2015 09 La Repubblica

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GIOVEDÌ 17 SETTEMBRE 2015

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L’ i n s e r to è p re p a ra to e p u b b l i c a to d a Ro ss i ys kaya G a ze t a ( R u ss i a ) e n o n co i nvo l g e l e st r u t t u re g i o r n a l i st i c h e e d e d i to r i a l i d e Il supplemento rientra nel progetto Russia Beyond the Headlines, che pubblica inserti in diverse lingue, in allegato a The Daily Telegraph, Le Figaro, El Pais

RISCATTO POSSIBILE IL CALO DEI PREZZI PETROLIFERI E LE SANZIONI INCROCIATE STANNO IMPATTANDO SUL QUADRO ECONOMICO INTERNAZIONALE. CHE D'ORA IN AVANTI PUNTERÀ SUI CONSUMI INTERNI E SUGLI INVESTIMENTI

Non solo materie prime da esportare, ma anche consumi e investimenti da sviluppare. L'economia russa tenta la strada della diversificazione per reagire alle difficoltà dovute alla recessione. Il crollo dei prezzi petroliferi ha impattato pesantemente sul paese, che affida all'export delle commodity una parte importante del proprio Pil. La sensazione diffusa sul mercato è che la risalita delle quotazioni non sia dietro l'angolo (non solo l'Opec non appare intenzionato ad alzare le quote, ma pesano anche la frenata della crescita cinese e la distensione tra Stati Uniti e Iran), né vi sono prospettive di superamento a breve delle tensioni in Ucraina, che hanno portato alle sanzioni incrociate con l'Occidente. Proprio questo aspetto, che incide sull'impennata dei prezzi che sta caratterizzando l'inflazione, sta provocando un cambiamento nella produzione di cui poco si è parlato fino a questo momento. Approvvigionarsi di alcuni prodotti (soprattutto quelli agricoli) tradizionalmente provenienti da oltrefrontiera sta diventando un'impresa, per cui la Federazione ha cominciato a produrre in proprio ciò di cui necessita. Una scelta strategica, destinata a rivestire un ruolo importante nel medio-termine, una volta che verranno superate le probabili difficoltà iniziali. Perché potrebbe comportare necessità via via inferiori di import per privilegiare la produzione "Made in Russia", con tutto ciò che di negativo questo può significare per le aziende italiane abituate a esportare nella Federazione. La strada verso la ripresa potrebbe passare anche attraverso una maggiore focalizzazione sugli investimenti pubblici, a cominciare dal nodo infrastrutturale, decisivo per favorire una crescita sostenibile del paese e convincere gli investitori stranieri a creare stabilimenti produttivi nella Federazione. Lo sforzo in atto non è semplice e il risultato non appare scontato, ma di certo la locomotiva si è rimessa in moto dopo l'iniziale sbandamento. E per il 2016 è atteso il ritorno alla crescita.

PAGINE 4-5 NINA KABANOVA

COMMENTI, INTERVISTE E ANALISI SULLA MIGRAZIONE LAVORATIVA NELLA FEDERAZIONE PAGINE 2-3 FRANCOFONIA DI SOKUROV AL FESTIVAL DEL CINEMA DI VENEZIA PAGINA 7


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Società

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Le professioni più praticate dagli immigrati regolari in Russia (Dati del 2014)

attraversando la frontiera dai paesi csi arriva la maggior parte degli immigrati che cercano nella federazione un'occasione di riscatto anche se spesso finiscono nel tunnel della clandestinità

la scommessa dell'integrazione Al pari dell'Europa occidentale, anche in Russia la questione dei migranti è molto sentita e dibattuta nella società. La recessione non ferma gli arrivi: cresce il numero dei rifugiati ucraini che sfuggono al conflitto. vladimir kozlov rbth

Rashid, 20 anni, è arrivato a Mosca dal Tagikistan nel 2014. Abita in un appartamento della periferia nord con suo fratello e parla russo a fatica. Qualche mese fa è stato fermato dalla polizia, che gli ha contestato di non avere il permesso necessario a chi supera i 90 giorni di permanenza nella Federazione e ora non può richiedere la regolarizzazione. «Faccio dei lavoretti quando li trovo. Guadagno circa 20mila rubli al mese (260 euro circa, ndr), a volte anche meno». Si tratta all'incirca di un terzo rispetto agli stipendi medi russi, eppure Rashid non appare intenzionato a tornare indietro.

In arrivo dalla Csi

La maggior parte dei migranti che arrivano in Russia proviene dalle ex repubbliche sovietiche: si tratta di persone attratte dalle opportunità di lavoro e da salari più alti di quelli che potrebbero sperare di ottenere in pa-

tria. Di solito il lavoro si trova solo nelle attività che richiedono una scarsa specializzazione, come muratori e venditori nei mercati. Nikolai Kurdyumov, capo dell'organizzazione Alleanza internazionale "Labor Migration", rileva che l'80-85 per cento di arrivi riguarda cittadini della Comunità degli Stati Indipendenti (Csi), organizzazione di undici membri nata nel 1991 dalle ceneri dell'Urss. Per tutti loro è concesso di entrare nel paese senza visto, a patto di restarvi non più di 90 giorni. Molti, però, scelgono di trattenersi più a lungo, finendo per lavorare in nero. «Che la stragrande maggioranza degli immigrati non abbia uno status legale è davvero penoso», commenta a RBTH Muhammad Amin Madzhumder, presidente della Federazione russa dei migranti. «Secondo il servizio federale per le migrazioni, in Russia ci sono 10 milioni di immigrati, ma solo un milione e mezzo di loro è in regola. Tutti gli altri si trovavano a vivere un'esistenza davvero difficile, senza possibilità di migliorare».

Assimilazione difficile

La storia di Rashid è simile a quella di tanti altri immigrati, senza particolari distinzioni tra giovani e non. Senza

il permesso di lavoro legale hanno poco incentivo a studiare la lingua russa e così faticano ulteriormente a integrarsi a livello sociale. Spesso sono costretti a vivere all'interno di scantinati, magazzini e altri luoghi poco dignitosi. «Chi lavora nell'economia sommersa non andrà mai in un dormitorio pubblico», prosegue Kurdyumov. «Si nasconde per evitare i controlli e spesso si trova circondato da delinquenti che lo derubano del passaporto». La caduta della Russia in recessione, accompagnata da una svalutazione del rublo rispetto alle altre valute, ha fatto diffondere voci relative a un ritorno in massa dei migranti verso i territori di provenienza. Anche se gli esperti ritengono sia ancora prematuro fare dei bilanci in tal senso. «Forse alcuni migranti sono partiti all'inizio di quest'anno, ma la maggior parte di loro è rimasta», riferisce a RBTH Vasilij Kravtsov, capo di Migration XXI Century. Che cita un elemento a supporto del suo ragionamento: «Se si guarda alle rimesse in uscita dalla Russia, queste non sono scese nell'ultimo

anno, anzi in alcuni casi rileviamo un dato in crescita». Al di là dei numeri generali, è in atto un riequilibrio tra le realtà di provenienza: alcuni migranti provenienti dall'Asia centrale sono partiti, ma la loro assenza è stata più che compensata dall'arrivo di rifugiati dall'Ucraina.

