Giugno 2014

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Associato USPI

PERIODICO DI CULTURA E D'INFORMAZIONE SOCIALE E RELIGIOSA - Direttore resp.: P. VITO MAGNO - Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 - Aut. GIPA/C/AV 35/2012 - Reg. Trib. di Trani - n° 13 del 31 Gennaio 1949 Iscrizione ROC n. 5853 del 19.03.2012 Tassa Pagata/Taxe perçeu/ - Stampa Valsele Tipografica - Anno 65 - n. 3 - giugno 2014

Tutto è dono


Carissimi, giugno, è un mese che si apre con la solennità dell’Ascensione e la festa di Sant’Annibale (che il mese scorso abbiamo ricordato nel decimo anniversario della sua canonizzazione), prosegue con la Pentecoste, le feste di Sant’Antonio di Padova, della SS. Trinità, del Corpus Domini, del Cuore di Gesù, e si chiude nel ricordo dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. Un mese quindi davvero pieno di momenti, che ci stimolano alla riflessione e alla preghiera. Salito al cielo, dopo aver compiuto la Sua missione terrena, Gesù, come promesso, in comunione con Suo Padre, ci ha inviato lo Spirito Santo. La SS.Trinità, è in noi presente dal giorno del nostro battesimo, quando siamo diventati Tempio di Dio. Dio quindi, abita in noi, siamo noi la sua casa. Una casa da custodire, tenere bella, pulita e sgombra da ogni cosa che possa ostacolare questa presenza, ricca di doni, per noi e per il mondo. Questa nostra casa, viene nutrita dal cibo di Vita Eterna che è la SS. Eucarestia, il Pane della Vita, del nostro pellegrinag-

gio verso la patria eterna dove ci attende un posto preparato per ciascuno di noi. Un posto tutto nostro che nessun altro potrà occupare e che se rimarrà vuoto sarà motivo di tristezza per il Padre. Infatti, come si farà festa in cielo per un solo peccatore che si converte, così ci sarà tristezza per uno solo dei figli che rimane per sua volontà fuori. Lo Spirito, dona alla Chiesa i suoi doni, doni per tutti. I Santi, in modo particolare, sono stati rivestiti di carismi particolari. Tra questi, il nostro Santo Fondatore che ha trovato nell’ob bedienza al comando di Gesù: ”Rogate”, la ragione della sua vita, impegnandosi non solo a pregare e ad essere buon operaio nella Messe del Signore, ma anche a diffondere questa preghiera, nata dal Cuore Compassionevole di Gesù, che vedendo appunto le folle stanche e sfinite come gregge senza pastore disse: “Pregate (Rogate) il Signore della Messe, perché mandi operai nella sua Messe”. Dal Cuore Compassionevole di Gesù, scrive Sant’Annibale, sono nati come da un parto gemello, l’Eucarestia e il Sacerdozio. I Santi Pietro e Paolo come tutti gli altri Apostoli, testimoni, con il dono della propria vita hanno dato credito a questo Cuore Compassionevole. Padre Carlo


2 GIUgNO, LA FESTA DELLA REPUBBLICA

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ra il 2 giugno del 1946 e gli italiani furono chiamati a scegliere, con un referendum, se continuare ad essere governati da una Monarchia, o se passare alla Repubblica. Quel giorno (in verità si votò anche il 3 giugno), si scelse la Repubblica. Da allora, il 2 giugno di ogni anno si commemora quel passaggio storico. L’Italia voltò pagina e si tuffò in una nuova dimensione democratica, dopo il Ventennio fascista. Ogni anno si pensa, nei discorsi, nelle lezioni a scuola, nelle parate e nelle commemorazioni, che da quel momento l’Italia cominciò a vivere un’era fatta di maggior rispetto dei diritti. Il concetto di Repubblica porta in sé l’idea dell’ordinamento basato sull’uguaglianza, non più con un “uomo solo al comando”, un gruppo ristretto di privilegiati che scelgono e decidono per gli altri, ma un popolo che può autodeterminarsi, per usare un termine storico e autogovernarsi attraverso la democrazia partecipata e rappresentativa da tutti gli strati sociali. Repubblica Italiana ricordata come punto di partenza per un percorso democratico e di convivenza civile, dopo gli anni bui delle due guerre mondiali e dopo l’avventura del Fascismo.

