbero influire sul fatturato totale dell'anno corrente. Alla fine del primo semestre, esso ha subito una lieve diminuzione, pari al 4,2%. Ci tengo a sottolineare che la parte russa è certamente molto interessata al rapido superamento dell'influenza congiunturale di tutti questi fattori esterni e alla continuazione e all'approfondimento del partenariato e della collaborazione russoitaliana.

"CONTINUIAMO A COSTRUIRE IL DIALOGO"

BIOGRAFIA NAZIONALITÀ: RUSSA ETÀ: 61 PROFESSIONE: DIPLOMATICO

L'Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario della Federazione Russa nella Repubblica Italiana è nato il 28 gennaio 1953. Nel 1975 si è laureato all'Istituto statale di Mosca per le relazioni internazionali del ministero degli Affari Esteri dell'Urss. È dottore in Economia e autore di vari lavori scientifici. Ha lavorato in Mongolia, Polonia e Cina. Parla cinese, inglese e polacco. Ha iniziato la carriera diplomatica nel 1990. Ha una grande esperienza di lavoro nel ministero e nelle sedi estere. Ha iniziato a svolgere l'attuale ruolo in seguito ai decreti di Vladimir Putin, firmati il 6 maggio 2013. Sposato, ha due figli.

Quali sono le prospettive della presidenza italiana del Consiglio dell'UE? Noi siamo per la conservazione dei canali del dialogo paritario e la crescita di una cooperazione reciprocamente vantaggiosa con l'Unione Europea. Confidiamo che l'Italia, in questo suo semestre di presidenza, possa dare il suo contributo costruttivo alla ricerca di soluzioni di compromesso indispensabili per la normalizzazione e il progresso di tali rapporti. Quali sono le probabilità di un alleggerimento o di un inasprimento del regime dei visti? Come lei sa, la Russia, nel corso degli ultimi anni, si è invariabilmente e costantemente espressa in favore di una liberalizzazione delle modalità di spostamento dei cittadini russi ed europei, fino alla completa abolizione dei visti. E ciò a partire dalla comune missione della Federazione e del Vecchio Continente di costruire un unico spa-

zio umanitario libero. Non poco è stato fatto in termini di preparazione a questo obiettivo. Purtroppo, il dialogo su questi importanti punti è stato interrotto, non per nostra volontà. Fra gli stati dell'UE, l'Italia era uno di quelli favorevoli alla liberalizzazione del sistema dei visti con la Russia. Tuttavia, esiste una certa posizione consolidata all'interno dell'Unione Europea come organizzazione alla quale l'Italia è costretta ad attenersi. Contiamo che le trattative riguardanti questa tematica verranno presto o tardi rinnovate. Nel frattempo, i nostri uffici consolari nella Penisola organizzano la procedura di rilascio del visto nella stretta osservanza degli accordi pattuiti ad un numero non piccolo di cittadini italiani diretti nella Federazione per motivi di affari, per turismo o altri scopi. Qual è l'impatto delle sanzioni sul fatturato reciproco, sugli investimenti, sulla col-

laborazione in materia di piccole e medie imprese? Noi abbiamo più volte ribadito su diversi livelli che l'introduzione in principio di sanzioni personali ed ora anche settoriali nei confronti di Mosca è infondata e controproducente, e che si tratta di uno strumento di aperta pressione sulla Russia che potrebbe in definitiva rivolgersi contro gli iniziatori stessi. Per alcuni mesi abbiamo mantenuto una posizione massimamente sobria ed equilibrata, spiegando pazientemente ai nostri partner che le sanzioni avrebbero potuto avere un effetto boomerang. Infine sono state adottate misure di risposta. Sottolineo il fatto che non si è trattato di una nostra scelta, bensì di una misura obbligata. Gli interessi di una parte di imprenditori italiani - e sul mercato russo ne lavorano a centinaia, fra piccoli e medi imprenditori - ne risentono in modi diversi.


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