Rimesse Dalla Russia gli immigrati regolari mandano in patria più soldi rispetto agli altri paesi (dati in milioni di euro)

ITALIA

RUSSIA

9.237

Gaia Russo

18.318

I luoghi comuni da sfatare Fonte: Fondazione per lo Sviluppo dell’economia agricola, dati 2014

Come cambiano le transazioni Miliardi di euro 2,2 1,6

1,8 1,8

1,3 1,3 0,8 0,9

2014 Gen Feb Mar Apr Mag Giu

1,0

1,1

1,0 1,0

2015 Gen Feb Mar Apr Mag Giu

Le rimesse dalla Russia nei paesi di CSI Milioni di euro Uzbekistan

1.018

Tagikistan

616

Kirghizistan

505

Ucraina

466

Kazakistan

131

Armenia

229

Bielorussia

71 7

Fonte: Banca Centrale della Russia

Gaia Russo

280

Moldavia Turkmenistan

Normativa in evoluzione

301

Azerbaigian

Per anni, nella società russa è prevalso un sentimento di ostilità nei confronti degli immigrati, basato sull'assunto che sottraggono posti di lavoro ai russi e tendono a delinquere: due elementi che in realtà non trovano riscontro nelle statistiche. «Non è corretto pensare che i lavoratori migranti sottraggano posti di lavoro ai russi», spiega Kurdyumov. «Per lo più, infatti, sono occupati in settori che richiedono poche qualifiche e sono a bassa retribuzione. Si tratta di lavori che ai russi non interessano». Inoltre, da gennaio a giugno di quest'anno soltanto il 2 per cento di tutti i reati commessi e regolarmente denunciati in Russia è stato commesso da cittadini stranieri: lo si evince dai dati pubblicati dal sito web del ministero degli Interni. Malgrado ciò, tenuto conto che la questione degli immigrati resta acuta, le autorità stanno prendendo provvedimenti per migliorare la situazione. Nei mesi scorsi è stata varata una

novità molto importante, che consente ai migranti dalla Csi di acquistare autorizzazioni, invece che fare domanda per ottenere il permesso di lavoro. A differenza di quest'ultimo, l'autorizzazione consente a chi ne è intestatario di cambiare datore di lavoro, se necessario, e con essa la procedura per ottenere un regolare permesso di lavoro è semplificata. Questo nuovo sistema, tuttavia, presenta anche svantaggi. A Mosca per un'autorizzazione un migrante deve spendere da 60mila a 70mila rubli (da 870 a 1.100 euro, ndr) all'anno, una cifra che per molti è insostenibile. Di conseguenza, ci sono ampi margini per loschi giri di falsi e corruzione. «Non è certo un segreto che molti certificati rilasciati dalle assicurazioni mediche e da chi offre corsi di lingua, indispensabili per ottenere le autorizzazioni, siano semplicemente acquistati da dubbie società, desiderose di guadagnare sfruttando la situazione», dice Kravtsov. «Molti altri immigrati sono rimasti oltre la scadenza del permesso di soggiorno continuando a lavorare illegalmente e per farlo è bastato loro corrompere gli agenti di polizia». Altri esperti esprimono un cauto ottimismo in merito alle prospettive che offre il sistema delle autorizzazioni. «L'auspicio è che grazie a questo sistema almeno una parte degli immigrati riesca a uscire dalla clandestinità», conclude Kurdyumov.


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Società

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Gaia Russo

Racconti I tagiki spesso soffrono più di altri nell'apprendere lo stile di vita russo

"Il nostro cammino verso Mosca" Ciascun immigrato si porta dietro una storia, esperienze e conoscenze, tanto da rendere difficile tracciare un profilo di chi arriva in Russia alla ricerca di un riscatto. Che quasi mai risulta essere a portata di mano. stefania zini, lyudmila petukhova rbth

yuri kozyrev/Noor

il commento

Migrazioni e crisi economica sfide connesse nel mondo globale Vladimir Zorin

esperto

L

'opinione pubblica russa e gli esperti seguono con attenzione la situazione legata all'ondata di profughi che si è abbattuta sull'Europa, poiché oggi i processi migratori hanno un carattere globale. Per la Russia si tratta di una questione di stringente attualità, essendo sia un paese di accoglienza, che di emigrazione e di transito. Anche noi abbiamo subito di recente un'ondata migratoria accogliendo circa mezzo milione di profughi ucraini: una cifra pari per entità a quella della crisi che sta colpendo l'Europa. Il problema delle migrazioni non è nuovo per il Vecchio Continente. Negli ultimi anni il flusso degli immigrati clandestini è aumentato a causa delle crisi economiche e dell'instabilità politica che caratterizza i confini dell'Unione europea, ma sono stati la comparsa dell'Isis e l'escalation del conflitto in Medio Oriente a produrre la crisi attuale. Il fenomeno è provocato da una serie di cause. Ad esempio pesano i complessi meccanismi burocratici di approvazione e adozione delle soluzioni. Quindi la mancanza di volontà politica di parte dell'establishment e la pluralità di visioni sul futuro dell'Ue. I paesi europei si sono mostrati impreparati a cooperare per arrivare a soluzioni congiunte, provocando un certo smarrimento nella leadership dell'Ue. Oggi ogni stato cerca di salvarsi da solo. Nella congiuntura attuale, l'Europa avrebbe bisogno di adottare un complesso di provvedimenti urgenti sia al suo interno, che all'esterno. Sul primo versante è necessario rivedere la Convenzione di Dublino, secondo cui spetta a un solo stato mem-

bro l'esame della domanda di asilo. Come del resto occorre unificare al più presto le norme e le procedure per il controllo dei documenti. Sul fronte della politica estera occorre adottare delle misure di controllo delle frontiere da parte delle forze dell'ordine e misure amministrative per rafforzare i confini. È necessario, per esempio, intensificare il pattugliamento dei confini marittimi e la lotta contro gli scafisti per evitare la perdita di vite umane. E naturalmente occorre aiutare i paesi dell'emigrazione per ridimensionare il numero degli arrivi. L'Ue e l'Onu devono inviare aiuti ai migranti che si concentrano in Libia, la cui quota preponderante è stanziata sulle coste. Occorre in particolare soffermarsi sugli sforzi compiuti dalla diplomazia per stabilizzare la situazione in Medio Oriente, in primo luogo in Siria e in Libia. Riguardo all'immediato futuro si può ipotizzare che l'Europa accolga quei migranti che già si trovano sul suo territorio, ma questo comporta anche seri rischi. In primis la minaccia del terrorismo, dal momento che potrebbero nascondersi degli estremisti. L'altro rischio è che possano esplodere conflitti interetnici tra gruppi eterogenei di immigrati, che si trovavano fino a poco prima su parti diverse della barricata. Altri fattori di pericolo potrebbero essere prodotti dal rifiuto della presenza dei migranti da parte delle popolazioni locali e dalla crisi della politica del multiculturalismo. Una situazione, dunque, di difficile soluzione. L'autore è vicedirettore dell'Istituto di Etnologia e antropologia dell'Accademia delle scienze russa e membro del Consiglio per le relazioni internazionali presso la Presidenza della Federazione russa

«Se in passato la maggior parte dei migranti tagiki veniva in Russia solo per guadagnare, ora molti sono spinti da motivi culturali e religiosi». Inizia così il racconto di Abdullo Davlatov, presidente dell’Associazione dei tagiki di Russia. «Non so per quale ragione, ma l'attuale governo del Tagikistan sta imponendo numerosi divieti», sottolinea preoccupato. Abdullo racconta come queste proibizioni stiano causando diverse inquietudini sociali nel paese. Ma le ragioni dietro alle emigrazioni sono anche altre: ad esempio la forte svalutazione del somoni (moneta locale) e il timore che nel paese possa scoppiare la guerra. A Mosca Davlatov, medico di mezza età, si trova a suo agio, come dimostra anche la facilità con cui si esprime in lingua russa. È un uomo colto e di buone letture, nomina durante il discorso la caverna di Platone, fa riferimenti all'antropologia. È davvero piacevole ascoltarlo parlare. Dalla sua analisi emerge che gli immigrati provenienti dai paesi Csi hanno un innegabile vantaggio nell'ottica dell'integrazione. «Come in passato, al tempo dell'Urss, i tagiki continuano a considerare la Russia la loro grande patria e Mosca il difensore dei loro interessi. Nelle kishlak (paesi piccoli) finora pensano che la Russia sia l'Unione Sovietica». Detto questo, si dimostra piuttosto scettico nei confronti degli esami che gli immigrati devono sostenere nella Federazione. «A mio parere l'esame di lingua e legislazione russa è assolutamente inutile. I tagiki che vengono qui oggi conoscono a malapena la propria lingua, la loro storia e il diritto: imporre loro di imparare in due settimane la lingua di Tolstoj è prendersi in giro». Le storie di chi si è spostato sono emblematiche. Khushang Bekikov è un ragazzo di 25 anni originario del Pamir. Abita a Mosca da poco più di un anno, ma già si sente integrato. «Lavoro come rappresentante commerciale», racconta. Dopo essere stato bocciato una prima volta agli esami, ha cominciato a frequentare il centro nel quale si svolgono i test, sommergendo il personale di domande. «Non è stato facile superare lo shock della bocciatura - racconta via telefono Khushang - Mi sono vergognato tanto per non aver superato l'esame anche perché nella mia famiglia tutti parlano correntemente il russo». Artur Baturgaliev, che ha esaminato Khushang, rivendica l'importanza del test: «Quest'esame aiuta gli stranieri ad adattarsi alla Russia. Inoltre fornisce loro informazioni molto utili per evitare problemi di diverso genere. Spesso un migrante non conosce né i suoi diritti, né i suoi doveri e per questo rischia di finire vittima dei datori di lavoro che se ne vogliono approfittare». Insomma i punti di vista sono differenti. Come quello di Karimdghan Yorov, un tagiko trasferitosi nel 1993 da Dushanbe, che afferma di sentirsi ancora estraneo a Mosca. Inizialmente ha lavorato in fabbrica, poi in un ristorante come cuoco e al mercato. Adesso rappresenta un'organizzazione non-profit che difende i diritti umani dei tagiki e lavora come giornalista. Karimdghan, insomma, ha un buon lavoro e inoltre è sposato con una donna russa, eppure non ha ancora ottenuto la cittadinanza. «Chiunque tenti di esprimere la propria opinione su ciò che accade in Tagikistan, viene seguito dagli organi di sicurezza del paese, controllato, talvolta minacciato o accusato di essere un terrorista o un estremista, anche se risiede a 5mila chilomentri di distanza da casa». Secondo Karimdghan, nella società russa è diffusa l'avversione verso gli immigrati che arrivano dall'Asia Centrale. «Noi tagiki qui in Russia rimaniamo comunque ospiti stranieri non desiderati e non riusciamo realmente a integrarci nella realtà sociale locale, soprattutto qui a Mosca, dove il termine tagiko è quasi diventato sinonimo di criminale». Abdullo Davlatov conferma che secondo il sondaggio del "Centro russo per lo studio dell'opinione civile", esattamente il 93% dei russi ha un'opinione negativa dei tagiki. Ma è vero anche che i cittadini russi diventano più tolleranti. Secondo il centro di statistica russo Leva-

