fatima febbraio 2013 HQ

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Carissimi/e, il mese di febbraio la 35a Giornata per la Vita, e la 21a Giornata del malato ci offre la possibilità di una riflessione sulla Vita, sul suo senso e significato. La Vita è Dono del Signore. Maria e Giuseppe, sanno bene questo e vanno al Tempio a presentare Gesù, non solo per obbedire ad una legge, ma perché trovano naturale andarci per ringraziare il Signore e per offrire a Lui il proprio Figlio. I figli sono di Dio, figli di un Padre che ama, appartengono a Lui e al loro progetto vocazionale. Occorre allora liberarsi quindi da una mentalità possessiva verso i propri figli. Quando invece i genitori oltre ad un saggio consiglio e indirizzo di vita, cominciano ad appropriarsi della loro libertà in vista delle scelte decisionali, professionali,vocazionali allora possono cominciare i drammi, le tensioni, i forti contrasti familiari. La vita è dono ricevuto, è dono donato in tanti gesti piccoli o grandi che siano che la fanno crescere, le danno senso, gioia di essere vissuta anche nelle difficoltà quotidiane. I santi, Sant’Annibale Maria Di Francia, nostro amato fondatore donandosi, hanno dato Vita a tanti derelitti della vita, messi ai margini, poveri,

vecchi, malati, bambini abbandonati e raccolti per strada, siano essi a riscaldare il nostro cuore facendolo diventare “casa della Vita”. La Giornata Mondiale del Malato che Giovanni Paolo II ha voluto coincidesse con la memoria della Beata Vergine di Lourdes, e ha come tema “Vai e fai anche tu lo stesso” (Lc 10.37) evidenzia il comportamento del Buon Samaritano ci invita a far del bene a chi soffre, a far sentire ai malati, con maggiore intensità, la vicinanza spirituale della Chiesa, e far del bene con la propria sofferen-

za. Ci è data l’opportunità di riflettere sull’esperienza della malattia, del dolore, e più in generale sul senso della vita da realizzare pienamente anche quando è sofferente. La vita dell’uomo non è un bene disponibile, ma un prezioso scrigno da custodire e curare con ogni attenzione possibile, dal momento del suo inizio fino al suo ultimo e naturale compimento. La vita è mistero che di per se stesso chiede responsabilità, amore, pazienza, carità, da parte di tutti e di ciascuno. Ancor più è necessario circondare di premure e rispetto chi è ammalato e sofferente Padre Carlo


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