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L’inaugurazione

Roma, 80 d.C.

Il carro continuava a sobbalzare e Lucius cercava di assecondare il movimento oscillando sulla scomodissima panca di legno. Non ce la faceva più. Anche gli altri viaggiatori erano stremati. Suo padre aveva smesso di parlare da giorni. Lucius stava per cacciare uno strillo, quando all’improvviso il carro si fermò. Erano arrivati.

Sentì un brivido di eccitazione salirgli lungo il corpo e Tiberius, suo cugino, per una volta stava zitto. Il ragazzo rimase stupito: non aveva mai visto una simile frenesia, sembravano tante formiche. Si trovava di fronte una moltitudine di uomini che correva, dietro di loro si apriva una ragnatela di stradine e vicoli, e sopra le loro teste svettavano palazzoni di cinque o sei piani, intonacati di bianco, con tegole rosse di terracotta.

– Ma si può sapere dove siamo? – mormorò il ragazzo.

– Siamo a una delle porte della città – si intromise Tiberius.

– Non lo sai che i carri a Roma di giorno non possono circolare?

Lucius sospirò, si chiedeva come si sarebbe districato in quel caos, quando vide un uomo dirigersi verso di loro. Aveva i capelli corti e indossava un’elegante toga bianca bordata di rosso: era la toga praetexta di un senatore dell’impero.

– Severus! – gridò l’uomo. Il padre di Lucius si voltò di scatto. – Atticus!

– I due si abbracciarono con grandi sorrisi e pacche sulle spalle. Lucius capì che era un vecchio amico di suo padre. I due si scambiarono altri convenevoli, poi il senatore si voltò. – E questi giovani uomini chi sono? – disse con una strizzatina d’occhio.

– Questo è mio figlio Lucius, e questo è mio nipote Tiberius. L’uomo politico si avvicinò ai ragazzi: – Mmmm… quanti anni ?

– Undici! – risposero in coro.

Rivolgendosi a Lucius l’uomo chiese: – Dimmi un po’, ragazzo, quale meraviglia della grande e potente Roma ti ha spinto a questo lungo viaggio?

– I gladiatori!

Il padre di Lucius e il suo vecchio amico scoppiarono in una fragorosa risata.

– Come puoi immaginare, non sono riuscito a lasciarlo a casa – disse Severus.

– Certo, è comprensibile. Non è l’unico a essere così eccitato. Tutta la città è in fermento, nel Foro e in Senato non si parla d’altro. I festeggiamenti dureranno cento giorni. Sono arrivate migliaia di bestie feroci da ogni angolo dell’impero e centinaia di gladiatori pronti a dar battaglia. Quello era il motivo del loro viaggio: l’inaugurazione dell’anfiteatro Flavio, il più grande che il mondo avesse mai visto.

Scopro

➜ Indica con una se i seguenti fatti sono storici (S) o inventati da chi scrive (I).

● Atticus e Severus sono amici. S I

● I senatori portano la toga praetexta S I

● Lucius e Tiberius vanno all’inaugurazione dell’anfiteatro. S I

● Nell’80 d.C. viene inaugurato l’anfiteatro Flavio. S I

● Di giorno i carri non possono circolare a Roma. S I

● I gladiatori combattono nell’anfiteatro. S I

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