da, nell'agosto di quest'anno il 41% dei rispondenti ha dichiarato che è opporuno aiutare i migranti illegali a registrarsi, trovare lavoro e assimilarsi. Nel 2013 si era espresso in questa direzione solo il 19% degli intervistati. Segno evidente di come sta cambiando la sensibilità delle persone, in linea con una tendenza che si sta affermando a livello internazionale.

Le norme che regolano gli ingressi Dall'inizio di quest'anno tutti gli stranieri che arrivano in Russia e intendono restarci per più di 90 giorni sono tenuti a sostenere un esame, finalizzato a saggiare il potenziale di integrazione. Il superamento della prova consente - a seconda dei casi di ricevere il permesso di lavoro, il diritto alla residenza stabile, il permesso di soggiorno e, dopo un lungo percorso, la cittadinanza russa. Insomma, tutta la trafila per chi ambisce a stabilizzarsi nella Federazione. Tutti gli esami sono articolati secondo un meccanismo che prevede tre moduli: la lingua russa, la storia del paese e le principali normative che regolano la coesistenza all'interno della Federazione. Ogni documento richiede livelli diversi di conoscenza e approfondimento. Così, ad esempio, per ottenere il permesso di lavoro è necessario rispondere a venti domande, focalizzate soprattutto sulla lingua e la storia russe. La promozione arriva se si risponde positivamente almeno al 50% dei quesiti. L'esame per ricevere la residenza o il permesso di soggiorno prevede invece 20 domande sotto forma di test. Per la residenza occorre rispondere correttamente ad almeno la metà delle domande, mentre per il permesso di soggiorno è necessario dare il 70% di risposte corrette. I centri dove si tengono questi esami non organizzano corsi di preparazione, ma al loro interno vi sono salette riservate per lo studio e l'approfondimento delle materie oggetto dei test.

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Economia

Il calo dei prezzi petroliferi suggerisce di ripensare a fondo il modello economico vigente. Un cambiamento di paradigma potrebbe produrre effetti importanti nel medio termine. ANNA KUCHMA RBTH

La Russia ha chiuso il primo semestre con il Pil in calo del 3,6%, a causa del combinato disposto tra le sanzioni occidentali e il crollo dei prezzi petroliferi. Considerato che queste due zavorre non sono destinate a cedere il passo a breve, le autorità di Mosca sono impegnate per assicurare una maggiore diversificazione alle entrate dello Stato. Un compito non facile, considerato che mettere in campo risorse pubbliche è complicato a fronte della recessione in atto. Ma necessario per impedire la stagnazione.

Il peso dei prezzi petroliferi

Un anno fa i prezzi del petrolio hanno avviato la discesa dai 115 dollari al barile, fino a toccare i 45,8 dollari lo scorso 17 agosto. Un tracollo che non poteva non avere effetti su un'economia che conserva una forte dipendenza dall'oro nero e dal gas. A livello mondiale gli esperti stimano un eccesso di offerta rispetto alla domanda tra i due e i tre milioni di barili al giorno. Uno squilibrio che lascia pochi spazi a una ripresa delle quotazioni a breve. A maggior ragione dopo il rallentamento della crescita cinese, che è tra i principali consumatori di petrolio (12% del mercato mondiale). Inoltre va considerato che la distensione tra Iran e Stati Uniti promette di aprire a breve il paese mediorientale ai mercati internazionali dopo la lunga stagione delle sanzioni. Il calo dei prezzi petroliferi ha avuto ripercussioni negative anche sul fronte valutario, con il rublo che ha ceduto in maniera pesante. Come osserva Valerij Mironov, vice direttore del Centro di sviluppo Vshe, «nessun paese tra i grandi produttori di materie prime ha visto una svalutazione della propria divisa come accaduto alla Rus-

sia». Su questo trend ha pesato anche la questione delle sanzioni occidentali legate alle tensioni in Ucraina. Il risultato è stato un aumento generalizzato dei prezzi, con un'inflazione al 15% che ha compresso il potere d'acquisto delle famiglie.

La difficoltà di accesso al credito

Un altro ostacolo alla crescita è co-

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stituito dai costi elevati di accesso al credito. I tassi di interesse applicati alle famiglie e alle imprese sono saliti in parallelo con i tassi ufficiali, che la Banca centrale russa ha portato fino al 17% per combattere la tempesta abbattutasi sul rublo. In un secondo momento il coefficiente è stato abbassato al 10,5%. Come risultato è stato diminuito il credito sia verso le aziende, che nei confronti dei privati. Anche il sistema finanziario ha risentito di questo insieme di fattori negativi. Secondo le rilevazioni della Banca Centrale russa, nei primi cinque mesi dell'anno gli istituti di credito della Federazione hanno conseguito profitti per 9 miliardi di rubli, corrispondenti a circa 117 milioni di euro, contro i 589 miliardi di rubli (7,7 miliardi di euro) registrati nello stesso periodo del 2014. Questa enorme differenza si spiega con il fatto che le banche si sono trovate costrette ad alimentare le proprie riserve. Questo problema ha coinvolto anche le filiali delle banche estere, molte delle quali hanno dovuto chiudere una serie di sportelli nella Federazione, con ricadute sul piano occupazionale. Una scelta compiuta, tra gli altri, dalla scandinava Nordea bank, dalla branch russa della ceca Bank Home Credit, oltre che da Raiffeisenbank. Secondo le statistiche della Banca Centrale, per l'anno 2014 il numero degli uffici è diminuito del 3,7%, mentre per i primi quattro mesi

I COMMENTI DEGLI ESPERTI

Sergei Aleksashenko

RIPRESA POSSIBILE

ECONOMISTA

"

Se nel biennio 2008-2009 abbiamo assistito a una caduta verticale dell'industria e del trasporto, questa volta la maggior parte degli indicatori sta calando in maniera molto più lenta"

Maksim Petronevich VICE DIRETTORE DEL CENTRO DI PREVISIONI ECONOMICHE GAZPROMBANK

"

L'effetto negativo delle sanzioni si può stimare in circa l'1% del Prodotto interno lordo russo, rispetto a un calo complessivo di questo indicatore nella misura del 3,6% nel confronto con un anno fa. Dunque ci sono anche altre ragioni dietro la recessione che stiamo vivendo"

IL CALO DEI PREZZI DEL PETROLIO IL PESO DELLE SANZIONI ECCO QUALI SONO LE STRADE DA PERCORRERE PER EVITARE LA STAGNAZIONE

Anton Soroko ANALISTA DELLA SOCIETÀ DI INVESTIMENTO FINAM

"

I flussi degli investimenti russi si stanno gradatamente redistribuendo dall'Unione Europea e dagli Stati Uniti verso i paesi dell'area Asia-Pacifico, dove vi sono le risorse indispensabili, dove esistono basse barriere amministrative e i rapporti con la Russia sono in piena espansione. Quest'ultimo è un fattore decisivo per chi investe"

del 2015 il settore bancario ha ristretto la sua rete già del 5%.