Un Italia che da quel giugno 1946 ha sempre dovuto fare i conti con se stessa e con la propria realtà complessa: una Repubblica che non ha mai avuto vita facile, infatti, divisa, convenzionalmente dagli storici e dai giornalisti in Prima e Seconda, fino ad arrivare, in questi giorni, alla Terza. Gli anni del dopoguerra, del boom economico, del terrorismo, dei governi democristiani e socialisti, Mani Pulite, l’era berlusconiana, con le parentesi prodiane, fino agli ultimi governi di questi anni contemporanei: l’album della nostra giovane Repubblica scorre sotto i nostri occhi di cittadini, elettori, appassionati di questo Paese, tra luci ed ombre, tra cadute e sussulti di riscatto, tra vittorie e sconfitte, tra crisi economiche e riprese, tra contraddizioni e percorsi lineari o apparentemente tali. Questa Repubblica, nel bene e nel male, è la nostra Storia ed il modo migliore che possiamo mettere in atto per onorarla è quello di compiere il nostro dovere quotidiano di cittadini, lavoratori, genitori, nel rispetto dei diritti di noi stessi e del prossimo, secondo i principi che i Padri della Patria hanno scolpito nel grande punto di riferimento di questa Nazione: la Costituzione. Giovanni Ronco


L’Eucarestia e il Rogate, segreti per una rinascita

L’

intento di sant’Annibale, quando cominciò a prendersi cura del quartiere Avignone di Messina e dei suoi poveri abitanti, non era quello di fondare solo un’opera sociale, ispirata esclusivamente ai principi di una solidarietà umana e di filantropia (perché una filantropia officiosa sdegnerebbe di immischiarsi in un mondo così decaduto), ma una comunità di fratelli, fondata sull’Eucarestia. In nessun modo l’opera di Sant’Annibale avrebbe potuto avere una buona riuscita senza Gesù Eucarestia. Il 19 marzo 1881,”giorno memorabile, vi celebrò per la prima volta la santa Messa. Il suo intento era quello che stabilmente Gesù fosse presente nel SS. Sacramento, “perché senza di Lui il germe di bene non avrebbe potuto attecchire e tutto si sarebbe inaridito sul nascere”. Ecco allora, che si impegnò ad erigere una cappella, recuperando allo scopo una di quelle catapecchie e preparando gli abitanti,per ben due anni alla venuta di Gesù Sacramentato. Il 1° Luglio del 1886, data che segna la venuta stabile di Gesù Sacramentato, fu un “giorno memorando, indimenticabile”. Gesù venne per non partirsene più,

per formarsi una piccola comunità. Venne come Re per salvare, come Buon Pastore per formare il suo gregge, come Divino Agricoltore paziente e benigno in attesa dei frutti del suo lavoro, come Padre amorosissimo per formarsi una famiglia di figli e figlie, nella fedeltà e nella gioia. Per Sant’Annibale, l’Eucarestia vissuta e celebrata, divenne la risposta dell’uomo al comando di Gesù di pregare per i buoni operai della Messe, luogo e modo privilegiati della preghiera rogazionista. Questa intuizione, venne chiamata dal nostro Santo: Idea Risorsa. Ecco allora l’impegno da parte di Sant’Annibale di aggregare spiritualmente attorno a sé, non solo sacerdoti e vescovi , nella “Sacra Alleanza Sacerdotale”, che si impegnassero ad offrire almeno una celebrazione della santa messa all’anno, ma anche laici che riuniti nell’Unione di preghiera per le vocazioni, oltre a pregare, potessero diffondere questa preghiera e potessero fare da buoni operai. “O Gesù, noi vi supplichiamo che per virtù di questo sacrificio eucaristico, vogliate concedere alla Chiesa tutta, i buoni evangelici operai”. Dicar


Il pane di Sant’Antonio

N

ell’agosto del 1887 durante l’epidemia di colera, che infieriva nella città di Messina, la signora Susanna Consiglio, vedova Miceli, fece voto di offrire una somma di denaro per comprare il “pane per gli orfani in onore di Sant’Antonio di Padova”, se lei e i suoi figli fossero scampati al colera. La cosa puntualmente accadde e “Padre Francia” ricevette in forma anonima al Quartiere Avignone la prima offerta di £. 60 per il “pane per gli orfani”. Iniziava così, la provvidenziale istituzione del “Pane di Sant’Antonio”. Il Padre Annibale, scriverà: “Confessiamo di non aver allora compreso l’importanza di questa devozione. Non abbiamo compreso che la Divina Provvidenza ci porgeva un mezzo nuovo per la salvezza degli Orfanotrofi e pel soccorso dei poveri”. Nel 1906 Susanna Consiglio, con un atto notorio affermò la verità del fatto. Da questo atto notorio, controfirmato dall’Arcivescovo Mons. Letterio D’Arrigo, si evince che la devozione del “Pane di S. Antonio” in Messina precede di tre anni quella sorta in Tolone, dove nel 1890 una certa Luisa Bouffier, non riuscendo ad aprire la porta del suo ma-

