
1 minute read
Il dono della strega
from LEGGINSIEME
Tiffany Aching scosse il capo. Era importante presentarsi bene… Chiuse gli occhi e disse: – Vedimi! Aprì gli occhi. Ed eccola lì, a pochi centimetri da sé. Vedeva la sua nuca. Con attenzione si spostò nella stanza. Alla fine si ritrovò davanti a se stessa. Capelli castani, occhi castani. Aveva indosso un vestito verde pallido. Con gli scarponi nuovi e il cappello di paglia assomigliava alla figlia di un contadino. Da lì vedeva il cappello a punta che aveva in testa. In un certo senso però non c’era. Era invisibile. Glielo aveva donato la più grande strega del mondo, una strega vera con vestito e cappello neri e gli occhi che potevano penetrarti come l’essenza di trementina. Una sorta di ricompensa: Tiffany aveva fatto una magia seria. Ma prima di farla non aveva mai saputo di esserne capace; e mentre la faceva non sapeva di esserne capace; e dopo averla fatta, non sapeva come ci fosse riuscita. Adesso doveva imparare come.
– Non vedermi – disse. La visione di sé scomparve. Miss Tick, un’altra strega, le aveva detto che doveva sapere quando “distaccarsi”, e che avrebbe scoperto più cose una volta che il suo talento fosse cresciuto. Miss Tick era una specie di trovastreghe. Pareva che la stregoneria funzionasse così: certe streghe erano sempre alla ricerca di ragazze che sembrava avessero particolari doti, poi trovavano loro una strega anziana che le aiutasse. Non ti insegnavano come fare. Ti insegnavano a sapere quello che stavi facendo.
adatt.da Terry Pratchett, Un cappello pieno di stelle, Salani, Milano 2022
Testo facilitato e semplificato