Misure straordinarie per la crescita

La crisi ha costretto il governo a cambiare metodo nella pianificazione del bilancio, con il progetto triennale che è stato integrato da misure straordinarie per il 2016. In particolare, è stato

allentato il legame tra entrate, uscite e prezzo del petrolio. «Questo consentirà di ridurre le spese federali rispetto al programma triennale», spiega Maksim Petronevich, vice direttore del Centro di previsioni economiche Gazprombank. Che aggiunge un altro elemento: le sanzioni incrociate stanno spingendo la Federazione a rilanciare la produzione nazionale, soprat-

tutto nei settori alimentare, abbigliamento e scarpe. Un fattore che dovrebbe contribuire a rilanciare il Pil nel 2016, anche se solo nella misura dello 0,6%. «Attualmente la crescita riguarda solo il settore dell'agroindustria, del tessile e del chimico, una componente che pesa per il 7% sulla ricchezza prodotta ogni anno nel paese», aggiunge Petronevich.

IL COMPLESSO DEGLI EDIFICI DEL MINISTERO RUSSO DELLA DIFESA SUL LUNGOFIUME FRUNZENSKIJ

IL FESTIVAL INTERNAZIONALE MOSCOVITA "CIRCLE OF LIGHT" FESTEGGIA QUEST'ANNO LA QUINTA EDIZIONE. INSTALLAZIONI LUMINOSE, VIDEO PROIEZIONI E GIOCHI DI LUCE FARANNO RISPLENDERE CONTEMPORANEAMENTE NOVE LOCATION ALL'INTERNO DELLA CAPITALE RUSSA lightfest.ru

Artisti provenienti da Russia, Francia, Gran Bretagna ed Emirati Arabi proietteranno sulle pareti del Ministero e sul ponte Andreevskij, che attraversa la Moscova, spettacolari giochi di luce NEGOZIO CENTRALE PER BAMBINI SULLA LUBJANKA Incredibili giochi di luce coloreranno la facciata principale del negozio nel cuore di Mosca, facendo rivivere personaggi del mondo delle fiabe e creature fantastiche

Per l'esperto, una spinta alla crescita in grado di produrre effetti nel breve periodo potrà arrivare solo dalla realizzazione di grosse infrastrutture e di progetti legati alle materie prime. In questo ambito la Russia scommette molto sulla cooperazione con i paesi dell'Asia-Pacifico. Al fine di attrarre gli investitori, il governo russo ha deciso di organizzare quest'anno a Vla-

Dal 26 settembre al 4 ottobre

MOSCA


Economia

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Carne, latte e cereali Se le sanzioni rilanciano la produzione interna L'embargo su alcuni prodotti favorisce il ritorno al "Made in Russia". E la Federazione riscopre così una vocazione agricola dimenticata negli ultimi anni. ALEKSEI LOSSAN RBTH

CORBIS/EAST NEWS

divostok il "Forum economico dell'est". Un evento che ha visto la firma di 80 contratti per un valore superiore a 1,3 miliardi di rubli. Secondo l'analista della società di investimento Finam, Anton Soroko, attraverso la formazione di nuovi partenariati con i paesi asiatici, l'economia della Russia potrà uscire dall'attuale condizione di stagnazione.

IL NUMERO

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dollari: di tanto è sceso il prezzo dell'oro nero negli ultimi 15 mesi

I venti della recessione non hanno colpito il settore dell'agricoltura russa, che negli ultimi mesi sta riscoprendo una vitalità che si era persa per diverso tempo. Merito delle sanzioni incrociate tra Occidente e Russia, che hanno spinto la Federazione a riscoprire la produzione domestica. «L'introduzione nell'agosto 2014 dell'embargo sulle forniture di prodotti provenienti da una serie di paesi ha favorito la politica di sostituzione delle importazioni», spiega Elmira Krylatykh, titolare della cattedra di Economia aziendale presso l'Accademia russa di Economia nazionale e Pubblica amministrazione sotto la Presidenza della Federazione Russa (RankhiGs). L'esperto sottolinea che negli ultimi nove mesi il calo del valore delle importazioni è del 27%, con un picco del 33% per quel che concerne carne e latte. Numeri importanti, che hanno portato i russi a ripensare i sistemi e il ritmo della produzione. Le statistiche finanziarie indicano che il settore è in buona salute, con un saldo netto (profitti meno spese) per le aziende del settore che nel primo trimestre si è attestato a quota 91,3 miliardi di rubli (circa 1,3 miliardi di euro), contro i 32,3 miliardi di rubli (420 milioni di euro) registrati un anno fa. Inoltre, il Ministero dell'Agricoltura segnala che le superfici coltivate a patate e ortaggi sono aumentate di una volta e mezza nel giro di dodici mesi. «Nei primi primi mesi del 2015, grazie all'azione congiunta della svalutazione e delle sanzioni sui prodotti alimentari, l'agricoltura è rimasta l'unico settore dell'attività economica che ha registrato una crescita sensibile» spiega Natalia Shagaida, direttrice del Centro di politica agro-alimentare dell'Accademia russa di Economia nazionale e Pubblica amministrazione sotto la Presidenza della Federazione Russa. Inoltre Aleksei Kozlov, analista di Ufs Ic, rileva che la sostituzione dell'import nel campo del food riguarda soprattutto carne (in particolare quella suina), ortaggi, frutta, frutti di bosco e cereali. «A causa della svalutazione del rublo, il grano russo nel mercato globale è diventato più concorrenziale e la domanda è in costante crescita», spiega Timur Nigmatullin, analista di Finam. In particolare, le forniture alla Giordania sono aumentate del 90%, verso l'Arabia Saudita del 78% e quelle dirette in Nigeria del 70%. L'export verso la Turchia ha segnato un progresso del 34,5%, tanto da rendere Ankara la principale destinazione del grano russo che varca le frontiere. Ma va considerato anche un altro aspetto: nella produzione casearia si registra una forte carenza di formaggio, che non riesce a compensare il calo delle forniture d'importazione. Resta da capire come evolverà la situazione nei prossimi mesi, anche alla luce delle relazioni internazionali.

Il bilancio del 2015 dovrebbe chiudersi con il Pil in calo del 3,2% rispetto allo scorso anno. La stima è del ministro dello Sviluppo economico, Aleksei Ulyukaev, secondo quanto riferisce il giornale Rbk-Daily. Per il 2016 è atteso un rialzo del prezzo petrolifero, con una media di 55 dollari a barile. Un valore in crescita del 20% rispetto a oggi, ma che resta comunque molto distante dai valori registrati fino a un anno e mezzo fa PER SAPERNE DI PIÙ

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SUL SITO La crisi del rublo commentata dagli imprenditori della Federazione PER MAGGIORI APPROFONDIMENTI

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DA NON PERDERE MERANO FORUM SULLA MOBILITÀ E IL TRASPORTO

Il 25 e 26 settembre nelle sale del Kurhaus si terrà un convegno sullo sviluppo futuro del trasporto che coinvolgerà le ferrovie russe e i principali nomi delle autorità legate a questo settore

La facciata del teatro moscovita si trasformerà in una tela sulla quale verranno proiettati giochi di luce sul tema dell'opera "Carmen" e del balletto "Il lago dei cigni" STAGNI DEL PATRIARCA Gli eroi del famoso romanzo di Mikhail Bulgakov "Il Maestro e Margherita" prenderanno vita sulla superficie d'acqua del lago nel centro della città