gazzino, fece una preghiera e un voto a S. Antonio di dare alcuni chili di pane ai poveri se avesse aperto la porta senza abbatterla,cosa che avvenne. La signora Luisa adempì il voto e raccontò ad una sua amica l’accaduto. Quest’ultima avendo il marito ammalato e allettato da 23 anni, fece voto anche lei di donare un chilo di pane al giorno ai poveri in onore di S. Antonio, per la guarigione del marito, cosa che avvenne. Questi episodi fecero divampare ben presto la devozione del “Pane di S. Antonio”, che consentì a Sant’Annibale, di provvedere ai piccoli e ai poveri: “Cominciai a comprendere che questo era gran mezzo della Divina Provvidenza, per le nostre minime opere e cominciai a valermene.” Negli Istituti si cominciò a pregare “per ottenere dal Cuore Adorabile di Gesù e dall’Immacolata Madre, per i meriti di S. Antonio di Padova” tutte le grazie di cui le persone afflitte avevano bisogno. Il 12 febbraio 1898 segna l’inizio della devozione del “Pane di S. Antonio” in Messina. pidicci


I doni dello Spirito Santo… Consiglio - Il dono del consiglio ci aiuta a scoprire il progetto d’amore che Dio ha su di noi e la strada giusta per realizzarlo. Questo dono agisce in noi in due modi: ci fa diventare buoni consiglieri per gli altri, e allo stesso tempo ci fa anche riconoscere bisognosi di consigli nelle quotidiane scelte che la vita ci mette davanti. Fortezza - È il dono del coraggio, della costanza, della tenacia. Anche questo dono ha due dimensioni, quella passiva ci aiuta a resistere agli attacchi del male, mentre quella attiva è la forza d’attacco per vincere il male con il bene. Intelletto - Il dono dell’Intelletto ci aiuta a non essere superficiali, ma ad arrivare al cuore delle cose. Questo dono può agire in diversi modi:può darci la capacità di conoscere noi stessi e affrontare coscientemente ciò che in noi non va. E’ il dono della “profondità” contro la “superficialità”, dell’”essere” contro l’”apparire”…

braccia di papà e mamma anche quando è sospeso nel vuoto. Sapienza - La Sapienza è il dono che ci concede il gusto della conoscenza del creato e quindi del suo Creatore, Dio, per conoscerlo e amarlo. Essa ci aiuta soprattutto a saper distinguere il bene dal male. La Sapienza può nascere in noi solo come dono di Dio perché ha Dio come origine e come fine: Dio ama me, io amo Dio. Scienza - Questo dono può essere espresso anche col termine “conoscenza” che nella Bibbia significa anche “amare”. Chi ama capisce meglio, capisce prima, capisce di più. Il dono della Scienza insegna ad amare una persona se la si vuole capire e anche Dio lo si comprende solo amandolo. Nel linguaggio biblico “Scienza” è la capacità di conoscere il mondo, senza dominarlo, ma, al contrario, riconoscendo Dio come Creatore.

Timor di Dio - Il dono del Timore, che non è paura di Dio, ci fa diventare consapevoli della grandezza di Dio buono, ma anche Pietà - Il nome di questo dono è stretta- forte e potente. A lui si devono rispetto e mente legato al termine latino “pietas”, ubbidienza: Dio non si può prendere in l’amore famigliare tra i genitori e i figli. giro. Il Timor di Dio ci è donato anche per La Pietà è il dono che ci aiuta a credere sul ricordarci che non possiamo fare semserio che Dio è Padre e ci ama, ci dà for- pre quello che ci pare e piace perché non za, pace e gioia. Il dono della Pietà porta siamo noi i padroni del bene e del male, a fidarci di Dio con lo stesso abbandono quindi non possiamo far diventare giusto di un bambino che si sente sicuro tra le ciò che è ingiusto.


Dio ci ama con cuore di uomo l cuore, ha simbolizzato per gran parte delle culture, il centro vivo della persona. Il cuore, è simbolo della profondità e dell’autenticità dei sentimenti e delle parole, quindi, della loro sorgente profonda: l’amore. Gesù, uomo perfetto, ha amato come nessun altro uomo. Alla sua scuola noi impariamo ad amare secondo dimensioni completamente nuove. L’amore di Gesù è sentito, tenero, delicato. Il suo cuore ha veramente provato sentimenti di gioia e ammirazione davanti allo splendore della natura, al candore dei bimbi, allo sguardo d’un giovane rimasto puro; sentimenti di misericordia verso tutti i «poveri»: peccatori, malati, vedove in pianto, folle erranti ed affamate; sentimenti di amicizia verso gli apostoli, i discepoli, Lazzaro e le sorelle; sentimenti di pietà per Gerusalemme che lo rifiuta e per Giuda che lo tradisce; d’indignazione contro i venditori del tempio e contro i suoi nemici, che volendolo perdere, rovinano se stessi e il popolo; sentimenti di terrore durante l’agonia, di fronte al mistero della morte e del male che sembra trionfare. Ma la rivelazione più decisiva del Cuore di Gesù è che l’amore non è totale