IL COMMENTO

Export, il trend è negativo ma si confida nella moda Rosario Alessandrello

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ESPERTO

e sanzioni che l’Ue ha introdotto da luglio a dicembre 2014 sono di tipo economico (volte a colpire l'esportazione di tecnologie upstream, dual use e del settore militare), finanziario, commerciale nonché rivolte a personalità giuridiche e persone fisiche. In risposta, da parte della Federazione russa sono state introdotte contromisure che puntano a danneggiare l'importazione di prodotti dall'Ue. Il volume degli scambi commerciali tra Italia e Federazione Russa, in questo periodo di crisi economico-finanziaria largamente diffusa e di sanzioni, continua a diminuire, rafforzando quindi la tendenza negativa che lo ha caratterizzato a partire dal 2014 e nel primo semestre del 2015. In base ai dati Rosstat delle dogane russe, note negative riguardanti le esportazioni verso la Russia provengono da tutti i settori italiani: in particolare nel 2015 sarà registrato - rispetto all'anno 2014 e in costante trend negativo dal 2013 - un calo nei settori: "mezzi di trasporto" (oltre il 60%); "agroalimentari e bevande" (oltre il 44%); "arredamento ed edilizia" (circa il 30%) e "moda e accessori" (oltre il 22%). La flessione dell'interscambio tra Italia e Russia è influenzata anche dalle minori importazioni italiane di gas, greggio e materie prime russe. Oltre al danno diretto dal mancato export verso la Russia, è possibile individuare danni indiretti e permanenti, la cui quantificazione non appare agevole da misurare. Ad esempio l'esportazione di alcuni prodotti italiani (in particolare del comparto ortofrutta) che venivano esportati in Russia anche attraverso "triangolazioni" con partner europei come Germania e Olanda; l'esportazione di "impianti" industriali, data la mancanza di crediti all'export e ai committenti russi sanzionati come personalità giuridiche; difficoltà finanziarie in valuta per gli investitori russi in Italia e quelli italiani in Russia; per non parlare dei prodotti che non esportati in Russia si riversano negli altri paesi europei. I danni permanenti è facile intuirli, ad esempio con la comparsa dei "prodotti sostitutivi", che i russi stanno introducendo nelle loro abitudini di consumo e che difficilmente saranno riconquistati. Ciò considerato, è evidente che continuare con la politica delle "sanzioni" sia da parte dell'Ue, che della Federazione, porterà danni irreversibili alle esportazioni italiane, accentuando i punti di debolezza intrinsechi nelle categorie dell'export italiano verso la Russia. I semilavorati industriali godono di buona reputazione e sono collocati nella fascia alta del mercato, confermando il successo del settore chimico e farmaceutico. La meccanica e componenti soffrono per le difficoltà di accesso al credito e per i costi elevati delle assicurazioni all'export, nonché per la scarsa preparazione delle aziende italiane a partecipare ai tender russi. Automobili e mezzi di trasporto evidenziano un sensibile arretramento delle esportazioni, anche se grazie alle auto di lusso come Ferrari e Maserati risultiamo fra i leader nel segmento. Nell'arredamento sono presenti forti restrizioni del sistema bancario nella concessione di crediti mobiliari ed il sistema distributivo non è sufficientemente sviluppato. E anche alcuni settori come quelli relativi alla moda e alla vendita di accessori sono condizionati dalla forte stretta sui crediti al consumo, che ha limitato le disponibilità finanziarie degli operatori e dei consumatori. Infine, le difficoltà sono evidenti anche nella dimensione geografica del mercato stesso, che non agevola il trasferimento dei prodotti. Si pensi al caso dell'agroalimentare: pesano un sistema complesso di certificazione e registrazione, la debole presenza nella grande distribuzione e l'esistenza di un regime delle licenze per gli alcolici e gravi misure restrittive in vigore da agosto 2014. Anche qui l'Italia continua a cavarsela meglio degli altri e a ricoprire posizioni di leadership per vini e pasta, olio e acque minerali, bevande, prodotti da forno e caffè. L'autore è presidente della Camera di Commercio Italo-Russa

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TEATRO BOLSHOJ T R AV E L 2 M O S C O W. C O M

LE PREVISIONI

VDNKH Il restaurato parco Vdnkh ospiterà uno spettacolo di luci al led con la partecipazione di alcune star russe del pattinaggio su ghiaccio. Il padiglione principale, poi, farà da sfondo al "concerto" di luci e musica di Dmitri Malikov. Le installazioni luminose accoglieranno i visitatori all'ingresso del parco per accompagnarli lungo il viale principale FIUME MOSCOVA

CHISTYE PRUDY La proiezione "La vita nella città della luce" decorerà uno dei luoghi di incontro più frequentati dalla gioventù moscovita

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Dalla Casa della Musica alla stazione Paveletskaja, fino al lungofiume Luzhnetskij, sfilerà una barca dalla quale verranno proiettati video multimediali sulle rive della Moscova


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Chiesa

VERA MARRACCINI RBTH

Alla fine del mese nella sede delle Nazioni Unite di NewYork potrebbe svolgersi l'incontro tra Papa Francesco e il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin (entrambi sono attesi alle celebrazioni dell'assemblea generale dell'Onu). Si tratterebbe del terzo incontro tra i due, il primo al di fuori del Vaticano. Nel frattempo uscirà in lingua italiana il libro del Patriarca Kirill. La sua presentazione si svolgerà anche in questo caso in Vaticano alla presenza del presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, il metropolita di Volokolamsk Hilarion. Hilarion arriverà a Roma da Milano, dove ha presenziato all'inaugurazione all'Expo della mostra "La missione della Chiesa Ortodossa Russa nel mondo contemporaneo". All'Onu, dove è atteso l'intervento di Papa Francesco, si affronteranno temi di attualità come l'emergenza profughi, i conflitti armati e la povertà. Questioni sulle quali la Chiesa cattolica ha una posizione molto chiara e precisa, che coincide per la maggior parte con la visione della Chiesa ortodossa russa sui problemi della contemporaneità. Negli ultimi anni i due rami del cristianesimo che si erano divisi dopo la scissione del 1054 si sono riavvicinati molto più di quanto possa sembrare. Restano degli divergenze, legate soprattutto a questioni teologiche, ma c'è una preoccupazione condivisa: la perdita di quei valori tradizionali sui quali si è fondata tutta la civiltà europea e che ora rischiano di andare perduti. La difesa dei cristiani in relazione al diffondersi dell'estremismo islamico è uno dei

gli ultimi dati, gli ortodossi nel Belpaese sono la seconda confessione più numerosa dopo i cattolici. E anche questo è molto significativo. Uno dei centri più importanti ortodossi in Italia è la città di Bari, dove si trovano le tanto venerate reliquie di San Nicola, che sono state spostate lì nel 1087 da Myra (nell'attuale Turchia), dove il santo predicava tra il III e il IV secolo. Su volere di Papa Urbano II, a Bari venne realizzata una cattedrale, dove le reliquie vengono conservate ancora oggi nella cripta. Poco più di cento anni fa, in quei luoghi apparve una tenuta ortodossa russa con la sua chiesa di Nicola (su progetto dell'architetto Aleksei Shchusev, autore del mausoleo). Oggi questo complesso è passato alla Chiesa ortodossa russa e qui è stato realizzato un rifugio per i pellegrini. Come racconta l'abate del monastero di Bari, padre Andrei, ogni anno a Bari, che tempo fa si chiamava in maniera russa Bargrad, arrivano sempre più pellegrini ortodossi. Ed è così che il capoluogo pugliese è diventato uno dei punti di riferimento per i russi, con un gran numero di persone che si sobbarcano un lungo viaggio pur di arrivare a chiedere una grazia, un miracolo al santo. Naturalmente, Roma rimane il principale centro spirituale per gli ortodossi, la città dove il cristianesimo mise le sue radici duemila anni fa. Roma ospita tra le altre cose il tempio cristiano di Santa Caterina, costruito su una collina in vicinanza simbolica alla Cattedrale di San Pietro. Un punto di riferimento per tutti gli ortodossi presenti nella capitale. «Chiamiamo il nostro tempio 'la casa russa sulle rive del Tevere', perchè cerchiamo di vivere come una grande famiglia. I preti conoscono

Fede Da Roma a Bari, passando per Venezia, crescono le parrocchie ortodosse

IL COMMENTO

Passi in avanti nel dialogo tra religioni Metropolita Hilarion

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IL NUMERO

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anni ha compiuto la parocchia ortodossa a Roma. Luogo di riferimento per i russi nella capitale

ra gli ortodossi e i cattolici esistono differenze rilevanti nella sfera dei dogmi e degli insegnamenti. Tuttavia le due Chiese hanno avviato da tempo una fase di dialogo che è stata agevolata dal superamento bilaterale dei limiti di una contrapposizione che ostacolava il dialogo. Grazie alla disponibilità reciproca, che ha favorito la discussione sulle differenze che ancora persistono tra noi, il rapporto tra gli ortodossi e i cattolici ha potuto compiere nuovi passi avanti. Va osservato che nella visione ortodossa del dialogo teologico ogni percorso che conduce a un avvicinamento passa attraverso un ritorno alla tradizione del primo millennio, al retaggio che accomuna ortodossi e cattolici. Oggi ravvisiamo nei cattolici un'aspirazione a cooperare con la Chiesa Ortodossa sia ai massimi livelli gerarchici che a livello di diocesi, comunità e movimenti. Appare di vitale importanza unire i nostri sforzi per difendere i cristiani da persecuzioni che hanno raggiunto livelli spaventosi in Medio Oriente. Dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere per attirare l'attenzione della comunità internazionale verso questa situazione disastrosa e fermare il massacro dei cristiani e il loro esodo massiccio da luoghi dove hanno vissuto per secoli. Sono lieto che la Santa Sede stia cooperando in quest'ambito con la Federazione russa. Oggi anche nei paesi più ricchi, dove la libertà di religione dovrebbe essere tutelata dalla legge, i cristiani faticano sempre più ad affermare i propri principi nelle questioni morali e sociali e a difendere le verità del Vangelo di fronte al secolarismo militante. In una tale situazione è necessario che si uniscano tutti gli sforzi di quei cristiani che ancora conservano i propri valori tradizionali. È, inoltre, indispensabile che prosegua il nostro dialogo con la Chiesa Cattolica Romana poiché esso risulta utile sia ai cattolici che agli ortodossi ed estremamente attuale per la missione che siamo chiamati a svolgere nel mondo contemporaneo. L'autore è presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca

HEMIS/LEGION-MEDIA

difficoltà e gioie dei parrocchiani, li aiutano e sostengono», spiega padre Antonij della Cattedrale di Santa Ekaterina. In ascesa tra gli ortodossi che vivono a Roma vi è anche la Chiesa Svyatonikolskaya, che si trova nella casa amata da Maria Chernyshova, nobildonna russa, poco lontano dalla stazione Termini. Roma è una parrocchia ortodossa dal 1893, ma ancora più antico è il riconoscimento di Venezia: risale infatti al 1783 la partenza del conte Sergei Pomanovich Vorontzov alla volta della Santissima Repubblica veneziana con l'obiettivo di realizzare una cappella privata con i nomi degli apostoli Pietro e Paolo. Ma la vita della prima chiesa russa a Venezia fu breve. Nel 1797, dopo la caduta della Repubblica di San Marco, la chiesa fu abolita insieme all'ambiasciata. La comunità ortodossa di Venezia custodisce numerose relique cristiane che mostrano la testimonianza delle radici comune delle due fedi.

In nome di uno stesso Dio

UFFICIO STAMPA

compiti generali di entrambe le chiese, alla base delle quali ci sono le stesse radici. E, così come ha detto il metropolita Hilarion, per percepire queste radici è sufficiente recarsi a Ravenna, dove sono conservati templi con gli splendidi mosaici paleocristiani in stile bizantino. Ed è proprio da qui che parte il nostro giro lungo la Penisola per scoprire alcuni tesori della religione. Partiamo con una premessa: occorre sempre distinguere le relazioni tra la Chiesa ortodossa russa e quella Cattolica di Roma, e tra lo Stato del Vaticano e la Russia. Secondo le parole dell'Ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Federazione russa in Vaticano, Aleksei Avdeev, il Vaticano per la Russia è uno Stato interessante, nonché un partner importante. «Essendo uno dei più importanti centri spirituali e religiosi del mondo, l'unico a godere dello status di Stato, in politica estera si concentra sulla creazione di normali condizioni per la libertà di religione, della tutela dei diritti dei cristiani, non solo cattolici, ma di tutto il mondo», spiega il diplomatico russo. Che aggiunge: «Per questo motivo il Vaticano è interessato a rafforzare la stabilità internazionale, la sicurezza, la regolamentazione dei conflitti attraverso mezzi pacifici e difende l'osservazione dei diritti fondamentali del diritto individuale e pubblico. E ciò praticamente aderisce alla nostra visione russa del mondo. Oggi stiamo constatando che gli obiettivi di politica estera del Vaticano sono molto vicini ai nostri». Anche se non si può parlare di compenetrazione, tra i cattolici e gli ortodossi si è creata una piena coesistenza di amicizia. In totale, in Italia esistono una sessantina di parrocchie della chiesa ortodossa, che al momento sono unite nell'Amministrazione delle parrocchie italiane. Il fatto che ci sia la volontà di assegnar loro una diocesi separata, e che da parte del Vaticano non ci siano obiezioni, è un segnale molto indicativo. Secondo

A Bari (nella foto principale) si trova uno dei più importanti centri ortodossi in Italia. Sopra, una delle immagini esposte nella mostra all'Expo

"La parola del Pastore. Dio e l'uomo. Storia della salvezza". È questo il titolo del nuovo libro scritto dal Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill, appena pubblicato dalla casa editrice Lev (Libreria Editrice Vaticana), a cura dell'Accademia Sapientia et Scientia. Un volume che si ripromette di rappresentare "la voce comune della teologia cattolica e di quella ortodossa russa", e che va ad aggiungersi a quelle opere che "testimoniano che abbiamo lo stesso identico Cristo", così come si legge nella prefazione: "Incontriamo lo stesso identico Cristo nelle pagine di Benedetto XVI e in quelle di Kirill, in quelle di Francesco e del Metropolita Hilarion. Sperimentiamo così che proprio questo stesso Gesù Cristo che abbiamo in comune e che incontriamo, è il solo che può dare alle anime di noi, stanchi e affaticati, ciò che più desideriamo: un'incomparabile serenità, il riposo, la vera pace". Il volume, in vendita presso la Libreria Editrice Vaticana, verrà presentato domani nel Collegio Teutonico in Città del Vaticano dal Metropolita Hilarion Alfeev.

Lo spirito ortodosso Un'occasione importante per "capire meglio lo spirito della Russia". È stata definita così dal Console generale della Federazione a Milano Aleksandr Nurizade la mostra "La missione della Chiesa Ortodossa Russa nel mondo contemporaneo", visitabile nel padiglione russo dell'Expo fino al 24 settembre. L'esposizione illustra alcuni passi de "I Fondamenti del concetto sociale della Chiesa Ortodossa Russa", accompagnati da diverse immagini fotografiche a sfondo religioso. I "Fondamenti" è un documento della Chiesa che contiene risposte chiare alle sfide del nostro tempo, basandosi sulla Sacra Scrittura e sulle norme della sacra tradizione del paese. All'inaugurazione hanno partecipato il Metropolita Hilarion, Aleksandr Nurizade, Console generale della Federazione russa a Milano e Antonio Fallico, presidente di Banca Intesa Russia. La mostra è stata organizzata dalla fondazione Gregorio il Teologo, dall'associazione Conoscere Eurasia, dal Ministero dell'industria e commercio, dall'associazione "Sofia: Idea Russa, Idea d'Europa" con il supporto di Banca Intesa. Più informazioni su it.rbth.com


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Cinema

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I T. R B T H . C O M / R I T R O VA R E _ I L _ C I N E M A

Si è appena chiuso il sipario sul grande cinema a Venezia. Dopo il successo del 2011, quando vinse il Leone d'Oro con "Faust", il regista Aleksandr Sokurov è tornato in gara con "Francofonia. Il Louvre sotto l'occupazione tedesca", una produzione congiunta fra Germania, Francia e Olanda. RBTH lo ha intervistato in esclusiva.

Il suo film era pronto da tempo. Per quale motivo non è rientrato nel programma del Festival di Cannes? Io non volevo una presentazione pomposa a Cannes, tanto più all'interno del concorso. Così ci siamo accordati per arrivare alla prima europea nella cornice del festival. Poco prima della rassegna, però, mi hanno comunicato

punti di vista, un film come il mio sarebbe stato difficile da realizzare in Russia. Personalmente m'infastidisce molto che tutta la sfera artistica e creativa sia coinvolta dal tramestio politico. Mi irrita molto che il ministro della Cultura sia una figura partitica così politicizzata. Tutto ciò disturba tanto

Ma questo non ha impedito l'uscita del film in Francia? A novembre il film verrà proiettato anche in Francia. La decisione così politica di accantonare il film è stata presa probabilmente a seguito delle attuali difficoltà nei rapporti fra i due paesi. Dopotutto, il festival di Cannes è statale e molto politicizzato, come lo è sempre stato.

È stato tra i film che hanno fatto più discutere alla Mostra. Pubblico e critica uniti nel riconoscere, ancora una volta, la potenza delle immagini di Aleksandr Sokurov.