I

se non passa attraverso la morte e la sofferenza. Da quando la sofferenza, è stata assunta per amore da Cristo, è diventata portatrice di vita e di salvezza. Fin dall’inizio, Dio si è fatto conoscere come colui che ama, che sceglie liberamente e si lega con fedeltà agli uomini. Ma è soltanto in Cristo che Dio si manifesta pienamente «Amore» che giunge a dare per la salvezza degli uomini, il Figlio, «mite e umile di cuore» sollecito a confortare gli affaticati e gli oppressi. La devozione verso il Cuore di Gesù, ha lo scopo di riportare la vita cristiana all’essenziale, di centrare la nostra vita e la nostra fede nel nucleo essenziale del cristianesimo: l'amore. Essere cristiano che cosa significa in definitiva se non «credere all’amore di Dio per noi» e consentire a questo amore di espandersi e di suscitare una risposta d’amore? Dire cuore significa dire amore, l’amore inafferrabile e disinteressato, l’amore che vince nell’inutilità, che trionfa nella debolezza che ucciso dà la vita. Chi può negare che in questa parola: Amore, noi ritroviamo noi stessi, il nostro destino e la nostra missione? (K. Rahner)


UNIONE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI O Dio che attraverso i Santi, mostri la tua tenerezza verso l’umanità “stanca e sfinita come pecore senza pastore”, ti preghiamo, di inviare nella Chiesa numerosi e santi operai, che come loro annuncino il Vangelo, e di concederci le grazie di cui abbiamo bisogno, per l’intercessione dei Santi Antonio da Padova e Annibale Maria Di Francia, accomunati da un profondo amore verso di Te e il prossimo, specie povero e piccolo. Amen

Scrivere sempre ben chiaro e completo il vostro indirizzo, non dimenticando il codice di avviamento postale della vostra città. *** Segnalare se si ricevono più copie della stessa rivista. *** Chi desidera può inviarci indirizzi di amici e parenti a cui inviare gratuitamente la nostra rivista. *** Chi desidera può inviarci il proprio indirizzo di posta elettronica per una più celere corrispondenza.

EX Allievi...per la solidarietà

In un clima di gioia e di fraternità, organizzato dall’Associazione degli Ex-Allievi, si è svolto l’annuale pranzo di solidarietà, che di anno in anno si propone degli obiettivi precisi: adozioni a distanza, adozioni missionarie, sostegno a famiglie in disagio ecc. Quest’anno l’obiettivo è stato quello di dare un concreto aiuto al nostro Centro Socio-Educativo. Gli Ex-Allievi, come ben dice il nome è una associazione formata da coloro, che nella loro infanzia hanno tratto beneficio per la loro formazione e inserimento nella società,vivendo nel nostro Centro. Mantengono un rapporto costante con lo stesso, riunendosi periodicamente con le loro famiglie, per giornate di formazione e fraternità. A loro va il nostro infinito grazie

Amico lettore, per aiutarci nella nostra opera con donazioni, offerte, ecc., consigliamo di utilizzare le forme di bonifico postale o bancario, secondo le coordinate qui sotto specificate. Per lasciti a nostro sostegno si prega di utilizzare la seguente dicitura: “Lascio (o dono) all’Istituto Antoniano Maschile dei Padri Rogazionisti di Trani, Via Sant’Annibale Maria Di Francia, 133 per le proprie opere caritative”. Per maggiori informazioni rivolgersi al Direttore telefonando ai numeri sottoelencati oppure usando l’indirizzo e-mail: rogtrani@libero.it Il suo indirizzo è custodito nell’archivio elettronico di questo Istituto, e nel rispetto di quanto stabilito dalla legge D.Lgs 196/2003 sulla tutela dei dati personali, la informiamo che gli indirizzi dei benefattori sono esclusivamente utilizzati per l’invio di questa rivista e che non saranno oggetto di comunicazione o diffusione a terzi e che in qualsiasi momento potrà esercitare il dirito di modifica o cancellazione chiamando i numeri telefonici o utilizzando l’indirizzo di posta elettronica sotto riportati. Grazie di cuore.

Istituto Antoniano Maschile - PP. Rogazionisti - Centro Socio-Educativo

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