In che modo è comparso Napoleone in un film incentrato sull'occupazione tedesca del Louvre? Questa storia riguarda la nascita stessa del Louvre, nonché il percorso compiuto da questo museo da impresa privata a missione statale. I francesi sono stati i primi a formulare la grandiosa idea di concepire il museo come missione dello stato: una cosa a cui i nostri politici si stanno appena appena avvicinando oggi, e con ciò mi riferisco al documento, recentemente approvato in Russia, che getta le basi per una politica culturale dello stato. Si tratta di una tesi importante, di per sé stessa contraria sia alla pratica sovietica, che a quella russa. Fu Napoleone a formularla per primo, comprendendo che attraverso i musei era possibile realizzare azioni di grande impatto politico, educativo.

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Un altro secolo è passato nel Vecchio Continente... Eserciti agguerriti calpestano il cuore della civiltà e il fuoco dei cannoni sta imperversando a destra e a manca. Tra i massacri e le rovine, tutto ciò che risultava maestoso, magnifico e sacro, di colpo viene raso al suolo. Jacques Jaujard e il conte Franz Wolff-Metternich lavorano insieme per proteggere e salvaguardare il tesoro del Museo del Louvre. Aleksandr Sokurov racconta la loro storia e descrive la bellezza di quel luogo mitico, esplorando con lo stile e la profondità che da sempre lo caratterizza (già ammirato in opere come "Faust", "Madre e figlia" e "Arca russa") il rapporto fra arte e potere. Un'arte che contagia e si contamina con la vita reale, alla ricerca di un significato profondo per il Vecchio Continente. Insomma se con Dostoevskij il dilemma è se la bellezza salverà il mondo, qui ci si chiede se il mondo sarà in grado di salvare la bellezza.

VALERIJ KICHIN ROSSIYSKAYA GAZETA

Festival Il regista russo, vincitore del Leone d'Oro nel 2011, è tornato al Festival del Cinema di Venezia con un omaggio alla grandezza del Louvre che il ministero degli Affari Esteri francese era contrario alla proiezione del film. Un regista russo promuoverà senz'altro un'ideologia russa e nelle attuali condizioni ciò è assolutamente inammissibile. Così il film è stato tolto dal programma. Hanno scelto di toglierlo e lo hanno fatto. Non è stata poi una grande perdita. Lo hanno preso a Venezia.

Perché la Russia si è ritrovata esterna alla realizzazione del film? Io non lavoro con le nostre major che hanno la possibilità di ottenere sussidi statali. Come regista non sono interessante per loro e non penso che il ministero della Cultura sarebbe pronto a finanziare un mio soggetto. In un contesto di politicizzazione della cultura e di intolleranza verso i vari

Quattro film "d'oro" a Venezia

FOTO PER GENTILE CONCESSIONE DI ASAC - LA BIENNALE DI VENEZIA

Quindi come ne "L'arca russa" anche in "Francofonia" lei considera i musei come fonti di lezioni di storia? Senza dubbio è così. Fra le istituzioni civili i musei sono l'unica zona dove, in modo materiale, senza demagogia, viene mostrato quale sia il ruolo dell'arte nella formazione dell'ordinata coscienza umana, nella formazione della civiltà.

Dentro il Novecento

FOTO PER GENTILE CONCESSIONE DI ASAC - LA BIENNALE DI VENEZIA

Maestro, qual era l'intento del film? Mi interessava capire com'è sopravvissuto il Louvre sotto l'occupazione nazista. Di guerra mi sono occupato più di una volta, ho visto moltissimi documenti e filmati. E ho pensato a quei giorni, quando l'armata nazista irruppe sul territorio della capitale culturale del mondo. Che cosa accadde a Parigi, quando i francesi si lasciarono invadere dal nemico e il governo fuggì a ripararsi nel sud del paese. Come si è potuto permettere che accadesse una simile cosa? Ho guardato a tutto ciò con un sentimento di gelosia, di invidia perché conosco l'esperienza della mia patria. So che cosa ha rappresentato per noi questa guerra. Mio padre vi ha combattuto, tutti quanti noi siamo intrisi di queste memorie. In Francia reagiscono sempre con timore e sospetto a qualsiasi tentativo di ritornare con la mente a questo conflitto, quando cioè un grande paese si trovò ad ammettere il nemico nel proprio territorio. Si tratta tutt'ora di un tema molto difficile. Quando ho detto di voler pensare a come tutto ciò fosse avvenuto, i miei colleghi francesi hanno intuito che il film avrebbe toccato questioni storiche, politiche, morali. E questi non sono affatto argomenti semplici da affrontare.

il regista, quanto il cittadino in me. Io mi rifaccio alle leggi che conosco: la costituzione della Federazione Russa e i comandamenti. Quando gente sospetta per bagaglio culturale mi impone una serie di provvedimenti immaturi, io smetto di capire dove mi trovo. Non ho fiducia verso questi tempi, mi capisce?

Nella foto principale, una scena tratta dal film "Francofonia" di Sokurov. Sopra, il regista durante le riprese all'interno del Louvre

Andrei Tarkovskij L'infanzia di Ivan, 1962

Nikita Mikhalkov Urga-territorio d'amore, 1991

Andrei Zvyagintsev Il ritorno, 2003

Aleksandr Sokurov Faust, 2011

La mostra fece scoprire al mondo il genio di Tarkovskij. Il suo film d'esordio, girato all'età di 30 anni, suscitò grande scalpore e lo fece diventare immediatamente celebre. Una narrazione che sa raccontare la durezza della guerra senza rinunciare alla capacità di descrivere sogni e aspettative di un adolescente.

Mikhalkov ha trionfato alla Mostra con il suo film più esotico. Già celebre per i lavori precedenti, a cominciare da "Oci ciornie", il cineasta portò a Venezia un'opera divertente e commovente sulla storia di una famiglia della Mongolia alle prese con il difficile equilibrio tra regole e ambizioni.

Il 2003 fu segnato dalla scoperta del regista originario di Novosibirsk. Merito di un film minimalista, che narra la storia di un padre spuntato quasi dal nulla che decide di intraprendere un viaggio con i due figli adolescenti. Una riflessione sulle difficoltà di comunicazione e convivenza tra le persone.

Il film, che fa parte della tetralogia dedicata alla fenomenologia del potere, non è una trasposizione fedele dell'opera di Goethe, bensì un affresco basato sulle interpretazioni classiche del mito di Faust in cui i personaggi sono proiettati nel contesto del XIX secolo. Un'opera maestosa, che lascia il segno.

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SULLA RUSSIA. IL NOSTRO OBIETTIVO È CREARE UNA SORTA DI VALORE AGGIUNTO PER RENDERE PIÙ AMPIO IL RACCONTO DELLA FEDERAZIONE RUSSA. OLTRE CHE IN ITALIA, RBTH È PRESENTE CON 36 INSERTI IN 29 PAESI DEL MONDO, PER UN PUBBLICO DI LETTORI PARI A 28 MILIONI DI PERSONE. ESISTONO INOLTRE 22 SITI INTERNET, AGGIORNATI QUOTIDIANAMENTE, IN 18 DIVERSE LINGUE.

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Letteratura

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CRITICO

Cinque anni fa, una mia amica russa che vive in una cittadina emiliana mi chiese per lettera se conoscessi un certo scrittore russo. I suoi conoscenti italiani non facevano che parlarle di lui, ma lei con imbarazzo non lo aveva mai sentito nominare. Anche a me il suo nome giungeva nuovo, il che era alquanto strano dal momento che vivo a Mosca e mi occupo di recensioni letterarie. Indagai in giro e la risposta arrivò subito: si trattava di Nikolai Lilin. Era proprio lui lo scrittore di cui si parlava tanto, ma non è mai stato, tecnicamente, uno scrittore russo. Dopo essersi trasferito dalla Moldavia in Italia ancora giovanissimo, aveva esordito con un romanzo pseudoautobiografico, "Educazione siberiana", che aveva scritto in italiano. Una raffinata storia d'invenzione sugli "urka siberiani" fatti deportare da Stalin in Moldavia, che aveva affascinato i lettori italiani. Per fortuna non mancano i casi di veri scrittori russi che si sono guadagnati una buona reputazione in Italia, come Evge-

Dai classici ai contemporanei sono tanti gli autori russi tradotti in Italia E viceversa

L'INTERVISTA DENISE SILVESTRI

maniti che Giordano siano venduti in Russia. Dieci anni fa ha brillato per un po' la stella di Aldo Nove con il suo "Superwoobinda", suscitando però più che altro interesse nei giovani snob divoratori di riviste glamour. In compenso a suscitare un interesse travolgente presso il pubblico esperto è stata la traduzione di Evgeni Mikhailovich Solonovich dei sonetti dialettali di Gioachino Belli, frutto della fatica di molti anni. Il volume di quest'opera ha già avuto due ristampe in tre anni. Anche i libri di Umberto Eco continuano a incontrare il gradimento dei lettori forse perché risponde ai nostri cliché sull'intellettuale europeo: con gli occhiali, la barba, dotato di una intelligenza superiore ed eternamente immerso in elucubrazioni letterarie. Il mio maggiore disappunto è che gli editori russi non potranno mai "assaporare" la bellezza dei libri italiani per ragazzi, che sono soprattutto un fatto di grafica e design, più che di testo e sul piano estetico, frutto di una capacità creativa che pone gli italiani ai vertici mondiali sin dai tempi del Rinascimento. La letteratura italiana per ragazzi si continua a pubblicare nella Federazione (io stesso ho tradotto i libri di Gianni Rodari e altri quattro affascinanti libri illustrati di Agostino Traini dal titolo "Il mondo del Signor Acqua"), ma non nella quantità che occorrerebbe. Soprattutto rispetto ai libri americani, tedeschi e scandinavi. Quanto a questi ultimi, nella loro promozione non è secondaria la politica di marketing attuata dalle istituzioni competenti scandinave. Va sottolineato che l'Anno della letteratura celebrato in Russia è stato un'occasione per soffermarsi in modo più sistematico anche su questi aspetti. Così voglio augurarmi che gli italiani abbiano presto la possibilità di approfondire la conoscenza dei nuovi Dostoevskij e Pasternak, e noi dei Rodari e Belli dei giorni nostri.

MIKHAIL VIESEL

L'AUTORE Mikhail Viesel è critico letterario, scrittore, traduttore dalla lingua italiana, responsabile del sito dell'Anno della letteratura russa

Verso il cuore delle parole Denise Silvestri ha tradotto in italiano Vladimir Sorokin, Fazil Iskander ed Elena Chizhova. Con "La giornata di un Oprichnik" di Vladimir Sorokin ha vinto il premio Von Rezzori per la migliore opera di narrativa straniera tradotta in Italia nel 2014. Oltre al romanzo antiutopico di Sorokin, il portfolio di traduzioni della quarantenne milanese comprende anche la non meno inquietante allegoria di Fazil Iskander "Conigli e boa", il brutale "Boys don't cry" di Ilya Stogov e il tenero "Il tempo delle donne" di Elena Chizhova. Come si è avvicinata allo studio della lingua e della letteratura russa? Mi sono iscritta alla facoltà di Lingue e letterature straniere perché avevo un'attrazione fortissima verso gli idiomi stranieri e l'inglese era stata la mia prima scelta. Pensavo che mi sarei specializzata proprio in quella lingua, ma poi, cercando qualcosa di più difficile da studiare, sono approdata al russo, alla Russia, alla sua cultura e letteratura. Così ho cambiato specializzazione in corso d'opera, laureandomi con una tesi in Letteratura russa contemporanea. Quindi è arrivata prima una borsa di studio universitaria in cultura russa, poi il lavoro come redattrice (precaria) per varie case editrici e infine la traduzione letteraria. Qual è stata la prima opera russa che ha tradotto? Ricordo molto bene la mia prima traduzione, di un contemporaneo: "Boys don’t cry" di Ilya Stogoff. La prima occasione di sperimentare se fossi all'altezza, nel 2004. Ero molto più acerba di così, ma è stata un buon battesimo del fuoco.

NINA KABANOVA (2)

I cinque autori russi più tradotti nel mondo

Fedor Mikhailovich Dostoevskij

2.331 Vladimir Lenin

3.555 Lev Nikolaevich Tolstoj

2.173

Anton Pavlovich Chekhov

Ci parli un po' del mercato italiano dei libri: c'è una richiesta particolare di letteratura russa contemporanea? La letteratura russa contemporanea è molto difficile da proporre agli editori italiani non perché non ne apprezzino il valore, ma perché sono convinti che il lettore italiano sia così affezionato ai classici russi da non apprezzare le novità.Va però riconosciuto che gli editori coraggiosi non mancano.

1.466 Aleksandr Sergeevich Pushkin

1.067

Dante Alighieri 657 Carlo Collodi 625 Alberto Moravia 624

897 731

Umberto Eco Italo Calvino Fonte: Index Translationum

I più venduti in Italia 1°

Dostoevskij, "L'idiota"

Bulgakov, "Il Maestro e Margherita"

Tolstoj, "Anna Karenina"

Lermontov, "Un eroe del nostro tempo" Fonte: Casa editrice Feltrinelli

GAIA RUSSO

4° Dostoevskij, "Il giocatore"; "Le notti bianche" GETTY IMAGES

ni Vodolazkin, Ilya Stogov, Elena Chizhova e Vladislav Otroshenko. Hanno riscosso una certa fortuna anche Viktor Pelevin, Zakhar Prilepin ed Eduard Limonov, quest'ultimo noto per essere il protagonista del libro di Emmanuel Carrère. L'anno scorso "La giornata di un Oprichnik" di Sorokin ha ottenuto un prestigioso premio letterario. Per non parlare da un lato della Marinina, di Akunin e di Glukhovskij con il suo sequel "Metro" (arrivato fino in Italia) e di Liudmila Ulitskaya ed Elena Kostioukovitch dall'altro. Per non parlare dei classici russi, da Dostoevskij a Goncharov a Solzhenitsyn e di Iskander. La strada verso il successo è più impervia per le opere pubblicate da piccole case editrici indipendenti. Nel 1956 si dovette trafugare segretamente il manoscritto del "Dottor Zivago" e, una volta pubblicato, il romanzo suscitò grande clamore, facendo la fortuna del suo editore, Feltrinelli. Ora il manoscritto e le bozze di un libro si possono inviare per e-mail all'istante, dove si vuole, senza però suscitare più simili effetti. Oggi la domanda principale che ci si pone è se l'investimento effettuato sarà ripagato. Sul versante opposto, vale a dire con le traduzioni degli autori italiani contemporanei in lingua russa, le cose non sembrano andare meglio. Ne sono un brillante esempio i due tomi di Federigo Tozzi., usciti recentemente. Chi ha notato in Russia questo capolavoro di modernismo europeo? Qualche anno fa è uscita la traduzione russa del romanzo di Paolo Giordano "La solitudine dei numeri primi", che tuttavia non ha avuto lo stesso successo che in Italia. La fortuna non ha sorriso neppure a Niccolò Ammaniti, sebbene sia Am-

Come mai ha scelto di specializzarsi in letteratura russa contemporanea? È successo e basta. I miei studi erano stati soprattutto incentrati sul Novecento russo, mi è sembrato naturale approdare poi ai contemporanei. Inoltre, non mi sono mai cimentata nella traduzione dei classici, non me ne hanno mai proposti, e a dir la verità ne ho anche un sacro terrore. Non che i contemporanei siano più facili, ma i classici russi sono stati tradotti e ritradotti in italiano, e credo di servire meglio alla causa della diffusione della letteratura e cultura russa facendo conoscere al lettore italiano scrittori un po' trascurati dalla nostra editoria.

Il mio maggiore disappunto è che gli editori russi non potranno mai 'assaporare' la bellezza dei libri italiani per ragazzi"

Alcuni libri italiani escono in Russia grazie al sostegno finanziario dell’Istituto italiano di cultura e di alcune banche italiane private. Nel suo lavoro percepisce un simile sostegno? Sì, ci sono per esempio la Fondazione Prokhorov, con il progetto Transcript, e la Fondazione Peredova, due realtà che mi preme ringraziare. Rilasciano fondi a sostegno della traduzione e della pubblicazione di autori russi all'estero. Stanno facendo un lavoro incredibile, almeno in Italia, per sostenere la pubblicazione degli autori russi. È anche merito loro se il lettore italiano si sta piano piano avvicinando ai contemporanei russi e ad alcuni classici dimenticati. In questo sono davvero fondamentali. La versione integrale su it.rbth.com/395289

I T. R B T H . C O M / M U LT I M E D I A OGNI SETTIMANA, UNA FOTOGALLERY SULLE DONNE RUSSE PIÙ INFLUENTI E AFFASCINANTI DEL PAESE NELLE NOSTRE INFOGRAFICHE: CIFRE, DATI E TENDENZE PER CAPIRE MEGLIO LA SOCIETÀ E I CAMBIAMENTI IN ATTO


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